giovedì 1 agosto 2013

Tutti clienti.

  

Quando si vuol piacere nel mondo, bisogna risolversi a lasciarsi insegnare molte cose, che si sanno, da persone che le ignorano.
Nicolas de Chamfort

Nella scia di personaggi famosi, a ben guardare, si trovano tracce di individui semisommersi dalla fama di chi li “precede”, i quali hanno tratto energia, ispirazione e pieno sodalizio, che il Tempo ha provveduto a diluire nella memoria:
giunto a Londra ha la sensazione di essere dimenticato da tutti, anche dalle antiche conoscenze viennesi:

“Credo che l’aria di Londra sia della natura delle acque del Lete”…
La storia deviata ricorda solo chi non ha il potenziale di poterla fare deflagrare.

Alla Massa deve essere fornita la versione disinnescata della cronaca relativa agli individui, che tracciano con le loro “punte” i solchi biodiversi della possibilità, secondo una propria Natura, in qualche modo slegata da quella innaturale forma di imposizione sottile sociale massiva, molto più simile ad un “filtro” piuttosto che ad una personale conquista.

Lorenzo Da Ponte (Ceneda, 10 marzo 1749 – New York, 17 agosto 1838) è stato un librettista, poeta, scrittore, drammaturgo e professore italiano naturalizzato statunitense…


mercoledì 31 luglio 2013

Non ubiquo ma… disperso.


Diogene

È veramente un enigma risalire alla posizione degli ingranaggi. Scoprire quali erano a contatto tra di loro… Gli ingranaggi sono come le persone. Se stanno per troppo tempo insieme, finiscono per assumere le forme reciproche
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Il tempo trascorso insieme, a “contatto”, come il vivere in una comunità sociale apparente ed apparentemente regolata da leggi e consuetudini (famiglie, città, nazioni, unioni continentali e planetarie), comporta l’inevitabile rassomigliarsi per quanto riguarda la totalità dell’essere, come una pianta che prenda acqua da una fonte comune e che acquisisca progressivamente le caratteristiche dell’acqua stessa. 
Acqua che dipende dal “tratto” del territorio in cui scorre e si mineralizza.

Il "territorio", indirettamente, giunge sino alle profondità dell’essere che abita in/sopra di esso.
Troppa acqua plasma il territorio. Poca acqua viene plasmata dal territorio.

È una questione di pesi, misure, reciprocità dinamiche ma, anche, di diluizione, di rappresentazione, di parte e simbolismo...
Sino a giungere ad un punto, grande quanto un dettaglio e capace di fungere da “cervello” per un intero ciclo di dipendenze, schierato secondo prospettive molto spesso sfuggevoli.

martedì 30 luglio 2013

Tutto ha un inizio ed una fine apparente.


 

Il tempo fa le pietre e poi le divora.
Proverbio italiano

Nello stralcio tratto dal Corriere della Sera del 29 maggio 1992, è possibile notare come l'atmosfera respirata/emessa dalla classe politica ed imprenditoriale italiana, sia rimasta pressochè inalterata, rispetto ad un certo "non fare" tipico di un Paese paralizzato come dal morso di un potente predatore (serpente).

Il "rigore" era già di moda anche allora. E la cosa più imbarazzante è che... un simile modello è, in realtà, sempre rimbalzato da generazione in generazione, rinnovandosi solo nel modo di raccontarlo/proporlo, piuttosto che nella sostanza.

Nascendo in una qualsiasi forma di società è inevitabile esserne "caratterizzati". Il processo di “maturazione dell’individuo”, che giunge solo dopo alcuni anni dalla nascita, risente del processo di “civilizzazione” (paradigma), tuttavia qualcosa di assolutamente unico e personale, di legato esclusivamente alla propria “storia”, rimane. 

La biodiversità è come un mantello che protegge il raccolto dalla grama figura di un unico destino senza accenti né apostrofi.

Vige, nella società, anche qualcosa dall’effetto neutralizzante, molto simile all’oblio o alla caduta nella sfera del sonno:
una forza diluita nell’aria, che non necessita più di una presenza fisica e manifesta, resa unica dal fatto che gli umani respirano tutti quanti la stessa sostanza invisibile, a cui credono anche senza poterla vedere né tastare.