venerdì 15 aprile 2011

Lo scenario viene scelto dall'Intenzione.





Prima o poi capirai, come ho fatto anch'io, che una cosa è conoscere il sentiero giusto, un'altra è imboccarlo Morpheus.

Concludo questa settimana di articoli dedicati alla 'sensienza', scoperta ed evidenziazione di una forza oscura, definita da Castaneda con il nome di ‘Voladores’, che ci controlla, utilizza ed assorbe energia vitale, con questo articolo dedicato al superamento inconscio di un vero e proprio fenomeno di natura Antisistemica, ossia polarizzata, presente in questo Scenario 3D, in questa vibrazione densa dell’energia. 

Dalla profonda citazione di ieri, relativa all’opera di Annie BesantIl sentiero del discepolo – risulta chiaramente che l’intelligenza che governa il ‘tutto’ ha preferito lasciarci al nostro ‘libero sentire’ piuttosto che generare una schiera di robot ‘felici’, programmati per esserlo, per default. Questo fatto spiega la traccia mitizzata della cacciata dall’Eden dei primi ‘abitanti’

Ciò che, a cascata, fecero poi gli Anunnaki, e chissà quanti altri, ricalca solo quell’episodio originale, quella presa di decisione ‘coraggiosa’ e lungimirante, basata sulla ‘fede’ del Genio per i suoi figli. Un atto di umile e profonda rimessa in gioco dei valori nobiliari dell’energia creativa. Se pensiamo bene a questo episodio, possiamo rilevare tutti quanti gli ‘ingredienti’ alla base della legge d’attrazione

Il linguaggio codificato dei frattali ricalca ovviamente questa ‘decisione’ in tutto e per tutto, in maniera tale che ‘la Verità possa sempre essere ‘presente’ in ogni ambito vibrazionale. I Voladores sono come dei parassiti che infestano un ambiente domestico se lo si lascia abbandonato a se stesso. In Natura il frattale è, ad esempio, nel regno minerale la presenza dell’argilla; nel regno vegetale la presenza di piante infestanti e muffe; nel regno animale la presenza di zecche e zanzare; nel regno umano la presenza delle emozioni limitanti. 

Tutti i regni sono attraversati da una unica forma di ‘parassita’: il virus. Il virus è la forma frattale più evidente che rispecchia ed evidenzia la presenza, in ogni variante, di una forma energetica vivente di abbordaggio e sfruttamento altrui:

I virus sono entità biologiche con caratteristiche di parassita obbligato… Possono essere responsabili di malattie in organismi appartenenti a tutti i regni biologici: esistono infatti virus che attaccano batteri (i batteriofagi), funghi, piante e animali, compreso l'uomo.
Sono mediamente circa 100 volte più piccoli di una cellula e consistono di alcune strutture fondamentali…
Il loro comportamento parassita è dovuto al fatto che non dispongono di tutte le strutture biochimiche e biosintetiche necessarie per la loro replicazione. Tali strutture vengono reperite nella cellula ospite in cui il virus penetra, utilizzandole per riprodursi in numerose copie. La riproduzione del virus spesso procede fino alla morte della cellula ospite, da cui poi dipartono le copie del virus formatesi.
La parola 'virus' deriva dalla forma latina vīrus, che significa 'tossina' o 'veleno'.
Da Wikipedia 
 
Ha ancora senso chiedersi se arriveranno gli extraterrestri? Che cosa è un virus, allora? È un organismo che frattalmente ci indica l’esistenza di una classe nativa di ‘virus sottili’: le energie oscure, che sono il motivo principe intrinseco di questa linea esistenziale. 

Il Creatore annuncia la sua intenzione di conoscere se stesso attraverso la creazione di un Universo a base virale, confondendo la traccia ricercata con l’illusione di provare il potere dell’emersione alla luce.  

È una ‘trappola’ questo ciclo creativo: una trappola per ‘virus’

La loro identificazione è parte attiva della 'Missione'. La loro presenza e la loro trasmutazione costituisce il gap tra il ‘dove si è giunti’ e il prossimo passo evolutivo: la nascita di un nuovo Universo, di un nuovo ciclo esistenziale…

Mi chiedo, allora: perché temere questi virus? Non siamo anche noi molto simili ad un virus nel nostro operato sulla Terra? La corsa allo Spazio è iniziata da 70 anni e già abbiamo inquinato la parte esplorata con rottami e carcasse di satelliti, con corpi metallici ricetrasmittenti, con emissioni di onde sonore caotiche. Temere i virus, in ogni loro forma possibile ed immaginabile, è come temere se stessi, perché essi ci rispecchiano. Se teniamo la 'casa' pulita, i virus non entrano. La ricetta corretta è, però, quella che non prevede eccessi, in quanto una casa troppo pulita è svilente della ricchezza e della biodiversità della Vita. 
La vitamina B17 ce lo insegna.

Il parassitismo è una forma di interazione biologica, generalmente di natura trofica (per livello trofico si intende la posizione che un individuo facente parte di una comunità occupa rispetto al livello trofico di base che è rappresentato dagli autotrofi (produttori, come i vegetali). Più esattamente in un 'livello trofico' sono compresi tutti quegli organismi che ottengono energia dal Sole (o da altri tipi di fonti primarie) tramite lo stesso numero di passaggi; se ad esempio consideriamo una catena alimentare composta da graminacea-->cavalletta-->rana-->rapace, la graminacea (autotrofo, che cioè sfrutta direttamente l'energia solare o chemiosintetica come fonte per organicare le sostanze necessarie al proprio metabolismo) sarà al 1º livello trofico, la cavalletta sarà al secondo in quanto consumatore primario (ovvero organismo eterotrofo che si nutre di vegetali) e così via fino al rapace che occuperà il 4º livello trofico. Con una semplificazione, si può dire che il livello trofico è il posto occupato da un individuo all'interno della catena alimentare), fra due specie di organismi di cui uno è detto parassita e l'altro ospite.
Il parassitismo è una forma di simbiosi, ma a differenza della simbiosi per antonomasia (s. mutualistica), il parassita trae un vantaggio (nutrimento, protezione) a spese dell'ospite creandogli un danno biologico.
Le proprietà che identificano in generale un rapporto di parassitismo sono le seguenti:
  • Il parassita è privo di vita autonoma e dipende dall'ospite a cui è più o meno intimamente legato da una relazione anatomica e fisiologica. 
  • Il parassita ha una struttura anatomica e morfologica semplificata rispetto all'ospite.
  • Il ciclo vitale del parassita è più breve di quello dell'ospite e si conclude prima della morte dell'ospite. 
  • Il parassita ha rapporti con un solo ospite. A sua volta questi può avere rapporti con più parassiti.
Il parassitismo è un fenomeno molto studiato in etologia, che stimola numerose ricerche e ipotesi anche in altri campi della biologia: ad esso è legato, ad esempio, la teoria del fenotipo esteso che l'etologo Richard Dawkins ha presentato nel suo omonimo saggio (1982).
Da Wikipedia 
 
Cosa è il fenotipo esteso?
 
Da qui la ridefinizione del ruolo dell'organismo, che passa ad essere solo uno delle tante realizzazioni dei geni nel mondo esterno per mezzo di cui i geni stessi competono tra loro. Non solo: le conseguenze 'estese' dei geni possono essere tanto forti da indurre un altro organismo, che questi geni non possiedono (e che quindi è programmato per massimizzare la diffusione di altri geni, i propri), a favorire proprio la sopravvivenza di questi geni estranei. È il caso di molti esempi di parassitismo: tra i più significativi Dawkins cita quello della formica Monomorium santschii, la cui regina si infiltra nei formicai di altre specie e riesce, con meccanismi ancora non del tutto noti (probabilmente diffondendo particolari sostanze chimiche), a indurre le operaie presenti a uccidere la loro stessa regina, così da prenderne il posto. La regina di un formicaio è la madre di tutte le operaie, e dunque tale comportamento è ovviamente dannoso dal punto di vista dei geni delle operaie, considerando peraltro che la regina è la sola femmina fertile, la sola dunque che può perpetuare tali geni comuni.
 
Dawkins sintetizza questi risultati in quello che chiama il Teorema Centrale del Fenotipo Esteso:
 
'Il comportamento di un animale tende a massimizzare la sopravvivenza dei geni di quel comportamento, indipendentemente dal fatto che i geni si trovino nel corpo di quell'animale particolare che ha quel comportamento'.
Da Wikipedia 
 
Il comportamento di quella 'Regina' racconta e replica praticamente la storia del genere umano. Mettiamoci nei ‘panni’ dei Voladores: che cosa vogliono maggiormente? La nostra energia che loro non possono produrre. Dunque? Cosa faranno, dove spingeranno l’uomo? Verso quale scenario a loro più favorevole? Leggiamo ancora:

Il concetto del fenotipo esteso spinge ancora più in là questa ‘svalutazione’ dell'organismo a favore del gene. Il biologo parte dall'osservazione di numerosi casi in cui il comportamento di animali ha la capacità di influenzare a proprio vantaggio l'ambiente e altri animali… I geni che determinano nei castori la funzionalità dei denti ed il loro istinto non hanno come fenotipo solo questi due aspetti, ma anche la diga che il castoro costruisce ed il lago che si forma; tutti questi elementi sono determinati dal gene e hanno ricadute benefiche sulle probabilità del gene di riuscire a replicarsi nella successiva generazione…
Da Wikipedia 
 
Capite? La logica esternazione nella densità della materia è la spinta ossessiva al controllo dell’umanità ed alla sua inconscia programmazione al fine di creare un ecosistema adattivo e performante per quella sete di energia ‘negativa’ che l’umanità stessa viene spinta a procreare: questo Mondo! 

Ecco perchè la realtà percepita va così... male.
 
Da un punto di vista ‘celeste’, la spinta evolutiva è sempre evidente ed all’opera, da questa lungimiranza tutto ha sempre un senso, anche i ‘momenti’ più delicati come quello che stiamo attraversando ‘adesso’, in questa linea esistenziale. Ma dal nostro punto prospettico non è altrettanto naturale e semplice ‘capire’: la paura nella quale siamo trattenuti è grande ed invischiante

L’unico mezzo per uscire alla luce del Sole è il ‘Conosci te stesso’. 

L’antidoto naturale è introdotto in noi, a livello ‘sottile’, da questa forma di consapevolezza estesa a tutti i nostri livelli esistenziali. Questa luce o ‘illuminazione’ è propedeutica al risveglio, alla liberazione. Dopodichè il virus infestante non avrà più modo di continuare a rimanere associato alla nostra essenza. A quel punto avremo compreso che ‘aveva un solo scopo profondo, inconscio, celato persino a se stesso’: la nostra evoluzione

Questo meccanismo superiore scatterà in lui quando noi ‘capiremo’ di essere una sola cosa con lui. Solo a quel punto la comunione forzata diverrà comunione affine e reciproca. Nell’Uno per l’Uno

Nulla è per caso e tutto è opportuno.

Ecco la versione delle 'cose' citata in Matrix:
 
- Ti sei mai fermato un attimo ad osservarla? Ad ammirare la sua bellezza? La sua genialità? Miliardi di persone che vivono le proprie vite, inconsapevoli. Tu sapevi che la prima Matrix era stata progettata per essere un mondo umano ideale? Dove non si soffriva, e dove erano felici tutti quanti, e contenti. Fu un disastro. Nessuno si adattò a quel programma, andarono perduti interi raccolti. Tra noi ci fu chi pensò a... ad errori nel linguaggio di programmazione nel descrivere il vostro mondo ideale, ma io ritengo che, in quanto specie, il genere umano riconosca come propria una realtà di miseria e di sofferenza. Quello del mondo ideale era un sogno dal quale il vostro primitivo cervello cercava, si sforzava, di liberarsi. Ecco perché poi Matrix è stata riprogettata così. All'apice della vostra civiltà. Ho detto ‘vostra civiltà’ di proposito, perché non appena noi cominciammo a pensare per voi diventò la nostra civiltà, e questa naturalmente è la ragione per cui noi ora siamo qui. Evoluzione, Morpheus. Evoluzione. Come per i dinosauri. Guarda dalla finestra: avete fatto il vostro tempo. Il futuro è il nostro mondo, Morpheus. Il futuro è il nostro tempo. (Agente Smith)
 
- Desidero condividere con te una geniale intuizione che ho avuto, durante la mia missione qui. Mi è capitato mentre cercavo di classificare la vostra specie. Improvvisamente ho capito che voi non siete dei veri mammiferi: tutti i mammiferi di questo pianeta d'istinto sviluppano un naturale equilibrio con l'ambiente circostante, cosa che voi umani non fate. Vi insediate in una zona e vi moltiplicate, vi moltiplicate finché ogni risorsa naturale non si esaurisce. E l'unico modo in cui sapete sopravvivere è quello di spostarvi in un'altra zona ricca. C'è un altro organismo su questo pianeta che adotta lo stesso comportamento, e sai qual è? Il virus. Gli esseri umani sono un'infezione estesa, un cancro per questo pianeta: siete una piaga. E noi siamo la cura. (Agente Smith)
 
- Mi senti, Morpheus? Voglio essere sincero fino in fondo con te. Io odio questo posto. Questo zoo, questa prigione, questa realtà, o come diavolo la chiamate voi, la odio, non la sopporto più. L'odore soprattutto. Ammesso che esista, certo. Ne sono saturato, mi nausea a sentire il tuo fetore. E devo confessarti che ho paura di rimanere in qualche modo infettato dal tuo puzzo repellente. E allora io me ne devo andare di qui, devo essere libero. E la chiave che mi serve è nel tuo cervello, la mia chiave. Quando Zion sarà distrutta non ci sarà più bisogno di me qui, lo capisci o no? Voglio quei codici! Devo riuscire ad arrivare a Zion! E tu adesso devi dirmi come. O parli o, mi dispiace tanto, ti devo uccidere. (Agente Smith)
 
Cosa succede alla 'fine' in Matrix? Prima Neo aveva fagocitato Smith, ma questo atto aveva solo modificato Smith, lo aveva persino liberato dai vincoli a cui era legato. Poi, Neo si è lasciato assorbire dallo Smith modificato e, solo a quel punto, ha potuto 'eliminarlo'. Ma piuttosto che il termine ‘eliminarlo’ preferirei il termine ‘superarlo’

In realtà Smith sarà sempre presente in Neo e Neo in Smith: non è nella forma che si 'procede' ma nella sostanza. La forma è sempre transitoria e fuorviante, un regno della separazione e del ‘razzismo’ legato al mondo dei sensi illusori e delimitati dalla dimensione in cui ci si proietta, dal punto prospettico dal quale si ‘osserva’…

Occorre allora seguire e sviluppare la consapevolezza relativa alla realtà interiore codificata nella massima ‘Conosci te stesso’. Occorre un ‘manifesto’. Iniziamo a redigere una bozza. In seguito provvederemo ad arricchirla e renderla sempre più corposa ed efficace.
Manifesto del ‘Conosci te stesso’

  • Occorre uno ‘scenario’: un segnale da seguire.
    Cosa ci vuole? Avere le idee chiare: una chiara intenzione
    Dunque sviluppare ‘disciplina’
    Tutto dipende da ‘me’
    Occorre una modalità di non-giudizio
    Lo riesco ad accettare?
    Dunque sviluppare consapevolezza
    Nel procedere, evitare l’attivazione di ‘potenziale superfluo’
    Sentire la realizzazione e convergere interamente in quel punto
    Lasciarla andare con ‘fede’
    Dunque sviluppare pazienza e fiducia
    Vivi come se: andassi a comprare il pane
    Sei agitato quando vai a comprare il pane?
    Ecco…
  • Ognuno di noi cerchi di trovare lo Scenario e un… Segnale, e di sceglierlo attraverso l'intenzione!

Che cosa è un 'potenziale supefluo'?:
 
Uno dei motivi principali secondo Vadim per cui non riusciamo a materializzare ciò che vogliamo, è perché creiamo i cosìdetti potenziali superflui. Questo potenziale viene creato dall’energia mentale ogni volta che si attribuisce troppa importanza a qualche oggetto o obiettivo. Significa che se per me guadagnare, per esempio, 10.000 euro al mese è così importante da crearmi ansia, agitazione, emozioni e comportamenti incontrollabili, insonnia, paure e altri disagi, creo una montagna di potenziale superfluo.

Immagina il potenziale superfluo come un accumulo di energia che non fluisce e che rimane incastrato nel tuo campo energetico. Più ne hai, maggiormente sei in disarmonia energetica. A questo punto si attivano altre energie cosmiche che si chiamano forze equilibratrici. Queste hanno il compito di neutralizzare il potenziale superfluo perché in natura tutto tende all’equilibrio; se si lasciassero miliardi in persone sul pianeta ad accumulare potenziale superfluo, quindi energia negativa ad oltranza, ci sarebbe un blocco energetico di massa!

Mi spiego meglio: quando proviamo, ad esempio, agitazione perché siamo vicini alla possibilità di un grande guadagno, stiamo creando del potenziale superfluo. Questo potenziale è negativo per la vita perché è un energia che non si muove e non può essere utilizzata (ed è pure dannosa per l’uomo), quindi le forze equilibratici intervengono e tolgono la causa o le circostanze della creazione del potenziale superfluo.

Iniziamo allora ad aumentare la consapevolezza e chiariamoci le idee. Ognuno scelga per propria 'sensienza', per procedere al meglio verso la direzione del... Conosci te stesso.  

Un semplice esercizio:
Lasciami spiegare questi concetti domandandoti di partecipare ad un semplice esercizio. Prendi una penna, una matita, un pennarello, o comunque un piccolo oggetto che  sei disposto a far cadere per terra senza pensarci un secondo di più. (Per favore non usare oggetti fragili o che si possono rompere, una semplice penna è più che sufficiente per seguire questo semplice esercizio). Ora, prendi questo oggetto, tienilo in mano di fronte a te e stringilo più forte  che puoi. Pretendi che l'oggetto sia uno dei tuoi sentimenti limitanti e che la tua mano rappresenta il tuo stomaco o la tua coscienza. Se stringi l'oggetto abbastanza a lungo, esso incomincerà a farsi sentire come 'fastidioso' ma anche ad essere un fastidio familiare.
 
Ora, apri la tua mano e fallo rotolare sul palmo. Nota che sei tu quello che lo sta tenendo; non è attaccato alla tua mano. Lo stesso è vero anche per le tue emozioni. Le tue emozioni o sentimenti sono attaccati a te stesso quanto l'oggetto è attaccato alla tua mano.
Noi tratteniamo le nostre emozioni e ci dimentichiamo che ci stiamo aggrappando ad esse. Succede anche nel nostro linguaggio. Quando ci sentiamo arrabbiati o tristi, di solito non diciamo, 'io provo rabbia', oppure , 'io provo tristezza'. Noi diciamo, 'Io sono arrabbiato', oppure, 'Io sono triste'. 

Senza realizzarlo  ci identifichiamo erroneamente con  l'emozione diventando ciò che proviamo.  Spesso,  crediamo che un sentimento ci stia bloccando, ci stia trattenendo o che si sia aggrappato a noi. Questo non è vero ... noi siamo sempre in controllo magari senza saperlo.
Ora, lascia andare l'oggetto. Che cosa è successo? Hai lasciato andare l'oggetto, ed è caduto sul pavimento. E' stato difficile ? Certo che no. Questo è ciò che intendiamo quando diciamo  di 'lasciar andare'
 
Puoi fare la stessa cosa con qualsiasi emozione: puoi scegliere di lasciarla andare.
 
Rimanendo con la stessa analogia: se cammini con la tua mano aperta, sarebbe molto difficile  tenere la penna o qualsiasi altro oggetto che stai tenendo ? Allo stesso modo, quando permetti o accogli un’ emozione, apri la tua coscienza, e ciò permette all'emozione di andarsene da sola - come le nuvole che passano in cielo o come il fumo  che passa su attraverso il caminetto. E' come se tu togliessi il coperchio dalla pentola a pressione!
 
Ora, se prendendo lo stesso oggetto di prima - una matita, una penna, un pennarello - tu riuscissi ad ingrandirlo abbastanza con un microscopio elettronico, ti sembrerebbe sempre di più come se esso fosse composto da spazio vuoto.  Ciò succede veramente quando guardi lo spazio che esiste tra  le molecole e gli atomi. Quando ti immergi nel nucleo di ogni emozione, osservi un fenomeno paragonabile: niente è veramente lì.
 
Mentre fai pratica con il procedimento del rilasciare, scoprirai che anche le tue emozioni più profonde sono solo sulla superficie. Nel loro nucleo centrale  tu sei vuoto, in silenzio, in pace - non nel dolore e nel buio che molti di noi credono di essere. Infatti, anche le nostre emozioni più estreme hanno così tanta consistenza quanto una bolla di sapone. E  sai molto bene cosa succede quando infili il tuo dito nella bolla di sapone: scoppia. E ciò è esattamente quello che succede quando  ti immergi verso il centro di una emozione
 
Per favore tieni a mente queste tre analogie, mentre insieme, andiamo attraverso il procedimento del rilasciare. Lasciar andare ti aiuterà a liberarti da tutti i tuoi schemi di pensieri,  emozioni e comportamenti non desiderati. Tutto ciò che è richiesto da te è che tu sia aperto quanto più possibile al procedimento.  Rilasciare ti permette di pensare  più liberamente,  sebbene non sia un procedimento basato sul pensiero.  Ti aiuterà ad accedere ad una creatività più elevata, anche se non hai bisogno di essere particolarmente creativo per avere successo nel farlo. 
 
Otterrai di più dal procedimento del rilasciare nella misura in cui tu sarai in grado di permettere a te stesso di vederlo, sentirlo, e provarlo mentre lavora, piuttosto che pensando al come e al perché funziona. Conduci, meglio che puoi, con il tuo cuore, non con la tua testa:  mantieni il tuo pensiero al minimo mentre sposti la tua attenzione e la tua concentrazione da 'dentro' la testa all'area centrale del tuo corpo dove, in questo momento, tu stai provando le tue emozioni. 

Se ti ritrovi un po' bloccato nel cercare di capire, puoi usare lo stesso identico procedimento di lasciare andare di 'voler cercare di capire'. Ti garantisco che, mentre userai il procedimento,  lo capirai meglio avendo esperienza diretta di ciò che stai facendo.
Da www.sedona.it 

Infatti mentre si migliora un’area della propria vita, tutte le altre aree incominciano a migliorare simultaneamente. Questo principio può essere riassunto con questa frase : 'Come fai qualcosa, è come fai qualsiasi cosa'.
 
Abbiamo scoperto, in modo consistente, che se una persona ha problemi di soldi, ha già o avrà molto presto, problemi di salute e di relazioni! Lo stesso vale per le altre aree. Se una persona ha un problema di salute o di relazione, le sue finanze quasi sicuramente incominceranno a soffrire. Ogni volta che un’area della tua vita soffre di qualche mancanza o ha una disarmonia, tutte le altre aree incominceranno a soffrire di quella mancanza o disarmonia - oppure già soffrono di quella negatività.  

E’ la programmazione subcosciente negativa a causare tutta questa mancanza e disarmonia.
 
Elimina la negatività da un area, e tutte le altre aree incominceranno a migliorare simultaneamente  'tutte assieme', perché sono gli stessi programmi subcoscienti negativi che sabotano la tua meravigliosa relazione romantica e che sabotano la tua relazione positiva con il corpo o la tua relazione con i soldi. Non c’è differenza.
 
La Negatività è Negatività.
Da www.sedona.it 
 
La resistenza è quel sentimento di opposizione che proviamo verso qualcosa o qualcuno.
 
La resistenza  è un meccanismo di protezione automatico generato dalla nostra mente. Di solito la resistenza è accompagnata da diverse giustificazioni che servono per 'darci ragione' e per rendere in qualche modo 'sbagliata'  la parte opposta...

Lasciare andare significa accettare. Quando una persona accetta di provare un'emozione poco piacevole, essa viene vissuta e provata così com’è. E poichè tutto ciò che ha un inizio ha anche una fine, ogni emozione che la persona genera, viene provata dopodichè finisce

L’emozione è venuta e se n’è andata.
 
Purtroppo però molti di noi si oppongono alle emozioni negative, cercando di bloccarle o di non provarle. In questo modo tuttavia esse vengono  provate più a lungo. Altri invece cercano di reprimere dentro di sè tutto ciò che non trovano gradevole. Dopodichè adottano varie strategie per distrarsi da ciò che non vogliono provare. Cibo, tv, sesso, droghe, gioco d’azzardo, alcool, stimolanti, antidepressivi, ansiolitci, sport, fare pettegolezzo, diventano tutte strategie per distrarsi di propri problemi.
Da www.sedona.it 

Che 'peso' ha la componente onirica della nostra esistenza nel sonno? Come consideriamo tutto questo tempo trascorso a... sognare? Tempo perso? Mmh...

Dai sogni è permesso portar via qualsiasi tipo d'informazione. Una cosa sola non si può fare: portare nella realtà un oggetto materiale. Almeno io, personalmente, non sono al corrente di fenomeni di questo tipo... Il cervello conserva non I'informazione di per sè ma una sorta di indirizzo d’accesso alle informazioni contenute nello spazio delle varianti... I sogni non sono illusioni nel senso comune in cui intendiamo questo termine. La ragione non li immagina ma li vede veramente.

Gli eventi che noi seguiamo nella realtà sono varianti realizzate. Nel sonno siamo in grado di vedere quello che non è stato realizzato.
Transurfing - Il fruscio delle stelle del mattino - Vadim Zeland

Vorrei concludere in bellezza e con un tocco persino di umorismo, cercando di superare, ma non sminuire, il discorso Voladores. Ecco un uomo che utilizza proprio l’umorismo per ‘condire’ la propria ricetta per permettere il dimagrimento delle persone, dei cosiddetti ‘ciccioni’. L’ho sentito dal vivo, qualche anno fa, al Centro Ighina di Montegrotto Terme, e mi colpì subito per il tema trattato e per la modalità di ‘propagamento’ del suo pensiero e delle sue scoperte. 

Ne hanno fatto beffe di lui? Certo, ma non importa, dal momento che tutto ciò è solo facente parte delle ‘Cronache dell’Antisistema’. 

Proviamo a riflettere:
Vi siete mai chiesti cosa sono le calorie e che rapporto si evince tra calorie e metabolismo e come la caloria interagisce con il metabolismo, e perché in dietologia classica si dice che le calorie fanno ingrassare?
  
Se Vi siete posti tali domande ed avete le idee chiare a riguardo, esprimetemi le Vostre spiegazioni. 
 
La termodinamica ci insegna che la caloria è l’unità di misura dell’energia termica, come il kwh (chilowattora) è l’unità di misura dell’energia elettrica. Possiamo trasformare le chilocalorie in chilowattora applicando una semplice proporzione, pertanto una dieta di 1200 calorie equivale ad una dieta di 1,4 x 10-3 kwh
 
Quindi, seguendo la logica delle chilocalorie, si può affermare che anche i chilowattora fanno ingrassare, non trovate che tutto questo sia demenziale?
  
Lemme Alberico nasce sul pianeta Terra l’11 Febbraio 1958. Genio di fatto, di professione farmacista esploratore. Nel 2000 fonda Filosofia Alimentare un pensiero avanguardista e controcorrente in cui il paradosso regola il meccanismo: bisogna mangiare per dimagrire. Più di 7000 ciccioni sconfiggono obesità, diabete, ipertensione, anoressia o bulimia semplicemente mangiando cibi comuni senza limiti di quantità acquistati al supermercato o alla bottega sotto casa.
 
Ridicolizza l’uso delle calorie 'L’uomo non è una stufa, non brucia, metabolizza!'. Svela e dimostra che i grassi non fanno ingrassare, la frutta e la verdura, sì. Smonta pezzo per pezzo gli ultimi cento anni di dietologia medica che a suon di diete ipocaloriche e attività fisica ha popolato la Terra di ciccioni. Guerriero Libero che cavalca il futuro, non risparmia colpi all’industria farmaceutica, all’industria alimentare e alle istituzioni

La sua è una Rivoluzione. 

Questo libro segna l’inizio di una nuova Era in cui il cibo si usa in chiave biochimica, come se fosse un farmaco. Un principio semplice. Perché mai nessuno l’ha pensato prima di lui? Perché lui è un Genio, parte integrante dell’evoluzione dell’uomo. È anche un Artista il cui motto è : 'Dio ti ha creato, Lemme ti modella'.
 
Filosofia Alimentare è
Per quelli che… pensano di saperne di più
per quelli che… dicono 'ma chi si crede di essere'
per quelli che… sono curiosi
per quelli che… dicono 'io non sono ciccione ma…'
per quelli che… si illudono di sapere
per quelli che… si sentono ciccioni ma non hanno mai osato dirlo
per quelli che… 'si và bè.. però…'
per quelli che… dicono 'tanto ingrasso di nuovo…'
per quelli che… si vedono grassi e lo sanno
per quelli che… si vedono grassi e non lo sanno
per quelli che… hanno qualcosa da dire o da ridire
per quelli che… hanno le palle
per quelli che… 'voglio saperne di più'
per quelli che… vogliono confrontarsi
per quelli che… hanno sete di sapere ma non hanno mai osato chiedere
per quelli che… 'io vorrei fare qualcosa per la mia ciccia, però mi piace troppo mangiare'
per quelli che… 'si và bene tutto ma non posso rinunciare al cappuccino e brioche'
per quelli che… 'adesso gliene dico quattro'
per quelli che… credono di sapere tutto e non sanno nulla
per quelli che… credono di pensare e non pensano
per quelli che… elaborano
 
Il Genio!
Lemme Dr Alberico
Da
www.filosofialimentare.it


So che mi state ascoltando, avverto la vostra presenza. So che avete paura di noi, paura di cambiare. Io non conosco il futuro, non sono venuto qui a dirvi come andrà a finire, sono venuto a dirvi come comincerà. Adesso appenderò il telefono e farò vedere a tutta questa gente, quello che non volete che vedano. Mostrerò loro un mondo senza di voi, un mondo senza regole e controlli, senza frontiere e confini. Un mondo in cui tutto è possibile. Quello che accadrà dopo, dipenderà da voi e da loro. (Neo)

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com

giovedì 14 aprile 2011

Vi rubano l'energia? È un problema secondario...





Ecco la quarta tappa di questo ‘cammino dell’energia vitale’ che si forma e viene in gran parte e continuamente ‘soffiata via’… in qualche modo

I precedenti articoli sono qua: 1 e 2 e 3

La ‘tentazione’ cosa è? Ed il trasgredire? Non saranno, in realtà, modalità Antisistemiche per gonfiare quel costrutto aspira-energia chiamato e conosciuto come genericamente ‘peccato’? L’inosservanza della ‘legge’ conduce al peccato. Ma a quale peccato si fa riferimento? E a quale legge? Certamente a quelle relative al modello di paradigma in auge

Al di fuori di questo paradigma, le regole, le leggi sono ‘diverse’.  È il diverso 'sistema cognitivo' riportato da Castaneda.

Questa strana miscellanea di sensazioni ci ammantano da sempre. Nel reame terrestre del libero arbitrio siamo evidentemente prigionieri. Nella prigionia è insita la scintilla del ravvedimento, della comprensione, della consapevolezza della libertà che si aveva, ma è anche insita la fiamma della rabbia, della vendetta, del furore: l’eterna presenza duale dell’essere. Per questo motivo ‘tutto è vincolato al nostro punto prospettico’ ed è meglio astenersi dal giudizio. Semplicemente abbiamo quello che ‘meritiamo’. 

Il piano individuale è inserito a tassello in quello globale: tutto ha un senso. La grande sete di conoscenza che serve in continuazione l’umanità alla tavola della Vita è rappresentata anche dall’utilizzo delle droghe. Perché se ne fa uso, perché le si attira come miele gli orsi. È una necessità? È una fuga? Certamente! 

È un tentativo determinato della forza animica di ‘far aprire gli occhi’. A mali estremi, estremi rimedi. Chi può giudicare questa azione? Nessuno lo può fare. Nella Kabbalah si illustra il concetto di ‘pane della vergogna’, ossia di un qualcosa di ‘immeritato’ ma non casuale e, per un certo verso, indotto e necessario:

È una definizione coniata dagli antichi cabalisti per descrivere tutte le emozioni negative che accompagnano una fortuna che non ci si è guadagnati. Per esempio, si dice che mangi il Pane della Vergogna quell'uomo che è costretto ad accettare la carità dagli altri. In lui c'è il profondo desiderio di guadagnarsi il denaro che gli serve per il pane. Desidera disperatamente riuscire a sfamarsi e a badare a se stesso senza dipendere dalla generosità altrui… Il Pane della Vergogna, dunque, impedisce al Vaso di provare la felicità assoluta
 
Fintanto che il Vaso si limitava a ricevere, rimaneva infelice

Dunque che cosa poteva fare per eliminare quelle orribili sensazioni chiamate il Pane della Vergogna? Condividere era impensabile perché non c'era qualcuno con cui farlo. Nel Mondo Senza Fine esistevano soltanto la Luce e il Vaso in unione perfetta. Il Vaso non avrebbe potuto condividere con la Luce? Un'idea encomiabile, peccato che la Luce non avesse alcun desiderio di ricevere. La Luce è di per sé una condivisione senza limiti di energia.
 
La soluzione: IL VASO SMISE DI RICEVERE LA LUCE!
 
Gli antichi cabalisti chiamarono Resistenza l'atto di respingere la Luce compiuto dal Vaso... Nel momento in cui il Vaso impedì alla Luce di colmarlo, essa si ritrasse e creò uno spazio vuoto. La Luce si contrasse creando nel Mondo Senza Fine un punto di oscurità. L'infinito aveva dato origine al finito.
Il potere della Kabbalah, una tecnologia per l’anima – Yehuda Berg

‘Cocaina sui set come un drink’, le rivelazioni shock di Dennis Quaid.
Quaid racconta a Newsweek: ‘Il mio rapporto con la droga è iniziato quasi per caso, quando nel 1974 ho lasciato il college e mi sono trasferito a Los Angeles. Tutti usavano cocaina alle feste, e a quel tempo era perfino nei bilanci dei film, sotto voci sottilmente alterate. Si tirava anche sui set, era come prendere un cocktail. Per me, che provenivo da una famiglia piccolo borghese di Houston, era difficile essere a Hollywood e gestire un successo e una fama che, in quel momento, neanche mi sembrava di meritare

E intanto la mia vita andava a rotoli’.
Da Yahoo

Ecco un esempio di Pane della vergogna... Nella finitezza si vivono le esperienze. Si soffre e si gioisce. Si prova carnalmente tutto ciò che le terminazioni sensoriali abbinate alle emozioni trasmettono interagendo con gli ‘altri e l’altro’. Non si è più 'soli'. Gli altri rispecchiano e vivono anche la nostra parte. Nella sinfonia degli eventi la ‘musica’ è coralmente all’altezza della situazione. È un intricato intreccio di fili, una trama variegata che necessita di ritrovare un senso comune. Le dinamiche che hanno portato a generarla sono contenute nel resoconto della storia cosmica e, frattalmente, in quello della storia deviata: la storia che narrano ‘le cronache dell’Antisistema’. 

Questa notizia mi porta ad agganciare un’altra dimensione:

Parigi espone i tesori dei Dogon.
La metà dei tesori esistenti dell'antica civiltà africana del Dogon riunita al Musée du quai Branly di Parigi fino al prossimo 24 luglio. Maschere, sculture, gioielli che oggi raggiungono quotazioni record nelle vendite all'asta: recentemente un busto scolpito è stato aggiudicato da Sotheby's per 1,4 milioni di euro.
 
E pensare che i discendenti di questi artisti straordinari e anonimi oggi lottano contro la miseria.
 
I Dogon occupano la regione della falesia di Bandiagara, a sud del fiume Niger, sono prevalentemente coltivatori di miglio e, nonostante i contatti con l'Islam e altre religioni monoteistiche, praticano ancora il culto dell'animismo.
Da Yahoo 

La dimensione dei Dogon è quasi riservata. Solo coloro che ne vengono attratti per questioni vibrazionali proprie, li trovano. In questa cerchia ci sono quelli che li hanno depredati e sfruttati e quelli che percepiscono il loro ruolo di custodi frattali della verità:

I Dogon non considerano gli umani dotati di componenti immateriali come lo scientista; niama è la forza, l’energia sovraindividuale che sta ovunque nel mondo, che appartiene al mondo, cerca e trova luoghi e supporti dove condensarsi,vegetali, uomini, rocce, conglomerati di materia che facciano da supporto a questa energia (se un cacciatore caccia una gazzella, sa che lo niama che aveva scelto questo supporto va sopra chi ha ucciso; l’energia dello niama fa bene se in giusta misura, se no fa male (gli  amuleti servono al cacciatore per sviare lo niama degli animali che uccidono; anche il contadino che abbatte un albero può ammalarsi). 

Niama è il principio che regola le trasgressioni aggressive, violente tra umani e non umani.. 

Ma è un’entità diffusa ovunque che  trova negli umani il proprio supporto. Allora accettando questo concetto si comprende la diversità tra le pratiche della psicologia, che considera psychè tutta dentro, e quelle  dei guaritori dogon, degli sciamani che fanno un percorso iniziatico complesso per intervenire sulle guarigioni. Tale percorso ha a che fare con il divino ( cfr. in greco iaomai/iatreuo e therapeuo: iaomai/ iatreuo = mi prendo cura, mi faccio carico di; il compito del prendersi cura  può essere  di tutti, non occorre essere medico; per curare invece ci vuole anche la componente terapeutica theòs = dio che ha a che fare con i sacerdoti, gli esperti i guaritori medici che fanno un percorso complesso, molto delicato che autorizza queste persone ad essere accompagnatori di un altro che è in difficoltà e a fare insieme un percorso migliorativo e trasformativo, e ciò vale sia per il medico scientista, sia per il guaritore presso i Dogon, sia pure con diverse tradizioni terapeutiche)…
 
L’esistenza dei demoni o spiriti inferiori era accettata ovunque nel mondo antico. Sono gli spiriti naturali delle colline, degli alberi, dei fiumi, delle rocce e dei venti. Agenti soprannaturali controllabili con la magia che hanno il potere di fare il bene e il male, dare e curare malattie, fornire indicazioni per il futuro. Sono collegati a divinità e a settori della natura, animali, metalli, colori, così da formare catene di corrispondenze per tutto l’universo ben note al sacerdote-sciamano. Cavendish.
 
Un’ultima considerazione: i tessuti e le porte scolpite forniscono ai Dogon il supporto per la comunicazione dei simboli,  come  spesso nei poemi omerici la tela è il canale alternativo al canto dell’aedo per le narrazioni del mito ('testo' da  textus, tessuto). Nel  medioevo europeo il tessuto  è ancora il mezzo per  trasmettere in occidente la simbologia mediorientale; non diversamente i portali delle cattedrali raccontano le storie bibliche in cui la comunità credente si riconosce e l’iconografia sacra perpetua prestiti simbolici dalla religione dei faraoni e dei sumerobabilonesi.  Per cui non sorprendono  le riproduzioni  di  sfingi egizie o del dio pesce della caldea, Oannes, sui capitelli di chiese medievali in villaggi anche sperduti nella campagna francese:'la filiazione diretta di temi e di immagini travalica distanze impensabili nel tempo e nello spazio' V.H.Debidour, in C.Jacq, Il segreto della cattedrale.
Prof.ssa Donatella Vignola

I Dogon sono agganciati all’osservazione delle stelle:

Cerimonie.
La loro antica religione animista si esprime in cerimonie e danze rituali, in cui le maschere sono il simbolo più importante. Una volta ogni sessant'anni viene celebrato il Sigui, cerimonia itinerante di villaggio in villaggio, che rappresenta la perdita dell'immortalità da parte dell'uomo attraverso la rievocazione della morte del primo antenato Dyongu Seru, rappresentato dalla iminana una grande maschera che viene intagliata a forma di serpente ed è alta circa 10 metri.

La stella Sirio B.
Un graffito Dogon ritraente secondo alcuni studiosi l'orbita di Sirio B attorno a Sirio. I Dogon godono, specie tra gli ufologi e in Internet, di una straordinaria popolarità: secondo gli studi dei due antropologi Marcel Griaule e Germaine Dieterlen svolti nel 1931, poi rielaborati ed in parte manipolati dal libro The Sirius Mystery di Robert Temple (1975), la stella Sirio secondo la tradizione Dogon ha una compagna chiamata Po-tolo (che significa qualcosa come granellino) identificabile con Sirio B, che è effettivamente una piccola stella (una nana bianca) compagna di Sirio, orbitante attorno alla primaria con un periodo di circa 60 anni.

Il mistero legato a Sirio B è dovuto al fatto che essa risulta invisibile ad occhio nudo, e appare strano pensare che essa fosse già conosciuta ai Dogon, non avendo essi alcun mezzo per poterla osservare. Così Temple risolve la contraddizione sostenendo che i Dogon in passato siano entrati in contatto con una civiltà extraterrestre che avrebbe dato loro queste informazioni. A rafforzare questa tesi contribuisce la tradizione Dogon ove si parla della venuta di dèi anfibi sulle loro arche.
Link 

Ad ogni latitudine l’umanità racconta versioni della storia diverse solo nella ‘tonalità dei colori’, ma non nei tratti identificativi dell’accaduto. Questa è una verità frattale. 

In Wikipedia è riportata l’immagine di un graffito che viene descritto in questo modo: un graffito Dogon ritraente secondo alcuni studiosi l'orbita di Sirio B attorno a Sirio. Eccolo:

Preferisco vederlo così:
  

Secondo me ricorda molto l’uovo cosmico o l’involucro che contiene la nostra energia vitale. Che cosa è quella sorta di ‘X’ allora? Un punto di ingresso o di uscita? Un punto particolare? Mancano indizi ed informazioni. Manca l’aiuto di ‘chi sa’. È una cellula? Una testa? Un organo? Un emisfero? Un segno casuale creato da una mano inconsapevole? Questo è il ‘bello’ dell’esistenza. Intuitivamente cosa percepiamo? È una perdita di tempo? 

Bene. Lasciamo scorrere via questo momento. Andiamo oltre

Così noi comprendiamo perché vi debba essere questa varietà, e perché molteplici debbano essere le cose separate e viventi. E cominciamo a comprendere che la perfezione dell’universo manifestato deve necessariamente consistere nella sua stessa varietà; che se oltre l’Uno vi deve essere una pluralità, questa deve essere pressochè infinita, affinchè l’Uno, il quale è come un sole potente che effonde i suoi raggi in tutte le direzioni, li possa effondere dovunque; e nella totalità di questi raggi sarà la perfezione che illumina il mondo. 

Più numerosi, più meravigliosi, più vari saranno gli oggetti, e più l’universo rappresenterà fedelmente, sebbene ancora in modo imperfetto, l’immagine di Ciò donde proviene. Il primo atto della Vita evolutiva dovrà tendere alla pluralità, cioè a costituire delle esistenze separate – separate in apparenza – per modo che esteriormente sembreranno molte, quantunque considerandole nella loro essenza vedremo che il Sé di tutte è Uno. Comprendiamo quindi come nel processo dell’individuazione multipla, l’unità individuale si presenta quale un debole e limitato riflesso del Sé. E cominciamo anche a comprendere quale debba essere il risultato di questo universo, perché questa pluralità di individui debba subire una evoluzione, perché questa separatezza debba essere una condizione necessaria nell’evoluzione del tutto

Poiché noi cominciamo a vedere che il risultato dell’universo dovrà essere l’evoluzione del Logos di un altro universo, di quei potenti Deva che saranno le guide di tutte le forze cosmiche di quel futuro universo, e dei divini Maestri, cui spetterà di educare l’umanità bambina di un altro Cosmo. La vita in tutti questi mondi di esistenze individuali è una incessante evoluzione, per cui un universo trasmette all’altro i suoi Logoi, i suoi Deva, i suoi Manù primitivi e tutti quei Grandi che saranno necessari per costruire, educare, reggere, ammaestrare quell’universo che ancora non è nato. Così gli universi sono collegati l’uno all’altro, così un Manvantara succede ad un Manvantara, così i frutti di un universo sono i semi dell’universo che gli succede. 

In seno a tutta questa molteplicità si evolve un’unità sempre più vasta, la quale sarà l’ossatura del Cosmo non ancor nato, sarà il Potere che informerà e governerà il Cosmo futuro. E qui sorge una domanda… Perché tante difficoltà nell’evoluzione, perché tanti apparenti insuccessi, perché così spesso avviene che l’uomo s’inganni sulla via da prendere, e perché seguirà egli il male che lo degrada, anziché il bene che lo nobiliterebbe?  Non era dunque possibile al Logos del nostro universo, ai Deva che sono i suoi ministri, ai grandi Manù preposti a guidare la nostra umanità bambina… non era Loro possibile disporre le cose in modo che non vi fossero quegli insuccessi apparenti? Non potevano essi guidarci così che la strada riuscisse piana e diritta. Invece che tanto aspra e tortuosa?
 
Questa domanda tocca precisamente il punto per cui è tanto difficile l’evoluzione dell’umanità, quando venga esaminata senza perdere di vista il suo scopo ultimo. Sarebbe stato facile invero creare una umanità perfetta, facile dirigerne le facoltà nascenti in modo che queste potessero rivolgersi sempre a ciò che chiamiamo il bene, senza mai deviare verso ciò che noi chiamiamo il male. Ma quale sarebbe stata la condizione di un così facile compimento del proprio destino? L’uomo non sarebbe stato altro che un automa mosso da una forza impellente esterna a lui stesso, che gli avrebbe imperiosamente imposto una legge alla quale sarebbe stato costretto ad obbedire senza potervisi sottrarre… E la meta era non di far degli automi che seguissero ciecamente un sentiero loro prefisso, ma di creare un riflesso del Logos stesso, di dar vita ad un possente sodalizio di uomini saggi e perfetti, che sempre scegliessero il meglio per un atto d’intelligenza e di ragione, e respingessero il peggio convinti per esperienza propria della sua insufficienza e degli affanni ai quali conduce.  
Annie Besant – Il sentiero del discepolo.

Questi concetti esprimono e spiegano il mito della cacciata dal Paradiso terrestre. Queste sono parole e pensieri di molto tempo fa, relative alla fine del 1800. È incredibile la loro modernità e lungimiranza. In questo scritto è insito un senso di pace, proprio di colui che osserva le umane cosa da una distanza considerevole. Da quell’altezza hanno senso solo le dinamiche principali. Tutto il resto sparisce come una minuzia in una generalità. Ha senso solo l’evoluzione. 

La sofferenza ha lo scopo di fare comprendere, realizzare, rendere consapevoli sulla differente solidità della costruzione basata sul male e sul bene. Il castello di carta del debito attuale è, infatti, di una fragilità estrema. È sul debito che l’Antisistema basa il ricatto sottile di questo paradigma:

- Mirano al controllo. Al controllo del debito che il conflitto produce. Vedete, il grande valore di un conflitto, il vero valore, sta nel debito che genera. Se controlli il debito, controlli tutto quanto. Voi lo trovate inquietante vero? Ma è questa la vera essenza dell’industria bancaria. Fare di tutti noi, sia che siamo nazioni o individui schiavi del debito.
 
- Stiamo solo cercando la verità.
- Lo so, ma non dimenticate mai che c’è quello che la gente vuole sentire, c’è quello che la gente vuole credere e c’è tutto il resto... e poi c’è la verità.
- E da quand’è che questo va bene. Trovo incredibile che tu me lo dica. Verità implica responsabilità.
- Esatto! Motivo per cui tutti la temono.

- Si fanno delle scelte nella vita. Lei ha fatto le sue. A volte l’uomo trova il suo destino sulla strada che aveva scelto per evitarlo.
Citazioni tratte da ‘The International’

Sono come guidato a trovare questo mix di citazioni e porzioni di articoli, questi pensieri inchiodati a terra come le traversine della ferrovia, le une alle altre a costituire una… direzione. È gioco forza, alla fine, chiedersi ‘da dove giunge questa voce’? Ho scritto ieri di forze oscure che ci tolgono energia e ci confondono, poi, mi accorgo che pur mancandomi effettivamente l’energia, riesce a raggiungermi un flusso d’intenzione ferrea che urla sottilmente di ‘andare avanti’

Brucio il tempo o lo impiego? 

Certamente ha un senso questo lavoro, questa fervente attività quotidiana della ‘ricerca’. L’energia alimenta tutto nell’universo. L’energia è ambita da ogni entità vivente, soprattutto da quelle entità che non possono produrla. La Terra la produce, l’uomo la produce… ma non queste entità. Questa è la cartina tornasole che illumina lo scenario Antisistemico. Uno scenario neutro come la pelle. Uno scenario da agghindare con le proprie intenzioni o volontà inconcludenti. 

Il controllo del debito è il frattale della generazione di Karma e del relativo sfruttamento

Si permette di 'poterci perdere' per alfine assumere il controllo di quell’azione. È una logica sensata. Un metodo di sopraffazione che mette in evidenza l’obiettivo delle forze oscure: il controllo a fini di sostentamento energetico della loro stessa esistenza. Il film ‘The International’ termina con l’uccisione del capo della banca. Egli, prima di morire, dice che ci sono centinaia di banchieri pronti a prendere il suo posto e che, dunque, la sua uccisione non cambierà lo stato delle cose. Ecco un nodo focale della questione: l’uomo si presta alla tentazione del ruolo di comando e di potere. Questa è la forza dei Voladores.

È questo il segno che il cambiamento è ancora strisciante nella società umana. È poco più di un embrione o di un seme. Quelle oscure presenze che ci vampirizzano, non sono ‘il problema’, perché quando saremo pronti li spazzeremo via con la sola forza dell’intento. Sarà come aprire porte e finestre di casa per fare entrare i raggi del Sole. Questa è la nostra forza!
 
Per ovviare al momento, consiglio questo link, in cui è possibile trovare delle tecniche semplificate di stimolazione energetica, tratte da libri e studi di Robert Bruce e Castaneda.

I due metodi qui proposti, complementari fra loro, fanno aumentare moltissimo (stavo per scrivere 'enormemente') l'energia sottile disponibile, qualunque cosa poi tu intenda farne.  Provali, e fin dall'inizio ti sentirai diverso!  E se sei scettico sull'esistenza della bioenergia, questi metodi ti faranno ricredere.
Da
La stimolazione diretta dell'energia dell'aura
  
Avevo scritto tempo fa di quella ‘zona’ denominata Hara: un nostro centro di potere controllato da un impianto rettiliano. A questi link è possibile leggere i due articoli:
  1. http://sacroprofanosacro.blogspot.com/2010/08/estate-2010-hara-atlas-ed-il-suono.html  
  2. http://sacroprofanosacro.blogspot.com/2011/01/un-puzzle-intuitivo.html
Ma, in quanti modi siamo controllati? Nulla è stato lasciato al caso. Ciò è tipico di una struttura organizzata in maniera ‘superiore’, proprio come i film ci fanno capire, levando il finale che si svolge in maniera ‘bizzarra e semplicistica’ sempre negli ultimi fotogrammi. Come per evidenziare che il messaggio importante è inerente al ‘viaggio’ essendo la meta praticamente certa

Vi lascio con una serie di citazioni vibrazionali che ho ritenuto essere utili per comprendere, lasciandosi andare al flusso dell’energia universale.

In un convegno a Verona del Settembre 2002 dal titolo 'Curare e guarire come Via di conoscenza' introducevo alcune riflessioni sul tema di Hara citando una frase circa la malattia e la guarigione tratta da un libro di un autore tedesco, Karlfried Von Durckheim. La frase in questione dice: 'Non vi è malato la cui guarigione non sia ostacolata anche da una intima tensione o contrazione. Del pari, non vi è guarigione che non sia agevolata dal risolversi di tali nodi. Proprio nella misura in cui tensioni siffatte sono connesse con la paura di un Io preoccupato o protervo, esse si sciolgono quando l’uomo apprende l’arte di mettere da parte l’Io e di affidarsi a quelle forze più profonde alle quali l’Hara certamente lo apre.”…
 
Credo però che questa zona non ci apra solo ad un contatto con le nostre 'Grandi Energie', cioè le nostre energie costituzionali profonde. Nella citazione di Von Durckheim dalla quale siamo partiti, circa la malattia e la guarigione, si parla di Hara come di una possibile apertura a forze ancora più nascoste, profonde e potenti. Molte sono le pagine che Von Durckheim dedica nel suo libro a questa ipotesi, da queste pagine possiamo partire per un’ultima riflessione sull’Hara.
 
Il nostro autore tedesco lascia intendere che la Via che porta allo sviluppo di questo nostro ‘Centro energetico’ ci apre a forze profonde e misteriose.
 
Queste forze sembrano andare ben oltre le nostre potenzialità’ individuali, qui ed ora (intendendo con questa espressione le nostre caratteristiche energetiche costituzionali prese così come sono in un determinato momento della nostra vita). Egli afferma infatti che l’uomo che dispone di Hara non è rimesso solamente a sé stesso, in quanto '…questo ancorarsi nel Centro assicura all’uomo una forza che lo mette in grado di padroneggiare l’esistenza in modo diverso di quanto gli sarebbe possibile per mezzo del solo ‘Io’. E’ una forza che sostiene e che rinnova l’essere in maniera misteriosa, una forza che ordina e che dà forma, che risolve e rende interi, che unifica.”
 
Affidandosi ad Hara, dice ancora, l’uomo '…mette le proprie capacità al servizio di una forza profonda che compirà per lui l’opera  e l’azione quasi senza che egli intervenga. Ma l’attivazione di codesta forza ha per premessa l’ancoraggio dell’uomo all’Hara, nel Centro libero dall’Io'. La Via che consente lo sviluppo di Hara permetterebbe quindi all’uomo di vivere questa forza nel suo duplice aspetto: come una forza speciale che può usare nella sua vita nel mondo e che, nel contempo, gli permette di entrare in contatto con le energie metafisiche della sua essenza più profonda. Questo contatto, secondo Von Durckheim, è il senso più profondo di Hara. E il percorso che un individuo compie in questa Via di ricerca e di allenamento per lo sviluppo di Hara ha il senso di un percorso in una ‘Via Interiore’ che consente “…l’unità con l’Essere e l’Essenza sovramondani”.
 
Quindi il contatto profondo con Hara permetterebbe all’uomo di rapportarsi con una dimensione più ampia, aprendolo a quella che viene definita 'la Grande Vita che sorregge e protegge'. In questa dimensione egli verrebbe ad acquisire un nuovo sentimento del vivere e  il senso di una nuova forza e di una nuova ‘vicinanza’.
 
'Non è – continua Von Durckheim – una forza che ‘si ha’ ma una forza nella quale ‘si è’ . In essa l’uomo percepisce la sua partecipazione ad un ‘Essere’ a cui, nel senso più profondo, appartiene e a cui è più legato che non al mondo. Sente anche che essa non costituisce solamente il fondo vero della sua vita ma altresì il principio più profondo dell’intero Universo'…
 
Per  concludere, e tornando al pensiero dal quale eravamo partiti, Hara viene proposta anche come una grande forza di guarigione. Non ho mai potuto fare a meno di pensare alle parole del Maestro (e medico taoista) Jeffrey Yuen in una sua conferenza a Milano di qualche anno fa. Parlando di alcune diverse modalità di intervento terapeutico, Jeffrey Yuen riconosceva l’esistenza e la possibilità, tra queste, di una modalità del tutto particolare, che lui definiva di tipo ‘sciamanico’. Una modalità che è oltre l’abilità soggettiva del terapeuta e oltre la condizione oggettiva del paziente.
  
L’uso di questo termine ‘sciamanico’ non può fare a meno di rimandarci ancora una volta alla capacità di sapersi  affidare, da parte dell’uomo, a quelle forze profonde e misteriose alle quali, come dice Von Durckheim '…l’Hara certamente lo apre'.
Da
Hara - La forza dell'energia originaria - Massimo Beggio

Tutto ciò ricorda molto da vicino quella 'Riconnessione' portata avanti con estrema forza da Eric Pearl.

Creato è il corpo, creata è la mente, ma non l’anima. L’anima cade nel complesso corpo-mente, identificandosi con esso e così inizia il ciclo delle nascite e rinascite, della trasmigrazione. Questo stato negativo è prodotto, è causato dall’ignoranza; quindi solo la conoscenza (jnana, una conoscenza di un certo tipo, ovviamente, non libresca, non culturale) può condurre alla liberazione. La conoscenza in questo caso significa conoscenza del proprio atman, una conoscenza che è realizzazione. 

Questa importanza assoluta data a questo tipo di conoscenza-realizzazione spirituale significa qualcosa di ben preciso, per certi versi: cioè la liberazione non la si ottiene attraverso l’azione. Quindi la morale, ad esempio, può certamente avere una sua funzione, ma non è sufficiente; anzi: agire moralmente con l’idea secondo la quale se agisco in un certo modo, mi libero, produce ulteriore karma, perché si rimane all’interno del recinto dell’egocentrismo, del virtuosismo moralistico

Il fondamento di tutto invece, in ambito morale, è l’agire senza fini, senza tornaconti personali, un puro agire svuotato della volontà egoica. Altrimenti c’è produzione di karma. Su questo, tutti i grandi testi della tradizione vedanta concordano massimamente: dalla Bhagavadgita alle Upanisad e a tutte le opere vedanta. Lo stesso Ramana scrive: 'La mente sarà liberata dalle sue impurità soltanto se adempirà senza desiderio i suoi doveri nel corso di parecchie nascite, procurandosi un Maestro degno, imparando da lui e praticando incessantemente la meditazione sul Supremo'. 

Vediamo che non basta l’agire senza desiderio: ci vuole la meditazione sul Sé.
Da
www.gianfrancobertagni.it

Un tentativo di una cultura passata di trascendere l'Antisistema? Potrebbe essere questo, ad esempio:
 
I 7 principi del Bushido.

Gi : Onestà e Giustizia
Sii scrupolosamente onesto nei rapporti con gli altri, credi nella giustizia che proviene non dalle altre persone ma da te stesso. Il vero Samurai non ha incertezze sulla questione dell'onestà e della giustizia. Vi è solo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
 
Yu : Eroico Coraggio
Elevati al di sopra delle masse che hanno paura di agire, nascondersi come una tartaruga nel guscio non è vivere. Un Samurai deve possedere un eroico coraggio, ciò è assolutamente rischioso e pericoloso, ciò significa vivere in modo completo, pieno, meraviglioso. L'eroico coraggio non è cieco ma intelligente e forte.
 
Jin : Compassione
L'intenso addestramento rende il samurai svelto e forte. È diverso dagli altri, egli acquisisce un potere che deve essere utilizzato per il bene comune. Possiede compassione, coglie ogni opportunità di essere d'aiuto ai propri simili e se l'opportunità non si presenta egli fa di tutto per trovarne una.
 
Rei : Gentile Cortesia
I Samurai non hanno motivi per comportarsi in maniera crudele, non hanno bisogno di mostrare la propria forza. Un Samurai è gentile anche con i nemici. Senza tale dimostrazione di rispetto esteriore un uomo è poco più di un animale. Il Samurai è rispettato non solo per la sua forza in battaglia ma anche per come interagisce con gli altri uomini.
 
Makoto o Shin : Completa Sincerità
Quando un Samurai esprime l'intenzione di compiere un'azione, questa è praticamente già compiuta, nulla gli impedirà di portare a termine l'intenzione espressa. Egli non ha bisogno né di 'dare la parola' né di promettere. Parlare e agire sono la medesima cosa.
 
Meiyo : Onore
Vi è un solo giudice dell'onore del Samurai: lui stesso. Le decisioni che prendi e le azioni che ne conseguono sono un riflesso di ciò che sei in realtà. Non puoi nasconderti da te stesso.

Chugi : Dovere e Lealtà
Per il Samurai compiere un'azione o esprimere qualcosa equivale a diventarne proprietario. Egli ne assume la piena responsabilità, anche per ciò che ne consegue. Il Samurai è immensamente leale verso coloro di cui si prende cura. Egli resta fieramente fedele a coloro di cui è responsabile.
Da
www.gorinkai.it 

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com