skip to main |
skip to sidebar
Sai che “volere è potere”.
Lo sai perché te lo hanno detto. Ma (ma) tu, direttamente, hai mai messo alla prova tale “massima”?
Certo che sì. E con quali risultati?
Con l’unico risultato che, ora, sei alle prese con una realtà manifesta “qua, così”, all’interno della quale riesci ad auto manifestare la tua “volontà” solo in certi ambiti, mentre nella rimanenza degli altri la “regola” è inossidabilmente che:
“non funziona”.
Le innumerevoli vicende, in tal senso, narrate attraverso libri e/o trasposizioni filmografiche, mettono in luce ed evidenziano quelle “storie di persone che... ce l’hanno fatta”, a differenza tua, però.
Non che tu abbia fallito, ma… più semplicemente – per ora – non ce l’hai ancora fatta.
Vicende, come quella di Katherine Johnson, si sprecano e tendono all'auto svalutarti e sottovalutarti.
Certo, le puoi sempre prendere d’esempio.
Ce la fai?
Soprattutto la visione di un film, ha degli effetti portanti su di te; ad un certo punto, ti senti come il personaggio protagonista della tal vicenda e sei orgoglioso di quanto “fatto” da ess3. E ciò ti confonde.
Sei in una realtà manifesta che “viaggia” a più velocità; infatti, sopravvivi nei dubbi (tra teorie, futuro, “resurrezione” e destino) ma (ma) ti auto alimenti di certezze “fisiche”, ormai, quasi esclusivamente derivanti dal campo della tecnologia (la punta dell’iceberg della scienza deviata e del significato sotto dominante).
S-oggettività, insomma.
Qualcosa che è tuo ma (ma) anche “tuo”, ossia, conseguente:
un mix “sensazionale” che non governi, avendo smarrito proprio il “senso” di tutto ciò che ti auto accade (la particella “auto” indica una sorta di automatismo post implementazione del “qua, così”, del paradigma, dello status quo avente – all’opposto dei “tuoi” dubbi – una specifica funzione, certezza, scopo, destinazione d’uso, pari all’interesse che puoi rilevare da/in qualsiasi ambito economico, finanziario, speculativo “qua, così”.
Qualcosa che deriva senza ombra di dubbio da una “sorgente ‘a monte’”. E, quindi, qualcosa che ha una “genitorialità” del tutto immanifesta, per ragioni collegate allo stesso tipo di interesse, ossia:
controllare la forma reale manifesta “qua, così”, automaticamente, come se… fosse tutto naturale).
Una volta che “una parte” ha scoperto come funziona, generalmente, l’insieme... la stessa parte ne può prendere beneficio, secondo maniere (strategie) che sono letteralmente infinite.
“Qua, così”, mentre la Massa è sempre preoccupata di… sopravvivere (consumandosi nella guerra tra auto impoveriti dentro), “una parte” si approfitta della situazione che, certamente, non si è creata da sé (“ora”, più semplicemente, detta… situazione… è diventata “automatica” avendo maturato radici, passato, memoria e – dunque – rientrando all’interno del più ampio concetto della “faida”, da cui l’auto ripetizione).
Come al solito, ciò che continuamente tende a sfuggire (ad essere come “ignorat3”), è una vera e propria strategia e, quindi, è proprio una “parte”:
la compresenza immanifesta dominante.