Rispondente.
Link
Cioè? Se ‘relativo’ può essere sostituito con un termine similare come ‘rispondente’, e quest’ultimo termine esprime concetti di ‘fedeltà a…’, allora rientriamo nella legge dell’analogia frattale, tanto sostenuta da SPS.
Etimologicamente il termine assoluto deriva dal composto latino ab+solutus, che significa ‘sciolto da’… Relativo è invece ciò che secondo Platone non ha l'essere, bensì soltanto l'esistenza, ovvero è unicamente a partire da qualcos'altro; esistenza vuol dire infatti propriamente, in senso etimologico, ‘essere da’, cioè ricevere l'essere da un altro (dal latino ex + sistentia)…
Link
Ecco come ci si riesce a 'smarrire' attraverso il solo utilizzo delle ‘parole’ e, dunque, delle idee e dei pensieri di Natura logica più o meno razionale. Leggere la definizione di ‘relativo’ nella traduzione moderna del pensiero di Platone comporta il ritenersi ‘sminuiti’ rispetto a quello che ognuno può sentire, di più autentico e motivante, in Cuor proprio. Eppure è solo un giochetto di parole per esprimere un punto prospettico ‘relativo’ rispetto alla visione più ampia che si potrebbe avere se… la relatività/consapevolezza non offuscasse la ‘vista’.
Ergo… l’adeguatezza del vivere la Vita risuona sempre molto forte anche se ‘qualcuno o qualcosa’ cerca sempre di frenare i facili entusiasmi di provare a sentirsi una particella del Creatore: ‘essere da’.
È tutto corretto a mio modo di sentire. È tutto relativo ma altamente carico di significato, ossia non ci perdiamo nulla del tutto, se è questa la nostra paura, in quanto il Piano Divino è ‘esatto’.
Viviamo in un reame altamente sensibile e 'intelligente', nel quale ciò che non viene ‘capito’ si ritiene non esistente o nascosto. È la mente che lo ‘decide’, interpretando il significato ‘relativo’ al proprio momento storico.
La frase ‘ho ascoltato Carlo che suonava un brano di Mozart’ è costituita da due proposizioni distinte: ho ascoltato Carlo e Carlo suonava un brano di Mozart, collegate in un unico enunciato con la sostituzione mediante pronome relativo della parola Carlo… Il pronome relativo serve in genere a evitare la ripetizione di un componente della frase, detto antecedente. Nell'esempio riportato Carlo è l'antecedente di cui si vuole evitare la ripetizione…
Link
In questo caso il ‘relativo’ è inerente ad una ‘eleganza’, ossia all’evitare una ripetizione ‘sgradevole’ all’interno della frase. Ecco… l’eleganza in questione che cos’è, se non intelligenza molto simile all’arte ed, in definitiva, alla sensibilità naturale della Creazione tesa a mantenere il proprio stato di perfezione nomade, costantemente in evoluzione: perfezione che ‘cammina’.
Che senso ha perdersi nella terminologia utilizzata? 'Terminologia a termine', a tempo, in quanto collegata al medesimo vettore di spostamento evolutivo appena descritto. È sufficiente osservare il corso espresso dal genere umano e descritto, seppure in maniera ‘deviata’, nei libri di storia. La 'striscia' dipinta è un serpentone che matura entro se stesso, evolve fagocitando e trasformando quello che ‘ieri’ era valido, assodato, ed ‘oggi’ si ritiene perlomeno ‘ristretto’ per poter agganciare il nuovo che entropicamente chiede attenzione.
In fisica, con il termine relatività si fa riferimento genericamente alle trasformazioni matematiche che devono essere applicate alle descrizioni dei fenomeni nel passaggio tra due sistemi di riferimento in moto relativo.
Il concetto che il tempo sia legato al sistema di riferimento è il fondamento della relatività ristretta… La soluzione di Newton fu brillante e diventò un paradigma destinato a durare per secoli. Il tempo e lo spazio sono legati insieme a formare quello che viene chiamato spaziotempo…
Link
Se io prendo, da un più ampio articolo/discorso, soltanto dei pezzi di frasi/pensieri, che mi hanno in qualche modo colpito, che cosa sto in realtà facendo? Sto modellando, adattando, quell’articolo o quel discorso al mio modello di percezione e di ancoraggio alla mia realtà inserita in quella più vasta degli ‘altri’, della società, etc.
La nostra ‘forma’ è relativa a questo Mondo; è la ‘forma’ più adatta per poter esperimentare e per potersi meglio conoscere - di momento in momento.
Tutto ciò che ‘ricordiamo’ è sempre stato opportuno e relativo. È una legge. È come la diluizione del principio omeopatico all’infinita potenza, quando non si riscontra più nessuna presenza ‘fisica’ del rimedio, eppure la sostanza costituita da acqua e diluito mantiene ancora la valenza del rimedio: ad immagine e somiglianza.
È tutto relativo al proprio livello d’appartenenza.
Papa: Basta relativismo, educare i giovani è guardare al futuro.
‘Educare i giovani alla giustizia e alla pace è un compito di ogni generazione’. Lo ha detto papa Benedetto XVI, nel corso della sua omelia della prima messa dell'anno a San Pietro.
Link
Queste parole esprimono un senso ‘colloso’ della comprensione. Verità di vario livello si mischiano dando luogo ad una miscela di significati, molto simile ad una nube, che le genti respirano in sé, generando fuori e dentro i più diversi risultati in termini di partecipazione alla crescita sociale e individuale. Frasi recepite come vere, miste a frasi sottili inerenti al ruolo di portavoce del Papa relativo all’eggregora religiosa. Le ‘ombre che minacciano il Mondo’… a cosa si riferisce il Papa?
Ciò che sfugge esiste tanto quanto ciò che viene interpretato alla luce di un ‘sentire’ attuale, limitato, scolpito, relativo al… nostro cammino.
Che altro? Perché è ‘pericolosa’, per l’attuale paradigma, questa presa di coscienza?
Perché tende a far aumentare l’entropia del cambiamento; un effetto indesiderato da coloro che traggono beneficio dall’attualità della condensazione energetica. L’esplosione entropica tende a promuovere per inerzia il vettore del cambiamento, sino alla sua fissazione in un’ulteriore sacca di perfezione da esperimentare alla luce di quello che lo ha ispirato e promosso, ossia uno stretto mix di vari piani interfacciati dalla consapevolezza della ‘specie ponte’ autorizzata ad esperirli: la forma umana.
Ovviamente scrivo questo in quanto rappresentante della forma ponte in questione e, dunque, esprimendo il mio punto prospettico relativo al mio, limitato, sentire. È come tifare per una squadra sportiva o sentirsi italiani piuttosto che francesi, ed infine è come sentirsi terrestri, umani, etc.
La relatività rispetto al sistema di riferimento è totale.
Ho evitato di riportare il processo culturale inerente al trascorrere del tempo, ed espresso dal corso evolutivo del pensiero umano, in merito al concetto di ‘relativo’, perché leggendolo mi sono come sentito respinto da tutta quella dimostrazione di intelligenza e cultura temporale, ossia che cambiava nel tempo sedimentando comunque quello che era ‘venuto prima’. Ecco, ho colto il fenomeno dell’opportunità veicolata dal cambio del testimone tra individui, ad opera del tempo, tuttavia mi sono sentito come fuori luogo nell’approfondire e cercare di capire quell’intensa dimostrazione di potenziale umano condensato in massime e vortici del pensiero ispirati dalle diverse forme d'aggregazione energetica alternatesi nel reame temporale.
Un’atmosfera ‘controllata all’origine’ che mi sta sempre più ‘stretta’. Ho una visione che di tanto in tanto mi colpisce con grande forza: osservo gli Antichi mentre ritengono di avere capito e visto il ‘tutto’. E, mentre li guardo rallegrarsi di questo e mentre si accingono a descriverlo in parole, mi accorgo di un ‘corpo’ che si è mezzo tra la ‘luce’ e loro, influenzando in gran parte quello che hanno ritenuto di avere capito/visto. A cascata tutta quella sapienza si è riversata nel Mondo che è venuto 'dopo', influenzando la capacità prospettica di tutti gli altri.
La ‘luce’ è stata filtrata opportunamente per gradi: è un bene o un male? Esprimere un giudizio è relativo, per cui mi limito a vivere il 'generato', assumendolo dal mio punto prospettico, pronto a cambiare tutto quello che non risuona con me. Questo ‘sono io’ e vale ovviamente per me… anche se, a ben percepire, ‘questo’ è quello che facciamo tutti quanti.
Ecco un esempio ‘profano’:
Atlantia in rialzo dopo aumento tariffe. Brokers positivi.
Lo spunto rialzista registrato quest’oggi da Piazza Affari viene sfruttato a dovere da Atlantia che dopo aver chiuso la sessione di venerdì scorso con un frazionale rialzo, si spinge in avanti con ben più decisione quest’oggi… Atlantia guadagna terreno dopo che da ieri sono entrati in vigore gli adeguamenti tariffari per quest’anno delle concessionarie italiane del gruppo.
Link
Il prezzo dell’azione sale perchè l’aumento delle tariffe farà guadagnare di più alla relativa azienda. Un cittadino che compra queste azioni sull’onda di questa notizia, in realtà cosa fa? Partecipa al gioco dell’aumento progressivo del costo della Vita. No? Poi però si lamenta del medesimo processo riscontrato in ogni altro ambito, ad esclusione di quello da cui trae un beneficio potenziale.
Leggiamo questa interessante view scolpita dall’osservatorio umano, piazzato ad un livello maggiore della capacità panoramica individuale media.
Inculturazione.
L'inculturazione è un termine in uso nell'antropologia culturale, per indicare il processo di trasmissione della cultura da una generazione all'altra, in cui l'aspetto complementare è la socializzazione dell'individuo tramite l'apprendimento della lingua, l'educazione in ambito familiare, l'imitazione degli adulti e l'assimilazione delle regole di comportamento, l'educazione sessuale, la partecipazione a giochi, gare, danze e cerimonie, la memorizzazione dei racconti degli anziani, l'associazione a gruppi di età, società segrete e di culto, iniziazione.
Durante la fanciullezza e l'adolescenza si forma, mediante il processo di antropoiesi, la personalità di base dell'individuo: questi con la maturità e la vecchiaia diviene in grado di dare un contributo innovativo ed originale alla sua cultura. Alcune categorie di persone ricevono un'educazione particolare, finalizzata alla specificità dei loro ruoli, come ad esempio gli operatori magico-religiosi (guaritori, sciamani, stregoni), gli artigiani, i griot e gli artisti, spesso soggetti a tabù particolari.
L'inculturazione per la Chiesa cattolica.
L'inculturazione è per la Chiesa cattolica ‘l'incarnazione del Vangelo nelle culture autoctone ed insieme l'introduzione di esse nella vita della Chiesa’ (Papa Giovanni Paolo II, enciclica Slavorum Apostoli, 1985, nº 21).
Essa implica l'adozione e la trasformazione in senso cristiano di riti e credenze di culture non cristiane. Un esempio famoso di inculturazione è descritto in una lettera scritta da papa Gregorio Magno nel 601:
‘Si dice che gli uomini di questa nazione sono abituati a sacrificare buoi. È necessario trasformare questa tradizione in un rito cristiano. Nel giorno della consacrazione dei templi (pagani), cambiati in chiese e nelle feste dei santi, le cui reliquie saranno conservate là, gli permetterete come in passato di costruire strutture di foglie attorno alle chiese. Essi porteranno alle chiese i loro animali, li ammazzeranno, non offrendoli più al diavolo, ma per un banchetto cristiano nel nome e in onore di Dio, al quale renderanno grazie, dopo essersi saziati.
Esempi di inculturazione, tanto remota da esserne stato perso il ricordo, sono il bastone ricurvo dei vescovi e degli abati, che era una insegna degli aruspici etruschi, e il colorito nero di molte antiche immagini della vergine Maria, comune anche in immagini di divinità greche ed egiziane...
L'inculturazione pone sempre difficili problemi teologici per assicurarsi che essa non produca in realtà l'abbandono di alcuni dogmi cristiani o l'introduzione di credenze pagane producendo una nuova religione sincretistica. Questo problema risultò particolarmente grave in occasione della prima introduzione del cristianesimo in Cina da parte dei gesuiti portando nel 1715 alla condanna dei riti cinesi da parte di papa Clemente XI. Analoghe difficoltà sorsero in Giappone e in India. L'inculturazione costituisce anche oggi un punto delicato per la chiesa dell'Africa.
Link
Questa è un’ampia verità. Il vettore che spinge è certamente inerente al Piano Divino ma assoggettato ed inquadrato, nelle pieghe del tempo, al grado e livello di consapevolezza raggiunto in un dato momento nello scorrimento esistenziale. L’azione dell’inculturazione è un imprinting che un sistema di potere diffonde per osmosi nell’atmosfera in cui cresce il nuovo venuto al Mondo, ma non solo.
Il relativismo porta a vedere la Vita in maniera più ‘distaccata’ e libera dalle ossessioni inerenti al paradigma attuale, tuttavia reca con sé la faccia opposta della medaglia relativa alla qualità della propria centratura: saremo in grado di gestire la sconnessione dal modello di pensiero portante?
Nel non cadere nella trappola del giudizio, si cerchi di capire, ognuno dentro di sé, se si è pronti per una simile ‘libertà’. I moniti delle autorità giungono per autoconservazione ma anche per comportamento responsabile riferito ai pericoli che scorrono oltre alla bellezza del 'paesaggio intuito', il quale deve essere ‘meritato’ attraverso la propria condotta comportamentale ‘inter-sterna’, ossia interiore ed esteriore collegato in un tutt’uno, come un modello di Nastro di Moebius.
La verità di cui ci possiamo ammantare è sempre relativa, eppure autorevole ed opportuna.
Dunque, vedi, il 2012 rappresenta in realtà esperienze diverse per differenti stati di coscienza. Non sarà un evento in sé, come un’eclisse solare che è visibile nella maggior parte del mondo ma, piuttosto francamente, nessuno sa esattamente e per certo a cosa sarà simile, poiché non è paragonabile di preciso a nulla e il suo capitolo finale non è ancora stato scritto.
Per cui in questo, cioè nel capitolo finale, noi stiamo interpretando ruoli improvvisati, non c’è nulla di scritto e neppure un regista, nel senso specifico della parola. Piuttosto, la Sorgente Primaria ci sta permettendo di scegliere il nostro destino: vivere una vita centrata sull’amore e seguire la sovranità della Terra oppure vivere una vita basata sulla paura e restare nella frequenza della griglia della terza dimensione con tutte le sue limitazioni.
In ultima analisi, il 2012 è una scelta.
Wingmakers
Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com