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lunedì 4 settembre 2017

Quello strano “tuo” atteggiamento platonico.



Senza “Rete”, senza “segnale”, senza “connessione”… sei senza “informazione”. Ignori quello che “è già successo”. Ignori ogni dibattito in corso. Ignori persino “che tempo farà più tardi”. 
Senza Internet, ormai, sei tagliat3 fuori dalla “diretta”. 
Eppure, per millenni l’umanità ha vissuto senza. 
Quindi, credi davvero che l’evoluzione tecnologica costituisca della autentica e sostanziale differenza (cambiamento, evoluzione), rispetto a ciò che sembra essere stata la normalità precedente? 
“Qua, così” vengono ricordate delle “rivoluzioni” praticamente in ogni ambito dello scibile. Qualcosa che ha comportato un “miglioramento”. 
Dalla tradizione orale, a quella disegnata, scritta, stampata, digitalizzata, trasmessa, etc. l’informazione è sempre stata (ed “è”) trattata come asset di scambio basilare: 
una questione di memoria collettiva, dalla quale deriva l’esperienza... che comporta l’imparare dal passato, senza più decadere nei passi falsi già compiuti.
Ora, se (se) tutto questo corrisponde all’unico grado di autenticità... allora, perché – all’inverso – la storia dell’umanità è (sempre stata) una vicenda d’ingiustizia (giustizia di parte)? 
Quindi, quale differenza ha comportato la conservazione della storia stessa?
Come mai, complessivamente, l’umanità non ha imparato nulla, prendendo atto (ricordando) da ciò che “è già successo”?
Perseverare è… diabolico. Vero?

venerdì 29 luglio 2016

Per andare a caccia ti serve una rete.

     

Man mano che si costruiscono i grandi imperi, la società degli dei, come quella degli uomini, si gerarchizza, e il suo capo conquista maggiore potenza”.
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Tutto quello che “ottieni, ‘qua così’”, ha una sua “forma”. Ossia, tu ne fai parte, auto realizzandolo.
Per far sì che questo possa accadere e, succedere, sei chiamat3 “in un ‘luogo/condizione’ specific3”.
Per andare a caccia ti serve una rete.
Li trovi in giro, perfino a casa tua. Ma c’è un posto dove scovarne tanti…
Passa di lì, ritira tanti gadget e catturali tutti…
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Ora, 1) chi/cosa va a “caccia”? E... 2) a chi/cosa serve una “rete”?
Non solo; infatti, 3) per andare a “caccia” e servirti di una “rete”, hai necessità di una “riserva (di un luogo nel quale ‘cacciare con la rete’)”. Di più:
  • chi/che cosa “sei”, per poterti permettere di “cacciare”?
  • sei tanto sicur3 che, mentre “cacci”, te stess3 non sei “cacciat3”?
  
Emerge, quindi (come usualmente), una caratteristica gerarchica applicata all’ambiente, ad ogni livello

Qualcosa che, a sua volta, l’ambiente riflette e si presta a caratterizzare, così che – nel tempo – sembra l’ambiente stesso (la “natura”) ad insegnare (come esempio palpabile), quando – all’opposto – esso è una risultanza
  

giovedì 25 settembre 2014

Sopra ad un certo modo di pensare.


Che tristezza quando una “stellina Disney” si trasforma in “star”
Tutto ciò che una “(pre)visione” auto osserva, relativamente al piano di realtà 3d nel quale essa “è”, (ri)sente del proprio punto prospettico o, meglio, risente della sua “origine”, in termini di consapevolezza, conoscenza, presenza, equilibrio e sovranità. L’intelligenza è, invece, qualcosa che “ne (con)segue”, ossia… in presenza delle proprietà sopra citate è ovvio che ci sia anche intelligenza.
Il grado ispirante, tuttavia, è qualcosa che si discosta dal “complesso” appena descritto. Qualcosa che è, invece, (com)presenza.
È già successo qualcosa nel “passato” (qualsiasi cosa sia il passato).
Se, ad esempio, tu ignorassi lo scoppio della bomba nucleare ad Hiroshima… sarebbe “naturale”, allora, lo stato ambientale ad/di Hiroshima. Non avresti dubbio alcuno, perché ignoreresti ciò che è già avvenuto e che ha “ispirato” a diventare “così”, l’ambiente.
Come puoi giungere, ugualmente, a capire/conoscere la verità, relativa allo scoppio dell’ordigno bellico?

Partendo da una tua base di intenzione a conoscere meglio (approfondire) la “storia ambientale” e, conseguentemente, tutto ciò che ne deriva. Come? Beh… mediante "analisi" (avendo la sufficiente e necessaria tecnologia e sapere, anche in assenza di facoltà “superiori” proprie) degli strati del terreno o della sedimentazione di qualsiasi tipo di “testimone ambientale organico e non”, puoi giungere a capire che “in un certo tempo” è avvenuto “qualcosa”, che ha responsabilità per ciò che è accaduto "di seguito". Ok. 
Ma se “ciò che è accaduto” è, per te, (abitudine, convenzione) corrispondente al “normale/reale 3d/usuale”… che cosa puoi allora pensare di (ri)trovare?
Se per te è normale che ad Hiroshima ci siano valori di radioattività maggiori della norma, come puoi anche solo supporre una causa “esterna” (ad esempio, una bomba), responsabile per qualcosa che “non è mai accaduto, solo perché vivi ciò che è accaduto come se fosse… normale”?