giovedì 26 novembre 2015

Il "fai da te" non è solo un hobby.



Prendere Lsd è stata una delle due o tre cose più importanti che abbia fatto nella mia vita…“.
Steve Jobs
In base a “cosa”giudichi gli altri, risentendone (prima e poi) anche in te stesso/a? Non ti sembra che tutto sia sempre e solo relativo a… cosa/chi?
SPS ti invita alla “tua autentica riflessione”; non a riflettere il segnale ambientale dominante.
Riflettere = rimandare indietro qualcosa; rivolgere la mente con attenzione su qualcosa. Dal latino:
  • reflectere; volgere indietro, composto da re- indietro e flectere piegare…
Link
impiegare indietro” = stravolgere te stesso/a, per come “sei” e per come sei “divenuto/a” qua, così.


Che cosa “rifletti”? Ciò che ti raggiunge, allo stesso modo di… un componente elettronico eccitato in tal senso, perché progettato proprio per “funzionare in un simil modo”.
L’ideazione dei pilastri, dei piloni, delle infrastrutture per il trasporto fisico del “segnale” (elettrico, telefonico, dati, informazioni, voce, comunicazione, etc.) equivale al frattale che “ti ha”:
l’umano divenuto trasmettitore passivo per/di una fonte d’informazione unilaterale, che la stazione radio tanto ti “ricorda”. Una stazione radio non la vedi, ma sai che esiste da qualche parte. Molto spesso, i suoi uffici fanno parte di un complesso architettonico del tutto identico agli appartamenti dove vivono le persone (casa "loro").
Finalmente dopo aver superato il parco Sempione e l’Arco della Pace, sempre con le cuffiette nelle orecchie, perchè ricordo che bisogna perdersi il meno possibile di queste giornate, arrivo in viale Sempione a pochi metri dalla radio

 
Questo è l’angolo tra via Massena e v.le Sempione… a sinistra, al 2

Il deejay building!
 Eccolo nel suo splendore (si fa per dire, eh!) di 5 piani!


Qui ci sono i ponti radio che trasmettono il segnale che ci arriva nei ricevitori Fm, attraverso la rete di ripetitori
 

E per ultimo permettetemi di mettere anche la foto delle finestre degli studi (o meglio ex-studi) del 5° piano… studi storici da poco dismessi...
Link
Il segnale radio si diffonde a pioggia sulla/nella società, non manifestamente (questa modalità ha... "significato").
Se è vero che per captarlo ti serve una radio (un ricevitore) è, allo stesso tempo, vero che il segnale è sempre e comunque presente anche se non lo ricevi apertamente con lo strumento.
Questa “copertura del territorio” interessa tutto e tutti.
Le onde radio pervadono l’ambiente e penetrano gli esseri viventi e le “cose” (lo spazio ambientale).
Tutto ciò, se osservato secondo la prospettiva frattale espansa, indica chiaramente (1) l’esistenza di una “fonte di trasmissione”, (2) non manifesta (se tu scordassi che esiste la “radio”, non esisterebbe più… per te, pur continuando ad esistere e operare), (3) con capacità estesa all’intera realtà manifesta, di veicolare informazione di parte e (4) intrattenimento (status quo).
Ovvio, la radio è uno strumento, a sua volta. Serve per…
Se la analizzi a livello frattale espanso, allora, la radio diventa il Dominio o, meglio, “la sua voce, facendone le veci”.
Tu rifletti il segnale radio, rimandandolo indietro, ossia chiudendo il circuito. Infatti, il segnale pubblicitario che pervade, ti convince nel tempo relativamente ai “tuoi” gusti (tendenza, lungo il piano inclinato del reale manifesto).
Qualcosa che, solo nel momento del “bisogno (spesa)”, va a realizzare/concretizzare l’intento radio, che è quello di fornirti una indicazione... in riferimento alla “tua” tendenza, in fase di acquisto/consumo.
Un simile meccanismo è paragonabile all’effetto di una droga e del vivere perennemente in uno stato “alterato sottilmente, alla moda, legale, usuale, etc.”.
Spray per capelli allo zucchero: il nuovo look da spiaggia
Link

Perchè una simile “dipendenza da fattori esterni”? Perché… sei predisposto/a dentro, a “ricevere”, essendo divenuto/a “qua, così” proprio una sorta di… ricevitore riflettente.
Ricordi l’ambito dell’input e dell’output? Ingresso e uscita:
se le polarità sono queste (perché rimangono queste), allora decadi in uno sterile stato duale, che ti toglie sicuramente qualcosa, relativamente al tuo potenziale ed alla tua autentica capacità di scelta alternativa.



Tra “in” ed “out” esiste lo stato di elaborazione? Certo che sì, ma… se invece di quella che credi essere “elaborazione (tua... di qualsiasi tipo)”, ormai, avviene solo una ricezione, decodifica e riflessione del segnale in ingresso

Come cambia la tua capacità di elaborazione se, non hai più idea di che cosa sia e che cosa significhi “elaborare, pensare, mettere a fuoco e, dunque, accorgerti e ricordare”?

Il pensiero è una "infrastruttura". Quando pensi, consegui e ti... trascini dietro sempre "un debito, derivante da un costante svantaggio":
Il segnale incide, viene riflesso e viene rifratto (la rifrazione penetra in profondità ed alimenta/ispira ogni processo interiore, ossia, sollecita l'inconscio... mantenendolo sincronizzato al "clock AntiSistemico by Dominio).
E, l'inconscio è una enclave invasiva del tuo spazio autentico interiore ("te"). Come un dispositivo "riceve e coordina"...

La “tua” fase di trasmissione si limita, nello status quo sempre attuale, a “rispondere conseguentemente, in funzione dell’input ricevuto”.
Per cui, anche se credi di essere di più del solo impianto ricettivo e riflettente (perché ti credi/senti dotato/a di capacità altra), ebbene… ancora una volta, un simile stato risente solo del tuo potenziale (che rimane inespresso, assopito, non utilizzato), facendo leva proprio su un simile "sentire, non concretizzato", per impiegarti (in qualità di ottimo componente trasmissivo) nelle faccende usuali previste nell’AntiSistema dal Dominio.
Tutto è dipendenza, poiché tutto è… "droga". Tutto ti droga, essendo tu deviato/a rispetto a ciò “che sei”.
Per cui, diventi quello che “sei previsto diventare, quando appartieni ad una realtà manifesta, interamente sotto al controllo di un principio a te alieno, pur provenendo sempre da tuoi simili, molto più accorti… nel senso che ‘non hanno dimenticato, a differenza tua’”.


  
“È degno d'attenzione - scriveva nel 1765 il vescovo Thomas Percy - il fatto che gli inglesi abbiano più canzoni e ballate sull'argomento della pazzia di qualsiasi loro vicino”.
E grazie all'enorme circolazione di acidi e trip vari, negli anni '60 ci fu una incredibile concentrazione di rocker fuori di testa.
La primavera 1965 fu un periodo a rischio per gli artisti inglesi dalla psiche vulnerabile.
L'Lsd, non ancora illegale, veniva distribuito ovunque (spesso versato inconsapevolmente nelle bevande). I Beatles fecero da cavie per gli “acidi” quell'8 aprile a casa di un dentista. George Harrison disse:
È devastante. È come se qualcuno cancellasse improvvisamente tutto ciò che ti è stato insegnato da bambino”; mentre Lennon passò da brani come Help alla complessa psichedelia di Strawberry Fields Forever.
E se in America Allen Ginsberg (che fu ricoverato in manicomio e spedì il suo inno Howl per primo a Carl Solomon, anch'egli rinchiuso “per aver protestato contro il razionale e l'accettabile facendo il clown neo-dada”) e Timothy Leary esaltavano le capacità d'ispirazione dell'Lsd, in Inghilterra molti capirono a proprie spese che l'acido inibiva le capacità creative
Link
  • è come se qualcuno cancellasse improvvisamente tutto ciò che ti è stato insegnato da bambino
  • mentre Lennon passò da brani come Help alla complessa psichedelia di Strawberry Fields Forever…
  • e se in America… esaltavano le capacità d'ispirazione dell'Lsd, in Inghilterra molti capirono a proprie spese che l'acido inibiva le capacità creative
Un loop. Il “solito”. Sempre quello: quello dominante.
Quello “ad immagine e somiglianza” di…

Alla “fine”, le sostanze stupefacenti, preparate in un certo modo, date in un certo modo, assunte in un certo modo… ti “hanno”.
Trasformandoti in… cosa? Un ingranaggio.
E sai quale è la cosa “buffa”? Che, “qua, così”, anche senza utilizzo di droghe illegali, sei sempre un ingranaggio, perché:
  • tutto è dipendenza, quindi tutto è droga (c’è sempre richiesta)
  • e il tossicodipendente è “solo” un simbolo frattale espanso (tirato per i capelli), relativo allo "stato sociale" di ogni essere umano ivi vivente.
Le droghe illegali preservano le droghe legali, ossia, quelle che – di conseguenza – sei portato/a a pensare che “siano quello che ti serve, perchè... permesse dalla legge”.
È una logica per contrasto, che la proprietà frattale espansa “lato memoria”, ti riporta sempre all’attenzione, ma... solo se “te ne accorgi”, essendo “democratica” la sua funzione nativa.

L'uso di droghe stimola la mente? La domanda è al centro di una discussione scientifica. Non c'è nessuno studio che confermi questa ipotesi, ma dieci grandi menti hanno fatto abbondante uso di droghe
Cocaina per Freud. Lsd per Steve Jobs. Ogni genio ha la sua droga
Se esiste un legame definitivo tra la capacità intellettuale e l'uso della droga è tutto da dimostrare. Detto questo però, una cosa è certa:
la storia vanta una lunga lista di geni che hanno sperimentato e usato droghe. Ecco i dieci più influenti visionari scientifici e tecnologici della storia, con i loro farmaci di scelta.
1. Sigmund Freud - Cocaina.
Sigmund Freud non solo faceva uso di cocaina, ma la raccomandava vivamente. Nella sua lettera alla fidanzata Martha, Freud scrisse:
"Se tutto va bene scriverò un saggio sulla cocaina e mi aspetto che trovi il suo posto fra le medicine accanto, alla morfina, o meglio. La prendo a piccole dosi ma regolarmente, contro la depressione e l'indigestione, con esiti brillanti". Nel 1884 pubblicò "Uber Coca", un manuale in cui descrive effetti fisici e psichici della cocaina sugli uomini.
2. Francis Crick - Lsd.
Mentre faceva gli esperimenti sulla struttura molecolare che contiene tutte le nostre informazioni (quel Dna che gli fece vincere il Nobel per la Medicina), Crick e altri ricercatori di Cambridge facevano uso di Lsd. Si dice abbia avuto la visione della doppia elica proprio mentre era sotto il suo effetto.
3. Thomas Edison - Vino Mariani.
Nel 1863 il chimico francese Angelo Mariani inventò il "Vin Mariani", un Bordeaux macerato con foglie di coca provenienti dal Perù, tonico per corpo e mente e infatti Thomas Edison, inventore della lampadina elettrica, ne fu consumatore assiduo. Non fu il solo. Il Vino era apprezzato da due Papi:
Pio X e Leone XIII, che insignì la bevanda di una medaglia d'oro e diventò suo testimonial nei manifesti.
4. Paul Erdos - Anfetamine.
Il matematico ungherese Paul Erdös lavorava venti ore al giorno anche da anziano. Invitava i suoi colleghi ad aprire le porte della mente e lui lo faceva per primo con ampie dosi di anfetamine.
Nel 1979 il suo collega Ronald Graham scommise 500 dollari che Erdös non ce l'avrebbe fatta a smettere di prendere la droga per un mese. Perse la sfida e Erdös disse:
"Ti ho dimostrato di non essere dipendente, ma non sono riuscito a lavorare. Non avevo idee, proprio come una persona comune. Hai fatto restare la matematica indietro di un mese". E ricominciò a prendere le sue pillole.
5. Steve Jobs - Lsd.
L' esperienza psichedelica degli anni '60 fu determinante per lui.
Jobs disse: "Fu una delle due o tre cose più importanti che ho mai fatto in vita mia". Lsd l'aiutò creativamente nello sviluppo dei computer Apple e nella sua ricerca spirituale personale. Di Bill Gates disse: "Non ha immaginazione. Sarebbe stato meglio se una volta si fosse fatto un acido o se da giovane fosse andato in un ashram".
6. Bill Gates - Lsd.
Bill Gates in realtà sperimentò l'Lsd, sebbene prima dei 25 anni. Non avrebbe tollerato la mancanza di sonno e il fatto di mancare un giorno al lavoro.
7. John C. Lilly - Lsd e Ketamina.
Il neuroscienziato statunitense fu pioniere nel campo della stimolazione elettrica del cervello. Tracciò la mappa di dolore e piacere nel cervello, studiò il linguaggio dei delfini e delle balene, e vari stati di allucinazione (dalle sue ricerche fu tratto l'omonimo film). Usò a lungo la ketamina, creando un percorso di espansione della coscienza. I dialoghi con gli esseri che ha incontrato nei suoi viaggi sono riportati nei libri.
8. Richard Feynman - Lsd, Marijuana, Ketamina.
Richard Feynman fu premio Nobel per la Fisica nel 1965 ed ebbe diverse intuizioni grazie alle allucinazioni.
9. Kary Mullis - Lsd.
Kary Mullis è il biochimico statunitense Premio Nobel nel 1993, inventore della reazione a catena della polimerasi nota come Pcr.
A suo dire non l'avrebbe mai inventata se non fosse stato al corso di psichedelia fra i '60 e i '70. Il suo libro del 1998 si intitola "Ballando nudi nel campo della mente. Le idee (e le avventure) del più eccentrico tra gli scienziati moderni".
10. Carl Sagan - Marijuana.
Astrofisico e autore di fantascienza è stato un regolare consumatore di marijuana e ha incoraggiato il suo uso per propositi intellettuali. Nel libro del 1971 intitolato "Marijuana Reconsidered" scrisse proprio delle virtù della pianta.
Link
La prendo a piccole dosi ma regolarmente, contro la depressione… (Freud).
Capisci da quale “stato”, il “padre della psicanalisi” partorì i suoi studi, che pretendevano e pretendono di descriverti meglio di come tu, riconosci te stesso/a? Ciò che "vide", venne messo a punto per contenerti. Jung apriì quel circolo forzoso, per rinchiudersi in un altro...
Tutto si diparte da situazioni di “deviazione”, rispetto a (ciò che eri “prima” e che, "sei" comunque ma… in una fase intossicata da tutto ciò che nel frattempo hai “elaborato indirettamente”).



Le prime case farmaceutiche nascono proprio in questi anni e, grazie alla vendita di eroina e aspirina, la piccola fabbrica Bayer diventa il colosso conosciuto tutt'oggi.
Non solo l'eroina è legale, ma viene lanciata nel 1898 con una massiccia campagna pubblicitaria che ne potenzierà le vendite.
Anche la cocaina viene venduta su larga scala e fortemente pubblicizzata come modo per curare la tristezza
In America, nel 1900 tutte le droghe conosciute sono vendute liberamente in farmacia. Esistono casi di dipendenza da oppio o eroina, ma il fenomeno richiama poco l'attenzione e non è argomento politico o etico.
Negli anni successivi la situazione degenera:
da una parte inizia un processo di stigmatizzazione che porta a collegare l'uso di droghe a gruppi sociali, etnici o religiosi, dall'altra medici e farmacisti vorrebbero imporre un monopolio sulle droghe, rivendicandone l'uso esclusivamente terapeutico che quindi necessita di un loro controllo e una regolamentazione.
Oggi, la società occidentale si regola su parametri sia di tipo farmacologico che culturale per definire la legalità o l'illegalità delle diverse droghe.
In Italia, sono considerate droghe illegali l'eroina, la cocaina, l'Lsd, l'extasy. Rispetto a tali sostanze, la legge punisce sia il possesso sia la vendita.
Esiste un acceso dibattito in merito alla legalizzazione dei cannabinoidi, sia per uso terapeutico che voluttuario. L'alcol è l'unica droga legale il cui uso è libero e non sottoposto a vincoli terapeutici.
La sua presenza è talmente radicata all'interno della cultura e delle tradizioni del nostro paese che spesso lo si considera un alimento, un elemento legato alla convivialità e spesso un sostegno alla salute, cioè un farmaco.
Tuttavia, come già altri tempi e altre culture hanno insegnato, l'alcol presenta lo stesso potenziale di rischio per la salute individuale e collettiva delle altre droghe, con l'aggravante che, essendo appunto legale, i suoi consumi sono decisamente superiori a quello delle altre.
Questo breve percorso storico mette in luce come in tempi diversi società diverse abbiano dato un significato all'uso di droghe che risentiva fortemente degli aspetti culturali propri di quel tempo e di quella società e agli interessi economici che ruotano intorno ad esso.
Link
  • anche la cocaina viene venduta su larga scala e fortemente pubblicizzata come modo per curare la tristezza
  • in America, nel 1900 tutte le droghe conosciute sono vendute liberamente in farmacia. Esistono casi di dipendenza da oppio o eroina, ma il fenomeno richiama poco l'attenzione e non è argomento politico o etico
  • medici e farmacisti vorrebbero imporre un monopolio sulle droghe, rivendicandone l'uso esclusivamente terapeutico che quindi necessita di un loro controllo e una regolamentazione
  • questo breve percorso storico mette in luce come in tempi diversi società diverse abbiano dato un significato all'uso di droghe che risentiva fortemente degli aspetti culturali propri di quel tempo e di quella società e agli interessi economici che ruotano intorno ad esso.
Controllo e interessi economici = dipendenza, tossicodipendenza da, deviazione rispetto a, etc.



Se, per te, è normale che sia sempre così, significa solo una cosa:

che sei per intero/a, ormai, sotto al potente effetto dopante del Dominio.
Che non hai più una tua capacità interiore di “orientamento”.
Che sei assente da te stesso/a.
Che “non ci sei, seppure sei sempre ‘qua, così’”:
allo stesso modo del Dominio (che rifletti e che viene riflesso dalla memoria frattale espansa).
  • c’è, ma non esiste (per te).
  • non c’è (per te), ma esiste.
Perchè le persone sono "tristi/depresse"? Semplice:
come vivono nella realtà manifesta?
Ecco il motivo. Assumere qualsiasi sostanza, equivale a "non accorgersi della causa, assopirsi dentro, adattarsi e... dimenticare ogni volta per sempre". Freud compreso.



Il come funziona “qua così”, lo puoi capire anche da solo/a, leggendo questo interessante articolo relativo all’Oliogate. Se pensi “che cosa c’entra”, allora non hai capito nulla... in tema di frattalità espansa (caratteristica assai popolare, questo "non capire", ormai).
Trova il modo di “far tuo/a”, il significato simbolico... trasportato da parole (espressioni) inerenti ad un singolo contesto, che anche da solo vale più di ogni saggio scritto da esperti di turno.
Questo è l’autentico “fai da te”.
"Oliogate", ecco perché l'olio "cattivo" ci fa male e come riconoscerlo.
Marco Oreggia, giornalista ed esperto assaggiatore di olio vergine ed extravergine, ci spiega perché l'oliogate in Italia è quasi inevitabile e come scoprire col nostro palato se siamo stati truffati.
L'inchiesta condotta dal pubblico ministero di Torino Raffaele Guariniello sull'olio d’oliva venduto come extravergine, ma che extravergine non era, spinge consumatori e addetti ai lavori a riflettere.
Cosa mettiamo nel carrello della spesa?
Cosa c'è nelle bottiglie da 3-4 euro che si comprano al supermercato?
Marco Oreggia... è il creatore di Flos Olei, guida al mondo dell'extravergine. Per lui, autorità del campo a livello mondiale, i fattori che hanno portato all'oliogate sono tre:
le normative, i controlli e la cultura dei consumatori.
"L'operazione condotta dai Nas sui prodotti delle sette aziende indicate da Guariniello, fa parte dei controlli repressivi e non preventivi", spiega Oreggia.
"Queste azioni quasi mai portano a una sanzione certa nei confronti dei colpevoli. Fra tempistiche, tempi di prescrizione e analisi delle masse di olio, non si riesce mai a colpirli davvero.
L'inchiesta di Guariniello sarà smontata dagli imbottigliatori adducendo problemi di conservazione del prodotto nei magazzini della grande distribuzione".
Le norme vigenti in Italia non assicurano che l'inchiesta sarà chiusa con la punizione dei colpevoli e che questi quindi potrebbero continuare a immettere sul mercato olio vergine d'oliva, spacciandolo per extravergine.
Allora come può il consumatore difendersi da queste frodi?
Quando dobbiamo scegliere che olio portare in tavola, possiamo orientarci tra extravergine, vergine e olio d'oliva. Se si sceglie di acquistarlo al supermercato, dobbiamo fare attenzione innanzitutto al prezzo:
"Il prezzo dell'olio all'origine è più alto di quello che troviamo al dettaglio. È evidente che la qualità del prodotto non può essere uguale a quella di un olio comprato al frantoio. Se un produttore pugliese ad esempio, realizza all'origine un prodotto che vende a 6 euro al litro, come possiamo credere di comprare un prodotto della stessa qualità, se al supermercato lo paghiamo 3-4 euro?".
Il ragionamento che l'esperto fa si conclude con una deduzione amara:
crediamo di risparmiare, ma in realtà spendiamo molto di più.
"La qualità standard organolettica del prodotto acquistato al supermercato ci darà bassissime cariche fenoliche". I polifenoli infatti sono dei potentissimi antiossidanti che aiutano il nostro corpo a ripararsi e a combattere l'invecchiamento. "Quindi quello che ho risparmiato in olio, lo si dovrà spendere in integratori o, peggio, in cure mediche", commenta Oreggia.
Ma se non riusciamo a intercettare l'olio direttamente al frantoio, non ci resta che leggere l'etichetta.
"Le normative prevedono che ci sia un ente di controllo per le certificazioni, che valuta l'etichetta: tutto quello che è inserito deve rispettare norme precise. Il punto è che non c'è un controllo incrociato tra l'etichetta e il prodotto:
la differenza quindi la fa solo l'onestà del produttore", spiega il giornalista.
"Solo attraverso le analisi a campione, può capitare di scoprire quei produttori o imbottigliatori che, con alcuni giochi di carte, sono riusciti a truccare l'origine reale dell'olio, spacciandolo per italiano".
C'è da dire anche che le aziende incriminate nell'inchiesta di Guariniello ("e meno male che questa volta almeno qualche nome è venuto fuori!", commenta Oreggia) di fatto non sono più in mani italiane. La proprietà, come nel caso di Carapelli e Bertolli, è passata a investitori spagnoli. Ciò che resta di italico è solo il brand.
"Data l'assenza di normative stringenti sull'importazione di masse di olio, è più facile che nelle bottiglie da supermercato ci finiscano olii di scarsa qualità", spiega Oreggia...
Oltre all'etichetta è importante guardare la bottiglia.
"Deve essere scura per proteggere le cariche fenoliche dall'azione della luce. Inoltre meglio privilegiare bottiglie piccole. Preferite l'olio filtrato a quello torbido perché gli organismi estranei all'olio possono portare a fermentazioni parallele che arrivano a danneggiare l'olio". Il vetro dunque è il miglior contenitore da usare. Qualora lo si compri in latte dal frantoio, è sempre bene travasarlo in bottiglie di vetro scure e tenerle in un luogo fresco, asciutto e poco illuminato.
Ed ecco dove entra in ballo la cultura:
riconoscere un buon olio è possibile...
La "cultura" non è solo questa. Questa è una consuetudine che si è persa facendo la spesa al supermercato. La "cultura" è diventata così, perchè sei immerso/a in una globalità prevista così. La legge non segue la cultura, ma la riforma ad hoc, secondo interesse.
Quell'interesse che non riesci mai ad identificare a fondo e sino alla sua origine.



Tra gli “hobby”, ricordalo sempre, il “fai da te” non è emerso casualmente.
Il Dominio depotenzia tutto ciò che ti può essere utile, allo stesso tempo, la memoria frattale espansa potenzia inversamente tutto ciò che il Dominio apporta all’equazione, per il “reale manifesto ad hoc (lato proprio)”.
La prospettiva reindirizza qualsiasi significato, conferendo sempre perlomeno scelta ed alternativa sostanziali, che dipendono sempre e comunque "solo" da te (dove tu, però, non sei completamente... "te").

Per cui, questa dipendenza da "te", diventa, semmai... una dipendenza dalla confusione che regna sovrana in te.
"Tu" che, in questa maniera, fai sempre la differenza, anche se sei portato/a a credere nell’esatto contrario, seppure qualcosa in te ti suggerisca che non è così, ma non ci credi troppo perché non ti sembra possibile che… pur tuttavia c’è sempre qualcosa che ti “stuzzica a…”, anche se non gli dai poi troppo retta, perché…
Sei un loop:
  • occorre che tu ne riesca.
Accorgiti (un passo alla volta)… 
   
Davide Nebuloni 
SacroProfanoSacro 2015/Prospettivavita@gmail.com

Nessun commento:

Posta un commento

"Fai..." un po' Te.