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Tutti, ben conoscendo a quale livello tecnologico è giunta la capacità umana di fotografare, dalle galassie agli organismi più microscopici, ci saremmo aspettati una rappresentazione del suolo di Marte perlomeno degna del termine ‘fotografia moderna’. E invece? Eco che cosa Curiosity ha inviato sulla Terra:
Wow. Non c’è che dire! Una vera schifezza di fotografia. Ma che cosa pensano alla Nasa? Che la popolazione sia ancora convinta di vivere nel 1969 o, ancora peggio, agli inizi del 1900?
Rimango sempre allibito di fronte a talune prove di sciatteria.
Ci fanno sempre vedere le ‘cose’ dal buco della serratura, pretendendo che noi ci si creda senza indugio alcuno. E il bello è… che accade proprio così come intendono. Wow… Poveri noi.
E poi ci fanno vedere le foto dell’Universo, meravigliose. Foto di ‘oggetti celesti’ lontanissimi, quando non abbiamo nemmeno una foto della Luna in alta definizione e a colori. Questi paradossi non sono affatto casuali, ma servono per creare e mantenere attivo quel livello confusionale, in grado di disturbare il naturale processo di risveglio della specie umana.
Nulla è per caso.
Quella fotografia mi procura un effetto simile a quello dell’orticaria. È il simbolo che il Tempo è stato bloccato, congelato, rallentato a dismisura e che ‘noi’ siamo regolarmente quegli allocchi che credono a tutto quello che viene rilasciato ed imposto dall’alto, dove per ‘alto’ si deve intendere ‘la regia umana/parassitaria sottile’, cioè Antisistemica.
Tutto è opportuno, allo stesso Tempo. Ok. Ma per oggi intendo soffermarmi su uno solo dei lati della ‘medaglia’. Ok?
La Bce deve rispettare le proprie regole.
Il meeting Bce, come avevamo anticipato, si è risolto in sostanza con un nulla di fatto. In ultima analisi quanto è emerso è che Draghi, come del resto era lecito supporre, deve attenersi strettamente alle regole cui la Banca Centrale è sottoposta (quindi non può finanziare direttamente gli Stati)…
Punto fondamentale:
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- nulla di fatto
- non può finanziare direttamente gli Stati
- costringere Italia e Spagna a chiedere aiuto formalmente
- si viene costretti a chiedere aiuto per attivare i riacquisti
- l’obiettivo che la Bce si prefigge è quello di ‘blindare’ le misure di risanamento e le riforme che gli Stati stanno prendendo.
È questa la realtà che ci circonda:
Quando in Borsa si perde, si perde davvero? E, soprattutto, perdono tutti? Oppure c’è sempre chi ‘vince’ e coloro che perdono sono sempre gli stessi?
Facebook, il crollo del titolo fa guadagnare il 500%.
Il crollo del 45% di Facebook, a qualche investitore europeo è fruttato ben il 500%. Sono i fortunati che hanno acquistato il warrant emesso da Vontobel la settimana dopo la quotazione del social network, al costo di 6 centesimi di euro. Il prodotto scommetteva su un ribasso del titolo a 22 dollari entro il marzo successivo alla quotazione: un risultato che è stato (purtroppo per Mark Zuckerberg) raggiunto molto prima, portando il valore del warrant, secondo i calcoli di Bloomberg, a ben 37 centesimi.
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Ok? È la nostra ‘ignoranza’ a farla da padroni: sempre. Ogni situazione vela opportunità di guadagno e di perdita. Rien ne va plus, les jeux sont faits - espressione in francese (letteralmente 'nulla è più valido, i giochi (ormai) sono fatti'), utilizzata dal croupier nel gioco della roulette per segnalare ai giocatori il momento dopo il quale, essendo già in movimento la pallina, non è più possibile posizionare le fiches sul tavolo da gioco.
Ci accorgiamo dell’incendio che sta divampando sulla ‘nave’? Lo sentiamo l’odore intenso ed impregnante delle fiamme? Oppure cerchiamo di allontanarlo cospargendoci di profumi, come faceva l’aristocrazia europea di qualche secolo fa?
Il ‘puzzo’ si sente sempre, a ben filtrare l’aria.
Ora vorrei passare ad una illuminazione/proposta, che ieri mi ha colpito improvvisamente. La esprimo nella sua prima forma di bozza ‘senza nessuna pretesa’. Assolutamente da ‘non esperto’ ma in qualità di ‘essere anche cittadino di questa società’. Eccola…
Il tema è: ‘Il diritto all’estinzione della Pensione’.
I contributi previdenziali sono pagamenti obbligatori che in Italia si effettuano all'Inps (settore privato) e all'Inpdap (settore pubblico), al fine di successivamente una prestazione pensionistica (dal 1° gennaio 2012 - per effetto del decreto legge numero 201 del 6 dicembre 2011 - 'decreto salva Italia' - poi convertito con modifiche nella legge numero 214 del 27 dicembre 2011 - l’Inpdap è confluito in Inps. Link).
I contributi previdenziali (pensioni di vecchiaia, invalidità, superstiti, ecc.) ed assistenziali (malattia e Gescal) devono essere versati sia dal datore di lavoro che dal lavoratore.
Al lavoratore viene trattenuto il 9,89% della retribuzione nelle aziende industriali fino a 15 dipendenti, commerciali fino a 50 dipendenti, nei pubblici esercizi e negli studi professionali; all'interno delle aziende con oltre 50 dipendenti la percentuale è del 10,19%.
Il datore di lavoro deve invece versare mensilmente i contributi e presentare all'Inps o agli Istituti sostitutivi del regime generale obbligatorio previdenziale la denuncia individuale delle retribuzioni dell'anno precedente di ciascun dipendente...
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Le persone lavorano tutta la Vita. Perché? Perché servono soldi. E perché tendono a credere che accumulando del denaro da ‘mettere via’, ad un certo punto della loro esistenza si trasformerà in un vitalizio, nel momento in cui ne avranno più bisogno e le ‘forze’ verranno meno. Allora; si lavora, diciamo per 40 anni e si accumulano i relativi contributi. Dunque, dopo 40 anni avremo accantonato almeno (facciamo cifra tonda e calcoliamo 1000 Euro all’anno) 1000 = 40.000 Euro, più le rivalutazioni annuali. Diciamo 45.000 Euro cadauno. Una bella cifra da custodire al riparo di ogni tempesta finanziaria globale…
Soldi che, man mano, 'non vediamo più' e che serviranno per essere ripresi a piccole dosi mensili, nel momento in cui potremo dire a tutti gli effetti di ‘essere in Pensione’. Wow…
Il denaro che lo Stato ci conferisce è sempre il nostro. Ok? Non è un regalo da parte di nessuno. Ora, perché lo Stato mette in dubbio che questo ‘tesoro, frutto del nostro lavoro’, possa anche non esistere più nel corso del Tempo? Noi lo abbiamo regolarmente guadagnato, 'affidato loro' e messo da parte. Ma, spostiamo un po’ l’asse del nostro osservatorio sino al punto dolente della situazione, ossia quando, tocchiamo ferro, prima o poi moriamo.
Leggiamo bene:
'si perde il diritto alla riscossione della somma ancora depositata'. Questa somma è depositata su un conto a nome dei deceduti e, solitamente, un analogo conto corrente bancario viene sempre co-intestato. Come mai questo fatto non accade per il 'Conto Pensione', vista la quasi certa possibilità che esistano degli eredi a cui accreditare la somma esistente non ancora percepita dagli 'aventi diritto'?
Ma come? Si badi bene che questa è la prassi, ossia è la regola acquisita come tale ‘supinamente’, senza chiedersi nulla a tal riguardo. Ma, mi chiedo io, se invece lascio un debito, quel debito passa agli eredi regolarmente. Perché esiste questa differenza di trattamento tra debito e credito?
La mia ‘proposta indecente’ è quella di estendere quella differenza di denaro non recuperato, attraverso l’usufruizione della Pensione, a causa della dipartita dell’avente diritto, all’erede o agli eredi più vicini ancora in Vita. Solitamente i figli. Figli che, molto probabilmente, avranno acceso dei mutui che fanno fatica ad onorare.
In questa maniera si creerebbe un surplus di reddito per le famiglie. Del denaro, tra l’altro’ che spetta di diritto perché regolarmente guadagnato dai genitori…
E invece cosa accade? Che la rimanenza di Pensione non goduta viene statalizzata/sterilizzata, cioè sparisce nel mare magnum della dispersione politico/sociale. E dove va a finire? Nel calderone illusorio del pagamento del debito pubblico o in quello del bilancio dell’Inps: bella roba.
Quanti di quei 45.000 Euro sono nostri di diritto? Calcoliamo quanti ratei mensili di pensione sono stati regolarmente riscossi e il gioco è fatto:
Stampiamoci bene in testa questa verità:
se depositiamo su un conto corrente qualsiasi del denaro, noi quel denaro lo vogliamo interamente indietro, nel momento del bisogno. Anzi, lo vogliamo anche aumentato di quella piccola parte di interesse che la banca ci riconosce per incentivarci a ‘scegliere lei invece che la concorrenza’.
Lo Stato fallirebbe? Beh… accadrà ugualmente, procedendo su questa strada. Ogni ‘cosa’ che si regge sull’ingiustizia è destinata a collassare. È una questione di Tempo.
Tutto incentiva a creare debito.
La cosa più stravagante è che le abitudini ci hanno resi ‘ciechi’.
Tutto va in ‘successione’:
Siamo davvero ‘cosa strana’.
E, ovviamente, dipende anche da noi.
Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com