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C’è come l’impressione di “dover scalare una montagna (altissima ed imponente)”. Nel “fare” cosa? Nel trovare il modo di mettere ordine tra i pensieri, le idee, l’intenzione e… tutto quello che si “sente” dentro, in profondità, laddove non ci sono più pensieri, idee, intenzione, etc. bensì… “immagini”:
il “sentire di/che…” è, infatti, qualcosa che esula da ogni tipo di classificazione.
Anzi, che la tradizionale forma di classificazione “qua, così”, imprigiona, non appena recinta - attraverso la propria “legge” - il “significato” che (deve avere) “ha”, persino, il tal “stato d’animo”.
Per questo motivo, non c’è più universalmente un accordo significativo relativamente al termine “intelligenza”. La scienza (deviata), ovviamente, ha già detto la propria ma (ma) anche tale “comunità” è auto suddivisa, allorquando va a definire la “parola” intelligenza.
Un atto “dovuto” che, per il semplice motivo di sussistere, rende l’oggetto di studio (attenzione, classificazione, riduzione, etc.) alla mercé dell’osservazione (di/in parte), che ha la pretesa di inquadrare la situazione, andando a conferirle il proprio “colore”.
Non appena si “ordina” uno stato di fatto, secondo una certa inclinazione, lo stesso stato di fatto si trasforma di/in conseguenza:
quando, all’opposto, questo non succede?
A Sparta, la prole diveniva guerriera. Ad Atene, diveniva “filosofa”? No.
Questi luoghi comuni, se assoluti, avrebbero prodotto delle Città-Stato non sostenibili dalla prospettiva della sopravvivenza d’assieme, che è qualcosa di molto più coes3 e variegat3, rispetto alla tipicità attribuita storicamente.
Diciamo che, una certa nomea, è - di più - riferibile alla caratteristica inconfondibile di un certo contesto.
Da questa panoramica, allora, Sparta era guerriera ed Atene era “filosofa”.
Entrando nel merito, è ovvio che le due situazioni fossero contraddistinte da ogni sorta di mansione e struttura civile, dato che “è qualcosa che tende a ripetersi (ossia, qualcosa che nella gerarchia, si ripresenta puntuale ogni volta, in ogni contesto e in qualsiasi uso e costume)”.
L'organizzazione "per mansioni (gerarchia)" risulta necessaria per la sopravvivenza comune...
Sparta, così come Atene, “generava” fabbri, così come stallieri, dottori, “politici ed avvocati”, soldati, eroi, insegnanti e nullafacenti, etc.
Era “per forza di cose”, così, perché si trattava di Città-Stato (complete di ogni tipo di necessità infrastrutturale).
Qualcosa che, ad esempio, nel “piccolo” riguarda anche una tribù, dispersa nel bel mezzo della foresta amazzonica o nel deserto più assolato.
È l’organizzazione delle singolarità, che – ad “ondate” – si manifestano in un dato luogo, andando ad “associarsi” alla situazione da “prendere o lasciare (ossia, prendere)”.
“Il ricordo è la massima definizione delle nostre vite. Perché la nostra vita non è altro che un insieme di ricordi. Ricordi di eventi, esperienze, emozioni, stampati sul nostro sistema nervoso. Tutti che portano a questo istante preciso, rendendo ciascuno la persona che siamo oggi. Senza di essi, il presente sarebbe privo di contesto…”.
Rememory
“Pensare consiste nell’accorgersi delle somiglianze. Faccio spesso esperienza di questo:
mi accorgo di somiglianze tra eventi, tra un evento attuale e uno passato, o tra cose che stanno succedendo nello stesso tempo. Io inseguo queste relazioni…
Oggi, noi ci sentiamo liberi e trasferiamo i nostri dati personali volontariamente…
Questo sistema è estremamente efficiente. Non ci sono proteste contro tutto ciò, perché stiamo vivendo un sistema che sfrutta la libertà…”.
Byung-Chul Han
senza di essi, il presente sarebbe privo di contesto...
pensare consiste nell’accorgersi delle somiglianze...
non ci sono proteste contro tutto ciò, perché stiamo vivendo un sistema che sfrutta la libertà…:
che cosa (chi) ricordi “qua, così”?
di che cosa (chi) non ti accorgi, pur pensando per “somiglianz3”?