venerdì 6 dicembre 2013

Se fosse un gioco, sarebbe...



 
 
L'avversione del diciannovesimo secolo per il realismo è la rabbia di Calibano che vede il proprio volto riflesso nello specchio. L'avversione del diciannovesimo secolo per il romanticismo è la rabbia di Calibano che non vede il proprio volto riflesso nello specchio.
Oscar Wilde
  • il soggetto è sempre lo stesso: il diciannovesimo secolo e Calibano
  • il sentimento è sempre lo stesso: l’avversione, la rabbia
  • la rappresentazione oggettiva è sempre la stessa: un riflesso esteriore (realismo, romanticismo)
  • la dipendenza è sempre la stessa: una dipendenza sensoriale (vedere, non vedere).
Che cosa non cambia mai? 
La Presenza: nella propria "mutevole fluidità/fissità"… essa “è”.
Calibano, che vede o non vede, che cerca o trova, che sente o non sente, etc., è vivamente presente in Terra; egli è costituito di quella presenza che:
“è” e “sembra” ma “è”... in definitiva.

Calibano “’c’è”
È lui che esiste e permette lo scorrimento dei fotogrammi dell’esistenza o dell’esperienza d’esistenza, in questa o altra forma composita.

È lui il Centro, anche se:
il suo centro è periferico
il suo centro è centrale.
Non importa fare la distinzione o distinguere il tono, la polarità, il colore, etc., importa che Calibano “c’è” o “è” (da una prospettiva superiore, è la stessa cosa).
Ogni distinzione 3d è un riflesso speculare, che tenta di fare luce, discrimina, investiga, divide e separa… chi/cosa?
Una essenza divisa frattalmente nelle proprie “parti”.
Se fosse un gioco, sarebbe:

Tra i personaggi, indovina l’essenza”… 
 

giovedì 5 dicembre 2013

Chi pecora si fa, il lupo se lo mangia.


 

Spicca il +3% di Hewlett-Packard che ha annunciato un taglio alla forza lavoro di 27 mila unità…
Link

In un Mondo che gira al contrario, ma secondo una propria “logica”, ci si trova a vivere situazioni piuttosto "imbarazzanti", a cui non si smette mai di abituarsi, come il caso di un lavoratore della Hewlett Packard, che detiene 1000$ di azioni della società per la quale lavora e che, dunque:
  • ieri ha saputo, con buona percentuale di realizzo, di perdere il posto di lavoro in un imminente futuro
  • ieri ha guadagnato 30$ a causa della medesima notizia.
Ora, sapere che c’è qualcuno che festeggia, per una simile notizia, e che questo qualcuno non è solo il management della Hp, ma è rappresentato da:
  • gruppi di "lupi" che fanno speculazione, come se giocassero al Monopoli
  • individui isolati che “investono” in azioni, pensando ingenuamente al proprio oggi, domani, dopodomani
  • individui che investono in fondi comuni “asettici”, senza sapere “cosa, dove, come”... hanno puntato alla "roulette".
Non mette di certo di buon umore... soprattutto quando “tocca all’individuo” fare la parte dell'agnello sacrificale. Differentemente da quando, invece, l’individuo ricopre un altro ruolo; in quel caso allora il proprio “interesse” copre tutto e tutti.
 

mercoledì 4 dicembre 2013

La forma prima di alimentazione.


 

“Fratelli! Ciò che facciamo in vita, riecheggia nell'eternità”.
Il Gladiatore
Dopo “Massimo” ecco “Francesco”.
“Il corpo di ciascuno di noi è risonanza di eternità, quindi va sempre rispettato”.
Papa Francesco
Attraverso l'attuale forma di alimentazione, noi rispettiamo il nostro corpo?

Per quanto, ogni atto esistenziale abbia in sè un nucleo frattale di verità superiore (assoluta), la verità veicolata è una struttura livellata al contesto "verticale" (albero gerarchico) della Creazione, ossia:
la verità è come una reiterazione di cicli “if/se… then/allora” (dando luogo ad una serie di loop nidificati).
 

 

La verità, da questo punto di vista strutturale, assume di volta in volta, senza possibilità di paradosso, valore "1 o 0" (1 = vero, 0 = falso) ma, in realtà, la verità è, dunque, sempre vera (1 e 0 allo stesso Tempo).

La difficoltà intermedia è quella di "comprendere" il vero sempre presente nella verità...
È il livello dell’osservatore che, attraverso la propria riduzione esistenziale (incarnazione), frutto di una serie di concomitanze e di corsi e ricorsi, applica il proprio giudizio di verità sulla verità, che per sua Natura, semplicemente, “è”…
Se, ad un certo livello, si osserva una verità (un “dato di fatto”), ad un altro livello la stessa verità può essere “negata”, ma sempre in funzione di una prospettiva limitata (consapevolezza).

Per questo motivo, lo strumento umano è allo stesso Tempo "utile ed inutile", al fine di osservare “senza giudizio” l’essenza della verità.