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“Feci una fortuna. Una maledetta fortuna…
Da allora non è cambiato tanto…
Dopo un po’, smetti di chiederti il perché…”.
Glitch
“Una volta ho pure aiutato due tifosi a Trigoria a srotolare uno striscione contro di me…”.
Luciano Spalletti
Le “cose” sembrano come succedere.
Certo, non per caso, ma… arrivi ad inserire nelle “tue” constatazioni, “qua, così”, molti altri particolari che, d’assieme, tendono ad auto confonderti.
Allorquando pensi o immagini, stai rielaborando immagini, informazione, che hai “captato” lungo il corso della “tua” vita e, non solo, ieri, oggi o cinque minuti fa.
Per cui, il processo – relativo a ciò che fai (lascia perdere il “chi sei”) – risente sempre di qualcosa che, non paradossalmente, ometti dal prendere sostanzialmente in considerazione, come se (come se) non esistesse affatto.
Come in molte trame romanzate, che non esiti a credere “fantascienza”, ti viene esattamente illustrato.
Ovvio che tutto ciò sia (“è”) una strategia, così come quando lasci cadere un sasso da una certa altezza e questo cade sempre al suolo, secondo leggi fisiche già decodificate:
la sua “discesa” non è certamente lasciata al caso.
Vero?
Ci sono “forze” compresenti e sempre “al lavoro”.
“Con la giusta passione, le persone credono in qualsiasi cosa. Soprattutto, in periodi come questo…”.
Mr. Robot
Come ben sai, c’è il detto “l’araba fenice risorge sempre dalle proprie ceneri”.
Ma (ma), allora, di converso c’è anche il “retro della medaglia”.
Ossia, che “l’araba fenice muore sempre, divenendo cenere”.
Delle due, l’una o l’altra?
Entrambe, probabilmente.
Tuttavia... come puoi ricavare valore aggiunto – anche – da questo luogo comune, entrato nell'immaginario collettivo... così come ti sei abituat3 al fatto che esistano, ad esempio, i funghi?
Se l’araba fenice risorge sempre, significa che muore sempre.
Oppure, se l’araba fenice muore sempre, significa che risorge sempre.
Comprendi? Sono due verità complementari (il bicchiere, che è mezzo pieno e mezzo vuoto), ma – di più – è il significato simbolico sostanziale frattale espanso, che sopra a tutto (per qualche motivo fondamentale) tende a sfuggirti.
Quale? Quello che risponde a questi “step logici”:
che cosa significa
di che cosa (chi) si tratta.
“Tu non resti?
No. Troppi ricordi…”.
Personal shopper
I “ricordi” sono induzione ambientale, memoria frattale espansa (l’in-diretta – simbolica – “intelligenza” dei soggetti e degli oggetti).
Questa caratteristica indica, nella sostanza, che la forma reale manifesta – anche se – “qua, così”, è informazione, è un banco di memoria, è un codice auto informativo, è potenziale.
Il ricordo è proprio ("tuo"), inteso a livello soggettivo?
Non solo.
Il ricordo è, anche, l’aggancio (input) per l’entrata (la consultazione) nella/della infrastruttura.
Di quel “qualcosa” che, convenzionalmente, non riesci a prendere sufficientemente sul “serio”, in considerazione… dal momento in cui, credi nella natura divina dell’ambiente o nel racconto naturale by scienza deviata.
Quindi, come puoi fare attenzione ed auto concentrarti in merito ad una versione, altra, che ruota attorno al concetto di frattalità espansa?
Semplice:
non essendo, per te, previsto, allora, non lo fai, perché non lo puoi fare.
Ma (ma) di questo “non potere”, tu ne esalti solamente la componente “inimmaginabile”, ossia, assurda.
Mentre, nella sostanza, ti adatti a versioni della “spiegazione”, allo stesso modo, assurd3, poiché… basat3 su cardini indimostrabili, e cioè, che necessitano – dunque – della tua stessa “complicità (di base)”:
il cosiddetto
credo ("fede")
da cui
la “fiducia” del Mercato
nei confronti delle Istituzioni.