venerdì 25 marzo 2011

Vero o falso?




Rimango sempre stupefatto quando leggo notizie del genere ‘horror’, proprio come in questo caso:

I nuovi cellulari disturbano la tv.
Il progresso nelle tlc sembra infinito, ma può anche avere effetti collaterali. Di questo bisogna che tengano conto i produttori di telefoni cellulari.
Il caso sta facendo discutere la Francia, dove alcuni esperimenti condotti sulla quarta generazione di telefonia mobile hanno rilevato che le frequenze utilizzate disturbano la ricezione dei programmi televisivi. Parigi vuole mettere all'asta le frequenze e conta di ricavarne 2 miliardi di euro.
L'inconveniente messo a nudo dagli studi riguarda la televisione digitale terrestre: proprio quella che, rispetto al vecchio segnale analogico, dovrebbe garantire un segnale e una visione ottimali. In alcune case, invece, non si riusciva più a vedere la tv. Imbarazzante. Mentre un tempo il disturbo consisteva in una qualità inferiore dell'immagine, ora non si vede più nulla: schermo nero. Così sostengono alcuni esperti. Ribatte però l'Agenzia nazionale delle frequenze: è allarmismo, può semmai accadere che per qualche canale la ricezione sia peggiore.
Fatto sta che, per il momento, è difficile capire quanti francesi possano incappare in un simile inconveniente. Le prime prove sono state condotte in una zona rurale, quella di Mayenne, nella regione della Loira

C'è il timore che nelle città e in aree densamente popolate la situazione possa essere più grave. Una soluzione ci sarebbe: installare filtri sulle antenne televisive interessate dal problema. Ma gli operatori di telefonia non vogliono farsene carico e neppure sborsare soldi. Sarà giocoforza intavolare un'ulteriore trattativa con il governo.
Da Yahoo 
 
Attenzione dunque: i cellulari possono disturbare la ricezione dei canali di ‘sua maestà’ la televisione commerciale. Questi sono gli effetti collaterali di cui ci si preoccupa? 
 
Di questo bisogna che tengano conto i produttori di telefoni cellulari”. 

Il rischio è di non poter vedere più la ‘scatola magica’. È questo il vero rischio a cui soggiaciamo? La grande spada di Damocle è rappresentata dal rischio black out televisivo. Io davvero non mi capacito di fronte alla pazzia dilagante di questo Mondo

Però, cerchiamo un aggancio, un filo conduttore unico: se i cellulari disturbano i segnali televisivi, significa che ‘qualcosa di negativo fanno’.

Il loro ‘disturbo’ può essere ampliato anche alla sfera umana? Certo. Ci sono studi ‘non riconosciuti’ che lo dimostrano, negati dagli 'studi' commissionati dalle compagnie telefoniche: come chiedere all’oste se il suo vino è buono.

Radiazioni dannose provenienti da telefoni cellulari.
Numerosi segnali d’allarme compaiono nelle ricerche del dottor Carlo: che i telefoni cellulari interferiscono con i pacemaker, che il cranio in via di sviluppo dei bambini viene penetrato profondamente dall’energia emessa dai telefoni cellulari, che la barriera di sangue che previene l’invasione del cervello da parte di tossine può essere compromessa dalle radiazioni emesse dai cellulari, e, cosa ancor più scioccante, che le radiazioni prodotte da frequenze radio creano nelle cellule sanguinee umane dei micronuclei, un tipo di danno genetico noto per essere un segnale diagnostico per il cancro.
Cell Phones: Invisible Hazards in the Wireless Age:
An Insider's Alarming Discoveries about Cancer and Genetic Damage. George Carlo e Martin Schram, 2002

Da www.lighthealing.com 
  
Oddio, non intendo scrivere le solite cose relative all’uomo come ad un 'dispositivo completo', in cui vigono correnti elettromagnetiche ed eteriche, per cui un segnale proveniente dall’esterno, come quello dei cellulari, sicuramente va ad interferire con il normale stato di ‘quiete’ dell’ammasso psico-fisico-spirituale. Mi sembra se non altro persino logico. Proprio quella logica di cui l’uomo si ammanta quando deve affrontare ogni ambito della sua ricerca ed esperienza di Vita. Che dire? Che non c’è peggiore sordo di chi non vuole sentire. 

Si fatica a credere che bisogna dimostrare che un tal oggetto o principio attivo faccia male. In un Mondo sensato, la visione dovrebbe essere esattamente all’opposto. La dimostrazione della negatività è una conseguenza della prudenza? Quindi la prudenza è ribaltata nel proteggere un ‘sistema’ atto a generare dei lauti guadagni. 

La prudenza e la sicurezza sono tese a preservare il business e non la Vita umana

I segnali storici di questa modalità del fare sono ampiamente sotto ai nostri occhi da sempre. Le organizzazioni che hanno il compito di controllare e tutelare non lo fanno: dei membri influenti al loro interno riescondo continuamente a deviare il flusso della ragione, perché ampiamente sedotti dalle promesse di denaro che provengono dai centri di potere ‘canonici’. La politica idem.
Le popolazioni che intendono ottenere qualcosa lo fanno alla vecchia maniera: con una ribellione, come possiamo vedere proprio di questi tempi accadere nel nord dell’Africa e nel medioriente. Cosa fanno le case regnanti per sedare ed illudere la rabbia popolare? Quello che hanno sempre fatto storicamente: illudere tramite concessioni di maggiore benessere. 

Le popolazioni dell’occidente non sono più dedite alla violenza esplicita. Sono state, infatti, vaccinate a tutto… anche a bollire piano piano a fuoco lento. Ovvio che la modalità di risveglio non passa dalla violenza, ma da un senso comune di partecipazione nel ‘sentire’. Gli uomini e le donne che hanno compiti amministrativi ed organizzativi dovrebbe essere in grado di riflettere il volere della massa. Volere che è ampiamente imbrigliato nell’oceano di illusioni e di tentazioni moderne che le 'città' mettono a disposizione.  

In un templio della ‘perdizione’ simile chi trova la forza per mantenere la rabbia per più di cinque minuti? 

Solo chi effettivamente ‘soffre’. Ma soffre di che cosa? Evidentemente mi riferisco alla sofferenza dovuta alla mancanza di denaro o attività lavorativa: questa è la grande dinamo che può spingere a fare ‘pazzie’. L’Italia è ricca di gloria trascorsa. La massa vive ancora al di sopra di quella che è la vera situazione generale, proprio grazie a ciò che hanno 'messo via' i loro genitori, appartenenti ad un epoca diversa, sia per qualità che per quantità di opportunità lavorative e trattamento sociale.

Oggi si vive molto più a lungo, ma si è tutti 'ammalati'.

La società è stata ospedalizzata ed ogni umano è un ‘abbonamento’ a vita per le strutture mediche private. L’ambito statale è una nave che perde denaro da tutte le parti a favore del privato che, come una sanguisuga si annida al suo interno.
Insomma sono le solite cose, dai. C’è quasi da stufarsi a ripeterle in continuazione anche se è solo la verità. Ormai le informazioni circolano in Internet e basta solo avere la volontà di cercarle e convincersi che una casta di umani si è impossessata dell’amministrazione della grande massa, la quale ha delegato a queste persone il proprio futuro e quello dei propri figli. Nessun dramma, dunque

Nessuna paura se non quella di avere delegato anche la conduzione della propria ‘libertà’ ad un potere molto simile a quello esplicitato dal mito del Faust: vendere l’anima in cambio della presunzione di vivere d’illusioni lenitive.

Malanga ci ricorda che dentro di noi c’è qualcosa d’altro, un punto di 'vista' alieno. Nel film ‘Il quarto tipo’, ad un certo punto c'è questo dialogo:

-    Di cosa parlava?
-    Tu credi nelle teorie delle adduzioni?
-    Vuoi dire… tipo rapimenti?
-    Sì…No, non rapimenti ma proprio… adduzioni.
-    Non intenderai rapimenti alieni?
-    Ecco, credo che potrebbe trattarsi di questo. Se guardi le statistiche sono piuttosto impressionanti. Sai, Will si stava interessando alla cosa ed ha fatto delle ricerche. Ci sono più di 11 milioni di persone che hanno riferito di avere visto o di conoscere qualcuno che ha visto un Ufo dagli anni 30.
-    L’idea che queste cose possano essere vere è un po’…
-    Una 'cosa' che vanta 11 milioni di testimoni, direi che vincerebbe in ogni tribunale.
 
Termino con due riflessioni:
  1. La narrazione mette in evidenza il gran numero di persone accomunate dall’avere avuto a che fare con fenomeni alieni, input grazie al quale è possibile capire come la massa sia tenuta volontariamente ‘separata’, o si autosepari cedendo alle tentazioni sociali, in maniera da non creare un ‘caso unico’ estremamente significativo. Le tante mosche bianche non possono dimostrare nulla da sole.
  2. La narrazione è vera o falsa? Questa cosa è estremanente grave, perché non avendo la possibilità di saperlo con esattezza, le persone fingono di credere che sia falsa, costruita per ‘esigenze di cassetta’. Coloro che credono che sia vera non hanno mai la matematica certezza e, per questo, non possono mai accettare significativamente di prendere in considerazione l’argomento in questione, sancendo un nulla di fatto.
Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com

giovedì 24 marzo 2011

Che cosa posso fare per voi?




Che cosa posso fare per voi? ‘Che cosa posso fare per voi’ è una frase che mi ballonzola per la testa da un po’ di giorni. È da parecchio tempo che cerco di capire dove si collochi il punto di incontro tra me e voi, tra me e il Mondo, dove si trovi quel punto fermo che ci collega certamente. 

Cosa c’è in me che è di pubblico interesse? Quali sono le mie passioni che possono interessare alla società? Cosa interessa alla società?

Il nocciolo della questione è ‘cosa interessa’ ad ‘entrambi’

Il successo o l’insuccesso dipendono da questo rapporto di ‘domanda/offerta’. Perché penso in questi termini? Perchè dobbiamo poter stare bene ‘entrambi’. Vivere di passioni e creare ‘contesti’ fisici o mentali in linea con l’intima essenza dell’umanità. Creare eticamente ed in risonanza con quello ci alimenta di Vita ad ogni istante. 

Quindi, cosa posso fare per voi? È vero. Ho chiuso i commenti. Però l’ho fatto per un buon motivo: togliere dall’imbarazzo entrambe le parti. Un Blog che non riceve commenti è ritenuto ‘sterile’. Un Blog che riceve commenti ‘superflui’ o ‘dovuti’ è ritenuto ‘vuoto’ o ‘inconcludente’. SPS aveva dei buoni commentatori ma la consuetudine stava 'piegando' sempre gli stessi a ‘dover scrivere qualcosa’: cosa no buona!

È stato meglio chiudere e lasciare la posta elettronica sempre ben evidente. Se qualcuno sente la necessità di comunicare con me non trova preclusa questa possibilità. In questa maniera chi scrive commenti non lo fa per abitudine o per Ego, e io non lo faccio per avere tanti commenti, a monito di gran attività e popolarità tra le persone. La comunicazione è più 'fine'.
Mi sono sentito di fare in questo modo.

Ora, ripensando alla frase ‘cosa posso fare per voi’, cosa succede in me? Che percepisco un moto di impotenza. Sembra che non faccia parte di me questa modalità di intreccio con le persone, a volte mi sembra di essere un alieno. Mi chiedo: ma cosa ci faccio su questa Terra? Perché non riesco ad allacciare relazioni con i lettori presenti in Internet? È solo una questione di psicologia, attirare le persone? Oppure è sufficiente una buona predisposizione d’animo? Cosa nasconde questa mancanza di comunicazione? 

Certamente un problema insito dentro di me e riflesso dalla massa. Nessun giudizio quindi, ma solo una attenta ed umile constatazione e riflessione: cosa c’è in me che blocca il processo imboccato?
 
Il processo imboccato è rappresentato dalla mia intenzione di mettere a fuoco le mie passioni sul sentiero della spiritualità. Non mi è ancora chiaro cosa fare del mio futuro. Continuerò a scrivere in SPS? Farò il falegname o il tagliatore di vetro? Diventerò un inventore? Uno scrittore o un operaio? Un contadino o un agente di Polizia? L’unica cosa certa è che il tempo passa e la società tende ad escludere chi non ha più 30 anni. Cosa posso fare per voi è cosa posso fare per me, pensando a voi. Perché noi siamo una sola cosa. 

Di cosa avete bisogno? Di cosa ho bisogno? 

È necessaria una comunicazione a questo pro. Comunicazione che non arriva. Perché? Non perché i commenti sono chiusi, ma perché c’è un blocco che la impedisce. È la timidezza? Che cosa è la timidezza? È paura. Paura di che cosa? Del giudizio altrui? Dell’apparire? Cosa si nasconde nelle pieghe dell’infanzia o nel cosiddetto Karma? Che cosa rappresenta il Karma? Un qualcosa da vincere e non certamente una condanna o una palla al piede.

Chi crede in queste cose? Chi le applica? Non è un po’ come leggere le previsioni dell’oroscopo, così per curiosità e per delle motivazioni interiori che sfuggono come ricoperte da altro? Il punto è che l’umanità è interessata a quello che ‘sente’ dentro e che non riesce a spiegare; è interessata a quella parte di sé che spinge sempre a ‘tormentarsi’

La Vita è strana da questo punto di vista: vietare significa indurre in tentazione. Donare significa quasi inflazionare ciò che si dona. Funzioniamo alla rovescia.
Le mie passioni quali sono? Vediamo; da quello che ho capito sino ad ora:
  • Scrivere ed ‘indagare’ alla mia maniera partendo da osservazioni spirituali e giungendo alla realtà percepita, o viceversa.
  • Lavorare il legno alla maniera dei vecchi maestri intagliatori.
  • Lavorare il vetro per fare delle vetrate artistiche.
  • Lavorare la terra per mettere in pratica l’universo della decrescita e il contatto con gli elementi naturali.
  • Realizzare un dispositivo free energy.
  • Trovare un metodo di Borsa da poter divulgare a tutti, in maniera tale da effettuare una vera ri distribuzione etica del reddito.
  • Essere d'aiuto alle persone attraverso il mio operato.
Ecco. Penso di aver messo in chiaro il mio Mondo. Un Mondo che esula dalla politica e dalla religione. Un universo aperto e fiducioso anche se contrastato sul motivo di questa scarsità nella comunicazione. Sono certo che il mio inconscio sta lavorando alla grande per la mia ‘sicurezza’. È stato programmato molto tempo fa, quando ero piccolo e probabilmente spaventato, ed oggi non mi rappresenta più. Ma non è semplice deprogrammarlo e riprogrammarlo. C’è qualcosa che impedisce il cambiamento. Un ostacolo nel bel mezzo della ‘via’. Un ingombro che evita di guardare direttamente il ‘genio’ negli occhi.
È la paura.
Che forma ha questa paura?
Quale messaggio conduce?
Perché è tanto solida?
Cosa posso fare per ‘stringerle la mano’? Per volerle bene, ringraziarla e accompagnarla all’uscita?
 
Forse la domanda è ancora: cosa posso fare per voi?

Se non riesco a leggere dentro di me, forse posso riuscire a leggere al di fuori di me, nel mio riflesso che voi tutti mi rispecchiate: indifferenza, invisibilità, trasparenza, come un qualcosa di evanescente, che teme di concretizzarsi con continuità.

C’è una presenza dentro di me, un ricordo di un vecchio direttore di produzione che mi diceva spesso: per capire se ti fidi di una persona chiediti se compreresti mai un’auto usata da lei!
Molto spesso questa decisione la prendiamo ‘a pelle’ nel momento della necessità. Quindi nel momento della necessità le persone prendono delle decisioni, molto spesso intuitive. Cosa calamita queste decisioni? 

La visibilità di un punto vendita. L’invisibilità di un punto vendita conduce al fallimento.

Visibilità: essere visibili è prendere atto della propria ‘forza’.

A quel punto, il genere di paura che blocca non serve più. Rotto il ghiaccio la paura si dissolve o si trasforma in altra forma di resistenza sempre utile al cammino. Rotto il ghiaccio si salta dal trampolino più alto con viva partecipazione.

Basta sentirci separati. Cosa posso fare per voi?

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com

 

mercoledì 23 marzo 2011

Stevia e Diabete: a tutto c'è rimedio.




A tutto c'è rimedio fuorché alla morte’ – proverbio italiano.
I proverbi sono veri e propri ‘pezzi’ di saggezza staccatisi dalla grande 'banchisa polare' della conoscenza. Si possono mettere in discussione i proverbi? Certo, lo possiamo fare come possiamo mettere sotto osservazione qualsiasi cosa, il tutto ed il contrario del tutto: fa parte delle regole del gioco. 

Tuttavia c’è qualcosa nei proverbi al quale ci si appella sempre nel momento in cui meditiamo sul da farsi o ci lasciamo andare coi pensieri o nella comunicazione con gli altri. I proverbi semplicemente vengono in mente, sorgono come vortici nel bel mezzo di un oceano, sono perle che contribuiscono a guidare i processi interpretativi della realtà percepita
 
Cosa significa che ‘a tutto c’è rimedio’? Da dove scaturisce questo vero e proprio ‘motto’? A quali espisodi dobbiamo questa massima? Cito il pensiero quantico di Padre Lino Pedron:
 
Di tutti i limiti a cui l'uomo è sottomesso, la morte è quello che ha l'aspetto pauroso della definitività. Contro la malattia si può combattere e vincere; contro le disgrazie si può sempre tentare qualcosa, ricostruirsi una vita dopo il fallimento, e si è soliti dire: "Finché c'è vita, c'è speranza!". Ma di fronte alla morte si constata: "A tutto c'è rimedio, fuorché alla morte!".

E questa è proprio la convinzione che sta dietro al nostro racconto: "Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?" (v.35). In altre parole: ormai è troppo tardi; contro la morte non c'è rimedio. Di fronte alla morte, l'impotenza umana è totale.

Avere fede vuol dire costruire la propria speranza su un Altro più forte della morte. Dal punto di vista umano, la vita è provvisoria e la morte è definitiva. Dal punto di vista cristiano, la morte è provvisoria (come il sonno: cfr Mc 5,39; Gv 11,11) e la vita è definitiva ed eterna.

La conversione che Gesù ci ha chiesto fin dall'inizio del vangelo (cfr Mc 1,5) comprende anche, e soprattutto, questo cambiamento di ottica e di valutazione riguardo alla vita e alla morte.
Da www.qumran2.net 
   
Come è mio solito faccio notare, ancora una volta, come tutto sia ribaltato rispetto alla vera valenza dell’essenza: è il punto prospettico che fa la differenza nella percezione

Non esiste buono o cattivo, ma esiste una differenza di potenziale dovuta al punto da cui osserviamo. Ecco l’esempio più assoluto che ci possa essere, a proposito dell’utilizzo nel Mondo della Stevia Rebaudiana:


Si direbbe che il Giappone sia su un altro Pianeta, rispetto all’Europa. Ma se è vero che gli esseri umani sono identici dal punto di vista biologico, come mai a quelle coordinate è permesso utilizzare questa preziosa pianta naturale ed in Europa no? Forse perché le multinazionali dello zucchero&Co. europee sono riuscite meglio ad imbavagliare il raggio d’azione della politica? 

Un passo alla volta.

Torniamo al nostro proverbio - ‘A tutto c'è rimedio fuorché alla morte’. Se a tutto c’è rimedio, mi chiedo, come mai esistono malattie definite come incurabili? Ovvio che il proverbio non costituisce una verità scientifica ma ‘solamente’ una verità per chi lo voglia applicare credendoci senza dubbio alcuno. È ancora una questione di punti di vista, una traccia sensata.  Così come l’elettrone non sempre salta di livello a fronte di un nuovo apporto di energia, anche le ‘cose’ della Vita non sempre vanno come si pensa che dovrebbero andare, ossia il libero arbitrio spinge tutti gli attori a recitare la propria parte, compresi gli atomi ed il mondo invisibile dei quanti. Le credenze del genere umano hanno la grande forza di ingabbiare per molto tempo le dinamiche naturali della Vita; per  molto tempo ma non per sempre. 

Se a tutto c’è rimedio, se un proverbio ce lo ricorda, se una saggezza antica è giunta sino a noi, per me significa che davvero a tutto c’è rimedio, per cui anche alla malattia che, dunque, non può essere incurabile. È 'solo' una questione di prospettiva inquadrata nel flusso del tempo. Ciò che una volta uccideva inesorabilmente, oggi non lo fa più! Dunque? Non è una prova sufficientemente valida? L’osservare il passato persino con logica è una valida argomentazione.

Prendiamo il caso del Diabete; che cosa è?

Diabete è un termine derivato dal greco διαβαίνειν, che significa 'passare attraverso' e identifica alcune malattie caratterizzate da poliuria (abbondante produzione di urina) e polidipsia (abbondante ingestione di acqua).
Si è universalmente accettato che il termine greco sia stato utilizzato in idraulica, indicando principalmente il sifone attraverso cui passa l'acqua. Quindi il termine medico alluderebbe al frequente passaggio di urina provocato dalla malattia.
A questa spiegazione si è opposto Émile Benveniste, facendo osservare come il verbo greco significhi, sì, attraversare, ma non è stato mai riferito ai liquidi, perché ha il senso proprio di tenere le gambe allargate, divaricate, tanto è vero che con 'diabetes' si indicano anche vari strumenti: compasso, livella perpendicolare, il sifone stesso, fatto appunto a U.
E da quest'ultima accezione si è tratto il metaforico malattia, perché, come lo strumento che, applicato ad un vaso, quando il recipiente è pieno fino all'orlo, fa colare il liquido, così il diabete causa l'impulso intrattenibile ad urinare: metafora spiegata in questi termini dal medico greco Sorano d'Efeso, quando la voce entrò nel vocabolario greco (sec. II d.C.).
•   Diabete mellito - le urine contengono grandi quantità di zucchero.
•   Diabete insipido - viene eliminata con le urine non solo acqua, ma pochissimi soluti.
Da Wikipedia 
 
Viviamo in un mondo che sa sempre sorprendere per la sua ampia creatività e fantasia. La parola ‘fine’ sembra non essere mai presa in considerazione dalla Natura. Persino dove sono avvenuti disastri immani, la Vita trova il modo di nuovamente farsi largo. Mai dire mai. Nulla è impossibile.  Si parla di trasformazione...

Ecco allora che numerosi studiosi diffondono metodi per la cura del Diabete. Ma come? Perché la medicina tradizionale non li prende in considerazione? Perché la gente non pretende che sia fatta una volta per tutte chiarezza? Perché le Istituzioni che devono proteggere la comunità non lavorano completamente alla luce del Sole?

Soluzione al Diabete e all'ipoglicemia (Herbert Shelton).
Come prevenirle e disfarsene naturalmente senza ricorrere a medicine o chirurgia ma adottando un sistema di vita corretto. Vivere in salute è naturale com’è naturale la Vita!
Il diabete avviene per sovralimentazione, vita ad alto livello, il bere, le preoccupazioni, ed altre cause di indebolimento e tossiemia...
Questo libro non contiene teorie fantascientifiche ma pratiche con risultati infallibili.
Da www.disinformazione.it 
 
Si direbbe che certe dinamiche oscuranti siano sempre esisitite. Di chi ci si può fidare? Chi dice la verità? È in noi il raggio di luce capace di condurre alla nitida visione della realtà ‘preferita’, quella più naturale possibile che conduce alla certa guarigione. Guarigione che dipende da un cambiamento che il ‘genio’ ci richiede

Cambiamento che occorre per raddrizzare la pianta che cresce 'fallace'. Ma attenzione al piano illusorio dello scenario 3D. La pianta segue la luce del Sole per via naturale, e la segue anche se è nata in una posizione in ombra. Semplicemente seguirà la luce addirittura storpiando il proprio piano fisico pur di raggiungerla. Ma se coloro che ‘giudicano’, concludono che la pianta sta crescendo ‘storta’ e decidono un intervento per raddrizzarla, che cosa stanno in realtà commettendo? Stanno interrompendo un processo di elevazione alla luce che non dipende dalla fisicità dimostrata; è un po’ come la favola del ‘Brutto anatroccolo’. Per questo motivo non bisona mai giudicare. 

Diversamente, è la consapevolezza della ‘pianta’ che la dovrebbe preservare dal giudizio altrui e dalla proiezione d’ombra che la avvolge e persino dalle proprie mancanze di fiducia in quello che sta accadendo. Alla fine è tutto demandato a noi stessi, persino quando accettiamo delle verità imposte dall’Antisistema, perché l’Antisistema è fatto da noi tutti, siamo noi, siamo ancora noi.

Vediamo questo altro esempio:

Non meno emblematica ed inquietante la storia del Dr.Fico, che nel lontano 1968 ipotizzò che il diabete mellito tipo due fosse addirittura guaribile con un semplice intervento ambulatoriale al fegato. Nonostante altri ricercatori internazionali, nel corso degli anni abbiano involontariamente dimostrato la fondatezza delle sue affermazioni, il suo lavoro non è stato mai preso in considerazione, se non per fargli terra bruciata attorno.
Da www.luogocomune.net 
 
Cosa ci dice il Dottor Hamer a proposito del Diabete? Leggiamo:

Il diabete: causa, terapia, guarigione.
Per comprendere dettagliatamente quanto segue è necessario occuparsi prima del sistema della Nuova Medicina Germanica®.
Secondo le 5 legge biologiche della natura della Nuova Medicina Germanica® ogni cosiddetta malattia dell’intera medicina è un processo bifasico, se avviene la soluzione del conflitto. In passato erano descritti nei libri di testo di medicina alcune centinaia di "malattie fredde" ed alcune centinaia di evidenti "malattie calde".
Le "malattie fredde" erano quelle nelle quali il paziente aveva la cute esterna fredda, le estremità fredde, era sotto stress permanente, perdeva peso, aveva disturbi del sonno o nell’addormentarsi o nella continuità del sonno. Un esempio ne sono il cancro, la sclerosi multipla, l’angina pectoris, la neurodermite, le malattie mentali o psichiche ed anche il diabete.
 
L’altro tipo di "malattie" erano quelle alle quali appartenevano anche tutte le cosiddette malattie infettive, come pure le "allergie" reumatiche, gli esantemi ecc..
Le "mappe topografiche del cervello" che ho composto per la prima volta nell’agosto/settembre del 1983, contengono per ogni zona del cervello l’organo corrispondente ed il contenuto del conflitto corrispondente ad ogni organo.
La "regola ferrea del cancro" e "la legge della bifasicità di tutte le malattie", in caso di soluzione del conflitto, sono stati i presupposti per trovare la 3° legge della natura, "il sistema ontogenetico dei tumori e degli oncoequivalenti". Essa non si limita solo alle malattie di cancro ma è valida anche per tutte le cosiddette malattie oncoequivalenti (simili al cancro: cioè tutte le altre "malattie").
 
Per gli organi governati dal cervello antico non esistono oncoequivalenti ma solo cancro ed, in caso di conflittolisi, la fase di guarigione dopo la soluzione del conflitto.
 
Anche per gli organi mesodermali governati dal neoencefalo (ossa, tessuto connettivo, linfonodi ecc.) non esistono oncoequivalenti ma solo "cancro" sotto forma di necrosi, osteolisi, buchi nei tessuti, in breve diminuzione di cellule così come, in caso positivo di conflittolisi, la fase di guarigione con riempimento del difetto di sostanza.
Oncoequivalenti sono malattie governate dall’ectoderma, dalla corteccia cerebrale, che al posto del difetto di sostanza cellulare o parenchimale o della diminuzione di cellule mostrano invece un difetto di funzionalità. Ad essi appartengono paralisi motorie, difetti visivi ed uditivi, anche il diabete e l’insufficienza di glucagone con i conflitti corrispondenti ed i cosiddetti focolai di Hamer nel cervello.
 
Nonostante le alterazioni, queste cellule sembrano, anche dopo molti anni di attività conflittuale, essere ripristinabili funzionalmente, dopo la soluzione del conflitto, a determinate condizioni.
 
Con la conoscenza delle 5 leggi biologiche della natura e la conoscenza dei sintomi tipici del processo su tutti i tre i livelli (psiche, cervello ed organo) finalmente si può lavorare in modo causale e quasi riproducibile nella medicina, anche nel caso del diabete.
Per prima cosa guardiamo le categorie della medicina ufficiale per il tipo ed i sintomi del diabete: diabete di tipo I, II a e II b, detto grossolanamente, sono categorie del tutto arbitrarie.
Vengono elencati come sintomi del diabete mellito:
- polidipsia (molta sete)
- poliuria (escrezione di molta urina)
- stanchezza
- spossatezza
- diminuzione di resa
- diminuzione di peso
- disturbi della vista
- ipoglicemia con sensazione di fame
- iperglicemia
- sudorazione fredda
- tachicardia
- crampi muscolari (ipoglicemici)
- nausea e vomito
complicazioni:
- choc ipoglicemico
- chetoacidosi diabetica (iperacidosi)
- coma iperglicemico iperosmolare.
 
Guardiamo questo miscuglio di sintomi secondo il quale la medicina ufficiale appella le sue cosiddette "malattie": nessuno dotato di buon senso riesce a capire questo non senso, in quanto quasi tutti i sintomi sono l’esatto contrario del diabete, cioè ipoglicemia!
 
La Nuova Medicina Germanica® ha fortunatamente risposte chiare a quasi tutte queste domande.
 
Nella biforcazione dei ventricoli cerebrali frontalmente si trovano due centri per gli zuccheri:
- nell’emisfero sinistro il centro per il glucagone (= centro per l’ipoglicemia) = cellule insulari Alfa
- nell’emisfero destro il centro per l’insulina (= centro per l’iperglicemia) = cellule insulari Beta.
 
Esempio:
Una donna sessualmente matura, destrimane (cioè prima della menopausa) senza conflitti precedenti, subisce in caso di conflitto di paura/schifo un’ipoglicemia, fatto che la porta a mangiare molto (diminuita produzione delle cellule insulari Alfa del pancreas e del fegato).
Se la stessa donna con lo stesso conflitto di paura/schifo si trova in menopausa, reagisce l’emisfero destro del cervello, non più come prima l’emisfero sinistro. Dall’ipoglicemia si sviluppa adesso più o meno velocemente un’iperglicemia (con diminuita produzione di insulina), cioè un diabete del tipo II a o b, cioè un "diabete senile".
Spesso però succede che la paziente vaga "fra due mondi" per mesi o anche per anni, cioè a volte è ipoglicemica, fatto che più delle volte non viene rilevato, a volte è iperglicemica (= diabete), o entrambi i centri reagiscono contemporaneamente con "ancora" conflitto e "già" conflitto, che porta summa summarum ad una compensazione.
Se le donne giovani destrimani prendono la pillola, il conflitto di paura/schifo si sposta pure sull’emisfero destro e crea diabete.
Nella donna giovane mancina il conflitto paura/schifo crea immediatamente diabete, ma in caso di somministrazione della pillola o in menopausa invece crea ipoglicemia.
 
Queste elaborazioni non sono teorie ma si possono dimostrare con precisione in ogni singolo caso.
Ma in più esistono altre possibilità, che hanno pure una loro logica: una destrimane per esempio può subire per primo un conflitto di paura/schifo e in un secondo tempo anche un conflitto maschile dell’opporsi.
La paziente si trova adesso in una posizione che potrebbe essere definita come costellazione schizofrenica degli zuccheri, fa continuamente sogni di schifo e dell’opporsi. A seconda se sia accentuato il conflitto cerebralmente a sinistra (ipoglicemia) o cerebralmente a destra (diabete), il valore del glucosio nel siero è più basso o più alto.
L’uomo destrimane può subire con il 1° conflitto solo un conflitto dell’opporsi, cioè a livello organico una diminuzione dei valori dell’insulina, cioè un diabete con i valori del glucosio nel siero ematico aumentati. Durante il climax virile, o per esempio in una pseudoterapia che blocca il testosterone, il diabete cambierebbe in ipoglicemia, cioè con i valori del glucagone diminuiti. Allora i medici credono erroneamente che il diabete sia scomparso a causa di una qualsiasi terapia (antidiabetica).
L’uomo mancino subisce naturalmente con lo stesso conflitto (maschile) dell’opporsi un focolaio di Hamer cerebralmente a sinistra con ipoglicemia. Durante il climax virile l’uomo mancino svilupperebbe improvvisamente (per la medicina ufficiale senza causa evidente) un diabete (diabete senile), se il conflitto resta attivo.
Anche in questo caso se si attivano i due conflitti contemporaneamente si tratta di nuovo di due conflitti singoli (= costellazione schizofrenica dei conflitti degli zuccheri).
Adesso la faccenda diventa ancora un po’ più complicata ma rimane logica.
La costellazione corticale, "la costellazione del conflitto degli zuccheri", l’abbiamo già brevemente nominata, ma un paziente (maschio o femmina) può avere anche un altro conflitto corticale nella cosiddetta zona di territorio a destra o a sinistra.
Da allora in poi reagisce:
- la donna destrimane sull’emisfero destro (ancora libero)
- la donna mancina sull’emisfero sinistro (ancora libero)
- l’uomo destrimane sull’emisfero sinistro (ancora libero)
- l’uomo mancino sull’emisfero destro(ancora libero).
 
Naturalmente reagisce anche con il relè degli zuccheri correlato.
 
Esempio:
Un uomo destrimane subisce un conflitto di disputa di territorio (ulcera gastrica o ulcera del dotto biliare), ed in seguito reagisce in modo femminile, sviluppa un conflitto di paura/schifo con ipoglicemia. L’intero processo lo chiamiamo bulimia.
Una tale bulimia può essere sviluppata da un uomo mancino solo in una sequenza differente e con un altro conflitto;
a) conflitto dell’opporsi con ipoglicemia
b) conflitto di disputa di territorio con ulcera gastrica o ulcera dei dotti biliari.
 
La donna destrimane sviluppa una bulimia nel seguente modo:
a) conflitto di paura/schifo con ipoglicemia
b) conflitto di disputa di territorio con ulcera gastrica o ulcera dei dotti biliari.
 
La donna mancina sviluppa una bulimia nel seguente modo:
a) conflitto d’identità con ulcera gastrica o ulcera dei dotti biliari
b) conflitto di paura/schifo con ipoglicemia.
 
Questo principio è valido per tutti i conflitti e le costellazioni conflittuali nella zona del territorio.
Prima di arrivare al cosiddetto "tipo II" o il "tipo II b" con adiposità, bisogna chiarire una cosa fondamentale: il senso biologico del diabete e dell’ipoglicemia.
 
Come sappiamo, tutti i programmi speciali biologici sensati (SBS) hanno un senso biologico, questo vale anche per il diabete e l’ipoglicemia. Per quanto possa sembrare strano questi SBS, apparentemente opposti, mirano ad un risultato simile: lo scopo è apportare glucosio per i muscoli, più precisamente, per il tremore muscolare nella sensazione di schifo o dell’opporsi a qualcuno o qualcosa.
Nel caso dell’ipoglicemia l’individuo ingurgita rapidamente cibo che causa in breve tempo un aumento di glucosio nel siero e apporto di glucosio per la muscolatura.
Nel caso del diabete il glucosio presente viene offerto maggiormente alla muscolatura abbassando il livello di insulina.
 
L’adiposità (sovrappeso).
Nel caso dell’ipoglicemia, nella quale l’individuo consuma una grande quantità di cibo per avere sufficientemente glucosio a causa della sensazione di schifo, l’individuo logicamente aumenta di peso, nonostante il conflitto attivo, cioè la simpaticotonia, e si tratta di peso vero, di sostanza!
Un’alternativa importante nel caso di aumento di peso, circa il 90%, è dato naturalmente dalla sindrome con SBS attivo dei tubuli collettori renali, cioè conflitto di ritenzione idrica. Naturalmente la medicina ufficiale non lo prende minimamente in considerazione, in quanto la ritenzione idrica (carcinoma del tubuli collettori renali) in fondo non è collegata con il conflitto degli zuccheri. 
 
Vediamo chiaramente quanti sintomi differenti sono considerati "tipici" per il diabete, mentre l’ipoglicemia non viene neanche considerata una vera malattia ("si può sempre mangiare qualcosa velocemente").
Perciò tutte le cosiddette "ricerche sul diabete" erano palesemente senza senso, e lo resteranno fino a quando si crederà di poter ignorare la conoscenza della Nuova Medicina Germanica®.
 
Il diabete nei bambini.
Il diabete nei bambini è altrettanto diffuso come l’ipoglicemia infantile. L’ultima non viene considerata grave, quei bambini sono considerati solo golosi. I conflitti sono identici come negli adulti:
 
Conflitto di paura/schifo e conflitto dell’opporsi.
Il diabete mellito nei bambini e negli adolescenti viene considerato incurabile poiché l’adulto riesce più facilmente ad evitare i binari. L’adulto può dire: "Questo mi fa schifo, non me lo faccio più fare. Il bambino invece tante volte viene messo di nuovo sullo stesso binario, senza essere interpellato, senza essere preso in considerazione ("Non fare tante storie!").
 
Terapie del diabete:
Naturalmente bisogna trovare il conflitto o il meccanismo del conflitto ("prima della terapia gli dei hanno posto la diagnosi") per risolvere il conflitto e poter evitare i binari.
Fondamentalmente vale la regola: ogni diabete si può curare in questo modo.
La durata del conflitto determina la variazione dei valori di glucosio nel siero. Con ciò non è un dramma se il glucosio nel sangue a digiuno per esempio rimane a 130 mg %. Un valore così permette a chiunque di vivere.
Per rendere sensata la terapia maneggiando in modo responsabile l’insulina, bisogna sapere che in caso di dubbio il troppo di insulina è molto più pericoloso (choc ipoglicemico, a volte con conseguenze mortali!!) del troppo poca insulina. Perfino con 500 mg % di glucosio nel siero non succede normalmente niente. Naturalmente bisogna sondare il terreno per bene all’inizio, riguardo alla situazione del conflitto, dei valori nel siero, dell’assunzione della pillola ecc, per evitare sorprese. E’ altrettanto importante valutare la possibilità di eventuali recidive di conflitto, in quanto non viviamo sotto una campana di vetro. In particolare il terapeuta non deve perdere il coraggio, quando il paziente, dopo un dialogo particolarmente intenso sul suo conflitto, dimostra valori di zucchero più alti invece che più bassi. Il dialogo spesso ha l’effetto di una forte recidiva
 
Come in tutti i campi della Nuova Medicina Germanica® non si tratta di trovare il trucco per "eliminare ogni diabete". Non avrebbe senso. Sono necessari sensibilità e buon senso ed anche la cooperazione dei membri della famiglia coinvolti.
Evitiamo accuratamente di fare da poliziotti del pensiero. Non dobbiamo abusare della fiducia del paziente. Che ci siano sempre dei limiti, ogni terapeuta lo sa bene.
 
Quando il paziente si rende conto che c’è un maestro all’opera, professionalmente ed umanamente, porterà la fiducia necessaria a questo maestro (che secondo il mio desiderio dovrebbe agire sempre disinteressatamente).
Accanto agli arnesi del mestiere per una momentanea regolazione del diabete secondo la Nuova Medicina Germanica® troviamo anche altri strumenti, per esempio la somministrazione mirata di ormoni (pillola) in una donna mancina si può smantellare il diabete in modo sintomatico, accettando momentaneamente un’ipoglicemia, che forse è più facile da gestire con un assunzione di cibo più frequente.
Nota bene, tutti gli strumenti ausiliari sono di utilizzo passeggero, fino a quando non sia risolta la causa del diabete.
 
"Il sapere strumentale", vecchia insulina, deposito di insulina, unità di pane, demolizione degli zuccheri attraverso il movimento, restano naturalmente presupposti. Ripeto, questa terapia sintomatica è nella Nuova Medicina Germanica® solo passeggera, in quanto alla fine il diabete di solito scompare.
Anche se i miei ex colleghi mi hanno tolto l’abilitazione e mi hanno chiuso in prigione per la mia scoperta, in futuro tutti dovranno rispettare i fatti, volenti o nolenti, poiché si sono dimostrati semplicemente corretti.
Copyright by Dr. med. Ryke Geerd Hamer.
Da www.nuovamedicinagermanica.it 
  
Ho voluto appositamente citare l’intero articolo per coloro  che ancora non conoscono questo ‘modo di procedere’ e per coloro che avranno la pazienza di leggerlo e che, dunque, saranno in risonanza con lo spirito che alberga in SacroProfanoSacro, ed in ultima analisi che si troveranno in coerenza con se stessi. Al sito www.progettodiabete.org  si parla della Stevia

Ancora oggi a Rio De Janeiro si sta continuando a studiare l'uso della Stevia che viene considerata il dolcificante del futuro. Nella città di Bilingui la pianta è talmente popolare che in tutti i bar si può trovare il il the di Stevia; inoltre questa pianta è usata per dolcificare i succhi di frutta, i frappè, il latte ed il caffè.
Tuttavia, attualmente i derivati della Stevia, non sono in vendita come gli altri dolcificanti nell'Unione Europea e neppure in U.S.A. e in Canada, perché, sostengono gli esperti: "Non ci sono abbastanza dati per concludere che il suo uso sia sicuro". Mentre in Giappone dagli anni '70, quando furono messi in discussione molti dolcificanti, la Stevia e i suoi derivati vengono utilizzati per edulcorare alimenti e fin'ora non sono stati segnalati effetti avversi.
 
Contrariamente allo zucchero i principi attivi non hanno alcun potere nutrizionale (zero calorie), ed essendo prodotti naturali sono relativamente stabili nel tempo ed alle alte temperature, per cui conservano perfettamente le loro caratteristiche anche in prodotti da forno o in bevande calde, diversamente da altri dolcificanti come l'Aspartame che subisce degradazione… La Coca Cola in Giappone la usa come dolcificante per la Coca Cola Light (Diet Coke). Ne è approvato ufficialmente l'uso in 10 paesi, inclusi Svizzera, Giappone, Paraguay, e Brasile.
Viene coltivata estensivamente e consumata in Thailandia, Israele e Cina, ed in genere in tutta l'America meridionale, dove è usata da secoli come dolcificante ma soprattutto da pianta medicinale.

In Brasile è utilizzata come rimedio della medicina popolare per il diabete.
Da
www.freedomyoga.it 
  
Zero calorie
Contrariamente allo zucchero, i principi attivi non hanno alcun potere nutrizionale (zero calorie)... Gli estratti di erba Stevia rappresentano una naturale alternativa ai dolcificanti di sintesi, attualmente utilizzati nei prodotti senza zucchero.

La pianta è attualmente coltivata e commercializzata in Paraguay, Messico, Brasile, Cina, Malesia, Corea del Sud e Giappone. Nel 1970 il Giappone ha bandito l'uso degli edulcoranti artificiali (aspartame e saccarina) per motivi sanitari e nello stesso momento un consorzio giapponese ha messo a punto un metodo per l'estrazione dei glucosidi della Stevia. Lo Stato giapponese ha allora autorizzato l'estratto di stevia come dolcificante alimentare e in questo paese l'estratto di stevia rappresenta ora il 50% dei prodotti dolcificanti ed è presente in una grande quantità di prodotti agro-alimentarí: dalla salsa di soia alle bevande gassate, dalla gomma da masticare alle focacce e ai dolci di riso.

Sprite Green, la bevanda a base di stelvia della Coca Cola.
Negli Stati Uniti la Fda ha accettato nel 1995 di autorizzare la vendita della Stevia solo a titolo di complemento alimentare e supplemento dietetico, ma con il nuovo riconoscimento la Stevia potrà essere ora liberamente commercializzata e utilizzata negli Usa come dolcificante naturale in tutte le preparazioni alimentari e di bevande. Il gigante americano Cargill, il più grande fornitore internazionale di prodotti e servizi alimentari, ha già sviluppato, in collaborazione con Coca Cola, il prodotto Truvia, un dolcificante naturale a base di stevia. 

Di recente Coca Cola ha già annunciato il lancio della Sprite Green, naturalmente dolcificata con Truvia.
Contestualmente anche la Whole Earth Sweetener Company ha sviluppato, in collaborazione con Pepsico, il dolcificante PureVia. Il marchio PureVia debutterà con l’inizio 2009 sulle seguenti bevande del gruppo Pepsico: Zero-calorie-SoBe Lifewater (acqua arricchita con estratti di frutta) e Trop50 (il nuovo Orange Juice light della famiglia Tropicana)

In Europa ancora porte chiuse.
La Stevia, tuttavia, non può essere ancora commercializzata nella Comunità Europa, dal momento che le decisioni della Commissione Europea sono state finora decisamente proibizioniste: secondo la commissione la Stevia , "pianta e foglie secche", non può essere messa sul mercato europeo come alimento o ingrediente alimentare o come edulcorante; è possibile però coltivarla come pianta ornamentale.

La posizione alquanto oscurantista della commissione europea deriva, secondo le malelingue, dalle pressioni dell’industria saccarifera e dei dolcificanti di sintesi che con la legalizzazione della stevia intravedono un pericolo reale per le vendite dei loro prodotti. Ma a questo punto, dopo il pieno riconoscimento dell’Fda americano, è difficile che la commissione europea possa ancora trincerarsi su una posizione di chiusura. Si ricorda, tra l’altro, che nella civilissima Svizzera il commercio e l’utilizzo della stevia nelle preparazioni alimentari sono regolarmente autorizzati da tempo.
Da
www.italiaatavola.net 
 
Chi è che ci vuole ‘bene’? Perché si comporta in maniera ‘non sense’? Quali sono le dinamiche che portano ad avere malattie definite incurabili? Ricordo che siamo nell’era degli abbonamenti, delle rendite assicurate, del business ad oltranza, delle filiere e dei casi collaterali che anche Kiyosaki narra di giungere al quadrante ‘I’, nel quale il denaro lavora per noi mentre noi siamo in spiaggia a goderci la bella giornata di Sole. Dunque?

Cosa c'è di meglio di un 'abbonamento' a Vita ad un farmaco, magari da prendersi a dosi sempre più elevate?

Chiediamoci sempre chi ci guadagna da tutto ciò? Perché allo stato dei fatti e del tempo, stiamone certi, è tutta una questione di soldi e di potere. Per cui non è difficile capire chi ci guadagna e chi ci perde. Dulcis in fondo, per rimanere in tema, manteniamo sempre viva l’osservazione saggia che ‘a tutto c’è rimedio’. Per la Morte ne discuteremo un’altra volta. Per oggi basta così…

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
prospettivavita@gmail.com