giovedì 29 dicembre 2016

Diamantino.



In qualcosa (che è ovunque “qua, così”, alias: il pianeta intero di superficie) che la pensa in un predeterminato “modo” - molto simile all'immagine di “un treno in corsa” – e che, soprattutto, per teoria (legge) “può solo trasformarsi (senza un inizio e senza una fine)”, come puoi parlare, pensare (intendere) di/al cambiamento?
Il “treno è sempre in/di corsa”. E non lo puoi fermare, perché non si ferma. E non si ferma, perché non lo puoi fermare. Il “convoglio” non fa mai, infatti, fermate:
2031. In un mondo decimato da una nuova era glaciale, un gruppo di sopravvissuti rimane in vita all'interno di un treno, lo Snowpiercer, che continua a spostarsi intorno alla terra e si procura l'energia necessaria attraverso un motore perpetuo.
Il treno è un microcosmo di società umana diviso in classi sociali:
i più poveri vivono nelle ultime carrozze; i più ricchi nei vagoni anteriori.
La convivenza tra loro sfocia inevitabilmente in lotte e rivoluzioni. I poveri sono continuamente oppressi dalla milizia di coloro che risiedono nella testa del treno, che rapiscono i loro bambini e li fanno vivere privi di igiene e di alimenti, punendo qualsiasi persona si opponga al loro volere…
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Al di fuori del “treno”, c’è l’ambiente aperto e, probabilmente, anche… altr3.
Ma, l’umanità ivi auto trasportata, lo ha dimenticato.
Dai finestrini, vede sempre immagini di natura selvaggia, inospitale, fredda, senza possibilità di sopravvivenza per il genere umano, etc. Il che… incoraggia, indirettamente, il moto proprio, perpetuo, del “treno (con tutto ciò che viaggia dentro)”.
Ora, chiediti:
di quante metafore ho, ancora, bisogno?”.

mercoledì 28 dicembre 2016

Fermare un treno in corsa.



Ne sei capace? Ne saresti capace? Potenzialmente, sì. 
Ma, ovviamente, non è la stessa cosa.
Vero?
Così, come puoi percepire di poter attraversare un muro, ma ti mantieni ben distante dal crederci a fondo e, dunque, dal concretizzare l’immaginazione.
Se non ché, di conseguenza, nel muro “appare” una porta o una finestra. Una apertura che ti permette di attraversarlo. Ma, anche in questo “caso”, non è la stessa cosa…
Ora, la Massa è un treno sempre di/in corsa
Qualcosa che “non ricordi bene come è iniziato”, ma… è già iniziato e dimenticato... il motivo fondamentale, attraverso il quale questa “corsa” ha preso origine, mezzo e luogo.
Fermare la Massa è, di più, fermare le singolarità che la compongono.
È, dunque, prima ancora di pensare a chissà che cosa… fermarti (fermare il tuo personale “moto”).
Ossia:
se pensi a come fermare quell3 che sembra una autentica “forza della natura”, raggiungerai molto in fretta il “punto di blocco mentale”, motivo per cui l’unico aspetto che si fermerà sarà solo quello relativo al tuo tentativo di fermare la Massa.
L’intervento del firewall ambientale AntiSistemico by dominante, sarà immediato. E ritroverai il “fine corsa”.
Lo stop programmato nella realtà manifesta “qua, così”.
La lunghezza massima della “tua” libertà, del “tuo” libero arbitrio, etc.

martedì 27 dicembre 2016

Nel vortice.



Non lo capisci?... Stai già cominciando a dimenticare…”.
Incorporated
Quando un “vortice” diventa abitudinario, “scompare (dai sensi)”
Di più: diventa “naturale”.
Qualcosa che, poi, si tramanda ad ogni livello.
Qualcosa che “i nuovi nati” si ritrovano “davanti”.
Qualcosa che non lascia scelta, se non tutta quella opportunamente già prevista “a monte”…
I “vortici” ricalcano ad immagine e somiglianza, il principio fondamentale che li ha generati (permessi):
la ragione fondamentale, al di là della dualità visiva ed apparente “causa/effetto ‘qua così’”, è la dominante
tutto quello che ne discende, ed accondiscende, è sottodominante… e crea “sotto vortici”
tutto quello che consegue e dipende, è dominat3… allo stesso tempo/modo, subisce l’intera infrastruttura vorticale (ciò che ti dicono essere i “campi morfogenetici”, ad esempio, a livello di scienza deviata).
Persino a questo livello è, tuttavia, possibile generare “vortici”. Ovvio… sempre nel “segno (senso)” della dominante…
Tutto quello che non si “allinea”, allora non “serve (dalla prospettiva dominante)”, per cui “viene eliminat3”.
Ossia, si diluisce sino al punto di "sembrare non esistere" più.
Così, viene presto dimenticato, anche nella mente del principio che lo ha generato (da una posizione decentrata rispetto al proprio “asse di potenza”, oppure, “lato proprio/umanità, dominato”).