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martedì 24 maggio 2011

Tra luce ed interferenza.





Lasciamoci andare, anche quest’oggi, al flusso delle informazioni che giungono per noi. Il termine ‘noi’ dovrebbe essere, in realtà riferito a ‘me’? Non più. Mi sono reso conto che il concetto di risonanza estende in automatico e travalica l’utilizzo della terminologia del linguaggio. 

Se il linguaggio rispecchia le dinamiche interne al Dna, in relazione alla comunicazione delle sue parti, allo stesso tempo, ‘le sue parti’ costituiscono il nostro ‘essere’, per cui ha senso definire e visualizzare una differenziazione territoriale, una separazione? Non ha senso e ha senso, nel momento in cui trasferiamo la nostra consapevolezza nell’ambito riferito al ‘me’ o al ‘noi’ o al ‘loro’. 

È una questione di presenza e centratura. 

Mi rendo conto che ormai tracciare una linea netta di separazione, serve solo a ‘specializzare’ la ricerca, nel senso di renderla più fine, più personale, ma alfine quello che si scopre, che s’evidenzia, rientra sempre in una questione frattale dell’esistenza/creazione. È 'tutto talmente radicato nel tutto’ che non è possibile fare a meno di osservare la divinità espansa e sparsa dentro e tutt’intorno a noi

È sempre più evidente come il giudizio sia solo un modo per sfuggire a se stessi, evitando di auto osservarsi; come se fosse una forbice, taglia parti di noi e le incolla addosso agli altri, i quali non possono fare altro che rappresentarci, pur essendo al contempo se stessi. È un concetto quantico di sovrimpressione d’immagini a 360 gradi, immagini multimediali ed interattive, vive, che accadono allo stesso tempo, con funzioni diverse, variegate e identificanti differenti dimensioni della comunicazione non solo ‘sottile’. 

Le cose succedono allo stesso tempo ed hanno significati composti e sedimentati dalle dinamiche Celesti. Io sono, come ognuno di voi, il risultato evidente di una serie molto grande di elaborazioni multidimensionali dell’energia, che accadono allo stesso istante, ossia il cui ‘sbocco’ nella realtà 3d accade allo stesso tempo. Da questa prospettiva è possibile comprendere come Steve Rother possa sostenere che il Piano Divino non esista e che il ‘finale’ lo dobbiamo ancora ‘scrivere’, mentre allo stesso tempo, o allo stesso non-tempo, esista un Piano Divino che tenga in considerazione anche questo aspetto svincolante del Libero Arbitrio

Ricordiamo che Gurdjieff ci ha informato che la Legge d’Ottava esprime una verità che può anche invertire il proprio 'percorso', tranne l’onda principale, quella primaria. 

A cosa corrisponde questa onda ‘Madre’? Se non al Piano Divino, all’intenzione del Creatore, a che cosa potrebbe corrispondere? Alla nostra intenzione animica individuale o globale? Certo: intenzione che nel momento in cui si centra, corrisponderà ancora a quella del Grande Padre/Madre.
 
Il viaggio ha una meta certa e sicura, ma il viaggio può protendersi in maniere anche ‘bizzarre’ ed incerte. In queste anse avremo e proveremo l’esperienza di esserci persi e abbandonati. Ma il campo morfogenetico che guida silenziosamente l’evoluzione non smette mai di accompagnarci quanticamente. Anche la scienza di frontiera, quella d’avanguardia, registra la presenza di questi campi guida eterici. Sono riconosciuti ed hanno permesso di superare l’empasse vissuta da Einstein quando ‘ciò che vide aprendo la porta’, lo indusse ad esprimere la famosa frase ‘Dio non gioca a dadi’, osservando le differenze nel comportamento delle componenti subatomiche dell’atomo, come gli elettroni, che, per dirla in maniera colorita, non sempre rispondevano alla stessa maniera ad un apporto di energia e non sempre saltavano di livello. 

Questo ‘delta’, questa imprevedibilità delle componenti invisibili della materia, lo indussero a fermarsi. La 'leggenda' vuole che Einstein si fosse impaurito di fronte a questa interferenza non spiegabile, ma  io credo che ciò che scoprì andò molto più in profondità di quello che ci è stato tramandato dall’Antisistema. Questo ambito della conoscenza che ‘la società ha’ è il risultato di un’opera di ritardo che corrisponde ad uno dei semitoni mancanti nella scala vibrazionale della Legge d’Ottava, che Arguelles riporta, ad esempio, all’interruzione dell’armonia delle Sfere Celesti presente nel Sistema Solare, ossia al ‘famoso’ Pianeta mancante, perché sbriciolato, che attualmente caratterizza la fascia asteroidale tra Marte e Giove:

In astronomia si definisce fascia o cintura asteroidale una regione di un sistema planetario ricca di asteroidi caratterizzati da parametri orbitali simili. Il termine è talvolta impropriamente utilizzato, per antonomasia, per designare la fascia asteroidale più rilevante del sistema solare, la fascia principale, compresa fra le orbite di Marte e Giove.
Da Wikipedia 
 
Quell’antico Pianeta 'mancante', dimostrato anche teoricamente dalla successione numerica della scala di Fibonacci, è la causa da cui, a cascata, s’emana la mancanza di armonia che abbiamo registrato nel corso della storia umana. 

Difficile a credersi, vero? 

E infatti non ci crede nessuno, ma per me questo discorso, invece, è molto più autentico di ogni altra teoria scientifica accompagnata da formule e grandi menti umane. Il 'tutto' ed ogni sua infinitesima parte è la risultante di una vibrazione. Più pura è questa vbrazione e più pura è la Creazione. Se ad un certo punto, la ‘purezza’ iniziale ed inerziale del Logos viene in qualche maniera ‘disturbata’, da un qualcosa che s’inframmezza, ebbene da quel punto in poi si genererà una singolarità, il cui ‘cono’ avvolgerà, abbraccerà, la Vita che s’estenderà da quel nuovo inizio in poi

L’alimentazione di quel braccio di esistenza sarà manchevole della vibrazione superiore di purezza infinita e teorica. Ecco allora un altro concetto di dimensione e di manchevolezza della ‘luce’, di un velo che copre eliminando una componente di fondo del segnale principale, una sorta di filtro passa-non passa. Dobbiamo rammaricarci di questo accaduto? Giammai, dal momento in cui ‘noi siamo’ sempre scintille divine. 

La consapevolezza di questo fatto ci deve condurre a maturare quell’energia di compensazione del gap esistente nel Sistema Solare. 

Da un certo ‘punto’, dal fantasma eterico di quel Pianeta scomparso, s’emana un influsso negativo, nel senso di disarmonico ed imperfetto, manchevole dell’armonia superiore. Che cosa è successo? Le tavolette Sumere, tradotte da Sitchin, narrano di scontri Celesti e di distruzione di un Pianeta dalle cui ceneri nacque l’attuale Terra e la Luna:

'Quando in alto il cielo ed in basso la terra non avevano ancora ricevuto il loro nome, niente esisteva se non Apsu e Tiamat: essi contenevano tutto, e le loro acque si univano nel corpo di Mummu’. 
Enûma Eliš - Incipit del poema.
Da Wikipedia

Cosa è contenuto, tra l’altro, in questo antico poema, di ‘rilevante’? Vediamolo:

… Tiāmat, irata per il destino del suo sposo, mosse guerra agli altri dei alleandosi con il mostro Kingu e con altre divinità; soltanto Marduk, figlio di Ea/Enki, osò affrontarla, chiedendo in cambio di diventare re di tutti gli dei, e la uccise con una freccia. Poi ne tagliò in due il corpo: una parte diede origine al cielo e l'altra alla terra. Con il sangue di Kingu formò gli uomini perché servissero gli dei.
Da Wikipedia

Possiamo notare la nascita del Karma, legato alla violenza, all’ambizione, alla separazione, che a cascata si riverserà sull’umanità posteriore. Di frattale in frattale: che cosa è il ‘peccato originale’? Che cosa rappresenta? E che che cosa rappresenta il ‘debito’ che, ad esempio, ogni cittadino italiano riceve non appena viene al Mondo? 

Dei riflessi di un qualcosa che è accaduto nelle pieghe del tempo. 

Mi sembra inutile scrivere ogni giorno che ‘tutto è opportuno’, però lo faccio ugualmente al fine di non abbassare la vibrazione di/in coloro che leggono. Nulla è per caso. Il piano divino ci 'assiste' anche se il finale, relativo all’umanità, lo si deve ancora scrivere. Cosa faremo tutti insieme, cosa decideremo? 

Io sono molto positivo, e voi? Tutto ciò che abbiamo potuto generare, ci corrisponde ma solo fino ad un certo punto, perché nel reame del tempo ogni forma associativa tende a camminare con le proprie ‘gambe’, sfruttando l’energia dei creatori e dei membri.  

Vadim Zeland lo mette molto bene in evidenza nella sua trilogia del ‘Transurfing’, quando affronta il meccanismo oscuro dei ‘pendoli’.

Le entità parassite che ‘ci hanno’, vivono di questo: alimentarsi a nostro scapito ed inducendoci a generare un ecosistema adatto alla generazione di energia negativa da parte del genere umano in sofferenza e separazione. I ‘pendoli’ li riflettono, riflettono la loro ‘sete’ energetica, così come li riflette il mito del Vampiro o, nei reami della Natura, quelle forme viventi di succhiasangue. Anche in ambito energetico, l’umanità è stata spinta a sviluppare e scegliere forme d’energia a termine, che rispecchiano la paura delle entità che controllano le dinamiche del Mondo tridmensionale. 

La scarsità è imperante. L’abbondanza è divenuta una utopia e il retaggio di una classe dominante e sfruttante il resto dei loro simili. Capite che c’è qualcosa che non va? 

C’è un segnale distorcente che ha permesso a queste creature di agganciarci nel viaggio esplorativo di noi stessi riflessi nel/dal tutto. 

La sinfonia delle Sfere Celesti è venuta meno. L’onda emittente è stata traslata rispetto alla sua vera portanza.

Tutto ciò che s’alimenta del suo raggio traente, della sua guida morfologica, che cresce sotto alla sua ombra, che staziona nel suo cono d’azione, risente di questa imperfezione o alterazione dimensionale delle armoniche, sfasate rispetto all’onda primaria del Creatore. È come vivere sotto ad un ombrello che… protegge o separa?

Le persone sono indistruttibili, ma le organizzazioni no.
Nel lavoro che faccio con le persone e con le organizzazioni, non smetterò mai di sorprendermi della capacità che manifestano le persone di essere resistenti, forti e resilienti.

Anche gli eventi più traumatici, le situazioni più problematiche, le sfide più difficili... raramente danneggiano davvero un individuo.
Certo, possono ferirlo... possono farlo star male, ma difficilmente causano un danno permanente.

Le persone possono sopravvivere ai più devastanti disastri naturali e mantenere un equilibrio mentale quasi inalterato. E riprendersi presto. Ma le relazioni possono essere distrutte da una sola, singola parola... da un’unica azione, o da un’unica non azione

E questo, per me, ha delle implicazioni importanti sulle/e nelle organizzazione di persone, e negli ambienti di lavoro... Di solito è condivisa tra le persone l'idea di percepire i propri simili come 'fragili', e questo porta a considerare persone che hanno avuto un'esperienza traumatica come se fossero una specie di 'oggetti danneggiati', che non funzionano più bene.

E semplicemente... non è così. Non è che magari non soffrano, ma spesso non 'funzionano' molto peggio di come funzionavano prima. Le persone sono molto più forti delle organizzazioni.
Ed il motivo per cui non riconosciamo la vulnerabilità e la fragilità intrinseca delle organizzazioni è che difficilmente ci rendiamo conto che le relazioni che costituiscono una organizzazione sono reali. Sono quasi... solide, cose esistenti e con una propria identità.

Anche persone esperte di dinamiche dei gruppi, o lavorativa, spesso tendono a considerare una organizzazione più come una unione di persone che altro. Ma le relazioni, i collegamenti che costituiscono l'organizzazione sono assolutamente reali ed hanno una vita propria.
 
E determinano in grande misura quello che sarà il comportamento ed il carattere della struttura ... e il comportamento delle persone che fanno l'organizzazione.
Da
www.somaticamente.com 
 
Simone Pacchiele identifica molto bene questa dinamica. È come nel nuovo episodio dei ‘Pirati dei Caraibi’, in cui Capitan Barbanera ha il pieno controllo della propria nave, assi e corde comprese

Ogni singolo anfratto della nave è assolutamente vivo e dotato di sensienza. 

Barbanera ne detiene il controllo grazie ad un oggetto, la sua spada, tramite il quale ha la meglio sull’agglomerato del vascello. Tutto il resto del personale di bordo  è invece soggetto alla potenziale azione dell’energia della nave ed, in un certo senso, anche Barbanera stesso, il quale non esce mai dal proprio alloggio e non si fa mai vedere da nessuno

La nave è una struttura magica che necessita di energia e quindi si prende le vite dei membri dell’equipaggio e tutto ciò che la condotta dell’equipaggio porta ad essa in termini di bottino e di vittime. La nave rappresenta un ‘pendolo’, un incantesimo ed un frattale di ogni altra forma aggregativa umana. Le vele, pur piene di strappi e lacerazioni, fanno viaggiare a grande velocità perché non necessitano della forza del vento ma trae la forza dall’energia delle persone che le alimentano inconsciamente.

Allo stesso modo le persone alimentano questo paradigma, barattando la propria Vita per del denaro che serve per avere l’impressione di vivere, per rimanere attaccati per più tempo possibile a questo scenario che rappresenta l’isola sperduta nell’oceano del film sopracitato. 

Un’isola che nel tempo diventa ‘tutto quello che sembra esistere’: una abitudine... 

Si può vivere senza comprare?
Basta con gli acquisti d'impulso e quelli di cui ci si pente appena si superano le casse. Grazie anche ai social network si sta diffondendo un nuovo approccio all'acquisto, ecosostenibile e solidale, che trova nella Rete, o meglio nelle reti di amici, il fondamento stesso della sua esistenza

E gli scambi, in varie forme e modi, stanno vivendo una nuova epoca dell'oro.
 
Ma non è solo un modo di risparmiare, tanto più in tempo di crisi: è una vera e propria rivoluzione nei consumi. A parlarci di questa nuova filosofia dell'acquisto è stata Alessia La Villa, 35 anni, creatrice del gruppo su Facebook 'Riuscire a vivere senza soldi'

Nato meno di un anno fa da una discussione fra amici, il gruppo è diventato un punto d'incontro e un 'laboratorio' virtuale grazie al quale dimostrare che non è necessario ricorrere al portafogli per ottenere ciò che serve a essere felici. Basta smettere di pensare che i soldi sono la risposta a tutto e considerarli una seconda opzione rispetto agli scambi fra amici e conoscenti.
'Si tratta di capire quanto un oggetto ci serve — ha spiegato Alessia - e per quelli non indispensabili nell'immediato cercare all'interno della rete. Quante volte è capitato, parlando con degli amici a proposito di qualche acquisto d'urgenza, di sentirsi dire 'se me lo dicevi prima te lo potevo prestare io' oppure 'sai quanti ne ho a casa?’…
 
Gli scambi nella rete ti insegnano a non pensare solo al ricevere ma anche all'offrire'.
 
Ci sono però due problemi che possono ostacolare questa nuova filosofia dei consumi:
  1. Il primo è l'affidabilità delle persone a cui si prestano gli oggetti di elevato valore.
  2. La seconda è la vergogna che alcuni possono provare nel chiedere oggetti in prestito. 
'Molti non osano chiedere perché si sentono in difetto. Si sentono a disagio perché temono di essere giudicati persone che non vogliono spendere o che non possono permettersi determinati acquisti'. Bisogna uscire dal pensiero che chi chiede qualcosa lo fa per tirchieria. 

Il circolo di scambi — sostiene Alessia - crea legami di solidarietà che vanno ben oltre il semplice guadagno materiale. 

Non a caso per il gruppo su Facebook è stata scelta come immagine un bersaglio colorato: per fare centro bisogna liberarsi dell'idea che sono le cose, e il loro accumularsi, a dare la misura del proprio valore. 'Gli oggetti, di qualunque tipo, possono essere utilizzati anche temporaneamente e poi rimessi in circolo — conclude Alessia - in un fluire che ti permette di usare le cose senza mai esserne usato. Allora sì che potremmo dire di aver colpito il bersaglio!'.
Da Yahoo 
 
Cambiare paradigma si può. Servono le alternative. Alternative che sembrano non esistere solo perché non le abbiamo ancora ‘autorizzate’ a livello di massa. In realtà il potenziale per trasformare ogni ambito del percepito è sempre presente e passa lungo ogni nostra Vita: lungo la via del ‘Conosci Te Stesso’.

Alla ricerca di una seconda Terra.
Gli scienziati potrebbero finalmente aver trovato il primo pianeta extrasolare potenzialmente abitabile: si tratterebbe di Gliese 581d, un pianeta roccioso in orbita attorno alla nana rossa Gliese, a 20 anni luce da noi (qualcosa come 189.000 miliardi di km), nella Costellazione della Bilancia...
 
Secondo Living Planet Report, una Terra di scorta potrebbe proprio esserci utile: se andremo avanti a consumare le risorse naturali al ritmo attuale un secondo pianeta da sfruttare diventerà indispensabile attorno al 2030

Siamo quindi di fronte a una scelta: adottare uno stile di vita ed economico sostenibile o... prepararci a un lungo lungo viaggio?
Da Yahoo 
 
Una Terra di scorta? Un secondo Pianeta da sfruttare? Ma che linguaggio ci identifica? C’è davvero da provare vergogna. Costituiamo davvero una colonia virale? Siamo come gli sciami di cavallette che imperversano su raccolti? Siamo davvero così?
   
No. 

È l’ombra che ci veicola che lo è. Noi abbiamo permesso che questa azione fosse perpetrata a nome nostro ma non è assolutamente il volere dell’umanità. Chi si nasconde 'dietro' ci maneggia come plastilina o come bamboline per riti Voodoo

Italia, per vescovi ‘gente stanca di vivere in rissa’ politica.
 
Roma - Per i vescovi italiani la politica è 'inguardabile', 'ridotta a litigio perenne', 'noiosa' e la gente è 'stanca di vivere nella rissa' e si sta allontanando, mentre la stampa è troppo legata alle fazioni.
 
'La politica che ha oggi visibilità è, non raramente, inguardabile, ridotta a litigio perenne, come una recita scontata e - se si può dire - noiosa. È il dramma del vaniloquio, dentro - come siamo - alla spirale dell'invettiva che non prevede assunzioni di responsabilità', ha detto oggi il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, aprendo i lavori dell'assemblea nazionale.
 
'La gente è stanca di vivere nella rissa e si sta disamorando sempre di più. Gli appelli a concentrarsi sulla dimensione della concretezza, del fare quotidiano, della progettualità, sembrano cadere nel vuoto', ha detto ancora Bagnasco...
 
La critica del capo dei vescovi italiani riguarda anche la stampa '...che appare da una parte troppo fusa con la politica, tesa per lo più ad eccitare le rispettive tifoserie, e dall'altra troppo antagonista, e in altro modo eccitante al disfattismo, mentre dovrebbe essere fondamentalmente altro: cioè informazione non scevra da cultura, resoconto scrupoloso, vigilanza critica, non estranea ad acribia ed equilibrio'.
 
Parlando di una Italia in 'crisi oggettiva', Bagnasco ha detto che essa 'non si salva con le esibizioni di corto respiro, né con le slabbrature dei ruoli o delle funzioni, né col paternalismo variamente vestito', ma soltanto con un 'soprassalto diffuso di responsabilità' che porti al dialogo. E ha chiesto di 'preparare una generazione nuova di cittadini che abbiano la freschezza e l'entusiasmo di votarsi al bene comune, quale criterio di ogni pratica collettiva'.
Da Yahoo  

È il caso di dire ‘da che pulpito’, ma in ogni caso ben venga questo monito, in un Mondo che non vede più se stesso ma solo gli altri, confondendo in questo se stesso con gli altri. Il riflesso che giunge per ognuno di noi è, a livello globale, molto chiaro:

stiamo distruggendo 'casa' senza alcun senso evidente.

Perché senza nessun senso evidente? Perché ognuno di noi preso in separata sede è un essere diverso da quello che diventa quando è inserito nel contesto globale, nell'Antisistema che ci veicola come un Mago fa tramite la Magia. E che cosa è la Magia? Qualcosa che esiste solo nelle favole o nei film? No, davvero. Che cosa è, per esempio, l’elettricità? 

Ci siamo abituati ai suoi effetti magici. E solo perché ci siamo abituati non significa che essa non sia Magia. Allora che cosa è la Magia? È un’azione che viene chiamata così per ignoranza dei modelli che la sostengono, ignoranza che veicola le persone: tutti noi o gran parte di noi.

La conoscenza intuitiva e la consapevolezza sono molto meglio di un manuale d’istruzioni, di un libro di testo, di un filtro passa-non passa. È tutto demandato ad ognuno di noi, a prescindere dal ruolo che abbiamo in questa versione della Vita; vittime o carnefici, non cambia la sostanza della rappresentazione globale inscenata…

I ‘pendoli’ continueranno ad oscillare sfruttando la nostra energia, sino al giorno in cui decideremo di ignorarli. A quel punto si fermeranno come degli antidiluviani dinosauri sorpassati dalle spire del tempo e finiranno in un Museo del ricordo, nell’Akasha, nella memoria animica globale e costituiranno la forma archetipica di un esame superato, di un successo memorabile, di un senso nel non senso. 

Proust avrebbe molto da dire a tal proposito:

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso. L’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che è offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso.  ‘Il tempo ritrovato’ di Marcel Proust.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com

lunedì 1 marzo 2010

Ballando alla luce della Vita.





Questo articolo è un riflesso di me e di coloro che, in risonanza, oggi si sentono “accartocciati” su se stessi, come una carta di caramella pronta ad essere gettata distrattamente nel cestino o per terra. Non so quale sia il motivo. Non so il perché.
Vedo dalla finestra un pallido sole che tenta di bucare la coltre di nebbia, inondando il tutto di una luce argentea; gli alberi addormentati sono nere figure contrastate, intrecci caotici di rami dalle diverse dimensioni e fattezze.
Non so perché sono uscito dalla notte in preda a questa dimensione; ricordo a malapena le ombre vaghe del sogno, senza per questo riuscire a metterlo a fuoco o a nudo.
Mi “punge” lo stomaco e nemmeno la musica sembra portare sollievo. Avrei voluto scrivere della neurotossina Alluminio, ma non riesco, non ce la faccio. A dire la verità, sembra che oggi nessun argomento sia per me piacevole da affrontare. Come da una coltre di pesante fumo, le forze sono schiacciate, risucchiate via, appiattite, rese inerti. Ma forse più che di forze occorre intendere di “centro” dell’essere, o meglio, di equilibrio energetico che manca.
Il pensiero o il fato mi portano a Proust e a quegli istanti di magia alchemica che ci introducono in veri e propri mondi solamente allontanati dal e nel tempo. Paesi che abbiamo percorso e conosciuto camminando lungo le vie delle nostre Vite, mentre ci affaccendavamo a respirare e a sopravvivere.

“Ed ecco, macchinalmente, oppresso dalla giornata grigia e dalla previsione d’un triste domani, portai alle labbra  un cucchiaino di tè, in cui avevo inzuppato un pezzo di “Maddalena”. Ma, nel momento stesso che quel sorso misto a briciole di focaccia toccò il mio palato, trasalii, attento a quanto avveniva in me di straordinario. Un piacere delizioso m’aveva invaso, isolato, senza nozione della sua causa. M’aveva reso indifferenti le vicissitudini della Vita, le sue calamità, la sue brevità illusoria, nel modo stesso che agisce l’amore, colandomi d’un essenza preziosa: o meglio questa essenza non era in me, era me stesso”.
“E ad un tratto il ricordo… (da “La strada di Swann” dell’opera “Alla ricerca del tempo perduto” di Marcel Proust).

Proprio allo stesso modo, anche senza introduzione di cibo, qualche giorno fa mi è successa una cosa analoga; ho agganciato immagini senza luce ne contrasto, confuse e caotiche, che hanno “sollevato” pezzi di Vite trascorse chissà quando, annotate da qualche parte. Non ho memoria nemmeno per la causa scatenante questa evocazione che, sono certo, mi ha invece restituito dei “sapori”. Pazzesco a dire, lo so. Eppure è andata proprio così. Ho percepito “sapori” di un qualcosa che è stato, al contrario di quello che è successo all’amico Proust che, proprio tramite un sapore, ha evocato il ricordo. Che meraviglia siamo. È vero?

Il sapore è, per me, una “porta” verso la dimensione del passato; una porta che è possibile varcare nelle due direzioni del tempo circolare, dello schieramento eterno che è già interamente svolto tutto attorno a noi. Nelle nostre diversità non esistono chiavi uniche di lettura, ed è questa la forza più devastante del genere umano: la biodiversità ad ogni livello.
“L’assaporare la Vita” non è solo una emanazione poetica o un frase fatta, ma è una energia, una inclinazione, una prospettiva in risonanza con il flusso di abbondanza della Vita stessa. Come “descritto” magistralmente in Ratatuille, l’assaporare il cibo non è mangiare la prima cosa che capita senza chiedersi nulla, ma ascoltare l’altissima sinfonia che si sprigiona dall’unione di quel mix magico, da quella alchimia di sapori e musica che innalzano il corpo a livello dello spirito pur rimanendo nella fisicità e, per questo, inondandolo del sapore vero del senso della Vita…

Il Sole sta abbracciando alberi, nebbie e creato… nella musica di Avatar i miei “nodi” iniziano a sciogliersi, la matassa a sbrogliarsi, l’animo a spalancare le ali inumidite dalla notte…

Grazie...
 

giovedì 4 febbraio 2010

Quell'istante di anticipo sul pensiero.





Sbucciando una mela, ieri sera ho avuto, per l’ennesima volta, questa impressione dentro di me; un punto, un varco tra la mente e l’ampio bacino cosmico si apre in determinate circostanze. Un vero e proprio portale. Me ne sono “ufficialmente” accorto avendo attivamente registrato una immagine a tutto tondo, omnicomprensiva, che conteneva già ciò che avrei pensato a livello conscio un secondo dopo la sua “apparizione”. Come dire che, prima di pensare giunge a noi una immagine che racchiude il pensiero stesso che faremo un attimo dopo. È un flash veloce e assomiglia proprio ad una “fotografia”, un disegno, un ritratto tridimensionale che contiene il potenziale di quello che penseremo appena dopo la sua “comparsa”. Io la definisco una connessione olografica al Multiverso. Da lì carichiamo e scarichiamo “informazioni”. Con un amico l’abbiamo battezzata “pre pensiero”. È ovvio che in noi è presente un sistema oltremodo veloce ed efficace che corrisponde alla regione dell’intuito, ossia quelle “speculazioni” che si accendono in noi, di tanto in tanto, o meglio, che registriamo quando ce ne accorgiamo e che, il più delle volte, soffochiamo, sacrifichiamo sotto il peso della mente razionale, logica, pigra condotta per mano dall’emisfero sinistro. Il sistema intuitivo umano è inarrivabile per la modalità normale di pensiero attuale. E, sono certo, che si basa non su pacchetti di informazioni sequenziali o anche "dinamiche", ma sulla trasmissione di immagini. Proprio come nei computer si è passati dalla modalità “isolata” a quella internet sempre più veloce, formando una vera e propria rete di computer collegati; e poi si è passati dalle trasmissioni di dati a catene lineari sino alla trasmissione di file immagini (iso):

"Un'immagine disco è un file che contiene i dati e la struttura tipica di un dispositivo di memorizzazione dati, come ad esempio un CD o un DVD. Un'immagine di un CD/DVD è un'esatta copia digitale dello stesso, tramite la quale tutti i dati del supporto ottico vengono salvati in un file che al suo interno ricalca esattamente la struttura e le informazioni di integrità dei dati presenti sul supporto. Le immagini del CD/DVD sono essenziali per preservare i sistemi di protezione dati e le tracce multi-audio, qualora i supporti ottici subissero dei danni. Le immagini disco sono molto utilizzate soprattutto dopo il 2000 per la distribuzione di software completamente gratuiti come i vari sistemi operativi basati su Linux”.
Fonte: Wikipedia

Dunque:
  • questa immagine può contenere la copia di un intero sistema operativo o di un CD/DVD
  • servono a fare copie di protezione, ossia a prevenire una perdita di dati
Questo frattale fa comprendere cosa sia il “pre pensiero”, a cosa serva e perché è di estrema utilità anche per la sicurezza delle informazioni. È come se l’uomo stesse ricalcando in Terra, tramite l’avvento dei computer e delle reti trasmissive la stessa “immagine” di ciò che a livello superiore raffigura l’ufficio del “Creatore”. Un hard disk esterno e centralizzato contiene il “tutto” e ognuno di noi ci si può collegare “senza fili” tramite il sistema, che chiamiamo, delle intuizioni. La password è determinata da una nostra particolare configurazione biochimica che non sempre ci conferisce l’accesso. La ragione di una simile struttura centralizzata ma delocalizzabile istantaneamente in tutto il creato, in ogni creatura animata o inanimata, è la "crescita" dell'Uno. È questo il cosiddetto “genio”. Questa modalità preserva il valore della massima cognizione da ogni possibilità di “cancellazione” dei dati. Proprio come le banche, assicurazioni, etc. preservano le informazioni sui clienti in loro possesso, tramite la costruzione di unità di disaster recovery nell’altra parte del mondo, in zone non sismiche e tradizionalmente non toccate da catastrofi ambientali. Chi effettua viaggi astrali, ha riferito di registri Akasici nei quali è possibile “visionare” ogni tipo di “dato” relativo all’esistenza umana; lo stesso Rudold Steiner ne parla diffusamente nelle sue “Cronache dell’Akasha”; in un passo si dice che l'uomo di un "tempo" ragionava per immagini e chi aveva più capacità di memoria era più "potente" degli altri.
Esiste insomma una modalità naturale di interconnessione con il “tutto”, un modo di entrare in contatto con l’hard disk esterno del sistema globale “informatico” dello spirito; spirito inteso come energia attivata originariamente dall’immaginazione del Creatore, dalla sua intenzione di evolvere e di lanciare questo piano della creazione. Non è rara l’occasione di entrare in contatto, anche involontario, con questo “registro” o banco di memoria; ad esempio tutte quelle volte che i sensi colgono determinati “input” come un odore, un sapore, un suono, etc. è possibile essere collegati direttamente, tramite la nostra “unità” cerebrale che processa le informazioni esterne raffinate dai sensi, ai registri Akasici. Solitamente l’accesso riguarda immagini relative alla nostra Vita attuale o a quelle passate. Questo meccanismo è stato ampiamente analizzato da Marcel Proust nella sua “Recherche”. L’assaporare piacevolmente un biscotto con del the fumante ed aromatico, mentre suona una suadente musica e, fuori, passa un pesante camion che, urtando in una buca sul manto stradale, produce un improvviso “schiocco” d’aria, il quale ci fa repentinamente trasalire… ecco cosa può permetterci la connessione, ad esempio. Quella determinata situazione può fungere da chiave d’accesso ai “dati”, permettere una “ricerca” veloce e scaricare una immagine contenente esattamente una situazione tridimensionale completa di sensazioni e “profondità”. Rimanere ad occhi fissi persi nei propri pensieri è anche questo, ossia accedere e consultare l’infinita “biblioteca” della creazione. È sicuramente una questione di vibrazione particolare che permette l’accesso. Sino ad ora la maggior parte di noi ha vissuto questa localizzazione “wi fi” in maniera del tutto accidentale, bollandola quasi esclusivamente come un “attimo” di fantasia da lasciare andare via nella corrente, nel flusso dei pensieri logici processati.

“Tornato nella casa paterna, il poeta ritrova ovunque immagini e suoni che lo riportano al passato, ossia alla fanciullezza e alla prima giovinezza, intessute di illusioni dolci, che poi dovettero cadere di fronte al vero" in questo passo tratto da Wikipedia, che narra del Leopardi, si “legge” la capacità umana di connessione al passato, attraverso l’aiuto del lavoro dei sensi e l’accesso ai banchi di memoria. Queste informazioni sono registrate sia nella mente locale sia nei registri Akasici. Diciamo che il nostro operato, la nostra esperienza di Vita, trasmette “rapporti dettagliati” ogni istante. La nostra unità fisica, chiaramente delimitata nel tempo, ha una memoria propria ma, proprio per il concetto di continuità deve avere una fonte di memoria superiore, tramite la quale avere e dare un senso a quello che si è compiuto vivendo le Vite. Un nesso causale tra i cicli esistenziali, una insiemistica di informazioni, un panorama osservabile e dal quale osservare tra i cicli di incarnazione. Questa organizzazione serve sia all’individuo sia al Creatore come fonte di “crescita”. Non è da molto che si è scoperto che qualcuno fece nella piana di Giza l’immagine del cielo in terra, e si dice che l’uomo sia stato creato ad immagine e somiglianza di Dio… meraviglia delle meraviglie; la verità cosparsa per ogni dove. Articolo da “sentire” leggendo con il cuore sulle note de “I giorni” di Ludovico Einaudi; in mancanza, collegatevi con la sua “immagine” :)

« Più tardi, mi ammalai molto spesso, e per molti giorni dovetti rimanere nell' "arca". Capii allora che mai Noè poté vedere il mondo così bene come dall'arca, nonostante fosse chiusa e che facesse notte in terra.» M.Proust

* Il dipinto raffigurato è di Heinrich Füger, “Prometeo dona il fuoco all’umanità” (1817).