martedì 22 giugno 2010

Disegnare la propria Vita, passando dalla nascita.




Abbiamo visto che la struttura chimica dell’acqua è sempre le stessa: H2O. Facendo l’analisi di tutti i diversi tipi di acqua presenti sul territorio, la composizione chimica non cambia; mutano invece le componenti percentuali contenute di sali minerali, residuo fisso, sodio, etc.

Eppure l’acqua registra differenze abissali in termini di “energia” posseduta.

Capiamo allora che si tratta di un diverso aspetto o “corpo” posseduto dall’acqua, rispetto alla composizione chimica, come due diverse facce della stessa medaglia. C’è dunque molto di più nelle “cose” e la sola analisi al “microscopio” riporta solo in parte il contenuto di una sostanza.

È come cercare Dio spaccando una radio in mille pezzi: il "segnale" non proviene dalla radio.

Il mondo delle vibrazioni, delle frequenze è una dimensione sottile e “alternativa”, compenetrante quella “grezza” della materia. La frequenza di oscillazione cellulare determina talune caratteristiche che esulano dallo studio biochimico delle stesse.

Le frequenze disegnano le geometrie spaziali presenti in maniera frattale dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande. I mondi che emergono sono diversi ed hanno caratteristiche che si imprimono a cascata. Quando uno di questi “mondi” si affaccia sul visibile, plasma la realtà percepita. Un esempio è il corpo umano e la dimensione densa in cui viviamo con il fisico.

Le altre dimensioni non sono percepibili attraverso i sensi comuni, ma esistono tanto quanto esiste la “carne” che possiamo pizzicare e che ci trasmette dolore o sollievo. Esistono altri "corpi" che ci avvolgono:
  • corpo fisico
  • doppio eterico
  • corpo astrale
  • corpo mentale
  • corpo causale
E questo solo fermandosi al livello mentale del nostro “costrutto”. Davvero entusiasmante, no? Per esseri che credevano già 1000 anni fa di sapere tutto non è davvero male riconoscere che, invece, non sappiamo ancora nulla, addirittura già giunti negli anni 2000.

Tuttavia anche questo fatto, relativo alla nostra “ignoranza”, è un luogo comune. Una modalità per passare dalla padella alla brace. Perché? Perché se l’uomo fosse libero di manifestare in Terra, tutto ciò che le sue diverse componenti già sanno o “ricordano”, in ogni maniera, ossia prendendo anche in considerazione i canali sensoriali più sottili o “esoterici”, beh… tutto muterebbe nel giro di pochissimo tempo. L’umanità è cosparsa di verità. Siamo imbevuti della verità, tanto da non riconoscerla; perché riconoscerla ci porterebbe allo sconvolgimento dello status quo, di tutto ciò che oggi è consolidato sia nel bene che nel male. Abbiamo preso una strada complessa per "paura": quella della sofferenza. Paradossale, vero?

L’apertura a cui siamo e saremo sottoposti nei prossimi anni è proprio questa: accettare che la verità è sempre stata con noi e aprire gli occhi per tornare a prenderla in considerazione, crescendo con lei, bagnati della sua proprietà vivificante.

Di mezzo ci sono i nostri inconsci padroneggiati dall’Antisistema.

Il “custode” che fedelmente si oppone al cambiamento che lo cancellerebbe per sempre.

Tutto è infine vibrazione. Ogni “cosa”, persino un colore o un farmaco. Potremmo curarci con delle vibrazioni simulando il tal rimedio o curarci con la semplice intenzione o curarci correggendo una modalità dell’essere non in risonanza. Nella sinfonia della Vita ogni componente deve vibrare all’unisono.

Tutto è opportuno. Nulla è per caso. La verità è in ogni dove, nascosta alla luce del Sole.

Solite massime? Già, per coloro che si annoiano della propria magnificenza.

Ieri mi è sopraggiunta una lancinante considerazione in merito al fatto che nulla è per caso. Si dice che i figli passino attraverso i genitori e non gli appartengano. Cioè in qualche modo l’anima incarnata deve pur giungere sulla Terra: ecco il modo trovato in maniera naturale, il parto tramite il corpo della donna.

Quando  si dice che l’Anima progetta la Vita secondo ciò che ancora le manca, cercando dunque di passare attraverso esperienze concrete opportune, per superare determinati stati di carenza, io penso che significhi anche ammantarsi di una determinata “fisicità” e caratteristica. Cosa significa? Che scegliendo i genitori prima della nascita è possibile “strisciare” nella genetica, nel reame genetico, dei genitori, prendendone talune caratteristiche, “utili” al progetto di Vita in corso.

Per questo i figli "assomigliano" ai genitori, ma non sono proprietà dei genitori. Unici eppure rassomiglianti.

Ciò rappresenta un meccanismo meraviglioso che unisce la Vita fisica a quella dei piani superiori. È come un piano di volo di una astronave che deve atterrare in un determinato luogo per svolgere la propria missione. La missione da completare è sia individuale che collettiva, perché il “piano” prevede che il proprio miglioramento evolutivo determini un miglioramento delle condizioni di tutti, persino del pianeta ospitante.

Questa è la danza della Vita, la sinfonia in armonia di tutte le sue componenti. Senza lasciare “indietro” nessuno!

Ciò che abbiamo contribuito a creare, la nostra società attuale, è il frutto di un lavoro incompleto e non ancora terminato. Per questo motivo è inutile giudicare, dal momento in cui ci sono ancora “lavori in corso”.

Nel frattempo la vibrazione cresce; la Madre Terra passa da 8 a 13 hertz. È tutto meno “denso”, più affine al lavoro di entità angeliche quali tutti noi “siamo” e tutto quanto “è”…
    
  
  

lunedì 21 giugno 2010

Semplice come trasmutare ogni "cosa" in oro.



In seguito ad una apertura della visione del flusso del tempo, a cui sono andato incontro a cuore aperto, oggi, mi ritrovo a riflettere al concetto di “sofferenza”; per diretta connessione il pensiero va a Sant’Agostino. Cercando in “rete” ho trovato questo:

La regola di S. Agostino.
Premessa.
1. Fratelli carissimi, si ami anzitutto Dio e quindi il prossimo, perché sono questi i precetti che ci vennero dati come fondamentali.
2. Questi poi sono i precetti che prescriviamo a voi stabiliti nel monastero.
Capitolo 1 - Scopo e fondamento della vita comune.
3. Il motivo essenziale per cui vi siete insieme riuniti è che viviate unanimi nella casa e abbiate una sola anima e un sol cuore protesi verso Dio.
4. Non dite di nulla: "E' mio", ma tutto sia comune fra voi…
Fonte: MonasteroVirtuale

Procedendo nella lettura mi sono subito fermato; perché? Perché c’è qualcosa dentro di me che si oppone alle regole e, ciò che caratterizza lo scritto successivo è solo una successione di regole e puntualizzazioni. Preferisco dunque fermarmi a queste poche righe appena citate. Esse sono altamente rappresentative dello spirito originario della “verità” e raccontano in maniera semplice il “succo” del discorso.

Dunque la semplicità e la sofferenza.

Sembra che queste due caratteristiche, se applicate all’esperienza di Vita, possano direzionare molto bene il flusso di energie che ci contraddistinguono. In che modo? Vediamo innanzitutto che la semplicità è come una “base”, la quale è direttamente applicabile ad ogni altra circostanza; è, per così dire, una “proprietà” spalmabile ad una azione. Io posso fare qualsiasi “cosa”, ma come? In maniera semplice o in altro modo.

La semplicità è una colla, un filtro, una modalità, una frequenza…

La sofferenza è una conseguenza. La sofferenza è anche non necessaria, per una entità vivente già caratterizzata da alta consapevolezza e “presenza”. In realtà, quello che possiamo osservare, è che la sofferenza sia per gli umani un passaggio, una tappa quasi obbligata, dal momento in cui la caduta si è protratta oltre certe “misure”. Diciamo che se siamo qua, in Terra, a fare esperienza è perché ancora abbiamo necessità di completarci, dobbiamo, insomma, ancora applicarci e “studiare”. Il sistema vibrazionale o di studio basato sulle sofferenze è molto efficace ma necessita anche, mediamente, di parecchio tempo. Non è, dunque, molto semplice, anche se possiamo disquisire anche su questa affermazione. Io intendo questa frase con lo spirito descritto in precedenza, ossia che la semplicità è un filtro applicabile ad ogni circostanza. Parlando di sofferenza è possibile distinguerla in semplice e complessa, ma lasciamo perdere per adesso.

Esistono altre strade più semplici come il non soffrire, ma non fa, a quanto pare, al caso nostro. A “noi” è sempre piaciuto soffrire prima di comprendere qualcosa a più alto significato esistenziale. Diciamo che la gravità planetaria ha funzionato molto bene nell’opera di annullamento delle nostre memorie angeliche.
Vengo al punto; se qualcuno vi dicesse che nelle vostre Vite passate avete “goduto” di scorciatoie esistenziali, le quali rappresentavano solamente un “baratto” tra il senso dello stare qua e il mero sopravvivere, e che questa modalità di Vita ha, a catena, generato un “debito” e dunque sofferenze a cascata sulle Vite successive e, dunque, anche sul presente, ebbene cosa pensereste? Che sono semplici fantasie? 

Il concetto di giustizia non è umano, ma è insito nella Natura, nella struttura molecolare, armonica, vibrazionale dell’energia del creato. Un simile concetto rappresenta un’altra modalità direttamente applicabile ad ogni costrutto umano, proprio come la semplicità; anzi forse è la semplicità nella sua forma più intima.

Tutto tende al punto di equilibrio rappresentato dalla semplice giustizia.

Noi siamo come i componenti di una formula, di una equazione che devono combinarsi in maniera tale da verificare, dimostrare, il risultato della stessa: ossia che tutto è “giusto”.
Il concetto di “giusto” sottintende al “semplice” concetto di Amore incondizionato e gratitudine; proprio le due parole che “evocano” la migliore vibrazione a cui l’acqua risponde con delle splendide formazioni geometriche.

È tutto così “esposto” a noi: tutto alla luce del Sole… tutto così semplice…
Accettando il fatto che noi siamo eterni, che abbiamo sulle spalle numerose Vite che hanno determinato ciò che viviamo oggi, che siamo oggi, si aprono gli scenari direttamente percepibili; il “teatro” amplia le sue infrastrutture o, meglio, si apre, inonda di nuova luce gli ambiti meno accessibili, più velati.

Per questo motivo “non ricordiamo”. La nostra luce è fioca. Ricordare sarebbe una scorciatoia molto comoda. Per questo esiste il “velo”. Ma ricordare con consapevolezza e responsabilità, con cuore puro non sarebbe una semplice scorciatoia ma una direzione verso la semplicità della “verità”, avendo ben meditato sulle sofferenze intercorse che, in questa ottica, si trasformerebbero in carburante spirituale e non in zavorra o in scoria direttamente percepita come tale.

Il nostro punto prospettico è in grado di trasmutare ogni “cosa” in oro: forse era questa l’angolazione vibrazionale che ha prodotto il concetto di pietra filosofale. Noi siamo pietre “scolpite” nell’equazione del Creatore che assurgono al ruolo di plasmatori di se stessi; in questo senso ci trasmutiamo in semplice “oro” o luce primigenia nel segno evolutivo della nostra presenza nella densità della materia.

Seguiamo la “regola”:
  • amore incondizionato
  • gratitudine
con “filtro” della semplicità.  

  

domenica 20 giugno 2010

Lettera dal proprio sè.





Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce
per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te...

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza…
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
Ti salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te...
io sì, che avrò cura di te.

La cura (Franco Battiato)