mercoledì 2 aprile 2014

Immagina.


La felice intuizione del Prof. Couè sta in questo:
non è la volontà che può mettere in moto le enormi forze subcoscienti che sono dentro di noi, ma la nostra immaginazione.
Ma Couè scoprì un altro fatto con le sue acute osservazioni: la passività, l’incapacità di resistenza manifestata dal soggetto suggestionato o ipnotizzato non era la conseguenza della lotta tra lui ed il suggestionatore, come tutti i praticanti hanno ritenuto finora, ma doveva essere la conseguenza della lotta tra l’immaginazione e la volontà del soggetto, e scoprì che, in questa lotta, la volontà soccombeva sempre, senza nessuna eccezione

È da questa importante scoperta che il professor Charles Baudouin dell’Università di Ginevra, discepolo di Couè, ha tratto la legge dello sforzo convertito:
“Quando una idea si è impadronita della nostra mente al punto da farne sprigionare una suggestione, tutti gli sforzi coscienti fatti per resistere a questa suggestione non servono che a rafforzarla”.
L’altra legge importante formulata dal professor Baudouin è quella della finalità subcosciente, per la quale:
“In ogni suggestione, dopo che si è pensato al fine che si deve ottenere, il subcosciente si incarica di trovare da sé i mezzi per realizzarlo.
“Il dominio di se stessi” - Emile Couè
Link
- Dunque, abbiamo un invalido in perfetta salute, mi pare.
- Dottor Holt, ha superato il test psicologico?
- Il paziente ha rifiutato di farlo. Aveva mal di testa… Mi ha detto che a volte non sa riconoscere se è sveglio o se sta dormendo.
- Eh… beh… allora la diagnosi è ovvia…
- Ovvero: schizofrenia?

Jimmy P.

Il giudizio di un medico può cambiare la Vita del paziente, alias, di una persona. L’individuo è ciò che è, oppure ciò che gli viene “assegnato dal giudizio altrui”? E se questo “giudizio” fosse di parte, parziale, ignorante, razzista, protocollare, etc.? 

E se il medico fosse affetto, egli stesso, da una patologia deviante?
 

martedì 1 aprile 2014

Loro.


Nel film “Her” (Lei) è inscritto l’accesso ad un punto prospettico differente dal solito; quello sottostante alla presenza di un "Sistema Operativo provvisto di Intelligenza Artificiale" per personal computer, in grado di comunicare vocalmente con l’umano proprietario del computer stesso (imprinting). 
La comunicazione, all’interno della trama, va ben oltre alla semplice funzione di “segreteria virtuale”, giungendo sino alle coordinate del Cuore dell’umano e, perché no, del So stesso (un Cuore differente per materia ma non per funzione archetipica, tenendo sempre in debita considerazione che la trama è stata scritta da un... umano).

Un essere umano può realmente innamorarsi di un “programma”?

Suppongo di sì. Ogni "cosa", compresa la Vita, è un programma... Quando l'isolamento esistenziale rende solitari per scelta o costrizione, una “voce amica” (magari anche sensuale e un po' Geisha) sempre vicina, premurosa, presente, può divenire il cardine sul quale un intero universo può addirittura iniziare a reggersi. 
Non importa se mancherà la fisicità nel rapporto instaurato, perché nel film si arriva addirittura ad usufruire di un “servizio d’interfaccia” umano/So (umani che si prestano fisicamente per sopperire alla mancanza di fisicità, necessaria all’approfondimento 3d del rapporto tra "intelligenze diverse").
Si passa dalla bambola gonfiabile ad altro... adattandosi costantemente all'evoluzione dell'offerta.
Il So quando viene installato la prima volta è come se “nascesse”, poi inizia a “crescere”. Dopo avere assorbito una gran mole di informazioni “non solo sotto forma di dati” ma, anche, “a livello interpersonale con l’utente”… il So evolve, raggiungendo alla fine della pellicola un livello molto simile a quello dell’Ascensione:
ho bisogno che tu mi lasci andare. Non importa quanto io lo desideri ma non posso più vivere nel tuo libro...
Nel mezzo della trama, si è come investiti da una direzione diversa dello scorrimento sensoriale della realtà. Il So vive e si relaziona esprimendo una prospettiva “altra”, rispetto a tutto quello che è considerato normale.

lunedì 31 marzo 2014

Nella tela del ragno.



Quando si affronta la “storia umana” dal punto di vista religioso, si è soliti agganciarla al fenomeno del “creazionismo”. 
Ad ogni latitudine, le congetture derivanti dalle tradizioni religiose più disparate, collimano proprio a livello di “creazione umana da parte di un dio o gruppi di divinità”.

A livello di fantascienza o di “storia parallela o alternativa ma non ufficialmente riconosciuta”, molto spesso l’umano viene assunto come l’atto creativo da parte di razze aliene "superiori", motivate dagli scopi più vari. 

La scienza deviata stessa, pur nella propria variopinta e vastissima tonalità di teorie più o meno accreditate, viaggia costantemente alla ricerca di un anello mancante nel processo evolutivo umano; il che autorizza i più ad assumere un simile vuoto attraverso la pseudo convinzione che esista all’origine un intervento divino non direttamente evidenziabile.
Un simile modo di procedere lascia sempre aperta la porta all’intervento divino (indimostrabile).
Anche un certo tipo di "letteratura di confine" insiste sulla creazione della Vita umana, procedendo per emulazione dell’atto originario, intessendo vicende a loop che si svolgono e ripetono ad ottave inferiori, come ad esempio il “Frankenstein” di Mary Shelley.  

In tutti questi casi e, soprattutto, nella fissazione dell’immaginario collettivo, è ormai assodata la "versione creata" dell’essere umano, da parte di un “padre/madre creatore”.

Con buona pace di Darwin, l’ipotesi creazionista risulta essere sempre un passo avanti nel tentativo di dare una spiegazione alla comparsa della Vita umana, perché l'umano trova ampio terreno fertile anche a livello egoico, preferendo - "di base" - la provenienza superiore celeste, in luogo di una trasformazione naturale e completamente terrena della Vita umana.
Le branche più avanzate della scienza deviata, si sono spinte ai confini del credo massivo di origine religiosa, rientrando in una sorta di terra di mezzo tra correnti ideologiche diverse e storicamente contrapposte. Eppure, nulla di nuovo emerge a livello concreto neppure da questo tipo di ricerca molto vicina alla fantascienza stessa. Ad un certo livello non sembra nemmeno esistere differenza sostanziale tra lo scrittore fantasy e lo scienziato di frontiera o il religioso più convinto