domenica 15 agosto 2010

Una scuola, un teatro... e noi.





Lo scopo della Vita è… essere qua in questo momento con tutto il proprio essere, assaporando tutto ciò che succede come una preziosa opportunità. Mentre viviamo la sincronia degli eventi, scopriamo diversi livelli di “attenzione” o di consapevolezza; osservando dai diversi piani, la prospettiva muta d’apparenza, ma il filo conduttore che ci tiene qua è sempre lo stesso: quello è lo scopo della nostra Vita. Terminato il nostro tempo, questo “filo” viene ritirato, come fa la nave con la propria ancora.

Viviamo in una densità del tempo, diversa dal solito, in questi anni: più eterea.

Una densità da vicinanza di un cambiamento sempre più maturo, da spirito di frontiera, da commistione fra nuovo e vecchio. E nel rapporto di “miscela” ci muoviamo in maniera nuova, come in sfere di tempo leggere e trascinate all’apparenza. Tante bolle portate dalla corrente. A volte stiamo a testa in giù, altre volte di traverso e poi, quando a testa alta affrontiamo una nuova giornata, ci chiediamo cosa ci sia di strano oggi. Sensazioni di piccole “punture” qua e là, agitano il panorama corporeo.

Cosa mai avremo mangiato la sera prima?

Allora un senso come di paracadutismo o di nausea ci trapassa, alla velocità della luce, per poi lasciarci solo un retro pensiero di sollievo: “per fortuna il dolore non si è fermato, altrimenti mi avrebbe ucciso”. E, solo per questo, sentiamo sollievo e siamo persino felici.

Questione di prospettive diverse.

La forza di uno scampato pericolo? O lo shock addizionale per spingerci avanti? Che importa? Il risultato corrisponde alla spinta universale, al suo incoraggiamento a “ritrovarsi”. Il landing sul pianeta è stato difficile. Dove si trova adesso l’astronave madre? Abbiamo perso i contatti? Non udiamo più nessuna voce attraverso il nostro sistema ghiandolare oppresso? Cosa stiamo facendo per ripararlo? Sarà opportuno ripararlo? Oppure è meglio vivere lungamente come Ulisse sull’isola della maga Circe?

Osserviamoci da “altezze” diverse; osserviamo non gli altri ma noi stessi… le nostre "regole" le stiamo scrivendo noi?

In un momento della nostra storia individuale siamo caduti opportunamente: siamo venuti qua proprio per questo!

Cadiamo per imparare a rialzarci con “gambe” sempre più solide. Ecco lo scopo

Sarà l’unico?

Mi ha colpito molto ciò che ha segnato il pensiero e dunque la Vita del Pascoli, ad esempio:

Pascoli ebbe una concezione dolorosa della vita, sulla quale influirono due fatti principali: la tragedia familiare e la crisi di fine ottocento.
La tragedia familiare colpì il poeta quando il 10 agosto del 1867 gli fu ucciso il padre. Alla morte del padre seguirono quella della madre, della sorella maggiore, Margherita, e dei fratelli Luigi e Giacomo. Questi lutti lasciarono nel suo animo un'impressione profonda e gli ispirarono il mito del "nido" familiare da ricostruire, del quale fanno parte i vivi e idealmente i morti, legati ai vivi dai fili di una misteriosa presenza. In una società sconvolta dalla violenza e in una condizione umana di dolore e di angoscia esistenziale, la casa è il rifugio nel quale i dolori e le ansie si placano.
L'altro elemento che influenzò il pensiero di Pascoli, fu la crisi che si verificò verso la fine dell'Ottocento e travolse i suoi miti più celebrati, a cominciare dalla scienza liberatrice e dal mito del progresso. Pascoli, nonostante fosse un seguace delle dottrine positivistiche, non solo riconobbe l'impotenza della scienza nella risoluzione dei problemi umani e sociali, ma l'accusò anche di aver reso più infelice l'uomo, distruggendogli la fede in Dio e nell'immortalità dell'anima, che erano stati per secoli il suo conforto:
...tu sei fallita, o scienza: ed è bene: ma sii maledetta che hai rischiato di far fallire l'altra. La felicità tu non l'hai data e non la potevi dare: ebbene, se non hai distrutta, hai attenuata oscurata amareggiata quella che ci dava la fede...
Fonte: www.cronologia.leonardo.it    

Una storia tremenda di sofferenza, terminata essa stessa con la morte per cancro. Quando una malattia terminale come il cancro ci colpisce è perché non abbiamo compreso a fondo le lezioni che la Vita voleva insegnarci. Non abbiamo avuto la giusta chiave di lettura dello scopo della malattia, perché ci sfuggiva lo scopo della Vita e, dunque, sfuggiva il senso della nostra esistenza in Terra.

Ma tutto ciò descrive solo un processo di lenta maturazione, come il frutto sull’albero, che avviene di incarnazione in incarnazione. Nulla è mai perduto…

“Il giorno fu pieno di lampi;
ma ora verranno le stelle,
le tacite stelle…”
Da “La mia sera” di Giovanni Pascoli

 

sabato 14 agosto 2010

La metallizzazione animica.

Nel libro “Anime indesiderate“ di Daniel Givaudan, possiamo trovare delle sontuose pagine che narrano e “spiegano” quei meccanismi nascosti o malcreduti dall’uomo incarnato ed immemore, relativi all’affondamento dell’Anima nella densità vibrazionale della materia. Ossia si può leggere del come l’Anima rimanga impigliata in una vera e propria “ragnatela” tesa nei livelli a più bassa vibrazione: vedremo che tutto è opportuno e nulla è per caso. Il fine ultimo, il senso intimo, è sempre legato all’evoluzione individuale e globale… la Vita che induce a ricordare e trasmutare un potenziale incompleto nel suo opposto. Più in generale a "fare esperienza".

Il presupposto è che la spinta evolutiva esista sempre, insita nella ragione stessa della sofferenza e del dolore.

Quanto il passato, nel reame del tempo spazio, pesa sul processo continuo di crescita? Le forze che “imprigionano”, come l’Antisistema, a quanto possono ambire in un simile contesto nel ruolo di controllori? Ossia “sino a dove possono spingersi”? Il loro dominio sulla densità vibrazionale affine, può anche estendersi alle altre sfere della creazione? O non v’è nessun “pericolo” e l’intero creato è in uno stato di assoluto equilibrio strutturale?

Domande “lecite” a cui il tempo multidimensionale darà una risposta. Ne sono certo!

Io credo, sin da ora, che il Piano Divino sia perfetto anche nel contemplare la possibilità di un “ritorno di fiamma” diverso da quello “progettato” e sostenuto, proprio perché in questo modo, la creazione responsabilizza se stessa al massimo livello. Ogni “scintilla” contiene il germe di ogni possibilità, anche quella della “rivolta”: ciò consiste nella massima apertura di fiducia da parte del Creatore nella sua linea di “discendenza” o esplosione “molecolare”. Perché penso ciò? 

Perché è quello che farei io al suo posto! Massima fiducia nei miei figli...

Ciò che farei io esprime un potenziale lecito del Creatore, uno specchio o un suo riflesso, un frattale minore di quello maggiore; perché no? Sicuramente frutto del mio attuale livello di consapevolezza, tuttavia presente nell’arco di potenziale teorico e dunque possibile. Il piccolo che rispecchia il grande.

Nel libro di Givaudan sopraccitato, l’autore utilizza i suoi doni di consultazione dei registri Akasici e di proiezione astrale, al fine di incontrare delle entità preposte, previste, disposte ad aiutare quelle Anime “sofferenti” appesantite dal dramma della violenza subita, percepita, condotta “in Terra”. Ecco un passo significativo che, personalmente, mi ricorda, per l’atmosfera “dipinta”, taluni passaggi della “Divina Commedia” di Dante Alighieri, un altro grande "viaggiatore" del passato:

A mia volta, ho voglia di interrogare queste due presenze, simili a fiaccole:
“Ditemi… Dietro alle particolarità delle storie individuali, esiste uno schema globale che ha intrappolato questi esseri in tal modo? Hanno accettato volutamente i rischi di questa esperienza di incarnazione spezzata? Vi sono stati costretti?”.
“Oh, come puoi immaginare, ben pochi sceglierebbero un percorso di questo genere! Vi sono Anime, molto evolute, che sanno di dover a volte attraversare una difficoltà di questo genere; quanto alle altre… le altre, tranne rarissime eccezioni, vengono aspirate nel turbine vibratorio di una violenza, e poi nel ventre di una donna, a causa di quelle che siamo obbligati, le loro basse frequenze. Un’espressione che può sembrare un po’ caricaturale,  ma che traduce in realtà un dato di fatto, difficile da esprimere più chiaramente di così.
Certe Anime si sono inquinate durante una fase della loro evoluzione; si sono inquinate con pulsioni, ossessioni d’ogni genere, immagini ricorrenti di ricordi dolorosi, spesso legati alla violenza. Noi, qui, diciamo che si appesantiscono, che si metallizzanoAllora, un po’ come il ferro, si lasciano attrarre dall’ambiente di altre presenze ferrose, pesanti, primitive. Ed è così che vengono  letteralmente fagocitate da un contesto terrestre simile a ciò di cui sono permeate.
Non è forse logico che la bellezza generi bellezza, e che alla bruttezza o alla crudeltà rispondano bruttezza e crudeltà?
Ed è proprio per rompere questo circolo vizioso che siamo qui. Definitivamente, è la compassione, la potente forza di resurrezione che cerchiamo di offrire. In tal senso, fungiamo anche da disinquinatori psichici. Accarezzando queste Anime, accogliendole malgrado tutto, le ripuliamo degli incubi fra i quali si sono smarrite fino a rinnegare la loro identità profonda.
Che cosa ha potuto appesantirle? Semplice… Guerre, massacri ai quali hanno partecipato o ai quali hanno acconsentito, violenze collettive… e anche la dipendenza da sostanze stupefacenti. Insomma, tutto ciò che avvilisce e imprigiona l’essere due volte, nella mente e nel cuore”.
“E nelle cellule?”.
“Si, hai ragione, avrei dovuto dire che la prigione è triplice.  Fra due incarnazioni, ogni essere conserva il bagaglio di una memoria cellulare accumulata di Vita in Vita; questa memoria è situata in quello che, tradizionalmente, è chiamato atomo-seme, nel cuore del cuore della coscienza. Le pulsioni incontrollate e i riflessi viscerali sono quasi tutti originati da questa memoria, che induce una vera e propria programmazione anche sul piano fisico.

Di fatto si tratta di una specie di carica energetica, che soltanto un Amore immenso può disinnescare, invece che combatterla, finchè essa si esaurisce a poco a poco, come se fosse una batteria.

Ma voglio tornare per un attimo a ciò che riesce ad attrarre delle Anime nel contesto di una violenza, o di un qualsiasi altro comportamento bestiale… Non bisogna credere che soltanto gli esseri che hanno una memoria “metallica” siano catturati da un contesto simile. Molte grandi Anime o, più semplicemente, Anime antiche, scelgono deliberatamente un’esperienza di questo genere per avvicinarsi al massimo alla compassione assoluta: accettando un inizio di incarnazione nell’ignominia, aprono il loro cuore ancora di più.
Come vedi, circostanze simili possono essere vissute in modo totalmente opposto, a seconda del livello di coscienza di chi le affronta. A seconda di chi vive la sofferenza, essa genera due tipi di conseguenze, diametralmente opposte fra loro: o restringe e inaridisce il cuore, oppure lo dilata, facendo sbocciare i fiori più delicati dell’Amore.
Per quanto riguarda le Anime belle che scelgono di passare attraverso una prova del genere, è più corretto parlare di “traversata”, più che di soggiorno. Infatti, nulla, in esse, può indurle a permanere in un luogo come quello di cui siamo i custodi. Sono troppo lievi , e rapidamente si liberano dall’aura di violenza e di sofferenza che hanno accettato di conoscere. Raggiungono dunque il loro mondo, ricche di nuova forza.
Dunque, come vedi, gli atti umani più intollerabili a volte possono servire da via di crescita per le presenze più radiose.

Non vi è dimora, né corpo, né cuore abbastanza oscuro e ferito perché una luce di tenerezza non provi a visitarlo… Questa è una verità che va impressa a lettere d’oro dentro di noi”.

Fonte: “Anime indesiderate – bambini che non hanno potuto nascere” di Daniel Meurois-Givaudan – Pagine 76 77 78  

 

venerdì 13 agosto 2010

Il miracolo quotidiano della Vita.





Credete nei miracoli? Ne avete mai visto personalmente uno? Se si, cosa ritenete di avere imparato nell’assistervi? Quale lezione conteneva per voi quella “scena”?

Gli “specchi” sono sempre all’opera, ricordate? È in realtà di voi, di ognuno di noi, che si "parla"!

Ognuno di noi che lancia segnali prospettici, vivendo, e che riceve segnali di ritorno, continuando a vivere; facendo esperienza. Le nostre individualità incarnate soggiornano in Terra a causa di solidi motivi: evolvere comprendendo ciò che accade e che facciamo accadere.

Evolvere ricordando il "chi si è" anche in Terra.

Ciò che accade non è mai frutto del caos, se manteniamo la “testa” alta e fuori dal pelo della “superficie” delle vicissitudini, perché tutto è opportuno. Esistono “regioni” della creazione in cui vigono leggi anche del paradosso, per cui non è possibile determinare un “ruolino di marcia” valido per sempre e per tutti. Ciò che è valido per me può non esserlo per altri e viceversa.

Ci muoviamo in una giungla che nasconde ogni traccia evidente del nostro cammino; questa “giungla” però non può cancellare i miracoli accaduti alle persone, tanto che questi camminano ancora oggi per le vie della memoria e della tradizione popolare. Pensateci bene e processerete che è proprio così! I miracoli non si cancellano mai anche se possono rimanere circoscritti nell’ambito di un gruppo, di una comunità, di una famiglia, etc.

Le differenze costruite attorno a noi, a partire dalla diversificazione del linguaggio e dalle demarcazioni geografiche, servono anche a questo. Si delimita il campo energetico d’azione dei miracoli, attenuandone la spinta, la forza propulsiva dell’atto compiuto, delle persone che hanno assistito, dell’eco e della propagazione della sua narrazione.

I più grandi miracoli si ricordano ancora oggi, miscelati ed annacquati nelle scritture religiose. Ma quanti altri vivono solo come potenziale attorno alle zone che li hanno visti accadere? Ognuno di noi lascia dietro di sé, la scia energetica di quello che fa e nei registri Akasici rimane persino la “trascrittura” indelebile ed eterna. Ma chi ha accesso a una simile visione o chi è in possesso delle “chiavi” per avere accesso ad una simile biblioteca del “sapere”?

Domande lecite per coloro che credono in quella parte più eterna di sé.

Quando, un paio di Natali fa, regalammo, io e mia moglie, un libro di Roy Martina intitolato “L’anello mancante del segreto” ad una nostra carissima Amica, rimanemmo letteralmente e positivamente sconvolti nell’assistere al miracolo che accadde nel “breve” volgere di un solo anno. La nostra Amica cambiò Vita, attirando a sé, in maniera perfettamente lucida, ogni tipo di circostanza utile ad abbeverare la propria causa in evidente corso d’opera. In 365 giorni esatti la sua Vita si rovesciò a 180 gradi (mezzo grado al giorno :-) ). Uscì da una situazione che sembrava ai più, un vicolo cieco.

Fu eccezionale assistere a come i tasselli che componevano il suo sogno si incastrarono l’uno nell’altro senza mai manifestare segni di attrito o di perdita di velocità d’esecuzione. Il denaro per compiere l’impresa, giunse per vie insospettabili. Le persone si allinearono in maniera tale da aiutare il flusso d’energia irradiato con tanta capacità e forza. Fu subito chiaro che, per lei, quel libro costitutiva parte stessa del “miracolo”. Il sincrodestino era all’opera ancora prima che noi pensassimo di regalarglielo. Noi stessi eravamo parte del suo sogno.

Guardando indietro, adesso è tutto chiaro!

E io sento la necessità di manifestare a tutti, ciò a cui ho assistito, anzi ciò a cui ho contribuito a fare accadere. Perché? Perché sia di buon auspicio a far si che altri miracoli possano accadere. Perché quando si respira l’aria, l’energia di un miracolo, si respira anche la possibilità che accada anche a noi. Un miracolo è contagioso, è un campo d’energia ad alta vibrazione che può essere allargato quanto si  vuole se il “testimone” posto ai confini accetta di veicolare la trasmissione. I testimoni siamo noi tutti. quanto decideremo di fare espandere la sua eco?

Chi semina vento raccoglie tempesta; evitiamo il giudizio e l’irradiazione di fenomeni deleteri come l’invidia. Se accetteremo di rimanere prigionieri delle nostre paure, dei nostri timori, questi ci costruiranno attorno una gabbia di contenimento sempre più spessa e funzionale, nella quale i segnali dal “cielo” non potranno più entrare. Crediamo in noi e facciamo “leva” sui miracoli che accadono sempre più spesso attorno a noi; utilizziamoli come propellente per entrare nell’orbita dei nostri desideri. Dobbiamo avere fede in noi stessi. Non serve pregare nessuno.

Serve credere, desiderare, lasciare andare con fiducia. Facile e difficile allo stesso tempo, no?

Come viene definito un miracolo? Utilizziamo la canonica fonte Wikipedia:

"Si definisce miracolo (dal latino «miraculum», cosa meravigliosa) un evento a volte attestato, a volte asserito, difficilmente spiegabile secondo cause conosciute, e quindi attribuito a qualche causa paranormale, e specificamente ad un intervento soprannaturale o divino, e che appare svolgersi in contrasto con le leggi naturali. Nel linguaggio comune, per estensione, il temine miracolo indica anche un evento straordinario, che desta meraviglia".

Capite? È una cosa meravigliosa! Di qualsiasi tipo. Per me è meraviglioso anche svegliarmi tutte le mattine e poter respirare: il miracolo della Vita.

Il resto della definizione è paradossale, è Antisistema puro: “… che appare svolgersi in contrasto con le leggi naturali…”. Leviamoci di dosso questa visione banalizzante ed impoverente delle nostre facoltà divine, solo assopite.

Un miracolo è il succedere di una cosa meravigliosa!  

Quali altre parole servono per aggiungere altro significato? Nessuna. La Vita è meravigliosa; i miracoli sono la testimonianza frattale della sua “altezza”. I miracoli sono quotidiani, sono fenomeni normali dello svolgersi della Vita. Sono l’ossigeno, la luce, l’erba, la terra, il cielo, il Sole, la Luna, le persone, l’Amore del Creatore.

Basta dipingerli come fenomeni inspiegabili e una tantum.

“Negli ultimi due anni ho parlato con centinaia di persone che hanno letto il libro “The Secret” o visto il DVD ma, nonostante gli enormi sforzi, non sono riuscite a manifestare i loro sogni. Quasi sempre sono riuscito a scovare ciò che li bloccava in pochi minuti: una delle ragioni è che si concentrano sul "come" le cose devono andare. Molti di loro non lo capiscono sebbene il libro sia molto chiaro al riguardo e finiscono con lo sprecare tempo prezioso sulla parte sbagliata.

Quindi, come tralasciare la domanda: “Si, ma come?”.
La maggior parte delle persone cancella il proprio ordine dopo avere detto: “Voglio…” e si chiede: “Si, ma come? Come faccio a ottenerlo?”. In questo modo distrugge l’ordine bello e chiaro che aveva creato con la visualizzazione del “Voglio…”.

Il modo più semplice per risolvere il problema è usare la Tecnica del Segreto: punta l’indice destro sul cuore, metti la mano sinistra sulla fronte e di’ la seguente frase:
“Anche se non so come, e non ci credo, sono sicuro che otterrò quello che voglio; se dovessi confessare ciò che veramente voglio più di ogni altra cosa al mondo, cosa chiederei?”. È importante inspirare ed espirare lentamente almeno tre volte.

Se parli a te stesso in questo modo, rimuovi gli ostacoli che hai messo sul tuo cammino, dando al tuo desiderio bello e puro la possibilità di presentarsi: quando lo farà puoi registrarlo e iniziare a caricarti ogni giorno con emozioni positive. Questo è il primo ostacolo importante da superare, solo così riuscirai a rilassarti creando sincronismo con l’Universo per fare in modo che tutto ti arrivi nel modo e al momento migliore”.
Fonte: L’anello mancante del SegretoRoy Martina - Pagine 75 e 76

Occorre una visione chiara di quello che si vuole. Il più delle persone è già persa o confusa a questo livello. 

Meditiamoci sopra…
   
* L'opera di testa è "Over Soul" di Alex Gray -1997