venerdì 19 luglio 2024

Il cielo è sempre meno Azure.


Azure è una piattaforma cloud pubblica di Microsoft. Azure offre un'ampia raccolta di servizi, che include funzionalità PaaS (Platform as a Service), IaaS (Infrastructure as a Service) e di servizio di database gestito. Ma che cos'è esattamente Azure e come funziona? Come altre piattaforme cloud, Azure si basa su una tecnologia nota come virtualizzazione. È possibile emulare la maggior parte dell'hardware di un computer nel software. L'hardware del computer è semplicemente un set di istruzioni, codificate in modo permanente o semi-permanente nei processori. I livelli di emulazione vengono usati per eseguire il mapping delle istruzioni del software alle istruzioni dell'hardware. I livelli di emulazione consentono l'esecuzione di hardware virtualizzato nel software, come se si trattasse dell'hardware effettivo stesso. Il cloud è essenzialmente un set di server fisici in uno o più data center. I data center eseguono hardware virtualizzato per i clienti. In che modo il cloud riesce a creare, avviare, arrestare ed eliminare milioni di istanze di hardware virtualizzato per milioni di clienti allo stesso tempo?...

“Dio è morto…”. E si vedono i risultati. 

Oggi, nell’occidente “democratico” globalizzato (e “siti mirror”), aeroporti, ferrovie, banche, poste, ospedali, la Borsa di Londra, etc. sono in panne, quasi prossimi alla “fermata obbligatoria”. Inghilterra, “Usa”, Hong Kong, Irlanda, Australia, India, Israele, Turchia, Spagna, Giappone, Francia, Singapore… si aggiungono all’elenco. 

Il passaggio è al “manuale”. Come negli anni '70.

La “virtualizzazione” cosa comporta? Nella sostanza, sempre quel classico “niente”; solo che, in questo ambito, tale auto caratteristica corrisponde al “fermo macchina” = il “niente” che si fa niente.  

giovedì 18 luglio 2024

Prove tecniche di trasmissione e Re-altà.


Ricordi? Quando, ad intervalli regolari, una voce femminile ripeteva, “prove tecniche di trasmissione”... Bè, sono volumi di memoria sotto forma di “emozioni” interconnesse all’aspetto più esteriore, ovvero, il “corpo”. Dunque, al solito (qua, così) cosa vedi mentre guardi oppure cosa guardi mentre vedi? A volte puoi continuare, per anni, a passare davanti a qualcosa, eppure… se ti chiedessero qualcosa relativamente a tale “ferma costante”, uhm… niente; non ricordi niente. 

“Non sei neanche in giro…”. No? 

Dori, la pesciolina, ne sa molto di quel nontiscordardime. Anzi, ne soffre molto! Perché? Quale trauma si rivela Oltre! Ergo, quando l’oro fanno le “prove tecniche di trasmissione” cosa fanno nella sostanza. Che testano?  E… perché? 

Tanto, è come sentir parlare in mandarino. No

Non sei “te” l’addetto ai lavori. È sempre qualcun altro. Per ciò ogni volta è sempre “uguale”: te la fanno continuamente. Sotto al naso, come si suol dire. Lasciandoti con “un palmo di naso”, laddove le bugie hanno le gambe corte, ma… funzionano. E il naso, anche se è lungo, oramai “non si dice” per via del “respect”. 

Il solito equi-woke. 

mercoledì 17 luglio 2024

Motorio extrapiramidale, non lineare sostanziale = verità, strappo dopo strappo.


Malgrado i suoi brillanti meriti accademici (fu ordinario alla Sapienza) e le sue pubblicazioni di alto rigore, una dei quali, Il sistema motorio extrapiramidale (1927) fu adottata come testo universitario per molti anni a seguire, le sue scoperte e le pubblicazioni “di frontiera” gli valsero l’ostilità, anche ingiusta e preconcetta, della comunità di allora. Questo suo isolamento fu anche la causa dell’oblio in cui caddero le sue ricerche per diversi decenni, almeno in Italia…

Di chi si tratta? Bah

Di un illustre s-conosciuto, alias, Giuseppe Calligaris (1876-1944). Chi? Ap-punto. La verità è memoria. E la memoria è conservata in ogni “caso”. Anzi, d+: 

in ogni modo. 

Come... dare una “passata di bianco” ogni anno, in casa, per “rinfrescare” le pareti. Onde. F-orma. E, rotore statore: un motore di auto de-composizione. La verità accon-di-scende, come quei “numerelli” passati in rassegna in Matrix. O come la “polvere” nella trilogia da cui anche la Bussola d’oro. Oppure, proprio come la pioggia che te lo ricorda, infatti. 

La firma dello stilista è inconfondibile. Perché?