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giovedì 18 ottobre 2012

Il virus è un nostro eco.




Ieri ho dovuto lottare con un virus nel computer. Segno evidente che le mie difese immunitarie sono basse in questo periodo

Il virus in questione è il 'Win64/Patched.A'. 

L’Avg free, che ho installato di default, continuava a segnalare il worm e anche un’altra serie di parassiti vari. Mi sono accorto che in questi casi ci si mette sempre nelle mani di chi, si suppone, ne sappia di più

È logico, si potrebbe pensare. Certo. Però ci si espone ad operazioni che mai avremmo fatto in assenza di quel virus. Ossia, se quel virus ha un senso, qualcuno se ne potrebbe approfittare. Ad esempio, colto da nervosismo e spazientito dalle continue segnalazioni a vuoto dell’antivirus, mi sono costretto ad accettare i consigli che trovavo in Internet. 

A quel punto era possibile aggiungere virus a virus, in quanto i siti frequentati erano praticamente sconosciuti per me. Mi dovevo fidare di quello che trovavo. A quel punto ho dovuto seguire le istruzioni di persone che teoricamente potevano essere le stesse che avevano sviluppato il virus.

Perché? 

Beh… perché esiste il virus. Esso ha certamente un nesso col fatto che in seguito mi sono ritrovato a cercare una soluzione. Come se fosse il virus stesso a spingermi indirettamente su certe piste.

Comunque, ho iniziato a scaricare soluzioni 'un tanto al pacchetto'. Spazientito ed innervosito ho sentito di dover scaricare un altro antivirus ufficiale e mi è venuto in mente un nome da film sufficientemente agganciato al potenziale del genio, ossia: Kaspersky.

Quel nome, non so perché, mi conferiva sicurezza in termini di genialità.

L'aggancio è, in qualche modo, all’abilità di Kasparov, il famoso campione di scacchi. Ebbene, seguendo questo tenue filo di speranza ho eseguito il download di ‘Pure 2.0’, in versione trial per 30 giorni, e puntualmente dopo avere eseguito la scansione del computer, è riuscito ad eliminare il virus.

Questo virus ha la particolarità di sostituire il file di sistema ‘Service.exe’, nella cartella 'C:\Windows\System32', per cui non è semplice riportarlo alla sua versione originale. Da quel 'punto', opera, distribuendo malfunzionamenti ed appesantimenti generali del sistema operativo. Insomma, una vera e propria spina nel fianco.

Esisterà senz’altro di peggio, ma a me diciamo che è bastato questo.

Se, ora, mi ritrovo a fare pubblicità a questo prodotto è perché ne ho tratto un beneficio. La cosa interessante, forse una leggenda del Web, è che sono state proprio le case che vendono antivirus a concepire i virus nei computer.

Ossia, crea un problema e fornisci la soluzione.

Crea l’aspettativa, la necessità, nella Massa ed approfittane.

Adesso, probabilmente, sto osannando proprio uno degli attori che mi ha impestato il pc. Allo stesso Tempo quel virus l’ho preso per motivi legati alla mia operatività/navigazione, per cui ho avuto quello che meritavo in termini di riflesso delle proprie azioni.

Semina vento e raccoglierai tempesta.

Credevo il mio computer sufficientemente protetto e invece ho amaramente constatato che non lo era. Che cosa dovrei desumere di me, visto che tutto ci riflette?
 
Di fare maggiore attenzione alla mia sovranità personale e di non fare il passo più lungo della gamba, cedendo alle lusinghe di software di cui se ne può fare anche a meno. Ieri, è come se fossi stato attratto da aspetti tendenti a distogliermi da quello che stavo facendo. È una questione di attenzione, concentrazione, totalità, consapevolezza, chiarezza mentale, etc.

Ok. Ho compreso, grazie a questa ultima frase:

ero tentato di evadere dal tracciato che stavo percorrendo. Se quel tracciato, adesso continua ad avere Cuore per me, significa che l’attacco virale di ieri non ha altro che sottolineato ed evidenziato la bontà della via intrapresa. È una marcatura indiretta. Va osservata e capita attraverso l’intero essere.

Occorre non fermarsi all’evidenza più appariscente ed immediata.

Non è un approfondire ma un sentire.

Il Tempo fa solo da corollario.

1 secondo o una Vita: non fa differenza. La differenza esiste solo dal punto prospettico delle 3d, se si è convinti che questa Vita sia tutto quello che abbiamo a disposizione…

Ora, passo velocemente, e non a caso, ad evidenziare questa notizia:

Il premio milionario che nessuno riesce a vincere.
L'Ibrahim Prize for Achievement in African Leadership è un riconoscimento per il miglior risultato di leadership africana ideato dal milionario sudanese Mohammed ‘Mo’ Ibrahim, magnate dei telefoni cellulari trapiantato a Londra

Un'iniziativa che lo ha reso celebre presso i governi africani e che mette in palio ogni anno 5 milioni di dollari rateizzati in dieci anni - più 200 mila dollari l'anno di vitalizio dopo i dieci anni - per il leader politico del continente che si distingue grazie ad un operato politico ineccepibile.

L'eccellenza in tema di governi, infatti, è secondo l'imprenditore l'unica via d'uscita per un paese considerato ancora ‘terzo mondo’: ‘L'Africa è un continente ricchissimo, non abbiamo scuse per la nostra povertà. Il problema dell'Africa non è che mancano i fondi. Mancano i governi. Senza una buona governance non andremo da nessuna parte’...

Quest'anno non è stato possibile trovare un candidato in grado di soddisfare tutti i requisiti di qualità richiesti e l'Ibrahim Prize si conferma così come un premio molto ambito e di assoluto pregio. Si pensi che solo per la nomination è stato creato un indice composto da 86 criteri per ciascuna delle 54 nazioni africane, che misura l'efficienza dei governi nel mantenere la sicurezza, il rispetto delle leggi, i diritti civili, la libertà economica e la promozione sociale.

L'Angola di fronte alla 'maledizione dell'oro nero'.  
È un ossimoro sociale, una cruda contraddizione in termini comuni a molti paesi del Terzo mondo. L'Angola è il secondo più importante produttore di petrolio dell'Africa e la terza economia del continente. Eppure oltre metà della sua popolazione è costretta a vivere alle soglie della fame

A Luanda, la capitale, per esempio il 91% della popolazione non ha l'acqua corrente: 'Qua non abbiamo l'acqua nelle case e dobbiamo venire fin qui per fare provvista'. Eppure l'Angola esporta due milioni di barili di greggio al giorno e secondo le stime sta per superare la Nigeria come maggior produttore africano. Ma le statistiche ingannano

'Malgrado il Pil si aggiri tra i 4 e 5.000 dollari a testa, questi dati non descrivono la situazione del paese. Si è scavato un gigantesco gap tra ricchi e poveri. Il coefficiente di Gini, la misura della diseguaglianza della distribuzione, è tra i più alti del mondo'. 

Per alcuni si tratta di un effetto collaterale dell'industria petrolifera che impiega meno dell'1% della forza lavoro totale mentre i profitti entrano nelle tasche di una minoranza di superricchi che vivono in un'enclave che somiglia a una versione africana di Saint-Tropez. Dove possono godersi i ristoranti del lungomare di una delle città più care del mondo... 

La cosiddetta 'maledizione dell'oro nero' deposita nella casse del paese ampie riserve di denaro mentre milioni di angolani sono costretti a sopravvivere con meno di due dollari al giorno.
Link
  • le statistiche ingannano
  • la cosiddetta ‘maledizione dell'oro nero’ deposita nella casse del paese ampie riserve di denaro mentre milioni di angolani sono costretti a sopravvivere con meno di due dollari al giorno.


È sempre lo stesso ritornello. In Africa lo si vede ancora meglio. Non è una questione di ‘tanto l’Africa è lontana’, bensì di un fuoco acceso e talmente evidente da vedersi in tutto il Mondo. 

La sua luce alimenta di bagliori similari tutto ciò che la riflette. La luce di quel rogo si diffonde dappertutto, come quella di un faro per ogni natante in navigazione nella notte o nella mancanza di visibilità. Il mantenersi a certe distanze dalla costa permette di scorgere la luce del faro, allontanarsi troppo mette a repentaglio la propria sicurezza. L’Africa sta 'bruciando' e le sue fiamme si vedono dappertutto. Non è più una questione di sicurezza del cammino, ma di denuncia di uno smarrimento collettivo.

Guardate! Stiamo bruciando e lo sapete il perché? Perché non facciamo niente per smettere di bruciare. Bruciamo di conseguenza…

Il messaggio è per tutto il Mondo perché l’Africa ha la forma di un Cuore ed è centrale rispetto alla dislocazione delle terre emerse.


Ma non si può pensare di ‘salvare l’Africa’ se prima non giungiamo a conoscere noi stessi e se gli africani non fanno nulla per salvare se stessi. Il ‘problema’ va affrontato con la giusta prospettiva e nella direzione più autentica. Altrimenti diventa solo un spostare l’attenzione dal proprio cammino, per motivi molto simili a quello che è accaduto a me nella giornata di ieri.

Focus e chiarezza mentale. 

Ultimamente mi sono trovato in grande difficoltà ad esprimere, a parole, ‘quello che voglio fare’. Mi sono accorto di un altro vuoto dentro di me e, ormai sappiamo molto bene che, quello che lasciamo viene preso e che ciò che non si esprime s’imprime.

Ossia, otteniamo due ‘disgrazie’ senza colpo ferire:
  1. lasciamo opportunità ghiotte per evolvere
  2. somatizziamo la rinuncia sulla nostra pelle e dentro di noi.
Problem solving.
Il problem solving (locuzione inglese che può essere tradotta in italiano come risoluzione di un problema) è un'attività del pensiero che un organismo o un dispositivo di intelligenza artificiale mettono in atto per raggiungere una condizione desiderata a partire da una condizione data

Il problem solving indica più propriamente l'insieme dei processi atti ad analizzare, affrontare e risolvere positivamente situazioni problematiche.

Va precisato che il problem solving è solo una parte di quello che è l'intero processo di risoluzione di un problema vero e proprio: quest'ultimo comprende anche i processi cosiddetti di problem finding e problem shaping.

L'approccio scientifico alla risoluzione dei problemi, inizialmente era sviluppato secondo uno schema puramente intuitivo:
  • percezione dell'esistenza di un problema
  • definizione del problema
  • analisi del problema e divisione in sottoproblemi
  • formulazione di ipotesi per la risoluzione del problema
  • verifica della validità delle ipotesi
  • valutazione delle soluzioni
  • applicazione della soluzione migliore
Nel definire il problema si operava un'analisi empirica dei dati e si ricercava la riproducibilità del problema così che fosse possibile analizzarlo in maniera quasi scientifica. Le operazioni successive erano diretta conseguenza dell'analisi iniziale, caratterizzate da metodologie personali, disomogeneità delle soluzioni e capacità di riuscita inversamente proporzionali alla complessità del problema in esame.

Per questi motivi nel tempo si sono sviluppate diverse tecniche ragionate e standardizzate per risolvere i problemi, di seguito le principali metodologie.

Metodologie.
Varie sono le tecniche e le modalità di problem solving che possono essere impiegate, ad esempio: FARE.
 
Focalizzare.
  • creare un elenco di problemi
  • selezionare il problema
  • verificare e definire il problema
  • descrizione scritta del problema.
Analizzare.
  • decidere cosa è necessario sapere
  • raccogliere i dati di riferimento
  • determinare i fattori rilevanti
  • valori di riferimento
  • elenco dei fattori critici.
Risolvere.
  • generare soluzioni alternative
  • selezionare una soluzione
  • sviluppare un piano di attuazione
  • scelta della soluzione del problema
  • piano di attuazione.
Eseguire.
  • impegnarsi al risultato aspettato
  • eseguire il piano
  • monitorare l'impatto durante l'implementazione
  • impegno organizzativo
  • completare il Piano.
  • valutazione finale.
Risolvi ed analizza.
Questa metodologia viene utilizzata in ambito informatico per circoscrivere i problemi e costruire delle metodologie specifiche per gli utenti che si basano sull'esperienza comune e sulla condivisione delle conoscenze.

I principi fondamentali sono 3:
  1. cercare la responsabilità di una situazione problematica rallenta la soluzione dello stesso senza portare benefici evidenti
  2. se si trova una soluzione bisogna rendere disponibile una descrizione dettagliata del problema e del metodo per risolverlo
  3. se non si trova una soluzione è comunque importante dettagliare bene il problema e descrivere accuratamente i passi da seguire affinché il problema si ripresenti.
Le operazioni da seguire sono le seguenti:
  • relazionare gli effetti del problema
  • relazionare la situazione hardware e software
  • identificare tutte le modifiche effettuate prima dell'esistenza del problema
  • ricercare le cause
  • analizzare le cause
  • porre rimedio se possibile
  • verificare che il rimedio abbia risolto effettivamente il problema
  • relazionare la soluzione oppure dichiarare l'impossibilità di trovare una soluzione adeguata.

Ho riportato quasi per intero l’articolo trovato in Wikipedia, perchè ci offre la possibilità di riflettere ‘a gratis’, ossia a domicilio, lasciando però ad ognuno di noi le tempistiche e la possibilità di conoscersi meglio. Utilizzerò queste righe nei prossimi articoli di SPS.

Per oggi ho scritto anche troppo…

Ognuno per sé e tutti insieme.

Dipende da noi.
 17102012 V 0 + 291 Sant'Ignazio di Antiochia (Il teorico della Chiesa di cui si conosce solo il martirio) ++

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com

lunedì 8 ottobre 2012

L'arte e la funzione nel credo di un faro.




- Come fai a saperlo?
- Non lo so. Ma questo è quello che ho scelto di credere.

Prometheus

Sono rimasto davvero colpito da questa frase, mentre assistevo alla proiezione del prequel di Alien. In fondo è vero: 

non sappiamo mai nulla, in maniera sufficientemente profonda, ma scegliamo, di volta in volta, lo scenario che vorremmo esperimentare, cioè quello che incarna i nostri desideri, il nostro 'credo'.

Solitamente, questo processo di co creazione avviene in maniera indotta, ossia attraverso la respirazione di aria mista a droghe e condizionamento di ogni tipo, che hanno sancito, di fatto, la nostra colonizzazione dell’inconscio da parte di un potere Antisistemico estremamente unito ed efficace nel far rispettare il proprio ruolo autoeducativo.

Se questa ‘scelta’, espressa in Prometheus, è basata anche sul Cuore, allora l’individuo risulta centrale rispetto alla propria missione di sonda Human Bit.
 
Anche se, per dirla tutta, ogni nostra ‘decisione’ è sempre armonizzata con quello che ‘occorre vivere al fine di auto conoscersi’. Vivere la disperazione, allora, è una opportunità? Con la giusta prospettiva, direi di sì.

Il problema è, semmai, vivere la disperazione senza consapevolezza del perché la si vive. Un assetto molto difficile da mantenere quando si è in viaggio verso la disperazione. Una volta ‘dentro’, impareremo qualcosa di nuovo di noi stessi, ma è in quel momento che occorrerà maggiormente venirne fuori. È il viaggio verso la disperazione che veicola gli stati più interessanti. È quel precipitare più o meno lento, che suggerisce inquadrature di noi ‘inedite’. 

È come raggiungere la quota di apertura del paracadute: oltre a quel punto, la discesa e lo spazio rimanente costituiranno una miscela esplosiva ma, prima, la velocità ed il panorama saranno davvero unici e ‘godibili’.

Come sarà il nostro ‘atterraggio’? Le spinte inerziali avranno ancora la meglio? Oppure, avremo imparato qualcosa su di noi, che ‘prima’ non sapevamo? 

Le tecniche per l’atterraggio dipendono da noi, per essere messe in atto in maniera rilevante. In quel momento non possiamo distribuire colpe o responsabilità, a nessuno. In quel momento, tutto quello che faremo o non faremo, sarà in funzione del come ci comporteremo in prima persona.

Il paracadute che non si apre? È un caso raro, che rispecchia l’esistenza irreprensibile della legge della Biodiversità.

La Vita è una forma d’arte. 

Noi disegniamo traiettorie di luce ed ombra. Incontrandoci, creiamo nuove forme d’onda simili a strisce colorate nel cielo. Ognuno di noi è caratterizzato da lunghezze d’onda diverse e ‘colori’ risultanti cangianti ed armonizzati con la nostra struttura bioenergetica.

È molto interessante il discorso che fa Alan Moore, a proposito dell’arte e dell’artista. Ruoli in cui la Magia vive a pieno, pur sullo sfondo di un qualcosa come 'disattivato', eppure ancora magico-creativo.

Durante il mio quarantesimo compleanno, piuttosto che semplicemente annoiare i miei amici con una banale crisi di mezza età, decisi che fosse molto più interessante spaventarli sul serio... dichiarando me stesso un Mago. È stato qualcosa avvenuto in un momento. Esso sembra un logico ultimo passo nella mia carriera di scrittore. 

Il problema è che con la Magia, essendo sotto molti aspetti una scienza del linguaggio, devi stare molto attento a quello che dici, perché se tu dichiari improvvisamente di essere un Mago, senza sapere cosa implica, poi un giorno tu probabilmente ti svegli e scopri esattamente che è ciò che tu sei


C’è una certa confusione su ciò che è veramente la Magia, e penso che vada chiarito.

Se tu osservi le primissime descrizioni della Magia, noti che la Magia, nella forma più antica, si riferisce spesso all’arte. Io credo che questo sia del tutto letterale. Io credo che la Magia è arte e che l’arte, qualora fosse stata scrittura, musica, scultura o qualunque altra forma, è veramente magica. L’arte è come la Magia, la scienza di manipolare i simboli, parole o immagini per portare cambiamenti nella coscienza. 

Il vero linguaggio della Magia sembra parlare tanto di arte o di scrittura, quanto di eventi soprannaturali. Un ‘grimoire’ per esempio, un libro d’incantesimi, è semplicemente un modo elaborato di affermare regole. Anzi, per lanciare un incantesimo, devi semplicemente sillabare, manipolare parole per cambiare la coscienza della gente e io credo che questo sia il perché un artista o scrittore, rappresenti la cosa più vicina, nel mondo contemporaneo, che vedi probabilmente come sciamano

Io credo che tutte le culture derivino da culti.

Originariamente, tutti gli aspetti della nostra cultura, che siano stati arte o scienza, erano di competenza dello sciamano. Il fatto che nei tempi odierni, questo potere sia degenerato fino al livello di basso intrattenimento e manipolazione, penso sia una tragedia. Al momento, le persone che stanno utilizzando sciamanesimo e Magia per modellare la nostra cultura, sono i pubblicitari

Piuttosto che cercare di risvegliare le persone, il loro sciamanesimo è utilizzato come un narcotico per sedare la gente, per rendere le persone più manipolabili. La loro scatola magica del televisore, attraverso le loro parole magiche e musichette, può causare a tutte le persone della nazione di pensare alle stesse parole e avere gli stessi pensieri banali, tutti esattamente allo stesso momento. 

In tutta la Magia c’è un’incredibile e numerosa componente linguistica. La tradizione poetica della Magia avrebbe posto un poeta in maniera più elevata e spaventosa rispetto ad un Mago. Un Mago potrebbe maledirti, potrebbe trasformare le tue mani in modo buffo o farti avere figli nati con un piede equino. Se un poeta avesse fatto, non una maledizione su di te, ma una satira, quella avrebbe potuto distruggerti. Se poi fosse stata una satira intelligente, non solo ti avrebbe rovinato agli occhi dei colleghi, ma ti avrebbe rovinato agli occhi dei tuoi familiari e avrebbe rovinato anche la considerazione che hai di te stesso. Se si fosse trattato anche di una sottile ed arguta satira, essa sarebbe sopravvissuta e ricordata per decadi, se non per secoli. Anni dopo che fossi morto, la gente avrebbe potuto leggere ancora e ridere di te, del tuo squallore, della tua assurdità. 

Scrittori e persone che hanno il comando delle parole, vanno rispettati e temuti come persone che manipolano la Magia

Nei tempi più recenti, penso che artisti e scrittori si siano lasciati imbrogliare; hanno accettato la credenza prevalente che arte e scrittura siano soltanto forme di intrattenimento. Esse non sono viste come forze trasformative, che possono cambiare un essere umano o la società. Esse, invece, sono viste come semplice divertimento, cose con le quali si può riempire 20 minuti o mezz’ora… mentre aspettiamo di morire

Non è il lavoro dell’artista dare allo spettatore cosa lo spettatore vuole. Se il pubblico conoscesse quello di cui ha bisogno, esso non sarebbe più il pubblico, ma sarebbe l’artista. È il lavoro dell’artista dare al pubblico ciò di cui ha bisogno…

Magia e scrittura - La scienza dell' Esoterismo. Alan Moore


Il drenaggio del ‘sapere’, accaduto nelle anse della storia deviata, ha lasciato ampi segni nel cammino dell’umanità. Ora, si cerca di rimettere insieme i cocci di un vaso difficile anche solo da immaginare. Le città avvolgono col loro ‘chiasso’. I sensi risultano confusi nel marasma quotidiano; le idee smarrite…

Tuttavia, non tutto è perduto. Sapete perché? Perché, ciò che è avvenuto, è stato perfetto per ricostruire su altre basi ciò che era probabilmente corrotto alle fondamenta, come un’equazione non ancora sostenibile

Il ricordo prevalente è quello di epoche sagge e perdute nel Tempo, anche ingiustamente. Invece, dovremmo davvero scolpire in noi che tutto è stato solo e semplicemente perfetto al fine di resettare ere, che erano giunte al capolinea e che dovevano andarsene, avendo dato tutto quello che potevano emanare ed incamerare. 

Il genere umano è progredito e la ‘lotta’ tra le sue parti è salita ad un livello ‘altro’ dell’ottava del possibile in ambito evolutivo.

Occorre una completa riscrittura della storia ‘non scritta’. Quella che si confonde nel respiro delle metafore, delle leggende e dei miti. Ciò che ci plasma, ancora oggi, attraverso forme d’onda magnetizzate attorno al Pianeta. È come soffrire di saudade, per intenderci. Ossia, soffrire per qualcosa che ci ha fatto soffrire e di cui dovevamo e volevamo liberarci. Il passato è carico di fatti inenarrabili, secondo SPS.

Ribaltiamo la prospettiva e smettiamo di vedere sempre nero dove, invece, c’è solo intento creativo in rima con l’Universo che, in questa fase, è gioco forza scambiato semplicemente per il suo opposto.

La gente è narcotizzata, ma è il movimento strisciante tra la Massa che va notato:

il mese scorso alcuni studenti di Harvard hanno deciso di non seguire la lezione del corso di Economia del professor Mankiw, ex consigliere economico di Bush, oggi consulente di Mitt Romney

Gli studenti criticano l’impostazione fortemente ideologica del corso e l’assenza di un confronto tra le diverse teorie economiche. Vi è stata una vasta eco di quest’iniziativa: 

anche Italia alcuni studenti sentono l’esigenza dell’apertura di un dibattito dal momento che ‘se è vero, allora, che le ipotesi e i presupposti logici su cui la teoria economica dominante si basa, sono oggi messi in discussione dalla realtà dei fatti, non possiamo certo dire che stia avvenendo altrettanto all’interno delle università, in particolare nelle facoltà di economia’.

La discussione non può che riguardare anche i libri di testo e ‘già con lo scoppio della crisi americana si era sviluppato un movimento che aveva l’obiettivo di individuare i testi economici - tossici, poiché basati su false convinzioni e su una visione limitata dell’economia’

Jean-Philippe Bouchaud è un fisico professore presso l’Ecole Polytechnique e fondatore e presidente di Capital Fund Management il più grande hedge fund francese. Ha studiato la matematica usata correntemente nella finanza ed ha sviluppato una critica dal punto dei vista della moderna teoria dei sistemi complessi. In un recente editoriale sulla rivista Nature scrive 'L’economia classica si basa su ipotesi molto forti che diventano rapidamente assiomi… Un economista una volta mi ha detto, causando il mio smarrimento: 

questi concetti sono così forti che si sostituiscono a qualunque osservazione empirica … I fisici, d’altro canto, hanno imparato a diffidare di assiomi e modelli. Se l’osservazione empirica è incompatibile con il modello, il modello deve essere cestinato o emendato, anche se è concettualmente bello o matematicamente conveniente. 

Tante idee accettate si sono rivelate sbagliate nella storia della fisica e i fisici hanno imparato ad essere critici guardinghi rispetto ai loro modelli. Purtroppo, analoghe salutari rivoluzioni scientifiche non hanno ancora preso piede in economia, dove le idee si sono cristallizzate in dogmi, che ossessionano gli accademici e i responsabili delle decisioni in alto nel governo e nelle istituzioni finanziarie

Questi dogmi sono perpetuati attraverso il sistema scolastico…”
Link

Le università d’economia sono tra quelle maggiormente sotto narcolessia. Esse sfornano, anzi… coltivano talenti per conto dell’Antisistema, che si nutre del loro apporto inconscio al fine di perpetuare se stesso in se stesso.

Il sistema scolastico è la dima tramite la quale formare uomini e donne del futuro, polarizzate al paradigma corrosivo attuale. Un castello di carta senza fondamenta, ma con uno scopo:

vedere sino a che punto riusciamo a farci trascinare.

Leggiamo le asserzioni di Alan Moore, alla luce di questa citazione:

il contributo di Maxwell alla fisica è un apporto di idee nuove, ancora più che di fatti nuovi e questo, una volta ancora, è tipico delle figure che fanno compiere alla scienza i grandi balzi in avanti. Maxwell fu, cioè, un grande teorico, come grande teorico era stato Newton e come grandissimo teorico sarebbe stato Einstein:

nessuno di loro compì infatti delle eccezionali ‘scoperte’ di natura sperimentale, ma essi seppero escogitare (ciascuno nel suo tempo) quella geniale costruzione teorica che, unificando, sistemando e spiegando scoperte in gran parte già fatte da altri, consentiva alla scienza di elevare il suo edificio e di proseguire, su nuove basi, alla previsione di nuovi fatti e all’effettuazione di nuove scoperte, anche di natura sperimentale

Trattato di elettricità e magnetismo – James Clerk Maxwell

Tutto ciò mi conforta, perché riconosco in me la figura del ‘teorico’. Il ‘conforto’ non è tanto di stampo egoico, quanto di conferma del cammino intrapreso e della rotta seguita.

La realtà di un sentiero impervio, che difficilmente permette di scorgere il paesaggio, avvolto com’è anche tra le nubi di passaggio. 


Oltre, splende sempre il Sole. La fiducia in questa verità costituisce il più perfetto dei radar, capace di far oltrepassare ad un individuo anche le vette più impegnative.

Dipende da lui.

Risvegliarsi all’arte, equivale al destare una parte di sé, trattata come Cenerentola, ma capace di brillare di luce propria
 
SPS intende divenire un simbolo di effettiva speranza, di speranza reale condensata nelle 3d.

Leggendo SPS, ogni individuo può trarre giovamento ed elevarsi al di sopra delle nebbie cittadine.

SPS: un faro sempre acceso.
05102012 V 23,0 + 279 Santa Faustina Kowalska (Finalmente un Gesù non in croce) ++
06102012 S 24,0 0 280 San Bruno Certosino (Trovare il proprio posto nel Mondo) +0
07102012 S 24,3 0 281 Beata Vergine Maria del Rosario (Un faro per ogni mare in tempesta) +0

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com