venerdì 14 gennaio 2011

Tutto scorre, anche l'Oroscopo.




C’è Gregg Braden nei paraggi? Certamente ci racconterà dell’inversione dei poli magnetici del pianeta. Ad esempio possiamo leggere qua alcuni riferimenti a tal proposito. Nel film “2012” si fantastica all’americana addirittura della possibilità di distruzione del pianeta ad opera dei neutrini che iniziano a manifestare i loro effetti sul centro della Terra, riscaldando il nucleo. In “Segnali dal futuro” possiamo assistere alle peripezie di Nicholas Cage alle prese con la divinazione numerica della fine del mondo ad opera del Sole. 

In “District 9” ci hanno evidenziato come sia possibile invertire, non i poli, ma le parti tra umanità e alieni: la differenza sta solo negli “attori”, non nell’abitudine di considerare gli “altri” dei diversi. In “Moon” abbiamo lo sviluppo della tecnica della clonazione ad uso e abuso delle multinazionali spaziali che operano sulla Luna per estrarre minerale preziosissimo in termini energetici. Si evince che i cloni sono sia uguali  che diversi l’uno dall’altro, proprio come da copione nel reame della dualità, però almeno riescono ad allearsi di fronte alla possibilità di sopravvivenza di uno di loro

In “Tron Legacy” è narrata la scoperta, l’accesso e la creazione addirittura di una nuova dimensione “nera”, di acqua e di luce lontana, tutta da “disegnare”. Un mondo nuovo che viene invaso dal conflitto del protagonista che, dal 1982, ne ha avuto di tempo per esternare ciò che aveva dentro. In "Step Up 3" possiamo assistere alla fuoriuscita nella realtà di movenze che erano da sempre dominio del regno dei cartoon  e delle tecniche di animazione più moderne. Assolutamente fantastico quello che riescono a fare quei ragazzi. Spero proprio che sia tutta “farina del loro sacco”.

Che altro? Beh, c’è molto altro nel panorama internazionale del Cinema. Basta sedersi, pagare 10 euro se si vuole assistere allo spettacolo in 3D, montare gli occhialoni sul naso, che dopo un po’ inizia a fare anche male e… Lasciarsi andare, magari con un chilo di popcorn tra le gambe e una bella bibita grande infilata nell’apposito sostegno. Fra non molto tempo, temo che gli spettacoli saranno solo 3D, per cui il prezzo del biglietto passerà dai 7-7,5 euro ai 10 euro “tuttodunbotto”. 

Quanto fa? 45 per cento di aumento? 

Ma dai? Ma l’inflazione “calcolata”, o meglio “inventata”, non è all’uno per cento? Sì, ma non tiene conto del biglietto del Cinema: aaahhh. Adesso capisco.

Insomma ci siamo abituati anche a protestare virtualmente: nelle nostre case, in ufficio, in chat, al Bar, etc. Perché virtualmente? Perché le nostre lamentele vengono "aspirate" prima che facciano effetto sulla realtà. Ci avete fatto caso? Oltre a "tirare" una imprecazione cosa altro possiamo fare? 

Sciopero? Sì, ma si perdono otto ore di lavoro e poi a che serve? Una telefonata in Comune? A chi? All’assente di turno? E poi non serve a niente perché il diretto responsabile ha le mani legate. Una chiamata al Gabibbo? Ma ci avete provato? Si è infilati nella lista di attesa che può anche non chiamarvi mai se il “vostro caso” non è così interessante

Sì: interessante. 

Il vostro caso deve essere adatto ad essere spettacolarizzato in qualche modo. Se uno di noi ha un problema identico a quello presentato il mese scorso, e dunque già mandato in onda, non siamo più interessanti. Che rimane? Il  Giudice di Pace? Certo; ve lo raccomando, e si perde sempre una mezza giornata di lavoro. C’è la mail certificata che non funziona e che se funziona non smuove nemmeno le gambe accavallate della segretaria che legge

Nei tribunali si può leggere distintamente la frase: la legge è uguale per tutti.

Sinceramente non ho mai avuto a che fare con quell’ambiente, però non so se, eventualmente, potrei ridere o piangere del vero significato di quei caratteri cubitali tanto… Oltraggiosi. Ci sono troppi casi, o Avvocati in circolazione, che parlano da soli della verità di quei caratteri cubitali e di quei parrucconi che svettano dominando l’aria. A proposito: il 2010 ha dato alla luce anche “L’ultimo dominatore dell’aria” e “Harry Potter e i doni della morte”. Eilà, mi stavo proprio dimenticando. Che dire? Che c’è anche il mitico Avatar

L’industria cinematografica fa le cose per bene. Si respira aria di perfezione nel confezionamento dei prodotti per la massa. Allora, forse, vale la pena spendere 10 euro per andare al Cinema. Opinabile, soprattutto se ci si va con l’intera famiglia. Anche solo in tre, fa 30 euro circa, più il cibo e le bevande, facciamo 50 euro. Non male per nemmeno due ore di Vita trascorse quasi a dormire.

Perché scrivo questo? Perché sto lasciando andare le dita sulla tastiera. Le dita si muovono da sole, mentre io penso a cosa mangeremo questa sera, al fatto che sono un po’ troppo sedentario, al fatto che il Sole è veramente scomparso da Vigevano. Nel frattempo le dita scrivono ciò che ricevono…

Che senso ha? Boh. 

Che senso ha quando scrivo di “cose serie”? Lo stesso. Boh.

Scherzo, dai :)

Scrivevo all’inizio dell'articolo: “C’è Gregg Braden nei paraggi?”. E, questa volta non scherzo affatto, mi è arrivata mentre scrivevo (20.52) da Macrolibrarsi una e-mail pubblicitaria di chi? 

Ma sì, proprio del mitico Gregg Braden che per "soli" 124 euro + IVA ci delizierà con il suo pensiero illuminato. Cavoli: 124 euro + IVA. Anche l’IVA ci mettono!

Perché costa così tanto assistere personalmente ad un evento del genere? Ma se mi leggo i suoi libri, posso parlare io al suo posto per… Diciamo 25 euro? Va bene? Gli altri 100 euro ve li tenete in saccoccia ed alla fine ne saprete nella stessa misura, come se aveste udito tutto dall’originale. Perché se ne approfittano così tanto? Mi piacerebbe sapere quanto va in tasca a Gregg e quanto va via per l’organizzazione dell’evento.

Viviamo in un mondo troppo esoso. Che non ne ha mai abbastanza. Chiedetelo alla Cortellesi, a Morandi, ad Insinna, alla Clerici, a Ibrahimovic, etc.

Ecco il perché di tutta questa “premessa”. A quanto pare non ci racconta barzellette Braden & Co. se addirittura un aeroporto ha dovuto ridisegnare una intera pista di atterraggio a causa dello spostamento del polo magnetico. Si “parla” anche di ribaltamento dei poli magnetici, ma tanto, come scriveva Bernardino Del Boca:

Il nostro sentire è pieno di idee che vengono generalmente accettate soltanto sul piano mentale.

Non crediamo, in profondità, che certe cose possano accadere; le leggiamo senza nessuna altra percezione. Strano. Perché siamo ricolmi di paure, mentre questa evenienza è mantenuta lontana da noi. Probabilmente l’Antisistema ha trovato il modo di deviare il corso delle emozioni pericolose anche per esso. Infatti una catastrofe planetaria lo metterebbe in serio pericolo, venendo meno la grande massa alimentante. 

Questa energia è viva e intende rimanerlo per il più lungo tempo possibile. 

Leggiamo:

Lo spostamento del polo magnetico costringe l'aeroporto a spostare una pista d'atterraggio.
Chiude la pista principale del Tampa International Airport. La causa, come spesso accade nei rigidi mesi invernali non è il maltempo. Tanto più che ci troviamo nella calda e assolata Florida, meta balneare per mezza America. No, la causa è ben altra. La colpa è da imputare allo spostamento del polo magnetico. Il che ha costretto a rifare completamente la segnaletica della pista di atterraggio dell'aeroporto.
Tampa, Florida - La pista principale dell'aeroporto della città di Tampa in Florida è chiusa fino al prossimo 13 gennaio. Non c'è stata una improvvisa nevicata, come accaduto prima di Natale a Londra, tale da bloccare il traffico aereo per giorni. L'aeroporto di Tampa è stato colpito da uno spostamento del polo magnetico, tale che i responsabili sono stati costretti a ripensare la pista di atterraggio e di partenza. 


Ogni aeroporto infatti e anche i voli aerei sono basati su calcoli relativi a longitudine e latitudine e ovviamente sui poli magnetici

Sono queste coordinate che permettono di volare in sicurezza. Lo spostamento è stato tale da costringere le autorità dell'aeroporto a rifare per intero la segnaletica della pista di atterraggio e di partenza, perché la longitudine e la latitudine non corrispondevano più. Per le carte di navigazione, l'aeroporto di Tampa non risulterà più sotto le coordinate 18R/36L, ma sarà 19R/1L. 

I poli magnetici terrestri cambiano continuamente e quando questo cambiamento supera i 3 gradi, è necessario cambiare la logistica delle piste. I voli al momento sono stati spostati sulle due piste minori, la est e la est-ovest, ma anche esse verranno chiuse a fine mese per cambiare la segnaletica di atterraggio e partenza. Per adesso lo spostamento dei voli ha comportato più che altri il fastidio dei residenti che si trovano nelle vicinanze delle due piste, per l'ovvio rumore causato dai velivoli aerei.
I poli magnetici - I poli magnetici non corrispondo ai due ben più noti poli geografici, quello del nord e quello del sud. In realtà essi si trovano parecchio distanti da essi. Col termine "polo" in astronomia si indicano ciascuno dei due punti sulla superficie della Terra, detti Nord e Sud, verso i quali si orientano le estremità opposte dell'ago magnetico della bussola...


Lo spostamento di entrambi i poli magnetici, è noto come migrazione dei poli ed è una costante del nostro pianeta. Ma c'è anche il problema del capovolgimento totale dei poli magnetici. Essi avvengono a intervalli regolari circa ogni 300mila anni, e l'ultimo secondo gli studiosi è avvenuto circa 780mila anni fa. Secondo i calcoli, un capovolgimento dei poli sarebbe dunque già dovuto avvenire da tempo, cosa che invece non è accaduta. Alcune previsioni dicono per che il polo magnetico del nord si sposterà dal Canada alla Russia nel giro di due anni. La previsione, fatta per primo dallo scienziato canadese Larry Newitt, membro della Commissione Geologica Nazionale del suo paese, trova concordi gli esperti russi che prevedono per il futuro un forte indebolimento del campo geo-magnetico terrestre, con conseguenze negative per il senso dell'orientamento e per la difesa dalle radiazioni in provenienza dallo spazio.
Da Yahoo
 
Se andate a leggere la news direttamente in Yahoo, potrete vedere che bella foto di aereo, con contorno di scie chimiche, hanno inserito.

Che altro? Ma no! Anche l’Oroscopo è "falso"? Ci mancava solo questa. E adesso come faremo ad uscire di casa senza prima avere ricevuto l’imbeccata astrale? E tutto l’indotto che lavora su questo tema? Costoro che sanno interpretare cosa dicono gli astri, non si erano mai accorti che leggevano alla “rovescia”?

Vatti a fidare.

Dunque, lo spostamento di ogni “cosa” è vero. Ne siamo un po’ più coscienti adesso?

 
I segni zodiacali cambiano nel tempo: colpa dell'oscillazione terrestre.
Un recente sondaggio dell'istituto Harris Poll ha scoperto che il 31 per cento degli americani credono nell'astrologia. E anche per milioni di italiani l'oroscopo è degno di fiducia. Ma resteranno delusi nello scoprire che le cose non stanno realmente come pensano
Oscillazione terrestre - Lo zodiaco, che risale agli antichi babilonesi, indica in quale costellazione si trovava il sole nel giorno in cui una persona è nata. Nel corso dei millenni però, l'attrazione gravitazionale della Luna ha fatto oscillare la Terra intorno al suo asse, creando uno sbalzo di circa un mese nell'allineamento delle stelle. E quale è stato il risultato? 


"Quando gli astrologi affermano che il sole è nei Pesci, in realtà le cose non stanno così", rivela Parke Kunkle, un membro del consiglio della Minnesota Planetarium Society. E quindi la maggior parte dei lettori di oroscopi che si considerano Pesci sono in realtà dell'Acquario. Invece di essere sensibili, umani e idealisti, in realtà sono amichevoli, leali e creativi...

"Un tempo le persone guardavano al cielo per comprendere il mondo attorno a loro. Ma oggi non credo che chi si occupa di astrologia guardi molto al cielo"...
Da Yahoo

 
Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011

giovedì 13 gennaio 2011

Tra le eggregore della doppia personalità.





È ufficialmente incredibile! La doppia natura degli uomini è sempre più viva, palese e ringhiante, nel panorama pubblico interconnesso dai Media. Leggendo certe interviste o direttamente il libero pensiero di personaggi di spicco, espresso e confezionato nei libri, è possibile osservare, in maniera finalmente ben distinta, il moto sincero e lucido del “come fare per”.

Come fare per… Cosa?

Come fare per risolvere situazioni, guazzabugli, intrecci secolari, disastri, incantesimi che sembrano non spezzabili. 

Ma allora, certi uomini, non “ci sono” ma “ci fanno”

È questa la prova più evidente. A cosa mi riferisco? Alla nuova esternazione del Ministro Tremonti, il quale espone una lucidità e un nitido disegno perlomeno mentale, per superare la giungla burocratica italiana che soffoca dalle fondamenta il “carrozzone” comune.
Lo so che posso sembrare uno sprovveduto, scoprendo l’acqua calda. Eppure non è così stupido sottolineare il fatto che gli uomini politici, ampiamente “screditati” dalla massa, sono anche persone che hanno ben presente sia la vera situazione nazionale, sia quello che bisognerebbe fare

Ciò dimostra, se fosse necessario accertarlo, che esiste perlomeno una doppia identità in ogni persona di profilo pubblico che, a sua volta, certifica la doppia identità di ogni altra persona a questo mondo. Parlo di doppia identità per racchiudere genericamente il nocciolo duro della divisione entro noi stessi in ics porzioni funzionanti a compartimenti stagni. 

Dunque:
  • è chiara la situazione in cui si versa, “persino” ai politici
  • sono evidenti anche le misure che bisognerebbe adottare per porre rimedio ai guai secolari italici
  • ad un certo "livello" le differenze concettuali e di credo politico spariscono, infatti la classe politica intera costituisce una Casta unica e inossidabile, per cui le divisioni sono solo apparenti e relative alla sfera della strumentalizzazione massiva della gente: è la parte che la gente si aspetta da loro.
È secondo me molto importante questa presa di coscienza diretta che l’Homo politicus ha un cuore e una sensibilità. Questa classe di uomini, ampiamente avvelenata dal comune sentire quotidiano, come può anche solo iniziare a cambiare rotta se si trova tra l’incudine e il martello? Quali sono i due magli che costringono “chi vuole cambiare, parlare, ammettere, discutere” a rimanere tranquillamente dove sta?
  • La consuetudine o la tradizione o la storia – da una parte
  • Le aspettative della massa – dall’altra parte
Ossia? Mettiamoci nei mocassini di un Tremonti a caso. Cosa mai può fare, mosso dagli scrupoli della coscienza, dal relativo amor proprio, dalla propria e genuina professionalità, dall’Ego, dalla volontà di fare bene, un uomo imbrigliato nelle maglie della politica, nelle aspettative degli elettori e delle Lobby? 

Niente. Perché? 

Perché il “rischio” che si corre nell’affermare certe giuste, evidenti, sacrosante “cose”, è troppo alto. Si passa dalla perdita della “cadrega” pubblica, alla perdita di potere anche in ambito privato. Ricordiamo che queste persone hanno anche attività private affiancate a quelle pubbliche. Si può anche arrivare al “sacrificio” estremo, ossia la decisione della Casta di espellere una entità indesiderata, mediante la montatura del “consueto” capro espiatorio. Sino a raggiungere il livello massimo di “esecuzione”. 

I colleghi e la gente, per evidenti e diametrali motivi, vogliono che il singolo politico continui a “non fare niente”, continui a spendere parole elettorali a vuoto e denaro pubblico. La gente lo fa inconsciamente, mentre i colleghi con chiara premeditazione. Il risultato, la somma vettoriale quale mai sarà? 

Semplicemente quello che abbiamo sotto gli occhi ogni santo giorno: il caos sotto forma di vuoto o inerzia.

E invece questi uomini, se lasciati liberi, sanno benissimo “come fare per”. Sono intelligenti, con grande esperienza anche internazionale, sono preparati a fronteggiare l’emergenza continua di un paese che non è dissimile dal Circo Barnum: sono proprio “forti”.
Ma si perdono tra le maglie di un mostro, molto ben raccontato, ad esempio, da Vadim Zeland nella propria opera Transurfing quando parla dei “pendoli”.

Ciò che dice o scrive Tremonti, quando è libero di farlo, tra una smentita del giorno dopo e l’altra, è sempre molto indicativo del potenziale umano messo da parte per compiacere alle aspettative "altrui". Il frattale è dimostrato, ad esempio, dalla differenza che esiste tra l’efficienza nel privato e nel pubblico. 

L’odio della massa e gli interessi della Casta non appartengono più alle persone, bensì all’Antisistema: le eggregore o forme pensiero procreate dagli uomini sono divenute “vive e vegete”. Esse hanno necessità di nutrimento, come ogni altra forma di Vita, per cui tendono ad allargare e perpetuare il dominio energetico sugli attori co creativi che possono emettere della buona energia di alimentazione.

È uno stretto connubio di “coperte troppo corte” per entrambe le parti. Ciò esprime una società attiva, nel senso che cerca un equilibrio che, stando al presente, è evidentemente mancante perché assolutamente non stabile.
Cosa dovrebbe succedere, allora, per permettere a questa classe di uomini di essere padroni di se stessi? Un miracolo? In un certo senso, sì. La società è in costante tensione. Le dinamiche evolutive spingono all’inverosimile in ogni modo. Le persone vengono sottilmente preparate a gestire, a creare il cambiamento. Cerchiamo di aprire bene gli occhi…

È tutto proteso, allineato, per perseguire questo obiettivo.
Nel male e nel bene, l’intento è sempre lo stesso: liberare il potere del Cuore.

Vivere dal Cuore significa, anche, liberare intere classi di uomini che sono prigioniere in carceri di lusso, ma ampiamente svuotanti. Perché per sapere esattamente come la pensa un uomo politico occorre comprare un suo libro? È solo perché vuole guadagnare di più?

Nossignori: questi uomini vogliono lasciare un ricordo di sé molto diverso da quello che emerge dalla pubblica visione dell’affondamento quotidiano del “bel paese”

Costoro intendono fare capire che non sono quello che noi crediamo, quello che noi abbiamo imparato ad osservare dai loro comportamenti ammanettati. È vero che ci sono uomini e uomini, ma del resto, esistono ad ogni latitudine; figuriamoci se non vengono attratti dal mondo mellifluo della politica. Però non sono tutti “perduti”.
Ciò che afferma Tremonti, tra le righe quantisticamente, è un inno al cambiamento evidente: una denuncia dei nostri tempi. La lettura del suo articolo è piuttosto lunga, ma stimolante per l’intuito.

Liberalizzare: le troppe leggi sono la tirannia da abbattere.
La proposta: una legge costituzionale che dia efficacia al principio di responsabilità dei singoli cittadini.
Cominciamo dalla liberalizzazione delle attività d’impresa. Le regole giuste sono un investimento. Sono le regole sbagliate ad essere un costo. E le regole possono essere sbagliate anche perché sono troppe. Con la globalizzazione il mondo è radicalmente cambiato e nella globalizzazione la competizione non è più solo tra imprese, ma anche tra blocchi continentali e sistemi giuridici. In linea di principio si può essere a favore o contro la competizione economica globale. Ma in concreto non si può fare finta che non ci sia. Non ci si può illudere che tutto possa continuare come prima. Nello scenario globale che si è aperto, l’Italia ha davanti a sé l’alternativa tra declino e sviluppo. Se si vuole lo sviluppo si deve cambiare, a partire dal dominio giuridico. Che effetto ha prodotto e produce sull’attività d’impresa l’attuale bulimia giuridica, la massa sconfinata e crescente di regole?
I tre sistemi - Come agire su questa massa di regole, per ridurla?
  1. Abrogazione
  2. Delegificazione
  3. Semplificazione
I processi e i metodi adottati in passato nel nostro Paese sono stati utili, ma non risolutivi.

La soluzione costituzionale - In sintesi le pratiche sopra citate hanno prodotto e possono produrre risultati buoni, ma ancora insoddisfacenti: come i tentacoli dei mostri mitologici, per ogni legge delegificata rinasceva un regolamento, per ogni norma di semplificazione rinascevano una o più norme di complicazione

In realtà il nodo di Gordio, la metafora millenaria della semplificazione, non si scioglie ma si taglia con un colpo di spada. Con una norma che dia efficacia costituzionale e definitività al principio di responsabilità, all'autocertificazione, al controllo ex post, estendendoli con la sua forza obbligatoria a tutti i livelli dell’ordinamento, superando così i problemi del complicato riparto delle competenze legislative.

Follia regolatoria - Non ci sono reali alternative: la cappa delle regole che pesa sull’economia, una cappa che è cresciuta a dismisura negli ultimi tre decenni ed è aggrovigliata dalla moltiplicazione delle competenze – centrali, regionali, provinciali, comunali - è ormai divenuta tanto soffocante da creare un nuovo Medioevo. Dietro la follia regolatoria c’è in specie qualcosa che in realtà va nel profondo dell’antropologia culturale: una visione dell’uomo che è o negativa o riduttiva. La visione negativa è quella della gabbia (l’homo homini lupus)

Il lupo va ingabbiato: è Hobbes

Da questa filosofia sono derivati l’assioma e la contrapposizione moderna fra pubblico e privato, dove «pubblico» è stato assiomaticamente associato a «morale» e «privato» a «immorale». 

La visione riduttiva si basa invece sull’assunto che l’uomo non è certo «a priori» malvagio, ma è tuttavia insufficiente a sé stesso, in parte incapace di fare da solo il suo bene. Ad esso soccorre dunque la benevolenza del potere pubblico

Il nuovo Medioevo - Questi due pregiudizi hanno ormai impiantato un nuovo Medioevo. Come nel vecchio Medioevo tutta l’economia era bloccata da dazi e pedaggi d’ingresso e di uscita, alle porte delle città, nei porti, nei valichi, da status soggettivi e personali discriminatori, così oggi il nostro territorio è popolato da un’infinità di totem giuridici. E’ stato Alexis de Tocqueville, in La democrazia in America, a fare profeticamente la più efficace sintesi del processo che oggi ci troviamo, nonostante tutto, a subire: 

"Il sovrano estende il suo braccio sull’intera società; ne copre la superficie con una rete di piccole regole complicate, minuziose ed uniformi, attraverso le quali anche gli spiriti più originali e vigorosi non saprebbero come mettersi in luce e sollevarsi sopra la folla; esso non sprezza le volontà, ma le infiacchisce, le piega e le dirige; raramente costringe ad agire, ma si sforza continuamente di impedire che si agisca, non distrugge, ma impedisce di creare, non tiranneggia direttamente, ma ostacola, comprime, snerva, estingue, riducendo infine la nazione a non essere altro che una mandria di animali timidi ed industriosi della quale il governo è pastore. Ho sempre creduto che questa specie di servitù regolata e tranquilla, che ho descritto, possa combinarsi meglio di quanto si immagini con qualcuna delle forme esteriori della libertà e che non sia impossibile che essa si stabilisca anche all’ombra della sovranità del popolo". 
 
Visione positiva - Il Medioevo vero è finito, ma il nuovo Medioevo, che ci si presenta come la caricatura giuridico-democratica di quello precedente, ci fa scivolare verso il declino. Non è questa la visione giusta, se della persona si ha una visione positiva, perché si crede giusto investire sulla sua capacità di produrre ricchezza sociale ed economica, sulla sua capacità di concorrere al bene comune. Sull’uomo non si può avere un pregiudizio, ma un giudizio. Come in Sant’Agostino, che riconosceva l’esistenza di una socialità originaria, di una civitas primaria che nasce dalla socialità propria della natura umana; e che è un ordine che ha una sua bellezza propria (Agostino, De vera religione 26, 48). 

Per questo, si può (si deve) avere una visione positiva della persona, delle sue associazioni, della sua capacità d’intrapresa. Con questa visione si può (si deve) cambiare il metodo politico: si può (si deve) considerare il cittadino, prima che come un controllato dallo Stato, come una risorsa della collettività. Si può sostituire il controllo ex ante della pubblica amministrazione con un controllo ex post (che avviene senza ritardare l’inizio dell’attività); si può considerare il bene comune non più come monopolio esclusivo del potere pubblico, ma come un’auspicata prospettiva della responsabilità nell’agire privato.

È tempo di cambiare - L’articolo 41 della Costituzione italiana dispone quanto segue: 

"L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali".

In teoria potrebbe essere formulata l’ipotesi di modificarlo radicalmente. Non credo che questa sia l’idea giusta. Nel "vecchio" articolo 41 della Costituzione ci sono infatti elementi fondamentali che assolutamente devono essere conservati. Ma è arrivato il tempo per operarne un aggiornamento. E’ arrivato il tempo di intervenire su quell’articolo, integrandolo per rimuovere tipi e forme di interpretazione che hanno riportato il Medioevo

E’ stato obiettato che l’articolo 41 della Costituzione ha in realtà sempre funzionato, perché non ha impedito nessuna legge di semplificazione. E’ vero. E’ però anche vero che non ha neppure impedito nessuna legge di complicazione! E’ per questo che con una legge costituzionale non solo va «potenziato» l’articolo 41, in raccordo con la successiva modifica dell’articolo 118 della Costituzione, ma lo si può, lo si deve riformare valorizzando i princìpi morali, sociali, liberali della responsabilità, dell’autocertificazione, del controllo ex post, contro i costi di manomorta e di immobilizzo tipici del vecchio-presente regime

Non è tempo per cercare le colpe della situazione presente. E’ tempo di cambiarla. In questo od in un altro modo che si vorrà (potrà) prospettare in libero dibattito.
Giulio Tremonti
Da www.corriere.it

“I costi di manomorta e di immobilizzo tipici del vecchio-presente regime. Non è tempo per cercare le colpe della situazione presente. E’ tempo di cambiarla”.
L’utilizzo della terminologia “vecchio-presente regime” la dice lunga, molto lunga, sulla vera entità di questi tempi. È il riconoscimento dell’Antisistema in chiave politica. Inoltre la "sintesi" di Alexis de Tocqueville è addirittura disarmante: descrive una lucida follia - l'Antisistema narrato in poghe righe.

L’articolo 41 della Costituzione Italiana recita: L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”.
Mi viene da rabbrividire al solo pensiero che un “articolo” scritto 60 anni fa abbia tutto questo potere: veramente pazzesco. Un simile accadimento altri non è che il frattale delle eggregore, degli incantesimi, che ci trasciniamo dietro come delle pesanti e condizionanti palle al piede, proprio come nell'immagine di apertura di articolo, tratta da "A Christmas Carol".

Inoltre, questo “codice di parole” esprime una libertà e subito dopo gli tarpa le ali. E poi, mi chiedo, dove sia andata a finire l’utilità sociale e il rispetto della dignità umana in certi ambiti delle iniziative private, tipo le pubblicità di suonerie a pagamento per cellulari indirizzate ad abbonamento silente verso un pubblico indistinto, come se i minorenni stessero a farsi scrupoli essendo tutti dotati di apparecchio cellulare. 

I “fini sociali” quali sono in questo caso? È chiaro che uso questo esempio a mo’ di campione, tanto per non scomodare altri casi clamorosi in circolazione. In generale la popolazione minorenne, adolescente ed infante non è per nulla tutelata dal martellamento pazzesco della pubblicità modello Italia 1, nella fascia “protetta” del pomeriggio: una vera e propria grandinata di amenità incredibili coadiuvate dal volume della televisione che, magicamente, si alza da solo. Vero? 

L’articolo 41 è una vera e propria burla. Se questo articolo fosse stato preso alla lettera, la società odierna sarebbe stata davvero tutelata; invece, oltre ad essere uno scudo eterico, questo articolo è stato usato come pretesto solo ed esclusivamente per inventare quel groviglio inossidabile burocratico che ci caratterizza

Colpa dell’articolo 41 o degli uomini?  

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
  
 

mercoledì 12 gennaio 2011

L'Antisistema: un incantesimo padre-madre premuroso ma da sciogliere.





L’Antisistema tiene a noi come al proprio e più caro figlio. Perché? Perché senza di noi l’Antisistema non ha senso alcuno. Quindi? Quindi è per questo motivo che la condizione di una parte del genere umano è considerabile “buona”, nel senso che non manca da mangiare e bere, la maggior parte ha un lavoro, esistono scuole per i figli, una pensione a cui ambire, dei diritti inossidabili, un codice di leggi, una forma di giustizia amministrata dall’altezza degli organi statali. Addirittura esiste una Europa Unita, gli Stati Uniti D’America, la Federazione degli Stati Indipendenti, la Lega Araba, etc.
 
Esiste il mondo moderno, civile ed “evoluto”, e una parte non irrilevante del mondo che versa in un stato inesplicabile di generica mancanza. Perché?

Perché siamo nell’Antisistema: ossia in una “organizzazione” dell’energia che assorbe e replica le mancanze dell’umanità, l’ignoranza dello Spirito della Vita, in maniera tale da renderle evidenti.

È l’uomo che ignora lo Spirito della Vita, mentre l’Antisistema è solo la "tensostruttura" che ospita il genere umano. Come dire che il livello dell’umanità attuale è perfetto per esistere nel reame dell’Antisistema, nello scenario 3D in cui siamo tutti quanti collocati. È un fattore di vibrazione, nulla di più.
 
Osservare “come è come questo mondo” dovrebbe rendere molto bene l’idea del “come siamo fatti dentro”. Ossia, “ a che punto siamo arrivati”…

Ora, cosa succede precisamente in un “reame” come quello che abbiamo nidificato in questo scenario 3D? Che il nostro “pilota automatico”, l’inconscio, è cablato su una modalità di sopravvivenza. Per cui ci “protegge” fedelmente dal pericolo che temiamo di più: morire. Proprio come il Genio della lampada, esaudisce il nostro desiderio numero uno. Un desiderio effimero e sottilmente “vile” per il “cosa saremmo disposti a fare per”...
 
Infatti si vive molto più a lungo di una volta. Ma rimanendo insensibili all’essenza della Vita: l’incontro con la spiritualità che pervade ogni ambito della creazione. Ovviamente si vive più a lungo solo nelle aree del globo “meritevoli”, ossia non sacrificate per mantenere il 20% della popolazione “eletta”.
 
L’ego e l’inconscio dominano su tutto

La società partorita da un simile connubio di pubblica ignoranza è una struttura piramidale a Caste. Le elite che storicamente hanno preso il potere, lo hanno mantenuto nel corso del tempo e di generazione in generazione. 
Per costoro il resto dell’umanità è: niente.

Ricordate cosa pensava Hitler degli Ebrei? Che erano da trattare alla stregua di ratti della peggiore specie. Ecco: questo è quello che pensano gli “eletti” del resto del mondo, dei loro fratelli rinnegati.  Ho solo fatto un esempio, perché ritengo il potere ebraico assolutamente co responsabile dello scempio a cui ci siamo abituati giorno dopo giorno.

Nell’assenza totale di giudizio, cerco di esprimere quello che “sento” (non penso). Perché lo faccio? Bella domanda. Forse è il mio ego che spinge e che mi vorrebbe vedere acclamato dalle folle in delirio per me. Forse è un modo per montare un giro d’affari. Forse sono malato o pazzo. Forse un fallito che non sa più cosa fare, chissà. Tutto è possibile.

Però sono certo che qualsiasi cosa possa fare io, e qualunque altra persona, ebbene quella “cosa” è assolutamente necessaria per il bene comune e va perseguita  senza indugio. Basta ricordare i roghi della Chiesa e sincerarsi di avere ben compreso chi fossero quelli che venivano bruciati di fronte all’intera popolazione riunita in serena visione dello spettacolo. Chi erano? Lo ricordate? Bene.

Nessun giudizio è il “piccolo” attributo da maturare

Perché viviamo in un ambito d’energia nel quale è facile smarrirsi, nel quale tutto sembra vero e sembra falso allo stesso tempo. Basta vedere gli usi e le tradizioni degli svariati Stati del mondo. Non solo. Questo discorso vale ogni qualvolta ci siano due o più umani che vivono in una comunione di spazio.

Il linguaggio rende schiavi della parola e delle sue molteplici facce. Infatti la parola è ridefinita dal personale filtro della sensibilità, educazione, cultura, ceto, religione, orientamento politico e sportivo, ecc.

Ognuno di noi è unico e irripetibile. 

Nemmeno con la clonazione è possibile replicare integralmente una essenza umana. E questa unicità l’abbiamo usata per confonderci le idee, cercando di imporre delle strutture organizzate “buone per tutti”, piatte ed impersonali. Sicuramente un onorevole intento, ma nel reame dell’Antisistema il potere dominante secolare è assolutamente alla regia delle dinamiche del mondo. 

Per cui il “buono per tutti” diventa il “buono per loro” e per una parte privilegiata della popolazione che “serve per fare andare avanti le cose”. La popolazione che gode di questo trattamento di favore è come l’olio per lubrificare le parti meccaniche in movimento delle macchine. Senza questa fetta di popolazione la Casta non esisterebbe, come non esisterebbe più la struttura sociale a cui ci siamo abituati.

Siamo tutti sulla stessa barca, cosa altro significherebbe? 

Chiediamoci cosa sarebbe peggio. Un mondo che cade a pezzi di colpo oppure un mondo che cade a pezzi progressivamente? Meglio la seconda ipotesi; perlomeno rimane inalterata la possibilità del “risveglio” nel maggiore tempo a disposizione. Il risveglio è quell’autoeducazione che stiamo imparando silenziosamente vivendo a questa frequenza dell’energia solidificata. È inutile negare che “esiste un progresso” nell’arretramento del mondo

Ed è inutile negare che la popolazione “rimasta indietro” è un testimone scomodo per il resto dell’umanità che non fa nemmeno finta di “non sapere come vivono gli altri”. 

Perché? Perché le televisioni gongolano ogni giorno, mentre si è a tavola con la pancia piena, sui drammi che accadono nel resto del pianeta. Ci dicono questo perché siamo curiosi di sapere “quanto stanno male”…

L’uomo “evoluto”, occidentale o orientale, si lamenta seriamente solo quando non ha più da mangiare: allora sì che scende in piazza a far le rivoluzioni come nel passato. Questo uomo pretende di mantenere inalterato per sempre questo scompenso emisferico. Questo uomo pensa solo per sé e per la propria famiglia, per qualche amico o parente. Insomma per una stretta cerchia di individualità legate a lui.

Esistono le faide familiari a testimoniare questo discorso. Le “famiglie” mafiose sono forse l’esempio più diretto. Allora? Niente, no? Come dice il papà di Nemo, Marlin, incontrando lo squalo Bruto:

- Cosa ci fanno in giro due teneri bocconcini come voi?
- Niente. Non facciamo niente. Non siamo nemmeno in giro.

Chissà quando gli “squali” cattivi inizieranno a pensare:

“Io sono uno squalo buono, non un automa divoratore di pesci. Se voglio cambiare questa immagine di me devo prima cambiare me stesso. I pesci sono amici, non cibo”.
Lo squalo Bruto in “Cercando  Nemo

Riassumendo, l’Antisistema in quanto resistenza, ha inglobato, programmandosi di conseguenza, il buio, la paura e l’ignoranza del genere umano, una qualità di controllo sulla stessa comunità globale. Ha come assunto questa funzione per “polarizzazione diretta” ad opera dell’umanità in fase di stand by

L’Antisistema è divenuto come il Golem: programmato per fare qualcosa dal suo “costruttore” immemore. 

Ciò che manca all’uomo, in termini di consapevolezza e conoscenza del sé, verrà estratto meccanicamente dall’Antisistema in un modo o nell’altro. La sua resistenza renderà progressivamente manifesta questa parte ancora latitante nell’uomo

Con le bastonate o con la fame il genere umano imparerà a conoscere il proprio alter ego nei panni dell’Antisistema e, una volta conosciuto per bene, non lo dimenticherà mai più.
Da questa lezione, che stiamo vivendo nel nostro presente, impareremo a conoscerci meglio perché, purtroppo, abbiamo scelto una via perigliosa per “capire”

Gli organismi internazionali, ad immagine e somiglianza della Casta, provvederanno sempre a stanziare risorse economiche per salvare il salvabile. Sarà difficile che la popolazione privilegiata torni a provare i morsi della fame, perché il denaro è virtuale, come al Monopoli, e ne possono creare in maniera infinita. Tanto, chi li controlla? Fanno tutto loro. 

Avremo sempre quel tot che basta per tirare avanti, perché questo fatto è imprescindibile da parte della Casta, che intende regnare in eterno, e dell’Antisistema che si “nutre” proprio delle nostre vibrazioni più abbondanti, ossia quelle basse legate alla paura.

Esistono sempre due facce della medaglia. 

L’Antisistema ci ha “preso gusto” ad essere così ben alimentato e a servire per uno scopo tanto nobile come quello evolutivo per una nidiata di co creatori da plasmare. La Casta, che si occupa del “lavoro” pratico, è anch’essa tronfia di un simile posto da protagonista ma, forse senza saperlo, serve davvero un più alto scopo celeste. 

Le due componenti del controllo non pensano minimante di “lasciare l’umanità al proprio destino”, per cui bramano di poter godere di tanta prosperità energetica e di potere, per il più lungo tempo possibile

Non pensiamo minimamente di avere a che fare con degli sconclusionati egoici e paranoici: essi “sanno” quello che noi tutti abbiamo dimenticato.

Quando giungerà il tempo, sapranno addirittura meravigliarci e li ringrazieremo per tutto quello che hanno fatto e preservato dall’opera distruttrice dell’ignoranza umana globale. A che serve altrimenti tutto il segreto  a cui hanno sottoposto l’antico sapere? 

Forse, a volte, si sono fatti prendere la mano, perché anche tra di loro esiste l’ignoranza ed il problema dell’autoeducazione. Solo che i loro metodi si avvalgono ancora di un sapere che facilita di molto il compito di educare e di imparare. E poi ci sono dei grandi moti di responsabilità che, una volta compresi, educano in maniera automatica ogni entità che si abbevera in loro.

Riporto uno stralcio interessante dal libro “La dimensione umana” di Bernardino del Boca, con il quale mi sento in grande sintonia. 

Dalla sua lettura intuitiva ho scoperto una delle funzioni di questo Blog. Diffondere idee che disturbano con un chiaro scopo: capire dove si trova il puntino “Voi siete qua”.

La letteratura teosofica è piena di idee che vengono generalmente accettate soltanto sul piano mentale

Esse si sono perciò cristallizzate senza aver modificato l’individuo. 

Per distruggere queste cristallizzazioni è necessaria una ginnastica mentale che induca, su piani diversi e con gli elementi culturali più disparati, a un riesame  di ciò che è stato incasellato nella nostra mente

Questo libro presenta perciò idee che disturbano, dubbi che ci fanno riesaminare ciò che abbiamo fatto nostro nel passato, illustrazioni che ci costringono a rapide sintesi mentali ed emozionali: tutti mezzi per capire chi siamo e in quale stadio ci troviamo nella nostra evoluzione. Ciò è possibile perché ogni idea, ogni pensiero, ogni illustrazione ci richiama ad un nostro problema. Ognuno di questi problemi ha origine da una scelta culturale ed è stato registrato nel nostro casellario mentale come un simbolo di un particolare aspetto del fluire della Vita dentro di noi.
 
Lo speciale compito dei Teosofi e degli spiritualisti è di decifrare questi simboli per poter distinguere chiaramente la realtà spirituale da quella materiale e cominciare a basare i valori della nostra Vita più sulla prima che sulla seconda. Con questa ginnastica mentale ed intuitiva si può facilmente imparare ad usare bene la propria mente e a condizionare il proprio modo di vivere per collaborare con tutto ciò che prepara l’avvento del prossimo piano di coscienza dell’umanità. 

Ma si deve ricordare che i pensieri sono dei mezzi e che è pericoloso identificarsi con essi”.

Comprendo sempre di più la filosofia dei Wingmakers, basata proprio sulle differenti forme d’arte. Nel film "Coraline e la porta magica", tratto dal libro di Neil Gaiman, possiamo assistere ad una versione animata dell'Antisistema.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011