I ricercatori australiani ritengono che i blocchi siano “dannosi” per la salute mentale…
2 marzo 2022 Link
I “blocchi” sono i vari lockdown che da quelle parti hanno picchiato veramente duro. Quello che viene subito da pensare, senza essere né accademico né tanto meno “esperto”, ma “solo” dotato della personale esperienza, è:
“ma no! Davvero?”.
Tutti questi studi, carriere, anni e anni dedicati a specializzarsi, approfondire, spaccare il capello in quattro, etc. e… “niente”. I lockdown sono pericolosi, dannosi. Uhm:
aggiungerei, anche inutili per quanto concerne qualsiasi tipo di “problema”.
Tanto è vero che non in tutti i Paesi ci sono stati i “blocchi” e non per questo la situazione generale è peggiorata. Ergo, ritornando alla “Italia”, la sperimentazione è (stata) tutto, mentre il pretesto è la salute pubblica. Poi, ti diranno o concluderanno “questo, quest’altro e altro ancora”, in quel processo “democratico” in cui c®edi di essere nonostante “tutto”. In tale “selezione naturale”, ch’è il sopravvivere qua nell’AntiSistema, vige l’imperativo massimo del “e niente”, mentre continua a succedere sostanzialmente quello che “è già successo” e deve continuare a succedere.
Gerarchia è il “bottone” che lo permette.
Quei “pochi ma… decisi” che non esistono anche se ci sono. A differenza “tua”, laddove langui in-sofferente nella sempre potenziale emarginazione sociale, tenuta a debita distanza al risuono dei continui “obbedisco” (altrimenti sei out). Nonostante – enniente – c®edi nella “democrazia” etc. etc. etc.
Vedi ch’è qualcosa “che non si ci crede”.
Se questa trama te la facessero vedere in qualche film, sarebbe oltremodo evidente e, di certo, prenderesti le parti di coloro che la subiscono. Invece, alla riprova dei fatti, nella medesima sostanza, nella “tua” realtà di ogni giorno e notte, che fai? “Niente” = per tacito consenso ti schieri proprio con l’oppressore che, argutamente, la sa molto lunga rispetto a “te”, o poveretto che strisci tirando sera in ogni “nuovo” giorno.