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martedì 11 marzo 2025

Punto di rottura.


Ogni mattina uno sveglione si alza e sa che dovrà…

Quale è il tuo (punto o momento di rottura). Sino a “dove” riesci (sempre) ad auto manu-tenere (l’AntiSistema) il “tuo” stile di vita. Uhm. Bah. Che ne dici, “te”. Chi

Cosa. Ah

Studi a memoria la (solita) “storia (deviata)”, ove sono già successi genocidi di ogni tipo = genocidi e, … ti dici e pensi, “mai più qualcosa del genere; come diamine le persone del tempo lo hanno permesso!”. No? E non ti rendi conto che nella sostanza è sempre qu-El “tempo”, poiché sempre “ora” è (qua, così).  

Sembra proprio, anzi… non sembra proprio che l’oro (qualcuno che non esiste ma c’è) si “nutra(no)” di morte violenta e non solo. Di… “sacrifici”. Del “tuo” l’auto auto sopravvivere nell’AntiSistema, come se lo alimentassi mediante – anche – tale processo, processione. C’era (c’è) il quel “film”, uhmFantasmi; una lunga fila di “anime (dannati)” che Oltre allo specchio (del Re-ale manifesto, riflettente) scorrevano sino ad un non ben precisato “punto di arrivo”


Una sorta di Buco Nero che ti ha ma “niente” = lo devi “dimostrare”. Già! “Ci vogliono le prove!”. Sei veramente messo male (qua, così). Qualcosa che, per auto innescarti… “manca sempre qualcosa”. Qualcosa che ti auto in-trat-tiene. Le “sirene di Ulisse”. Meglio: il ri-suono (eco, in-canto) che ti ha però “non ne sei mai certo”. De che. E, poi, non vorrai mica rinunciare a tutto questo popò di roba, che corrisponde al “tuo” benessere, alla faccia del resto del mondo, soprattutto di quello che non vedi e, quindi, “sti cazzi”. 

L’ignoranza è una benedizione? Se sei un vigliacco, sì!

Se non intendi soffrire, lo sembra; quando però tocca sempre agli altri. Ti verrà da pensare che “hai già dato”, magari non direttamente ma attraverso gli avi. No? Quindi, ora tocca ad altri. E che cavolo; non può mica succedere sempre a “te” oppure alla “tua” stirpe. Come se gli altri non fossi sempre “te” (qua, così). 

Ti viene da ri-pensarlo, forse, quando ti conviene

Quando fare gioco di squadra ti dice bene. Quando hai necessità di protezione. Quando ti senti debole, solo, in balia, etc. Ecco il punto di rottura individuale, in tal “caso” coincidente con il fondo scala negativo = la sofferenza. Mentre, l’altro punto di rottura è basato sulla forza, sulla potenza che senza controllo non è “niente”: non te ne “Fai…” niente. 

L’innesco è l’esserci. La leva che può “sollevare il mondo”. 

Riesci ad auto considerarti (come) “Dio”? Ecco il punto di rottura superiore. Mentre quello inferiore è sempre più prossimo (qua, così). Non a caso “quando non hai più nulla da difendere”, … stacchi la zavorra e getti sul tavolo il carico da 90 (che non è più la paura, bensì… ciò che attraverso la paura auto intrat-tenevi a livello di potenziale contemporaneo). Ma, cosa “non hai più da difendere” se non il “tuo” interesse individuale o avere. No? Della condizione italica, infatti, che te frega se (se) a “te” continua a derivare quella sorta di “benessere” a carico del “prossimo”. Ci sei

Quando il “debito pubblico” è spalmato su tutti ma a “te” non tange affatto. Quando il “peccato originale” è condizione comune e “allora?”. Quando “non è vero”. Quando “ma sì”. Quando “si vedrà”. Quando “a me non tocca per niente, sono protetto”. Quando “non ci credo”. Perché? Perché risuona come le immagini sui pacchetti delle sigarette: “figurarsi se è così”. Una rappresentazione “esagerata”, filtrata in tal modo da “te”, dalla “tua” mente, bah… permette a l’oro di sbatterti in faccia persino la verità, in-tanto! Ecco che sei alle prese, or dunque con:

la verità che ti giunge da l’oro
la “verità” che è la Verità inversa mentre ti raggiunge nella condizione ribaltata ad angolo giro, “te” (qua, così)
la Verità (p-arte della tri-unità I-Ambientale – legge, strumento, memoria – o Log di Macchina).

In-somma, sei imp-regnato dalla Verità, in ogni salsa o variazione sul tema. Anche nell’AntiSistema. Il “problema numero uno” sei quindi proprio ed esclusivamente “te”, il che consiste nell’accorgerti sostanzialmente = il “risveglio” è questo. Altro che la “spiritualità” od ogni tipologia di “offrire l’altra guancia”. 

Sveglia, sveglione!

Perché la mia mente canta sempre?
È l'effetto di un earworm (letteralmente: verme dell'orecchio), detto anche Mir (Musical imagery repetition: ripetizione di immagini musicali): un motivo che ci torna in mente indipendentemente dalla nostra volontà

Sbagliato: perché la mente non è tua ma “tua”, essendo già successo tutto quello che “ora” temi di più e che, di conseguenza, ti guardi bene dall’affrontare, auto rimanendo nella “tua” zona comfort, dove “chi ti ammazza” = è sempre lo status (quo, qua, così) a imp-regnare.

Mentre, a chi tocca, tocca = chissene… Wow; un vero e proprio giogo di squadra. “Bravo”! Se non ti sei ancora “rotto”, significa che al peggio non c’è rimedio (qua, così). Alias, ti abitui a/in qualsiasi condizione, auto manutenendo (permettendo) il “tempo” che ti ha ma “niente”.


 
 

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2025
Bollettino numero 3908
prospettivavita@gmail.com