L’articolo in questione lo trovate qua.
È inerente allo stato attuale di “tirannia” speculativa in ambito di “medicina e cura”, riferisce anche del Metodo del prof. Luigi Di Bella, tanto affrettatamente messo nel dimenticatoio dopo la “farsa” del 1998:
Ho avuto modo di parlarne nei miei convegni e di scrivere un articolo ( ved. Scienza e Conoscenza n. 27 disponibile anche sul mio sito www.scienzaespirito.it ) sul Metodo dello scomparso prof. Luigi di Bella, ma da poco ho appreso la reale grandezza di questo meraviglioso uomo, che a suo tempo era stato anche proposto per il Premio Nobel, (a breve potrete leggere nella sua biografia che sta per essere pubblicata, anche la vicenda del Nobel).
Da diversi anni a continuare l’opera del professore è suo figlio, il dottor Giuseppe di Bella, insieme al fratello Adolfo.
Ammiro molto il dott. Giuseppe Di Bella il quale ha il grande merito di aver reso inattaccabile scientificamente il Metodo messo a punto da suo padre (pubblicando sulle riviste internazionali i risultati della sua applicazione); è una persona di grande umanità e umiltà, disposto ad ascoltare e a confrontarsi con i colleghi (perché sempre a differenza dei molti, crede nella sinergia che porta a migliorare continuamente). Le pressioni che riceve continuamente sono davvero troppe da parte di coloro che temono di dover ammettere che il vecchio professore ci aveva visto giusto. Quali altri motivi ci potrebbero essere per un tale accanimento?
Perché impedire che i prodotti del MDB vengano dispensati dal Servizio Sanitario Nazionale costringendo i pazienti a pagare cifre così elevate da indurli a desistere dal continuare la Terapia, oppure costringendoli ad andare all’estero per curarsi? Perché è stato posto un divieto ai medici che lavorano in ospedale di prescrivere i farmaci del Metodo di Bella qualora i pazienti lo richiedano?
Questa dittatura terapeutica ignorando una parte rilevante delle indicazioni cliniche certificate dalla ricerca, vanifica quella ricerca stessa di cui ciarlano continuamente e ossessivamente per questue di finanziamenti, e che poi ignorano creando una grave ed evidente frattura tra ricerca e clinica.
È lo stesso discorso affrontato ieri, ma in ambito politico; come usualmente è dimostrato, siamo tutti noi gli appellati a “fare qualcosa”, a forgiare i nostri nuovi corpi di luce, ad “accompagnare” i nostri figli verso la fondazione di una nuova forma di civiltà davvero evoluta. I medici, i professori, i ricercatori, i politici, gli amministratori fungono “solo” da segnalatori per tutto il resto dell’umanità. Dalla loro posizione, frutto di una scelta coraggiosa dell’Anima, non possono fare altro che questo, in attesa che l’umanità, progressivamente “capisca”.
Pensiamo ai campi di concentramento: uomini nella parte a loro assegnata o ricavata. Sia i carcerieri che i carcerati erano uomini, legati tra di loro dai fili del Karma, del libero arbitrio, della crescita spirituale ancora latente, della non consapevolezza di fare parte di un gigantesco “gioco” trasmutato in un qualcosa di molto serio e pauroso. È andata così per via del nostro volere, delle nostre limitatezze terrene in ambito di ristrutturazione intima spirituale.
È così chiaro ormai che non serve più perdersi in sciocche e sterili polemiche. La storia umana è il frutto del nostro cammino spirituale riflesso nella carne del corpo umano. Siamo solo noi gli artefici di tutto quello che è accaduto e accadrà sul pianeta, tenendo sempre a mente che, la Madre Terra è un essere vivente che ci ospita e che avrà sempre l’ultima “parola”. In questa fase di ascensione planetaria, siamo “sparati” a grande velocità, misurabile soprattutto dallo scorrere del tempo, verso un punto di “richiamo” ben definito; quell’allineamento con il centro della Via Lattea che ci esporrà ad un “risciacquo” energetico senza precedenti. È questo il momento di “osare” e chiedere quello che in cuor nostro è depositato dall’alba dei tempi: il nostro cristallo primigenio che contiene tutto ciò che occorre sapere, ciò che siamo, la nostra memoria senza tempo, la nostra firma energetica, il nostro suono, la nostra vibrazione divina che discende dai “fili” diretti della creazione.
Fermiamoci un attimo a riflettere sulla nostra “posizione”, sul “cosa stiamo facendo”, sul “perché vado avanti come un automa a fare cose che non mi piacciono o in cui non credo”. Perché il futuro è una incognita e fa solo paura? Per lasciare ai figli qualcosa di materiale? Per assicurarci una degna pensione? Per non morire di fame e di stenti?
Ma per stare “tranquilli” e godere della vera Vita non servirebbe solo “volersi bene”, aiutarsi reciprocamente, condividere, sentirsi una unica grande famiglia?
E poi, perché sempre meno hanno sempre di più? A cosa gli servirà mai quel “di più”? I Faraoni sono morti accumulando svariate ricchezze che, poi, sono state regolarmente trafugate, probabilmente dai più fidati loro seguaci che sapevano ogni dettaglio del piano di costruzione delle opere funerarie.
È così difficile comprendere che le differenze di razza, sesso, ceto, lingua, ideologia, religione, sono solo misere rappresentazioni del nostro grado di separazione interiore? Del nostro stato confusionale dettato dalla paura di essere soli e abbandonati da tutto e da tutti?
La “trama del film” è chiarissima.
Quel potere al quale abbiamo delegato inconsciamente il controllo, l’Antisistema, ha la sola funzione di prenderci a “calci” sino a quando non ci risveglieremo e muteremo nuovamente il corso dei tempi. Se questo risveglio non dovesse accadere nemmeno con la “sveglia” cosmica che ha iniziato a “suonare” per noi, non so proprio come potremo tornare in noi.
Probabilmente la pubblica visione mondiale di fratelli cosmici potrebbe fungere da ottimo “tonico” per le coscienze.
L’intero pianeta, vestito delle nazioni, si sta armando perché ha paura! Ma paura di cosa?