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mercoledì 11 maggio 2011

Paura, eh?







11 maggio terremoto a Roma: la bufala di Bendandi fa il boom di ferie.
Molti romani hanno preso ferie per l'11 maggio 2011. Non è vacanza, e non siamo nemmeno vicino al weekend. Lo strano 'ponte' è dovuto alla misteriosa profezia, ormai nota, secondo la quale l'11 maggio 2011 la capitale sarebbe stata colpita da un violento terremoto e distrutta.

La profezia di Bendandi gira da tempo in rete, e da tempo è stata bollata come una bufala: protezione civile ed esperti di vulcanologia hanno più volte ripetuto che non c'è motivo di allontanarsi da casa. Ma il tam tam tra social network e tv è stato abbastanza per scatenare il panico, e nonostante le rassicurazioni della protezione civile, in molti hanno deciso di stare a casa dal lavoro per potersi allontanare dalla città. Un insolito boom di ferie nella capitale: rispetto all'11 maggio 2010 si registra un 20% in più di assenze dal lavoro. Una vera psicosi.
Da Yahoo 

È proprio il caso di dire: la paura fa 90

Ma che cosa significa questo ‘detto’. Molto probabilmente che la paura 'ricomprende' tutto (tutti gli altri numeri che, nel caso specifico, alludono ai numeri possibili delle estensioni del gioco del Lotto). Questo è un bellissimo caso di frattale analogico, ossia di ‘piccola’ verità che racchiude ed esprime a ‘raggiera’ le verità più grandi. 

Anche da questa prospettiva si può comprendere il ruolo ‘centrale’ della paura, la grande paura di… vivere. Se al posto del termine ‘vivere’ agganciamo l’allegorico termine di ‘vincere’, ritroviamo ancora il medesimo sentire, ossia la paura di vincere, che ad esempio coglie una squadra di calcio minore allorquando è in vantaggio sulla squadra più blasonata ed il tempo non sembra trascorrere mai e le gambe e la mente diventano come di… gesso.

La paura.

Nel caso sopracitato, paura di morire. Morire… La Grande Sorella che arriva per tutti è ritenuta, giustamente, l’unico ‘effetto’ parificante a cui siamo integralmente sottoposti. La ‘livellatrice’ provvede a ‘cancellarci’ da questo Mondo, a terminarci e ad annullare una ‘casualità’ che, non si sa bene come e perché, ci aveva portati ad affiorare sulla Terra.

Di che cosa si ha, in realtà, paura? 

Di scoprire di essere stati uno ‘scherzo’ di Natura e che la nostra Vita sia l’unica Vita e dunque che non si abbia un senso nell’economia dell’Universo. Questa ‘piccolezza’ conduce l’umanità a vivere come se l’unica chance assegnata fosse proprio questa unica ed eccezionale Vita. Bene. Se fosse davvero così, perché, mi chiedo, la gran parte della gente passa metà della sua Vita, quella ‘migliore’ teoricamente, a lavorare e a formarsi nelle scuole? 

E, quando il paradigma in corso le ‘scarica’ dal Mondo del lavoro, le riduce ad interpretare modelli di Vita basati sulla riduzione e lenta sparizione dal contesto sociale? Allora, se la maggior parte di noi pensa di essere uno ‘scherzo di Natura’, perché non vive in maniera coerente con un simile pensiero? 

Forse, qualcuno potrebbe dire che in realtà succede, ma non è esattamente così, a mio modo di vedere, perché la gran parte della gente vive di lavoro per mancanza di alternativa ma anche per senso di responsabilità verso se stessi e verso i proprio figli.

Usciamo dalla visione impoverente che avvolge ogni dinamica globale.

La comunità umana è più centrata di quanto i ‘luoghi comuni’ possano fare supporre. Si dice ‘meglio un giorno da leone che cento da pecora’, poi il tutto si riduce, mediamente, a tirare tardi nel fine settimana, a bere un po’ di più, a lasciarsi andare quando c’è la possibilità. Togliamoci dalla testa ciò che si vede nei film, come certe ‘esagerazioni’ sociali

Quel modello è basato sul focus di quello che fa una minoranza e non è rappresentativo seppure 'virale'.

La media non è rispecchiata da quei modelli di Vita ai ‘limiti di tutto’. Insomma, siamo stati tutti adolescenti, diciottenni, venticinquenni, trentenni, etc. e lo sappiamo benissimo che il corpo e la mente, dopo un po’, non ce la fanno più a reggere un certo tipo di Vita. Scatta qualcosa dentro che ci fa, per fortuna, cambiare. Perché? A cosa corrisponde questa dinamica? Che cosa è?

È certamente qualcosa che ci fa capire di non essere solo quello che ‘vediamo, pensiamo, sentiamo’ attraverso i sensi. Non è una prova, questa? Basta riflettere, nemmeno meditare. È logica spiccia. Mera considerazione basata sui fatti. Eppure non lo facciamo volutamente ma lo subiamo attraverso le ‘lezioni’ della Vita.

Cosa significa avere paura di morire, allora? Io penso che significhi, in definitiva, anche paura di avere fallito l’appuntamento con quello che ci eravamo prefissati di ‘fare’ in questa Vita. Questa è una verità sottile, nascosta, celata, oscurata dalla più grande paura possibile: soffrire durante l’atto del ‘passaggio’, un po’ come per la donna è la paura del dolore vissuto durante una gravidanza. È come una prova, una iniziazione… a che cosa? Ad un qualcosa che nemmeno riusciamo a comprendere ma che ‘riteniamo anche remotamente possibile’: esistere per sempre

Anche questo fa paura, no? 

E poi c’è la paura di quello che ci potrebbe succedere se le religioni dicessero la verità; ossia? Andare all’Inferno o soffrire nel tempo indefinito del Purgatorio. Ma anche se fosse, le religioni stesse affermano che ‘tutto dipende da noi’, che la 'dannazione o la salvezza' dipendono dal comportamento che abbiamo tenuto in Vita. 

Nel corso del tempo si era diffusa  addirittura la credenza di poter acquistare la ‘salvezza’. Queste dinamiche mettono in evidenza come l’umanità abbia sempre tentato di aggirare ‘l’ostacolo’ invece di puntare diritto su di lui

La paura corrisponde a questa dinamica giroscopica di mantenere l’individuo il più possibile sul proprio ‘asse di rotazione’, tentando di tentarlo a cercare e trovare quel centro grazie al quale poter superare ciò che sembra insuperabile. La ‘cura’ può venire solo da noi stessi

È paradossale, lo so. È come scambiare lucciole per lanterne, invertire il senso di quello che ci hanno insegnato a ‘sentire’. Il bene ed il male alla rovescia. Ma che scrivo? No. Il bene ed il male unificati nel senso di opportunità del vivere. In funzione di ‘come siamo fatti’ avremo necessità di un cocktail diverso di queste due energie: il bastone e la carota, insomma. Le nostre impronte digitali affermano che ognuno di noi è ‘unico’, speciale, Uno

Ciò corrisponde all’archetipo dell’eletto, osservato ad esempio in Matrix. Un ‘modello’ metaforico della nostra unicità inserita nel contesto omnicomprensivo degli ‘altri’. Una sol cosa, in realtà. Facciamo del male a qualcuno e lo capiremo immediatamente. Perché? Perché qualcosa dentro di noi non smetterà più di tormentarci e se non riusciremo a trasmutare questa ‘sensazione’ in atti di pragmatica ‘conversione’, sconteremo questo atto in un ‘futuro’ imprecisato in cui non crediamo ma che sentiamo anche possibile: ancora paura.

Perdonare: una possibilità di terribile efficacia.

Lasciare l’altro in balia delle proprie ‘scimmie’, della incapacità di potersi sfogare e, dunque, di riflettere...

Gli individui sono stati responsabilizzati dall’Antisistema. Il ‘guadagnarsi da vivere’ cosa è, se non prendere atto di questa momentanea separazione dalla condizione divina che ci contraddistingue. Le entità parassite è come se non avessero dimenticato chi noi siamo. È come una parte di noi che ‘sa’ e che ci vieta di fare questo  o quello, perché dice ‘Hey, ma tu sei Dio, come puoi abbassarti a fare questo?’. 

Chiamiamolo Ego o Satana, il risultato non cambia: siamo sempre e solo noi. 

La violenza che fuoriesce dalle maglie della società è una dinamica che sfocia dall’incontro di più forze ‘alleate’ nei due grandi schieramenti che prendono il nome di bene e male, bianco e nero, Yin e Yang, etc. e noi rappresentiamo quel 'punto di incontro'

Tutto è preposto al nostro ultimo e definitivo ‘volere’. L’ultima decisione è sempre la nostra ed è sempre stata la nostra. Chi decideva di schiacciare il grilletto della propria arma, allorquando il superiore ordinava di puntare, mirare e… sparare? Perché si schiaccia quel dispositivo? Perché esiste un esercito che difende un dittatore e un esercito che lo combatte? I due eserciti sono fatti della stessa ‘pasta’, eppure si combattono. Entrambi hanno fattezze simili, hanno le stesse modalità di gioire e di soffrire, hanno famiglie e sentimenti simili, stesse modalità di alimentarsi e di pensare… eppure l’uno combatte l’altro. Cosa c’è nel ‘mezzo’?
 
C’è il ‘dovere’, un giuramento, un senso di fedeltà, un indottrinamento, una ipnosi di base. Simile che combatte simile. Dove succede una cosa analoga nell’ecosistema della Vita sulla Terra, oltre alla sfera umana? Eliminando alcune eccezioni, che certamente esisteranno ma che esprimono solo il nostro riflesso, non mi sembra che una tale dinamica sia stata allargata dai 'flussi' naturali alle altre forme viventi. Ripeto, non esiste un ambito di 'simile che attacca simile' in maniera esponenziale come succede ed è successo all’umanità. Cioè, non mi sembra che esista o sia esistita la prima guerra mondiale delle formiche, per esempio. 

I feroci dinosauri non si sono estinti a causa di una guerra d’indipendenza. È la società umana che ha introdotto il concetto della guerra su questo Pianeta. Le facoltà umane hanno ‘permesso’ di sviluppare questa dinamica aggressiva e fondata sul senso del possesso e del controllo.

Questa immagine, tuttavia, mi sento di poter affermare che non appartenga alla specie umana, ma è stata ‘ereditata’ in qualche maniera da un’altra sfera dimensionale. Anche se intimamente ci riguarda, perché tutto quello che succede ha un senso, non è ‘nostra’. Ora, non voglio tornare sul concetto del controllo ad opera di entità parassite sovrasensibili, ma solo rammentare da quale ‘piano’ giunge la ‘mano che controlla’ e che esprime in continuazione paura di perdere questa situazione dominante silenziosa, sete di energia e, dunque, di controllo sulla specie divina addormentata umana

A cascata tutto si propaga e si sviluppa. Le cause vengono confuse con le conseguenze.

A quale livello della percezione ci poniamo? Da quale quota decidiamo di osservare? Questa è la fonte del giudizio e della separazione. È come dire tutti la stessa cosa senza capire che diciamo tutti la stessa cosa. Davvero pazzesco. L’opera del controllo è totale ed affine, intimamente, a scrollarci di dosso le ‘ragnatele’ che ci hanno caratterizzato dopo la ‘caduta’. Il controllo vive della nostra energia ma sottilmente ci spinge al risveglio. Lo scenario tridimensionale  che ci accoglie, che abbiamo ‘colonizzato’, è neutro per sua Natura; noi lo abbiamo personalizzato attraverso quello che ‘siamo’

L’Antisistema compie solo il proprio dovere.

Tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare, vero? Vero. Infatti il ritenere la dualità superata, osservandola da un piano più ‘elevato’, non è sufficiente al fine di superare i nodi stessi intrecciati nella dualità.

Noi ‘viviamo’ contemporanemente a più livelli. 

Su quale di questi livelli decidiamo di sostare più a lungo? Ecco una bella chiave di lettura di quello che ‘ci succede’. Per capirlo frattalmente è sufficiente osservare se stessi mente si pensa, ad esempio:
  • a sé 
  • agli altri 
  • alla propria famiglia 
  • al lavoro 
  • allo Stato 
  • all’Europa 
  • al Pianeta
In ognuno di questi ‘livelli’ noi abbiamo una nota vibrazionale diversa. Eccoli i 'famosi' livelli o dimensioni. È come amministrare un patrimonio di mille euro e uno di un milione di euro: è diverso, no? Ma in realtà cosa cambia? 

Cambia solo la concezione/percezione che abbiamo e che ci facciamo in termini di ‘consapevolezza’.

Lo posso fare? Sono in grado?

Ogni scenario è possibile ed è già esistente nello ‘spazio delle variabili’ dipinto da Vadim Zeland o anche descritto dalle Guide di cui ci hanno tradotto il sentire i membri del CerchioFirenze77. I coniugi Hicks ci dicono che i nostri desideri sono missili lanciati all’Universo e che la nostra Anima diventa subito quello che desideriamo. La differenza tra ‘noi’ e la nostra Anima è rappresentata dallo spazio vibrazionale che ci separa

La scatola guida delle emozioni ci indica il ‘dove siamo’ rispetto al percorso, ad uno dei percorsi che conducono al ‘luogo’ vibrazionale in cui troveremo quanto desiderato: si dice ‘realizzarsi’ in termini sociali.

Come è possibile che esistano tutti questi scenari allo stesso ‘momento’. Quanta energia e spazio ci vogliono? Osserviamo, a tal proposito, cosa sta succedendo alle memorie dei computer. Nei primi anni 80, il Commodore64 aveva 64 Kb di memoria! Oggi una fotografia della mia macchina Reflex/Digitale Canon ha almeno necessità di 1 Mb di memoria. Cosa è successo? Si ha avuto necessità di spazio e lo si è ottenuto. Gli hard disk arrivano e superano già il Tera byte. Non è un problema questo. 

Lo spazio non è un problema.

Arriviamo agli ‘scenari’ ed alla loro contemporanea esistenza. Esiste un frattale sulla Terra che dimostra questa possibilità: la biodiversità. Rimanendo in ambito umano, è sufficiente che ognuno di noi si trasferisca di nazione e/o continente per trovare condizioni diverse in cui si è letteralmente ‘diversi’. Vivere nella giungla Amazzonica non è esattamente come vivere nel centro di Londra. Questi scenari esistono allo stesso tempo e la nostra figura ‘itinerante’ li può visitare tutti: dipende da noi. Per cui possiamo capire che nemmeno questa possibilità costituisce un problema.

Gli scenari esistono già anche a livello della realtà percepita, ed esistono in maniera ‘ubiqua’.

L’immagine che ho in mente spiega anche come si possa ‘risparmiare’ energia per mantenere tutte le possibilità ‘aperte’. Eccola: corrisponde al modello di autolavaggio delle macchine.


Quando si entra per primi in un moderno ‘tunnel’ per lavare in automatico la vettura, è possibile osservare che è tutto in uno stato ‘silente’, ossia i dispositivi sono solo in stand-by. Appena si entra nel raggio di azione della fotocellula iniziamo a sentire e vedere acqua che cade sulla vettura e sapone che viene cosparso un po’ dappertutto, poi continuando sul rullo trattore, non appena ci avviciamo alle prime spazzole, queste iniziano a mettersi in movimento: solo in quel momento l’energia richiesta aumenta. 

In quel momento noi ci siamo avvicinati ai sensori.

Quella energia è fornita a monte ed il prezzo da pagare è compreso nella somma che abbiamo versato al proprietario, ossia, quell’energia è stata innescata dalla nostra decisione di ‘lavare la macchina’. Allo stesso modo, l’intero ‘spazio delle varianti’ potrebbe reggersi su questo concetto, certo molto più evoluto e raffinato, senza necessità ovvie di nessun tipo di denaro, ma bensì di utilizzo della nostra forza direzionale esistenziale: cosa faremo per raggiungere ciò che desideriamo?

Cosa facciamo per raggiungere i nostri desideri? E di che tipo di desideri ci ammantiamo?

Quest’ultima domanda costituisce un altro ‘capitolo’.

Una delle cose più incredibili che scoprii, mentre lavoravo con i miei clienti, è che tutti noi abbiamo la chiave per tutelare la nostra salute, i nostri corpi e la nostra vitalità.
ThetaHealing - L’eterna giovinezza di corpo mente e spirito VIANNA STIBAL

Nella neo-scienza della cimatica, è stato provato che le onde sonore generano forme geometriche nella materia. Nella futura scienza della realtà multidimensionale, si potrà scolpire delle forme d’onda per entrare nei campi biogenetici e catalizzare processi biochimici, ristabilire la guarigione cellulare ed innescare i campi elettromagnetici codificati all’interno delle funzioni cellulari del Sistema Nervoso Centrale (SNC).
Estratto da: La Musica del Lyricus – Wingmakers

Facciamo un attimo di silenzio dentro di noi e permettiamoci di ‘sentire’: domandiamoci allora ‘che cosa è una malattia?’ alla luce di ciò che abbiamo letto. Quale può essere la sua vera causa? Quale informazione sottile conduce sino a noi? Quale funzione ha? È possibile ritenerla come una sorta di maledizione? È possibile concepire l’esistenza di malattie incurabili? Che cosa sappiamo di noi stessi e della nostra malattia? Quale legame funge da collante tra le due dimensioni della salute e della malattia? Esiste una separazione ‘di fatto’ tra queste due modalità del ‘sentirsi’? In cosa consiste quel motivo di continuità che sentiamo tra gli intervalli di salute e malattia? Cosa ci spinge, quando siamo malati, a guarire? Cosa ci spinge, sottilmente, quando siamo in salute ad ammalarci? 

Esiste la malattia? Esiste la salute? 

Che cosa è e che cosa rappresenta un ipocondriaco, un malato immaginario? Che cosa è e che cosa rappresenta l’effetto placebo?

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011

mercoledì 15 settembre 2010

La contro rotazione a vari livelli.






Ecco una breve storiella molto curiosa. Dopo citerò la fonte e il motivo:

“Una volpe aveva inghiottito una zampa di lepre che si era incastrata alla bocca del duodeno e non poteva più mangiare; non poteva nemmeno restare troppo tempo senza alimentarsi, né espellere il boccone e neppure digerirlo.
Dopo avere elaborato tutti questi dati, il computer cerebrale gli inviò una risposta perfetta ed esatta per quel problema: era necessario aumentare le secrezioni gastriche e moltiplicarle per agire più in fretta nel punto del blocco. Quindi cosa di più semplice della creazione di un nuovo organo? Un cancro non è nient’altro che una moltiplicazione cellulare che permette di agire più in fretta. Appena compiuta la digestione, il cervello deve solamente invertire il processo. Ciò che prima ha aggiunto ora deve essere corroso e, con una semplice inversione d’ordine, deve eliminare il tumore per vie naturali. Questo processo è naturale. Poiché l’animale opera solo nel principio della realtà, ha unicamente problemi di questo tipo. L’essere umano è invece molto più complesso, perché vive nel reale, nell’immaginario e nel simbolico. Così, quando un individuo non ha digerito un conflitto a causa di un elevato livello di stress, il cervello invia questa sovra-fisiologia per far fronte all’indigestione psichica: il cancro, l’organo corrispondente”.
Fonte: “Le radici familiari della malattia” di Gérard Athias

È sempre più facile “imbattersi” in uomini di “scienza” di questo tipo, per fortuna. Il Dottor Athias è un medico allopatico, o meglio, lo è stato nel senso più stretto della specifica. Dopo qualche anno di praticantato ha deciso di seguire quella vocina interiore che in continuazione gli sussurrava qualcosa. Che cosa? Che la professione che stava svolgendo con zelo e tanta cura, in realtà, non collimava perfettamente con l’idea radicale che trovava sede presso una qualche parte del proprio sé. Come se qualcosa lo costringesse a deviare, modificare la propria perfetta "immaginazione". In breve si accorse di non essere libero nel manifestare quella forza che sentiva animarlo. Si accorse che qualcosa d’altro prendeva le decisioni al suo posto, in virtù di tutta una serie di condizionamenti ricevuti in ampi ambiti della propria esistenza.

“Vedi, la triangolazione si articola così, di cellula in cellula, e il cervello presiede a tutto ciò che l’individuo fa, a tutto ciò che gli accade, a tutto ciò che pensa. Tu non pensi; sei pensato dal tuo cervello. In questi termini, questa trinità è di per sé l’operazione vitale dell’essere umano”.

Ci sono tanti pezzi del puzzle che sono in via di allocazione. Ad esempio il Dottor Hamer e le sue leggi biologiche, testimoniano proprio questo aspetto della “malattia”, ritenuta come solo una risposta biologica “perfetta” di un corpo perfetto, sotto l’azione di un cervello perfetto; questa risposta è una conseguenza di livelli di “stress” interni tanto elevati da necessitare di uno “stop”.

Come vengono considerate queste “cose”, questo approccio alla condizione di malattia, dalla gente in generale? Con estrema sufficienza, con diffidenza, con scetticismo. Perché? Perché non si è mai fatto così a memoria d’uomo. 

Ecco il punto: la memoria

Ed ecco l’effetto dell’azione dell’Antisistema nel corso del passato: un taglio netto e preciso con la tradizione alias con la "conoscenza". Ma come? Ma di quale tradizione parli, se veniamo da un epoca in cui si moriva per un taglio che si infettava? In cui la metà dei bimbi nati moriva di stenti! Esatto. Non lo si può negare. Come non si può negare che oggi si vive molto più a lungo di una volta. Ma quanti anni vivevano le persone ai tempi di cui si narra nella Bibbia? Centinaia di anni. Ma no! Quelle sono delle allegorie sulla lunghezza della Vita! Ah si? Fa sempre comodo rigirare la “frittata” come meglio si crede, no?

La memoria dell’uomo è divenuta “corta” come la coperta di Linus. La tradizione popolare, la saggezza delle piccole comunità è stata cancellata dall’opera di lento convincimento sociale a cui ci siamo volontariamente esposti senza parola proferire. Le "comodità" dei tempi moderni mal digerite da esseri non pronti a "disporsi", ha portato all’impoverimento del tessuto “mnemonico” e, con esso, dell’intero “palazzo” di vetro umano.

È stata una allucinazione collettiva ben orchestrata. L’innesto di un paradigma a “cuore” aperto. A cui è seguita poi una radicale sutura dei sensi superiori.

All’uomo manca qualcosa di quello che aveva nel passato; qualcosa che adesso può essere ripristinato. È semplice capirlo. Basta lasciarsi andare qualche secondo e percepire il mondo che ci circonda: com’è? La risposta è solo vostra…

Quando un essere umano non risolve un conflitto sul piano fisico o psichico, il cervello biologico crea e identifica una soluzione che chiamiamo “patologia”… Questa creazione, come tutte le creazioni e come quella dell’Universo stesso, avviene in un movimento a spirale, e dal conflitto psicologico acutissimo permanente nasce dal cervello una risposta: la malattia. Il giudizio umano vive questa necessità vitale in maniera negativa, mentre nella realtà biologica è l’unica risposta di sopravvivenza, perché questo computer ha innanzitutto un programma prioritario di base: la sopravvivenza della specie, la sopravvivenza dell’individuo.

La malattia avviene per salvarci momentaneamente la Vita.

Il terapeuta non deve quindi cambiare la malattia, ma l’atteggiamento del suo paziente nei confronti di essa. La malattia ha dunque una ragione d’essere: risolvere il conflitto. Più è grande il conflitto, più grandi sono le malattie. Esiste una corrispondenza perfetta tra ogni conflitto e ogni malattia da una parte , e tra l’intensità del conflitto e la gravità della malattia dall’altra. La biologia è logica e precisa addirittura a livello cellulare; è totale”.

Questo è un libro meraviglioso! Si “lascia” leggere come scorrendo via. E non sto facendo nessuna pubblicità lucrativa. Non ho nemmeno programmi di affiliazione con chicchessia. È semplicemente il mio semplice contributo alla causa comune. Perché è una via per alzare il nostro grado prospettico e, dunque, il nostro livello di consapevolezza.

Confesso che non conoscevo per nulla altri Dottori che erano giunti alle medesime conclusioni che credevo appartenere solo ed esclusivamente al Dottor Hamer. Ma non è così! Lo dovevo intuire, in quanto l’analogia frattale parla chiaro: quante invenzioni sono giunte ala momento del loro “parto” in concomitanza, in contemporanea fra più gruppi di lavoro? È sempre stato così. Se pensate bene a cosa intendo lo comprenderete molto bene, ne sono certo. Perché le “informazioni” sono in un “bacino” di energia universale, alla portata di tutti. Quando qualcuno apre una via, un canale, una porta in questa area di “memoria” del Creato, non è mai da solo, perché dietro di lui ci sono altri che navigano in scia. E ciò non descrive un movimento negativo o sbagliato. È semplicemente che, come in una comunità di formiche o di api esistono le sotto varietà specializzate nel fare qualcosa, anche a livello umano succede la stessa cosa. 

Coloro che aprono e coloro che colonizzano

Non sempre coloro che aprono vivono di gloria per questo. Dipende. Ma il fenomeno è quantomeno necessario per permettere agli altri di penetrare in nuovi livelli della conoscenza e consolidare. Il “lavoro” della globalità è uno solo: evolvere. La fase di sopravvivenza è implicita.

Ora dobbiamo mutare alcuni programmi nel cervello che sono obsoleti. Questo aggiornamento del nostro sistema operativo è in corso proprio in questi tempi. Un modo per aggiornarci è anche questo: colpire la nostra attenzione con esempi anche drammatici, con accostamenti di Sacro e Profano, come questo. Il Dottor Athias in una certa fase della propria Vita, decise di ri-formarsi presso un “Sapiente”, il quale è la fonte della sua stessa trasformazione:

“Lasciando da parte le grandi dimostrazioni teoriche, paragonò lo sviluppo di un feto a quello di un cancro. Commentò il parallelo tra la moltiplicazione cellulare dell’embrione, che arrivano a diventare delle cellule molto differenziate, con la moltiplicazione cellulare del cancro in cui ogni cancro ha una funzione molto perfezionata. Com’è possibile che colui che è in grado di creare un bambino , con un concepimento così magico, possa sbagliarsi nella nascita di un cancro?

La malattia non è un errore di programma, è nel programma”.

È sufficiente leggere ed informarsi per giungere a conclusioni sensate intuitive personali. Facendo però attenzione all’eccesso di informazione che ci avvolge totalmente. È questa un’altra tattica dell’Antisistema per confondere e bloccare in un altro ambito. È stato Rudolf Steiner stesso a mettere in guardia l’umanità dal pericolo derivante dalla diffusione di “sapere” tramite carta stampata. Come al solito è una questione di equilibrio. Un sottile gioco di compromesso, fiducia, senso intimo di essere, un pizzico di concretezza, tanta immaginazione e creatività come un bimbo.

Nei libri, a ben cercare, c’è la risposta a tutto. A ben cercare! Ad esempio:

“Eravamo ben lontani da Ippocrate e dalla sua visione dell’essere globale. Il nostro era un ritagliare la persona facendone un puzzle umano, dal quale mancava del tutto l’aspetto emozionale. Il colmo è che è stata la gerarchia medica a inventare il termine “psicosomatico”. Quando non sappiamo cos’è, diciamo così; mi avrebbe spiegato un giorno un primario”.

Si dice che la scienza proceda a balzi dopo ogni funerale. Cioè che le “eminenze” che hanno fatto la storia di quel ramo della scienza, si sono poi fermate sugli “allori”, bloccando di fatto con la loro opulenza il continuum, il fluire delle scoperte, del sapere, dell’innovazione. Perché si sono bloccate? Per supponenza? Perché hanno raggiunto un grado di benessere e di potere? Forse! Ma non solo… secondo me perché hanno dovuto fermarsi! Perché qualcosa di estremamente potente li ha convinti che era più “appropriato” fare così. Siamo tutti padri e madri di famiglia, no?

Smettiamola di distribuire colpe e giudizi. Doveva andare così. In quel modo la “spinta” accumulata dalla corrente lungo le sponde ha raggiunto livelli insostenibili per qualsiasi controllo, per cui c’è stato il ”balzo”, la rottura degli argini e delle menti interfacciate a diga. Tutto è opportuno al fine.

“La salute è la presenza di un’immagine ideale, dell’essere in equilibrio perfetto. La malattia è lo scordarsi questo modello. La vera guarigione è ritrovare il sé”.

Questa azione dello scordarsi non è mai fine a se stessa. Athias mette in relazione la malattia anche con cause inerenti al retaggio familiare, ma questo è un ulteriore approfondimento. Per oggi mi interessa fermarmi qua, perché confonderei troppo le idee.

Mi sovviene il parallelo con il super computer Hall 9000 e il nostro cervello; secondo me gli autori dei due famosi film di cui ieri ho proprio scritto qua, hanno idealizzato il funzionamento del nostro organo di controllo per eccellenza, trasmutandolo in evidenza attraverso l’immagine di un super computer che ha l’intero controllo della situazione di una gigantesca nave spaziale lanciata nel Cosmo “aperto”. La sua ritenuta “pazzia” non è fine a se stessa ma provocata da ordini in controtendenza, come viene dimostrato nel secondo film, 2010 L’anno del contatto.

Proprio ciò che è successo al genere umano intero. Ordini in controtendenza. Vortici di energia in contro rotazione, capaci di destabilizzare coloro che non sono pronti nel padroneggiarli. E ciò dimostra ancora una volta come l’analogia frattale sia sempre valida e all’opera, infatti è proprio David Wilcock ha portare alla nostra evidenza che nell’Universo, e dunque anche in noi, operano almeno due forme di Etere in contro rotazione:

"Quello precedente è solo uno dei tanti pezzi del puzzle che suggerisce che due principali forme di "etere" (materia oscura) siano all'opera nell'Universo. Ancora, il nostro punto cruciale di partenza, qui, è che abbiamo una Sfera Universale che si è divisa in A1 e A2 al suo interno. Questi eteri hanno velocità di vibrazione leggermente differenti, espresse nel paragrafo precedente come "caldo" e "freddo".
 
6.2 - A1 e A2 ruotano in senso contrario l'una dentro l'altra.
 
Subito dopo, e soprattutto, dobbiamo osservare che i corpi universali di etere 1 ed etere 2 possono ruotare in senso contrario l'uno rispetto all'altro, o roteare in direzioni opposte, senza causarsi interferenze a vicenda:
•    A1 ruota in senso orario, mentre A2 ruota in senso antiorario allo stesso tempo, ed essi in genere si passano attraverso nella Sfera, mentre continua il movimento.
•    Poiché A1 vibra leggermente più in fretta di A2, A1 ruoterà anche leggermente più in fretta di A2 nella Sfera. Questo sarà un punto molto importante più avanti. 
 
I corpi di A1 e A2 sono simili ai fluidi, nel senso che hanno "campi bolla" sferici che hanno la capacità di fluire. Questo è sostenuto dal lavoro di Kozyrev, Mishin e altri, che dimostrarono l'attività simile ai fluidi e le "correnti" nell'etere. Tuttavia questi "campi bolla" hanno anche una geometria interna dei Solidi Platonici che li fa rimanere legati in una struttura matrice relativamente stabile con i loro vicini. A1 si lega a se stesso come un'unica entità sferica e A2 si lega a se stesso come un'entità sferica separata. Perciò questa caratteristica geometrica di cristallo fluido di A1 e A2, impedisce loro di fondersi l'uno con l'altro (omogeneizzazione) tutto in una volta e di perdere la loro energia di rotazione contraria. E mentre essi ruotano in senso opposto, i loro "campi bolla" riescono a scivolarsi oltre a vicenda, come un super-fluido, anche se si trovano esposti ad un'altissima compressione. In un certo senso, questo è simile al modo in cui le persone si oltrepassano lungo le affollate strade cittadine, mentre camminano in direzioni opposte...

Dopo che A1 e A2 si sono formati ed è iniziato il loro movimento di rotazione contraria, il momento in cui si verifica per la prima volta questa collisione di vortici nel centro, è quello che la maggioranza degli scienziati chiamerebbe "Big Bang".  La pressione diretta verso sud di A1 entra in collisione con la pressione diretta a nord di A2 e moltissimi dei campi bolla di A1 e A2 cominciano a fondersi in questa zona più che in altre. Essi si dispongono formando una sfera nel centro, dato che c'è pressione che spinge da ogni parte. Si crea dell'energia elettromagnetica, secondo il modello di fisica di Johnson, generando luce e materia visibili. Questa sfera di energia comincia a crescere dapprincipio, man mano che assorbe in sé sempre più particelle di energia di tipo fluido di A1 e A2. Possiamo anche pensare a questo evento come la nascita della prima stella nell'Universo".
Fonte: “The Divine Cosmos” - Capitolo Sei - Il battito universale di David Wilcock

Siamo passati a scrivere dalla malattia che, nell’immaginario collettivo conduce alla Morte, alla Nascita dell’Universo… Proprio ad evidenziare un cerchio perfetto che descrive solo perfezione in itinere.
 
 

venerdì 9 aprile 2010

La Vita è una malattia sicuramente mortale, trasmessa sessualmente.




Ho trovato un libro molto interessante sul tema “malattia moderna”, ossia sulla sindrome da malattia, imperante in questi ultimi decenni. Il libro si intitola “Gli inventori delle malattie. Come ci hanno convinti di essere malati” di Jorg Blech.
Voglio citare dei punti del libro, che a loro volta citano altri autori; un’angolatura simpatica di un tema capace di far rabbrividire.

Iniziamo:
  • “L’arte del medico consiste nel divertire il paziente fino al momento in cui la Natura lo guarisce…” Voltaire
  • “La medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano” Aldous Huxley
  • “Ogni persona sana è un malato che non sa ancora di esserlo” Knoch o “il trionfo della medicina” di Jules Romains
  • “Ho rispetto per la fede,  ma è al dubbio che dobbiamo la nostra formazione” Wilson Mizner
  • “Una persona sana è una persona che non è stata visitata come si deve” proverbio medico
  • “Se pagata, la gente si ammala” Andrew Malleson
  • “Se la mettete in questo modo, nessuno può più essere malato” Molière
  • “La Vita stessa è una malattia sicuramente mortale, trasmessa sessualmente” P.Skrabanek e J.McCormick – Follie e inganni della medicina
  • Victoria Beckham, 27 anni, sa con precisione quando nascerà il suo secondo figlio: il parto avverrà il 1° settembre. Ha scelto quella data per il taglio cesareo programmato in una clinica privata londinese, perché si colloca proprio tra due partite che suo marito dovrà giocare in quel periodo” Suddeutsche Zeitung
Insomma, come recita il titolo dell’undicesimo capitolo “l’utilità di essere malati” l’industria della malattia ad ogni costo ha medicalizzato l’intera società. Il terzo capitolo s’intitola “una malattia chiamata diagnosi” ed è indicativo di quanto ci facciamo influenzare dai termini illusori pronunciati dalla classe medica. E pensare che un saggio proverbio esprime questa verità: “ognuno è il medico di se stesso”.

Saggezza di un tempo condotta d’urgenza al capezzale della sanità mentale dell’individuo, la quale si è giocata le ultime sparute possibilità di riemergere dal coma in cui è precipitata.

Gli ambulatori sono sempre pieni come otri troppo cariche per essere trasportate; i malesseri si accumulano all’impazienza ed alla disorganizzazione. Alla malattia si aggiunge la rabbia, lo sgomento, l’improvvisazione. Dottori robot per uomini robot, curano con la perizia di un meccanico o di un macellaio; tutti nello stesso modo. 

L’allineamento sociale, il piattume sociale, si allinea nella tendenza a classificare ogni cosa secondo mode o tendenze, target, sondaggi, obiettivi, etc. e gli effetti collaterali diventano solo numeri superflui; tanto ci sarà un altro rimedio anche per quelli. Proprio come il gioco delle tre carte…