lunedì 12 agosto 2019

Fai goal a porta vuota.



Quando, fra logic3 e consapevolezza (accorgerti) e, di più, tra logic3, consapevolezza e “Fare…” c’è di mezzo l’essere “mare”, allora che cosa (chi) significa? 
Quando “manca” il risultato secondo come dovrebbe essere (ad esempio, affinché il “mondo” sia giust3), stai cert3 che si tratta sempre di sfruttamento e speculazione (interesse), da parte di qualcosa che “è” qualcun3. 
E se “non succede mai niente” è perché continua a succedere sostanzialmente ciò (chi) “è già success3”, ovvero, tutt3 serve (ancora un3 volta, non esiste; c’è, l’essere s-oggetto sottintes3). 
Sono l3 conseguenze, allora, ad essere responsabili per/di ciò? Oppure, ogni conseguenza è semplicemente l’effetto dell’essere “gravità”, che obbliga, devia, auto distorce tutt3 di/in… guarda non caso, conseguenza. 

Al mondo c’è tant3 di quell3 “intelligenza (capacità)”, da spostare in ogni senso potenzialmente l’equilibrio persino globale. 
Ma, tale potenziale è, e viene impiegat3, in-dimostrabilmente (secondo il “canone” in uso nell’essere status quo “qua, così”), proprio da cosa “è” ch3 si trova al/nel punto di sospensione, da cui discende inesorabilmente tutt3 o, meglio, “tutt3” ciò che tendi a scambiare per… tutt3 ciò che esiste e dunque c’è. 
Immagina che tale capacità sia, allora, nell3 mani di chi può auto disporne l3 destinazione d'uso: 
ecco, allora, l3 forma del mondo sempre attuale o AntiSistema.
Un potenziale in grado di fare l3 differenza, ogni qualvolta viene concentrat3 sull'azione da compiersi.
Un limite o un confine
Vedi un po’ tu/“tu”;
laddove tale binomio, quando non auto corrisponde a te, allora descrive analogamente il medesim3 tipo di risultato, ad immagine e somiglianza invers3:
tu sei “tu” (nel) “qua (così)”.
Quando osservi cartine geografiche del globo, “caso per caso” ti ritrovi all3 prese con “tagli netti (righe)” che hanno separat3 terra da terra che, “prima”, costituiva(no) esclusivamente un unicum senza fine di continuità (e che per incis3, continua a costituire, ma, non più in termini di efficacia o di realtà manifest3 “calpestabile”). 
Ecco, allora, l’essere proprietà privat3
il limite da non oltrepassare, oltre al quale diventi “fuorilegge”
Ossia, se vai Oltre Orizzonte, vai Fuori (dall3) Legge o, meglio, riesci dall’essere giurisdizione che controlla anzitempo tutt3 ciò che (non) ti sembra.
E, facci “caso”, non importa quale sia il contesto, ma tutt3 ti ispira a credere che l3 giustizia o “verità” non sia di quest3 mondo;
infatti, o devi “ascendere”, oppure devi attendere il “giudizio universale”, o devi raggiungere la “terra promessa”, etc. etc. etc. 
Cioè? Il momento “topico” c’è, ma, si auto ritrova al di là di quest3 forma di vita di/in terra che, dunque, devi “lasciare” prima di “entrare nel regno dei cieli. Amen”. 
Con tale “spostamento” che va ad auto coincidere, poiché “forma nell’essere tempo”… abitudine/rassegnazione, ed il relativ3 “fartene una ragione”. 
In soldoni, sostanzialmente, sei sempre portat3 a “morire, prima di conoscere” e, di più, ad “andartene, al fine di conoscere”. 
Proprio come se fossi senza memoria, senza passato, senza un3 storia originale, etc. 
Tant3 da, allora, tendere a credere che sia quest3 forma di reale “qua (così)” ad incarnare ogni risposta a/per tali forme di “mancanza”, che percepisci proprio perché è davvero essenzialmente che non esiste; c’è (essendo potenziale contemporaneo).
Ergo:
sei anche e soprattutt3 in un3 sorta di “alfabeto” o codice ambientale (informazione)
che tratta tutt3 secondo come non te l’aspetti
e, dunque
per “te”, allora, non c’è proprio null’altr3 da tenere in considerazione
oltre a tutt3 ciò che continua a passarti l’essere “convento”.
Ecco che il limite è, allora, un3 strategia che indica, sostanzialmente, l’esserci del “chi” ne è l’artefice. 
Alt:
proprio in quest3 momento, che “cosa” non deve allora sfuggirti?
Il trait d’union tra causa e conseguenze, alla luce dell3 ragione fondamentale, che auto “ispira” tutt3 ciò che è in tale campo morfogenetico o giurisdizione (qualcosa dall3 portata ampiamente globale), tanto da riuscire a spostare l’equilibrio persino in termini di “futuro, destino, domani, orbita, etc.”.
Tanto da inglobarti o meglio, auto fagocitarti per tacito assenso. E, sai molto bene, che chi tace acconsente, laddove l3 legge non ammette ignoranza (dopo averl3 creata, ad hoc appositamente per…).

I dati degli utenti Twitter e Instagram usati per la pubblicità senza consenso
Twitter si scusa per la condivisione di informazioni senza permesso, mentre Instagram diffida uno dei suoi fornitori marketing per violazione della privacy…
Il 7 agosto Instagram ha mandato una lettera di diffida alla startup di San Francisco Hyp3r, che si occupa di marketing e pubblicità, perché cessi la sua attività illecita di raccolta e uso di dati recuperati dal social.
Secondo quanto riportato da Business Insider, la società di comunicazione avrebbe violato il protocollo del social network creando un sistema che permetteva di accedere e archiviare i dati degli utenti di Instagram, tra cui post, informazioni sul profilo, posizione e anche dati contenuti nelle stories che solitamente non sono accessibili a terze parti.
“Non vediamo nessun contenuto che non possa essere pubblicamente accessibile online da chiunque…”, ha commentato l’azienda a Cnbc.
Mtt Yahoo Finanza 9 agosto 2019 Link
Ormai, l3 strategia conservativa passa sempre dal “chiedere scusa” per qualcosa che “è già success3”, ma, che – ti promettono – non succederà mai più (sino al prossim3 “scandalo” che, in-tanto, non riesci mai a prendere in “seri3” considerazione, ovvero, attraverso tutt3 te stess3, coerentemente e/o “formularmente”).
Non vediamo nessun contenuto che non possa essere pubblicamente accessibile online da chiunque…= tutt3 è “accessibile”, per cosa/chi è in grado di farl3, al fine di farsene qualcosa: 
mentre ti crogioli all’interno del campo di “beatitudine” del credere all3 privacy ed all3 sicurezza.
Senza avvederti del fatto che... “se si tratta sempre di ciò”, allora significa = sei sempre in costante “ritardo”, ovvero, sei “sotto/dentro” controllo, altrui. 
Ma, se ciò coincide sempre con l’essere complottista, allora, ecco che ti viene sempre a “mancare” l3 chiave per l’essere auto decodifica ambientale o tutt’un3 con l’ambiente, che è quanto di più prossim3 al concetto di “memoria ed esperienza”, da/in cui auto es-trarre, appunto, valore aggiunto o “storia (originale)”:
non sol3 “è già success3” e dunque continua a succedere
ma, di più
ex ante = sin da prima o “a priori”
c'è altr3 Oltre Orizzonte...
Ecco che tale forma di atteggiamento, ti apre o espande l3 “mente” e di/in conseguenza persino l’opera di “immaginare” ne risente, in termini di auto coinvolgimento sostanziale. 
Laddove l’immaginazione non è solamente ciò che pensi poiché ti hanno detto e ti dicono, ma, un ver3 e proprio grimaldello (leva) adatt3 per svellere ogni e qualsiasi tipologia di “muro” o limite, che per motivi di “predominanza” o ordine pubblico (e proprietà privat3), ti devi sempre far andare “bene”, poiché… chi si ferma è perdut3.
Vero?
Cert3 “cose” l3 capisci o ricordi solamente in talun3 accezioni:
quest3 Spazio (Potenziale) Solid3 (Io)
incarna, rappresenta ed informa proprio in tal senso
creando “disponibilità” e disposizione, in qualcosa dove proprio non sembra esserci nulla di ciò.
Hai presente il detto “calciare un rigore a porta vuota”?
Ecco quanto di più simile esiste e c’è “oggi” per te.
Qualcosa che ti viene offert3 su un vassoio d’argento, laddove per “argento” devi considerare il più alt3 del “valore” disponibile per te, ovvero, sostanzialmente.
“Fai… riferimento al Pattern”. 


Aiutati, che l’essere “ciel” ti aiuta = chi “Fa” da sé, fa per tre (non a caso, a livello di atteggiamento “formulare” vai a costituire l’essere tri-unitari3, da cui passa il vettore portante “potenziale contemporaneo”).
Famiglia più ricca al mondo incassa 4 mln dollari all'ora.
La famiglia più ricca del mondo incassa 70 mila dollari al minuto, 4 milioni di dollari ogni ora, 100 milioni di dollari al giorno.
È quanto emerge dalla classifica elaborata da Bloomberg sui Paperon de Paperoni del globo:
le 25 dinastie più ricche del pianeta controllano 1.400 miliardi di dollari, in crescita del 24% rispetto allo scorso anno (e cioè 250 miliardi di ricchezza in più).
E nella top list quest'anno è entrata la famiglia reale Saudita.
Una classifica che lascia senza parole.
La fortuna dei Walton, il clan dietro la multinazionale statunitense proprietaria dell'omonima catena di negozi al dettaglio Walmart, è cresciuta ulteriormente rispetto alla classifica Bloomberg dell'anno scorso:
39 miliardi, raggiungendo la cifra astronomica di 191 miliardi.
Anche in questa era di estrema ricchezza e brutale disuguaglianza, scrive Bloomberg, il contrasto è sconcertante.
Gli eredi di Sam Walton, il noto fondatore di Walmart, stanno accumulando ricchezza su una scala quasi senza precedenti e non sono i soli.
Altre dinastie americane gli fanno compagnia.
La famiglia Mars, famosa per le caramelle mangiate da grandi e bambini in tutto il mondo, ha accumulato altri 37 miliardi, portando la sua fortuna a 127 miliardi.
I controversi fratelli Kochs, gli industriali grandi cultori di intrighi politici, 26 miliardi, raggiungendo i 125 miliardi.
E così va tutto il mondo, si legge.
Lo 0,1% dei più ricchi d'America oggi controlla più ricchezza che in qualsiasi momento dal 1929, ma a guadagnare sono anche i super ricchi in Asia ed Europa.
In tutto il mondo, le 25 famiglie più ricche ora controllano quasi 1,4 trilioni di dollari in ricchezza, in crescita del 24% rispetto allo scorso anno.
Un'entrata degna di nota quest'anno:
la famiglia reale saudita vale 100 miliardi di dollari.
Dopotutto, il colosso petrolifero saudita Aramco, fulcro dell'economia saudita, è la compagnia più redditizia del mondo.
Tra i ricconi i patron della casa di moda Chanel e la famiglia italiana Ferrero, i cui marchi includono la Nutella e le mentine Tic Tac.
In India, la fortuna della famiglia Ambani è cresciuta di 7 miliardi, raggiungendo 50 miliardi.
Per ogni nuovo arrivato nella classifica, altri ne escono come i Dassault, i Duncan, i Lee e gli Hearst. La famiglia Quandt ha perso otto posizioni.
Cos Askanews 10 agosto 2019 Link
Ti rendi conto dell3 portanza che ha tale “notizia”?
Al di là dell3 massa monetaria, auto ricorda di cosa (chi) significa. 




Ciò spiega ad ogni effetto, perché il mondo è globalmente in-giust3. No?
Non ti dovrebbe servire alcun3 “spiegazione”. Vero?
Ça va sans dire, insomma. 
Oppure, Ça va sans… Sire = non esiste; c’è l3 “dinastia” che equivale al potere degli “antichi” Re/Imperatori, di cui hai perso traccia nel decorso “temporale”, frutto di strategia oltremodo in-sospettabile, poiché si avvale del mantello a tutt3 tondo dell’esempio natura(le). 
Allora, per “te” è norma(le) che l3 storia cambi, adeguandosi però e, non, evolvendo.
Trasformandosi senza cambiare, sostanzialmente.
Tali “dinastie” sono “dime”, che ti permettono di auto ricordarti dell’essere punto di sospensione o compresenza eco-dominante + ogni sottoDomin3 (che, per inciso, tali “famiglie” sono).
Risultato
L’essere auto rassegnat3. 
Ossia, l3 forma più comoda di controllo wireless, in/da remoto, non localmente, ubiquamente, in leva, etc.
In-dimostrabilmente.
Ecco cosa “è” dunque, “Dio”. O, meglio, chi indica il luogo comune “Dio”.
Tutti i lavoratori temono che i robot rubino posti di lavoro. Un po' meno se si tratta del loro.
Che i robot possano rubare posti di lavoro agli umani è paura diffusa. E giustificata. Eppure sembrerebbe una paura un po' più complessa e articolata di quanto saremmo istintivamente portati a credere.
Finora molte società di consulenza si sono impegnate nel raccontare come gli imprenditori si stanno preparando a questi cambiamenti. Per esempio, in uno studio di Boston Consulting Group dello scorso maggio si stimava che in Italia un dirigente su 10 intende impiegare sistemi di robotica avanzata entro 3-5 anni. E che il 70% dei manager si aspetta che l'autonomia e la flessibilità dei robot diventeranno un valore essenziale per l'azienda entro il 2025.
Ma se le imprese sono consapevoli, e si stanno preparando ad "assumere" sempre più robot, cosa ne pensa chi lavora? C'è preoccupazione, ovvio. Ma una preoccupazione con gradi e toni diversi.
In una ricerca pubblicato il 5 agosto da Nature si è cercato di capire cosa un lavoratore prova davanti alla minaccia che un sia un umano piuttosto che un robot a rubargli il posto di lavoro.
E se la preoccupazione per il proprio posto è uguale, gli esperimenti hanno suggerito ai ricercatori che le persone sono più inclini ad accettare che il proprio lavoro venga tolto loro da un robot piuttosto che da un umano.
Anche se si dovesse trattare di un umano in grado di lavorare con un robot con competenze di cui gli intervistati non sono in possesso.
La ragione, spiegano i ricercatori, è piuttosto evidente:
se il posto di lavoro è tolto da un umano, il lavoratore comincia a credere che qualcuno sia stato giudicato più bravo di lui nel fare qualcosa. Questo crea un maggiore senso di rabbia e frustrazione. Ma se questo qualcuno è un robot, i lavoratori giudicano la cosa con più fatalismo.
Non si sentono tanto messi in discussione, quanto vittime di un processo tecnologico che punta inesorabilmente verso all'efficienza.
E sul piano dell'efficienza e della precisione tutti sembravano già consapevoli di aver perso la partita.
Questo non vuol dire che non ci sia preoccupazione. Il report racconta che alla domanda su robotica e futuro del lavoro c'è timore per sé, per la propria famiglia, per la società in generale.
Ma quando i gruppi degli esperimenti sono stati portati a spiegare come si sentono "loro" in relazione alla possibilità di perdere il "loro" posto di lavoro, si è giocato una partita diversa e più articolata nella lotta tra lavoratori umani e robot.
Eric Sadin suggerisce nel suo ultimo libro (Critica della ragione artificiale, 2019) che l'efficienza raggiunta dalle macchine con l'intelligenza artificiale abbia indotto l'umanità a cederle la capacità di dare forma al nostro mondo.
In maniera consapevole, spontanea.
La maggiore inclinazione di un lavoratore ad accettare che il proprio lavoro venga rubato da un robot piuttosto che da un umano ne sembra una conseguenza indiretta, questioni sociologiche a parte.
Arcangelo Rociola Agi 8 agosto 2019 Link
Se le imprese sono consapevoli, e si stanno preparando ad “assumere” sempre più robot, cosa ne pensa chi lavora?
L3 “imprese” (non) sono consapevoli di ciò a cui prestano il fianco, poiché troppo dentro e troppo distaccat3 da sé, al fine di accorgersi di ciò che continua a succedere, anche grazie ad ess3.
Figurati, allora, “te”… a/in quale punto sei, se sempre nell’AntiSistema.
Ricorda che... da un “Buco Nero” non sfugge nemmeno l3 luce.
Il che non significa che allora è impossibile, poiché sostanzialmente è sempre im-possibile (essendo potenziale ogni e qualsiasi “idea” che riesci ad auto immaginare).
Hai calciat3 il rigore a porta vuota?
“Fai… essenzialmente, ‘goal’”.
      
Davide Nebuloni
SacroProfanoSacro (SPS) 2019
Bollettino numero 2611
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