martedì 10 dicembre 2013

Con il consenso di tutti.


 
"Tube geometry"- Harald Hoyer
Due giorni fotocopia; intensamente vorticanti attorno alle difficoltà. Questo è un promemoria "ComE"... C'è stato un reset, il ripristino di un punto del sistema operativo precedente al "Mi dissocio".

Quello che occorre è accorgersi con consapevolezza e "ribadire il concetto" (intenzione)!

Se ognuno di noi è “un Creatore e tutto quello che intende si realizza”, perché la maggior parte delle persone ha il contrario di quello che “vuole”?

Fra l’altro, perché esistono livelli di “maturità” diversi.

Basta osservare frattalmente le fasce di età dell’essere umano, nella fattispecie, mantenendo come centrale l’asse longitudinale della:
maggiore età (i 18 o i 21 anni sono un codice simbolico; in realtà ognuno “matura” in funzione di un proprio status individuale).
Presi nell’insieme, gli umani 3d, sono “prevedibili”… dal punto di vista di una presenza superiore (se non altro per “prospettiva/panoramica”). Non si tratta, dunque, di una maturità di una parte sull’altra, ma di un mix di fattori, all’interno del quale c’è:
  • maturità (evoluzione spirituale, consapevolezza)
  • prospettiva (evoluzione mentale, intelligenza).
I due aspetti non sono, evidentemente, la stessa cosa. Così come la maturità può essere di un tipo ma non dell’altro (se non si segue l'onda di polarizzazione):
  • maturità, nel senso di “maggiore età”; una tappa sincronizzata nell’(Anti)Sistema
  • maturità, nel senso di “maggiore Presenza Centrale Sovrana”; consapevolezza.
In definitiva, non si finirebbe mai di fare dei distinguo, avendo la presunzione di analizzare le 3d dal punto prospettico delle sole 3d:
si rientra nel loop scientifico dello “spaccare in continuazione l’atomo, alla ricerca della componente di base della materia”.
Un qualcosa che “non finisce mai”…
La mente dell’osservatore (scienziato), lavorando secondo programmazione indotta ed inconscia, e convinta della frammentazione potenzialmente infinita della materia/energia, ricerca nella stessa maniera qualcosa che è infinito e, dunque, che non è possibile trovare nella sua “essenza”:
la ricerca dell’indefinito è la ricerca nell’infinito.
La necessità di certezze, su una base incerta, spinge nel loop della ricerca infinita.
 

lunedì 9 dicembre 2013

Equazione e sue risoluzioni.


 

Ci si interfaccia alla realtà 3d (panorama) in maniera multi prospettica, per cui la realtà 3d stessa risulta multi prospettica. La sensazione conclamata è, però, quella di osservare da un singolo livello (abitudine/panorama) quando, invece, non solo si osserva in maniera dinamica (personalità) ma si osserva anche in maniera “altra”, rispetto ad ogni simile che “guarda lo stesso panorama”; infatti:
come/cosa osserva un ingegnere?
come/cosa osserva un pastore?
come/cosa osserva un cacciatore?
come/cosa osserva un fotografo?
come/cosa osserva un prete?
come/cosa osserva un bimbo?
L’umano emana livelli, li abita e osserva da lì dentro; dall’interno di una infrastruttura nidificata (habitat), caratteristica che, ad esempio, per le api diventa quel riflesso frattale condensato ed emerso nelle 3d, che prende il nome di “alveare” (insieme, alveo, recipiente).

Alveo:
  • cavità o letto in cui scorrono le acque di un fiume o di un torrente
  • (non comune) (uso letterario) la parte interna di un contenitore.
 
Ancora un “contenitore”:
qualcosa che r(accoglie), come le 3d…
L’onda di forma media “emerge e caratterizza le 3d” (il contenitore).

L’onda di forma “media”, è la media emessa dagli individui, ossia, l’onda di forma della società che, il Nucleo Primo controlla attraverso l’imprinting sociale/individuale.

Per cui, la “media massiva” non corrisponde solo al concetto di media matematica, bensì, anche al concetto di “leva, servocomando, inerzia, controllo”.
 

venerdì 6 dicembre 2013

Se fosse un gioco, sarebbe...



 
 
L'avversione del diciannovesimo secolo per il realismo è la rabbia di Calibano che vede il proprio volto riflesso nello specchio. L'avversione del diciannovesimo secolo per il romanticismo è la rabbia di Calibano che non vede il proprio volto riflesso nello specchio.
Oscar Wilde
  • il soggetto è sempre lo stesso: il diciannovesimo secolo e Calibano
  • il sentimento è sempre lo stesso: l’avversione, la rabbia
  • la rappresentazione oggettiva è sempre la stessa: un riflesso esteriore (realismo, romanticismo)
  • la dipendenza è sempre la stessa: una dipendenza sensoriale (vedere, non vedere).
Che cosa non cambia mai? 
La Presenza: nella propria "mutevole fluidità/fissità"… essa “è”.
Calibano, che vede o non vede, che cerca o trova, che sente o non sente, etc., è vivamente presente in Terra; egli è costituito di quella presenza che:
“è” e “sembra” ma “è”... in definitiva.

Calibano “’c’è”
È lui che esiste e permette lo scorrimento dei fotogrammi dell’esistenza o dell’esperienza d’esistenza, in questa o altra forma composita.

È lui il Centro, anche se:
il suo centro è periferico
il suo centro è centrale.
Non importa fare la distinzione o distinguere il tono, la polarità, il colore, etc., importa che Calibano “c’è” o “è” (da una prospettiva superiore, è la stessa cosa).
Ogni distinzione 3d è un riflesso speculare, che tenta di fare luce, discrimina, investiga, divide e separa… chi/cosa?
Una essenza divisa frattalmente nelle proprie “parti”.
Se fosse un gioco, sarebbe:

Tra i personaggi, indovina l’essenza”…