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venerdì 27 marzo 2015

L’Unto e l'Accorto (l'uno e l'altro).


 
Il "problema è che... non esiste il problema", per cui... "non sai mai da dove cominciare, perchè non sai nemmeno... dove andare".
Non sai mai che cosa venga prima di altro.
Non sai mai che cosa fare, pensare, immaginare… Mai come fare a “lasciarti andare”, perché percepisci che è solo “(af)fidandoti a/di te stesso/a” che qualcosa cambia nella "sua" sostanza, ma… “lato tuo”.
Ignori l’esistenza della "gerarchia". Ignori l’esistenza del Nucleo Primo e di tutto quello che ne (con)segue.
Intuisci, però, molti di quegli aspetti fonda(mentali) che, uniti d’assieme, possono farti (ri)uscire da questa vestizione ad (p)Arte del tuo complesso.
L’intuizione, da sola… conta ben poco, se di (con)seguenza non rag(giungi) anche la capacità consapevole, di “guidare le operazioni diretta(mente) dal tuo terzo stato o centro sovrano d’essere”.
Non (ri)cordi. Sai quello che devi sapere, cioè, “nulla di buono per te”.
Sei (s)oggetto a “reset continui” (come... mal di testa), che fanno passare tutto in secondo piano e ti autorizzano a credere che la ciclicità sia naturale.
Ruoti attorno ad un falso segnale, ad un artificio artificiale/contabile, ad una luce non certo casual(mente) (pre)disposta…
Il tuo “problema” (che non esiste) è che sei attaccato a questa forma di esistenza (alla “tua” pelle), per cui temi di morire, temi il dolore della morte, temi di perdere tutto ciò che hai accumulato in Vita, temi di perdere l’affetto dei tuoi familiari più cari, etc.
Tu hai paura.
E la paura è la colla più potente, che ti per(mette) di vivere anche a testa in giù, se è utile per sopravvivere.