mercoledì 27 maggio 2015

Continuazione, st(r)ati ed... "intonaco".



Loop.
"Dopo 2 mila anni… si sta consumando una nuova tragedia greca, le tragedie greche hanno incidenti gravi ma poi la vita continua".
Antonio Patuelli
È proprio questo il vero, unico e continuo “problema”:
poi la vita continua”.
Il “continuare” indica un (pro)seguire (dove?)… lungo la stessa direzione (pre)cedente, che ha procurato la “crisi”. Perché? Perché il reale manifesto “qua, così”… non ti lascia scampo, ossia, scelta, alias, alternativa.
La vera tragedia è che tutto, nonostante tutto, (ri)torna sui propri passi. Tutto è (pro)curato. Le “cose” vengono (ri)vissute solo in salsa apparente(mente) (di)versa, più “moderna”. E questa presunta “ciclicità” viene anche passata dalle “autorità” (e non certo dal tuo acume) come “naturale”… Sì, perché:
  • la Terra ruota su se stessa e attorno a…
  • le stagioni si alternano
  • il giorno e la notte si danno sempre il cambio.
Natura = verità?
He He.
SPS ti indica una via altra; questa:
Creazione = artificialità.
La natura è stata creata. Vero? Da “Dio” (nelle sue varie “nature”, legate alle coordinate Planetarie e, dunque, ai vari circuiti dell’interesse, del potere, del controllo… di “turno” – non ciclico, ma solo redistribuito ubiqua ‘mente’).
Ogni “creazione” genera artificialità/artifizio.
Anche la “prima”. Anche quella “originale”. Anche quella “che hai in mente, tu”…
Naturale è, allora:
un artificiale che fa comodo  1) al suo Creatore, 2) a chi, viene dopo, e controlla il “creato”, perché (ri)corda, (ri)conosce, 3) allo status quo – usufruitore, conservatore e portatore dell’interesse.
  

martedì 26 maggio 2015

Un popolo dovrebbe capire quando è sconfitto.


Quale "senso" ha la lettura del (Re)ale (com)presente?

Non esiste un limite oltre il quale l’obbedienza cessa di essere un dovere?...”.
Diplomacy – Una notte per salvare Parigi
Un popolo dovrebbe capire quando è sconfitto.
Tu lo capiresti Quinto? Io lo capirei?

Il Gladiatore
So molto bene che la distruzione di Parigi non ci farà vincere la guerra. Ma amo i miei figli...”.
Diplomacy – Una notte per salvare Parigi
Il “ricatto” sa essere anche molto sottile. Anzi, la “peggior specie” (di ricatto) è proprio quella strisciante, che non vedi ma "senti" (accusi dentro).
Quella che “si sa che funziona così”… ma, che “non ci puoi fare niente”.
Quella delimitata dal potere dei “superiori”. Altri esseri umani, come te, che in qualche modo hanno trovato il modo di interpretare una (p)arte, a "maggior gerarchia" rispetto alla tua.
È come nascere in Italia (ad esempio) oppure in una favelas? In un certo senso, sì.
È “fortuna”?
È “casuale”?
Beh… credere al “caso/caos” è come (ri)tenere di "venire al Mondo" dopo una estrazione al Bingo, alla Lotteria, alla Pesca di Beneficenza o dopo un “giro di scommesse clandestine” (come se… ci fosse sostanziale differenza tra “gioco d’azzardo legale e non”… solo perché – a decidere – c’è lo Stato, ossia, ancora tu ma… senza saperlo/capirlo. Denudato/a del tuo “valore” e del tuo “potenziale”, che è e rimane sempre sulla “carta… non solo Costituzionale”).
Potresti raccontare questa “bella storiella”, ai tuoi figli, prima di accompagnarli tra le braccia di Morfeo:
“sai, prima di nascere, quando eri sulla nuvoletta… la tua anima ha giocato alla roulette, scommettendo che se avesse azzeccato il numero pieno, avrebbe vinto un viaggio premio in un luogo a scelta sulla Terra, potendo decidere ogni particolare della Vita che l’avrebbe aspettata, proprio perché… vinta. Se, invece, l’anima indovina solo il colore uscito, allora avrà diritto a scegliere il colore della pelle che avrà una volta rinata. Se, purtroppo, non indovina nulla… allora il suo viaggio sulla Terra sarà deciso da…”.
He He… che "storia", è?
Come puoi ancora credere al “caso”? Forse, se sei orientato/a in una simile direzione, dovresti credere – allora – alla storiella qua sopra proposta. 
L’esito “casuale” di ogni (ri)nascita, si “sposa” molto meglio, a quell’esito che puoi (ri)tenere lo sbocco di un “giro di scommesse”, che (av)viene in altra (p)arte.
   

lunedì 25 maggio 2015

Non è vero?


Videogio(g)o. Realtà... aumentata. Chi "guida"?
Non ti piace il jazz?
No, mi piace molto, ma questa è un'altra roba.

The age of Adaline
Come cambia il "giudizio", per chi ha "memoria"?
È possibile essere “eterni”, senza per questo essere dei vampiri?
Come è possibile? In tutti questi anni hai vissuto ma non hai mai avuto una vita.
The age of Adaline
In una Realtà/Mondo, in una società… “come questa”, regolata dalla comune “data di (s)cadenza” inerente alla “speranza di Vita”… cosa potresti maggior(mente) approfondire se tu – e solo tu - fossi eterno/a?
Beh, che cosa... se non “l’infinita tristezza del continuare a sentirti sempre più solo/a e, dunque… maledetto/a”?
In una scenografia di reale simile, gli esseri umani diventano progressiva(mente) “auto limita(n)ti”. Una Vita sola alla volta:
(in)fatti, troppo è il dolore per una "perdita", che diventa continua, dal momento in cui… tutti ti lasciano inesorabil(mente). Ogni tuo affetto, ogni tuo "senso", ogni tuo attimo respirato così intensa(mente)… e vissuto insieme a…
Tutto se ne va, scivolando via “come lacrime nella pioggia”.
Che cosa ti rimane? Il (ri)cordo. Un dolore ancora più grande, quando sei sempre più solo/a! Un’altra (f)orma di “maledizione”.
Meglio, molto meglio… non (ri)cordare più.
Anzi:
meglio morire (ogni volta, a tempo debito), come tutti (prima o poi), in questa Vita. In “una sola Vita, per volta” (senza sapere, senza avere memoria, senza lascito alcuno)…
Non è vero?
Chi vorrebbe essere eterno/a, in una realtà manifesta nella quale “si è i soli a funzionare in un certo modo”?
He He…