mercoledì 16 settembre 2020

Vai in fumo o sei ridotto in cenere?


N.B. Blogger ha cambiato l'interfaccia grafica, per cui è tutto disallineato. Mi scuso. Sto trovando una soluzione. Grazie.
Quale differenza sostanziale.

Ninna nanna, ninna oh

questo bimbo a chi lo do?...”.

In questo genere di “ritornelli” ritorna molto spesso il “dare via”, o depositare la prole, presso qualcosa o qualcuno (a prescindere da ogni metafora), ovvero, il tesoro più prezioso che viene affidato (temporaneamente) a/in qualche luogo comune

Di fatti, che cosa succede nella vita (e contro il logorio della stessa) “modernità”? 

Bè… non è un segreto né tanto meno un mistero che, diventa pressoché “necessaria” la compresenza di asili nido, scuole materne, scuole dell’obbligo, etc. nonché, analogamente, banche e istituzioni di ogni genere

L’analogia ti ritorna strana, come il mischiare Diavolo ed acqua santa? E chi sarebbe, per la verità, l’acqua… “santa”? 

Se ti è chiaro questo, di conseguenza evinci anche cosa o chiè”, ilDiavolo. No?

   

martedì 15 settembre 2020

La banca-rotta.



Il mio bottone nucleare è più grande del tuo…”.
Donald Trump
Quando qualcosa si rompe, che fai ormai? Lo butti via. Lo sostituisci (a pagamento) con un’equivalente. 
Ossia, dai libero sfogo al consumismo:
al sogno di ogni imprenditore.
Il sogno industriale per il mondo.
L’usa e getta auto impera. 
Il “facile, semplice, pratico… da pagare (sempre più ‘comodamente’) e portare via, consumare, gettare via…” è il verbo o la conseguenza di strategia dell’at-tensione che attraverso ogni forma pubblicitaria, colpisce e si abbatte sull’essere “a Massa”, che si aspetta sempre l’imbeccata, altrimenti… sai che noia. 
Una volta le cose si riparavano fino alla levigazione (usura completa) di ogni singola componente che, comunque, poteva sempre essere ulteriormente sostituita.
Esistevano attività di riparazione che non si esprimevano così:
non ne vale la pena, infatti fai prima a buttarlo e comprarne uno nuovo…”.

lunedì 14 settembre 2020

In caso di necessità rompere il vetro (1).



Quale “necessità”. Quale “vetro. E… come si “rompe”?
È una realtà dove non ci sono esseri liberi, perché ciascuno è servo d’una macchinazione tetra e ineluttabile; una trama sottile e tortuosa di denaro e di ossessioni… governa e opera in questo mondo… muove gli umani e li avviluppa ai piedi d’una potenza ambigua, fredda come la morte e indecifrabile”.
L’Attore - Mario Soldati
E in questo mondopesa il sospetto che il male non si trovi situato là dove i fatti sembrano individuarlo, nei volti beffardi e servili di coloro che in noi chiamiamo malvagi; ma ancora altrove, in un punto molto più lontano, dove non ne avvertiamo che gli echi e i lampi; o forse invece molto vicino:
forse nelle pieghe segrete della nostra stessa anima…”…
Mai devi domandarmi - Natalia Ginzburg
Rivista di letteratura italiana XXIII Link
E, questo, è il “tuo” essere “dentro” a qualcosa, che ti limiti a respirare come se fosse normale. Come auto istupidito.