venerdì 5 febbraio 2010

Gli hamburger li "costruisce" Mc Donald's.




Una ricerca realizzata nel Regno Unito dimostra che i bambini non sanno quello che mangiano. Da dove vengono le patatine? E gli hamburger di manzo? Dei mille bambini intervistati, più della metà non ha saputo rispondere o ha dato spiegazioni un po' confuse. Quando gli è stato chiesto da dove provenissero gli hamburger di manzo solo uno su quattro ha capito che c'entrano qualcosa con le mucche. Moltissimi hanno risposto che vengono prodotti direttamente da McDonalds' o da Burger King”.
http://it.notizie.yahoo.com/blog/cronaca/articolo/21663/

Una nota catena di fast food ha stretto un accordo con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) per promuovere il suo nuovo panino fatto apposta per i gusti italiani. "Carne 100% italiana, olio extravergine di oliva, Asiago Dop, Bresaola della Valtellina Igp, pancetta della Val Venosta, grano saraceno, cipolle di Tropea e carciofi romani". Questi gli ingredienti del panino, pubblicizzato sui cartelloni in tutta Italia, e garantiti dal patrocinio gratuito del Mipaaf. Sui cartelloni infatti c'è anche il simbolo del Ministero, che ha anche annunciato il lancio dell'iniziativa sul sito ufficiale. Il blogger del Guardian parla da innamorato dell'Italia e ci fa i complimenti per il nostro culto della cucina e dei sapori: "Gli italiani tengono alla superiorità dei prodotti e dei piatti locali con passione. Ecco perché mangiare in giro per l'Italia è un piacere tanto continentale. Il piacere sta nella diversità, non nell'omogeneità. Chi vuole mangiare la stessa cosa in tutto il mondo?". Insomma, una difesa delle nostre specialità locali e un attacco al pericolo di 'appiattire' tutta questa diversità in un unico panino. Ecco qual è l'errore in questo patrocinio secondo il blog del Guardian”.
http://it.notizie.yahoo.com/blog/cronaca/articolo/21517/

Nulla è per caso. Ciò di cui abbiamo una parvenza che ci coinvolga nei processi decisionali è una illusione. Perché questa frase è falsa e vera allo stesso tempo?
Lo vedremo fra poco, ma prima una considerazione su questi due stralci di articoli.
L’ingenua ignoranza dimostrata dai bimbi, attorno agli 8 anni di età, è un frattale che spiega l’ignoranza dei loro genitori e dunque della società; non che questi adulti non sappiano che cosa sia una bistecca, ma che “non sanno quello che mangiano”. Non hanno consapevolezza di cosa stiano “masticando”. Fanno andare su e giù le mascelle come una pressa è comandata elettricamente a schiacciare senza chiedersi il perché, perché è senza coscienza. Ma l’uomo che ne rivendica una, come può comportarsi in una maniera simile? Quello che sta divorando è un essere vivente programmato dalla sua nascita per alimentare altri esseri viventi “superiori”. “Succede così anche in natura” molti pensano. È inutile combattere contro i mulini a vento, penso io. È solo una questione di tempo e consapevolezza, dunque di spiritualità.

Il secondo articolo mette in relazione, ancora una volta la stessa “ignoranza” negli abbinamenti alimentari, più la tendenza a spianare le diversità naturali tipiche degli italiani, verso una omogeneità anche del modo di alimentarsi. Nascosta oltre le righe di una sana pubblicità italiana, c’è la proposizione di un panino che incarna un “polpettone” micidiale in termini “digestivi” e di senso alimentare. Ovviamente la carne non può mancare perché fa parte dell’immaginario collettivo. Oddio, quanti interessi si nascondo nemmeno tanto velatamente oltre questo proposito “patriottico”. È difficile comprendere una simile bestialità camaleontica, vestita di “abiti” non propri. Ancora una volta vedo le cose ribaltate esattamente a 180 gradi. Come un elegante bancario che propone bond argentini, prima del default, ad una coppia di novantenni che “non vogliono correre rischi”.

Dal mio osservatorio personale sul mondo colgo solo segni sottili del cambiamento in atto; per adesso è tutto velato di solo potenziale. Una nuova alba che timidamente fa leggero “eco” di sé.

Torniamo a questa espressione iniziale:  “Ciò di cui abbiamo una parvenza che ci coinvolga nei processi decisionali è una illusione. Perché questa frase è falsa e vera allo stesso tempo?”.
  • La gran maggioranza di noi non pensa di avere il potere di determinare gli eventi personali e, per questo, di non poter determinare un cambiamento a livello sociale
  • Dunque cosa succede nello specchio della società? Che il volere della maggioranza venga rispettato, eliminando il potere decisionale di ogni singolo individuo
In realtà ognuno di noi ha il potere di essere e di volere. E lo abbiamo!
Nella pratica quotidiana non lo percepiamo perché lo abbiamo scambiato con la “certezza” di un lavoro, della pensione, dell’avere cibo; le paure al comando di noi tutti hanno forgiato questa società, barattando il potere personale con una energia amorfa di mera sopravvivenza.

Evolvere, a questo punto, si realizza nel cambiare “frequenza”, passando dalla modalità legata al sopravvivere a quella della presa d’atto che il nostro destino ce lo costruiamo noi, nel bene e nel male. Questa sottile differenza vibrazionale determina esponenziali mutamenti della forma d’onda globale umana.

È come essere immersi nell’acqua con lo sguardo che galleggia sopra e sotto la superficie. Le percezioni cambiano radicalmente. La corrente ci porta su e giù, ma è in noi presente la forza per mantenerci stabilmente sopra, alla luce del padre solare.

Termino per oggi, citando una breve descrizione, trovata per “caso” su Wikipedia, la quale fa comprendere quanto poco “capiamo”, in qualità di adulti, delle dinamiche economiche, che poi determinano il perpetuarsi dello stato di “eterna sopravvivenza” che abbiamo delegato all’Antisistema. Le nostre “ignoranze” si trasferiscono ai figli che, a loro volta, ci fanno sorridere o preoccupare quando emerge che non sanno di cosa si stanno nutrendo.
Ecco ciò a cui alludo (chiedo ad ognuno di noi di mettersi una mano sul cuore ed affermare in tutta sincerità: lo sapevo che era così?):

“Per debito pubblico si intende il debito dello Stato nei confronti della Banca d'Italia, in quanto responsabile dell'emissione di moneta. Così facendo lo Stato si indebita con una società privata”.

Vi prego di pensare a fondo all’affermazione conclusiva! Letto in questa maniera è sempice e diretto; letto sui siti di finanza "autorizzati" sfugge il concetto cardine.

Noi, da 60 anni circa, viviamo nell’occhio del ciclone; nel velo illusorio che tutto rimarrà per sempre “così”, ebbene leggete quest’altra verità:

“La Spagna dichiarò bancarotta per 16 volte fra metà ottocento e il novecento”.
Fonte: Wikipedia

 

giovedì 4 febbraio 2010

Quell'istante di anticipo sul pensiero.





Sbucciando una mela, ieri sera ho avuto, per l’ennesima volta, questa impressione dentro di me; un punto, un varco tra la mente e l’ampio bacino cosmico si apre in determinate circostanze. Un vero e proprio portale. Me ne sono “ufficialmente” accorto avendo attivamente registrato una immagine a tutto tondo, omnicomprensiva, che conteneva già ciò che avrei pensato a livello conscio un secondo dopo la sua “apparizione”. Come dire che, prima di pensare giunge a noi una immagine che racchiude il pensiero stesso che faremo un attimo dopo. È un flash veloce e assomiglia proprio ad una “fotografia”, un disegno, un ritratto tridimensionale che contiene il potenziale di quello che penseremo appena dopo la sua “comparsa”. Io la definisco una connessione olografica al Multiverso. Da lì carichiamo e scarichiamo “informazioni”. Con un amico l’abbiamo battezzata “pre pensiero”. È ovvio che in noi è presente un sistema oltremodo veloce ed efficace che corrisponde alla regione dell’intuito, ossia quelle “speculazioni” che si accendono in noi, di tanto in tanto, o meglio, che registriamo quando ce ne accorgiamo e che, il più delle volte, soffochiamo, sacrifichiamo sotto il peso della mente razionale, logica, pigra condotta per mano dall’emisfero sinistro. Il sistema intuitivo umano è inarrivabile per la modalità normale di pensiero attuale. E, sono certo, che si basa non su pacchetti di informazioni sequenziali o anche "dinamiche", ma sulla trasmissione di immagini. Proprio come nei computer si è passati dalla modalità “isolata” a quella internet sempre più veloce, formando una vera e propria rete di computer collegati; e poi si è passati dalle trasmissioni di dati a catene lineari sino alla trasmissione di file immagini (iso):

"Un'immagine disco è un file che contiene i dati e la struttura tipica di un dispositivo di memorizzazione dati, come ad esempio un CD o un DVD. Un'immagine di un CD/DVD è un'esatta copia digitale dello stesso, tramite la quale tutti i dati del supporto ottico vengono salvati in un file che al suo interno ricalca esattamente la struttura e le informazioni di integrità dei dati presenti sul supporto. Le immagini del CD/DVD sono essenziali per preservare i sistemi di protezione dati e le tracce multi-audio, qualora i supporti ottici subissero dei danni. Le immagini disco sono molto utilizzate soprattutto dopo il 2000 per la distribuzione di software completamente gratuiti come i vari sistemi operativi basati su Linux”.
Fonte: Wikipedia

Dunque:
  • questa immagine può contenere la copia di un intero sistema operativo o di un CD/DVD
  • servono a fare copie di protezione, ossia a prevenire una perdita di dati
Questo frattale fa comprendere cosa sia il “pre pensiero”, a cosa serva e perché è di estrema utilità anche per la sicurezza delle informazioni. È come se l’uomo stesse ricalcando in Terra, tramite l’avvento dei computer e delle reti trasmissive la stessa “immagine” di ciò che a livello superiore raffigura l’ufficio del “Creatore”. Un hard disk esterno e centralizzato contiene il “tutto” e ognuno di noi ci si può collegare “senza fili” tramite il sistema, che chiamiamo, delle intuizioni. La password è determinata da una nostra particolare configurazione biochimica che non sempre ci conferisce l’accesso. La ragione di una simile struttura centralizzata ma delocalizzabile istantaneamente in tutto il creato, in ogni creatura animata o inanimata, è la "crescita" dell'Uno. È questo il cosiddetto “genio”. Questa modalità preserva il valore della massima cognizione da ogni possibilità di “cancellazione” dei dati. Proprio come le banche, assicurazioni, etc. preservano le informazioni sui clienti in loro possesso, tramite la costruzione di unità di disaster recovery nell’altra parte del mondo, in zone non sismiche e tradizionalmente non toccate da catastrofi ambientali. Chi effettua viaggi astrali, ha riferito di registri Akasici nei quali è possibile “visionare” ogni tipo di “dato” relativo all’esistenza umana; lo stesso Rudold Steiner ne parla diffusamente nelle sue “Cronache dell’Akasha”; in un passo si dice che l'uomo di un "tempo" ragionava per immagini e chi aveva più capacità di memoria era più "potente" degli altri.
Esiste insomma una modalità naturale di interconnessione con il “tutto”, un modo di entrare in contatto con l’hard disk esterno del sistema globale “informatico” dello spirito; spirito inteso come energia attivata originariamente dall’immaginazione del Creatore, dalla sua intenzione di evolvere e di lanciare questo piano della creazione. Non è rara l’occasione di entrare in contatto, anche involontario, con questo “registro” o banco di memoria; ad esempio tutte quelle volte che i sensi colgono determinati “input” come un odore, un sapore, un suono, etc. è possibile essere collegati direttamente, tramite la nostra “unità” cerebrale che processa le informazioni esterne raffinate dai sensi, ai registri Akasici. Solitamente l’accesso riguarda immagini relative alla nostra Vita attuale o a quelle passate. Questo meccanismo è stato ampiamente analizzato da Marcel Proust nella sua “Recherche”. L’assaporare piacevolmente un biscotto con del the fumante ed aromatico, mentre suona una suadente musica e, fuori, passa un pesante camion che, urtando in una buca sul manto stradale, produce un improvviso “schiocco” d’aria, il quale ci fa repentinamente trasalire… ecco cosa può permetterci la connessione, ad esempio. Quella determinata situazione può fungere da chiave d’accesso ai “dati”, permettere una “ricerca” veloce e scaricare una immagine contenente esattamente una situazione tridimensionale completa di sensazioni e “profondità”. Rimanere ad occhi fissi persi nei propri pensieri è anche questo, ossia accedere e consultare l’infinita “biblioteca” della creazione. È sicuramente una questione di vibrazione particolare che permette l’accesso. Sino ad ora la maggior parte di noi ha vissuto questa localizzazione “wi fi” in maniera del tutto accidentale, bollandola quasi esclusivamente come un “attimo” di fantasia da lasciare andare via nella corrente, nel flusso dei pensieri logici processati.

“Tornato nella casa paterna, il poeta ritrova ovunque immagini e suoni che lo riportano al passato, ossia alla fanciullezza e alla prima giovinezza, intessute di illusioni dolci, che poi dovettero cadere di fronte al vero" in questo passo tratto da Wikipedia, che narra del Leopardi, si “legge” la capacità umana di connessione al passato, attraverso l’aiuto del lavoro dei sensi e l’accesso ai banchi di memoria. Queste informazioni sono registrate sia nella mente locale sia nei registri Akasici. Diciamo che il nostro operato, la nostra esperienza di Vita, trasmette “rapporti dettagliati” ogni istante. La nostra unità fisica, chiaramente delimitata nel tempo, ha una memoria propria ma, proprio per il concetto di continuità deve avere una fonte di memoria superiore, tramite la quale avere e dare un senso a quello che si è compiuto vivendo le Vite. Un nesso causale tra i cicli esistenziali, una insiemistica di informazioni, un panorama osservabile e dal quale osservare tra i cicli di incarnazione. Questa organizzazione serve sia all’individuo sia al Creatore come fonte di “crescita”. Non è da molto che si è scoperto che qualcuno fece nella piana di Giza l’immagine del cielo in terra, e si dice che l’uomo sia stato creato ad immagine e somiglianza di Dio… meraviglia delle meraviglie; la verità cosparsa per ogni dove. Articolo da “sentire” leggendo con il cuore sulle note de “I giorni” di Ludovico Einaudi; in mancanza, collegatevi con la sua “immagine” :)

« Più tardi, mi ammalai molto spesso, e per molti giorni dovetti rimanere nell' "arca". Capii allora che mai Noè poté vedere il mondo così bene come dall'arca, nonostante fosse chiusa e che facesse notte in terra.» M.Proust

* Il dipinto raffigurato è di Heinrich Füger, “Prometeo dona il fuoco all’umanità” (1817). 
 

mercoledì 3 febbraio 2010

Lo sfocamento della vista come riflesso di una Vita annebbiata.





Un pensiero che sorge spontaneo: di un libro “prezioso” possiamo decidere anche di farne un “peso”, al fine di non permettere che un altro libro si chiuda per il fatto di "non riuscire a rimanere aperto da solo". La preziosità di un libro o meglio, del suo contenuto, è sacrificata da un volere esterno, il nostro in questo caso, che lo prevede utile in una determinata funzione, anche solo di contrappeso. Ma ciò che è importante e che deve essere sempre chiaramente percepito, è proprio il valore nascosto, l’essenza di un corpo o di un oggetto che la sua modalità di utilizzo non potrà mai distruggere. La verità è sparsa, in questo modo, dappertutto. Questa è la natura olografica e frattale dell’Universo in cui ci “bagniamo” tutti i giorni. Questo è l’utilizzo che l’Antisistema fa di noi, dei “libri” preziosi che contengono i codici della Vita; usati come pesi momentanei, nel gioco del divenire, per mantenere aperto e scrivere sul libro alternativo della propria sopravvivenza. Se tutti noi, o buona parte di noi, smettessimo di fungere da supporto per questa mala scrittura, il “mondo” cambierebbe di buon grado. È questa la nostra responsabilità più grande. Più grande addirittura del procreare. Il senso, lo scopo, la missione, il perché… sono tutti in questa prospettiva. Prendere atto che le “cose” dipendono dal nostro punto di “osservazione”, diventare maestri di sè. Ma perché sembra non funzionare? Perché abbiamo un difetto di “vista”, ma anche da tale “distrazione” è possibile rientrare e “guarire”: occorre crederci e praticare “esercizio” quotidiano. Pratica e consapevolezza.
Uno dei frattali minori, che dimostrano tutto ciò, è rappresentato dalle tecniche per il recupero della vista “perduta”; da quel nitido vedere che, molti di noi, credono di non poter più rivivere perché una intera classe di medici ottici lo ha “previsto”. Anche in questo caso c’è molto da dire e soprattutto da fare. Ecco cosa recita la citazione iniziale della pregevole opera di David De Angelis “Come sono guarito dalla miopia, senza occhiali, lenti a contatto e chirurgia”:
 
“Dedico questo libro a coloro che mediante la loro fede e la loro perseveranza riusciranno a migliorare e risolvere completamente i loro difetti di refrazione. Uomini e donne che con il loro personale esempio e testimonianza affrancheranno le future generazioni dall’utilizzo degli occhiali, lenti a contatto e altre pratiche mediche che, finalmente, verranno viste come artificiosi e barbari rimedi…”. 

E continua poi con una serie di citazioni:
“Nessuna grande idea radicale può sopravvivere, a meno che non s’incarni in individui le cui Vite sono il messaggio stesso”, Erich Fromm
“Una nuova verità scientifica non trionfa perché i suoi oppositori si convincono e vedono la luce, quanto piuttosto perché alla fine muoiono, e nasce una nuova generazione a cui i nuovi concetti diventano familiari”, Max Planck
“Anche chi è legato a una sola spiegazione può riuscire ad ampliare la propria visione delle cose esaminandole da un diverso punto di vista”, Michael J.A.Howe
Se i difetti di refrazione possono essere provocati, dovrebbe essere prevedibile il loro sviluppo o addirittura curarli”, Grosvenor e Flom
 
La concezione dell’occhio è ferma alle intuizioni di Keplero nel 1600. È questo aspetto della verità che si è andato affermando, ossia una verità basata su studi eseguiti su un occhio “congelato”, come una macchina fotografica a fuoco fisso. Una vera e propria bestialità concettuale se mi permettete. L’occhio si “accomoda”, è vivo, interattivo con la tipologia di Vita alla quale siamo sottoposti. Le malattie relative alle disfunzioni visive sono, ancora una volta, seguite esclusivamente secondo l’osservazione della sintomatologia, ossia che una persona “non ci vede bene”. Le cause sono un qualcosa di lontano, sfuggevole, assolute ed insondabili. Non si tenta nemmeno di comprenderle. A cosa ci si limita? A prescrivere l’utilizzo di lenti correttive. Ci si limita a seguire il percorso a senso unico della vista che cala verso il proprio tramonto. Con la chirurgia, dopo qualche anno, avremo ancora la ricaduta nel medesimo problema. Questa modalità è sempre la stessa; quella di mantenere il genere umano in una sorta di esistenza monitorata, di controllarlo da tutti i punti di vista. Esattamente come di un maiale, del quale “non si butta niente”, anche dell’uomo l’Antisistema fa la stessa cosa. Siamo mantenuti in uno stato di lenta “decomposizione” non naturale. Perchè? Perchè siamo importanti per scrivere sul "libro" alternativo dell'Antisistema. Le malattie diventano allora “croniche”, irreversibili, a lunga e maturata decadenza, impregnanti lo spirito, impoverenti il “sistema” umano verso una fase di ospedalizzazione generale. Alla base di questa “tragedia” occulta c’è lo smarrimento del genere umano; c’è il fatto di percepire la Vita da un punto prospettico di disarmonia, dal punto delle proprie paure, timori, ansie, stress ancestrali. L’energia che ci tende la mano oggi, che è fuoriuscita da questo “punto” disarmonico dell’umanità intera, ha la capacità di provocare il sintomo perché è una causa indiretta. Ed il sintomo è quello che percepisce l’uomo come fonte dei propri guai; il sintomo è evidente perché porta sofferenza o perlomeno disagio. La causa è sotterrata, nascosta, non evidente e, l’uomo, troppo “pigro” per cercarla dentro di sé. Ciò che necessita impegno, oltre al lavoro, viene percepito come una “perdita di tempo”. Non a caso le persone cercano, dopo il lavoro, il divertimento e la rilassatezza. È un comportamento comprensibile ma tremendamente illusorio e mellifluo, perché non è stato lasciato nulla al caso: in quel momento di relax subentra la televisione! Scriverò ancora prendendo come spunto il prezioso libro di De Angelis. Per ora non intendo dilungarmi oltre…

“È responsabilità di ogni individuo prendere coscienza che solo lui è in grado di motivarsi nel seguire un corretto e sano stile di Vita e che non basta una pillola (o un occhiale) a sollevarlo dalla malattia, in quanto il sintomo è solo la punta dell’iceberg dello squilibrio generatosi nell’organismo su uno o più livelli”.
David De Angelis “Come sono guarito dalla miopia”