giovedì 23 dicembre 2010

L'apparenza dello HuBit.





Cosa sta sperimentando l’unità d’informazione umana (Human Bit o HuBit / l'unità di misura dell'informazione codificata e strutturata in un sistema corpo-mente-spirito) nel proprio viaggio nel tempo della Creazione? 

Il “Tutto” o l'apparenza del Sè riflesso.

Ciò è dimostrato dal grande numero di umani presenti sul pianeta e da ciò che gli umani sono stati capaci di generare all’insegna della “logica” della biodiversità: un grande numero di sogni individuali e collettivi intessuti nell’arazzo della poliedricità dell’Essere.

Il detto recita: paese che vai, usanze che trovi.

La globalità è per sua Natura collegata da punti in comune, in grado di racchiudere vasti “territori” all’insegna di un’unica “bandiera”, proprio come la presenza immateriale del concetto di Stato. Un reame, un impero, una nazione, una regione, un quartiere, una famiglia, e così via… 

Ma, nella concretezza dei fatti, cosa può essere classificato come "globale" se non l’unico collante della Spiritualità a-religiosa? Ogni tipo di “unione” di cui si è onorato l’uomo, nel corso dei millenni, è direttamente dipesa dalla propria necessità di sopravvivenza di fronte alle avversità dello scenario 3D che lo ha ricevuto. Ogni unione umana è una necessità primaria. Ogni unione umana dipende da istinti antichi di preservazione della Specie. 

Questo tipo di unione risponde al richiamo dei campi morfologici che guidano, come un raggio traente, l’evoluzione dell’esperienza in Terra. 

Step by step ci avviciniamo, tuttavia, ad un tipo diverso di unione, molto simile a quella grande orchestrazione sinfonica che è racchiusa entro la nostra fisicità. Mi riferisco a quella strutturazione cellulare che ci scolpisce periodicamente nel reame delle 3D, sottintendendo al volere impresso nelle memorie e nell’intelligenza di ogni microstruttura organica e nel sistema di corpi sottili da cui "fuoriusciamo", come una sorta di Matrioska

È nel nostro Dna ridefinirci ad ogni istante: cambiamo ad ogni istante.

Stiamo parlando di una unione invisibile di interi “mondi” per permettere ad un singola entità umana di “vivere”. Da questa funzionalità intrinseca deriva il nostro “senso di protagonismo”: il nostro Ego.

È come essere al comando di un potente mezzo che è stato affidato proprio al singolo individuo. Il primo aspetto da superare, per imparare a guidarlo al meglio, è proprio superare quel senso di protagonismo reo di mantenere l’entità ferma a farsi scattare fotografie in piedi sulla cappotta del veicolo, sorridendo e gonfiando il petto d’orgoglio… Godendo della fama, della stima, del senso delle aspettative… Senza mai in realtà partire.

La linea di “frontiera” dell’esperienza umana è ampliata ogni giorno, proprio dal grande numero di umani presenti. E non mi riferisco solo all’esperienza in Terra…

Cosa sappiamo di un organismo che, per effetto della globalità planetaria nascente, viene trasportato dal proprio “mondo” in un altro? Nulla, se non quello che impariamo attimo dopo attimo, anche a scapito di grossi errori e drammi. 

In questo senso trascendiamo l’impulso originario di sopravvivenza della specie, ritenuta altrui, quando prendiamo un organismo vivente in un Continente, perfettamente adattato, e lo forziamo, per vari motivi, a trasferirsi in un altro Continente. Un esempio? Eccolo: 

La Stella di Natale: bella colorata e minacciosa.
Effetti collaterali del Natale: prurito, bruciore agli occhi, alla bocca e alla faringe, eritema. E ancora: nausea, vomito, diarrea, perdita di coscienza. Soggetti più a rischio: bambini e cani. Come può la più docile delle festività avere effetti tanto nocivi sul corpo umano?
Il colpevole in questi casi va cercato tra le mura domestiche, ma non è il maggiordomo, come quando si gioca a Cluedo. Dovete guardare alle sue spalle: quell’innocua, colorata, immancabile Stella di Natale che ogni Natale abbellisce nel nostre case e che, a dispetto del nome e del periodo dell’anno, ha origini tropicali. La sua provenienza infatti è l'America Centrale. E’ una tipica pianta ornamentale di alcune regioni del Messico, per esempio. In Europa arriva però carica di colori squillanti e cattive intenzioni.

L’Euforbia pulcherrima, questo il suo nome scientifico, può essere tossica

La colpa è di una cosa chiamata triperpene, una sostanza contenuta nel fusto e nelle foglie. Fa male se ingerita o anche solo toccata. Certo, per sprigionare i suoi nefasti effetti, deve prima essere estratta dalla pianta. E qui entrano in gioco cani e bambini. Non sarebbe certo la prima volta che assaliti dalla febbrile curiosità di sapere 'cosa c’è dentro' o solo per attirare la vostra attenzione, sfasciano oggetti di ogni valore e provenienza.
Ma a differenza di quella preziosa anfora che conservavate come ricordo imperituro di un viaggio in Mali, la Stella di Natale sa come difendersi. Quindi, il consiglio per risparmiarsi questo fastidioso effetto collaterale delle sante feste è mettere la vostra Euphorbia pulcherrima fuori dalla portata di dita curiosa e fauci spalancate delle bestiole di ogni specie che avete in casa.
Ora che abbiamo capito come neutralizzarla, passiamo al come averne cura. Tenetela tra i 14 e i 22 gradi: anche se fiorisce d’inverno, è pur sempre una pianta tropicale. Per dare il meglio di sé, è però meglio tenerla al buio per gran parte della giornata (è tra le piante brevidiurne, motivo per cui fiorisce nei mesi invernali). Il massimo di ore di luce che può sopportare ogni giorno è otto. Cercate anche di risparmiarle troppa luce artificiale: non la gradisce.
Da Yahoo

I motivi di questo trasloco forzato risiedono esclusivamente nella sete commerciale umana, nel parallelismo dei festeggiamenti del Natale e di un pensiero colorato da regalare: come sono belle quelle foglie rosse, in tinta con le tende e gli orpelli che invadono gli ambienti domestici, vero?

Quella pianta è un essere vivente, non è stata prodotta in una fabbrica cinese. Quella pianta non ci urlerà in faccia che la stiamo uccidendo, che la stiamo perlomeno maltrattando. No. Il senso della nostra azione risiede nella mancanza di consapevolezza che l’intero ecosistema è vivo. Riusciamo a mettere cartelli di “non calpestare le aiuole” solo perché l’occhio deve poter godere di un manto verde perfetto, così come nella scelta di un frutto al supermercato, cerchiamo quello magicamente levigato, luminoso, senza ammaccature o gibbosità. Non importa se poi gustandolo, al primo boccone finisce nella spazzatura.

Nella società dell’apparenza è l’apparenza che domina.

“L’opera (il ‘Dottor Faust’ di J.W.Goethe) ha in sé tutti i requisiti per potersi addentrare con fiducia nella riflessione proposta, perché come sappiamo, narra le vicissitudini di un uomo che per amore del sapere, sperimenta di persona ogni bassezza umana, arrivando al punto di sacrificare la propria Anima pur di raggiungere lo scopo finale.
Alle comuni menti può sembrare sacrilego meditare sul Santo Natale partendo dal corrotto personaggio del Faust, ma questo, è solo ciò che appare”.
Da Piccola riflessione sul significato Esoterico del Natale Cristiano e la venuta o rinascita del nuovo "Uomo" di Sergio De Ruggiero

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro

 

mercoledì 22 dicembre 2010

Dal Bit al QuBit all'unità d'informazione umana.





Gran parte delle persone forse sapranno che cosa è un Bit, ma oggigiorno è utile conoscere ed integrare, in termini di consapevolezza, l’espansione del Bit in un qualcosa di  molto più “completo”, ossia un QuBit.

Qubit, contrazione di quantum bit, è il termine coniato da Benjamin Schumacher per indicare il bit quantistico ovvero l'unità di informazione quantistica. Per definire il qubit è indispensabile introdurre innanzi tutto un concetto nuovo ovvero il quanto di informazione. Con quanto di informazione si intende la più piccola porzione in cui una qualsiasi informazione codificata può essere scomposta ed è quindi l'unità di misura dell'informazione codificata.

Così come il bit è il quanto di informazione della computazione classica, la computazione quantistica si basa su un concetto analogo: il quantum bit.

Al pari del bit, il qubit è un oggetto matematico con determinate specifiche proprietà. Il vantaggio nel trattare i qubit come entità astratte risiede nella libertà di costruire una teoria generale della computazione quantistica che non dipende dagli specifici sistemi utilizzati per la sua realizzazione…
Per comprendere la computazione quantistica e, in particolare, il concetto di qubit non è necessario studiare la meccanica quantistica”.
Da Wikipedia

Che cosa c’è di tanto meraviglioso nel mondo dei Quanti? Quasi tutto, oserei dire. È un mondo dove il comportamento delle componenti dipende anche dall’Osservatore, innanzitutto. Un mondo che definire “magico” non è un eresia, così come  è magico accendere la luce elettrica di casa o usare il telecomando della Tv

È il mondo che, se compreso con consapevolezza, può autorizzare a “leggere” il mondo 3D “denso”, ossia la nostra realtà individuale e collettiva, in maniera diametralmente diversa.

Ciò in cui non crediamo più, secondo “logica” convenzionale inerente al concetto di “gregge”, torna prepotentemente in auge capendo il mondo invisibile della quantistica.

Un mondo nel quale succede anche questo:
  • Paradossalmente ci sono un numero infinito di combinazioni lineari della base ortonormale così da permettere, almeno in linea di principio, la rappresentazione in un unico qubit di tutto lo scibile umano.
  • La capacità di un qubit di essere in uno stato di sovrapposizione che non possiamo nemmeno misurare va contro il nostro buon senso: il bit classico è come una moneta che, una volta lanciata, cadrà a terra mostrando inesorabilmente una delle due facce mentre il qubit può essere immaginato come una moneta che, una volta lanciata, cadrà a terra continuando a ruotare su sé stessa senza arrestarsi fino a che qualcuno non la schiacci con una mano bloccandone la rotazione e obbligandola finalmente a mostrare una delle sue facce.

Notiamo come, nello scenario 3D, per spiegare un concetto quantistico occorra ricorrere ad una terminologia perlomeno “equivoca”, appunto come nei due passi sopraesposti:
  • paradossalmente
  • contro il nostro buon senso
Cosa significa ciò? Che occorre mutare il nostro modo di pensare e di osservare gli eventi. Queste nozioni appena riportate sono ufficialmente riconosciute dalla scienza: esse costituiscono una verità comune

Non si sta narrando di leggende o favole, ma di realtà scientifiche appurate.

Questa verità, che scorre sotto la linea di confine del visibile, determina a catena tutta una serie di conseguenze molto evidenti. Una serie di fatti “reali”, figli di nessuno, secondo il consueto modo di vivere. 

Le leggi fisiche vengono chiamate in causa da quelle quantistiche, le quali rimangono inquadrate in un piano non percepibile ma direttamente responsabile degli eventi.

Le leggi fisiche “vivono” come di luce riflessa, come dei capri espiatori della Creazione.

Quando la mente si abitua alle leggi fisiche, il corpo diventa la mente e, dunque, si condensa nelle leggi fisiche…

Da tutto ciò è facile comprendere che la “caduta” è determinata dalla minore vibrazione della nostra energia che sboccia letteralmente nel “mondo nuovo” della densità 3D. È facile comprendere anche il disegno che sottintende la “caduta”: eseguire una esplorazione volontaria del “nuovo mondo”, dello scenario 3D.

"Perdersi" per infine ritrovarsi. Che avventura meravigliosa…

“Tuttavia la natura continua dello stato del qubit (che permette l'esistenza degli stati di sovrapposizione) non è l'unica caratteristica distintiva del qubit rispetto al cugino classico.
Nel pieno rispetto delle leggi della meccanica quantistica, una combinazione di più qubit è soggetta ad una caratteristica chiamata entanglement.
Il termine inglese letteralmente significa ingarbugliamento, intreccio.
Ma una buona interpretazione potrebbe essere legatura infatti, in condizione di entanglement, due qubit perdono la loro natura individuale per assumerne una unica di coppia. In tale condizione lo stato di un qubit influenza lo stato dell'altro e viceversa”.
Da Wikipedia

Si intuisce la Natura unitaria del Tutto, nelle caratteristiche stesse dell’unità di base dell’informazione Quantistica. 

Il QuBit è un frattale dell’Unità per eccezione: quella del Creatore.

Questa interattività deve comunque fare pensare, perché ciò che “facciamo” nello scenario 3D confluisce direttamente nel Creatore, il quale “dipende”, in questo modo, dalle nostre esistenze

La Religione è un fattore sequenziale, monodimensionale, a sé stante, un frattale “povero” e smunto, che autorizza a prendere in considerazione il suo livello maggiore, ossia la presenza di una “intelligenza” infinita che riempie ogni singola particella di “informazione” sia sopra che sotto al livello della percettibilità attraverso lo stato dei sensi umani attuali.

“L'unico modo sinora individuato per fornire una efficace rappresentazione geometrica di un qubit, consiste nella cosiddetta Sfera di Bloch 

Dunque un qubit può essere rappresentato come punto sulla superficie di una sfera di raggio unitario”.Da Wikipedia


Ecco a cosa "assomigliamo", in quanto unità di informazione unitarie della Creazione:
  • ognuno di noi è un frattale del QuBit
  • ognuno di noi è dislocato sulla sfera terrestre
  • ognuno di noi è intento a fare esperienza
  • ognuno di noi è capace inconsciamente di comunicare con la Sorgente
Il genere umano, si può dire, che sia formato da miliardi di unità di informazione Bit e QuBit. Ogni persona è una unità ricetrasmittente, capace di sondare e riferire alla “base” l’esito delle proprie analisi vicissitudinali in Terra.

Troppo sminuente? Non penso. Visto che il ruolo centrale dell’essere umano non viene minimante intaccato da questa visione d’insieme.

La tradizione spirituale tramandata si innesta magnificamente in questa visione massiva: cosa sarà mai, allora, il Karma se non un programma senziente in grado di mantenere una linea di continuità nel corso dell’esplorazione umana nello scenario 3D?

La vision alla Matrix o alla Wingmakers, di “spiritualità tecnologica” ha un senso molto ben radicato nella “verità”.

E non è mai finita, a voler approfondire, infatti:  

Il Qutrit è l'unità di informazione quantistica, l'equivalente del trit. Un Qutrit può assumere la sovrapposizione dei 3 stati del Trit 0, 1 e 2. Si realizzano praticamente tramite la correlazione di due fotoni”
Da Wikipedia

Cosa sarà mai il Trit, allora?

Trit:
[per analogia con bit] - Una cifra di 3 bit; la quantità di informazioni trasportata da una scelta fra uno di tre risultati ugualmente probabili. Trits si trovano, ad esempio, nel contesto di una flag che potrebbe realmente assumere uno di tre valori - quali sì, no, o sconosciuto. I trits a volte sono chiamati scherzosamente bits a 3 stati. Un trit può essere riferito per gioco a come un bit e mezzo, anche se è matematicamente equivalente a 1.5849625 bit.
Da http://jhanc.altervista.org/jargon/T/trit.html

Cosa è una Flag?

Flag:
[molto diffuso] Una variabile o quantità che può assumere uno dei due valori; un bit, in particolare uno usato per indicare una delle due conseguenze o viene usato per controllare quale delle due cose viene fatta. “Questo flag controlla se pulire lo schermo o meno prima di visualizzare il messaggio.” “Il programma di stato delle parole contiene svariati bit di flag.” Usato sugli umani analogamente a bit.
 
Detto questo, passiamo alla notizia:

Realizzata la prima macchina quantistica.
Secondo la rivista Science è la scoperta scientifica dell'anno: stiamo parlando della macchina quantistica, il primo dispositivo al mondo realizzato dall'uomo che non si comporta secondo le leggi della fisica tradizionale, ma secondo quelle che regolano il comportamento di molecole, atomi e particelle subatomiche.
Secondo questa disciplina un corpo molto piccolo può assorbire energia solo in quantità discrete, non può mai essere completamente immobile e può essere in due posti contemporaneamente. Queste teorie sono state più volte verificate su particelle di luce, fasci di elettroni e anche atomi di elio allo stato liquido, ma nessuno le aveva mai sperimentate su un dispositivo meccanico abbastanza grande da essere visibile a occhio nudo.
Lo hanno fatto Andrew Cleland e John Martinis, fisici dell’ Università della California Santa Barbara che hanno modificato una piccola lastra di alluminio delle dimensioni di un capello ottenendo un materiale piezoelettrico, capace cioè di cambiare forma diventando più spesso o più sottile quando viene esposto a stimoli elettrici. Hanno poi collegato il tutto con un semiconduttore chiamato quibit di fase, un dispositivo che può avere due livelli possibili di energia quantistica, uno basso e uno alto.
Grazie a un apparato a microonde i fisici sono riusciti a trasferire dei quanti di energia dal qubit alla lastra di alluminio e viceversa: hanno raffreddato l'apparato a temperature vicine allo zero assoluto portandolo al più basso livello di energia possibile, poi hanno eccitato elettricamente il qubit e hanno trasferito un singolo quanto di energia all'oscillatore. La lastra di alluminio ha iniziato così a muoversi con vibrazioni che i fisici hanno chiamato "vibrazioni quantiche".
La cosa più singolare è che data la natura quantistica del dispositivo, nello stesso istante lo si può vedere fermo e in movimento a seconda del sistema di misurazione che di prende in considerazione.
Questa ricerca, che apparentemente sembra al confine tra la scienza e la filosofia, apre la strada a una nuova generazione di esperimenti finalizzati a testare le teorie quantistiche nel mondo sensibile. Perché un quanto può essere in due posti contemporaneamente mentre un’automobile o un cavallo non possono?
Per trovare una risposta a questa domanda gli scienziati stanno lavorando alla costruzione di due laser (il Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory, di Livingston, Louisiana, e Hanford, Washington) che dovrebbero riuscire a raffreddare corpi molto grandi fino al loro stato di energia minimo, così da permettere esperimenti quantistici su oggetti molto grandi.
Da Yahoo

La macchina esiste ufficialmente adesso e chissà la “ricerca non ufficiale” dove già si sarà spinta. Il genere umano “gregge” dovrà presto prendere in considerazione questo mondo dal quale si sviscera la realtà. Un mondo “agganciato” usualmente per co creare, ma “mal compreso”, anzi: dimenticato.

Termino inserendo 3 news rilevanti. Le cito perché sono “quantisticamente” collegate. Esse descrivono:
  • il futuro che torna al passato (ricordo che Sitchin nel “Libro perduto del Dio Enki” dichiarava che gli Annunaki avevano già una base intermedia sul pianeta Marte. Nel corso della notizia è chiaramente riportato che sul pianeta rosso c'è acqua in abbondanza)
  • il presente che sfocia da un passato da trasmutare (nel libro delle “Profezie di Papa Giovanni XXIII” ci sono delle oscure allusioni al potere dei Kennedy)
  • il futuro annunciato nel presente in qualità di “alternativa” (come avevo ben supposto, Assange ha fatto quello che doveva fare, ossia creare l’alternativa. Ora può vivere di “rendita” senza per questo essere giudicato da nessuno)
Nasa, missione senza ritorno su Marte: una colonia per salvare l'uomo in caso di catastrofi.
HUNDRED YEAR STARSHIP - Un progetto spaziale di sola andata verso l’universo. Si chiama 'Hundred Year Starship', l’astronave dei cento anni ed è stato messo a punto con la Darpa, la Defense Advanced Reasarch Projects Agency. Simon Pete Worden, direttore del centro di ricerche Ames della Nasa spiega che lo scopo del programma è orientato a rendere ospitali altri mondi. 

La particolarità del progetto è una: creare una colonia permanente su Marte: chi prenderà parte alla spedizione non farà più ritorno a casa. 

I 'coloni', una volta giunti sul pianeta rosso, lo dovranno rendere abitale, creando risorse d’acqua e di cibo e quindi renderlo una sorta di base spaziale da dove in futuro partire per colonizzare altri pianeti e mondi lontani.
ANDATA SENZA RITORNO - Pura fantascienza? Mica tanto, perché alla Nasa si dicono convinti di spedire i coloni su Marte già nel 2030, tanto che hanno cominciato a reclutare psicologi che testino i candidati, gente che deve essere ben consapevole in che condizioni andrà a vivere e soprattutto che non rivedranno più parenti e pianeta Terra. Il fatto è che gli scienziati spaziali hanno realizzato che la maggior parte dei costi delle missioni spaziali è quella relativa al ritorno a casa: facendo un viaggio di sola andata si risparmierà un bel po’. Dirk Schulze e Paul Davies due scienziati esperti sull’argomento missioni spaziali, hanno spiegato in un articolo uscito in questi giorni sul - Journal of Cosmology - che i motivi dietro il successo di una tale spedizione sono essenzialmente due: "La maggior parte delle spese - scrivono - sono quelle del ritorno sani e salvi da una missione spaziale e l’atterraggio della navicella". Lasciare poi le persone su Marte, aggiungono "consente di realizzare una colonizzazione a lungo termine ben differente dai un viaggio andata e ritorno".
VITA SU MARTE? - È possibile vivere su Marte? Simon Worden risponde così: "Non ho la più pallida idea se si possa vivere su Marte". Worden ha una visione radicale del futuro: "Credo che invece che cercare di replicare il modus vivendi del nostro pianeta, dobbiamo inventarcene uno del tutto nuovo. La biologia sintetica offre delle strada, ad esempio. Dobbiamo pensare a modificare la vita, compreso il genoma umano, in modo che possa adattarsi a Marte". Secondo alcuni studi effettuati, il costo di mandare su Marte andata e quindi ritorno 20 astronauti equivale a quello di mandare quattro solo andata. Ma si troveranno quattro persone convinte di passare il resto della loro vita su Marte? Secondo gli studiosi sì. L’importante è ritrovare lo spirito che animò Cristoforo Colombo e i grandi esploratori e scopritori dei continenti, secoli fa.
MARTE RIFUGIO DALLE CATASTROFI TERRESTRI - Per Schulze e Davies, colonizzare Marte ha molti punti di interesse per gli uomini. Avere una base permanente e abitabile sul pianeta, sarebbe un autentico rifugio per la razza umana in caso di catastrofi tali che obbligassero ad abbandonare il nostro pianeta madre

Marte poi offre condizioni di vita accettabili perché è simile alla Terra: possiede una forza di gravità moderata, atmosfera, acqua abbondante e carbon diossido insieme a un vasto gruppi di minerali. Dopo Venere, è il pianeta più vicino alla Terra e un viaggio verso di lui dura circa sei mesi. Dove vivranno i primi colonizzatori? Secondo Schulze e Davies, inizialmente ci sarà bisogno di caverne o comunque posti riparati
Da Yahoo

Finita l'era dei Kennedy negli Usa
Per la prima volta dal 1947 nessun membro della famiglia Kennedy siederà nel parlamento americano. All'inizio del 2011, con il nuovo insediamento, lascerà il suo scranno Patrick J.Kennedy, 43 anni, che tornerà a Rhode Island, nella sua fattoria appena ristrutturata. Proprio 63 anni fa il giovane John Fitzgerald Kennedy, proveniente dal Massachusetts, futuro presidente degli Stati Uniti, divenne parlamentare.
Quando il padre di Patrick, il senatore Edward M. Kennedy, morì più di un anno fa, rimase soltanto il figlio a svolgere attività politica ad alto livello. 

Ora, invece, pare che nessun altro della famiglia abbia intenzione di dedicarsi a tale carriera

Un brusco risveglio per molti cittadini. Come osserva Darrell M. West, studioso al Brookings Institution, la famiglia Kennedy un tempo aveva la presidenza e due seggi al senato, mentre ora l'unica presenza è quella di Bobby Shriver, che ha terminato da poco il suo mandato di sindaco a Santa Monica, California, e siede ancora nel consiglio municipale. Una caduta per certi versi drammatica
In una recente intervista Patrick Kennedy appariva combattuto tra due desideri: da un lato, ritirarsi a vita privata; dall'altro continuare, da privato cittadino, a riempire quelle che egli chiamava le enormi scarpe di suo padre e degli zii. Egli spiegava che l'eredità familiare non riguardava unicamente il servizio di governo, ma la consapevolezza di restituire l'America agli americani.

Di fatto, fu la politica a fare della dinastia Kennedy una sorta di famiglia reale, nelle cui mani era concentrato un potere che durò generazioni

Non solo: le vicende della famiglia fecero discutere e commossero tante persone. Dall'assassinio di Jonh Kennedy nel 1963 a quello successivo del fratello Robert; dall'incidente automobilistico del 1969 capitato a Edward, che uccise la sua assistente Mary Jo Kopechne, allo schianto aereo di undici anni fa che costò la vita a John F. Kennedy Jr. Secondo Ross K. Baker, professore di scienze politiche all'università Rutgers, non è questione di sopravvivenza della repubblica ma, per le persone la cui memoria si spinge fino agli esordi della saga familiare, i Kennedy rappresentavano una linea di continuità importante, specialmente negli ultimi tempi, quando la lotta politica si è fatta più dura e le contrapposizioni più forti.
Da Yahoo

WikiLeaks, Assange pubblicherà le sue memorie.
Il quotidiano, uno di quelli a cui WikiLeaks ha fornito alcuni dei documenti segreti diffusi recentemente, dice che Assange avrebbe venduto le memorie a Canongate in Gran Bretagna e negli Stati Uniti a Knopf di Random House, di cui è proprietaria Bertelsmann AG.
Assange è un esperto informatico che ha fatto infuriare gli Stati Uniti diffondendo dispacci diplomatici sul proprio sito web e in collaborazione con media di tutto il mondo.
Il 39enne australiano è stato scarcerato su cauzione e si trova ai domiciliari nella campagna inglese, ed è impegnato a battersi contro l'estradizione in Svezia, dove è accusato di reati sessuali.
Da Yahoo

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2010
 
 

martedì 21 dicembre 2010

Tecnica per "desiderare" ed uscire dal "muro".





Conosci il vecchio adagio: "attento a quel che desideri”? - Tristan / Stardust

Stardust è un film del 2007 diretto da Matthew Vaughn, tratto dal romanzo omonimo di Neil Gaiman.
Il film racconta le gesta di Tristan che si avventura alla ricerca di una stella cadente da donare all'amata Victoria attraverso il regno magico di Stormhold, popolato da unicorni, streghe e pirati e separato dal mondo ordinario semplicemente da un muro”.
Da Wikipedia

“Un filosofo una volta si chiese: "Siamo umani perché osserviamo le stelle o le osserviamo perché siamo umani?" Quesito sterile. Le stelle poi osservano noi? Questa si che è una domanda! Ma sto correndo troppo; la nostra storia ha avuto inizio qui, 150 anni fa, presso l'accademia reale delle scienze di Londra, Inghilterra, all'arrivo di una lettera contenente un interrogativo davvero singolare. Lo aveva formulato un giovane campagnolo e lo scienziato che lo aveva letto pensò che si trattasse di una burla, doverosamente però aveva risposto spiegando con garbo che la domanda era insensata. Aveva poi spedito il tutto al giovane, che abitava in un villaggio di nome Wall, così chiamato, aveva precisato il ragazzo, per via del muro che lo costeggiava, un muro che secondo le leggende locali nascondeva un segreto straordinario” – Voce narrante".
Da Wikiquote

Dopo la serie degli ultimi tre articoli, inerenti allo scenario 3D, al senso dello starci sopra, alla consapevolezza di essere a scuola, ecco una intuizione, molto profonda a mio sentire, relativa a come fare per mutare polarità o ordine dei pensieri o modello del mondo reale che ci siamo costruiti a livello inconscio

Ciò che ci serve è osservare le “cose” in un’altra maniera. Da sopra o da sotto, fate voi, ma l’importante è spostarsi dal consueto piano di percezione degli eventi. Perché?

“Tale è la forza dell'abitudine che ci si abitua perfino a vivere” -  Bufalino Gesualdo

Ecco cosa ho percepito negli ultimi giorni. Ciò che mi ha portato ad un simile “disegno” è stata la mia volontà immaginifica di provare a cambiare l’ordine con il quale percepisco il mondo reale; per fare questo ho chiesto una modalità diversa di visualizzare il mio mondo interconnesso con il vostro e miscelato con il tutto.

Lo scrivo per punti, così è più semplice da seguire.

Il processo mentale circoscrive un muro attorno a noi (infatti come si chiama il villaggio degli umani descritto in Stardust? Wall)
I Veda, e molti altri, hanno “investigato” attorno al vuoto che esiste tra un pensiero e l’altro, determinando che, proprio in quegli “spazi” vuoti, c’è la possibilità di passare ad un livello diverso  della mente e, dunque,  anche di trascenderla.

Il “muro” cresce con noi e ci caratterizza, come una serie di incredibili circostanze tutte insieme, ma non per caso, lo hanno determinato
In Stardust come appare il “muro”? Come un cerchio che racchiude l’intero villaggio. Come un destino che circoscrive ogni singola molecola d’aria. Infatti il film si apre con Tristan che lavora a bottega, piegato dalla necessità pratica della Vita e della consuetudine.
Il “muro” appare anche in un  altro modo, però. Come? 

Con una bella breccia custodita. 

Colui che fa da guardiano è un uomo molto anziano. Chi mai sarà se non il nostro inconscio o l’Antisistema? Questo vecchio è molto agile, forte e determinato nonstante l’età, segno che l’apparenza inganna sempre colui che si lascia trasportare dalla sola volontà, pur nel fiore degli anni. E questa apparenza è in grado di bastonare realmente colui che non intende uscire dal “muro” senza l’apporto dell’immaginazione, dell’inconscio stesso. L’inconscio è il nostro grande mago e custode, colui che ci protegge dalla percezione della paura

Colui che protegge, col tempo e la dimenticanza, anche con le randellate, ammonendo a “non fare nulla per il nostro bene”.

Abituandoci alla consuetudine, il fisico diventa la mente. La realtà diventa l’abitudine.

Pensiamo per un attimo ai film cosiddetti di “fantasia”. Esistono sempre degli oggetti magici o degli esseri viventi perlomeno “strani” e quasi insignificanti che, a discapito dell’apparenza, hanno dei poteri e dei significati altissimi. Un esempio è il Maestro Yoda di Star Wars o la Spada di Re Artù, il Rospo che diventa Re, il Leone Aslan delle Cronache di Narnia, etc. 

Esistono oggetti che contengono le chiavi dimensionali per raggiungere altri mondi, come descritto abilmente in "Mymzi il segreto dell’Universo" o come la “polvere” descritta nella “Bussola d’oro”. 

Nei film vediamo sempre più spesso varchi, aperture, tunnel, unioni di mondi diversi invisibili l’un l’altro: cosa significa?
Non crediamo che siano solo favole per bambini. Cosa hanno visto Tolkien, Lewis, Dante, J. K. Rowling, H.P. Lovecraft, George Lucas, etc.? Hanno visto mondi paralleli a questo e li hanno descritti. Hanno visitato altre dimensioni. 

Come avranno fatto? Ognuno certamente in maniere diverse così come la biodiversità ci contraddistingue. Ma, allo stesso tempo, avranno tutti quanti trasceso il piano della mente. Sono “usciti” dal canonico punto di osservazione.

Mi rendo conto che questo articolo verrebbe molto lungo se non controllo la mia modalità di scrittura e di “download”, per cui vado al sodo

Non devo mica convincere nessuno, no?

Ancora una cosa, però. Nel mondo tecnologico è stato introdotto e creato il concetto di interfaccia d’utente. Cosa è? 

È semplicemente una modalità “amica” per dialogare con le macchine, come ad esempio un personal computer. 

I sistemi operativi evoluti come Linux, Windows, Mac Os, etc. sono delle interfacce molto conosciute ormai. Tramite di esse, pigiando un tasto o trascinando il mouse, si riescono a fare cose “magiche” che, senza quell’interfaccia uomo-macchina, non sarebbe poi stato tanto semplice eseguire. Infatti chi ha lavorato in quel mondo negli anni 70, ad esempio, può testimoniare che per fare la minima operazione occorreva veramente conoscere oscuri linguaggi molto vicini al “modo di pensare” delle intelligenze al silicio. Il Dos era già una sorta di interfaccia, ma ancora molto primitiva. 

Il linguaggio “capito” dalle macchine è, appunto, il linguaggio macchina, ossia una serie di 1 e 0 codificati in maniera “logica”

Ancora oggi funzionano così, però le interfacce garantiscono quella facilità d’uso che noi tutti abbiamo imparato così bene ad apprezzare. Le nuove tecnologie stanno avvicinando il concetto di sfera magica all’uomo moderno. Con i nuovi iPad,iPhone, etc. vedere una serie di foto è come sfogliare un vero e proprio album “reale”. E che dire delle nuove "console per videogiochi", basate sul movimento del corpo?

Ecco: queste interfacce esistono anche nel mondo “reale”. Cioè? 

Che cosa mai sarà l’armadio descritto nelle Cronache di Narnia? 

Quell’oggetto che permette a Lucy e ai suoi fratelli di entrare in Narnia è una interfaccia, una porta tra mondi, un varco, una breccia, un collegamento come sul desktop della nostra capacità visiva. I nostri stessi sensi sono una interfaccia che permette di interagire con il mondo esterno. Ok?

La tecnica è questa. Un momento: tecnica per fare cosa? La tecnica per immaginare ciò che vogliamo e desiderare ciò che vogliamo, al di fuori del Controllo. Eccola:
  • Ad occhi chiusi, visualizziamo un muro attorno a noi (Quel muro è la rappresentazione fisica, l’interfaccia che rende visibile il nostro circolo di pensieri e di abitudini che non è semplice oltrepassare. Abbiamo due dimensioni adiacenti, collegate dal “muro”. Dall’altra parte c’è la quinta dimensione, dove ogni nostro desiderio si avvera immediatamente per magia. Al di qua c’è la terza dimensione, lo scenario 3D, dove non è affatto semplice manifestare i nostri desideri. Che fare allora? Utilizziamo il potere della musica e mettiamo una bella sonorità tipica da colonna sonora di film fantasy. Un esempio? Il prologo di Stardust di Ilan Eshkeri - Prologue/Through the wall)
  • Ad occhi chiusi, visualizziamo un muro con una breccia attorno a noi (Quella breccia è il punto da attraversare per raggiungere l’altra dimensione e corrisponde al vuoto che esiste tra un pensiero e l’altro. Dobbiamo attraversare la breccia per desiderare, immaginare, visualizzare i nostri desideri, al di là del guardiano della breccia. Il guardiano è tutto quello che vi trattiene, compreso lo scetticismo che adesso sentite! Al di là è molto più semplice. Questo meccanismo corrisponde alla riprogrammazione dell’inconscio che si esegue nella tecnica della PNL)
  • Ad occhi chiusi, varchiamo la soglia e trasferiamo la nostra consapevolezza al di là (Da quel punto, che immagineremo come vogliamo, eseguiamo la nostra visualizzazione. In quel mondo è più facile. In quel mondo pieghiamo la nostra realtà tridimensionale).
  • Accettiamo di rinvigorire la nostra facoltà di pensare ancora come fanciulli: desideriamo il meglio.È nostro diritto.
  • Poi, torniamo indietro sereni e tranquilli. Giorno dopo giorno la realtà 3D muterà.

Ricordiamo sempre che:

“Il sentimento più forte e più antico dell'animo umano è la paura, e la paura più grande è quella dell'ignoto - H.P. Lovecraft

Ma che il nostro CuoRe è in grado di illuminare con il suo AmoRe ogni singola via che abbiamo percorso, oltre l’ignoto.

Perché, è sempre più evidente, che “oltre l’ignoto” ci siamo già andati da tempo e non è più sensato avere paura nell’Inferno. Noi siamo una parte del Creatore che porta la luce per ogni dove…

Davide Nebuloni /SacroProfanoSacro 2010