L'avversione del diciannovesimo secolo per il realismo è la rabbia di Calibano che vede il proprio volto riflesso nello specchio. L'avversione del diciannovesimo secolo per il romanticismo è la rabbia di Calibano che non vede il proprio volto riflesso nello specchio.
Oscar Wilde
- il soggetto è sempre lo stesso: il diciannovesimo secolo e Calibano
- il sentimento è sempre lo stesso: l’avversione, la rabbia
- la rappresentazione oggettiva è sempre la stessa: un riflesso esteriore (realismo, romanticismo)
- la dipendenza è sempre la stessa: una dipendenza sensoriale (vedere, non vedere).
La Presenza: nella propria "mutevole fluidità/fissità"… essa “è”.
Calibano, che vede o non vede, che cerca o trova, che sente o non sente, etc., è vivamente presente in Terra; egli è costituito di quella presenza che:“è” e “sembra” ma “è”... in definitiva.
Calibano “’c’è”…
È lui il Centro, anche se:
il suo centro è periferico
il suo centro è centrale.
Ogni distinzione 3d è un riflesso speculare, che tenta di fare luce, discrimina, investiga, divide e separa… chi/cosa?
Se fosse un gioco, sarebbe:
“Tra i personaggi, indovina l’essenza”…