giovedì 11 settembre 2014

SPS pone la propria fiducia.


Il megafono utilizzato da George W. Bush nel discorso improvvisato tra le macerie dopo l'incidente…
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Non c’ è proprio limite al ridicolo?
(Ri)fletti, tuttavia, sul simbolo del megafono, però, a livello di Analogia Frattale... 
Le “prove”, di questa versione degli attentati, sono state trasmesse in diretta tv, tredici anni or sono. Come puoi dubitare?
Beh… è giunta l’ora di “andare oltre”.
SPS (ri)edifica la questione della “fiducia”.
Partiamo da qualcosa (innesco) che, analogamente ma più da "vicino" (non certo, temporalmente), piega le travi in acciaio del “suolo” sul quale - ora - appoggi i tuoi "piedi"…
Il cosiddetto “carteggio Mussolini Churchill” (intercorso alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale), sull’esistenza del quale “SPS pone la propria fiducia, senza necessità alcuna di comprovazione altrui fisica attendibile” (una delle strategie adottate dai sottopoteri inconsci del Nucleo Primo, nell’AntiSistema 3d, al fine di controllare anche attraverso una procedura di blocco o di “censura sottobanco”), è una sorta di intesa sottile per mezzo della qualelo statista inglese gli chiedeva espressamente di entrare in guerra, desiderando di avere l’Italia al tavolo della pace per contenere le richieste tedesche"...Link

Una trappola costituita d'illusioni e di false promesse, cavalcanti le paure di rimanere tagliati fuori ed invasi, nel "dopo guerra". "L'ora delle ardue decisioni", che toccò ai singoli... impegnati in qualità di attori primari e (com)primari, ordinati gerarchicamente in maniera non del tutto (ri)comprensibile nè lineare.
Del Duce è passata un'immagine altamente tendenziosa, capace di deviare verso tutto quello che, ora, supponi di sapere perchè ti hanno detto... (Sps identifica in virtù di osservatore imparziale del processo storico e storico deviato)...
Ora, come puoi meglio (re)inquadrare questo "dettaglio", di certo molto significativo, (contenuto nell’Armistizio lungo ossia nella “resa incondizionata dell’Italia alle forze alleate” - Instrument of surrender of Italy), se (ri)assumi come certa l’esistenza del patto sopracitato (non un patto tra popoli, bensì, tra due uomini e una serie di interessi ispiranti dalla cabina di regia):
Art. 29. Benito Mussolini, i suoi principali associati fascisti e tutte le persone sospette di aver commesso delitti di guerra o reati analoghi... saranno immediatamente arrestati e consegnati alle Forze delle Nazioni Unite…
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Come ben sai, Mussolini fu "regolato" prima di comparire davanti ad un "tribunale competente" appartenente alle Nazioni Unite, ergo… la sua posizione era talmente scomoda, a giochi ormai conclusi, che in una maniera o nell’altra egli doveva essere posto in una condizione certa di... silenzio perenne (come la quasi totalità dei "dittatori" ha conosciuto, dopo essere "passati di moda").
Da qua, le spire sempre più strette relative alla “dedica” di un articolo dell’Armistizio lungo che, comunque, avrebbe posto un’analoga fine alla Vita dello sconveniente statista italiano:
una pedina come tutte le altre, all’interno di uno scenario sospeso a metà, tra la fiction e la realtà, ossia, tra quello in cui sei portato a credere/vedere e quello che ti rimane inaccessibile.
Vai oltre a tutto quello che "credi di sapere". Apriti...


mercoledì 10 settembre 2014

Ciò che vedi non corrisponde a ciò che – ora – “è”.




Ciò che inserisci nel "paniere" Istat (una "costruzione") determina/influisce sul calcolo dell'inflazione:
l'inflazione si misura attraverso la costruzione di un indice dei prezzi al consumo, che calcola le variazioni nel tempo dei prezzi di un paniere di beni e servizi...
Oramai, buona parte della storiografia ritiene evidente l’esistenza di un carteggio tra Mussolini e Churchill intercorso alla vigilia della guerra. Ma non volendo o non potendo avanzare le giuste conclusioni sui suoi possibili contenuti, pena capovolgere l’interpretazione sulle responsabilità nella Seconda Guerra Mondiale, giornalisti e storici di regime avanzano le ipotesi più insulse.
(1 settembre 2009)  
Al tempo della presenza, in loco, dell’invasore austriaco, spagnolo, francese, tedesco, etc. era necessario dimostrare che “un invasore sedesse al posto del Governo italiano”? 
Oppure, era evidente anche senza necessità di parlarne/scriverne?
Ecco… era evidente perché l’invasore lo vedevi direttamente nelle vie del tuo paese. I soldati stranieri erano fisicamente presenti ed armati/pattuglianti le vie. Uscire di casa significava (ri)trovarteli faccia a faccia e, probabilmente, subire una perquisizione o, al peggio, non far più ritorno a casa.
Oggi non accade più così, perlomeno “scenograficamente”, in vaste parti del Mondo. L’invasione “definitiva” è già stata compiuta. Hai già combattuto per il “tuo” Paese, per la tua causa e… hai perso. Per cui, sei già stato giudicato dal potere vincitore e ridotto in schiavitù. Ora, tutto ciò che “sai” e che, di conseguenza, diventi/"sei", (ri)sente di una (com)presenza e di tutto ciò che deriva dall’avere perso la guerra:
un conflitto che nemmeno (ri)cordi.
In qualità di “vinto” sei stato sottoposto ad una serie di “aggiustamenti della tua personalità”, in maniera tale da renderti più simile ad un clone che a quello che eri. Il clone, che sei divenuto, è ad immagine e somiglianza di un “programma di (ri)strutturazione”, un software talmente evoluto da avere maturato anche una fisicità, intesa come una sorta di “interfaccia” tra te e la programmazione esterna/interna di te.
L’attualità che (ri)conosci come interamente attorno a te, è una finzione scenografica (ri)edificata “sopra” a qualsiasi altro scenario (realtà "meno uno") esistesse “prima”.


martedì 9 settembre 2014

Si “presta” al diventare “debito" e "(ri)ciclare"...


Il tempo di Newton può sembrare ormai una banalità, ma in realtà a pensarci bene è sorprendente. Le sue numerose caratteristicheordine, continuità, durata, simultaneità, flusso e freccia – sono separabili da un punto di vista logico, eppure si ritrovano tutte insieme nell’orologio universale che Newton ha chiamato “tempo”.
Questa unione di caratteristiche ha avuto tanto successo da sopravvivere per quasi due secoli…
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Questo “successo” è dovuto al fatto che, il tempo, è (com)provabile oggettivamente e soggettivamente. Il tempo esiste perché, ad esempio, “corri da mattina a sera”, oppure perché “mi sono perso nei pensieri e quando sono emerso le lancette dell’orologio segnavano le 17:35. Era passata più di mezzora” o perchè "Sono in ritardo!"...
Ma... se hai un appuntamento significa che esiste il Tempo? Se inizi il lavoro alle 8:00 è perché esiste il Tempo? Se vai a prendere tuo figlio a scuola è perché esiste il Tempo? Se hai cinque minuti liberi, prima di riprendere a fare quello che stavi facendo, è perché esiste il Tempo?
Oppure, il Tempo – che “(ri)conosci” – esiste proprio (è stato concepito) per poter:
  • fissare un appuntamento
  • iniziare a lavorare
  • prendere tuo figlio a scuola
  • distinguere tra le fasi della giornata…
Il Tempo è… come l’avere un’agenda con sé, anzi, incorporata nel tutto. Una gran “comodità”, vero? "Che ore sono?". Taac: guardi l’orologio o il display dello smartphone o “chiedi”. "Accidenti, sono in ritardo!". Taac: ti confronti con il Tempo, in funzione di ciò che devi ancora fare e, da “”, trai le tue debite conclusioni.
Sei in ritardo? Allora dovrai accelerare il passo e telefonare che “comunque arriverai”. La tua dipendenza dal Tempo non significa, però, che il Tempo esista in sé e per sé.