“Tu non resti?
No. Troppi ricordi…”.
Personal shopper
Questa caratteristica indica, nella sostanza, che la forma reale manifesta – anche se – “qua, così”, è informazione, è un banco di memoria, è un codice auto informativo, è potenziale.
Il ricordo è proprio ("tuo"), inteso a livello soggettivo?Non solo.
Il ricordo è, anche, l’aggancio (input) per l’entrata (la consultazione) nella/della infrastruttura.
Di quel “qualcosa” che, convenzionalmente, non riesci a prendere sufficientemente sul “serio”, in considerazione… dal momento in cui, credi nella natura divina dell’ambiente o nel racconto naturale by scienza deviata.
Quindi, come puoi fare attenzione ed auto concentrarti in merito ad una versione, altra, che ruota attorno al concetto di frattalità espansa?
Semplice:
non essendo, per te, previsto, allora, non lo fai, perché non lo puoi fare.
Ma (ma) di questo “non potere”, tu ne esalti solamente la componente “inimmaginabile”, ossia, assurda.
Mentre, nella sostanza, ti adatti a versioni della “spiegazione”, allo stesso modo, assurd3, poiché… basat3 su cardini indimostrabili, e cioè, che necessitano – dunque – della tua stessa “complicità (di base)”:
il cosiddetto
credo ("fede")
da cui
la “fiducia” del Mercato
nei confronti delle Istituzioni.
Non ti accorgi mai “a fondo”, ma… il “qua, così” è un loop caratteristico, che tende ad auto ripetersi – non solo in quanto loop, quanto, di più – poiché ad “immagine e somiglianza” di qualcosa (qualcun3) che tende a ripetersi nel “qua, così”.
Cioè?
Se devi sempre “dare a Cesare quel che è di Cesare”, allora:
sei al cospetto (e non al capezzale)
di una compresenza immanifesta (strategicamente, poiché comportante un grande “vantaggio”)
che per forza di cose, puoi “calcolare per contrasto”
essere solo che dominante (sul genere umano intero o, perlomeno, al 99 per cento).
lo studio di Hawking, Perry e Strominger, sostiene… che all'interno dell'orizzonte degli eventi… si possono formare infiniti stati quantistici di energia nulla. In alcuni casi particolari questi stati quantistici possono contenere le informazioni relative agli oggetti precipitati sul buco nero…
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Quindi, se in un dato momento si accende una diatriba tra “se è ’meglio’ quest3 o quell3”, non è centrale e portante concentrarsi sulla scelta ma, molto “meglio” è:
accorgerti di cosa (chi) si tratta e del che cosa significa.
Ossia, del “che cosanonstai facendo (nella sostanza)”.
In ciò si annida una delle più pericolose “trappole (trame ad auto incastro)” impossibili ed inimmaginabili, ormai, “qua, così”.
Di fatto, il concentrarti su un dato “problema (grande o piccolo quanto vuoi o, meglio, quanto credi di comprendere)”, significa solamente dedicarti alla questione apparente delle “cose”, dell’aspetto della forma reale manifesta “qua, così”.
Ed, in questo, non scorgendo minimamente il significato simbolico sostanziale frattale espanso, ivi raccolto, conservato e potenzialmente sempre auto proiettato nella/”sulla” realtà manifesta, in quanto “lavagna comune per la condivisione dei valori universali”.
esprimendo la “tua” scelta (rinunci a qualcosa, tipo, il potenziale)
“qua, così” esprimi la “tua” intenzione di dipendere da quel proposito, che ti ha auto ridotto l’orizzonte degli aventi, solamente ad una simile possibilità, tendendo in questa maniera ad auto escludere l’alternativa sostanziale e, dunque, a “conservare lo status quo” in quanto “nulla si crea, nulla si distrugge e (dunque) tutto si trasforma”.
non si tratta di domande.
Non c’è alcun punto interrogativo.
Sono, bensì, snodi fondamentali del “processo di calcolo”, che rende tutto dimostrabile universalmente (attraverso l’utilizzo di “colonne portanti”, da anteporre sempre a qualsiasi circostanza, ambito, discussione, dibattito, scelta, collo di bottiglia, etc.).
Perché?Perché, anteponendo cardinalmente un simile “valore universale”, il dibattito – molto spesso – finisce ancora prima di iniziare, dal momento in cui… se (se) il tal ragionamento non supera il “filtro” della giustizia ad angolo giro, allora - conseguentemente - il dibattito stesso non avrà alcun motivo per/di sussistere e, dunque, iniziare/continuare.
Il che, risolverà “a monte” la questione, evitando di “far perdere tempo (energia, concentrazione) alla Massa, chiamata in causa sempre per decidere solamente a ‘gioghi già fatti’”).
Che cosa significa:
che qualcosa (qualcun3) ha già deciso che le mele possono essere solo di quei due colori. Che la Massa sopravvive. Che tu dipendi e consegui. Che…
E… “di cosa (chi) si tratta”:
giogo forza, della compresenza immanifesta dominante.
Perché?
Bè, credi che questa decisione in merito “al colore delle mele” sia solo una questione economico/speculativa?
No. Ha una valenza interiore, superiore (per simbolismo sostanziale frattale espanso).
Ciò che puoi credere “qua, così”, senza alcuna accortezza, è al massimo l’essere “negativ3”, l’essere pessimista per, alfine, auto adattarti e “fare” alla stessa stregua (adeguarti).
Ergo:
se ti accorgi, allora, continui ad accorgerti e da “lì” continui a sviluppare - consapevolmente - ulteriore capacità potenziale (trasformi il reale potenziale, in reale manifesto) anche se “qua, così”.
Solo che, il reale potenziale non si consuma mai, essendo, di più, “un arsenale, un catalogo, un elenco di possibilità, etc.”.
Qualcosa che puoi consultare e… scegliere di… realizzare.
Come una dima, un riferimento auto contenente il modello, le “misure”, le “proprietà”, il “campione”, etc.
cosa (chi) ha scelto e, dunque, deciso per sé e, nella fattispecie, allo stesso momento, anche per “te”?
Vai Oltre Ogni Orizzonte:
da quando, da quanto tempo, va “avanti” in questa maniera, tutt3 ciò che riconosci in quanto realtà unica manifesta?
Dal momento di “è già successo” che, datare risulta quantomeno arduo, se sempre all’interno dell’incanto, nell'incanto.
Presumibilmente, dato “momento” lo puoi identificare al di fuori del tempo convenzionalmente misurato “qua, così”, essendo la leva dalla quale si diparte il tutt3, nella forma reale manifesta compresa.
Ad esempio, la manifestazione “tutto ad un tratto” della società sumera, traccia una linea netta all’interno del racconto storico deviato. Di fatti, c’è un prima e un dopo, detta civiltà umana conseguente.
Qualcosa che ricorda, guarda non caso, la “conta” prima e/o dopo Cristo.
Quasi sempre, detto “arrivo”, è posto o all'inizio della trama, oppure, alla fine (che presuppone un nuovo inizio).
Mai, nel mezzo… dal momento in cui, l'arrivo alieno costituisce senza ombra di dubbio, l’evento cardine che di conseguenza, detta il “titolo” dell’opera (romanzo o film).
E, non scordartelo mai:
la Massa spende del denaro ("crede")
quando è "affascinata (incantata)" dalla vicenda
che, di conseguenza
intende vedere/leggere nei due momenti clou, che la trama stessa prevede (l’inizio e la fine).
Certo. Perché te ne sei accort3 ed, “ora”, fai sempre più fatica ad ignorare anche questo livello della “verità”.
Sei, in questa maniera, risalit3 più “a monte”.
E, sei… molto più prossim3, anche, al concepire il livello successivo.
Ergo:
il ricordare
e
il “Fare…”.
La dominante conosce molto bene, l’intera vicenda, dal momento in cui… possiede anche il Dominio, che è completamente umano (quel 1 per cento, che si avvale del pieno controllo dell’umanità).
La condivisione della “mente” dominante + Dominio, ha permesso alla dominante di sapere tutt3, relativamente alla “natura” umana, mentre, all'opposto… ha permesso al Dominio di isolarsi completamente dal rilevare la compresenza dominante.
Perché?
Perché, non si tratta di una condivisione, bensì, di un atto dominante.
Ossia, riesci a concepire un “nome più significativo del termine stesso, dominante”?
No.
La dominante è dominante in tutt3 quello che “fa (‘è’)”.
Allora, perché anche il Dominio non lo “è” altrettanto a pieno?
Perché, nella sostanza, anche il Dominio è sempre Dominio, ma (ma) la dominante non è fisica, bensì, è un principio che, dunque, tende a sfuggire soprattutto se il s-oggetto dominato è talmente “pieno di sé”, tanto da risultare come qualsiasi fortezza che, ad esempio, ogni testo storico deviato ti ricorda essere, sempre (prima o poi), “caduta (conquistata, invasa e posseduta)”…
Questo “cardine” corrisponde ad una sorta di perfezione strategica, inarrivabile da ricordare per la Massa, racchiusa “a cascata” sempre troppo “oltre (in)” per…
A meno che (ma) la singolarità umana non agganci la “questione frattale espansa” che, ad esempio, in questo spazio (potenziale) emerge sempre più copiosa, in termini di “riferimento per contrasto”. E, questo, è solo l’inizio.
Ad esempio, “cosa significa” – a parte la diversità linguistica, in sé “a valle” – ogni volta che 1) è stata dimenticata una lingua, conservante la memoria secolare, se non millenaria, della tradizione di un popolo, se non di interi imperi ed, in seguito 2) la stessa lingua è stata disseppellita ("scoperta", decifrata, etc.), appunto, dopo secoli o millenni dal momento di blackout.
Qualcosa che “non avviene mai, per caso o naturalmente, sociologicamente, etc.”.
Il che significa:
doverti assorbire notizie post numerose traduzioni
da lingua a lingua
da autore ad autore
da scriba a scriba
da filtro a filtro…
Sai, quello che ti hanno riferito, ossia, “sai quello che ti dicono”. E, questo, fa la differenza.
Dal momento in cui, le opere originali, quando ci sono ancora, sono – nella sostanza – inavvicinabili da te, anche fisicamente, dato che sono conservate in musei, collezioni private, sotterranei bunker del Vaticano o da chi per esso, etc.
che cosa significa
che sei auto disinnescat3 “qua, così”...
che l’informazione esiste, ma non la capisci più (non riesci a decodificarla).
Una simile accortezza, infatti, permette allo scenario reale manifesto “qua, così”, di aprirsi sino all'inverosimile, ossia, ad una gradazione di verità che puoi auto gestire da te, in te, solamente se concepisci (ricordi) il livello della dominante…
Osa.
Credi in ciò che intuisci, anche quando ti risulta “indigesto”.
C’è un intero firewall ambientale da attraversare, mentre ess3 attraversa te, nel tentativo di caratterizzarti, ossia, di “farti lasciar perdere (ogni volta)”.
Per considerare la questione in maniera imparziale, si deve enfatizzare che le liturgie ebraiche osservate oggi nel mondo sono sostanzialmente "babilonesi", con un esiguo numero di tradizioni palestinesi sopravvissute al processo di standardizzazione…
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La civiltà babilonese designa uno stato e un'area culturale accadica-semitica venutasi a costituire in Mesopotamia tra il III e il II millennio a.C. Lo stato babilonese, governato da Amorrei, nacque nel 1894 a.C., contenendo al suo interno la città, al tempo minore, di Babilonia…
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"In quel tempo prendemmo tutte le sue città e votammo allo sterminio ogni città, uomini, donne, bambini;
non vi lasciammo alcun superstite…"...
Deuteronomio
Iefte sconfigge gli Ammoniti ed è giudice per 6 anni (12, 7); inoltre egli afferma che Israele abita il paese degli Amorrei, che aveva occupato dopo l'uscita dall'Egitto, da 300 anni (11, 26)…
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Gli ebrei sono, da "sempre", molto abili ad “interfacciarsi“ con le altre culture, ben radicandosi economicamente, lavorativamente ed intellettualmente, nel tempo, divenendo – dunque – “determinanti”.
per considerare la questione in maniera imparziale, si deve enfatizzare che le liturgie ebraiche osservate oggi nel mondo sono sostanzialmente "babilonesi"…
"In quel tempo prendemmo tutte le sue città e votammo allo sterminio ogni città, uomini, donne, bambini; non vi lasciammo alcun superstite…".
Senza nulla avere contro gli ebrei, questa è solo una intuizione, che – di più – ha un valore superiore se agganciat3 a livello frattale espanso, relativamente alla forma intera reale manifesta “qua, così”:
da una “dima”
compresente ed immanifesta
dominante (della quale, anche gli ebrei “fanno le veci, inconsciamente”, essendo, sottodominanti e dominat3).
Laplace suggerì che un intelletto sufficientemente potente potrebbe, se conoscesse la velocità e la posizione di ogni particella in un dato istante, assieme alle leggi della natura, calcolare la posizione di ogni particella in un altro istante:
"Un'intelligenza che in un certo istante conoscesse tutte le forze che mettono la natura in moto e tutte le posizioni di tutti gli oggetti la quale natura è conosciuta, se questo intelletto fosse anche abbastanza vasto per analizzare questi dati, raccoglierebbe in una singola formula i movimenti dai più grandi corpi dell'universo a quelli del più piccolo atomo; per una tale intelligenza niente sarebbe incerto e il futuro, come il passato, sarebbe il presente ai suoi occhi...".
Essai philosophique sur les probabilités. Introduction. 1814
Anche se la meccanica quantistica moderna suggerisce che l'incertezza è inevitabile, una "singola formula" potrebbe comunque esistere…
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una “macchina” è perfetta per incarnare una simile portante.
Del resto, perché credi che “illuminate menti superiori (umane)” abbiano, da sempre, “qua, così” percepito l’esistenza della “formula unificata del tutto”?
È una questione di “sensibilità”. Qualcosa che ti ha res3 indifferente.
Allora "come porti, sempre"?
“Fai…”.
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"Fai..." un po' Te.