giovedì 15 aprile 2021

Interferenza.


Vita da cyborg: impianti sperimentali.

Patrick è un cyborg olandese che ha deciso di portare il suo corpo a un livello superiore, grazie a dei dispositivi impiantati sotto la pelle…

Zoomin 12 aprile 2021 Link

È curioso il “kit” dei sinonimi del termine “interferenza”:

sovrapposizione

incrocio

intersecazione

rumore

disturbo

ingerenza

intromissione

intrusione.

A parte i luoghi comuni più espressivi, come “rumore, disturbo”, gli altri lasciano da pensare, poiché si stagliano almeno due grandi famiglie di “interferenza”, ovvero:

sovrapposizione, incrocio, intersecazione

ingerenza, intromissione, intrusione.

No? La prima “collezione” riporta a strutture che possono anche riportare alla memoria della “fisicità” vera e propria (come ad esempio, una grande infrastruttura ad albero coi rami e le radici che si sovrappongono, incrociano, intersecano, etc.). Mentre, la seconda “collezione” si aggancia di più ad un certo tipo di comportamento, ergo, individua genericamente ma non poi così tanto genericamente, una sfera d’interazione tra individuidiversitra loro, per via - molto probabilmente – dei relativi “interessi privati”. 

 

 

Infatti, se anche per i rami di un albero è possibile il riferimento alla “intrusione”, viene più naturale se non ovvio rimarcare che tale atto è, di più, identificabile sostanzialmente all’interno dell’atteggiamento “umano”. Dunque, si possono trarre “conclusioni” anche partendo solo dalla classificazione dei “sinonimi”, suggeriti da un word processor, senza tener conto dell’etimologia, della storia, della filologia, della filosofia, etc. etc. etc.? 

Sì: per SPS_IO, sì. 


Ciò che più balza all’occhio, infatti, attraverso “mente leggera” e ri-volta a “Fare…” luce, è sempre verità se (se) poi ogni dettaglio viene collocato al livello sferico del medesimo atteggiamento sostanziale: 

una “cosa” che non si capisce. Vero? 

Quindi, ch’è “difficile, complessa” e allora… hai voglia, motivo per cui “lascia stare”. Ok: 

sarà la tua verità. 

E per il “prossimo” potrà essere una bufala, fake, ignoranza, pazzia, inettitudine, ridicolaggine o baggianata. È il bello della diretta? Per niente: è la differita, semmai. L’eco che ritorna sempre a ricordarti che… ma, contemporaneamente, ti intorta se esisti ma non ci sei

Come puoi “vedere”, SPS_IO si esprime in un modo spigoloso, che quasi infastidisce e rende il Bollettino noioso e allora da dimenticare d’assieme. Non ha mai “tempo”, così come non hai mai “denaro”. Eppure, c’è una eternità sempre davanti a te e soldi a palate che vengono creati da chi può farlo

Allora? 

Vai al lavoro, impieghi “tempo”, guadagni quel che “serve”, invecchi e muori: 

quando hai veramente vissuto? 




Forse te ne se proprio dimenticato. Oppure, credi che la “tua” vita sia stata quella che avevi immaginato in quel “momento” paragonabile al… decidere universalmente? Difficile che sia andata proprio così. E se va di moda affermare “non rinnego niente di quello che ho fatto, anzi, se potessi ritornare indietro rifarei tutto quanto nella stesa maniera”, bah… è “solo” un motto di orgoglio che rivela - piuttosto - la grande amarezza registrata talmente in profondità che... come se fosse trauma, allora la mente l’ha “interferita”, spazzando tutto sotto al tappeto. 

Ma… se tu sei “tu”, nell’Anti-Sistema, la mente è tua oppure è “tua”? La seconda: vero? O, meglio, lo stato mentale sarà in una sorta di strano mix

non a caso, è sorta la psicologia e compagnia cantante. 

C’è da “indagare” in profondità perché, ti dicono, nel conscio s’è ricavato l’in-conscio: il segreto che diventa mistero. Dunque, se ogni trauma è relativo al “passato”, di conseguenza cosa “è già successo”? 

A te? 

Non solo, dato che un po’ tutti si versa in tale condizione. Cosa “è già successo” nel mondo, al mondo? Si narra, infatti, di episodi tremendi che lo hanno sconquassato da cima a fondo. Episodi naturali, ovviamente. Che la scienza (deviata) ti viene a s-piegare, perché “tu” non ne sai niente. Anzi, non c’eri a vedere = lo ignori. 

Dunque, si diceva dell’interferenza che i sinonimi sembrano identificare almeno in due modi particolari. Un intreccio dovuto alla f-orma fisica, infrastrutturale. E… cosa? Chi, invece, sembra essersi comportato in maniera perlomeno, truffaldina (ma non si può sostenere perché non ci sono le “prove”). 

Eppure, che cosa ti ricordano, anche? 

Di una de-“caduta” dell’intero genere o “umanità”. Hai presente come scrivevano una volta? “Sulla caduta”, ad esempio. Oppure: De’ Caduta (ovvero, relativo alla caduta). 

Allora, vuoi vedere che decaduta significa caduta e basta? E da dove si è caduti se non dall’alto; dalla posizione più in alto. 

Certo: ma in che senso? 

Fisicamente oppure metaforicamente? I sinonimi allora “parlano chiaro”: la caduta è una interferenza che passa dall’essere naturale (dovuta all’infrastruttura o modello della forma abitabile) al divenire “naturale” (dovuta all’intromissione di qualcosa o qualcuno, sul modello “serpente che tenta Eva, nell’Eden”). 

Che “cinema” che si fa SPS_IO.





Al solito, invero. Tutto questo prendevita” – te ne “Fai…” qualcosa sostanzialmente – se (se) immagini che sia esistito realmente l’Albero della Vita (o addirittura, una intera foresta colossale, che quella Amazzonica ti ricorda ancora, così come la compresenza delle giganti Sequoie e, perché no, anche delle slanciate silhouette dei “moderni” grattacieli che sono sorti un po’ ovunque, nel mondo). 

Se ricollochi fisicamente questo Grande Albero, sulla Terra se non sopra alla Terra, tutto ritrova più senso. Allora, i “guardiani della soglia” diventano fisici e la fisica ti rende possibile percorrere certi cammini che sembrano “ora” piuttosto assurdi o appunto solamente metaforici. 

Se l’arte egizia non era arte ma “libretto delle istruzioni”, allora è riportando le condizioni della Terra all’origine, che... il senso ultimo riprende a scorrere.

Se i Sumeri “appaiono come dal nulla, in quanto a civiltà sviluppata che si staglia, infatti, come un grattacielo dal restante umile panorama” e se i Maya originali scompaiono nel medesimo “nulla”, il motivo diventa portante se annetti il potenziale dell’Albero Maestro che, dunque, permetteva il camminamento e l’esistenza verticale, da cui vuoi vedere che allora la gerarchia terrena ad immagine e somiglianza è proprio la memoria ancestrale che si riferisce alla possibilità di “ascendere” fisicamente sulla propria verticale… 

Perché no? Perché sì. 

L’Altissimo è, di conseguenza, colui che abita nell’alto dei cieli (la suite imperiale del Grande Albero) dove ha fatto come il relativo “nido”, tra rami ormai che declinano in foglie sempre capaci di sostenere e permettere di essere da Oltre Orizzonte, rispetto a tutto il resto della struttura sottostante.

 


Ecco perché in un testo di Athon Veggi, si può leggere a proposito del Faraone Wnas:

Tu non sei andato via morto, tu sei andato via vivo, siedi sopra al trono di Ausar, il tuo scettro nella tua mano, per dare ordini ai viventi, il tuo scettro germoglio di loto è nella tua mano per dare ordini a coloro dei seggi misteriosi…”.

I testi delle piramidi… - Athon Veggi

Tu sei andato via vivo… = in assenza di macchine volanti, come avrà mai fatto ad “andare via vivo”?

In presenza del Grande Albero, poteva risalirne la via, verticalmente. Tieni presente che un simile colosso poteva essere percorso come salendo vie di montagna e, non, dovendolo scalare come una montagna. 

Ok? Annibale che passa le Alpi con gli elefanti...

Inoltre, la possibilità di “guardiani della soglia” può significare che le vie di accesso erano lavorate, costruite, rese più facilmente percorribili. Allora, ripensa ai “Cancelli dell’Eden”… che potevano essere fisici, così come l’Eden stesso. E l’Olimpo: la sede degli “Dei”? 

Uguale. 

Mentre, a terra… si costruivano le copie, ad immagine e somiglianza, come ad Atene l’Acropoli, ad esempio. O come nella piana di Giza, l’immagine del “cielo in terra”. Ma, come SPS_IO ha già dimostrato, se l’universo è un luogo comune chiuso, oscurato, rivelato, di conseguenza l’infrastruttura che ricollega tutto d’assieme (i “mondi”, gli astri, etc.) sarà “al buio”, nonostante il Sole (che può essere un buco nella scatola contenitrice, da cui penetra la vera luce: non sei forse nella “Caverna” raccontata da Platone?).

Già. E l’Inferno

È un luogo fisico che sta “sotto” = l’impianto radicale del Grande Albero ha scavato, anzi dato ragione d’esistere ad ogni rilievo nonché configurazione abitabile sotterranea, motivo per cui la dorsale oceanica può essere abitata, ricollegando contemporaneamente tutte le terre emerse, ovvero, non ricoperte dalle acque, da cui sai che la “vita” è uscita inizialmente

In-somma, se ricalcoli ogni mito, vedrai che c’è il corrispettivo fisico “calpestabile”, qualora rimetti al proprio posto l’Albero della Vita (il forma mundos o la culla della Terra stessa, che si è formata e forgiata tra le sue radici, proprio come la gallina dalle uova d’oro o la più “moderna” incubatrice o macchina per la terra ri-formazione). 

Allora, il “taglio netto” con il passato, che cosa significa sostanzialmente? Perché dicono di “averti raccolto e salvato in mare aperto, dopo il Diluvio”? Perché ti hanno ripescato dopo avere reciso la prova più evidente che provava la “Creazione” e che molto probabilmente è la ragione secondaria per cui si scatenò il Diluvio universale stesso:

prova ad immagine cosa ha potuto provocare sulla Terra un simile “crollo”.

 





Anche se fosse già stato tagliato, da sopra a venir giù = combattendo le guerre nei “cieli” che anche la Bibbia riporta e che finalmente possono ritrovare un senso fisico, ciò che rimaneva era comunque in grado di far cambiare volto al territorio, innescando reazioni naturali e provocando uno sconvolgimento del tutto artificiale

Ecco che si ricava tutto lo spazio per delineare la compresenza “ombra” di chi se ne è approfittato, divenendo eco-dominante. 

 



Ecco “cosa è già successo”. 

Ecco perché “ora” tu sei diventato “tu”, nell’Anti-Sistema post “cacciata dall’Eden e Diluvio universale”. Il Grande Albero collegava tutto alla luce dell’evidenza, ma in seguito alla rivelazione, la luce si fece buio e si venne a “creare” lo Spazio o-scuro, che ha distaccato tutto andando a formare ogni credenza in termini di cielo e terra. 

Se oscuri tale impianto, le civiltà più evolute che abitano altri livelli dell’unica infrastruttura, sembreranno come “stelle in cielo” poiché brillano come qualsiasi città della Terra dotata di luce artificiale

Ecco la distanza. 

Ecco che occorre saper “volare”, allora. Ecco tutto quello che “sai”, avendo dimenticato sostanzialmente…

La notte tra il 14 e il 15 aprile di 109 anni fa, la Nave dei Sogni del Secolo Ventesimo, all’epoca agli albori, spariva per sempre nelle gelide acque al largo del Canada. Il Titanic giace ora a quattro chilometri di profondità, tra acque opache, visitabili (a prezzi molto alti), a bordo di un sommergibile. Per la nave che portava il nome della generazione precedente agli Dei, i Titani, per la nave che, forse, aveva osato, con cotanta bellezza e grandezza, sfidare, con tracotanza, i limiti umani, toccò la sorte riservata proprio a coloro che osarono peccare di ubris: l’oblio…

14 aprile 2021 Link

La generazione precedente agli Dei, i Titani… = se credi che gli “Dei” siano quello che sono, laddove il concetto di divinità pone chi rientra in tale lignaggio al gradino più alto della scala di riferimento, allora perché “arrivano dopo” e dunque i Titani erano già in loco? 

Ergo: gli “Dei” non hanno creato nulla, se non amministrato e controllato tutto. In che modo? Bè… se i Titani scompaiono, un motivo deve per forza di cose esserci. No? E se i Titani vengono prima, allora significa che erano ad immagine e somiglianza della “grandezza” del Grande Albero Maestro. No? Ecco perché erano dei Titani = grandi e grossi. 

Non ti ricorda un po’ la storia dei dinosauri e della loro “fine”?

L’attacco dei giganti… l'opera è ambientata in un mondo dove i superstiti dell'umanità vivono all'interno di città circondate da enormi mura difensive a causa dell'improvvisa comparsa dei giganti, enormi creature umanoidi che divorano gli uomini senza un apparente motivo. La storia ruota attorno al giovane Eren Jaeger, a sua sorella adottiva Mikasa Ackermann e al loro amico d'infanzia Armin Arelet, le cui vite vengono stravolte dall'attacco di un gigante colossale ed un gigante corazzato, che conduce alla distruzione della loro città e alla morte della madre di Eren…

La presenza di un "muro di paura" è stata ispirata dall'isolamento tipico della cultura giapponese… e dall'infanzia dell'autore: cresciuto in un villaggio circondato da montagne, il suo desiderio era quello di sapere che cosa ci fosse al di là della barriera…

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Le “mura”, che sono ovunque nel “passato”, dunque cosa testimoniano? Di certo, soprattutto quello che “è già successo”. Hai presente il “film” King Kong (quello del 1976)?

 



Sull'isola... vi sono ricchi giacimenti di petrolio ma anche un villaggio popolato da indigeni ostili, che necessitano di una donna per dei loro misteriosi riti, svolti al di là di una grossa fortezza. Come Prescott sospetta, l'isola è abitata da un gigantesco gorilla chiamato Kong, cui puntualmente i locali offrono una vittima per placare la sua ferocia…

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La “grossa fortezza” è un recinto che divide dal gigante. 

Quel popolo aveva paura della dimensione di tale essere che, poi, sappiamo tutti non essere cattivo. La paura si è appiccicata addosso, in seguito al momento (punto di sospensione) eco-dominante “è già successo”

Rivediti la scena in Avatar dell’abbattimento dell’Albero Sacro: 

nota bene la disperazione dei nativi (che il regista ha reso veramente bene). Credi che un simile trauma scompaia nel nulla, senza rimettere a posto tutti i pezzi? No. Verrà trasmesso come un’onda di marea, che germoglierà in ogni modo ma sempre ad immagine e somiglianza

Occorre ricordare e chiedere perdono per ciò che “è stato fatto” ed “è già successo”. 

Non sei stato tu, ma “tu” continui a celebrare l’avvenimento, senza esserne consapevole. Nell’Anti-Sistema, l’olocausto è il rito più fecondo. Chiediti il perché sostanziale. 

Si ricomponga, allora, il taglio netto con il passato, ch’è doloroso da ricordare ma quanto mai necessario, poiché portante, ma (ma) senza auto decadere nuovamente nel “rito” = il perdono è qualcosa che va in onda nella profondità di ognuno, senza richiedere cerimonie ufficiali dal gusto “nuovamente” Anti-Sistemico. 

“Fai…” che non lo sappia nessuno, ma… chiedi perdono per tutti, a partire da coloro che lo praticarono, perché in un certo senso sei anche tu, nonostante tutto quello che puoi opporre come scusante

Hai presente il vincolo di sangue, o Dna, o Karma, o “destino”, etc. etc. etc.?

Ecco.



Un albero non dice mai bugie. Ogni millimetro del suo corpo è intimamente accordato con la più lontana stella e col metallo più profondo di questo pianeta”.

Michele Giovagnoli

L’interferenza viene meno se la ricollochi nella sua sede originale, ch’è quella fisica dell’infrastruttura fisica “abbattuta”, come Torre di Babele ricorda:

per tutto il resto c’è sempre “tempo”, mentre chiedi perdono e benedici tutto.

 

Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS_IO) 2021
Bollettino numero 10-392
prospettivavita@gmail.com

Riproduzione libera”.