sabato 11 settembre 2010

A strati come le Cipolle.






Primo aborigeno eletto nel parlamento australiano.
Un aborigeno ha conquistato un seggio al parlamento australiano: è la prima volta nella storia del paese. Ken Wyatt, candidato liberale per il seggio di Hasluck a Perth, nell'Australia occidentale, è stato dichiarato vincitore dopo avere guadagnato un vantaggio di mille voti sul concorrente laburista Skarryn Jackson
Ma la vittoria storica del candidato aborigeno è stata guastata da messaggi di posta elettronica e interventi via internet di stampo razzista
Il neo parlamentare, 58 anni, ha dichiarato di essere dispiaciuto che elementi di razzismo esistano ancora nella comunità… Il suo ufficio ha ricevuto una cinquantina di e-mail razziste. Un peccato, ha sottolineato Wyatt, perché l'Australia ha seguito un lungo percorso evolutivo da quando egli era un adolescente. Il suo discorso inaugurale offre un tributo a Kevin Rudd, ex primo ministro che nel 2007 chiese scusa alla generazione degli aborigeni rubati. Sua madre, quando aveva cinque anni, venne portata dai genitori in una missione. Quanto al rifiuto del suo partito di condividere le scuse, Wyatt dice di voler contribuire a cambiare questa mentalità dall'interno dell'organizzazione.
Fonte: Yahoo

" … di voler contribuire a cambiare questa mentalità dall'interno dell'organizzazione” questa espressione la dice lunga sulla possibilità di “lavorare” in maniere diverse all’interno delle organizzazioni umane. Il “lavoro”, come qualsiasi altra forma di “fare” e di “essere” ha differenze e gradi dimensionali multipli. Per intenderci meglio è come sbucciare una Cipolla; possiamo notare tutti quegli strati uno sull’altro… Ce lo ricorda anche Shrek nel dialogo con Ciuchino:

Gli orchi sono come le cipolle.
Sniff... puzzano?
Sì... no!
Ah, ti fanno piangere?
No!
Ah, li lasci al sole e diventano marroni e poi spuntano i peletti bianchi?
Tutti e due abbiamo gli strati!
Aah, tutti e due avete gli strati? Sniff.. bleah.. Sai, non a tutti piacciono le cipolle... Torte! A tutti piacciono le torte, le torte hanno gli strati.
Non mi interessa che cosa piace a tutti! Gli orchi non sono come le torte!

Shrek parla con colui che gli si avvicina con grande apertura ed opportunismo, ma che non ha orecchie per intendere. L’orco, temuto da tutti, recita solo una parte; in realtà è “come le Cipolle”. Quando tenta di aprirsi allo “strato” successivo, Ciuchino non lo capisce, non ha la sensibilità di ascoltare:

Sai cos'altro piace a tutti? Le lasagne. Hai mai conosciuto qualcuno a cui dici "hey prendiamo le lasagne" e lui risponde "non mi piacciono le lasagne". Le lasagne sono squisite.

La comunicazione scende ad un livello di confronto, di ultima parola, di non ascolto e sovrimpressione del proprio mondo su quello altrui. Parlano la stessa lingua, nel cartoon, ma non capendosi. Questa è la “tristezza” dell’uso del linguaggio.

Shrek si arrabbia. Ciuchino no. Perché? Perché è spontaneo pur se assente sul piano della “comprensione” sottile. Shrek ha molto da dire, se trovasse qualcuno disposto ad ascoltarlo a cuore aperto. Altrimenti vale la pena rimanere Orco! Impaurire solo con il peso della tradizione.
Adesso un “Orco” Aborigeno è approdato al parlamento Australiano. Solitamente queste persone che rappresentano le minoranze, sono molto “ricche di strati”. E la peggiore “minaccia” per l’Antisistema è quella di “lavorare dall’interno”. La mentalità, il paradigma può cambiare solo in questo modo, introducendo elementi nuovi all’interno di strutture vecchie.

Proprio come un talismano carico di energia particolare, la presenza anche di una sola persona carica di nuovi “strati” all’interno di un ambiente, può provocare reazioni nelle risposte di coloro che abitualmente si muovono e agiscono tutto intorno. La vibrazione umana innesca nuovi humus. Proprio ciò che sta succedendo in questo momento, adesso, anche sulla Terra.

Tutto è opportuno! E anche i nostri due amici Shrek e Ciuchino ce lo fanno capire:

Ora va' di là e vedi se trovi le scale.
Scale? Non cercavamo la principessa?
La principessa sarà in cima alle scale, nella stanza più remota della torre più alta.
Come fai ad esserne sicuro?
L'ho letto in un libro una volta…

Quel libro e quella volta non sono stati casuali. Dovevano succedere per inserire in memoria quell’informazione specifica. In un tempo lontano dall’adesso, da questo momento in cui ringraziamo il cielo di avere letto quel libro quella volta!

La verità è una ricetta sparsa ad arte dappertutto.

Possiamo “leggerla” in ogni istante nelle sue infinite miscellanee e trasposizioni più differenti. Ci parla e ci ispira in continuazione con grazia e pazienza certosina. Sa che prima o poi la sentiremo…

Vorrei terminare questo articolo trascrivendo ciò che l’Amico Rino mi ha reso noto qualche giorno fa; è un inno alla Vita, celebrata nella sua massima semplicità, che giunge direttamente dal passato. Invece di alzare preghiere a non ben definite entità, dovremmo leggerla ogni mattino e riflettere su questi toni tanto gentili eppure solidi come roccia. Grazie di cuore a colui che l’ha fatta giungere sino a me:

Desiderata
Procedi con calma tra il frastuono e la fretta, e ricorda quale pace possa esservi nel silenzio. Per quanto puoi, senza cedimenti, mantieniti in buoni rapporti con tutti.
Esponi la tua opinione con tranquilla chiarezza, e ascolta gli altri: pur se noiosi ed incolti, hanno anch’essi una loro storia.
Evita le persone volgari e prepotenti; costituiscono un tormento per lo spirito. Se insisti nel confrontarti con gli altri, rischi di diventare borioso e amaro, perché sempre esisteranno individui migliori e peggiori di te.
Godi dei tuoi successi e anche dei tuoi progetti. Mantieni interesse per la tua professione, per quanto umile: essa costituisce un vero patrimonio nella mutevole fortuna del tempo.
Usa prudenza nei tuoi affari, perché il mondo è pieno d’inganno.
Ma questo non ti renda cieco a quanto vi è di virtù: molti sono coloro che perseguono alti ideali e dovunque la vita è colma di eroismo.
Sii te stesso. Soprattutto non fingere negli affetti. Non ostentare cinismo verso l’Amore, perché, pur di fronte a qualsiasi delusione e aridità, esso resta perenne come il sempreverde.
Accetta docile la saggezza dell’età, lasciando con serenità le cose della giovinezza. Coltiva la forza d’animo, per difenderti nelle calamità improvvise. Ma non tormentarti con delle fantasie: molte paure nascono da stanchezza e solitudine. Al di là d’una sana disciplina, sii tollerante con te stesso. Tu sei figlio dell’Universo non meno degli alberi e delle stelle, ed hai pieno diritto d’esistere. E, convinto o non convinto che tu ne sia, non v’è dubbio che l’Universo si stia evolvendo a dovere.
Perciò sta in pace con Dio, qualunque sia il concetto che hai di lui. E quali che siano i tuoi affanni e aspirazioni, nella chiassosa confusione dell’esistenza, mantieniti in pace col tuo Spirito. Nonostante i suoi inganni, travagli e sogni infranti, questo è pur sempre un mondo meraviglioso. Sii prudente. "Sforzati" d’essere felice.
 
Manoscritto del 1692 trovato a Baltimora nella chiesa di San Paolo.

 

venerdì 10 settembre 2010

Che sorpresa cadendo dal "burrone".





Conosci te stesso. La famosa “espressione”, detta una delle regole “chiave” per giungere alla maturazione della consapevolezza del “chi si è”. Una regola che è un consiglio, una “pacca sulle spalle”; un sottile flusso d’aria fresca soffiato negli occhi, nelle orecchie… sussurrato in ogni momento della nostra esistenza. 

Un promemoria di una “cosa” molto importante di ricordarsi di fare, prima o poi. Tra le “pieghe” delle cose che ci succedono ogni giorno, ci sono sempre delle “allusioni” a questo “ritornello”, perché è importante! L’Universo ce lo ricorda in continuazione, ci spinge sull’orlo del “burrone” che una simile via o modalità conduce con se stessa, attraverso se stessa.

Si, è un vero e proprio "strapiombo" che si apre dinnanzi a noi, quando decidiamo di seguire questo “consiglio”. Perchè siamo chiamati ad aprire le "ali" per non cadere. E presto o tardi lo seguiremo tutti quanti. Perché è una spinta insita nel moto delle particelle senzienti della Vita. Non c’ è alternativa, non c’è altra strada. 
Senza conoscere se stessi, il proprio “mondo” interno rispecchiato da quello esterno, si è fermi come in una strana sorta di attesa: in stand by.

Il tempo “disegna” sempre la stessa trama, mentre attendiamo quel “treno” che passa ogni istante. Siamo alla stazione ma non ci decidiamo a prendere nessun convoglio. Abbiamo già acquistato i biglietti e anche a caro prezzo, ma siamo in "bambola". Forse perché per partire non abbiamo portato nessuna valigia con noi, perché ce ne siamo dimenticati, perché non serve nulla oltre alla decisione di prendere il treno.
 
Quando sembra che stiamo per prendere la grande decisione, succede sempre qualcosa che ci frena, che ci trattiene, che ci porta un passo indietro. E come in un incantesimo, un “disco rotto” trasmette la nostra Vita in questa grande titubanza, racchiusa in una bolla di probabilità, di possibilità, di potenziale inespresso nella morsa della paura di cambiare. La mente analizza se stessa non trovando nulla di strano o di insensato. Ma allora perché abbiamo netta la sensazione di essere bloccati e di perdere tempo o occasioni? Da dove giunge questo senso di inadeguatezza? Chi trasmette questo segnale continuo che ci sussurra “Conosci te stesso”!

Siamo lì, fermi alla stazione con il biglietto in mano… ed ogni scusa è buona per rinunciare a partire. Nel reame delle illusioni, in cui ci siamo "conficcati" molto tempo fa, non è facile ritrovare un barlume di equilibrio. L’Inconscio frena ogni impulso che tenderebbe a fare cambiare abitudini e prospettiva. Perché? Perché è stato programmato così. Perché s’illude di proteggere dalle trappole della “novità”. Ma, chiediamoci, davanti all’ennesimo convoglio che parte senza di noi: “Chi mi ha programmato così?”.

Ciò che mi blocca corrisponde a ciò che “sento” nella mia interiorità? Nel mio cuore sacro! Vorrei partire all’avventura ma… qualcosa me lo impedisce. Il senso del dovere, della responsabilità, della società lanciata a scoprire "l’acqua calda" o meglio a riscoprire ciò che una volta già si sapeva.

Da dove giunge questa espressione – Conosci te stesso:

L'esortazione conosci te stesso è un motto greco (Γνῶθι σεαυτόν, gnôthi seautón), iscritto sul tempio dell'Oracolo di Delfi e può ben riassumere l'insegnamento di Socrate, in quanto esortazione a trovare la verità dentro di sé anziché nel mondo delle apparenze. La locuzione latina corrispondente è Nosce te ipsum. La frase scritta sul tempio tradotta recita: "Uomo, conosci te stesso, e conoscerai l'universo e gli Dei". È anche utilizzata in latino la versione Temet nosce.
Il significato originario è incerto, deducendo da alcune formule a noi pervenute (Nulla di troppo, Ottima è la misura, Non desiderare l'impossibile), sarebbe quello di voler ammonire a conoscere i propri limiti, «conosci chi sei e non presumere di essere di più»; sarebbe stata dunque una esortazione a non cadere negli eccessi a non offendere la divinità pretendendo di essere come il dio, del resto tutta la tradizione antica mostra come l'ideale del saggio, colui che possiede la sophrosyne (la saggezza), sia quello della moderazione. Eppure ciò non spiega come mai nella sua forma più estesa nell'ammonito delfico appaiono i passi "In te si trova occulto il Tesoro degli Dei. Oh Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei", infatti il motto potrebbe essere un'esortazione alla conoscenza dell'anima la quale, essendo di natura divina, porterebbe alla conoscenza delle Divinità”.
Fonte: Wikipedia

Come possiamo non capire ma intuire, l’Antisistema è già all’opera in queste righe e, queste righe, esprimono la sua ferma azione già accaduta nel passato. Si parla di Dei e Divinità. Cancelliamo questi termini e sostituiamo termini che riportano alla Creazione. Le Divinità erano esseri extraterrestri come gli Anunnaki. Nulla di più.

Il solo modo per intendere che “conosceremo gli Dei” è quello che porta alla loro scoperta in quanto esseri solo più evoluti del genere umano. Non cadiamo nelle amenità del linguaggio, dei suoi ampi significati, delle sue spire soffocanti. Rimaniamo nel comprensibile che è direttamente tradotto per noi dall’ascolto del sé. Di quella “vocina” che ci “consiglia” sempre e che bisogna ascoltare facendo silenzio di tutto il gran baccano della Vita moderna.

Nulla di troppo. Ottima è la misura. Non desiderare l'impossibile..
In te si trova occulto il Tesoro degli Dei.
Oh Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei.


Le due espressioni stanno bene insieme e conducono ampia saggezza a noi. Facendo opera di piacevole riflessione comprendiamo che esprimono delle grandi verità mascherate da allegorie e dal tempo che le ha, se non partorite, perlomeno fatte pervenire sino a noi. Nel conoscere se stessi è insito un particolare non da poco, un principio insabbiante, una “scusa” molto valida per lasciare perdere: l’uso della mente.

Ecco come evidenzia questo aspetto e come ci viene in aiuto Roberto Zamperini, attraverso un suo pensiero che avevo memorizzato nel mio pc tempo fa e di cui non trovo il link diretto per fornire la sua origine:

Uno dei grandi problemi che si incontrano nel Conosci Te Stesso (CTS)… sta nel fatto che io non ho mai altro strumento per analizzarmi se non la mia mente. Il che è come dire che voglio capire se mi muovo guidato dalla mente o se mi muovo in linea con il Sé, attraverso alla mente... Un puzzle! O meglio: una contraddizione in termini!

Pretendo di capire quando sto usando la mente, usando la mente!

Questo rende il CTS uno strumento che è spesso drammaticamente inadeguato, sempre troppo lento rispetto alle mie esigenze di "crescita". Non se ne esce a meno che.... A meno che io non usi lo strumento potentissimo che si chiama TEV! O meglio: CTS-TEV!

Teoria della prima tecnica. È quella "sempliciotta", ma, per i fini quotidiani in genere è più che sufficiente. Supponiamo che io voglia testare la mia reazione all'evento A. Nel metodo "mentale" dovrei chiedermi: "La mia reazione ad A è stata corretta (Spirituale, etica, morale, buona, gentile, eccetera) o no? Dove no significa: non in connessione con il mio Sé". E giù, a questo punto, con analisi e controanalisi, che di solito non mi portano molto lontano, anche perché spesso mi dimentico che non è assolutamente importante chiedersi la prima cosa (La mia reazione ad A è stata corretta?), quanto invece la seconda (Ho reagito ad A in connessione con il mio Sé?). E già, perché la mia mente mi farà fare i salti mortali all'indietro piuttosto che farmi ammettere che la mia reazione all'evento A sia stata non corretta. Perché è stata proprio lei l'agente della reazione! Per lei, la mente, sarebbe come dire: "Sì, io, mente, ho sbagliato. E, siccome ho sbagliato una volta, è probabile che sbagli spesso e allora faresti bene in futuro a non fidarti di me".

Mi fermo qua con la citazione, anche se il proseguo è molto interessante ma, per oggi, troppo “profondo”.

Cosa è la TEV (Terapia Energo Vibrazionale):

“L'espansione della conoscenza di Sé e dei propri talenti, la sintonia con gli altri e la Natura, l'incoraggiamento a ritrovare la propria identità e il proprio modo di essere in relazione al Tutto: ecco un percorso iniziatico, un progetto di crescita, ricco di stimoli e strumenti. 
La terapia energo vibrazionale ci introduce ad una disciplina derivata dal Pranic Healing, che studia il manifestarsi delle energie sottili (nell’ambiente, nei cibi, in tutto ciò con cui veniamo in contatto) nel loro rapporto con il corpo umano. Questa terapia si avvale dei contributi messi a disposizione dall’Omeopatia, dalla Floriterapia, dal Feng-Shui... oltreché di tecnologie sofisticate, per prevenire e affrontare disturbi e malattie del corpo e della psiche”.
Fonte: Energie Sottili e la Terapia Energo Vibrazionale di R. Zamperini
 
Il filo del discorso è questo: tra noi e la nostra “conoscenza” sottile o superiore, c’è di mezzo lo strumento che usiamo usualmente per “vivere”… la mente. La mente è molto potente ed è comandata dall’Inconscio. L’Inconscio, in assenza di grandi spunti spirituali, domina in assoluto sulla nostra "estensione materiale" che focalizziamo sul piano denso dell’energia e che crea il mondo fisico nel quale siamo immersi con il nostro corpo al fine di esperenziare. 

È l’Inconscio che comanda, dunque. E la mente è utilizzata per eseguire questo volere nascosto che opera in noi. Ecco giunto il punto, il focus, il luogo dimensionale dove volevo arrivare…

Noi non siamo padroni del nostro Inconscio. Ciò che c’è “scritto” dentro è per noi inaccessibile senza modificare la nostra decisione di Vita, di presenza e senso sulla Terra, senza innalzamento del nostro punto prospettico, senza sviluppo della nostra immaginazione creativa e non tanto della sola volontà. 
 
Il termine stesso “Inconscio” esprime questa verità:

"Il termine "inconscio" (in tedesco Unbewusstsein) è stato utilizzato da Karl Robert Eduard von Hartmann per indicare il principio della sua filosofia… Fu però Schelling che descrisse l'inconscio come un aspetto essenziale: "Questo eterno inconscio... che si nasconde... e imprime alle azioni libere la sua identità"... Arthur Schopenhauer riteneva inconscia la volontà di vivere…
Con il termine inconscio Freud intendeva un complesso di processi, contenuti ed impulsi che non affiorano alla coscienza del soggetto e che pertanto non sono controllabili razionalmente".
Fonte: Wikipedia

Se una cosa è inconscia significa che è nascosta, ancora non comprensibile, non accessibile. Ovvio che è una definizione legata al tempo. Ogni istante che passa costituisce una opportunità per redere conscio l’inconscio. Se una cosa inconscia è tanto importante da influenzare il corso degli eventi della nostra Vita manifesta, significa che vale la pena di cercare di comprenderla. Non trovate?
 
Il conoscere se stessi va in questo senso. 

Il motivo per il quale non ci decidiamo a prendere il “treno” è dovuto all’opera conservatrice dell’Inconscio. 

Il modo per prendere quel treno diventa dunque basilare al fine di “conoscersi”. Eliminiamo i tracciati della mente comandati dall’Inconscio e… lasciamoci andare aggirando l’impedimento. In che modo? 
 
Tratteniamo il respiro per più tempo possibile e inseriamo al contempo nella mente un rumore bianco, come quello continuo e regolare di una ventola. Poi senza seguire nessun processo mentale… saliamo in “carrozza”. Decidiamo ad un “altro livello” di fare quel passo…

Quell’altro livello ci aiuterà perché è da lì che giunge il monito a intraprendere quella azione!

Perché è tanto importante prendere questa direzione? 

Ecco il motivo o almeno uno dei motivi:   

“L'inconscio non conosce né giudizi di valore, né il bene e né il male, e nemmeno la moralità”.  Sigmund Freud

 

giovedì 9 settembre 2010

Quel velo che evidenzia.





SacroProfanoSacro è costituito dall’Etere stesso che unisce tutte le particelle senzienti della Vita, siano esse animate che inanimate. È un velo che ricalca il velo entro il quale esistiamo tutti quanti noi; tale velo evidenzia le forme e dunque visualizza la materia percepita. Se depositate, ad esempio, una sottile coperta di seta su getti di colonne d’aria invisibili, il tessuto mostrerà la configurazione fisica di quella manifestazione non percepibile ma assolutamente presente.

S’innalzerà allora un “territorio” dal nulla, dove per nulla noi umani intendiamo ciò che non possiamo vedere. È ovviamente una spiegazione del nulla come la potrebbe dare uno scimpanzé. Molto limitata come lo è l’uomo che non ha ancora risvegliato la connessione con la propria essenza. Il nostro punto di vista impera su ogni altra fonte di informazione

Un cestino è pieno o vuoto? Se lo abbiamo appena svuotato è assolutamente vuoto, no? Se è colmo di cartacce è assolutamente pieno! Tutto qua? Le due “sfere” evidenziano il giorno e la notte e più in generale la dualità. Eppure esistono infinite gradazioni dei concetti di pieno e di vuoto. Esistono livelli dimensionali in cui il pieno è fine a se stesso e dunque è paragonabile al vuoto; “non serve” a quella determinata mente che osserva, per cui il cestino è vuoto. Esistono concetti di pieno e vuoto filosofici; il vuoto che è più pieno del pieno perché nel vuoto ci posso mettere qualsiasi cosa e il suo potenziale è illimitato. Bene! O male? Dipende… “tutto dipende” come recita la canzone.

La polarizzazione di uno stato è effettuata da colui che osserva e che agisce tramite imprinting sull’energia disponibile. Noi siamo co creatori di questa realtà percepita.

Per cui noi abbiamo creato questa modalità di mondo, in base ad un modello o un “sogno” (visto che stiamo dormendo). Alla luce della realtà dei fatti direttamente “palpabili”, non mi sembra di poter affermare che la massa creda in questa spiegazione delle “cose”, ritenuta più vicina all’eresia che alla lucida verità. Ma dato che è proprio così, chi ha elaborato il modello o il sogno da perseguire? Chi ha utilizzato la nostra facoltà di co creazione inserendosi nei nostri inconsci e, al contempo, facendoci credere proprio al contrario tramite la stesura di un velo di incantesimo? Indovinate? Esatto, proprio l’Antisistema! 

Quella energia che esisteva allo stato latente e che ha trovato “condensazione” grazie alla nostra rinuncia a elaborare noi stessi ed il nostro potenziale. La nostra ancestrale “abdicazione” ha necessitato di un capro espiatorio per essere compiuta; un fattore esterno da ammirare che riuscisse a condurci “fuori da noi” verso le vaste praterie dell’oblio. Ma facendo questo abbiamo portato fuori di noi le nostre arcane paure e le abbiamo “fissate” su quel "puntino energetico" che costitutiva un principio silente ma potenzialmente molto aggressivo: ciò che si nascondeva nelle “cantine” del Creatore

Il motivo per cui esiste la Creazione. 

Evidenziare questo potenziale negativo mal compreso perché annidato, nascosto, annichilito in se stesso eppure presente.

Da ciò è possibile comprendere come tutto sia, in realtà, in linea con il Piano Divino. Doveva succedere ed è successo! Si doveva percorre una traiettoria ad “U” e la stiamo perseguendo. Caduta e risalita. Discesa ed ascesa. Vuoto e pieno. Pieno e vuoto…

Che importa se una razza aliena ha interferito con la Creazione all’opera sulla Terra? In qualche modo si doveva giungere ad un certo punto… ed è successo. I tempi sono stati accelerati? Nonostante ciò che è successo sul pianeta, mi sembra di poter dire di si ugualmente. Noi, in fondo, disegniamo una tappa del processo,  a cui ogni razza vivente extraterrestre ha dato il proprio contributo, di cui ogni razza extraterrestre ha ricevuto un contributo. Siamo tutti Uno. Insieme siamo Uno.

Mi sono imbattuto in un libro di Ron Hubbard; il famoso e famigerato “Dianetics, La Forza Del Pensiero Sul Corpo” e, sfogliandolo, ho trovato meravigliosa la “nota importante” che, per prima cosa, riceve il lettore e lo ammonisce come un padre con il figlio: 

Nel leggere questo libro, stai ben attento a non oltrepassare mai una parola che non comprendi completamente.
L'unico motivo per cui una persona abbandona uno studio, si confonde o non riesce ad apprendere è che ha oltrepassato una parola che non era stata compresa.
La confusione o l'incapacità di afferrare o apprendere viene dopo una parola che la persona non aveva definito e compreso.
Ti è mai capitato di arrivare alla fine di una pagina e realizzare di non sapere che cosa avevi letto? Beh, in un punto precedente in quella pagina hai oltrepassato una parola per cui non avevi una definizione o per cui avevi una definizione errata
Può darsi che nel dizionario non dovrai cercare solo parole nuove e insolite. Alcune parole usate comunemente spesso possono essere definite erroneamente e quindi generare confusione.
 
Questo dato relativo al non oltrepassare una parola non definita è il fatto più importante in tutto il soggetto dello studio. 

In ogni soggetto che hai intrapreso ed abbandonato, c'erano parole che non avevi definito.
Pertanto, nello studiare questo libro stai più che attento a non oltrepassare mai una parola che non comprendi completamente. Se il materiale diventa confuso o ti sembra di non riuscire ad afferrarlo, ci sarà una parola appena prima che non hai compreso. Non andare oltre, bensì torna al punto precedente alle difficoltà, trova la parola malintesa e definiscila”.

Quante volte, l’autore, ribadisce lo stesso concetto! È incredibile. Questa evidenziazione forsennata mi fa comprendere a livello sottile che il punto in questione è veramente basilare al fine della comprensione. Per cui la inserisco tra le cose importanti da applicare nella Vita.

Comprendere bene le cose. È questo il frattale evidenziato. Leggere tra le righe, in realtà. Infatti:

“Come aiuto per il lettore, le parole che talvolta sono malintese sono state definite nelle note a pie di pagina la prima volta che appaiono nel testo. Qualche volta le parole hanno più significati. Le definizioni a pie di pagina, date in questo libro, danno solo il significato che la parola ha in questo contesto. Alla fine di questo libro è incluso un glossario che comprende tutte le definizioni a pie di pagina. Le altre definizioni possono essere trovate in vari dizionari”.

Hubbard ci mette in guardia, mostrando di voler compiere un lavoro profondo sui propri lettori, sulla comprensione delle parole, per come egli stesso le ha concepite

Conscio che le parole hanno molteplici scale di comprensione e di significato. Il leggere tra le righe è proprio in questo senso: comprendere il valore attribuito dall’autore ad un termine e non il suo equivalente fonema caricato di un significato diverso

Ciò mette in evidenza la “stregoneria” che le parole possono diffondere tra le persone, tra il livello di comprensione diffuso dalle persone tra le persone. Come un virus che rende incapaci di capirsi pur parlando anche la stessa lingua. La costruzione della Torre di Babele, l’innalzamento dell’Ego umano oltre ogni evidenza, ha attirato su di sé proprio questa “sventura”. Ma tutto ciò faceva parte della discesa o “caduta” del genere umano, comunque opportuna. Ora stiamo vivendo la fase di ascesa e la “musica” è cambiata…

È sempre più chiaro perché il linguaggio “istituzionale” dello Stato e delle “Corporazioni” è oscuro e pieno di termini pazzeschi. Per questo motivo la "Messa" è stata recitata per secoli in Latino, anche quando nessuno del "volgo" lo comprendeva più. Dietro al termine “forbito” si cela un preciso disegno di allontanamento della massa dalla comprensione. La massa sviluppa “allergia” a queste parole e evita di approfondire i significati, non capendo e dunque continuando a smarrirsi. E, si sa… la legge non ammette ignoranza

Ma l’ignoranza è anche direttamente la conseguenza di un sistema scolastico predisposto proprio per non fare comprendere, per fare un lavaggio del cervello completo, anche nei casi di laureati e “dotti” più sopraffini che non sanno più staccarsi dalle proprie nozioni, confondendole per “oro colato”.

Il frattale più evidente? Il modello attualmente in voga, dove l’intelligenza e la cultura sono messe al servizio di “altre ragioni”? Vittorio Sgarbi. E perdonate l’indice alzato. È solo per fornire un esempio lampante e direttamente accessibile a tutti. Egli ci mostra solo la via da non perseguire: è un coraggioso!

Prendiamo nota di questo “consiglio” paterno che ci dona Hubbard. Applichiamolo ad ogni frangente della Vita. È un monito ad essere presenti in se stessi. A lavorare con il proprio “strumento”, le proprie energie. A ritenere il nostro potere di co creazione come assolutamente vero. La responsabilità che deriva da questa manifestazione di viva presenza è notevole. Con il tempo prenderemo atto di esistere ad un livello superiore di quell’unico percepito… e la nostra presenza in Terra non potrà più essere messa in discussione da nessuna divinità presunta o adorata, perché la Creazione è parte di noi, ci ispira ogni nanosecondo e la sua parola è inconfondibile se prestiamo vera attenzione.

Non mi importa se attorno a Hubbard ci sono pareri discordi o libere interpretazioni del suo pensiero. A “naso” sento che c’è del buono, anzi dell’ottimo… almeno per me. E, ricordo, che questo Blog è un diario aperto che evidenzia un preciso cammino verso l’indipendenza dall’Antisistema, verso la fusione dell’Ego con lo Spirito, verso l’Ascensione perseguita in primis dalla Madre Terra che ci “ospita” amorevolmente e a cui dobbiamo molto.

Andare oltre quindi…

Come leggere questo libro.
Dianetics è un'avventura: è l'esplorazione di una terra incognita, la mente umana, cioè quel vasto regno, finora sconosciuto, situato un centimetro dietro la nostra fronte…
 
Ciò che un individuo non conosce di se stesso, dei suoi genitori e delle proprie “motivazioni” è tutt'altro che poco. Alcune delle cose che scoprirete potranno stupirvi, poiché i dati più importanti della vostra vita potrebbero essere non ricordi, bensì “engram” nascosti nelle profondità della vostra mente, privi di collegamento ma semplicemente distruttivi.
 
Molte sono le ragioni per cui "non potete star bene" e col tempo poi saprete, una volta scoperte negli engram le frasi con valore di comando, quanto divertenti siano queste ragioni, soprattutto per voi.
Dianetics non è un'avventura seria. Per quanto abbia a che fare con sofferenze e sconfitte, finisce sempre con una risata, tanto folle, tanto mal interpretate erano quelle cose che causavano dolore…
In questo volume non si è affatto cercato di usare frasi altisonanti, parole eccessivamente dotte o l'atteggiamento distaccato del professorone. Quando si comunicano risposte semplici, la comunicazione non va resa più complicata di quanto non sia strettamente necessario al fine di far arrivare te idee

C’è molta saggezza in queste parole. Faremo bene a tenerci lontani da ogni coinvolgimento esagerato, ma staremo ben attenti a cogliere i significati profondi che possono essere trasferiti nei nostri campi d’energia. Faremo una “spremuta” del contenuto e ne berremo l’essenza ultima. L’essenza dell’autore, il suo intento superiore, sarà certamente lì dentro contenuto.

Leggiamo cosa “dice” l’istituzionale Wikipedia, dopo il consueto “monito” di apertura – “Le pratiche qui descritte non sono accettate dalla scienza medica…”: 

Dianetics significa "attraverso" (in greco "dia") la mente (in greco "nous"). L. Ron Hubbard, grazie al successo di questo libro, abbandona il filone fantascientifico per interessarsi al mondo della "salute mentale" inventando una nuova "tecnologia della mente umana", in grado di liberare, a suo dire, l'uomo da quelle che lui definiva "aberrazioni".
 
Il nucleo centrale di Dianetics è costituito dall’assioma secondo il quale la mente è divisa in due parti: la mente analitica e la mente reattiva.
La mente analitica è quella parte della mente che percepisce e conserva i dati per risolvere i problemi, la mente reattiva invece archivia e conserva il dolore e le emozioni dolorose. La mente reattiva impedisce alla mente analitica di funzionare al pieno delle sue possibilità. La grande maggioranza dei problemi fisici e psichici altro non sono che problemi causati da eventi traumatici da noi registrati e chiamati Engram.

Gli engram sono residenti nella nostra mente reattiva.
 
Eliminati gli engram e con essi la mente reattiva si raggiunge lo stato di Clear, ovvero uno stato in cui l’individuo è in grado di “funzionare” al pieno delle proprie potenzialità.
L’eliminazione degli engram avviene attraverso l’auditing, nel quale il pre-clear si confronta con gli engram della sua mente reattiva con all’assistenza di un auditor. Il risultato dell’auditing è la scomparsa di una molteplicità di malattie.
 
Si afferma nel libro:
  1. il daltonismo è una condizione mentale; (pag. 15)
  2. la vista si deteriora per un principio psicosomatico; (pag.17)
  3. i depositi di calcio nelle orecchie possono fare fischiare le orecchie; (pag.17)
  4. l'organismo non aberrato [Ndr: cioè privo della mente reattiva] può controllare il cuore, il funzionamento endocrino ..; (pag. 60)
  5. la mente analitica può controllare i muscoli non volontari; (pag. 61)
  6. sparisce la mente reattiva e sparisce l'artrite, la miopia migliora e l'intera categoria delle malattie sparisce (pag. 65)
  7. la parte senziente della mente [Ndr: quindi la mente analitica, e quindi il Clear che si è liberato della mente reattiva] [..] è assolutamente incapace di errare; (pag. 23)
  8. scarica il contenuto del deposito di questa mente e l'artrite svanisce [...] l'asma sparisce (pag. 65)
  9. Dianetics è, al momento presente, pronta ad includere il cancro ed il diabete. Vi sono molte ragioni per supporre che queste malattie siano causate da engram (pag. 115).
Chi è invece dominato dalla mente reattiva è definito aberrato: l'aberrato non è responsabile delle sue azioni perché "il controllo che l'aberrato ha delle sue azioni è praticamente nullo" (pag. 508).
La terapia ideata da Hubbard si fonda sulla sua idea che l’uomo è spinto da un basilare istinto: la sopravvivenza.
 
Tale impulso alla sopravvivenza si suddivide in quattro dinamiche. La prima riguarda la sopravvivenza dell'individuo, la seconda riguarda la sopravvivenza tramite la procreazione, la terza si riferisce alla sopravvivenza del gruppo e la quarta riguarda la sopravvivenza di tutto il genere umano (pag. 53-56).
Queste dinamiche e l'intelligenza vengono inibite dagli engram che forniscono alla mente analitica dati falsi. 

Hubbard fornisce molti esempi di problemi causati dagli engram prenatali, ad esempio, se un marito picchia la moglie incinta urlando "Prendi questo! Prendi! Ti dico di prenderlo!" il bambino può interpretare quelle parole in senso letterale, potendo così, una volta adulto, diventare un ladro.

Per chi decidesse di approfondire un simile testo, consiglio di tenersi estremamente distaccato, quasi trasparente e di assorbire solo ciò che sente più consono. Con il termine “consono” intendo di lasciare fare alla nostra parte intuitiva, la quale è in grado di polarizzare l’informazione, purificandola dai valori e dai significati più estremi e “virulenti”

La verità è sparsa ad arte per ogni dove.