mercoledì 8 agosto 2012

Un'area invisibile di smantellamento del denaro: la Pensione ai superstiti.





In SPS di ieri si è trattato di ‘Diritto all’estinzione della Pensione’, ossia del diritto di ‘prosciugare il Conto Pensione’ dei genitori scomparsi e titolari di Pensione

Ribadisco la mia totale ignoranza della marea di leggi che vincolano questa sorta di ‘patto sociale' e l’utilizzo di numeri approssimativi al fine di redigere questo ‘studio di fatto’, il quale ha la sola pretesa di emanare un fascio di luce sulla malsana abitudine, veicolata per legge, di lasciare quello che rimane dei contributi versati da una persona nel corso della propria Vita lavorativa, a chi? 

Allo Stato, ossia al ‘nulla’.

Nell’ambito del trattamento della Pensione di reversibilità, esiste già un’apertura verso la possibilità di riconoscere una parte della Pensione ai cosiddetti ‘superstiti’:

reversibilità - quella passata da un coniuge all'altro e, in casi particolari, dal genitore al figlio al sopraggiungere della morte dell'uno
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Pertanto, hanno diritto al trattamento:
  • i figli minori, ma con la sentenza della Corte costituzionale n. 180/1999 il diritto alla pensione di reversibilità viene riconosciuto anche ai nipoti minorenni e viventi a carico degli ascendenti;
  • i figli studenti, a carico al momento del decesso, a condizione che non prestino attività lavorativa, fino a 21 anni se studenti di scuola media superiore o fino a 26 anni se studenti universitari, ma in tutti i casi non oltre la durata legale del corso di laurea. Orbene, dal quadro normativo richiamato si evince che l’orfano maggiorenne ha diritto di percepire l’emolumento per tutta la durata degli studi se al momento del decesso del genitore era in possesso dei seguenti requisiti: 
  •  a) l’essere iscritto ad università o a istituti superiori equiparati; b) trovarsi in regola con l’iscrizione all’anno di corso accademico; 
  •  b) non aver superato il ventiseiesimo anno di età. È vasta la giurisprudenza in materia che stigmatizza la necessità della sussistenza dei requisiti suddetti, pena la decadenza dal beneficio;
  • i figli inabili di qualsiasi età, a carico del ‘de cuius’ al momento del decesso;
  • i figli postumi nati entro il 300° giorno dalla data del decesso del padre (presunzione di paternità, art. 232 c.c.). I genitori d’età superiore a 65 anni, che non siano titolari di pensione e siano a carico dell’assicurato o del pensionato alla data della morte, quando non vi siano né coniuge né figli superstiti o, pur esistendo, non abbiano titolo alla pensione;
  • i fratelli celibi e le sorelle nubili, che non siano titolari di pensione, sempreché al momento della morte dell’assicurato o del pensionato risultino permanentemente inabili e a suo carico, quando non vi siano né coniuge, né figli superstiti, né genitori, o, pur esistendo, non abbiano titolo alla pensione…

È molto evidente che i ‘ma’ e i ‘se’ sono come mine vaganti sulla rotta della Vita dei possibili aventi diritto. In linea generale, al fine d’incassare qualche rateo di Pensione dei genitori scomparsi, occorre essere in condizioni esistenziali molto particolari. Direi che occorre essere degli ‘sfigati’. Ma ‘sfigati’ oltre al livello ‘normale’ del termine. Ossia, non basta fare già parte di questa comunità sociale ‘sfigata’ per imprinting naturale. No. Occorre anche esserlo di proprio, ossia essere degli incapaci di generare reddito in maniera autonoma.

Questo è un modello frattale capace di instaurare nella socialità un moto di ‘vittimismo auto proclamato’, ossia di veicolare un certo numero di persone a 'farsi del male da soli', a livello mentale/fisico, pur di rientrare nella categoria degli ‘sfigati d’ufficio’, in grado di maturare diritto all’incasso della Pensione dei genitori scomparsi o di altre forme di 'indennità'...

Sono troppo duro o ignorante? Direi che questo Mondo di furbi e di fessi, allo stesso Tempo, se lo merita proprio. 

La mia proposta è di riconoscere quel diritto di ‘estinzione della Pensione dei genitori scomparsi’, che deve passare automaticamente per asse ereditario, agli eredi più prossimi. Se vogliamo introdurre un termine di paragone reddituale, da confrontare al reddito 'attuale' degli eredi, va bene, tuttavia il ‘Conto Pensione’ deve essere estinto nella sua totalità, in favore degli eredi che ne hanno diritto e che hanno debiti da pagare.

La morte estingue la capacità giuridica della persona e i diritti ad essa inerenti (ossia i diritti personali) ma non i diritti patrimoniali, i quali dovranno essere perciò trasmessi ad altri.

Il complesso di norme che regola tale trasferimento si chiama diritto ereditario o successorio...
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Il discorso che SPS porta avanti è molto semplice:
  • dopo una intera Vita lavorativa, un nucleo familiare si avvale di una o due Pensioni
  • alla scomparsa del primo coniuge, si regola la questione normalmente, attraverso il meccanismo della reversibilità in favore del coniuge ancora in Vita
  • alla scomparsa di entrambi i coniugi, si entra in un discorso di genitorialità, ossia i figli ereditano quello che rimane del ‘Conto Pensione’ non usufruito nel corso della Vita dei genitori
  • il ‘Conto Pensione’ è quella partizione bancaria nominativa in cui è conservata la quantità di contributi versati nella Vita lavorativa dei genitori scomparsi, da cui l’Inps preleva costantemente denaro per riconoscere il rateo di Pensione mensile
  • il ‘Conto Pensione’ esiste, dunque, già - di fatto
  • se alla morte di entrambi i genitori i loro ‘Conti Pensione’ sono ancora in attivo, quella somma deve essere riversata ai figli, sotto forma di rendita mensile rivalutabile nel Tempo.
Se calcoliamo una mensilità rapportabile allo stipendio, accantonata sul ‘Conto Pensione’, per ogni anno lavorativo, la somma finale sarà sufficientemente cospicua al fine di garantire l’usufruizione della propria Pensione al momento del raggiungimento dell’età o dei margini minimi di godimento. Ma che cosa succede al proprio ‘Conto Pensione’ quando una persona muore dopo pochi anni dall’entrata in Pensione e non è sposata? O dopo che entrambi i genitori sono scomparsi a poca distanza dell’entrata in Pensione? O prima di maturare i termini minimi per avere diritto alla Pensione?
 
Ci pensiamo a quale massa di denaro letteralmente ‘scompare nel nulla’?

Quella 'certa somma' è accumulata in una partizione di conto bancario, da qualche parte. In un epoca tecnologica come la nostra, quella partizione sarà di origine digitale/virtuale, ossia memorizzata in macchine sufficientemente potenti da conservare i dati di ogni possibile lavoratore italiano

Computer aventi le caratteristiche di ‘scrigni del tesoro’. 

Ora, cosa accade nei nostri pc di casa, quando cancelliamo dei dati? Che vanno nel ‘cestino’. Cioè, non sono affatto scomparsi, ma sono ancora raggiungibili in qualche modo. E se li cancelliamo anche dal ‘cestino’? Sono scomparsi del tutto? No. 

È solo la posizione nell’indice, che il pc utilizza per ritrovarli, che viene cancellata, ma non il contenuto, che da qualche parte è ancora allocato. Certo, si corre il rischio, da quel momento in poi, di una possibile ‘riscrittura’ di quella porzione di memoria

Se si cancella un ‘file’, un ‘Conto Pensione’, dal computer centrale dell’Inps, o di chicchessia, si provvede ad eliminare il nominativo, che funge anche da chiave di ricerca per i programmi incaricati di mantenere ‘ordine’ tra i bit magnetizzati e polarizzati riferiti a quel tale nominativo.

Sparisce solo il nominativo, ma non il 'dato', relativo alla memoria conservata.

Il 'dato', in questione, è l’ammontare della somma non ancora usufruita dal titolare scomparso. E dove va a finire quella somma, una volta svincolata dall’unione con il nome dell’ex titolare?
 
Dove va a confluire?

Pensiamo a queste categorie di persone che, per vari motivi, svincolano una certa somma di denaro a favore di una fantomatica entità non ben precisata (Stato, Inps, Mister X, etc.):
  • genitori defunti con ‘Conto Pensione’ ancora in positivo
  • individui che muoiono prima dell’usufruizione della Pensione.
Quanto denaro confluisce in questa ‘casella’ di ricerca?

Basterebbe ricavare delle statistiche da siti nazionali, che tengono conto dell’elenco dei deceduti; fantascienza per le potenzialità di SPS. Però potremmo fare delle stime. Ma anche no. Diciamo che sono un sacco di soldi che letteralmente cambiano di ‘marca’

Il ‘file’ viene, come dire, rinominato piuttosto che eliminato.

Questa è un’area di redistribuzione della ricchezza e del diritto. Una sorta di ‘Partizione Buco nero’, nella quale il denaro si trasforma senza muoversi. Questa distruzione di ricchezza e di diritto equivale al ritorno nel virtuale, ossia da quell’area da cui la stessa era provenuta, ma come riconoscimento di uno 'sforzo autentico dell'invididuo' (come al solito, l'unica cosa 'vera' è quella realtiva ai fatti che si compiono - esperienza del 'Conosci Te Stesso' vs attaccamenti)... Non a caso lo scandalo dei derivati e dei 'mutui subprime' si erge sull'unica certezza fisica a cui connettersi: la casa sulla quale si accende un mutuo)...

Una zona di possibilità senza nome né geografia, caratterizzata dall’assenza di ogni richiesta umana 3d. Una zona ‘off limits’ per i viventi. Una sorta di officina di smantellamento e rimodellamento o, ancora con più esattezza, un luogo dove avviene un cambio di marca energetica o un vero e proprio ‘furto d’identità’

È a quel livello che si smantella un diritto acquisito e lo si trasforma in un nulla di fatto virtuale. Un nulla di fatto dalla doppia faccia, come al solito:
  • nulla di fatto/scomparsa del diritto
  • nuova realtà/ricomparsa di un nuovo diritto alias di un rename.
Questa operazione di ‘rinomina’ non sfocia da nessuna parte delle 3d. Bensì viene ridestinato ad altro uso. Potrebbe essere anche che in quel ‘luogo’ il denaro venga distrutto. Perché?
 
Perché l’attuale paradigma necessita di debito al fine di sopravvivere.

E per generare continuamente nuovo debito ‘non ripagabile’, occorre che ‘la coperta sia sempre troppo corta’. Questa è la leva che soffoca il Mondo.
  • da qualche parte il denaro viene smantellato nel nulla.
  • da qualche parte il denaro viene creato dal nulla.
Toc. Toc. Pronto? C’è qualcuno?

Leggiamo qua.

È finita l'era delle compagnie aeree low cost?
Dopo anni ad alta quota, il low cost nell’ambito del trasporto aereo perde quota. E nel caso di Windjet, plana anche in picchiata. La sorte della compagnia siciliana è appesa ancora a un filo sottilissimo, che coinvolge il destino di 800 lavoratori, 300 dell’indotto. 

La compagnia di bandiera Alitalia, dopo la pronuncia dell’Antitrust, ha maturato un profondo ripensamento in merito all'acquisizione del primo vettore low cost nazionale, malgrado l’accordo siglato lo scorso 13 aprile.

E ha i suoi motivi: 

la rinuncia a tre slot in fasce orarie strategiche negli scali aeroportuali di Catania e Palermo, imposta dall’Antitrust per evitare posizioni di monopolio, determinerebbe una perdita economica annuale consistente, pari a 2,5 milioni di euro.

Mezzo milione in più rispetto a quanto previsto dall’accordo...
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Capite? ‘Mezzo milione in più rispetto a quanto previsto dall’accordo’. Cioè? Alitalia si era messa d’accordo per rilevare asset che le avrebbero fatto perdere due milioni di Euro all’anno? Bah… Siamo all’assurdo… ma sempre ‘pilotato’. 

Il debito è sempre il perno della questione.

Case low cost, una rivoluzione per ridurre la povertà.
Il gruppo indiano Tata e altre aziende stanno realizzando abitazioni supereconomiche. I prezzi? Partono da 500 euro.
 
La filosofia del low cost ha contagiato moltissimi settori: viaggi, auto, moda, arredamento, tecnologia e tanti altri. Ora è sbarcata anche nel comparto delle abitazioni: se l'idea della casa supereconomica andrà a buon fine, potrà trattarsi di una vera e propria rivoluzione planetaria, in grado di ridurre la povertà nel mondo e di consentire a molte più persone (anche nei Paesi più sviluppati) l'accesso all'alloggio.
 
Il gruppo indiano Tata, il produttore delle Nano car (le automobili più economiche del pianeta), ha lanciato il progetto delle case 'ultra low cost', abitazioni a bassissimo costo progettate per i residenti delle campagne indiane. Il modello base, un kit-casa prefabbricato di 20 metri quadrati da 'montare' sul posto, sarà disponibile al prezzo di 500 euro (700 dollari). Un modello di dimensioni più grandi si troverà invece a 700 euro (980 dollari). E c'è anche il progetto di realizzare dei prototipi che presentino già un pannello solare sul tetto. In questo periodo, la dimora low cost pilota (quella da 500 euro) verrà testata in 30 località dell'India, ed è previsto che alla fine del 2011 i Panchayat (i governi degli enti locali indiani) forniranno un riscontro sull'andamento del progetto...
 
Secondo Bill Gross, ceo di Idealab, un altro gruppo che ha partecipato al concorso (finendo tra i sei finalisti) con la sua WorldHaus, una casa-prototipo da 1.000 dollari, circa 700 euro, 'è necessario mettere a punto tecnologie e meccanismi finanziari per poter dare una casa a 100 milioni di persone entro la fine del decennio'…
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Ovvio. Una volta che l’intera globalità sarà raccolta in alloggi cablati alle reti pubbliche, alle cosiddette infrastrutture Antisistemiche, allora il controllo sarà più che completo.

Il sistema pensionistico può essere organizzato secondo uno schema a ripartizione oppure uno schema a capitalizzazione.
 
Il primo, vigente in Italia, si fonda su un patto di solidarietà fra generazioni, nel quale i contributi prelevati dai lavoratori vengono destinati al pagamento di chi attualmente è in pensione. La proporzione è di circa tre lavoratori per un pensionato, ed è una funzione esponenziale delle generazioni trascorse: se per un pensionato della prima generazione sono necessari tre lavoratori, quando i tre lavoratori andranno in pensione, ne serviranno altri nove, e così via.
 
Uno schema simile presuppone una crescita demografica esponenziale, sostenuta da flussi di immigrazione programmata a livelli governativi. Per ovviare a questo problema, il calcolo della pensione viene svolto con un metodo contributivo e non retributivo.
 
Il primo è basato sull'ammontare dei contributi versati ed è volto ad assicurare un equilibrio finanziario fra entrate e uscite, e a contenere l'indebitamento:

ogni mese il lavoratore percepirà quindi una determinata percentuale dei contributi versati, calcolata in modo da non pesare eccessivamente sulle generazioni più giovani e sulla base della spettanza di vita.
 
Il secondo invece, basandosi sul presupposto che la pensione deve preservare il tenore di vita pregresso (così come il contratto non può mai essere peggiorativo), calcola la rendita come percentuale (circa l'80%) dell'ultimo salario percepito…
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Accidenti! In questa porzione di citazione sono molto evidenti i termini fittizi del ‘gioco delle parti sociali’ o della ‘guerra tra poveri’ che conduciamo regolarmente da moltissimo Tempo:
  • un patto di solidarietà fra generazioni
  • la proporzione è di circa tre lavoratori per un pensionato (schema di Ponzi)
  • funzione esponenziale delle generazioni trascorse (schema di Ponzi)
  • uno schema simile presuppone una crescita demografica esponenziale
  • sostenuta da flussi di immigrazione programmata a livelli governativi
  • contenere l'indebitamento
  • sulla base della spettanza di vita.
Flussi di immigrazione programmata a livelli governativi’… Wow. Che ne pensa la Lega?

La ‘spettanza di vita’ è il numero attorno al quale ruota tutto. Secondo me, lo Stato fa il tifo che i pensionati non vadano oltre gli 8/10 anni di pensionamento. Oltre a quel livello prosciugheranno il loro ‘Conto Pensione’, divenendo dei soli ‘centri di costo’ oltre che delle ‘improduttività’.

Si vive sempre più a lungo? 

Per questo motivo si dovrà anche lavorare sempre più a lungo. 

Per questo motivo l’anziano è divenuto un ‘peso’, una ‘zavorra’ da lasciare andare al più presto, non appena smette di lavorare

Le case farmaceutiche e le altre branche Antisistemiche, sono dunque autorizzate a compiere operazioni alla 007. Il ‘centro di costo’ deve essere ‘chiuso’ quando diventa ‘improduttivo’.

Se è vero che molte aziende sono propense ad uno svecchiamento della forza lavoro e che il tasso di disoccupazione è sempre molto alto, l'invecchiamento complessivo della popolazione, che ha assunto carattere significativo dalla metà del secolo scorso, fa sì che per uno stato sociale risulti antieconomico assorbire una sempre maggiore fetta della popolazione che risulta improduttiva
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Articolo ‘amaro’; lo so. Però questo mi sono sentito di scrivere. Queste parole sono giunte per oggi…

Dipende anche da noi, allargare la prospettiva in cui siamo trattenuti al fine di osservare il ‘parassita’ e costringerlo finalmente a ‘sollevare la bocca dal fiero pasto’.

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com

martedì 7 agosto 2012

Curiosity e i ratei di Pensione non riscossi.




La morte estingue la capacità giuridica della persona e i diritti ad essa inerenti (ossia i diritti personali) ma non i diritti patrimoniali, i quali dovranno essere perciò trasmessi ad altri

Il complesso di norme che regola tale trasferimento si chiama diritto ereditario o successorio...
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Una delle primissime immagini trasmesse da Curiosity alla base dopo l'arrivo del rover su Marte: 

la fase dell'atterraggio si è conclusa con successo, e il nuovo esploratore marziano ha inviato alla Nasa un'istantanea di quello che vede sul pianeta rosso. Comincia così la missione di Curiosity.
 
Tutti, ben conoscendo a quale livello tecnologico è giunta la capacità umana di fotografare, dalle galassie agli organismi più microscopici, ci saremmo aspettati una rappresentazione del suolo di Marte perlomeno degna del termine ‘fotografia moderna’. E invece? Eco che cosa Curiosity ha inviato sulla Terra:


Wow. Non c’è che dire! Una vera schifezza di fotografia. Ma che cosa pensano alla Nasa? Che la popolazione sia ancora convinta di vivere nel 1969 o, ancora peggio, agli inizi del 1900? 

La ‘difficoltà tecnologica’ o la ‘distanza tra i due Pianeti’ è un problema? Ma per favore… Ormai non ci crede più nessuno o, almeno, non ci credo più io. Questa fotografia è una vera e propria presa per i fondelli e potrebbe rappresentare anche una strada in terra battuta vicino a casa mia. Se osservassimo bene, potremmo anche sperare di vedere per terra un tappo di bottiglia della birra e un mozzicone di sigaretta, cioè dei chiari segni di Vita Marziana… Bah.

Rimango sempre allibito di fronte a talune prove di sciatteria. 

È come ‘tornare indietro’ invece che procedere lungo la direzione intrapresa. Questi ‘signori’ ci vogliono fare credere che la sonda non sia attrezzabile con una macchina fotografica ‘normale’, di quelle che si trovano anche al supermercato in offerta speciale. No, è possibile solo dotare la sonda di apparecchiature sofisticatissime e lasciare la ripresa fotografica relegata nel limbo della insignificanza. Ma quale potere tecnologico andiamo paventando, se non siamo nemmeno in gradi di scattare una normale fotografia a colori e sufficientemente nitida da essere compresa da tutti?
 
Ci fanno sempre vedere le ‘cose’ dal buco della serratura, pretendendo che noi ci si creda senza indugio alcuno. E il bello è… che accade proprio così come intendono. Wow… Poveri noi.

E poi ci fanno vedere le foto dell’Universo, meravigliose. Foto di ‘oggetti celesti’ lontanissimi, quando non abbiamo nemmeno una foto della Luna in alta definizione e a colori. Questi paradossi non sono affatto casuali, ma servono per creare e mantenere attivo quel livello confusionale, in grado di disturbare il naturale processo di risveglio della specie umana

Ogni ‘entità vivente’ cresce nel Tempo e la stessa cosa, ovviamente, vale anche per tutti noi. Il Controllo Antisistemico lo sa alla perfezione e, dunque, ha creato una struttura omnicomprensiva in grado di mantenere gli umani in una fase estremamente rallentata del proprio processo naturale di consapevolezza e di conoscenza di se stessi.

Nulla è per caso.

Quella fotografia mi procura un effetto simile a quello dell’orticaria. È il simbolo che il Tempo è stato bloccato, congelato, rallentato a dismisura e che ‘noi’ siamo regolarmente quegli allocchi che credono a tutto quello che viene rilasciato ed imposto dall’alto, dove per ‘alto’ si deve intendere ‘la regia umana/parassitaria sottile’, cioè Antisistemica.

Tutto è opportuno, allo stesso Tempo. Ok. Ma per oggi intendo soffermarmi su uno solo dei lati della ‘medaglia’. Ok?

La Bce deve rispettare le proprie regole.
Il meeting Bce, come avevamo anticipato, si è risolto in sostanza con un nulla di fatto. In ultima analisi quanto è emerso è che Draghi, come del resto era lecito supporre, deve attenersi strettamente alle regole cui la Banca Centrale è sottoposta (quindi non può finanziare direttamente gli Stati)
 
Punto fondamentale: 

l’intervento sul mercato secondario avverrà solo a condizione che gli Stati interessati richiedano aiuto. Questo equivale a costringere Italia e Spagna a chiedere aiuto formalmente, quindi di fatto a richiedere un Bailout (situazione in cui un soggetto in bancarotta, o vicino alla bancarotta, riceve un'iniezione di liquidità, al fine di soddisfare i suoi obblighi a breve termine. Link) per ottenere i riacquisti? 

Questo è il punto più controverso ed ‘assurdo’

I riacquisti della Bce dovrebbero servire proprio per evitare di chiedere aiuto, mentre qui si viene costretti a chiedere aiuto per attivare i riacquisti! Crediamo che sia superfluo aggiungere commenti a riguardo. Di fatto l’obiettivo che la Bce si prefigge è quello di ‘blindare’ le misure di risanamento e le riforme che gli Stati stanno prendendo anche oltre eventuali elezioni…
Link 
  • nulla di fatto
  • non può finanziare direttamente gli Stati
  • costringere Italia e Spagna a chiedere aiuto formalmente
  • si viene costretti a chiedere aiuto per attivare i riacquisti
  • l’obiettivo che la Bce si prefigge è quello di ‘blindare’ le misure di risanamento e le riforme che gli Stati stanno prendendo.
La Bce rispetta eccome le regole: 

le ‘proprie’ regole

Essendo privata, tende a ‘portare acqua al proprio mulino’. È naturale e comprensibile, allo stesso modo di come è 'comprensibile' quella foto di Marte scattata da Curiosity; quella ‘scatola’ di metallo dotata di tutto, tranne di una macchina fotografica digitale da 80 Euro, che si trova in offerta da Trony.

È questa la realtà che ci circonda: 

una paradossale rappresentazione di controversie sottili, che vanno ad impigliarsi nelle nostre strumentazioni di bordo individuali. Una forma sottile di inquinamento delle nostre possibilità/facoltà

Facciamo astrazione del nostro punto di osservazione, senza per questo dover andare su Marte. Semplicemente proiettiamo la nostra lungimiranza oltre ai confini tremolanti emanati dalle nuove ‘Colonne d’Ercole’: 

oltre ai limiti imposti da ‘altri’.

Quando in Borsa si perde, si perde davvero? E, soprattutto, perdono tutti? Oppure c’è sempre chi ‘vince’ e coloro che perdono sono sempre gli stessi?
 
Facebook, il crollo del titolo fa guadagnare il 500%.
Il crollo del 45% di Facebook, a qualche investitore europeo è fruttato ben il 500%. Sono i fortunati che hanno acquistato il warrant emesso da Vontobel la settimana dopo la quotazione del social network, al costo di 6 centesimi di euro. Il prodotto scommetteva su un ribasso del titolo a 22 dollari entro il marzo successivo alla quotazione: un risultato che è stato (purtroppo per Mark Zuckerberg) raggiunto molto prima, portando il valore del warrant, secondo i calcoli di Bloomberg, a ben 37 centesimi. 

Vontobel non è il solo emittente a scommettere sul crollo del titolo Facebook: anche Bnp Paribas, Ubs e Commerzbank hanno tra i loro prodotti ‘put warrants’, che scommettono su un ribasso fino a 12 dollari. Secondo quanto calcolato da Bloomberg, dei warrant più scambiati, nove su dieci sono legati al ribasso di Facebook, mentre le cinque opzioni legate al social network più presenti nei portafogli degli investitori sono proprio ribassiste.
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Ok? È la nostra ‘ignoranza’ a farla da padroni: sempre. Ogni situazione vela opportunità di guadagno e di perdita. Rien ne va plus, les jeux sont faits - espressione in francese (letteralmente 'nulla è più valido, i giochi (ormai) sono fatti'), utilizzata dal croupier nel gioco della roulette per segnalare ai giocatori il momento dopo il quale, essendo già in movimento la pallina, non è più possibile posizionare le fiches sul tavolo da gioco. 

È entrato nel linguaggio comune per indicare che, ormai, quel che è stato fatto è stato fatto e non c'è più niente da fare.
Link 
 
C'è sempre 'qualcosa da fare'. È, semmai, sempre una questione di 'timing', di attesa, di preparazione e di giuste tempistiche... Cosa scegliamo di fare? Come ci muoveremo? Chiederemo all’esperto di turno, oppure decideremo di ‘capire da soli’? 

La cosa migliore è imparare sempre qualcosa, anche dalle sconfitte più brucianti. Questo è il modo più indelebile per accumulare esperienza. Esperienza che ci trasformerà in esseri a prova di ‘sofisticazione’. Non crederemo più al primo che bussa a casa nostra, al fine di venderci una ‘enciclopedia’… Crederemo solo a noi stessi e a tutti coloro che avranno dimostrato di ottenere la nostra fiducia. Fiducia che, ancora oggi, è riposta in un modello di controllo atto a mantenerci distaccati da noi stessi.

Ci accorgiamo dell’incendio che sta divampando sulla ‘nave’? Lo sentiamo l’odore intenso ed impregnante delle fiamme? Oppure cerchiamo di allontanarlo cospargendoci di profumi, come faceva l’aristocrazia europea di qualche secolo fa?

Il ‘puzzo’ si sente sempre, a ben filtrare l’aria.

Ora vorrei passare ad una illuminazione/proposta, che ieri mi ha colpito improvvisamente. La esprimo nella sua prima forma di bozza ‘senza nessuna pretesa’. Assolutamente da ‘non esperto’ ma in qualità di ‘essere anche cittadino di questa società’. Eccola… 

Il tema è: ‘Il diritto all’estinzione della Pensione’.


I contributi previdenziali sono pagamenti obbligatori che in Italia si effettuano all'Inps (settore privato) e all'Inpdap (settore pubblico), al fine di successivamente una prestazione pensionistica (dal 1° gennaio 2012 - per effetto del decreto legge numero 201 del 6 dicembre 2011 - 'decreto salva Italia' - poi convertito con modifiche nella legge numero 214 del 27 dicembre 2011 - l’Inpdap è confluito in Inps. Link).

I contributi previdenziali (pensioni di vecchiaia, invalidità, superstiti, ecc.) ed assistenziali (malattia e Gescal) devono essere versati sia dal datore di lavoro che dal lavoratore.

Al lavoratore viene trattenuto il 9,89% della retribuzione nelle aziende industriali fino a 15 dipendenti, commerciali fino a 50 dipendenti, nei pubblici esercizi e negli studi professionali; all'interno delle aziende con oltre 50 dipendenti la percentuale è del 10,19%.

Il datore di lavoro deve invece versare mensilmente i contributi e presentare all'Inps o agli Istituti sostitutivi del regime generale obbligatorio previdenziale la denuncia individuale delle retribuzioni dell'anno precedente di ciascun dipendente...
Link 

Le persone lavorano tutta la Vita. Perché? Perché servono soldi. E perché tendono a credere che accumulando del denaro da ‘mettere via’, ad un certo punto della loro esistenza si trasformerà in un vitalizio, nel momento in cui ne avranno più bisogno e le ‘forze’ verranno meno. Allora; si lavora, diciamo per 40 anni e si accumulano i relativi contributi. Dunque, dopo 40 anni avremo accantonato almeno (facciamo cifra tonda e calcoliamo 1000 Euro all’anno) 1000 = 40.000 Euro, più le rivalutazioni annuali. Diciamo 45.000 Euro cadauno. Una bella cifra da custodire al riparo di ogni tempesta finanziaria globale

Soldi che, man mano, 'non vediamo più' e che serviranno per essere ripresi a piccole dosi mensili, nel momento in cui potremo dire a tutti gli effetti di ‘essere in Pensione’. Wow…

Il denaro che lo Stato ci conferisce è sempre il nostro. Ok? Non è un regalo da parte di nessuno. Ora, perché lo Stato mette in dubbio che questo ‘tesoro, frutto del nostro lavoro’, possa anche non esistere più nel corso del Tempo? Noi lo abbiamo regolarmente guadagnato, 'affidato loro' e messo da parte. Ma, spostiamo un po’ l’asse del nostro osservatorio sino al punto dolente della situazione, ossia quando, tocchiamo ferro, prima o poi moriamo

Che cosa accade? 

Che, se siamo sposati, circa la metà della nostra Pensione viene ricevuta dal coniuge ancora in Vita, altrimenti 'si perde il diritto alla riscossione della somma ancora depositata'. Chi perde questo diritto? Gli eredi.

Leggiamo bene:

'si perde il diritto alla riscossione della somma ancora depositata'. Questa somma è depositata su un conto a nome dei deceduti e, solitamente, un analogo conto corrente bancario viene sempre co-intestato. Come mai questo fatto non accade per il 'Conto Pensione', vista la quasi certa possibilità che esistano degli eredi a cui accreditare la somma esistente non ancora percepita dagli 'aventi diritto'?

Ma come? Si badi bene che questa è la prassi, ossia è la regola acquisita come tale ‘supinamente’, senza chiedersi nulla a tal riguardo. Ma, mi chiedo io, se invece lascio un debito, quel debito passa agli eredi regolarmente. Perché esiste questa differenza di trattamento tra debito e credito?
 
La mia ‘proposta indecente’ è quella di estendere quella differenza di denaro non recuperato, attraverso l’usufruizione della Pensione, a causa della dipartita dell’avente diritto,  all’erede o agli eredi più vicini ancora in Vita. Solitamente i figli. Figli che, molto probabilmente, avranno acceso dei mutui che fanno fatica ad onorare.

In questa maniera si creerebbe un surplus di reddito per le famiglie. Del denaro, tra l’altro’ che spetta di diritto perché regolarmente guadagnato dai genitori…

E invece cosa accade? Che la rimanenza di Pensione non goduta viene statalizzata/sterilizzata, cioè sparisce nel mare magnum della dispersione politico/sociale. E dove va a finire? Nel calderone illusorio del pagamento del debito pubblico o in quello del bilancio dell’Inps: bella roba.

Quanti di quei 45.000 Euro sono nostri di diritto? Calcoliamo quanti ratei mensili di pensione sono stati regolarmente riscossi e il gioco è fatto: 

la differenza spetterà ai figli. Fossero anche 5.000 Euro, perché rinunciarvi? Il sistema ‘idrico’ disegnato dallo scorrere del denaro è quantomai sfuggente. Dove finisce? Dove inizia? Difficile a dirsi. Più semplice osservarne il percorso a noi più vicino, ma non facciamo nemmeno quello.

Stampiamoci bene in testa questa verità:

se depositiamo su un conto corrente qualsiasi del denaro, noi quel denaro lo vogliamo interamente indietro, nel momento del bisogno. Anzi, lo vogliamo anche aumentato di quella piccola parte di interesse che la banca ci riconosce per incentivarci a ‘scegliere lei invece che la concorrenza’. 

Perché con il ‘Conto Pensione’ non facciamo la stessa cosa? 

Perché non chiediamo di ‘svuotare’ interamente il conto? Per via delle leggi imposte? Ma che leggi sono, se ci impediscono di ottenere qualcosa che è nostro per diritto?

Lo Stato fallirebbe? Beh… accadrà ugualmente, procedendo su questa strada. Ogni ‘cosa’ che si regge sull’ingiustizia è destinata a collassare. È una questione di Tempo.

Tutto incentiva a creare debito

Il debito è come acqua che erode gli argini troppo deboli. E, crediamoci, qualche debolezza esiste sempre nel paradigma scambiato per l’unica realtà.

La cosa più stravagante è che le abitudini ci hanno resi ‘ciechi’.

Tutto va in ‘successione’: 

anche i ratei di Pensione non regolarmente riscossi.

Siamo davvero ‘cosa strana’.

E, ovviamente, dipende anche da noi.

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com

lunedì 6 agosto 2012

Noi siamo ‘contenuti’.




In un supermercato, quando si intende ‘liberarsi’ di un certo stock di merce, generalmente cosa si fa? Lo si mette in evidenza. Come? Tramite una bella promozione, ossia attraverso un sostanzioso ‘sconto’.

In quel modo saremo certi di attirare l'interesse della clientela.

Nella pratica del commercio, lo sconto è quella riduzione del prezzo di vendita, praticata per spingere l'acquirente a compiere scelte più vantaggiose per entrambi

Lo sconto viene concesso per incentivare una vendita, in cambio di un pagamento immediato anziché di un pagamento a termine, per cedere più facilmente merce invenduta o per indurre l'acquirente ad acquistare una maggiore quantità di beni
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Questo frattale fa immediatamente pensare a come ‘tutto sia preventivabile’, da parte di un certo ‘insieme di controllo’, volto a determinare un certo tipo di comportamento nella Massa, che ‘usufruisce’ di un simile trattamento. 

Ossia, il comportamento massivo è facilmente inquadrabile, a priori, se la Massa si ‘muove/vive’ in un modello infrastrutturale creato ad hoc per ricomprenderla, come ad esempio le città.

Inoltre, questo è un frattale anche identificativo del ‘grado di conoscenza’ in possesso del Controllo. Una conoscenza drenata opportunamente dal bacino sociale, mediante una coerente strategia perpetrata nel corso del ramo millenario del Tempo deviato (quello artificiale di ore da 60 minuti, misurato con orologi ‘meccanici’).

La chemioterapia usata da decenni per combattere il cancro in realtà può stimolare, nelle cellule sane circostanti, la secrezione di una proteina che sostiene la crescita e rende 'immune' il tumore a ulteriori trattamenti…
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Ma va? Tutto ciò che combatti, rafforzi! È persino logico. In casa del ladro come puoi rubare? Ma anche 'tutto ciò che ignori'... È un concetto di chiusura applicato ad uno di monitoraggio. È il famoso ‘divide et impera’, ma allargato ai ‘confini della realtà’. Guardando film di ‘fantascienza’ si mette d’accordo la razionalità con la fantasia. Questo compromesso permette di prendere in considerazione anche le ‘bizzarrie’ più azzardate, senza ‘offendere’ la logica ammaestrata della mente. 

In questo caso ci si può misurare/confrontare con gli scenari più 'off limits' in cui il ‘credo popolare’  scivola via come acqua sui vetri:

il campo del possibile, riferito al proprio stazionamento in una realtà tra le infinite, in un Mondo tra i molti, in una dimensione tra le tante, si allarga a dismisura. Al cinema ci si ferma per qualche ora ad osservare ‘cose’ dal punto prospettico dell’immaginazione. È come quel gioco che si faceva da bambini, caratterizzato dall’uso di ogni possibilità creativa, al fine di avere la meglio nella disputa irreale tra ‘e allora io’ e ‘io sono’…

Solitamente si ‘andava a finire’ identificandosi con il ‘Tutto’ per allargare al massimo il campo del proprio potere e zittire definitivamente il proprio contendente.  E molto spesso, ciò non era sufficiente per zittire del tutto il bambino avversario. Sandman, il Signore dei Sogni, esegue lo stesso ‘gioco’ con un demone di nome Choranzon, all’Inferno, per recuperare una parte della propria ‘attrezzatura’, azzerando ogni possibilità avversaria, identificandosi con lo ‘strumento’ della Speranza.

La Speranza è ‘tutto ciò che rimane’?. 

Essa descrive un concetto molto simile a quello di ‘possibilità sempre intatta’. È una chiave per ‘rimanere nel loop, che contiene’

Attenzione: 

essa è una chiave per stazionare o liberarsi. 

L’anello di contenimento è sottile ma estremamente robusto e resistente, perché costituito della nostra necessità energetica. È come avere la rete Enel in casa: chi ne può fare a meno? Solo chi non ‘accetta le regole sociali imposte’. Cioè ‘nessuno’.
 
Infrastrutture che contengono. 

Leggiamo questa citazione, tratta da un forum, denudandola dal contesto in cui è stata espressa. Noteremo delle sorprendenti analogie con il ‘modello di controllo’, basato sul contenimento di una intera Specie, quella umana nelle 3d, e sul ‘comportamento massivo indotto’, che ne consegue come diretta emanazione, preventivata dai detentori del ‘ritmo’ all’interno del Tempo artificiale:

- Perchè gli anelli che servono a poter incassare i movimenti in casse di dimensioni più grandi, non ci piacciono? Perchè giudichiamo negativamente gli orologi che utilizzano tali anelli?
- Perché sono brutti alla vista, hanno un sapore posticcio e rappresentano l'antitesi della pregevolezza manifatturiera, nascendo per adattare a casse anabolizzate calibri pensati e sviluppati in passato per casse di dimensioni minori, quindi una scelta di mero risparmio per riciclare il già fatto piuttosto che sviluppare qualcosa di nuovo pensato appositamente per l'occasione. Un po’ come un petto posticcio cucito alla bene e meglio per riciclare una vecchia giacca ormai demodè.
- Perchè dici che sono l'antitesi della pregevolezza manifatturiera? In cosa inficiano sulla qualitá o sulla pregevolezza del movimento?
- Perchè dimostrano il fatto che è stato ‘riciclato’ un movimento, anche di buon livello capiamoci, per un altro orologio. È più pregevole dal punto di vista manifatturiero una cosa che ‘calza a pennello’ dentro un'altra, o una cosa pensata 40 anni fa per altro e adattata alla bene e meglio? La qualità del movimento non è in alcun modo messa in discussione o inficiata dalla ciambella, l'estetica e il pregio dell'intero orologio, sì.
- Ci sono case che realizzano solo movimenti e non orologi completi. Immagino ci possano essere case che realizzano solo 'contenitori' e non movimenti.
- Banalmente perché denunciano il fatto che il calibro non sia stato pensato per una data cassa ma piuttosto che si cerchi di adattare il movimento su una cassa che non ha alcuna relazione con lo stesso. Processo decisamente più vantaggioso in una logica di produzione di massa, probabilmente inevitabile oggi, ma non per questo gradito ad un utente consapevole.
- Mettiamola così, è molto simile al mondo delle automobili. Lo stesso telaio, sospensioni, cambio, motore vengono montati su diverse carrozzerie, dalla compatta alla station wagon o al piccolo suv. Il tutto unicamente per contenere i costi ed ampliare la gamma. Come per le auto però il progetto parte pure da qualche parte ed una di queste versioni è quella più ‘felice’, nel senso che è quella dell'idea originaria. La stessa cosa capita con gli orologi, stesso ‘motore’ diverse casse. Solo che sino a quando cambia il materiale e non le dimensioni la cosa ha una logica, quando cambiano le dimensioni invece la logica è solo commerciale per chi vende e mai per chi compra.
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L’equipaggio della Nabucodonosor, in Matrix, ne era al di fuori e nemmeno ‘lì’ era del tutto esente dalle spire del Controllo. Figuriamoci noi.

Le dimensioni di questa ‘crisi’, che sembra attanagliare la serenità degli umani, è ormai globale. Essa mette in evidenza un ‘castello di carte’ talmente traballante da risultare osservabile attraverso certe logiche ‘non sense’ espresse, ad esempio, dai ‘Mondi impossibili’ alla Lovecraft:

scale che veicolano e conducono sempre allo stesso luogo, dando solo l’impressione di muoversi con senso, affidandosi alle leggi dimensionali decodificate dallo strumento umano. L’inganno a cui si è sottoposti è sottile. Una fine strategia per ‘intrattenere’ per quel Tempo necessario e sufficiente per… ‘maturare assuefazione’. Dopo di che, l’umano diverrà come un bisognoso di tutto, dipendendo dal tutto.

Ignorando di essere rinchiusi in un ‘anello’, in una ‘gabbia senza sbarre né inferriate’, si scambierà la gabbia per il proprio Mondo nativo, allo stesso modo di un animale allo zoo. Ciò che avverte sempre, tuttavia, che ‘qualcosa non va’, è il nostro apparato più sensibile sensoriale; quel ‘senso di ragno’ capace di avvertire quello strano pizzicore cerebrale alle corde dello stomaco, quel senso di ‘saudade o di ‘spleen’ capace di inondare la quotidianità del vivere di una tristezza avvelenante

A volte ci si chiede ‘perché sono triste? Che motivo ho?’. E quali risposte scattano immediate? Pensiamoci bene. A quali ‘patteggiamenti’ indulgiamo? Non pensiamo, forse, a quello che ‘abbiamo’ in termini di possesso ed attaccamento? Oppure in termini ‘familiari’: 

ai propri figli, grazie ai quali si trova la forza per ‘andare avanti’. Ma ‘andare avanti’ dove? Nel loop. E dov’altro? Come sulla ruota del criceto

Spingi, spingi, puff puff pant pant… che fatica. Però vuoi mettere la soddisfazione? Ma quale soddisfazione? Quell’apparente stato di serenità, più rassomigliante ad una stanchezza troppo spinta che ad un effettivo stato di rilassatezza? Molto simile all’abbronzatura da ‘ferie annuali’, che passa dopo una settimana dal ritorno in ufficio.

Ci stiamo veramente accontentando. E il ‘bello’ è che questa rinuncia ha certamente un senso, in ambito Divino. Ci ‘serve’. 

Con la crisi del sistema economico e finanziario l'acquisto di terra è diventato una appetibile forma di investimento per mettere al sicuro il denaro dalle rischiose fluttuazioni dei mercati ma soprattutto per trovare una opportunità di lavoro alternativa con l'aumento preoccupante della disoccupazione’. 

È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che negli anni della crisi i terreni agricoli, come l'oro, hanno aumentato il proprio valore a differenza di quanto è accaduto per gli investimenti nel mattone o nel mercato azionario…
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Siamo ‘prevedibili’. Chi è che ci ‘muove’? Facciamo tutto da soli?
 
Io direi che assolutamente questa ‘ipotesi’ non è possibile. La Vita è sempre una orchestrazione di fattori e, questa legge, è valida ad ogni livello. Non facciamo finta di non applicare gli stessi principi, scoperti ad altri livelli, anche al nostro, ossia a quello ritenuto dominante.

Noi siamo ‘contenuti’. Non c’è alternativa

Il contenimento è un concetto derivato dal modello di W.R.Bion, contenitore/contenuto, che indica una funzione (termine leggibile anche in senso matematico di relazione fra due entità) fondamentale per il funzionamento mentale e lo sviluppo psichico.
 
In particolare nel rapporto madre/bambino (neonato, infante) Bion ha usato il termine 'révèrie' per indicare una funzione mentale attuata istintivamente dalla madre per accogliere i contenuti indigeribili (usando una metafora che evoca la fisiologia dell'apparato digerente) per la mente in formazione del bambino e restituirli detossificati e resi digeribili.
 
La relazione contenitore/contenuto, e le sue vicissitudini, appare come una funzione universale applicabile a contesti diversi, dalla psicologia individuale e dei gruppi piccoli e grandi, alla linguistica (significante/significato), alla sociologia, ecc
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In televisione con 'contenitore' si intende un programma televisivo con conduzione o meno che contiene altri programmi televisivi. Questo termine viene usato anche più genericamente per indicare un varietà e un talk show…
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Un Vaso: nel linguaggio della Kabbalah si parla del desiderio come un Vaso

Anche se alla fine ci può essere un limite al nostro appetito, non esistono limiti al nostro desiderio. Viviamo con il pilota automatico inserito, mossi dal costante bisogno di appagare i desideri che abbiamo nel cuore e nell’anima. Desiderare la felicità rappresenta la nostra vera essenza, anche se può significare cose diverse per ciascuno di noi.
 
La Kabbalah riassume ognuna di queste differenti forme di appagamento in una sola parola: Luce

La luce include anche quella forza che chiamiamo intuito. Quello spirito che abbiamo dentro e che risveglia in noi la speranza. Il carburante che ci spinge ad andare avanti

La costante felicità e l’entusiasmo dell’essere vivi. La luce rimanda a una felicità senza fine, a una gioia costante. È la differenza che esiste tra piacere e appagamento. Questo appagamento costante è definito Luce. Esaurire la Luce è ciò che ci rende infelici. Più Luce abbiamo nella nostra vita, più a lungo i nostri desideri restano appagati e più felici siamo. La Luce viene definita anche come il conforto, la sicurezza, la tranquillità mentale di sapere che la felicità ci sarà anche domani. Quando siamo connessi con la Luce, non esistono la paura, l’ansia, o l’insicurezza riguardo al futuro.
 
La Luce è la sostanza più diffusa nell’universo. 

Riempie il cosmo e permea la nostra realtà. È infinita. 

Se il desiderio è la nostra essenza, e l’universo è inondato di Luce, che cosa si frappone tra noi e una felicità senza fine? 

Risposta: un Velo.

All’origine di ogni evento 'improvviso' c’è sempre una causa nascosta, qualcosa che ci è sfuggito. Nel passato, da qualche parte, deve essere stato piantato un seme. Non esistono errori. Non esistono coincidenze. Né incidenti né catastrofi improvvise. Tutto ciò che accade ha sempre una ragione

Non siamo capaci di vedere al di là del tumulto momentaneo per cogliere il grande disegno.
 
Tutte le cose sono connesse. La Kabbalah scoprì questo concetto secoli fa. Per quanto la nostra vita possa sembrare caotica, in essa si cela un ordine intrinseco. Ogni forma di conoscenza, saggezza e gioia dimora in questo regno. È il dominio di ciò che i cabalisti chiamano Luce. 

Edison, Einstein e Newton scoprirono soltanto qualcosa che esisteva già
Il potere della Kabbalah (Una tecnologia per l’anima) - Yehuda Berg

Apriamo la prospettiva, la consapevolezza di ‘non essere soli’ e che tutto sia scritto a ‘matita’, in maniera tale ‘da non essere calcato in versione definitiva, ma solo propositiva e conseguente ad un certo livello caratterizzante il cammino più affine per giungere a…’.

Il cammino è individuale ma si riflette su quello di tutti gli altri. La sinfonia è composta dai singoli…Noi, i singoli, siamo il 'contenuto', ossia la 'preziosità informativa dell'esperienza':

valore aggiunto.

Apriamo i nostri ‘occhi’. Dipende anche da noi, no?

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com