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sabato 14 agosto 2010

La metallizzazione animica.

Nel libro “Anime indesiderate“ di Daniel Givaudan, possiamo trovare delle sontuose pagine che narrano e “spiegano” quei meccanismi nascosti o malcreduti dall’uomo incarnato ed immemore, relativi all’affondamento dell’Anima nella densità vibrazionale della materia. Ossia si può leggere del come l’Anima rimanga impigliata in una vera e propria “ragnatela” tesa nei livelli a più bassa vibrazione: vedremo che tutto è opportuno e nulla è per caso. Il fine ultimo, il senso intimo, è sempre legato all’evoluzione individuale e globale… la Vita che induce a ricordare e trasmutare un potenziale incompleto nel suo opposto. Più in generale a "fare esperienza".

Il presupposto è che la spinta evolutiva esista sempre, insita nella ragione stessa della sofferenza e del dolore.

Quanto il passato, nel reame del tempo spazio, pesa sul processo continuo di crescita? Le forze che “imprigionano”, come l’Antisistema, a quanto possono ambire in un simile contesto nel ruolo di controllori? Ossia “sino a dove possono spingersi”? Il loro dominio sulla densità vibrazionale affine, può anche estendersi alle altre sfere della creazione? O non v’è nessun “pericolo” e l’intero creato è in uno stato di assoluto equilibrio strutturale?

Domande “lecite” a cui il tempo multidimensionale darà una risposta. Ne sono certo!

Io credo, sin da ora, che il Piano Divino sia perfetto anche nel contemplare la possibilità di un “ritorno di fiamma” diverso da quello “progettato” e sostenuto, proprio perché in questo modo, la creazione responsabilizza se stessa al massimo livello. Ogni “scintilla” contiene il germe di ogni possibilità, anche quella della “rivolta”: ciò consiste nella massima apertura di fiducia da parte del Creatore nella sua linea di “discendenza” o esplosione “molecolare”. Perché penso ciò? 

Perché è quello che farei io al suo posto! Massima fiducia nei miei figli...

Ciò che farei io esprime un potenziale lecito del Creatore, uno specchio o un suo riflesso, un frattale minore di quello maggiore; perché no? Sicuramente frutto del mio attuale livello di consapevolezza, tuttavia presente nell’arco di potenziale teorico e dunque possibile. Il piccolo che rispecchia il grande.

Nel libro di Givaudan sopraccitato, l’autore utilizza i suoi doni di consultazione dei registri Akasici e di proiezione astrale, al fine di incontrare delle entità preposte, previste, disposte ad aiutare quelle Anime “sofferenti” appesantite dal dramma della violenza subita, percepita, condotta “in Terra”. Ecco un passo significativo che, personalmente, mi ricorda, per l’atmosfera “dipinta”, taluni passaggi della “Divina Commedia” di Dante Alighieri, un altro grande "viaggiatore" del passato:

A mia volta, ho voglia di interrogare queste due presenze, simili a fiaccole:
“Ditemi… Dietro alle particolarità delle storie individuali, esiste uno schema globale che ha intrappolato questi esseri in tal modo? Hanno accettato volutamente i rischi di questa esperienza di incarnazione spezzata? Vi sono stati costretti?”.
“Oh, come puoi immaginare, ben pochi sceglierebbero un percorso di questo genere! Vi sono Anime, molto evolute, che sanno di dover a volte attraversare una difficoltà di questo genere; quanto alle altre… le altre, tranne rarissime eccezioni, vengono aspirate nel turbine vibratorio di una violenza, e poi nel ventre di una donna, a causa di quelle che siamo obbligati, le loro basse frequenze. Un’espressione che può sembrare un po’ caricaturale,  ma che traduce in realtà un dato di fatto, difficile da esprimere più chiaramente di così.
Certe Anime si sono inquinate durante una fase della loro evoluzione; si sono inquinate con pulsioni, ossessioni d’ogni genere, immagini ricorrenti di ricordi dolorosi, spesso legati alla violenza. Noi, qui, diciamo che si appesantiscono, che si metallizzanoAllora, un po’ come il ferro, si lasciano attrarre dall’ambiente di altre presenze ferrose, pesanti, primitive. Ed è così che vengono  letteralmente fagocitate da un contesto terrestre simile a ciò di cui sono permeate.
Non è forse logico che la bellezza generi bellezza, e che alla bruttezza o alla crudeltà rispondano bruttezza e crudeltà?
Ed è proprio per rompere questo circolo vizioso che siamo qui. Definitivamente, è la compassione, la potente forza di resurrezione che cerchiamo di offrire. In tal senso, fungiamo anche da disinquinatori psichici. Accarezzando queste Anime, accogliendole malgrado tutto, le ripuliamo degli incubi fra i quali si sono smarrite fino a rinnegare la loro identità profonda.
Che cosa ha potuto appesantirle? Semplice… Guerre, massacri ai quali hanno partecipato o ai quali hanno acconsentito, violenze collettive… e anche la dipendenza da sostanze stupefacenti. Insomma, tutto ciò che avvilisce e imprigiona l’essere due volte, nella mente e nel cuore”.
“E nelle cellule?”.
“Si, hai ragione, avrei dovuto dire che la prigione è triplice.  Fra due incarnazioni, ogni essere conserva il bagaglio di una memoria cellulare accumulata di Vita in Vita; questa memoria è situata in quello che, tradizionalmente, è chiamato atomo-seme, nel cuore del cuore della coscienza. Le pulsioni incontrollate e i riflessi viscerali sono quasi tutti originati da questa memoria, che induce una vera e propria programmazione anche sul piano fisico.

Di fatto si tratta di una specie di carica energetica, che soltanto un Amore immenso può disinnescare, invece che combatterla, finchè essa si esaurisce a poco a poco, come se fosse una batteria.

Ma voglio tornare per un attimo a ciò che riesce ad attrarre delle Anime nel contesto di una violenza, o di un qualsiasi altro comportamento bestiale… Non bisogna credere che soltanto gli esseri che hanno una memoria “metallica” siano catturati da un contesto simile. Molte grandi Anime o, più semplicemente, Anime antiche, scelgono deliberatamente un’esperienza di questo genere per avvicinarsi al massimo alla compassione assoluta: accettando un inizio di incarnazione nell’ignominia, aprono il loro cuore ancora di più.
Come vedi, circostanze simili possono essere vissute in modo totalmente opposto, a seconda del livello di coscienza di chi le affronta. A seconda di chi vive la sofferenza, essa genera due tipi di conseguenze, diametralmente opposte fra loro: o restringe e inaridisce il cuore, oppure lo dilata, facendo sbocciare i fiori più delicati dell’Amore.
Per quanto riguarda le Anime belle che scelgono di passare attraverso una prova del genere, è più corretto parlare di “traversata”, più che di soggiorno. Infatti, nulla, in esse, può indurle a permanere in un luogo come quello di cui siamo i custodi. Sono troppo lievi , e rapidamente si liberano dall’aura di violenza e di sofferenza che hanno accettato di conoscere. Raggiungono dunque il loro mondo, ricche di nuova forza.
Dunque, come vedi, gli atti umani più intollerabili a volte possono servire da via di crescita per le presenze più radiose.

Non vi è dimora, né corpo, né cuore abbastanza oscuro e ferito perché una luce di tenerezza non provi a visitarlo… Questa è una verità che va impressa a lettere d’oro dentro di noi”.

Fonte: “Anime indesiderate – bambini che non hanno potuto nascere” di Daniel Meurois-Givaudan – Pagine 76 77 78