giovedì 18 ottobre 2012

Il virus è un nostro eco.




Ieri ho dovuto lottare con un virus nel computer. Segno evidente che le mie difese immunitarie sono basse in questo periodo

Il virus in questione è il 'Win64/Patched.A'. 

L’Avg free, che ho installato di default, continuava a segnalare il worm e anche un’altra serie di parassiti vari. Mi sono accorto che in questi casi ci si mette sempre nelle mani di chi, si suppone, ne sappia di più

È logico, si potrebbe pensare. Certo. Però ci si espone ad operazioni che mai avremmo fatto in assenza di quel virus. Ossia, se quel virus ha un senso, qualcuno se ne potrebbe approfittare. Ad esempio, colto da nervosismo e spazientito dalle continue segnalazioni a vuoto dell’antivirus, mi sono costretto ad accettare i consigli che trovavo in Internet. 

A quel punto era possibile aggiungere virus a virus, in quanto i siti frequentati erano praticamente sconosciuti per me. Mi dovevo fidare di quello che trovavo. A quel punto ho dovuto seguire le istruzioni di persone che teoricamente potevano essere le stesse che avevano sviluppato il virus.

Perché? 

Beh… perché esiste il virus. Esso ha certamente un nesso col fatto che in seguito mi sono ritrovato a cercare una soluzione. Come se fosse il virus stesso a spingermi indirettamente su certe piste.

Comunque, ho iniziato a scaricare soluzioni 'un tanto al pacchetto'. Spazientito ed innervosito ho sentito di dover scaricare un altro antivirus ufficiale e mi è venuto in mente un nome da film sufficientemente agganciato al potenziale del genio, ossia: Kaspersky.

Quel nome, non so perché, mi conferiva sicurezza in termini di genialità.

L'aggancio è, in qualche modo, all’abilità di Kasparov, il famoso campione di scacchi. Ebbene, seguendo questo tenue filo di speranza ho eseguito il download di ‘Pure 2.0’, in versione trial per 30 giorni, e puntualmente dopo avere eseguito la scansione del computer, è riuscito ad eliminare il virus.

Questo virus ha la particolarità di sostituire il file di sistema ‘Service.exe’, nella cartella 'C:\Windows\System32', per cui non è semplice riportarlo alla sua versione originale. Da quel 'punto', opera, distribuendo malfunzionamenti ed appesantimenti generali del sistema operativo. Insomma, una vera e propria spina nel fianco.

Esisterà senz’altro di peggio, ma a me diciamo che è bastato questo.

Se, ora, mi ritrovo a fare pubblicità a questo prodotto è perché ne ho tratto un beneficio. La cosa interessante, forse una leggenda del Web, è che sono state proprio le case che vendono antivirus a concepire i virus nei computer.

Ossia, crea un problema e fornisci la soluzione.

Crea l’aspettativa, la necessità, nella Massa ed approfittane.

Adesso, probabilmente, sto osannando proprio uno degli attori che mi ha impestato il pc. Allo stesso Tempo quel virus l’ho preso per motivi legati alla mia operatività/navigazione, per cui ho avuto quello che meritavo in termini di riflesso delle proprie azioni.

Semina vento e raccoglierai tempesta.

Credevo il mio computer sufficientemente protetto e invece ho amaramente constatato che non lo era. Che cosa dovrei desumere di me, visto che tutto ci riflette?
 
Di fare maggiore attenzione alla mia sovranità personale e di non fare il passo più lungo della gamba, cedendo alle lusinghe di software di cui se ne può fare anche a meno. Ieri, è come se fossi stato attratto da aspetti tendenti a distogliermi da quello che stavo facendo. È una questione di attenzione, concentrazione, totalità, consapevolezza, chiarezza mentale, etc.

Ok. Ho compreso, grazie a questa ultima frase:

ero tentato di evadere dal tracciato che stavo percorrendo. Se quel tracciato, adesso continua ad avere Cuore per me, significa che l’attacco virale di ieri non ha altro che sottolineato ed evidenziato la bontà della via intrapresa. È una marcatura indiretta. Va osservata e capita attraverso l’intero essere.

Occorre non fermarsi all’evidenza più appariscente ed immediata.

Non è un approfondire ma un sentire.

Il Tempo fa solo da corollario.

1 secondo o una Vita: non fa differenza. La differenza esiste solo dal punto prospettico delle 3d, se si è convinti che questa Vita sia tutto quello che abbiamo a disposizione…

Ora, passo velocemente, e non a caso, ad evidenziare questa notizia:

Il premio milionario che nessuno riesce a vincere.
L'Ibrahim Prize for Achievement in African Leadership è un riconoscimento per il miglior risultato di leadership africana ideato dal milionario sudanese Mohammed ‘Mo’ Ibrahim, magnate dei telefoni cellulari trapiantato a Londra

Un'iniziativa che lo ha reso celebre presso i governi africani e che mette in palio ogni anno 5 milioni di dollari rateizzati in dieci anni - più 200 mila dollari l'anno di vitalizio dopo i dieci anni - per il leader politico del continente che si distingue grazie ad un operato politico ineccepibile.

L'eccellenza in tema di governi, infatti, è secondo l'imprenditore l'unica via d'uscita per un paese considerato ancora ‘terzo mondo’: ‘L'Africa è un continente ricchissimo, non abbiamo scuse per la nostra povertà. Il problema dell'Africa non è che mancano i fondi. Mancano i governi. Senza una buona governance non andremo da nessuna parte’...

Quest'anno non è stato possibile trovare un candidato in grado di soddisfare tutti i requisiti di qualità richiesti e l'Ibrahim Prize si conferma così come un premio molto ambito e di assoluto pregio. Si pensi che solo per la nomination è stato creato un indice composto da 86 criteri per ciascuna delle 54 nazioni africane, che misura l'efficienza dei governi nel mantenere la sicurezza, il rispetto delle leggi, i diritti civili, la libertà economica e la promozione sociale.

L'Angola di fronte alla 'maledizione dell'oro nero'.  
È un ossimoro sociale, una cruda contraddizione in termini comuni a molti paesi del Terzo mondo. L'Angola è il secondo più importante produttore di petrolio dell'Africa e la terza economia del continente. Eppure oltre metà della sua popolazione è costretta a vivere alle soglie della fame

A Luanda, la capitale, per esempio il 91% della popolazione non ha l'acqua corrente: 'Qua non abbiamo l'acqua nelle case e dobbiamo venire fin qui per fare provvista'. Eppure l'Angola esporta due milioni di barili di greggio al giorno e secondo le stime sta per superare la Nigeria come maggior produttore africano. Ma le statistiche ingannano

'Malgrado il Pil si aggiri tra i 4 e 5.000 dollari a testa, questi dati non descrivono la situazione del paese. Si è scavato un gigantesco gap tra ricchi e poveri. Il coefficiente di Gini, la misura della diseguaglianza della distribuzione, è tra i più alti del mondo'. 

Per alcuni si tratta di un effetto collaterale dell'industria petrolifera che impiega meno dell'1% della forza lavoro totale mentre i profitti entrano nelle tasche di una minoranza di superricchi che vivono in un'enclave che somiglia a una versione africana di Saint-Tropez. Dove possono godersi i ristoranti del lungomare di una delle città più care del mondo... 

La cosiddetta 'maledizione dell'oro nero' deposita nella casse del paese ampie riserve di denaro mentre milioni di angolani sono costretti a sopravvivere con meno di due dollari al giorno.
Link
  • le statistiche ingannano
  • la cosiddetta ‘maledizione dell'oro nero’ deposita nella casse del paese ampie riserve di denaro mentre milioni di angolani sono costretti a sopravvivere con meno di due dollari al giorno.


È sempre lo stesso ritornello. In Africa lo si vede ancora meglio. Non è una questione di ‘tanto l’Africa è lontana’, bensì di un fuoco acceso e talmente evidente da vedersi in tutto il Mondo. 

La sua luce alimenta di bagliori similari tutto ciò che la riflette. La luce di quel rogo si diffonde dappertutto, come quella di un faro per ogni natante in navigazione nella notte o nella mancanza di visibilità. Il mantenersi a certe distanze dalla costa permette di scorgere la luce del faro, allontanarsi troppo mette a repentaglio la propria sicurezza. L’Africa sta 'bruciando' e le sue fiamme si vedono dappertutto. Non è più una questione di sicurezza del cammino, ma di denuncia di uno smarrimento collettivo.

Guardate! Stiamo bruciando e lo sapete il perché? Perché non facciamo niente per smettere di bruciare. Bruciamo di conseguenza…

Il messaggio è per tutto il Mondo perché l’Africa ha la forma di un Cuore ed è centrale rispetto alla dislocazione delle terre emerse.


Ma non si può pensare di ‘salvare l’Africa’ se prima non giungiamo a conoscere noi stessi e se gli africani non fanno nulla per salvare se stessi. Il ‘problema’ va affrontato con la giusta prospettiva e nella direzione più autentica. Altrimenti diventa solo un spostare l’attenzione dal proprio cammino, per motivi molto simili a quello che è accaduto a me nella giornata di ieri.

Focus e chiarezza mentale. 

Ultimamente mi sono trovato in grande difficoltà ad esprimere, a parole, ‘quello che voglio fare’. Mi sono accorto di un altro vuoto dentro di me e, ormai sappiamo molto bene che, quello che lasciamo viene preso e che ciò che non si esprime s’imprime.

Ossia, otteniamo due ‘disgrazie’ senza colpo ferire:
  1. lasciamo opportunità ghiotte per evolvere
  2. somatizziamo la rinuncia sulla nostra pelle e dentro di noi.
Problem solving.
Il problem solving (locuzione inglese che può essere tradotta in italiano come risoluzione di un problema) è un'attività del pensiero che un organismo o un dispositivo di intelligenza artificiale mettono in atto per raggiungere una condizione desiderata a partire da una condizione data

Il problem solving indica più propriamente l'insieme dei processi atti ad analizzare, affrontare e risolvere positivamente situazioni problematiche.

Va precisato che il problem solving è solo una parte di quello che è l'intero processo di risoluzione di un problema vero e proprio: quest'ultimo comprende anche i processi cosiddetti di problem finding e problem shaping.

L'approccio scientifico alla risoluzione dei problemi, inizialmente era sviluppato secondo uno schema puramente intuitivo:
  • percezione dell'esistenza di un problema
  • definizione del problema
  • analisi del problema e divisione in sottoproblemi
  • formulazione di ipotesi per la risoluzione del problema
  • verifica della validità delle ipotesi
  • valutazione delle soluzioni
  • applicazione della soluzione migliore
Nel definire il problema si operava un'analisi empirica dei dati e si ricercava la riproducibilità del problema così che fosse possibile analizzarlo in maniera quasi scientifica. Le operazioni successive erano diretta conseguenza dell'analisi iniziale, caratterizzate da metodologie personali, disomogeneità delle soluzioni e capacità di riuscita inversamente proporzionali alla complessità del problema in esame.

Per questi motivi nel tempo si sono sviluppate diverse tecniche ragionate e standardizzate per risolvere i problemi, di seguito le principali metodologie.

Metodologie.
Varie sono le tecniche e le modalità di problem solving che possono essere impiegate, ad esempio: FARE.
 
Focalizzare.
  • creare un elenco di problemi
  • selezionare il problema
  • verificare e definire il problema
  • descrizione scritta del problema.
Analizzare.
  • decidere cosa è necessario sapere
  • raccogliere i dati di riferimento
  • determinare i fattori rilevanti
  • valori di riferimento
  • elenco dei fattori critici.
Risolvere.
  • generare soluzioni alternative
  • selezionare una soluzione
  • sviluppare un piano di attuazione
  • scelta della soluzione del problema
  • piano di attuazione.
Eseguire.
  • impegnarsi al risultato aspettato
  • eseguire il piano
  • monitorare l'impatto durante l'implementazione
  • impegno organizzativo
  • completare il Piano.
  • valutazione finale.
Risolvi ed analizza.
Questa metodologia viene utilizzata in ambito informatico per circoscrivere i problemi e costruire delle metodologie specifiche per gli utenti che si basano sull'esperienza comune e sulla condivisione delle conoscenze.

I principi fondamentali sono 3:
  1. cercare la responsabilità di una situazione problematica rallenta la soluzione dello stesso senza portare benefici evidenti
  2. se si trova una soluzione bisogna rendere disponibile una descrizione dettagliata del problema e del metodo per risolverlo
  3. se non si trova una soluzione è comunque importante dettagliare bene il problema e descrivere accuratamente i passi da seguire affinché il problema si ripresenti.
Le operazioni da seguire sono le seguenti:
  • relazionare gli effetti del problema
  • relazionare la situazione hardware e software
  • identificare tutte le modifiche effettuate prima dell'esistenza del problema
  • ricercare le cause
  • analizzare le cause
  • porre rimedio se possibile
  • verificare che il rimedio abbia risolto effettivamente il problema
  • relazionare la soluzione oppure dichiarare l'impossibilità di trovare una soluzione adeguata.

Ho riportato quasi per intero l’articolo trovato in Wikipedia, perchè ci offre la possibilità di riflettere ‘a gratis’, ossia a domicilio, lasciando però ad ognuno di noi le tempistiche e la possibilità di conoscersi meglio. Utilizzerò queste righe nei prossimi articoli di SPS.

Per oggi ho scritto anche troppo…

Ognuno per sé e tutti insieme.

Dipende da noi.
 17102012 V 0 + 291 Sant'Ignazio di Antiochia (Il teorico della Chiesa di cui si conosce solo il martirio) ++

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com

mercoledì 17 ottobre 2012

Fu un deserto...




A che serve approfondire una notizia, un discorso, qualsiasi ambito? Non è forse più importante prendere atto che ‘esista’ quella notizia, quel discorso, quel certo ambito? Non è forse più importante, attraverso ciò che è giunto sino a noi, essere consapevoli del messaggio, proprio perché chiaro, essendo non approfondito?

Sono i termini che usiamo e le convenzioni a cui ci riferiamo, che legano ed incollano la capacità di divenire effettivamente individui ‘che sono andati avanti’

Esempio. Leggiamo questa citazione: 

nel linguaggio Gurdjieffiano quando si parla dell’uomo, dobbiamo sempre specificare a che tipo di uomo stiamo riferendoci. Il sistema della Quarta Via classifica gli uomini in sette categorie differenti che corrispondono al livello evolutivo raggiunto…
Link 
 
Basta leggere questa lucida espressione per sentire maturare in sé qualcosa di diverso/nuovo. A che serve approfondire? Approfondire, significherebbe confondersi le idee che, adesso, sono chiare anche se alimentate da pochi dati

SPS cerca sempre di provocare stati d’animo ‘imbarazzanti’ nel Lettore…

L’evoluzione, passando dall’espansione e radicamento della consapevolezza, è un processo magnetico e di polarizzazione del proprio involucro/contenitore/essenza.

Quello che serve, lo attiriamo sempre, comunque ed ovunque, visto che il concetto di ‘casa’ è tipico delle 3d. In realtà, ‘casa è ovunque si è’.

Tempo al Tempo.

Quando si sente di dover approfondire un aspetto, è perché si è pronti per sostenere la gravità delle informazioni ivi orbitanti. Se fatto troppo presto, il rischio è quello del saturarsi, ossia di cadere nei semitoni mancanti della scala d’ottava, proprio come quando ci si anima per un’idea, che sembra davvero meravigliosa e poi, dopo 5 minuti, si passa a cestinarla senza esitazione.

Approfondire sempre e comunque, appartiene al sottile gioco Antisistemico d’intrattenimento in lui, in qualità di cibo per la sua tentacolare presenza, radicata nelle 3d attraverso il genere umano

Ciò, equivale, dal punto di vista di SPS, ad accorciare la lunghezza degli articoli quotidiani, con il proposito di continuare a fornire nuova prospettiva ma con minore impeto, conscio e fiducioso nella qualità dell’energia evocata e dell’auto lavoro, che ogni individualità è perfettamente in grado di svolgere, nel pieno rispetto delle proprie tempistiche.

Il raccolto non matura tutto insieme.

Per oggi, invito a riflettere sulla tonalità, sulle sfumature, che derivano dall’utilizzo dei termini convenzionali e abitudinari passati dalle infrastrutture di amministrazione e controllo della Massa:

per capire a quale pace alludano basta partire dai Romani, che portavano la pace nei territori conquistati, e il significato della loro pace è ben descritto da Tacito

‘Ubi desertum faciunt, pacem appellant’ (Dove fanno il deserto, lo chiamano pace)…
Link 
 
Ok? Penso sia chiaro il proposito odierno, ripetuto ad eco nel Tempo da SPS.

Apriamo gli occhi.

Si dice che Osho sia stato assassinato, 'sottilmente', da rami operativi di organi governativi Americani:

Bush padre, come il figlio, e come Reagan (presidente al tempo dell’arresto di Osho) non sono cristiani nel senso ‘cristiano’ del termine. Il cristiano vero, in teoria, dovrebbe essere tollerante e amorevole verso tutti, e non dovrebbe per nessun motivo uccidere. Loro sono cristiani nel senso ‘rosacrociano’; fanno parte cioè di quel ramo dei Rosacroce deviato, l’Ordine della Rosa Rossa e della Croce d’Oro, che parlano di Dio e di Cristo intendendo questi termini in senso esattamente opposto al senso cristiano

Non a caso in nome di Dio scatenano guerre uccidendo milioni di persone, e Bush spesso ha ripetuto infatti che ‘Dio è con lui’. Perché il Dio in nome del quale scatenano la guerra è il loro Dio, Horus, non il Dio dei Cristiani.

Bush quindi non è un cristiano, e, anzi, da un certo punto di vista Osho è più cristiano di molti ‘cattolici’, in quanto seguiva alla lettera i principi di amore e tolleranza che sono scritti nei 4 vangeli.

Anzi, dal punto di vista dei Rosacroce, il movimento di Osho contribuisce col suo sincretismo ad abbattere la forza dell’ideologia cattolica, e quindi in questo senso è funzionale agli interessi della religione di Bush.

Il problema quindi non può essere religioso.

Leggendo gli scritti di Osho mi sono convinto che la ragione dell’omicidio è di tipo spirituale. Infatti, la comprensione e l’interiorizzazione dei principi su cui si basa la filosofia di Osho è idonea a scardinare proprio quei capisaldi su cui la massoneria rosacrociana basa la sua forza

ovvero il concetto della morte e il concetto del denaro.

Osho con i suoi scritti incita a non temere la morte ed a viverla come uno stato di passaggio, in cui addirittura si vivrà meglio che nel corpo fisico… Osho faceva paura perché il sistema massonico in cui viviamo si basa su due fondamenti:
  1. la paura della morte.
  2. la paura della perdita economica.

Senza queste paure il sistema massonico, che vive di minacce dirette o indirette (se ti opponi perderai il lavoro; perderai la vita; perderai l’onore perché ti infangheremo) non potrebbe resistere.

Senza la paura della morte (tua e dei tuoi cari) svanisce anche il ricatto familiare, che si riassume nella frase: 

non ti opporre al sistema se tieni alla tua famiglia…

Anche dal punto di vista religioso, Osho poteva far paura, ma per un altro motivo. Egli non ha fondato una sua religione, né si ispirava ad una religione particolare. Nei suoi libri e nei suoi discorsi utilizzava il Vangelo quando parlava a persone cattoliche, i Sutra buddisti quando parlava a buddisti, i Veda indiani quando parlava a induisti, e attingeva da fonti ebraiche, sufi, e chassidiche… Si possono leggere i suoi scritti, quindi, pur restando buddisti, cristiani, o ebrei.

Ma dava una lettura dei testi sacri più moderna e al passo coi tempi, il che poteva far paura a coloro che ancora ragionano con schemi che risalgono a migliaia di anni fa, e che usano la religione come uno strumento per tenere sotto controllo le menti degli adepti.

Osho, in altre parole, fu ucciso per lo stesso motivo per cui furono uccisi altri leader spirituali famosi, come Gandhi e Martin Luther King. Più in generale, fu ucciso per la stessa ragione per cui vengono uccisi tutti quelli che si ribellano al sistema denunciandolo fin nelle fondamenta, dai cantanti, agli scrittori, ai registi, ai magistrati, ai giornalisti.

La diffusione delle idee di Osho poteva contribuire a scardinare il sistema.
Osho
Mai nato
Mai morto
Ha solo visitato questo Pianeta Terra
11.12.1931
19.01.1990
Link 
 
Se si sta bene in una società regolata, come quella soprattutto occidentale, è perché si è ancora come frutti acerbi sui rami dell’albero della Vita. Accelerare i Tempi sarebbe persino deleterio per tutti.

Per cui va bene così. È senz’altro utile ed opportuno. È la luce solare che permette la maturazione dei frutti. La luce regola e scandisce le tappe del cammino. Tutto quello che si sviluppa nel frattempo ha funzione consolidante.

Basta leggere queste notizie per capire l’apparente paradosso attuale, caratterizzato da Banche che continuano a fare utili nella buona e nella cattiva sorte e che, quando lo annunciano al Mondo, il Mondo (economico) ne gioisce perché non tutto è perduto (dal proprio punto di vista):

Goldman Sachs, utile III trimestre a 1,5 mld dollari, sopra attese.
Goldman Sachs ha battuto facilmente le stime degli analisti sugli utili e le entrate nel terzo trimestre. Il colosso bancario ha registrato un utile per gli azionisti ordinari di 1,5 miliardi di dollari, girando in positivo dopo il rosso dello scorso anno, quando i conti erano stati condizionati dalla fuga degli investitori dai mercati dopo il declassamento del rating degli Stati Uniti. Goldman ha guadagnato per azione 2,85 dollari, a fronte della previsione di 2,19 dollari degli analisti. I ricavi sono più che raddoppiati a 8,4 miliardi di dollari dai 3,6 miliardi del terzo trimestre dello scorso anno. Le attese dei mercati erano per 7,2 miliardi di entrate.

Link

Citigroup, utile sopra stime ma pesa maxi-svalutazione da 4,7 mld dlr.
Citigroup ha comunicato di aver battuto le previsioni degli analisti sull'utile nel terzo trimestre, nonostante una pesante svalutazione. Il colosso bancario statunitense ha chiuso il periodo luglio-settembre con un profitto di 3,3 miliardi di dollari, se si esclude il peso di elementi una tantum, come le forti perdite nell'attività di brokeraggio e altri oneri straordinari. L'utile per azione si è attestato a 1,06 dollari, meglio delle stime di 96 centesimi per azione. Le previsioni degli analisti escludono generalmente gli eventi non ricorrenti. I ricavi si sono attestati a 19,4 miliardi di dollari e superano le previsioni di 18 miliardi. Considerando gli oneri straordinari, Citigroup ha chiuso il terzo trimestre con un utile di 468 milioni di dollari ed entrate per 14 miliardi. Il calo dei profitti è legato a una maxi-svalutazione da 4,7 miliardi di dollari di una società di brokeraggio in joint venture con Morgan Stanley.

Link

JPMorgan, utile III trimestre record a 5,7 mld dollari (+34%).
JPMorgan Chase ha registrato un utile record di 5,7 miliardi di dollari nel trimestre luglio-settembre, in crescita del 34% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Il profitto per azione è stato pari a 1,4 dollari e ha superato di gran lunga gli 1,21 dollari attesi dagli analisti. Il fatturato è cresciuto del 6% a 25,1 miliardi di dollari, contro le stime che indicavano quota 24,4 miliardi. A spingere gli utili sono stati i minori accantonamenti per crediti inesigibili, ovvero 1,8 miliardi di dollari a fronte di 2,4 miliardi di un anno fa.

Link

Non serve nessuna rivoluzione. Queste entità globali troveranno da sole il modo di terminarsi oppure di trasformarsi. ‘Da sole’, significa in conseguenza, anche, della nostra presenza incoraggiante, dando luogo ad un gioco di riflessi virtuosi, permettendo che la ‘stagione’ cambi.

Queste infrastrutture saranno utili per il Mondo che diverrà. 

Esse lo collegano, di fatto, unificandolo simbolicamente e praticamente. Esse dimostrano che con un semplice cambio di guida si potrebbe ‘rendere fertile anche il deserto lasciato dai Romani’.

Dipende anche da noi.
 16102012 S 0 + 290 Santa Margherita Maria Alacoque (Il buio attorno a lei) ++

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com

martedì 16 ottobre 2012

Il fattore 'delta'.




C’è qualcosa di incredibilmente intelligente e di grandemente stupido all’opera.

Di chi è questa citazione? È mia. Non so se esista già a ‘Mercato’. L’ho partorita questa mattina mentre leggevo del materiale, trovato in Rete, sulla ‘Teoria dei giochi’, visto che è appena stato assegnato il Nobel per l’Economia 2012:

i vincitori del premio Nobel per l’Economia 2012 sono Alvin E. Roth (classe 1951) e a Lloyd S. Shapley (1923). L'accademia di Stoccolma ha assegnato il riconoscimento per gli studi riguardanti ‘la teoria delle allocazioni stabili e la pratica del design dei mercati’. Il contributo di queste teorie matematiche copre dinamiche di carattere sociale, come ad esempio la stabilità dei matrimoni

‘Stable marriage problem’ (1962), il quale definisce i matrimoni come stabili per un certo gruppo di persone, a condizione che nessun uomo o donna preferisca rompere il loro matrimonio per mettersi insieme.

Link 
 
Certamente occorre mettersi nei panni di un ricercatore, di questo livello, immerso dalla mattina alla sera nei propri studi, per definire geniale, la scoperta dell’acqua calda:

un matrimonio è stabile sintantoché nessuno dei due o nessun’altro/a decide di rompere il proprio legame.

Non intendo offendere nessuno ne, tantomeno, limitarmi alla componente del giudizio. In SPS ci si colloca ‘oltre’ a questa ampia limitazione 3d. Faccio solo notare che esistono alcuni ambiti caratterizzati dallo studio profondo delle implicazioni esistenziali, tali da (se osservati con superficialità) correre il rischio di essere scambiati per la luce abitudinaria, che induce a credere di avere compreso tutto, pur senza riuscire a prenderne le distanze

Un miraggio. Una verivuota...

Ossia, mediamente, gli individui quando lo vogliono sanno davvero essere profondi nei confronti di se stessi mentre sono immersi nella soluzione vitale; in quei frangenti riescono a toccare quasi con mano la soluzione ad ogni loro problema e, indirettamente, ad ogni problema del Mondo.

Ma, la differenza in termini di concretizzazione reale 3d, difficilmente si evidenzia.

L’estrema sintesi del lavoro di tutta la Vita di un premio Nobel, può essere toccata e riassunta, ad esempio, in una discussione tra conoscenti al bar sotto casa. È ‘troppo’ quel che sostengo? Beh… chi lo pensa, secondo me, o è troppo giovane, oppure applica la ‘legge del taglione’, avendo dedicato molto Tempo agli studi, oppure ha barattato se stesso con quello che gli hanno fatto credere.

Ognuno di noi tocca, in determinati momenti, altezze inverosimili della consapevolezza.

Alcuni studiosi esprimono se stessi attraverso:

il tentativo di definire le conseguenze delle azioni umane, di tutti i protagonisti all'interno di uno scenario

perché si muovono così, quanto pesano le loro scelte, cosa ricavano, cosa perdono. Con la teoria dei giochi si può dire che il comportamento più cretino è quello di chi con le sue azioni danneggia tutti gli altri, senza guadagnarci nulla o, peggio, rimettendoci

La teoria dei giochi non snocciola ricette per uscire dalla crisi, ma fa capire come ci siamo entrati. Detto in modo rozzo ti indica chi sono gli idioti, i cretini, i troppo furbi o i troppo ingenui. O, senza andare a cercare capri espiatori, evidenzia dove e cosa stiamo sbagliando

Non è un discorso etico, ma logico e razionale. Solo che etica e razionalità qualche volta coincidono. Non c'è peggior farabutto del cretino...

Shapley è un ‘teorico’. Sono anni che è in lista per il Nobel. Nella teoria dei giochi il ‘valore di Shapley’ è un indice classico. Di che si tratta? Shapley studia le coalizioni e ti dice quale sia il peso marginale e il premio corretto in caso di vittoria. È il modo per redistribuire la ricompensa tra i soggetti di una coalizione. Capite che questa teoria si può applicare ai soci in affare o a un gruppo di lavoro, ma è molto, molto interessante per la politica. Facciamo un esempio. C'è un partito molto forte che cerca alleati per vincere le elezioni. Si rivolge prima a una forza politica con buoni consensi, concentrati soprattutto su un ampio territorio che potremmo chiamare Nord. Ma il leader della coalizione teme ancora di non farcela a vincere. Allora arruola un partito più piccolo, che dice di sfruttare la sua posizione centrale nel mercato dei voti. Come ultimo alleato sceglie un movimento più marginale, ma che gli copre le ali estreme. Quanto pesano questi quattro protagonisti nella vittoria finale? Come mai il partito più grosso alla fine si ritrova a subire le scelte del terzo e perfino del quarto partito? Come mai il secondo partito si accontenta di contare meno del terzo e, addirittura, si mostra più fedele e meno capriccioso?
Link 
 
È possibile inserire il comportamento umano in un algoritmo?

Certamente. Perché? Perché è dimostrato indirettamente dalla scienza umana, da quello che ha capito e messo nero su bianco. Ciò dimostra che, ad altro livello, la stessa attitudine è interlacciata all’umanità e che l’umanità stessa è la risultante di una equazione che cammina.

Una equazione mai terminata per via di una 'semplificazione' derivante dall'utilizzo di un delta (derivante dal comportamento/matrice della particella divina univoca, che alimenta ogni individualità).

Ogni atto manifesto umano, in termini di tendenza o classificazione, dimostra una analogia con il ‘superiore’, il quale sarà immancabilmente all’opera nella stessa direzione. È troppo azzardata come somiglianza? Chi lo pensa è troppo logico e conquistato da bagliori troppo vicini per essere autenticamente delle luci contornanti e delineanti il proprio cammino più autentico.

Fuochi fatui.

Fare la voce grossa non serve, se non per intimidire coloro che stanno nei dintorni. Tempo fa scrissi una Poesia, nella quale recitavo il ruolo dell’ombra delle Stelle, di fatto inesistente sulla Terra, a dimostrare che tutta quella luce si dissolve nell’apparenza della distanza.  

Paradossalmente, si diffonde dappertutto senza lasciare nessuna ombra di sé

Se noi cerchiamo la prova dell’esistenza di una Stella, cercando la sua ombra sulla Terra, non la troveremo mai. Ma, se la cerchiamo accorgendoci che la sua ombra è allo stesso Tempo la sua mancanza di ombra, ossia la sua luce, verificheremo che essa è dappertutto pur senza apparire. Il suo corpo è tanto lontano e luminoso, che la sua presenza a noi più vicina passa in secondo piano perché noi non ne siamo consapevoli.

È facile capire che se l’umanità prenderà la via per un certo cammino spirituale, allora, fra cento anni, io potrei ricevere il premio Nobel per questi articoli scritti in SPS.

Non si può mai dire. La Vita è capace di lasciare senza fiato…

Io so che tutto questo lavoro è svolto per un certo motivo ed è pienamente sensato. I legami che uniranno tutti i puntini si sveleranno con il Tempo e nel Tempo.

La ‘Teoria dei Giochi’ è abbastanza inquietante. Essa si limita a descrivere le regole evidenziate da questo paradigma? Regole scritte dai vincitori di turno, per le quali ogni decisione amministrativa del gregge umano ha sempre e certamente un risvolto in termini di mantenimento del Controllo. Questa verità è valida su più livelli, perché trattasi di verità frattale, con l’unica differenza in termini di consapevolezza, ossia di lucidità/memoria nel proprio ruolo centrale come vettore di pressione sulla capacità di autoeducazione del gregge umano, che impara dai propri errori, proprio come i più moderni esempi di intelligenze artificiali.

Ogni azione ha una motivazione. Lo vediamo, ad esempio, da questa prospettiva:

Elezioni Usa, le 10 società premiate da un Obama bis.
A tre settimane dalle elezioni presidenziali americane del 6 novembre, gli esperti si interrogano sull’impatto che avrà sui mercati finanziari la vittoria dell’uno o dell’altro candidato. A parere di Johnathan Golub, strategist di Ubs, l’esito più probabile è una riconferma di Obama alla Casa Bianca. 

Un esito che molti danno già per scontato, ma che sposterebbe l’attenzione sul dibattito, che si preannuncia molto intenso, sul fiscal cliff. In questo scenario, quali società hanno maggiori chance per realizzare una buona performance?
Link 
 
A chi giova il tal scenario? Indirettamente questa pista svela chi si cela oltre il sipario.

Legge di stabilità: ecco di cosa si parla.
Il governo ha dato il via libera alla legge di stabilità: dal 2013 calo dell’imposta sul reddito per le aliquote più basse, aumento di un punto percentuale sull’Iva e revisione retroattiva delle deduzioni fiscali, ossia già a partire dai redditi del 2012. 

Il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl nella notte di martedì 9 e mercoledì 10, dopo ben sette ore di discussione. Nel provvedimento c’è un calo dell’Irpef per le aliquote sui primi due scaglioni dell’imposta sui redditi delle persone. La decisione è stata presa, però, a scapito dell’Iva che sarà aumentata

Il presidente del Consiglio, Mario Monti ha sottolineato come - l’austerità non è un circolo vizioso e oggi possiamo vedere e toccare con mano che la disciplina paga e conviene perché ci ha consentito di non dover rincorrere di continuo la congiuntura e ci si può permettere qualche piccolo sollievo come la riduzione dell’Irpef

'Speriamo che gli italiani – ha aggiunto – vedano in queste decisioni prese nella legge di stabilità, che non sono modificazioni della rotta, che questa stessa rotta ha un senso'.
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Il ‘Gioco’ ha queste regole, per ora:

qualcuno decide la ‘rotta’ e gli altri la devono seguire.
  • la disciplina paga e conviene perché ci ha consentito di non dover rincorrere di continuo la congiuntura e ci si può permettere qualche piccolo sollievo come la riduzione dell’Irpef…
  • la riduzione è vera ma, allo stesso Tempo, non ha peso per via del contemporaneo aumento dell’Iva e del ricalcolo delle detrazioni/deduzioni.
La teoria dei giochi non snocciola ricette per uscire dalla crisi, ma fa capire come ci siamo entrati. Detto in modo rozzo ti indica chi sono gli idioti, i cretini, i troppo furbi o i troppo ingenui. O, senza andare a cercare capri espiatori, evidenzia dove e cosa stiamo sbagliando
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Differenze prospettiche.

La teoria dei giochi è la scienza matematica che analizza situazioni di conflitto e ne ricerca soluzioni competitive e cooperative tramite modelli, ovvero uno studio delle decisioni individuali in situazioni in cui vi sono interazioni tra due o più soggetti, tali per cui le decisioni di un soggetto possono influire sui risultati conseguibili da parte di un rivale secondo un meccanismo di retroazione, e sono finalizzate al massimo guadagno del soggetto

Nel modello della teoria dei giochi la premessa indispensabile è che tutti devono essere a conoscenza delle regole del gioco, ed essere consapevoli delle conseguenze di ogni singola mossa. La mossa, o l'insieme delle mosse, che un individuo intende fare viene chiamata ‘strategia’…

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Teoria matematica che studia come un giocatore può massimizzare il proprio benessere tendendo conto delle azioni e reazioni dei concorrenti.

La teoria dei giochi prende in esame le situazioni in cui i giocatori devono prendere scelte strategiche, ovvero decisioni in cui ciascun giocatore tiene conto delle azioni e delle reazioni di ognuno degli altri, cercando di massimizzare il proprio benessere

Una prima grande distinzione da effettuare nella teoria dei giochi è quella tra giochi cooperativi e giochi non-cooperativi:
  • i giochi cooperativi sono quelli in cui i giocatori possono trovare un accordo per pianificare strategie congiunte
  • nei giochi non-cooperativi i partecipanti non possono mettersi d’accordo preventivamente per adottare la strategia più vantaggiosa per entrambi...
Implicazioni in campo economico.
Il dilemma del prigioniero (
il risultato migliore per i due è naturalmente di non confessare, ossia di fare 1 anno di carcere invece di 6, ma questo non è un equilibrio) può essere applicato in molti casi economici. Sia nel campo della microeconomia:
  • tra due imprese per fissare il prezzo di un bene;
  • tra impresa e consumatore per la vendita di un prodotto di alta/bassa qualita’;
  • tra creditore e debitore per la concessione di un prestito.
Sia in quello macroeconomico come ad esempio il caso recente nella Zona Euro tra le economie forti (cooperare →  fornendo aiuti ai paesi in difficoltà) e quelle deboli (cooperare → cedendo sovranità e seguendo le misure di austerità imposte dagli stati più potenti).
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La chiave per comprendere il livello di intreccio attuale, sta nell’osservare le diverse dinamiche dei ‘tipi di giochi’ nello stesso Tempo:

il caso recente nella Zona Euro tra le economie forti (cooperare →  fornendo aiuti ai paesi in difficoltà) e quelle deboli (cooperare → cedendo sovranità e seguendo le misure di austerità imposte dagli stati più potenti)...
  
Tipologia di giochi.
I giochi possono essere classificati in base a diversi paradigmi:
  • Cooperazione
  • Rappresentazione
  • Numero di giochi
  • Somma.
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Parola magica: paradigma o ‘attuale forma di credo’.

Cioè, tutto quello che scriviamo, analizziamo, riflettiamo, etc. tende a spiegare lo status quo. Ne consegue che si è prigionieri di quello che si è autorizzato ad emergere.

Cane che si morde la coda.

Loop, incantesimo, circolo vizioso, resistenza, blocco, stop.

Il frattale eretto nelle 3d, fisicamente, è la costruzione artificiale di una diga di contenimento
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Il dilemma del prigioniero ha causato interesse come esempio di gioco in cui l'assioma di razionalità pare apparentemente fallire, prescrivendo un'azione che procura più danno ad entrambi i contendenti della scelta alternativa (non confessa, non confessa). 

Gli studiosi di teoria dei giochi fanno notare che chi la pensa in questo modo probabilmente si immagina un gioco diverso, in cui la vittoria viene valutata sulla somma degli anni di carcere.

È facile vedere che questo nuovo gioco, semplificando le strategie dominanti, ha come equilibrio (non confessa, non confessa), ovvero la scelta che conduce al miglior risultato possibile per entrambi.

Questa seconda formulazione (sommando gli anni di carcere) prevede che il prigioniero debba preferire il danno minore per la coppia ma non è questo il suo obiettivo nella formulazione originaria. In quella si suppone sia interessato solo ai rischi che corre personalmente.

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  • gli studiosi di teoria dei giochi fanno notare che chi la pensa in questo modo probabilmente si immagina un gioco diverso
  • questa seconda formulazione (sommando gli anni di carcere) prevede che il prigioniero debba preferire il danno minore per la coppia
  • ma non è questo il suo obiettivo nella formulazione originaria
  • in quella si suppone sia interessato solo ai rischi che corre personalmente.
Nell’osservare il reale si misura anche l’alternativa, il ‘gioco diverso’.

Il Mondo è rovesciato: osserviamolo al contrario...

Che ognuno di noi abbia sempre in sé la forza del credersi unico e, per questo, non ricomprensibile nell’equazione, se non in virtù della particella indefinibile ‘delta’.

Dipende da noi.
 15102012 P 0 + 289 Santa Teresa d'Avila, vergine e dottore della Chiesa (Un perfetto soldatino) ++

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com