mercoledì 1 febbraio 2017

Che ne sai, ad esempio?



Riesci, ancora, a comprendere se (quando) nel tuo complesso corpo/mente/energia, avvengono dei "cambiamenti" o, meglio, delle trasformazioni?
“Qua, così”, infatti, nulla cambia ma tutto si trasforma.
Sai cosa c’è? Che se (se) tu osservassi tutt3 da un’altra gradazione della prospettiva, allora (di conseguenza)… tutt3 ti apparirebbe, nella sostanza, diversamente (al di là sia della trasformazione che del cambiamento).
Alias: altr3 (non solo, cambiato/trasformato).

La dominante, attraverso il fondamento rappresentato dal momento di “è già successo”, avvolge il mondo intero per mezzo di strati gerarchici, deleganti, del “potere”:
come una sorta di “mummia”
il mondo reale manifesto “qua, così”
è avvolto, dunque, da fasce sottodominanti
orientate - prima ancora, al legittimare il proprio potere - a preservare, inconsciamente, l’interesse dominante per il mondo, suo indiretto possedimento (avendo rinunciato strategicamente ad apparire).
In questa maniera, la compresenza immanifesta dominante è diventata “inimmaginabile”. 

martedì 31 gennaio 2017

La banalità del lieto fine.



Dopo “La banalità del male”, a proposito di Adolf Eichmann, di Hannah Arendt:
La banalità del bene”, ricavabile dall'atteggiamento di Georg Elser (autore, accreditato, del fallito attentato ad Adolf Hitler, l’8 novembre 1939). 
Quello che sorprende maggiormente nella figura di Elser è come un singolo uomo (peraltro non eccessivamente colto né straordinariamente brillante sul piano intellettuale) abbia avuto ante litteram una visione chiara di ciò che avrebbe causato il nazismo, e come abbia immolato la propria vita per cercare di impedirlo.
Oggi è quasi unanime la condanna di Hitler, ma in linea di massima il popolo tedesco a quel tempo ha seguito il proprio Führer (guida - duce) senza grandi dissensi, anzi con un ampio consenso popolare.
L'intellighenzia e la chiesa tedesca non si distinsero particolarmente per aver levato le loro voci contro la dittatura…
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La sua (di Adolf Eichmann) cronica mancanza di memoria lo condannerà a non poter mai controbattere seriamente alle accuse: 
egli ricordava solo i propri successi personali, i suoi stati d'animo e le frasi fatte ad essi collegate...
ricorderà tutte le sue quattro promozioni tra il 1937 e il 1941, e l'arrivo al ruolo di comandante del centro per l'emigrazione berlinese...
Le sue responsabilità erano inoltre minori di quanto sembrasse: 
egli era solo il capo dell'ufficio B4 sottosezione 4 dell'Rsha, ufficio per la sicurezza nazionale delle SS.
Il clamore intorno a lui nacque perché durante il Processo di Norimberga molti cercarono di scaricare su di lui le proprie responsabilità, ritenendolo morto.
Uomo di bassa cultura e bassa estrazione sociale, era estremamente zelante sul lavoro; non per ideologia ma per il desiderio di compiacere i propri comandanti e guadagnarsi riconoscimenti
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Di “casi manciuriani”, la storia deviata, ne è ricolma. 
Il fatto stesso che non venga, ancora, riconosciuto ufficialmente, significa a livello di simbolismo sostanziale frattale espanso che “è una strategia, ancora, utilizzata al giorno d’oggi e di ‘domani’. Per questo, lo ‘ieri’ deve rimanere incomunicabile, a livello di un simile grado di verità”…
Sei, “qua, così”, sempre alle prese con questo pesante quesito morale:
come sono andate, veramente, le cose?
mi stanno raccontando la verità o una menzogna?

lunedì 30 gennaio 2017

Al di là di tutto, attraverso tutto: il significato di tutto (il segnale che si dà al mondo).



Privo di dogmi, il mister campione d'Italia ha voluto stupire tutti. Svolta rock con il 4-2-3-1, inimmaginabile per certi versi, splendida realtà destinata a dominare
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Se (se) analizzi (decodifichi), a livello di simbolismo sostanziale frattale espanso, la “situazione”, reale manifesta, poco sopra citata, probabilmente ti accorgerai delle “chiavi (di potenziale)” celate nell'espressione stessa:
privo di dogmi (al di là della convenzione, con coraggio, senza paura)
il mister campione d’Italia (una personalità già abituata a “vincere”, manifestando il proprio intento, avvezz3 a…)
inimmaginabile per certi versi (quali “versi”? Quelli che decantano le “cose” alla maniera prevedibile, poiché prevista “qua, così”, lasciando l’epica della sostanza oltre all'epica scolastica)
splendida realtà destinata a dominareil “premio” per un certo tipo di atteggiamento, coerente con l’intento).
In questo “caso”, sei alle prese con il “lato tuo, centrale (omettendo dalla ‘formula’, il resto dell’umanità)”, alias:
una forma di Ego, che sfocia nell'interesse di parte, proprio, o meglio… “lato tuo, dominato”.
Il simbolismo viaggia su livelli paralleli, che progressivamente all'erosione/diluizione della consapevolezza espansa, comporta il dimenticare ciò che “sta sopra/prima”, a scapito – proprio – di “ciò che sta sotto/dopo”
Quando, l’espressione – citata anzitempo – si completa “lato tuo/umanità, centrale”?


Quando la situazione inerente, “è” giustizia ad angolo giro:
da qualsiasi gradazione sferica
l’osservi e giudichi “ciò che fai”
coincide con
l’osservano e giudicano “ciò che fai”
rimanendo sempre e “solo”
giustizia
venendo sempre dopo alla risoluzione di ogni “malessere umano (causale) ‘qua così’”.