venerdì 1 dicembre 2023

Ocio l’Osce.


Guarda dietro.

L'amore è l'unica religione. Tutto il resto è solo spazzatura…”.
Osho Rajneesh

Osho che dice? Boh!

Certo. L'Amore... Però, con la spazzatura l’industria e le mafie, in generale, ci fanno montagne di soldi. Inoltre, la spazzatura viene costantemente riciclata e, si sa che dal fango cresce il fior di loto, simbolo di rinascita e di purezza. L’amore è “qualcosa” che non si ha nemmeno il diritto, nell’AntiSistema, di sussurrare. Tanto è distante. Tanto è desertificata la società. 

Da dopo il 2020, quando gli “artisti” hanno ripreso a “scrivere canzoni” come se niente fosse, i loro testi sono diventati ancora più falsi, ipocriti, biforcuti. Chi riprende il tema dell’amore, poiché inseriti in tale “vena”, coi fan che se lo aspettano, è davvero un immenso mentitore seriale, oppure un grandissimo imbecille. L’amore è sacro. Loro sono profani, ergo, lo profanano ogni volta che richiamano il termine.  

Ovvio, per mezzo di frasi fatte dal sicuro ritorno sugli investimenti. Ora che c’è anche l’IA, a dare una mano, a lavorarci, i testi fioccano come… “nespole al Processo del lunedì”. Non si contano. Ed essere “ispirati” è sempre meno nobile e legato alle proprie inclinazioni. Quando è una macchina a de-scrivere l’amore, significa ch’è già successo. Gli “artisti” sono già (diventati) dipendenti, dove il merito è inerente ad un assieme che l’industria considera o elabora come profittevole. Tutto molto bello, colorato, variopinto (anche se all’arcobaleno è stato levato “geneticamente” un colore). 

Che fa scena, incide, convince. Sempre alla moda. Green. Che imbraccia le varie spade della denuncia. Insomma, la consueta tristezza che ha conciato l’essere umano per le feste: 

le feste di lor signori e delle relative corti e coorti. 

giovedì 30 novembre 2023

Idiota. In-dio.


Dio. In-dio: colui ch’è con “Dio”. Cioè, “c’era una volta” il nativo che abitava presso “Dio”. Da “Dio”. Il proprio recapito era quello di “Dio”, che ne faceva le veci. L’Adam ed Eva? L’etichetta riporta ancora la traccia fenomenologica. I discendenti furono poi classificati dai “conquistatori”, selvaggi: 

senza “Dio”. 

I-dio-ta:

idiota dal greco Idiotes privato e questo da Idios proprio, particolare. Colui che conduce vita privata facendo a meno della “buona società” e dei pubblici uffici…

Prima ancora di “ignorante”.

Ergo: chi faceva a meno del “progresso” (impero) e viveva del proprio sapere e delle proprie arti ed esperienza. Ovvio che non poteva essere… ignorato. Costui ignorava = era indifferente alla “autorità”. Era pre-esistente (come dicono essere le scimmie da cui deriva l'uomo). E per l’essere autoritario, costui era una sfida in campo aperto. Ne andava della reputazione del Re-ame. E dato che l’autorità è “inclusiva”, non ha mai “lasciato indietro nessuno”. Proprio come ora, ora, ora, ora, etc

Sono i “sinistri”, gli “ambidestri” ed i fedeli “destrieri”. 

Un po’ tutto il cocuzzaro, or dunque.

L’infiltrazione provoca il calcare nel tempo.


O nel... tempio?

Intrattenere in qualcosa comporta una certa attività ed un altrettanto certo interesse. Logicamente, deve esserci qualcuno che ne ha la padronanza. E, all’opposto, una maggioranza dis-organizzata, da circuire. Se tutto ciò viene fatto in maniera non lineare, sostanziale, allora ecco che gli individui manco se ne accorgono: 

democrazia Vs “democrazia”. 

Che fa il Dj ogni mattina presto, quando i pendolari sono in viaggio per recarsi sul posto di lavoro? Intrattiene. In che modo? Allegramente, nonostante l’ora. Sempre raggiante. Con la battuta pronta. A prova di levataccia. Scherzoso, positivo, amicone. Anch’esso lavora, però. Da privilegiato, rispetto a chi si reca in fabbrica, oppure, nel luogo quotidiano ove non è soddisfatto. Che cosa serve per trasformare il grigiore mattutino in qualcosa di più colorato? Ad esempio, un’e-mail con in allegato la fattura del gas, stranamente, a zero. Anzi negativa. Wow: vuoi mettere la soddisfazione? Allora, quel tal Dj, che ti stava sui cosiddetti perché sempre troppo allegro e dunque falso, bè… in quel momento esatto sembra davvero divertente. In fondo lo fa per tirare su il morale alla gente. Non è cattivo. Sta lavorando come chiunque altro. È un grande! 

L’umore varia di pari passo alle “news”. 

Infatti, poi, se viene alla mente che subito dopo il lavoro devi andare dal dottore, uhm… quel Dj ritorna ad essere un po’ meno divertente. Il cielo interno si oscura nuovamente. La musica post Dj porta via, ad istanti. Come navigando per un mare mosso. Ora su. Ora giù. A volte, sotto. A volte, sopra. Figurarsi come si può essere se stessi, in un moto ondoso simile