lunedì 30 dicembre 2013

Scoperta da SPS la Stella NP.




La Massa (anche tu) si è uniformata all’imperioso crescendo di ritornello sociale, che afferma quanto meravigliosa sia la mente umana e quanto poco, mediamente, essa venga “usata”.
Nel pieno del rispetto del concetto di “consumismo”, persino la mente viene ordinata in questa speciale classifica. 
Usualmente, si pensa che la mente sia utilizzata per una percentuale vicina al dieci per cento.

È poco? Sembra di sì, vero? In confronto al termine di paragone massimo di "cento", dieci è poco.
100 > 10 (di conseguenza... 10 è "poco").
Cioè, si riduce il tutto ad una questione di “quantità” e non di “qualità”.
Allora, il detto "poco ma buono" è solo un'espressione ricavata da chi si accontenta miseramente? E il concetto di "scarsità/preziosità", che sembra sorreggere l'intera impalcatura dell'attuale forma di società?
Esistono sulla Terra, lasciti, testimonianze di epoche “che furono”, che fanno capire quanto questo “dieci per cento” possa essere più che sufficiente, se inquadrato da una prospettiva che faccia della qualità/giustizia il proprio fulcro centrale.

Ma, poi, pensando a queste “tracce di civiltà”, che cosa accade inesorabilmente nella capacità di comprensione consapevole e presente di un individuo “attento”?
Che, molto spesso, a tal riguardo... la storia deviata evidenzia le fattezze di un “palazzo, di un quadro, di un tracciato di pietre, di un codice di leggi, di un grande edificio impossibile da costruire per i mezzi del Tempo, di una strategia di guerra, di una grande società o Nazione, etc.”…
Ossia?

Il “dieci per cento di qualità” a cosa è servito? Cosa ha comportato?
   

venerdì 27 dicembre 2013

Voltare pagina attraverso il "frammento"...



Triangolazione

Le vie del destino sono davvero difficili a comprendersi. Se non ci fosse una qualche compensazione nell'aldilà, allora questo mondo sarebbe davvero una beffa crudele.
Arthur Conan Doyle
È chiaro, assodato, certo ed univoco (per SPS) che… tutto quello che esiste e, persino, che “non esiste” (ma in un certo modo, che è stato “previsto/raggiunto” a livello mentale) nelle 3d… è un “fake” (un falso, una contraffazione, una imitazione, una finzione… una limitazione contenuta).
Le intere 3d e la loro “storia” (storia deviata) sono state pre(confezionate) ad hoc, al fine di “intrattenere l’individuo”… ossia, quel “portatore sano” di frammento animico.
 


Un simile individuo è come una unità energetica preziosa, dotata della possibilità di co creazione; il proprio riflesso frattale negato è quel “moto perpetuo”, che la scienza deviata nega possa esistere. 
Quella particella che, messa al centro di un dispositivo… permette di muoverlo per intero (secondo la programmazione indotta nel dispositivo).
Per cui, l’individuo diventa come una batteria della durata di circa 80 anni (a scadenza) che si rinnova (eternamente) nel periodo Temporale, che sussiste tra un ciclo di morte e Vita (lato oscuro, che la Luna “mostra” con evidenza).

Il “centro di gravità della vita”, di cui parla ad esempio Friedrich Nietzsche, non è (secondo SPS) la parte Consapevole, Presente, Sovrana dell’individuo, ma quella parte che “sussiste/pulsa” e che si identifica con il connubio corpo/mente. La sua “stasi” (convincimento) in questa realtà, permette al Nucleo Primo di ingabbiare per auto convincimento proprio/indiretto, la capacità dell’individuo.  
  

martedì 24 dicembre 2013

Storie e sfumature sul Natale.







Il paradosso di Moore è un paradosso formulato nel 1942 da George Edward Moore che tratta dell'assurdità di affermare una proposizione e contemporaneamente affermare di non crederci.
Detta p una generica proposizione, il paradosso si può formulare nel seguente modo: "p, ma io non credo che p"; oppure: "Io credo che p, ma non p".
Nella formulazione tipica di questo paradosso, questo si traduce in "piove ma io non ci credo"…
Link
Quando, nelle 3d, “non si crede all’evidenza”… si corre il rischio di essere “passati per pazzi”. Si è perlomeno dei “fuori di testa”. Cioè, per esempio…
il motto “il lavoro nobilita” è una evidenza, giacchè la necessità di denaro, per “vivere”, rende il lavoro, a sua volta, necessario e dunque “evidente, certo, sicuro”, nella misura in cui il “lavoro ci vuole” ma, allo stesso Tempo, il “lavoro non c’è”.
Ciò che “serve” diventa “raro”, in società, tranne la “manodopera”, dal punto prospettico del Nucleo Primo, che è immensa (oltre sette miliardi di individui). 
La “richiesta” fa aumentare il “prezzo” del “bene”, oggetto dell’interesse per una “cosa”.
A quale prezzo, dunque, sarà arrivato quello di un essere umano, sul Mercato del Nucleo Primo? Ogni individuo, infatti, ha il proprio “prezzo”, no? Ogni persona è disposta a “vendersi” e la prostituzione (il “mestiere più antico del Mondo”) non è che il riflesso frattale di questa verità/evidenza, a cui – evidentemente – nessuno crede.

Piove ma io non ci credo.