In questa fredda apertura di nuova settimana, s’accavallano in me due distinte tematiche da affrontare e sviluppare:
- le illusioni veicolate dai Media
- le illusioni veicolate dal Clima.
Ovviamente i due ambiti si riflettono frattalmente. I Media illudono tanto quanto il Clima. L’illusione a cui intendo è relativa allo stato duale dell’attimo presente, nel senso che il ‘presente’ ha in sé, reca in sè, anche la probabilità maggiore inerente al ‘futuro presente’, ossia al ‘destino più probabile già scritto nel presente’.
Nulla di definito e di assoluto, per carità, ma solo un ‘qualcosa’ di altamente probabile. Se ‘Dio non gioca a dadi’ è pur vero, secondo me, che nell’ambito previsionale si possa ‘leggere’ lo scenario più probabile, alla luce della personale capacità ‘intuitiva’ di lettura del presente.
Questa ‘divinazione’ non ha nulla di ‘osceno, sacrilego o egoico’, ma è semplicemente la traduzione del segnale che cerchiamo di decodificare: il segnale del presente di cui facciamo parte.
L’illusione a cui alludevo, poco sopra, è relativa al fatto che il freddo annuncia il caldo e che le brutte notizie annunciano le belle notizie, ma solo se a livello di probabilità maggiore ciò è già scritto. Nel caso della stagionalità climatica, l’alternarsi delle stagioni è quanto di più probabile ci possa essere nella ‘storia statistica climatica terrestre’, ossia è una memoria molto forte della ciclicità misurabile con la temperatura.
Invece, nel caso della stagionalità mediatica, pur annunciando delle 'illusioni concrete', ossia una possibilità tra le infinite dello ‘Spazio delle Varianti’, il controllo a cui sono sottoposti i Media è sempre molto intenso e coerente con il proprio ‘respiro’, per cui la stagionalità dei Media è sempre improntata sul ‘brutto tempo’, non essendo libera di ciclare secondo altri ritmi più affini coi cicli naturali 3d.
Il controllo parassitario è totale e la sua impronta è, appunto, sempre visibile nella pressione mediatica costante sulla massa, generatrice di energia polarizzata negativamente. I due fenomeni, pur essendo illusori e simili, sfociano a diverse latitudini della libera veicolazione morfogenetica.
Il Clima, seppur parzialmente controllato a livello Antisistemico, mantiene in sé quella sufficiente dose di biodiversità, che costituisce una variabile difficilmente manipolabile integralmente in maniera tecnologico-artificiale, mentre i Media, per loro Natura, si prestano molto bene ad essere controllati all’origine, pur non mancando casi di ‘biodiversa visione’ a carattere individuale, perché legge.
Per osservare la fine dell’alternarsi della stagione fredda con quella calda, limitandosi a ‘prevedere’ l’alternanza duale del tempo in termini di temperatura, è sufficiente analizzare il trend in Gradi, definito in un grafico, ed attendere un ‘break’ del livello massimo raggiunto, ad esempio, nel mese precedente. La tecnica è identica a quella utilizzabile per calcolare un’entrata in Borsa, seguendo ed attendendo la fine fisiologica del trend in atto.
Utilizzando la tecnica definita dal trader americano Joe Ross e riassunta nell’enunciazione della ‘Legge dei grafici’, abbiamo la rivelazione di formazioni di pattern tipici chiamati ‘1-2-3 Highs and Lows’:
Un tipico ‘1-2-3 High’ si forma alla fine di un trend rialzista. Tipicamente, i prezzi faranno un massimo finale (1), procederanno verso il basso fino al punto (2), dove inizia una correzione verso l’alto; poi procederanno verso l’alto fino a un punto in cui riprendono un movimento verso il basso, creando così il 'pivot' (3). Ci può essere più di una barra di prezzo nel movimento dal punto 1 al punto 2, e così anche dal punto 2 al punto 3. Ci deve essere una correzione ‘completa’ affinché i punti 2 o 3 possano essere definiti…
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In maniera contraria si ragiona per verificare un ‘1-2-3 Low’, ossia la determinazione della fine di un trend al ribasso. In questo modo è possibile fare previsioni molto probabili relative ad un grafico delle temperature, al fine di trovare il minimo dell’inverno.
Nell’immagine riportata qua sopra, se registrassimo l’andamento grafico delle temperature quotidiane, mese per mese, potremmo capire la fine del trend invernale nel momento in cui la formazione 123 andrebbe a rompere al rialzo un massimo, secondo quanto enunciato dal pattern di Ross.
Il brutto tempo, pur essendo molto concreto, ha in sé il ‘seme’ del bel tempo, la sua annunciazione tra le righe. Per coloro sufficientemente 'attenti' o maggiormente dotati dal punto di vista analogico frattale o neo-sciamanico, è possibile giungere alla medesima considerazione, mediante l’osservazione di fenomeni apparentemente 'staccati' dal contesto veicolato illusoriamente dall’evidenza sensoriale 3d.
Alludo a fenomeni ormai scambiati per assurdità fuori epoca, come la constatazione del futuro imminente attraverso l’osservazione del comportamento animale o della Natura, in alcuni suoi frangenti anticipatori, fisicità umana compresa.
L’odore nell’aria, i suoni diversi, il gusto che ci assale nel momento in cui usciamo di casa, come un primo sorso di birra con tanto di magnifico retrogusto, che non proveremo più per il resto della degustazione alcolica, essendo uno scambio sensoriale relativo ad un cambio di trend in atto.
Non è facile da descrivere. È un po' come seguire le orme di Proust mentre è al lavoro sulla sua ‘Recherche’.
Dunque:
- illusione (concreta) foriera della dualità di continuazione o alternanza
In funzione del:
- controllo, inteso come azione nel tempo per definire una ‘memoria’, una ciclicità neo programmata, un loop intenzionale, etc.
Nei film, ormai siamo abituati a ‘sorseggiare’ effetti speciali pazzeschi. Immaginiamo l’11 settembre 2001 come un film trasmesso in mondovisione e nemmeno in real time. Immaginiamo i mezzi tecnologici e la conoscenza della Scienza Antisistemica sempre più avanzata:
dove sarà giunta? Cosa sarà in grado di fare?
Immaginiamo la discesa sulla Luna del 1969 come una gigantesca parodia: perché no? Quando vediamo Tom Cruise in ‘MI4’, appeso alle pareti in vetro a specchio della torre Burj Khalifa, ad Abu Dhabi, e proviamo forti emozioni, come se fosse vero, a cosa ci stiamo prestando? A stare semplicemente al ‘gioco’.
Per cui, non c’è differenza tra quello che vediamo in un film e quello che ci fanno vedere alla televisione, in relazione a fatti spacciati come ‘reali’. Qualcuno della 'massa' è mai stato su uno Shuttle? O sulla Luna? No. Perché crediamo allora che sia tutto vero? E perché non crediamo che sia vero quello che ci ‘racconta’ un film? La consuetudine di ritenere il film come un’opera di fantasia, girato mediante l’utilizzo di ‘trucchi illusori’, e di ritenere il ‘resto’ di Natura Mediatica invece assolutamente ‘vero’.
In questa maniera si scrive la Storia Deviata.
Non abbiamo mai la possibilità di verificare ciò che ci raggiunge mediaticamente. È ‘vero’ per partito preso.
Ciò equivale a dire che ‘dipendiamo’ da coloro che ‘trasmettono’ loro verità, e che abbiamo perduto la capacità esperienziale diretta del fatto vissuto e non solo trasmesso. Il nostro contesto passa come in secondo piano, perché i fatti raccontati da Tv e giornali sono sempre eccezionali, mentre noi viviamo in un modesto e consueto giro di routine ‘leva energia’.
L’autosvalutazione è servita.
A questo link possiamo vedere un video davvero 'allucinante' relativo al cosiddetto lato oscuro della Luna. La modalità utilizzata nel proporre questo documento è offensiva dell’intelligenza della massa. Il video è in una risoluzione bassa, in bianco e nero (essendo la Luna a colori), e le immagini ‘vere’ sono miscelate da una maggioranza di immagini di fantasia o elaborazioni al computer.
Con i moderni mezzi di cui dispone la Nasa, o chi per essa, non è possibile che s’inquadri sempre la Luna in maniera ‘primitiva’ e in bianco e nero. Il messaggio che si vuole far passare è che sia una distesa senza senso di ‘polvere bianca’ senza Vita. Ma andiamo…
Ma quale lato oscuro? Semmai il vero lato oscuro è quello che frattalmente emerge in relazione alla montatura di questa sceneggiata Illusoria.
Osserviamo anche questa ‘storia’ agganciata sincronicamente a Borsa e ‘temperatura’:
Il cashmere scalda piazza Affari.
Per un'azienda di moda che si appresta a lasciare Piazza Affari (Benetton), un'altra chiede di poter entrare: Brunello Cucinelli si prepara infatti alla quotazione in Borsa: la casa, tra i leader del made in Italy nel settore cashmere, ha presentato infatti formale richiesta di ammissione e ha inviato alla Consob il prospetto relativo all'offerta pubblica di sottoscrizione e vendita. Sarà la prima ipo del 2012 per piazza Affari.
‘Il progetto di quotazione’, ha commentato Brunello Cucinelli, ‘spero accompagni i nostri obiettivi di crescita sana, garbata e sostenibile. L'impresa accoglierà nuovi e giovani manager da tutto il mondo con i quali poterci confrontare. Siamo pronti ad aprire le porte del piccolo borgo di Solomeo a investitori-soci, che vorranno sentirsi in qualche maniera nuovi custodi per i prossimi decenni, nel rispetto dell'essere umano e della sua dignità morale ed economica’.
Cucinelli metterà sul mercato un terzo del capitale sociale.
Global coordinators dell'operazione sono BofA, Merrill Lynch e Mediobanca; quest'ultima agirà anche in qualità di responsabile del collocamento e sponsor.
La Brunello Cucinelli, fondata nel 1978 dallo stilista e imprenditore, conta oggi oltre 700 addetti. Il gruppo è presente in più di 50 paesi.
Link
Cosa dovrei pensare di questa nuova quotazione al listino milanese? Senza giudizio, penso a due aspetti alla luce della Storia Borsistica:
- che sono finanziariamente messi male
- che vogliono approfittare del meccanismo di condivisione dei debiti interpretato dalla ‘lavanderia industriale’ della Borsa.
Le intenzioni annunciate sono le ‘solite’, così come sono soliti gli interpreti che portano avanti il 'copione' recitato, e corrispondono ad una volontà che nulla può di fronte alle ‘vere intenzioni’ irraggiate dal potere parassitario espresso nelle forme pensiero maggioritarie.
Ricordo ancora molto bene il prezzo di collocamento della Saras di Moratti, ad esempio. Una proverbiale strategia per cogliere nella ‘rete’, ad un prezzo spropositato e mai più raggiunto dalle quotazioni, sia i tifosi dell’Inter che i risparmiatori meno avveduti, ossia l’intero ‘Parco Buoi’.
Perché la Barilla non entra in Borsa?
Meditiamoci sopra per favore e stiamo lontani dai miraggi delle quotazioni borsistiche modello lotteria d’antica memoria (rialzo 1999 - marzo 2000 docet).
Gas, da oggi picco consumi, atteso comitato emergenza.
È atteso fra oggi e domani il picco dei consumi di gas in Italia a causa dell'emergenza freddo, pari 440 milioni di metri cubi, mentre più tardi si riunirà, nella sede del ministero dello Sviluppo economico, il comitato per il monitoraggio e l'emergenza gas. Lo ha detto il portavoce del ministro Corrado Passera.
‘Il picco dei consumi è atteso tra oggi e domani con l'apertura delle fabbriche. Più tardi si riunirà il comitato con i tecnici del ministero, dell'Eni e della Snam per fare il punto sulle azioni da intraprendere incrociando i flussi di gas con la domanda’, ha dichiarato il portavoce.
Tra le azioni che il comitato potrà prendere c'è quella di ridurre l'erogazione di gas ad alcune aziende con contratti particolari. A seguito dell'emergenza freddo da alcuni giorni la russa Gazprom sta riducendo l'erogazione di gas verso l'Europa tra il 25% e il 30%.
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Siamo allo solite. La ‘memoria’ non dimentica, vero? Tranne la nostra, perché troppo a breve respiro, indaffarati come siamo a ‘correre’ da mattina a sera. D’estate in un modo, d’inverno in un altro: la Storia si ripete, l’Incantesimo imperversa. L’energia è scarsa e mina l’orizzonte del futuro percepito. In questa maniera lo stiamo scrivendo proprio così. Non c’è possibilità di errore alcuno. Il ‘futuro presente’ è fosco, arido, secco, scarno, povero, violento, etc.
Lo stiamo decidendo noi attraverso la nostra adesione ‘inconscia’ a questo modello di paradigma. Come possiamo cambiare quello a cui stiamo fornendo attenzione? Lo capiremo mai?
Noi alimentiamo con la nostra energia, potenzialmente infinita, uno scenario 3d antitetico. Uno scenario comprensibile solo dal livello della prospettiva superiore, nel quale s’evince chiaramente il senso della nostra ‘rinuncia’ al fine di conoscerci meglio e di liberare/attirare le entità smarrite nella Tenebra, che necessitano di aiuto compassionevole; aiuto che giungerà a compimento quando faremo 'pace con noi stessi', perché la Tenebra nasconde ‘parti di noi non comprese da noi stessi’.
Come sono nate le previsioni meteo.
Le foto ad alta definizione del cielo coperto sono tutte opera dei satelliti meteorologici che puntano i loro obiettivi sulla Terra. Una bella conquista iniziata il 3 febbraio 1966, quando dalla base di Cape Canaveral viene lanciato Essa-1, il primo occhio satellitare della Nasa pensato per il meteo.
Si trattava della prima delle nove missioni gestite dal consorzio dell'Environmental Science Services Administration Satellite Program. Da tempo, infatti, la Nasa stava cercando di mettere in orbita dei satelliti capaci di scattare immagini dettagliate del manto nuvoloso. L'agenzia spaziale americana ci aveva già provato con Vanguard 2 e Tiros-1, ma in entrambi i tentativi non aveva ottenuto grandi risultati. Il primo vero successo è arrivato proprio con Essa-1, rimasto operativo per 861 giorni durante i quali ha scattato ben 100mila immagini del nostro pianeta.
La navicella della Nasa era un cilindro del peso di 140 kg, lungo 56 cm e dal diametro di appena un metro, su cui erano montate 9100 celle solari pensate per alimentare le 63 batterie alloggiate a bordo. Sul corpo di alluminio erano installate due fotocamere ad alta definizione pronte per essere puntate sulla Terra e catturare le immagini dall'atmosfera.
Per la precisione, Essa-1 seguiva un'orbita polare compresa tra i 700 e gli 845 km di altitudine. Diversamente dai satelliti geostazionari - situati sopra l'equatore così da dare l'impressione di essere immobili — Essa-1 impiegava 100 minuti per sorvolare la Terra secondo un'orbita eliosincrona che gli permetteva di passare sopra ogni luogo del pianeta sempre alla stessa ora.
A ogni scatto, le fotocamere catturavano immagini con una risoluzione di 3 km provenienti da un'area estesa 1,4 milioni di km quadrati (calcolata però in base a un'altitudine di riferimento di 1450 km). In ogni caso, per gli standard degli anni '60 si trattava di un'istantanea perfetta delle perturbazioni che si manifestavano sul nostro pianeta.
Così, grazie agli scatti trasmessi da Essa-1, le stazioni meteorologiche americane riuscirono per la prima volta a formulare delle previsioni meteo molto accurate:
lo spostamento di masse d'aria a livello globale non era più un mistero. Un dettaglio non da poco, visto che i nuovi dati satellitari potevano facilmente identificare anche l'arrivo degli uragani. Con le missioni successive (da Essa-2 fino a Essa-9), il servizio di ricezione delle immagini venne esteso a più di 300 centri di calcolo sparsi in 45 diverse nazioni.
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Nel febbraio 1966 la Nasa utilizzava una tecnologia a celle solari. Notiamo questi ‘particolari’ alla luce di quella che è l’abitudine sociale a ritenerle una ‘novità’:
- 1883 - L'inventore statunitense Charles Fritz produce una cella solare di circa 30 centimetri quadrati a base di selenio con un'efficienza di conversione dell'1-2 per cento.
- 1963 - La giapponese Sharp produce i primi moduli fotovoltaici commerciali.
Viviamo in un mix allucinante di sensazioni diverse, in cui passato e presente si miscelano, dando luogo a percezioni alterate, dalla nostra mancanza di consapevolezza, come se il nostro ‘centro giroscopico’ fosse perennemente rivolto verso punti cardinali esterni invece che verso il ‘centro’ della nostra individualità bio fisico mentale spirituale.
In posizione di ascolto, staccati dalla nostra centralità, rimaniamo in attesa di input wireless veicolati dalla fonte parassitaria, attraverso la nostra struttura radioricevente perfettamente funzionante.
In realtà non c’è nulla che non vada in noi, però è ora di ‘svegliarsi’…