mercoledì 28 dicembre 2011

La Vita è un gioco, giocalo.




In ‘Sherlock Holmes - Gioco di ombre’ il professor Moriarty, alla fine del film, esprime un lucido pensiero inerente a quello che si annida in una ‘zona’ dell’inconscio umano

molto presto, anche senza il mio intervento, gli uomini troveranno ugualmente il motivo per scatenare la guerra fra di loro e io sarò lì, pronto a dare loro quello che gli serve per uccidersi’. Più o meno il suo pensiero è questo.

Questa è un'ampia verità inerente a quello che si cela nelle profondità umane, che solo nelle 3d poteva emergere così chiaramente alla luce del Sole, tramite il proprio effetto dirompente e, quindi, direttamente misurabile dal genere umano

Osservare la guerra da ‘lontano’, sentire il suo germe presente in noi, cercare di comprendere cosa significhi, non è la stessa cosa che ‘viverla’ sulla propria pelle, perdendo dei propri cari o soffrendo per l’intero arco di implicazioni derivanti.

Ecco il motivo della nostra presenza a questo rendezvous della condensazione energetica: dare Vita a tutte le forme pensiero nascoste nelle nostre ‘cantine’ per, alfine, prenderne atto e iniziare un processo di ricomprensione e trasmutazione del sé, attraverso la propria migliore conoscenza

Holmes e Moriarty costituiscono il proprio complementare, esattamente come se fossero allo specchio. La loro intelligenza è identica ma ribaltata secondo un codice interpretativo personale. Il futuro viene scritto a quattro mani e a due menti, da due punti prospettici diametrali.

La loro scissione è frutto della biodiversità e la loro unione è il frutto sottile dell’olograficità dell’energia

Ognuno dei due, se presente al giorno d’oggi, avrebbe potuto comprendere ‘tutto’ del 'gioco della Vita', utilizzando anche la loro sola capacità deduttiva e intuitiva unitamente al relativo potenziamento della logica. 

Attraverso l’analogia frattale è possibile, capendo un ambito ristretto ed accessibile come il ‘modellino’ di Mondo che calpestiamo ogni giorno, capire ogni meccanismo superiore. Perché? Perché così permettono le traduzioni interpretative delle leggi Cosmiche e Planetarie. È tutto direttamente ‘spiegato’ nella logica della Natura e tutto riflesso anche nell’imprevedibilità del comportamento umano. I ‘segni’ del Controllo emergono sempre alla superficie delle 3d. Basta sapere osservarli, capirli, interpretarli, decodificarli, etc. Insomma… basta essere ‘accesi’.

Chi conosce questo sé che è il mangiatore del miele dell’esistenza e il Signore di ciò che è e sarà, non indietreggerà mai più dalla paura.
Katha Upanishad

Ricordare cosa significa esattamente ‘soffire’, ci riporta alla mente la Natura dell’antica scelta del 'rifiuto a guardarci dentro' per approfondire il motivo delle ‘ferite’ procurateci vivendo in un ambito, dove tutto è inerente al vero motivo della nostra venuta, dove tutto è programmato per comportarsi in maniera coerente e responsabile con la nostra missione di auto conoscenza ed ‘esplorazione’ del sé manifesto. A questo livello geografico della vibrazione, non possiamo ‘scappare’ dal nostro compito indagativo in merito alla nostra Natura.

Spesso le esperienze spiacevoli che ci accadono nel corso della Vita e in particolare durante l’infanzia ci portano a temere la sofferenza e a desiderare di allontanarci dalle emozioni che la provocano; vorremmo ‘sentire’ con minore intensità, quasi come accade sotto l’effetto di un anestetico.

Dato che respirare con totalità significa vivere e sentire in pienezza il desiderio di difendersi dall’intensità delle emozioni e dei sentimenti, implica, a un livello completamente inconscio, l’inibizione della capacità respiratoria, il ‘blocco’ del respiro a un livello che ci permetta di vivere, ma senza troppe emozioni. In questo modo, se è vero che soffriamo forse un po’ meno, sicuramente ci precludiamo la possibilità di provare Gioia e di realizzare tutto il nostro potenziale di creatività e bellezza… 

Attraverso la respirazione circolare il respiro fluisce liberamente in tutto il corpo e ogni cellula del corpo respira.
 
Questo tipo di respirazione ci aiuta a entrare in contatto con le nostre emozioni represse o dimenticate e a sciogliere i blocchi energetici che si trovano nel nostro corpo. Bloccare le emozioni e impedirsi di sentire richiede l’impegno di una grande quantità d’energia, necessaria per evitare che ciò che è stato confinato nell’inconscio riaffiori; di conseguenza questa energia rimane inutilizzata. 

Quando attraverso la respirazione circolare riusciamo a integrare le emozioni rimosse, a concedere loro il diritto di esistere, liberiamo moltissima energia che possiamo utilizzare per scopi creativi e per ‘prendere in mano’ la nostra Vita.
Meditazione - Riscoprire la gioia

È ovvio che le leggi preposte al mantenimento strutturale ed esistenziale del luogo che ci accoglie, siano strutturate in maniera tale da giungere, comunque – in una maniera o nell’altra, al risultato finale desiderato e definito per imprinting dall’intento originale della ‘Sorgente’: conoscersi.

Prima o poi doveva emergere tutto quello che avevamo nascosto così bene in profondità. Definire ‘vive’ le nostre paure, le nostre emozioni, non è affermare qualcosa a casaccio. Definire ‘vivo’ il pensiero e le forme pensiero, non è bearsi nell’idiozia. Abitiamo in un ‘reame’ interamente vivo, essendo la nostra diretta emanazione complementare, lo specchio che parla di noi in continuazione, il ‘Grillo Parlante’ di Pinocchio, il Maestro scomodo che ci riporta coerentemente sui nostri passi malfermi ed insicuri. Perché? 

Non per perfidia fine a se stessa ma per adattamento al livello di 'smarrimento/studio' umano: a mali estremi, estreme misure.

Dato che nel nostro caso non ‘conviene’ più parlare di ‘male, ma di ‘conseguenza’ alla luce della Natura energetica delle 3d, tutto ciò che ‘emerge’ all’esterno dipinge panorami interni della nostra essenza. Tutto ci compete. E noi cosa facciamo? 

Diamo colpe e giudichiamo sempre gli ‘altri’. Ma chi sono esattamente gli ‘altri’? Siamo ancora noi ed allo stesso tempo ‘sono uno specchio di noi’.

Come fare per capirlo ad un livello sufficientemente radicato, in maniera tale da implementarlo nel nostro 'sistema di guida' quotidiano? È una questione di tempo e d’opportunità.

Innanzitutto, iniziamo ad osservare i ‘danni’ inferti al Pianeta.

Da chi sono dipesi? Da chi è generato l’inquinamento? Non importa se l’ispirazione inconscia è ormai ad opera di entità parassite. Il vero fulcro di potere, per giunta ancora più silente dell’opera parassitaria, deriva solo ed esclusivamente da noi stessi, e ‘tutto’ è esattamente all’opera per tentare di farcelo capire

Le ‘lezioni’ si succedono regolari e non conoscono fine di continuità, esattamente come il fluire continuo delle onde del mare, inoltre esse diventano sempre più ‘forti’ man mano il programma di studi va in 'ritardo' o non viene compreso.

Ripetendo s’impara: è una legge. 

Se ciò non dovesse accadere sarebbe ‘diabolico’. Ciò mette in evidenza anche l’azione dell’effetto che abbiamo provveduto a generare attraverso la nostra ‘rinuncia’. Per cui, mi chiedo: ‘quanto è casuale il nostro 'ritardo'?

Stiamo andando bene. Smettiamo di fare le vittime o piangerci addosso. È tutto esattamente come doveva essere. Snidare certe ‘parti’ così antiche e dense da dettare legge anche alle grandi ‘altezze’ non è certo un compito facile. Tutto è inerente alla ‘forza’ che stiamo affrontando, una parte di noi e null'altro. Esattamente, quello che stiamo affrontando ha grande forza e ‘vincerlo’ richiede grande forza.

È davvero meraviglioso percepire questa grande sinfonia. Si smette di sentirsi un fuscello nella corrente. Il ‘tutto’ è esattamente come dev’essere. Propedeutico al ‘gran balzo’…

Sincrodestino: sincronia degli eventi ad ‘immagine e somiglianza’ dell’intenzione di base.

L’unico requisito per liberare il potere dell’intenzione è la connessione con il campo dell’intelligenza consapevole, che si può ottenere in vari modi, tra cui la meditazione è uno dei migliori. Quando una persona raggiunge un determinato livello di consapevolezza, vede realizzarsi tutto ciò che desidera… In realtà, non è esatto dire che si compiono le intenzioni individuali di certe persone, ma piuttosto che le persone connesse con il campo d’intelligenza consapevole adottano le intenzioni dell’Universo

E l’Universo utilizza le loro intenzioni per realizzare i propri desideri…
Le coincidenze per realizzare in modo spontaneo i propri desideri – Deepak Chopra

Il campo informativo si completa sempre di più e non potrebbe essere altrimenti. Capire cosa significhino le leggi Cosmiche Planetarie nella loro più autentica funzione multidimensionale, è superare il livello ‘illusorio’ delle loro prime ‘decodifiche’

Il ribaltamento dei piani, nelle 3d, serve appunto per generare e vivere l’effetto del ‘lato nascosto’ presente in ognuno di noi e, per analogia, anche nel Creatore. È una blasfemia, questa? Nemmeno per sogno. Probabilmente sono morto più volte, nel corso delle esistenze passate, per avere continuamente affermato certe verità. Oggi non succede più.

Cosa significa? Che il genere umano è ‘andato avanti’. È tutto talmente ‘migliorato’ che, il non comprenderlo ancora, è quantomeno bizzarro o 'diabolico'. Probabilmente l’effetto è ‘strisciante’, ossia non deve ancora emergere del tutto pienamente alla luce del Sole. Perché? Per ‘strategia’.

Credere in Cuor proprio, senza provare la necessità egoica di doverlo manifestare. Saperlo ma lasciandolo andar, rispettando i tempi di ogni individualità alle prese con il proprio corso di studi. 

Quando la massa critica sarà pronta, il frutto del lavoro emergerà come diretta conseguenza, per inerzia, un po’ come ‘descritto’ nel processo inerente all’irraggiamento quantico ad opera della ‘centesima scimmia’

La goccia che fa traboccare il vaso ha il merito di ‘colmare uno spazio’, nulla di più rispetto al ‘lavoro’ che hanno svolto tutte le altre gocce. È come essere il milionesimo cliente di un’azienda: costui non è migliore rispetto alla ‘rimanenza’, ma ha avuto la sincronicità di trovarsi nel posto giusto al momento giusto, ma... per fare cosa? Per ‘apparire’. È probabilmente solo l’effetto dell’intromissione del proprio Ego o, chissà, un riconoscimento alla propria Natura unificante.

Superando la prospettiva 3d è più semplice capire che la ‘scissione’ individuale ha creato anche la ‘sua classificazione nel tempo’, per cui è solo alzando la prospettiva che si torna ad inquadrare il ‘panorama’ nella sua 'ragione di complessità apparente', ma riferita solo ed esclusivamente ad un insieme scisso che tende a ricomporsi più ‘ricco’ di quanto sia partito

È la composizione delle parti, la loro ‘chimica alchemica’, che identifica un ‘tutto’ trasmutato in se stesso, come se un puzzle cambiasse immagine mantenendo la medesima partecipazione dei tasselli, i quali hanno ‘solo’ mutato la propria capacità di riflettere la luce. 

Tutto ciò riporta in superficie la differenza che intercorre tra un ologramma e una carta ‘lamincards con effetto Super 3D’, tipo quelle dei Dragonball tanto adorate dai bambini. Quale differenza?

L’ologramma è tale da ogni posizione di visione osservativa:

esso ha una piena presenza pur essendo un ‘gioco di luce ed ombra’. La carta lamincards ha più possibilità di apparire, in funzione sempre del medesimo gioco di luce ed ombra, ma mutevole in funzione della posizione dell’osservatore. L’ologramma è illusorio eppure ‘inamovibile’ sino a quando esiste la fonte di luce e di proiezione, ossia l’intenzione e la struttura consapevole. La carta è un ‘dipende’ molto più esteso…

In realtà è l’ologramma ad essere più complesso; esso ha in sé le caratteristiche della carta:

su una stessa lastra possono essere registrati moltissimi diversi ologrammi, semplicemente variando l'angolo di incidenza del laser, e allo stesso modo essi possono essere letti separatamente.
Link 
 
Alcune delle sue proprietà sono fenomenali:
  1. un ologramma può registrare una informazione tridimensionale
  2. un ologramma può registrare molte diverse informazioni nello stesso spazio senza che queste interferiscono fra loro
  3. un ologramma registra l’informazione su tutto il supporto, ed essa è quindi presente – e accessibile – in ogni suo punto.

Se al posto di ‘tridimensionale’ mettiamo ‘multidimensionale’, abbiamo l’esatta ‘diapositiva prospettica’ del panorama umano, scisso nelle sette miliardi di unità attualmente popolanti il Mondo:

l’ologramma scisso nelle sue versioni ‘lamincards’.

Se ci spostiamo nella prospettiva, allora l’ologramma è l’Anima e le Vite sono le ‘lamicards’. La reincarnazione diventa una gradazione prospettica della percezione dell’osservatore, che avviene allo stesso momento, dove per momento s’intende dove ‘poggia’ la sua attenzione, proprio come il fascio laser che ‘incide’ l’ologramma

Cambiando ancora la prospettiva, si comprende l’infinita capacità di memorizzazione delle informazioni su base ‘multistrato’ ad opera della luce. Che cosa possa essere, allora, l’Akasha, è ‘cosa’ più intuibile se la inquadriamo da un simile punto della prospettiva. Cosa sia la Noosfera, allo stesso modo, è perfettamente interpretabile se la si prevede in un ‘piano di risposta’ frattale a diversa gradazione della densificazione energetica.

Il ‘movimento’ che cosa è? 

È lo spostamento del personale ‘punto d’osservazione’.

Osservate una lamincards per meglio capire. I movimenti sono già ‘previsti’ ma non li percepiremo, se non quello inerente alla nostra attuale 'stasi', sino a quando non saremo ‘noi’ a muoverci. Il loro movimento è illusorio ma frutto di un nostro spostamento 'concreto'.

Esse rispecchiano per analogia il nostro comportamento…

Rare: il futuro è negli ologrammi.
Kinect sta aprendo nuove vie. 
 
Scott Henson del team Rare è convinto che nel futuro prossimo dei videogiochi ci saranno sensori di movimento sempre più precisi e versatili, ma anche ologrammi. Durante una recente intervista lo stesso Scott ha dichiarato che Kinect rappresenta il primo passo in questo senso, ma che nei prossimi anni il trend proseguirà.
 
Ovviamente è impossibile individuare una data per l'arrivo degli ologrammi nel mondo dei videogiochi, ma sono convinto che prima o poi arriveranno’.
Link 

La vita è un gioco, giocalo.
Inno alla Vita – Madre Teresa di Calcutta

Davide Nebuloni/ SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

martedì 27 dicembre 2011

Circuiteria della paura.




Osservando le immagini di ‘emblemi araldici’, che compaiono a questo link, mi sono ritagliato lo spazio per il tempo di una riflessione:

questi ‘simboli’ sono come degli schemi radionici, ossia dei ‘circuiti’ personalizzati sulla base di un comune schema generale; in questo caso l’immagine di uno ‘scudo’. Ad esempio, l’immagine di testa del presente articolo viene descritta in questa maniera a questo link:

I Apprendista Introdotto.
Il grado di Apprendista deve considerarsi quello che più esattamente rappresenta il Libero Muratore nella sua perpetua opera di perfezionamento di séViene detto che il grado di Apprendista è il solo che siamo ben sicuri di portare legittimamente, di tutti gli altri, non ne saremo mai veramente certi.

Eccoa questo volevo arrivare oggi, sulla spinta di una intensa sensazione interiore, nata nelle ultime giornate di ‘festività’; quella sempre più tangibile sensazione di fare parte di un ‘vasto’ piano d’azione ‘educativa’, ed infine ‘auto educativa’, messo in atto (per ‘retroazione’ d’immagine e somiglianza, frattale e olografica) ‘persino’ dall’intera organizzazione umana attualmente al ‘potere’, ossia quella sorta di ‘compagnia segreta’ alla base dell’accompagnamento adattivo descritto nella ‘discesa’ vibrazionale umana, nel corso del tempo, molto simile ad una immane apnea al di sotto del livello delle 'acque del mare'.

Cosa intendo dire? 

Che ho la sempre più certa convinzione che ‘tutto’ sia sempre stato gestito con grande perfezione, persino a livello di ‘controllo umano ad opera di umani’

Una ulteriore conferma per 'estensione massima' del concetto di opportunità e di non esistenza del caso.

Il meccanismo che ha drenato la 'conoscenza', ed in ultima analisi ‘il ricordo’, individuale, lasciando l’essere umano ‘nudo’ alle prese con le proprie ‘difficoltà’, o paure, di fronte al ‘vuoto’ esistenziale, mi sembra sempre di più un atto volontario, un fenomeno deciso e ‘ruvido’, di una intenzione senza freni di permettere al genere umano ‘anche di precipitare’ e di raggiungere il ‘fondo del barile’, ma sempre in maniera 'graduata'.

Sino a quale punto saremmo arrivati prima di ‘mutare vibrazione’ e, dunque, risvegliarci? Il ‘segreto’ che ha da sempre accomunato i vari ‘ordini iniziatici’, d’ogni tipo e  geografia, è grandemente indicativo di un intento globale di ‘amministrazione’ della proiezione 3d esistenziale-fisica, di una intera specie in lenta e costante presa di coscienza attraverso un ‘duro allenamento’ in stile quasi ‘militare’:

l'aggettivo militare indica tutto ciò che viene gestito da o per conto delle forze armate, in contrapposizione a ciò che militare non è (civile)…
Link 
 
Il ‘sapere’ è stato drenato opportunamente dal Mondo. Perché? Perché ‘intimamente’ lo desideravamo e perché era necessario, al fine di ‘liberare le nostre negatività represse’.

Coloro che ‘non hanno dimenticato’, rappresentano una parte del genere umano ‘capace’ di ricollegare il senso della fruizione del tempo nel reame illusorio del tempo. Ciò rappresenta un ‘ordine militare’ della gestione delle informazioni e del comportamento, ‘interpretato’ dalle organizzazioni sovrastoriche, le quali hanno da sempre gestito l’intero processo di ‘caduta e risveglio’ del campo umano, in virtù di un meccanismo ad orologeria innescato alle origini dell'esperienza esistenziale. 

Individui che hanno coraggiosamente interpretato le leggi Cosmiche, applicandole e convertendole alle 3d, nella personalizzazione dello ‘scenario’ 3d Planetario disponibile. Ben consci del livello di co creazione che la ‘massa’ avrebbe dato luogo nel reame del tempo Planetario, e del ‘rischio’ di ciò che magneticamente sarebbe stato attirato, in termini di presenze parassite. 
  
Il potere occulto, che si cela ‘oltre’ all’intera struttura di amministrazione sociale, è secondo me la rappresentazione negativa del positivo, in virtù di quel ribaltamento dei piani inerente alla percezione illusoria 3d

Per cui, una volta chiarito questo ambito… il ‘resto’ diventa una conseguenza dettata dal libero arbitrio ‘permesso’ e del livello di partecipazione più o meno consapevole al gioco evolutivo della Vita. Ho sempre di più la sensazione di fare parte di una gigantesca struttura organizzata abilmente, atta a forgiare, un individuo ‘maturo’ ed aperto alla multidimensionalità, convertita e pienamente vissuta, rispecchiata anche nel corpo umano a livello tridimensionale

Ho come l’impressione di sentire il ‘disegno’ pratico in corso d’opera. Un ‘piano’ lungimirante, capace di ‘dare corda’ ad ogni impulso represso, per vari motivi, dalle scintille divine in via di auto determinazione. Liberi di co creare ogni tipo d’illusione e di viverla in maniera ‘autentica’, soffrendo e gioendo d’ogni possibilità della esperimentazione.

La ‘verità’ viaggia a livelli sottili e va agganciata in maniera sincronica in funzione di una senzienza sempre più presente e ‘ramificata’ fuori e dentro di sé.

Insegnante: Cosa t’induce a cercare il tuo Sé Superiore? È l’ispirazione. L’ispirazione che viene dai maestri spirituali venuti prima di te. L’ispirazione che viene dalla Natura. L’ispirazione che viene dall’arte. Ma, ancor più importante, è l’ispirazione che entra in te dai regni del Navigatore di Totalità, nel tuo strumento umano, e ti accende instancabile il desiderio di ricordare la realtà del Frammento-Dio depositato in te.
Studente: Come riconosco tale ispirazione?
Insegnante: Non è importante riconoscerla. Importa solo che tu la senta e accolga la sua presenza, perché è in questo modo che sviluppi la fiducia in te stesso e nel conoscere da te stesso.
Wingmakers

L’ispirazione giunge da ogni ‘latitudine’ e si mescola con la capacità di provare paura, ossia di ‘scambio’ bioenergetico con le altre entità che abbiamo attirato attraverso il nostro 'comportamento'.

La paura è ‘solida’. Cosa significa?

In base al ruolo che le persone si sono ritagliate nella società, è possibile osservare la loro missione vibrazionale in una determinata Vita, il tutto alla luce dello status globalmente accumulato/sviluppato nel contesto di tutte le reincarnazioni. Un individuo con funzioni di comando su altri individui avrà un certo compito spirituale da affrontare e sbrigliare, viceversa, un individuo che prende regolarmente ordini dai suoi ‘capi’, avrà un’altra direzione da seguire. Entrambi stanno maturando esperienza esistenziale, da ‘riportare’ sincronicamente al Creatore in ‘ascolto’ continuo.

Un amministratore delegato di una grossa multinazionale internazionale, avrà un ruolo vibrazionalmente più ‘complesso’ di un contadino della provincia lontana dagli agglomerati cittadini. Niente è meglio o peggio, ma semplicemente stiamo riferendoci a due situazioni diverse. Dunque, impariamo a percepire, anche in funzione del ruolo interpretato socialmente, di cosa ‘abbiamo ancora necessità di approfondire di noi stessi a livello animico’. 

Ripeto, non è una classifica ma una ‘funzione’ espressa in una recita .

Una recita sicuramente ‘non a caso’. Persone che affrontano vaste platee, parlando loro, hanno una funzione globale radicata, che nella stessa Vita, altre persone non hanno, perché, magari, impegnate a consolidare altri percorsi risalenti ad altre Vite. L’operaio e il padrone vivono esperienze diametrali, per quanto riguarda la percezione 3d in merito all’attaccamento, pur essendo l’operaio non al di sopra dell’attaccamento stesso e viceversa. L’evoluzione prescinde dall’appartenenza ad una singola classe sociale.

Nel corso di una esistenza si tracciano ‘segmenti’ vibrazionali sempre più addensati. La loro Natura è legata alla mente, ai pensieri, che si condensano nel magnetismo Planetario. Vivere nella paura significa addensarla in un ‘vettore’ denso d’energia e… ‘dargli Vita propria’.   

Un simile ‘vettore’ si fissa nel tessuto energetico delle 3d e sarà dotato di determinate ‘coordinate’ spazio-vibrazionali. Tramite uno schema radionico è possibile disegnare ‘circuiti’ che si avvalgono anche di questo vettore, oppure che lo vanno ad ‘ammortizzare’ o altro. La paura è ‘densa’ ed è molto simile ad un ‘tratto’ di autostrada; percorrendo determinate ‘strade’ la si può addirittura ‘respirare’. La sua forma pensiero si manifesta densamente ed attrae tutto ciò che risulti ‘affine’, ossia dotato di familiarità magnetica.

Ho trovato in ‘Rete’ delle rappresentazioni grafiche capaci di ‘aprire’ determinati varchi nell’energia, al fine di richiamare entità che stanno al di là della soglia, le quali dovranno rispondere se opportunamente ‘chiamate in causa’, ovviamente attraverso le proprie capacità o caratteristiche vibratorie naturali. A parte il pericolo che si corre nell’esporsi a certe aggregazioni della possibilità energetica, il fatto che si ma ha colpito ricade nell’ambito ‘grafico’ dello schema di ‘chiamata’, ossia una sorta di vero e proprio codice grafico assimilabile al disegno di una certa circuiteria elettrica tradizionalmente sviluppata in ambito civile

Ebbene, la paura potrebbe essere una parte di un ‘circuito vibrazionale denso’, capace di collegare parti diverse della ‘possibilità’. Un segmento denso in grado di cortocircuitare il passaggio di energia, veicolandolo in un percorso più ‘attraente’ per la scelta di scorrimento energetico ‘reale’ e non ‘convenzionale’:

prima di cominciare le attività è importante definire il senso della corrente. Nella realtà sono gli elettroni che si spostano dal polo negativo al polo positivo, ma per convenzione, si dice che i protoni si spostano e quindi che la corrente va dal polo positivo e quello negativo. Tutto il contrario di ciò che accade in realtà. Tutti gli schemi elettrici e le formule parlano di senso convenzionale della corrente
Da ‘Scienza e gioco – l’elettricità’ della Clementoni

Se togliessimo quel ‘tratto denso’ della paura, l’intero circuito avrebbe un funzionamento del tutto diverso in termini di ‘efficienza’ energetica. La paura è come una sorta di resistenza che dissipa energia. L’effetto diretto del riscaldamento dissipatorio è la spia che permette di osservarla nel piano 3d:

il suo effetto è un utilizzo scompensato dell’energia e un lento e graduale drenaggio dell’energia circuitale. 

Il ‘calore’ prodotto come dissipazione energetica è l’effetto 3d, mentre sul piano sottile la sua rappresentazione è un’emanazione energetica molto simile al profumo di una pietanza che cuoce sul fornello. Questa ‘aromaticità’ attrae i relativi predatori… che da piani prospettici diversi la percepiscono come un’irresistibile richiamo.

La paura è una intensa emozione derivata dalla percezione di un pericolo, reale o supposto. È una delle emozioni primarie, comune sia alla specie umana, sia a molte specie animali.
 
Reazioni.
La paura è un'emozione dominata dall'istinto (l'istinto è un impulso) che ha come obiettivo la sopravvivenza del soggetto ad una suffragata situazione pericolosa; irrompe ogni qualvolta si presenti un possibile cimento per la propria incolumità, e di solito accompagna ed è accompagnata da un'accelerazione del battito cardiaco e delle principali funzioni fisiologiche difensive…
 
La paura è talvolta causa di alcuni fenomeni di modifica comportamentale permanenti, identificati come sindromi ansiose: ciò accade quando la paura non è più scatenata dalla percezione di un reale pericolo, bensì dal timore che si possano verificare situazioni, apparentemente normalissime, ma che sono vissute dal soggetto con profondo disagio

In questo senso, la paura perde la sua funzione primaria, legata alla naturale conservazione della specie, e diventa invece l'espressione di uno stato mentale.
 
La paura di oggetti o contesti può essere appresa; negli animali questo effetto è stato studiato e prende il nome di paura condizionata, che dipende dai circuiti emozionali del cervello.
 
Gradi della paura.
La paura ha differenti gradi di intensità a seconda del soggetto: persone che vivono intensi stati di paura hanno sovente atteggiamenti irrazionali. La paura come la rabbia è una risposta al dolore o alla sua percezione: nella paura l'eccitazione si ritira (nella nuca), mentre nella rabbia si dirige verso la fonte del dolore, sia questo reale o immateriale. Se un individuo impaurito è costretto ad attaccare si arrabbia e non ha più paura. In tal senso alcuni atteggiamenti derivanti dagli stati di paura possono essere considerati pericolosi, quando si tramutano in rabbia. La paura può essere descritta con termini differenti a seconda del suo grado di intensità:
  • Timore
  • Ansia
  • Paura
  • Panico
  • Terrore
Timore.
Il timore è la forma meno intensa della paura e si determina quando una situazione promette piacere ma, al tempo stesso, anche dolore: c'è la percezione della possibilità di perdere il piacere atteso ma ci si muove ancora verso di esso.
 
Ansia.
In questo caso la minaccia del dolore e quella del piacere si equivalgono generando una situazione di conflitto nell'attesa di qualche indizio capace di far pendere la bilancia da una parte piuttosto che dall'altra.
 
Paura.
La paura emerge quando il contesto è dominato dalla minaccia del dolore o dalla sua percezione: in questo caso si è pervasi dal desiderio di scappare o comunque di allontanarsi dalla fonte di dolore, sia questo reale o immaginaria.
 
Panico.
Nel momento in cui la paura diviene travolgente, si determina il panico. L'impulso è sempre quello di scappare ma è talmente forte che si decide di allontanarsi dalla (probabile) fonte del dolore correndo via alla cieca. La situazione di panico è correlata alla claustrofobia.
 
Terrore.
Il terrore è la forma più estrema della paura, di intensità ancora maggiore al panico, dove l'impulso a scappare è talmente elevato da ricercare una soluzione immediata: in questo caso l'individuo sceglie di ritirarsi dentro se stesso. Il terrore è una vera propria fuga verso l'interno, la muscolatura si paralizza nel tentativo di ridurre la sensibilità dell'organismo nell'agonia finale.
Link

I mass media contribuiscono al foraggiamento ed irraggiamento dell’ordine della famiglia della paura, a livello ormai globale. La paura innesca un processo che porta ‘dentro’ di sé. Esattamente il vettore contrario a quello che ci ha portati alla rinuncia a ‘guardarci dentro’. Il ‘terrorismo’ di Stato, se ben inquadrato, ha questa proprietà interiorizzante. È necessariamente un ‘male’, questo?
 
Iniziamo a notare le tracce della ‘grande opera’ anche a livello del Mondo 3d.

L'amigdala, o corpo amigdaloideo, è una parte del cervello che gestisce le emozioni ed in particolar modo la paura… È ritenuta il centro di integrazione di processi neurologici superiori come le emozioni, coinvolta anche nei sistemi della memoria emozionale. 

È attiva nel sistema di comparazione degli stimoli ricevuti con le esperienze passate e nell'elaborazione degli stimoli olfattiviMentre l’ippocampo ‘rimembra’ i fatti, l’amigdala ne giudica la valenza emozionale. L'amigdala quindi fornisce a ogni stimolo il livello giusto di attenzione, lo arricchisce di emozioni e, infine, ne avvia l'immagazzinamento sotto forma di ricordo.
 
L’amigdala è dunque l'archivio della nostra memoria emozionale, per ciò analizza l’esperienza corrente, con quanto già accaduto nel passato: quando la situazione presente e quella passata hanno un elemento chiave simile, l’amigdala lo identifica come una associazione ed agisce, talvolta, prima di avere una piena conferma.

Ci comanda precipitosamente di reagire ad una situazione presente secondo paragoni di episodi simili, anche di molto tempo fa, con pensieri, emozioni e reazioni apprese fissate in risposta ad eventi analoghi. L’amigdala può reagire prima che la corteccia sappia che cosa sta accadendo, e questo perché l’emozione grezza viene scatenata in modo indipendente dal pensiero razionale, e prima di esso.
Link 
 
Ecco due diverse tipologie di ‘segnale’ presenti in noi. Due diverse emittenze contrassegnate da capacità di risposta raffinata ed utile per la gestione separata della ‘realtà’ percepita e percepibile.

Quando compare uno stimolo emotivo, vengono attivati (tramite i canali sensoriali: vista, udito, etc.), l’amigdala ed il sistema limbico che, a loro volta inducono una reazione fisica piacevole o spiacevole. Questa reazione fisica stimola l’amigdala e sistema limbico, ma anche la corteccia somato-sensoriale ed insulare a formare una mappa somato-sensoriale della reazione fisica allo stimolo (cioè uno schema delle sensazioni che abbiamo provato in risposta a quello stimolo).
 
La corteccia orbito-frontale collega lo stimolo emotivo a questa mappa somato-sensoriale, creando il cosiddetto marcatore somatico. Quando, in un secondo tempo, si presenta un stimolo emotivo simile a quello che ha innescato la prima risposta fisica, la corteccia orbito-frontale (con la collaborazione dell’amigdala), riattiva le mappe somato-sensoriali legate allo stimolo emotivo originario.
 
Questa riattivazione provocherebbe quella sensazione fisica piacevole o spiacevole (marcatore somatico), capace di avvertirci della possibile natura favorevole o sfavorevole dello stimolo attuale e quindi di aiutarci a prendere una decisione al riguardo...
 
Un effetto durevole del lavoro corporeo richiede una presa di coscienza del fatto che si sta modificando qualcosa…
 
'Blocchi' a livello connettivale:
 
la retrazione crea un fulcro non fisiologico, tale fulcro retraendosi attrae a sé i tessuti con cui è connessa, obbligando l’organismo a creare adattamenti e compensazioni. Si tratta di zone rigide e silenti in quanto caratterizzate da una propriocettività alterata e da una diminuzione della coscienza.
 
Smembramento della corrente dei sentimenti da parte delle tensioni croniche:
 
la consapevolezza corporea è strettamente legata al movimento corporeo. Noi siamo in grado di percepire ciò che si muove; ciò che non si muove è scarsamente percepito o addirittura completamente fuori dalla nostra percezione cosciente. Per tale ragione, le parti del corpo bloccate da tensioni muscolari croniche sono pressoché escluse dal normale campo propriocettivo; non solo, ma l’individuo non è nemmeno consapevole delle tensioni responsabili del deficit motorio e del deficit percettivo.
 
Un sentimento è la percezione di un evento o di un movimento interno al corpo. 

Se non c’è evento non ci sono sentimenti, perché non c’è nulla da percepire. Un emozione è un movimento (un moto) verso qualcosa ( il prefisso 'e', di 'e-mozione', denota la direzione dall’interno verso l’esterno). Ogni emozione è movimento dal centro verso la periferia, dove viene tradotta in azione:
  • l’amore, viene vissuto come un impulso di protendersi verso qualcuno;
  • la rabbia, come un impulso di colpire intorno a noi;
  • la tristezza, come un impulso di sfogarsi con il pianto.
L’impulso dell’emozione deve raggiungere la superficie del corpo per essere vissuto come sentimento. Non occorre, comunque che produca una qualsiasi azione manifesta. Se l’impulso produce nella muscolatura uno stato di predisposizione ad agire, allora sarà vissuto come emozione.
 
L’inibizione del movimento per mezzo di una tensione cronica dei muscoli ha effetto di sopprimere il sentimento. Una tensione del genere irrigidisce il corpo e rende parzialmente insensibili.
 
Poiché la rigidità è associata con la repressione dei sentimenti, si può dire quali sentimenti vengono repressi esaminando il tipo di tensione:
  • mascelle serrate – ostacolano l’impulso di mordere, che però può emergere sotto forma di pungente sarcasmo. Le mascelle serrate bloccano anche gli impulsi di succhiare, sopprimendo il desiderio di intimità e di contatto.
  • gola contratta – impedisce i singhiozzi profondi e aiuta a reprimere la tristezza.
  • spalle irrigidite – riducono l’intensità di una reazione d’ira.
  • rigidità generalizzata del corpo – lo intorpidisce, limitandone la respirazione e la motilità. Cosi facendo riduciamo la quantità di ossigeno immessa, diminuendo l’attività metabolica e riducendo l’energia disponibile per i movimenti e i sentimenti spontanei.
La respirazione possiede la caratteristica di essere un’attività naturale e involontaria, soggetta però, nello stesso tempo, al controllo cosciente.
 
Gli stati emotivi influiscono direttamente sulla respirazione:
 
  • rabbia – il respiro diventa più rapido, per aiutare il soggetto a mobilizzare una maggiore quantità di energia per l’azione aggressiva.
  • paura – trattenere il respiro perché nello stato di paura l’azione è sospesa.
  • panico – come una persona cerca disperatamente di sfuggire a una situazione minacciosa, il respiro si fa rapido e poco profondo.
  • terrore – si respira a fatica, in quanto questa emozione ha un effetto paralizzante sul corpo.
  • stato di piacere – la respirazione è lenta e profonda.
La chinesiterapia, la ginnastica propriocettiva, la ginnastica medica, e in particolare le metodologie che si basano su un lavoro percettivo-motorio di presa di coscienza corporea e di rieducazione propriocettiva e posturale, si rivelano estremamente utili per il paziente, ma non sono in grado di contattare quelle dinamiche emozionali di cui lo stesso soggetto non è consapevole. D’altra parte non è certo questo l’obiettivo delle tecniche chinesiterapiche.
 
Il fluire della corrente e i sentimenti:
 
il 'feeling' (l’importanza della retroazione). In un intervista di Alessandra Callegari, nel luglio 2003, Alexander Lowen dichiara

'È sbagliato il fatto che la mente controlli tutto, anche i sentimenti e le emozioni. Con la mente, gli uomini pensano: 'posso fare questo e quello', ma non ne hanno un vero feeling, non lo sentono

La gente non è sana. 

E anche quando fa qualcosa per sé, per esempio attività fisica, ginnastica in palestra, sport ecc., non lo fa per stare bene, ma solo o prevalentemente per essere più forte, più bella. Per l’immagine. Insomma, non sente. Il sentire non ha a che fare con l’intelligenza, né con la forza

Ecco perché la bioenergetica può insegnare a diventare più vivi, più vitali e a sentirlo...

Se dovessi scrivere un libro ora, non insisterei sul carattere, ma sulle dinamiche energetiche del corpo, sul respiro, sulla vibrazione, sul grounding. Questo non significa che non si debba dire ai propri pazienti quali problemi caratteriali hanno. Ma non saranno in grado di cambiarli per il solo fatto di sapere che li hanno. Chi vuole teorizzare troppo, lo fa perché ha paura di stare nel corpo e preferisce stare nella testa. Visto invece che ci sono buone tecniche corporee, come quella che ti ho mostrato prima, meglio non parlare troppo…' (L’intervista integrale si trova sul sito: http://www.alessandracallegari.it).
 
Non credo che sia superfluo ricordare che nel suo significato più generale la parola feeling denota percezioni collegate al corpo (sensazioni di malessere, di benessere, di dolore, sensazioni tattili), più che un apprezzamento di ciò che è veduto e udito.
 
È il corpo che si scioglie d’amore, si congela di paura, trema di rabbia e si protende in cerca di calore e di contatto. Staccate dal corpo, queste parole sono immagini poetiche.
 
Tutti i sentimenti nascono da processi corporei e devono essere compresi sulla base di questi processi. Sperimentate nel corpo hanno una realtà che conferisce un significato all’esistenza. Se è basata sulla realtà delle sensazioni corporee, un’identità ha sostanza e struttura. Astratta da questa realtà, l’identità è un prodotto sociale, uno scheletro senza carne.
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Ascoltarsi ed essere sempre ben disposti verso di sé…  è ‘conoscersi’ sempre più a fondo. Gli ‘altri’ ci rispecchierannno secondo le proprietà naturali plasmate per mezzo della miscela di leggi  Cosmiche e Planetarie sempre all’opera

Un eterno fluire e defluire vettoriale capace di colorare diversamente l’ambito circoscritto attraverso la nostra viva presenza, proprio come il mutare cromatico della rappresentazione Aurea e d’Anima, che l’Arte permette di ben intuire, anche nelle 3d, attraverso la ‘circuiteria corporale’.

Il corpo necessita di flessibilità; al suo interno l’energia deve scorrere al fine di renderlo massimamente polarizzato verso il contenimento della luce. L’equilibrio deve essere libero di muoversi anch’esso, in quanto ogni ‘attimo’ è una funzione d’equilibrio nomade sempre ‘perfetto’ per quella circostanza infinitesimale che lo ha generato, compensato ed usufruito.

Evitate l'uniformità, sia di luogo che d'azione. Essa accompagna quel massimo errore che è il concetto della proprietà personale.
 
Chi ne è schiavo perde soprattutto la mobilità dello spirito: non ricorda che ogni giorno di lavoro deve essere colorato di una speciale qualità dello spirito.
 
Non può cambiare luogo, perché il suo spirito è legato in modo permanente alla dimora terrena. Esaminatevi - vi riesce facile cambiare di luogo? Vi è facile cambiare lavoro? In caso affermativo, sapete il valore del Bene Comune. 
 
Se invece un viaggio vi fa scrivere le ultime volontà e il testamento, e una variazione di lavoro vi fa infelice, avete bisogno di cure. Vi si dovrebbero prescrivere viaggi molto pericolosi e i più svariati mutamenti di occupazione. Sviluppereste risorse e coraggio, poiché la prima causa di tale difetto è la paura
 
E la paura è anche il germe del bisogno di possedere, di doversi attaccare alla Terra almeno con qualcosa.
 
Come se un misero tetto potesse albergare lo spirito. Come se una quantità di oggetti proteggesse dalla folgore.
 
Periodicamente gli ignobili trastulli della proprietà sono stati tolti agli uomini
 
Ma la paura, madre della menzogna, riprende a tessere la sua ragnatela e a fabbricare terrori. Aboliamo dunque la paura. Se ne andranno anche la proprietà e la noia
 
Quanta migliore salute nel variare luogo e lavoro…
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Come si ricolloca lo ‘schema generale’, alla luce del ‘tutto è parte del Tutto’?

Ecco:
  • Piano Divino
  • Piano trascendentale
  • Piano 3d:
  1. livello della memoria, ossia del lignaggio umano che si è responsabilmente delineato il compito di conservazione della ‘memoria originale grezza’
  2. livello della quintessenza, ossia della concreta manifestazione ‘reale’, come risultato finale dell’intero processo esistenziale multidimensionale.
Non avere paura significa ‘credere che tutto sia in un ordine perfetto’, per cui il morire viene trasceso. Se questa verità venisse resa disponibile nuovamente, senza che il livello di consapevolezza individuale fosse all’altezza della sua ‘gestione’, allora il genere umano potrebbe correre il rischio di smarrirsi nella propria identificazione con il potere d’essere.

Un 'punto finale' che corrisponde all’inizio di una nuova avventura, oltre al livello della dualità e dell’inasprimento della mancanza…

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

 

venerdì 23 dicembre 2011

Dal tramonto all'alba.




Una macchina è ‘pensante’? Dipende da cosa intendiamo per ‘pensante’ e, dunque, per ‘pensiero’.

Se per ‘pensiero’ intendiamo una elaborazione che nasce da noi, allora la macchina è pensante, perché esegue delle istruzioni codificate interne. A questo punto, si aprono due scenari:
  1. se il pensiero è una elaborazione interna e si ‘limita’ ad una esecuzione di programmi
  2. se il pensiero è una elaborazione interna che va ‘oltre’ alla semplice esecuzione di programmi.
Le macchine attuali, conosciute, si condensano nel punto 1. Mi chiedo: ‘è pensiero, quella elaborazione di istruzione programmate?’ Una macchina senza programmi è come ‘vuota’, senza coscienza. Una macchina con programmi è ‘senziente’, ma nel limite della ‘libertà’ prevista dai programmi stessi.

Manca ‘qualcosa’ in quel costrutto.

Passiamo, ora, alla possibilità che il pensiero possa essere un flusso 'ispirante' che giunge dall’esterno. Le macchine attuali non sarebbero in grado di percepirlo, per cui il loro livello risulterebbe esattamente com’è quello dei moderni elaboratori elettronici: logico e strettamente attenentesi alla programmazione.

Ma siamo così sicuri che le macchine non siano in grado di sintonizzarsi sul flusso esterno di ‘pensiero’?

Diciamo che, nel loro caso, il flusso esterno, coincide con quello umano che le ha programmate. Per cui il respiro del loro Creatore umano le influenza e le ha influenzate da sempre.

Il loro livello di coscienza è pressochè vicino a zero, proprio come quello dei primi organismi apparsi sulla Terra o come quello dei primi ominidi precedenti all’intervento alieno.

Frattalmente, l’umanità ha dato alla luce la stessa versione della sua storia, ma in ‘scala’. Non accorgersi di questo fatto è perlomeno ‘strano’, proprio come se fossimo in preda di un velo che obnubila la capacità percettiva.

Le macchine sono fredde, logiche, disciplinate, strutturate, razionali… ma limitate alla programmazione ricevuta. Esistono anche macchine più 'evolute', in grado di imparare dai propri errori o dalle strategie di umani che s’interfacciano, giocando con esse. 

L’evoluzione corre sul filo d’ogni prospettiva della Creazione. 

Nulla è escluso, essendo un imprinting nativo, una forza d’inerzia che spinge senza fine di continuità. È come il vento che in alcuni luoghi della Terra non smette mai di soffiare. Che cos’è il vento, se non un movimento invisibile che si manifesta attraverso degli 'effetti' sulla fisicità delle 3d? Da cosa nasce il vento?

Se il flusso di pensiero esterno determinasse addirittura uno spostamento d’aria?

Il biologo britannico Rupert Sheldrake ritiene che i sistemi siano regolati non solo dalle ‘leggi’ conosciute dalla scienza, ma anche da campi da lui definiti morfogenetici, introducendo la nozione di causazione strutturale o formativa. 

In base alla sua teoria, quando emersero per la prima volta, le molecole di proteine avrebbero potuto ordinarsi in un numero qualsiasi di modelli strutturali: non esistono, infatti, leggi conosciute che implichino la produzione di una sola di queste forme. Tuttavia quando un numero bastevole di molecole assume una determinata configurazione, tutte le molecole successive, anche in tempi e spazi diversi, acquisiscono la medesima forma. Una volta in cui una molecola si organizza in un pattern, esso sembra influire sui patterns simili.
 
Inoltre questi campi emersero come novità creative della natura, ma in seguito diventarono abitudini cosmiche in grado di agire su elementi inanimati ed animati
 
In tale contesto, le cosiddette forme-pensiero sarebbero in grado di fungere da calamita verso altre forme-pensiero simili, attirando persone con caratteristiche analoghe…
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Se il flusso di pensiero esterno lo ‘respiriamo’, da chi proviene? Osservando le macchine, nate da noi, esse vengono comandate da un flusso esterno informativo, che le ha programmate, e che può in qualsiasi momento modificare gli algoritmi, per cui ‘è così’, analogamente e su scale diverse, anche per l’essere umano

È una legge all’opera e non solo una nicchia della possibilità.

Le entità parassite si alimentano di quello che produciamo per loro a livello inconscio: paura. Le abbiamo attirate verso di noi emanando ‘forme pensiero simili’. Come dei ‘rapaci’ hanno ‘fiutato la possibilità’, ci hanno localizzato e ‘avvolti’. Stiamo parlando di un’altra forma d’esistenza.

La loro esistenza è messa in risalto dagli effetti che si generano attorno a noi: da questo Mondo perlomeno ‘strano’.

Ma quello che si genera attorno a noi, deriva dal nostro Mondo interno, per cui le entità parassite ci hanno prima conquistati dentro, a livello d’inconscio, perché, in realtà, esse sono una nostra parte, che abbiamo rifiutato quando l’abbiamo giudicata troppo ‘oscura’ per essere degna di stare 'in noi'

Questa scissione o distacco, è ancora rappresentata dalla capacità cellulare di ‘divisione’.

Quello che non si esprime si imprime.

La mela tagliata in due di Platone: il ‘complementare’.

Oltre alla dualità c’è la complementarietà. 

Il Natale, prossimo venturo, è una ‘parte’ dell’intero. La verità è ancora contenuta per via della legge frattale e olografica, tuttavia è manchevole del flusso più profondo, del significato nativo, della sua funzione simbolo o archetipica legata alla ‘luce’. 

Senza entrare nel particolare, il Natale moderno occidentale è rappresentato, vestito, dei colori della Coca Cola. Il simpatico ‘omone’ barbuto e corpulento, vestito di rosso, è una sorta di ‘usurpatore’ del ruolo ‘sciamanico’ e dello spirito elementale di cui è solo un pallido ricordo.

Eppure di 'ricordo' si può ancora parlare...

Il consumismo e la speculazione natalizia fanno a pugni con il ‘senso’ della rimanenza dei giorni dell’anno, con la tendenza abituale alla lamentela:

dalle ciliegie vendute a 30 euro al chilo alle albicocche che arrivano a 20 euro al chilo, fino alle pesche offerte a 15 euro al chilo, è lunga la lista dei prodotti con i prezzi schizzati alle stelle con l'arrivo del Natale. E' quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti dal quale si evidenzia che nonostante la crisi sono in molti ad acquistare prodotti non di stagione che pesano sulle tasche…
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Natale è 'abbondanza', ma noi che 'cosa' siamo diventati?

È altrettanto paradossale che Babbo Natale, dio dei tempi moderni, sia nato - in un certo senso e vedremo in quali condizioni - da un santo cristiano. Stupefacente ribaltamento della storia, poiché all’alba del cristianesimo tante divinità pagane furono trasformate in santi
 
E non è meno paradossale che il simpatico personaggio di Natale sia stato l’oggetto di così pochi studi
 
Certo, a partire dalla seconda guerra mondiale, il brav’uomo bianco e rosso si è conquistato un posto importante, ma non è forse una magnifica sintesi di una stirpe antidiluviana di dèi-uomini sciamani?
 
Ma a dire il vero, credere o non credere, è davvero questo il punto? Senza anticipare troppo, diciamo soltanto che questo mito ci mette in comunicazione con l’ordine naturale del mondo, con l’armonia ecologica del multiverso. È il sogno - impossibile? - di una gioia perenne

Ma è comunque un sogno, e in questo senso, ci lasceremo invadere da esso, senza porci il problema di credere o meno…
 
Il sogno è fantasma, ma non è menzogna...
 
Si possono ricondurre le funzioni di Babbo Natale a quattro dimensioni che ci fanno risalire sempre più indietro nel tempo ma che sono tuttavia destinate a sovrapporsi:
  1. distributore di regali: oggi per i comuni mortali è la funzione primaria di Babbo Natale (la dimensione moderna del mito);
  2. giustiziere: rende giustizia ricompensando i meritevoli e punendo i colpevoli (dimensione medievale);
  3. aiuto per superare il solstizio. Permette di passare (inizia) da un ciclo a un altro nella gioia (Antichità);
  4. sciamano (preistoria).
In aggiunta a queste funzioni, è anche Re, come lo era Odino-Wotan. In altre parole, getta un ponte tra i mondi e tra gli esseri

Sappiamo che regna su un popolo di assistenti (elfi, folletti, fate) nel suo regno. E il colore del suo mantello traduce la dimensione della regalità…
La vera storia di Babbo Natale - Arnaud d’Apremont

In questo pregevole libro si descrive anche il colore rosso, dell’attuale forma di Babbo Natale, come funzionale ed altamente significativo. Io lo vedo meglio colorato di verde, ma tonalità del colore a parte, il suo simbolo è legato alla luce ed alla rinascita continua, al ciclo che caratterizza ogni ambito della Creazione

Ciclo che, frattalmente, troviamo insito nella struttura più profonda della Natura energetica del tutto. Il ciclo prevede il magnetismo per ‘essere’.

Tramite il magnetismo possiamo agganciare, per risonanza, gli ‘altri’.

Questa verità è attiva ad ogni livello della possibilità esistenziale e sino a quando la ‘bassa’ consapevolezza assumerà la funzione educativa della paura per la sola polarità terrorizzante, da rifuggire senza senso, allora il nostro magnetismo sarà come sangue che attirerà predatori parassitari.

Conoscendo Noi Stessi smetteremo di avere paura e di temere per la nostra ‘fine’. Allora inizieremo ad emettere forme pensiero che magneticamente sostituiranno quelle vecchie, basate sul meccanismo della sopravvivenza per adattamento.

Allora conosceremo ‘qualcosa di diametralmente diverso’: un nuovo Mondo.

Ancora questo, ma in un altro ‘luogo’. Ancora ‘qua’, ma altrove…

L’ispirazione esterna diverrà una fonte interna ‘nativa’.

Serene ed equilibrate feste a tutti noi.

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com