Bando alle ciance:
“creazione” = artifizio.
Laddove il naturale è… relatività:
qualcuno dimentica tutto. Altri, purtroppo per “te”, no.
È il Re-Seth. L’oro. E se non sono l’oro, allora sono loro (i sottodomino, relativizzati poiché in gerarchia: i “Bravi”). Potenzialmente, i sottodomino sono chiunque (lo hai visto molto bene con laggente “Smith”, in Matrix), andando a concretizzare il firewall AntiSistemico che opera sempre “in nome l’oro”:
l’eco-dominante che, infatti, x “te” non esiste poiché (così, qua) “serve”.
Allora, “cerchi di capire”, ma… aitè, se cerchi allora ricerchi continuamente (loop ma soprattutto routine), mentre se vuoi capire, bè… No?
Che vuoi capire, quando c’è da “sentire”.
Ma “te”, ti superi ancora una volta: dis-sentendo ciecamente, ricercando puntualmente di… capire. Uhm.
Dunque; s’era arrivati all’artifizio = “creazione”.
Ergo, alla relatività. Va da sé che c’è, di conseguenza (seppure “a valle”, anche se ubiquamente = sempre com-presente) un assoluto; altrimenti, perché qualcosa dovrebbe essere relativo. Trovi?
Logica. Sostanza.
La relatività è “connessione a…”:
comunicazione, delegazione, rappresentanza, persino dimostrazione dello “occulto”, etc. etc. etc.
Tuttavia, è soprattutto qualcosa che funziona:
il, non solo, I-Ambiente (legge, strumento, memoria).