Geometriche città, viste dall’alto o da lontano, diventano progressivamente, venendo meno la distanza, dei formicai brulicanti di rumori e confusione, covi per brutture interiori ed esteriori manifestate e consolidate nella materia.
azzurra e silenziosa
ma se ci vivi ti rendi conto
che è tutta un'altra cosa;
niente combacia ci sono crepe
e dalle crepe passa un po' di luce
che si espande nell'universo...
Eppure c’è sempre spazio per la componente artistica, per la dimensione ordinata della musica e della letteratura, per i sentimenti da scovare sotto ruvide pellacce di rudi combattenti per la propria sopravvivenza. Le città sono sia belle che brutte e chi non è d’accordo è perché è sotto incantesimo dell’uno o dell’altro polo.
Il giudizio è una forma di appartenenza e d’incantesimo.
L’immagine frattale che emaniamo è sul modello della matrioska e, come Re Mida, tutto quello che tocchiamo col pensiero/immaginazione/volontà/intento/desiderio… trasformiamo in una parte di noi stessi, perfettamente replicata anche nelle 3d.
È anche vero il contrario, però.
Siamo completamente conquistabili da tutto ciò che ci circonda e ci racchiude o avvolge, sia da dentro che da fuori.
I concetti 3d hanno ‘semplificato’ la visione omnicomprensiva del tutto, ma non riassumono certamente il tutto nella sua più ampia descrizione, tuttavia questa semplificazione è di Natura co creativa frattale, ad immagine e somiglianza; per cui, è tutto qua, davanti a noi, il senso dell’Universo e di conseguenza il nostro senso…
È come se le 3d fossero una diluizione rappresentativa del tutto, uno scenario orientato al fine di esperimentare se stessi. Viene da soppesare questa caratteristica come un timbro di Natura cerebrale, ossia uno scenario meglio comprensibile per la logica della mente, ossia una scenografia adatta per essere orientata dall’utilizzo della componente razionale.
Ordinare e direzionare ciò in cui si vive e ciò che si vede è una potenzialità ambientale non scritta. Insomma, i meridiani e i paralleli sono immaginari. Tuttavia attraverso uno sforzo immaginifico essi permettono di ordinare l’estensione del Globo. I punti cardinali fissano la Terra secondo una convenzione ad uso e consumo della razza umana:
questa semplificazione vettoriale permette di ‘mettere radici’ in loco e fare l’esperienza di se stessi nella concreta sfera energetica della terza dimensione, luogo in cui si soffre se fa troppo freddo o fa troppo caldo, ossia un costrutto apparentemente caotico da rendere in equilibrio, proprio come il concetto di stazionamento in un giroscopio, in cui l’equilibrio delle forze dipende dalla padronanza della nostra dimensione interpersonale.
Il Mondo è sulle nostre spalle e noi siamo sulle sue, allo stesso Tempo.
È, ovviamente, un concetto multidimensionale ma… anche pratico, vicino, tangibile, solido, geometrico, regolamentato, esatto, quadrato, sfuggevole proprio per questo, come un pallido riflesso, al sapore acqueo, di calore sulla strada:
leggi lontane e vicine che si cimentano in uno scontro coabitativo la cui risultante è a prima vista uno strano mix di caos e ordine (un ordine complesso che discende da un'ottava superiore).
Un mix da decodificare e ordinare, oppure interpretare alla propria luce.
Il nord è dove lo abbiamo piazzato noi? Il nord è una convenzione che serve per orientarsi, non tanto per orientare ciò che è multi orientabile, allo stesso modo dello schermo di un moderno cellulare o tablet, che risente del feedback a cui il giroscopio interno è soggetto.
Noi decidiamo il ‘verso’, la polarità dell’osservazione e la modalità dell’esperienza, ma… tanto per rimanere in argomento, il semplice nasconde il complesso e viceversa:
nello spazio disponibile, nella possibilità concessa, ci muoviamo padroni della situazione.
La libertà è un altro di questi concetti orientati. Essa delimita uno spazio energetico da riempire, ma essa non è totale come saremmo portati a pensare anche immaginando un pellerossa che cavalca il suo cavallo, coi capelli sciolti al vento della verde e sconfinata prateria.
Casa è dietro. Il Mondo è davanti…
Lo Hobbit
Abbiamo lasciato ‘casa’ per percorrere le vie del Mondo; la libertà è un concetto. Nessuno di noi lo è veramente, dal momento in cui tutto è ordinato dal vertice del Creatore (ad immagine e somiglianza). L’olograficità e la frattalità lo dimostrano. Il libero arbitrio è il filo apparente che illude di poter essere completamente genuini col proprio centro, che è certamente biodiverso ma mai completamente esclusivo, visto che è sempre dall’Uno che proveniamo.
È come fare parte di un organismo unico; non si è mai totalmente liberi dal vincolo di provenienza, perché tutto è composto da quell’organismo ordinante. Ovviamente, stiamo alludendo al cerchio massimo di questo Universo e non di ogni Universo, per cui l’increspatura sull’acqua ad opera del sasso lanciato, si espande sino a quando ha forza per essere visibile, anche se continua a lavorare nei reami non visibili, allo stesso modo della fuoriuscita dal Sistema Solare della sonda Voyager.
All’interno di un ‘vaso’, siamo liberi di spaziare. Al di fuori del ‘vaso’, no; per ora è così.
il potenziale di fuoco di un pezzo di legno e la componente acquea, determinano il suo peso.
Non tanto la materia di cui è composto, quanto la sua potenzialità racchiusa.
Il peso è quantificabile, ad esempio, tramite una bilancia. Che cosa sta misurando tale strumento?
Nel caso umano, starà valutando il peso di ossa, muscoli, tendini, etc.? Solo della parte organica?
Quanto pesa il potenziale di un essere umano?
Ha un peso il potenziale deflagrante di una bomba?
Non è semplice dimostrarlo, perché sembrerebbe che il peso misurato sia solo inerente alla massa, infatti esistono ordigni leggeri e piccoli ma molto potenti, sino ad arrivare alla reazione nucleare che avviene a livello degli atomi, dunque nel non visibile.
Tuttavia, percepisco che il potenziale abbia un peso specifico, che appare direttamente nel rilievo della massa organica. Perché affermo questo?
Per l’esempio del legno:
l’acqua contenuta ha un peso e l’acqua racchiude il potenziale del legno, in termini di memoria, potere e possibilità. Quando l’acqua cambia di stato, il legno diventa leggero, ossia perde peso/massa, ma non volumetria.
Rimane il potenziale del fuoco di quel pezzo di legno. La catarsi è già avvenuta attraverso l’evaporazione dell’informazione sotto forma di vapore acqueo; la trasformazione finale della materia in una sua raffinazione semplice, riconduce la forma alla componente cinerea.
Al grigio, alla polvere, alla terra.
Cenere e acqua, insieme formano terra. Con la cenere, 'sporca', una volta ci si puliva (principio omeopatico).
I cicli mantengono nelle 3d, sulla Terra 3d, in loco…
Uscire da un loop significa entrare in un altro, per via di questioni energetiche legate alla sostenibilità ed all'equilibrio.
Benedetto XVI: giustizia e carità non si oppongono ma si completano.
‘La giustizia chiede di superare il divario fra chi ha il superfluo e chi manca del necessario. Giustizia e carità non si oppongono ma sono entrambe necessarie e si completano a vicenda’. Lo ha detto papa Benedetto XVI prima dell'Angelus domenicale in Vaticano…
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Quale tipo di puzzle intende andare a completare (vede) il Papa?
La frase è orientata negativamente. Questa polarizzazione non è casuale:
giustizia e carità
ma
sono entrambe necessarie
e
si completano a vicenda.
Senza la particella negativa (che non ha valenza energetica, né traduzione per la mente) la frase diventa:
giustizia e carità si oppongono
ma
sono entrambe necessarie
e
si completano a vicenda.
Il punto di emanazione della frase è molto influente sulla Massa, per cui moltissime persone faranno propria questa mezza verità, dando luogo ad una propagazione del messaggio, ma, come ben sappiamo, ciò che passa di bocca in bocca e d’orecchio in orecchio, molto spesso muta di specificità, trasformandosi in grottesche personalizzazioni, frutto del proprio ordine d’idee e di giudizio ed attaccamento, nonché karma.
La prima parte della frase attecchirà molto di più di quella mediana e finale.
Giustizia e carità si oppongono.
Ecco che, negli inconsci della Massa si andrà a fissare un ordine subliminale molto ben specifico:
il Mondo è ingiusto.
Dunque, se la carità è cosa buona e c’è una opposizione di base, allora è la giustizia che deve essere forzatamente all’opposto della carità, ossia… il Mondo è ingiusto.
Le forze sono 'entrambe necessarie', rappresenta un’altra sezione, un'ottava diversa della situazione:
ciò esprime la Natura auto educativa delle 3d.
Il 'completarsi a vicenda' è ancora più sottile:
chi capirebbe la funzione di una tragedia che si abbatte sulla propria Vita?
Siamo immersi in una sfera dimensionale energetica funzionale, che necessita della nostra presenza per auto alimentarsi. L’organismo superiore Terra sta evolvendo attraverso l’esperienza della Vita e, nelle 3d, lo stesso organismo sta ospitando la nostra avventura, replicata ad una dimensione più 'piccola':
i concetti sono orientabili, così come decidere se vestirsi di blu o di qualsiasi altro colore.
Personalizziamo tutto quello su cui posiamo pensiero e desiderio/intenzione.
Re Mida è una metafora colorata della nostra presenza e facoltà sottile di essere vivi ed esistere.
La storia comincia con Jack Frost, che risvegliatosi in un lago scopre di essere diventato lo Spirito della Neve. Divertito, il ragazzo incomincia a provare i suoi nuovi poteri che lo portano ad un villaggio vicino dove tristemente scopre che nessuno lo può vedere…
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La stessa cosa vale per la paura:
una volta era un umano (nelle ‘5 Leggende’ lo si capisce molto bene, quando Pitch, la paura, si confida con Jack Frost).
La semplicità ha originato la complessità, e la complessità non è altro che semplicità, quindi semplicità e complessità si scambiano i ruoli vicendevolmente.
La costante di Feigenbaum (ringrazio l'amico Pierangelo per la preziosa segnalazione) è il ‘marchio di fabbrica’ del caos, ciò che ci permette di dire:
Ma come nasce questa costante delta?
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Molto profonda è questa riflessione.
Come è rappresentato il ‘delta’ nell’alfabeto greco?
Con un triangolo orientato verso l’alto.
Con la stessa forma…
La costante è la firma, il tratto distintivo dell’opera del Creatore.
Il livello frattale che misura e rileva la sua presenza.
E ogni cicatrice è un autografo di Dio
Mezzogiorno – Lorenzo Jovanotti
Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com