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lunedì 10 settembre 2012

Analogia Frattale.


  

Oggi è il classico giorno, la ‘dima’, da onorare vivendo lasciandosi andare:

osando...

Fidandosi di quello che viene, come scorrendo con esso. Esprimendo quel concetto di ‘Fede’, tanto lasciato a decantare nel bacino drenante religioso. Una nuda e pura ‘mezza verità’; una variazione di grado del medesimo significato:

conosci te stesso, fidandoti di te stesso, riflesso dal Tutto.

È attraverso te stesso che puoi conoscerti. Ma anche attraverso i riflessi di ogni ‘superficie viva’, che ti accompagnano come l’ombra. L’origine è la medesima: tu. Tu sei causa ed effetto, allo stesso Tempo. Il paradosso è superato, perché sono le scale di valori che cambiano. Stiamo osservando due aspetti a loop da decodificare su piani diversi della consapevolezza.

Vediamo un po’; quale potrebbe essere il frattale fisico?

Un’abitazione su più piani: un palazzo. Una stratificazione della condensazione energetica. Se la nostra casa fisica, è evidente, che ha più piani, allo stesso modo può essere organizzato il fluire esistenziale della Vita, dal nostro punto prospettico.

La temperatura nei locali di casa nostra è diversa. Il sensore che regola detta temperatura è posto in un locale strategico, ma non riesce quasi mai a livellare allo stesso modo la sensazione di temperatura rilevata dalla nostra presenza. È sempre possibile, allora, collocare due sistemi sensorii, uno per ogni macro area della casa. Ciò, al fine di equilibrare il grado della temperatura. Tuttavia se la nostra presenza ristagna di più in un locale piuttosto che nell’altro, allora la temperatura varierà ed il sensore dovrà compensare, fermando il riscaldamento in un locale ma non nell’altro.  

Il diverso comportamento non è paradossale ma risente di una variazione di grado dovuta alla nostra presenza

È un comportamento intelligente. L’evoluzione in corso è misurabile anche in questo modo. Una volta c’era la stufa, ad emettere calore progressivo e digressivo attorno al punto di bruciamento. Il resto dell’ambiente o della casa risentiva tenuamente di questo lavoro. Il discorso può andare avanti ancora per molto Tempo, riuscendo a comprendere, dunque, molto dell’origine e del comportamento del Tutto.

Lascio parlare ciò che ho trovato, ritrovato, per attrazione diretta, accettando di lasciarmi andare e ‘fidandomi’ di ciò che ho autorizzato a muovere in me, attraverso di me.

 
Analogia Frattale. Riporto uno schema, che ho disegnato personalmente, identificante il dispositivo meccanico/energetico, che sottintende alla conversione visiva del proprio piano dell’orizzonte, in un continuo modello di ‘auto focus’ esistenziale. Una tecnologia 'commovente' per grado di libertà ‘controllata’ e proprietà lucida di poter osservare/comprendere il Tutto. Un modello di focus sempre presente, capace di decodificare, ma in funzione dell’uso che ognuno di noi ne farà. Un equilibrio sempre attivo ma la cui sostenibilità dipende solo da noi

Questo modello, sorprendentemente, rassomiglia alla 'Stella a 6 punte di David'.

La forma della stella è un esempio dell'esagramma, un simbolo significativo per più religioni. L'esagramma è da datarsi anteriormente all'utilizzo degli Ebrei. Fuori dal sistema Giudaico viene utilizzato prevalentemente nell'occultismo…

L'esagramma è un antico simbolo trovato su antichi templi Indiani costruiti migliaia di anni fa. Simboleggiava il Nara-Narayana, o il perfetto stato meditativo dell'equilibrio tra l'Uomo e Dio, e, se mantenuto, avrebbe portato nel 'Moksha', o 'Nirvāṇa' (liberazione dai limiti del mondo terrenale e le sue trappole materialistiche)…

Link

Questo materiale, sarà approfondito e dettagliato in un prossimo libro che andrò a comporre, nel 2013, sull’Analogia Frattale

Siamo alle prese con un vero e proprio dispositivo energetico di conversione ottica della Luce, capace di veicolare quel focus alla base della propria crescita evolutiva. Un focus che sottintende un equilibrio, a cui vengono conferite diverse gradazioni dal nostro livello prospettico, che si trova sempre in equilibrio, ma non sempre sostenibile nel Tempo. Abbiamo, dunque, identificato il raggio traente della Creazione, l’intenzione sincera del Creatore sempre all’opera ed in ascolto. Il canale privilegiato e diretto per ‘conferire’ con il suo Significato Originale.
 
Beh, una volta avrebbero bruciato vivi per queste parole.

Non è un ‘mirino’, nel senso a cui oggi possiamo pensare, ma ad un puntatore su assi automatico, capace di rilevare sempre opportunamente la presenza del ‘Codice’ e decodificarla rendendola disponibile. Il resto del lavoro, ovviamente, lo dobbiamo fare noi, muovendoci da un equilibrio all’altro, ma di diversa gradazione e consistenza, che dipende da noi; da come utilizziamo la realtà manifesta.
 
Il suo utilizzo è sia causa che effetto. L’effetto è avvolgente passivo, se dotati di poca consapevolezza, oppure è avvolgente attivo, al contrario. In ogni caso è un’avvolgenza di tipo a spirale, stratificata a loop. L’esserne presi nel proprio giogo è un questione di gravità e di incontro tra leggi di tipo diverso, tuttavia lo ‘scudo’ dell’Analogia Frattale è sempre attivo se lo sappiamo utilizzare, ossia se riusciamo a comprendere noi stessi e lui di conseguenza. Per usarlo dobbiamo già conoscerlo. E ciò non è affatto un paradosso, perché le tracce utili alla sua comprensione sono in potenziale già incise dentro o fuori di noi. Ok?

Ma sto scrivendo ancora troppo, senza avere riportato ciò che è stato promesso in precedenza relativamente al ‘lasciarsi andare’. È importante, perché, ad esempio, la Stella a 6 punte l’ho ritrovata sorprendentemente in un libro che ‘casualmente’ ho trovato ieri nell’hard disk ‘Akasha’:

un’immagine delle forze dinamiche che entrano in gioco nella personalità umana.
Bioenergetica, Alexander Lowen
 

Dal capitolo quinto - ‘Il principio del piacere’, a pagina 116, del libro di Lowen, si parla di queste forze che pressano sull’identità dell’individuo e lo schema riportato è, appunto, la 'Stella di David'. 

Essa ha varie configurazioni e rispecchia/agisce sulla personalità umana.

Molto interessante, perché l’ispirazione alla medesima figura è avvenuta certamente per 'analogia non casuale' tra me e Lowen, seppure disarticolata su una diversa scala temporale. Come per l’Uomo Vitruviano di Leonardo, che è stato decodificato da me come il singolo fotogramma di un qualcosa di molto simile ad un film, ossia ad una visione diretta a cui accedeva Leonardo (come molti altri. Ad esempio, Tesla), allo stesso modo, il meccanismo descritto da Lowen mette a fuoco dei singoli fotogrammi di un qualcosa di molto più dinamico e fluido

un sistema di spostamento su assi, capace di conferire auto focus sull’eterno presente, sorretto dalla nostra capacità di firma/Libero Arbitrio, ossia questo equilibrio in auto focus, costituisce solo un potenziale sempre disponibile ma lasciato al nostro Tempo di consapevolezza.

Una certezza che costituisce ‘speranza’.

Il frattale è Internet che, senza un collegamento, non possiamo agganciare. Ma poi, di Internet, cosa ce ne facciamo? Dipende da noi. Internet è, inoltre, un processo costruito da ‘altri’ in continua evoluzione, per cui l’analogia è completa, secondo SPS.

Questa 'Tecnologia Analogica Frattale' costituisce una infrastruttura

Nel materiale Wingmakers troviamo questo concetto di ‘strumentazione’, molto ben dettagliato ed approfondito.

L'evoluzione sul nostro Sistema Solare si svolge in due determinati rapporti creatori. Rapporti che il simbolo della croce sintetizza, molto chiaramente:

Il verticale e l'orizzontale. 

Ciò significa che esiste una lunghezza d'onda nell'Essere, che batte con delle frequenze non percepibili alla mente umana, pulsanti negli eteri cerebrali del suo corpo denso

Questa direzione, la verticale, è la linea che, d'abitudine, seguono le Guide dell'umanità, quale filo di Arianna, per raggiungere i Punti-Luce, che, dall'esterno del nostro Sistema Solare, imprimono, sul medesimo, le direzioni necessarie, ed il nord occulto verso cui tutte le evoluzioni di regni menzionati, attualmente, tendono…

La seconda direzione, che noi dobbiamo analizzare, è la direzione, purtroppo, in cui la massima parte dell'umanità è polarizzata mentalmente: 

l'orizzontale; il mondo della manifestazione, quale essa si presenta ad un sommario esame esteriore…
La Grande Sintesi della Tradizione Esoterica, Guido Da Todi

Ogni effetto ha la sua causa, ogni causa il suo effetto; tutto avviene in conformità di una legge, il caso è il nome dato ad una legge, che non si conosce; pur se esistono diversi piani di causalità, niente sfugge alla legge…

Tutto è duale; tutto è polare; per ogni cosa c’è la sua coppia di opposti. Come simile e dissimile sono uguali, gli opposti sono identici per natura e differiscono solo di grado. Così gli estremi si toccano; tutte le verità non sono che mezze verità e ogni paradosso può essere conciliato

Questa è l’arte degli Ermetisti: 

compreso il principio, imparare ad usarlo invece che subirlo

Se per ogni causa esiste un effetto, ogni effetto ha la sua causa

Sia la media che il lancio singolo, avvengono in forza della legge di causa ed effetto, e se noi ne fossimo a conoscenza ci renderemmo conto che il dado, non poteva mostrare se non quella faccia, tenuto conto delle circostanze e il periodo di tempo in cui avvenne. Per le stesse cause, avremo sempre gli stessi effetti. Ogni avvenimento ha la sua causa, il suo perché; niente accade senza una coincidenza di cause…

Il Kybalion

Se scrivo sentendo un certo tipo di musica, quella musica inesorabilmente mi influenzerà in maniera non casuale. tuttavia il mio stato d'animo e la mia concentrazione trasformeranno la media risultante dall’influsso esterno. Questa è la capacità di ricezione di un segnale, che dipende come al solito da una coppia di valori:
  • la forza del segnale
  • la capacità di ricezione del segnale.
Il processo d’ispirazione è continuo, basti infatti guardare all’inerzia che accompagna ogni movimento sulla Terra 3d. L’inerzia è il processo d’abitudine, inerente ad una programmazione giunta per ispirazione dei nostri centri logici/razionali. Un imprinting che nulla toglie alla nostra capacità di auto determinazione. Solo un campo morfogenetico, un raggio traente evolutivo. Perché dobbiamo ritenerci per forza svincolati da ogni forma di possibile ‘controllo’? Osserviamo bene il Mondo che abbiamo personalizzato

è una sorta di scatola di controllo frattale. Tutto è sotto al Controllo.

Per cui anche il genere umano lo deve essere. Ma non c’è nulla di male. Il bambino sino a quando è piccolo va tenuto per mano. Lo facciamo perché ci teniamo a lui e gli vogliamo bene. Moriremmo per lui. E allora?

Mi dispiace dover distruggere delle illusioni. In tutto il sistema c’è un errore di calcolo, ed è facile dimostrarlo. Ma non nel senso che le scoperte della psicoanalisi, su cui queste conclusioni si basano, siano errate. Tutt’altro: quelle scoperte sono assolutamente giuste. Solo, sono incomplete, e molte delle formule sono astratte e perciò distraggono dalle vere conclusioni
La rivoluzione sessuale – Wilhelm Reich

Quale sarà la soluzione del problema ebraico? Si creerà un giorno uno stato ebraico in qualche parte del mondo? Lo si  saprà a suo tempo. Ma è interessante notare che i paesi la cui opinione pubblica si agita in favore degli Ebrei, rifiutano costantemente di accoglierli. Dicono che sono i pionieri della civilità, che sono i geni della filosofia e della creazione artistica, ma quando si chiede loro di accettare questi geni, chiudono loro le fontiere e dicono che non sanno che farsene. È un caso unico nella storia, questo rifiuto di accogliere in casa propria dei geni…
Joseph Paul Göbbels 

Il Non-Punto di Giunzione.
Quel che tu chiami un anno sta chiudendosi ad anello per dare origine a quel che tu vuoi credere già esista, prima ancora di essere.

Il Nuovo Anno nasce lì... in quel non-punto invisibile, sfuggente e misterioso nel silenzio assediato dal chiasso. Lì, in quello stesso non-punto che in te vive infinite volte tra un espiro e un inspiro, tra una sistole e una diastole, tra una fase e l’altra di ogni tempo scandito

giunzione e separazione nel contempo.

Il non-punto, canyon senza fondo e senza pareti, talmente vasto che neppure lo percepisci… e perdendolo, ti perdi. Non senti il tuo espiro né l’inspiro, non senti la sistole né la diastole, e non ti accorgi dello scorrere del tempo... così perdendoli ti perdi.

Un anno vecchio… un anno nuovo. Un numero e il numero successivo che dividi in 365, o 12, o 4… un 1 che dividi in 24 o in 60. Una sequenza continua di momenti ancora da creare, e tra l’uno e l’altro quell’unico non-punto che unisce e separa una sola infinità.

Distingui cosa questo non-punto unisce e separa.

Il tempo quotidiano, del sole e della luna, è da un non-tempo che è concentrazione. Il tempo che tu credi di percepire e misurare lo crei espandendo illimitatamente una goccia di questo non-tempo.

L’esperienza genera il tempo.

Nel tempo quotidiano, spazio quotidiano - nel tempo invisibile, spazio invisibile: tutti e due dalla medesima goccia. Quando vivi consapevole l’esperienza, allora vedi che il tempo si limita - semplicemente - ad avvolgerla, assicurandole dimensione e consistenza. Così l’esperienza giace nello spazio e il suo ricordo nel tempo.

Distingui lo spazio dal tempo, l’esperienza dal ricordo, e sbircia attraverso di essi: in un unico immediato istante la minuscola infinità di tutti i tempi, gli spazi e le dimensioni. Nella loro condensazione la loro sparizione. Nel non-punto di giunzione tra diversi tempi e spazi scaturiscono cose che altrimenti non sono:

illuminazioni, estasi, allucinazioni, miracoli, creazioni.

Distingui i tuoi tempi, distingui i tuoi spazi.
Io Sono l’Angelo del Tempo

Link 
 
Gli assi non sono due, sono tre o forse anche di più. Però non complichiamo oltremodo quello che è semplice, non perché ‘facile’, ma perché sempre disponibile alla nostra latitudine. Solo da decodificare nella sua variante di grado necessaria a ricomprenderlo in noi e noi in lui.

Ricordate il simbolo di Atlantide? Eccolo:
 


Questa è la 'triplice cinta', raffigurata in diversi modi in tutto il mondo antico e associata al mito di Atlantide. Raffigurerebbe la pianta schematica del porto della mitica isola sommersa, formato da diversi anelli d'acqua e moli, secondo il racconto di Platone.
Link 
 
La 'Costante di Sfasamento 3d' ha veicolato, nel Tempo, ad una sorta di errore di parallasse. Infatti se utilizziamo un sistema di assi basati su coordinate convenzionali, come i punti cardinali, otteniamo un orientamento, sì, ma di tipo diverso rispetto a quello polarizzato dalla decodifica del ‘cubo’ derivante dall’Analogia Frattale:


 
Il messaggio ci giunge dagli Antichi, ma la sua rappresentazione è costituita attraverso un sistema di velatura dell’informazione, decriptata in altro modo. Ciò renderà la strada più lunga, tuttavia non condurrà mai allo smarrimento, perché il sistema guida è e sarà sempre al nostro fianco, sino a quando i nostri occhi troveranno il modo di andare al di là di quello che vedono…

La resistenza fortifica come un allenamento intensivo. 

Alla fine, ciò che blocca, lascerà il proprio morso e lascerà liberi di ‘volare’ attraverso la ‘forza’ acquisita/accumulata, sino al prossimo 'Punto di Resistenza'.

Dipende da noi.
07092012 S 27,6 + 251 Beato Guido da Arezzo (Annotando le note musicali, visse) + +
08092012 S 27,9 0 252 Natività della Beata Vergine Maria (Quel ‘termine fisso d’eterno consiglio’- Dante) +0
09092012 S 28,5 0 253 San Pietro Claver (Un vero ‘schiavo’) +0

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com

giovedì 21 giugno 2012

Il 'Gene' della Lampada.




La sabbia si muove, spostata dai rivoli d’aria, secondo precise leggi naturali; ogni infinitesimo movimento necessita di particolari condizioni, simili a vere e proprie autorizzazioni

Il Controllo nasce nei substrati della materia, negli sconvolgimenti molecolari, tra le forze d’interazione nucleare degli elementi costitutivi. Quello che accade nell’infinitamente piccolo, dispone l’apparenza
Prospettiva Vita – Davide Nebuloni

Quanto ‘sappiamo’ è il frutto di una ispirazione vantaggiosa? E, poi, vantaggiosa per chi? Esiste un discorso sempre 'diverso', inerente alla prospettiva da cui si inquadra uno scenario. La consapevolezza deriva dal ‘panorama esterno’ che osserviamo, oppure deriva da quello 'interno'? Come al solito ‘non se ne esce’.

Qualcosa si ‘nutre’ della confusione degli esseri umani, oppure non esiste nulla di ‘non manifesto’, che trae sostentamento dalle vicissitudini umane?  Le solite domande? 

No. 

Con il termine ‘solito’ dovremmo descrivere ben altre modalità della nostra ‘funzione curiosa’. Usualmente le domande che ci facciamo hanno altre fattezze, per cui porsi le domande ‘diverse’ che conducono alle ‘solite’ risposte, equivale comunque a focalizzare un ganglio essenziale della ‘curiosità proattiva’:

oltre al presunto caos o caso, esiste sempre un disegno prestabilito. Un modello. Una traccia premeditata. Un campo morfogenetico traente a Sé, il cui frattale nelle 3d è la Forza di Gravità o ‘attrazione’ o ‘magnetismo’. 

Sembra, infatti, che ognuno di noi abbia la caratteristica di attrarre verso la propria ‘sfera’, ogni vicissitudine atta a movimentare una certa ‘sete’ informativa o ‘fame’ energetica. Tutto quello che attiriamo a noi è molto simile al processo di ingurgitamento del cibo e della relativa digestione, allorquando quello che abbiamo attirato e inglobato serve, poi, per alimentare i vari processi legati alla continuazione esistenziale.

Da ‘chi o cosa’ parte l’input attrattivo? 

Chi o cosa comanda l’azione attraverso la sua ‘ispirazione’? Stiamo bene attenti ai giochi illusori attivati a livello tridimensionale; ‘luogo’ caratterizzato dalla contemporanea presenza/assenza di verità, nel senso che ‘tutto’ è perfettamente spiegabile attraverso la decisione di ‘andare a destra o a sinistra’, rispetto ad un dato punto di partenza, e in riferimento ad uno ‘scenario’ in cui muoversi ed esperienziare.

Se parto da Roma per andare dall’altra parte del Globo, ci arrivo sia che vado ‘verso destra’, sia che vado ‘verso sinistra’. La cosa certa è che devo avere un obiettivo, una meta, ossia che deve esistere sia lo scenario (il Globo), sia il luogo da raggiungere (la città sul Globo). Che altro?
  • devo esserci  Io (l'Osservatore)
  • deve esserci un motivo, uno scopo, per raggiungere la meta
  • deve esserci la possibilità di muoversi da un luogo ad un altro.
In parole povere, deve esistere la dimensione tale da permettermi di essere manifesto e poter concretizzare quello che ho nell’immaginazione, ossia devo avere una chiarezza d’intenti, un senso, un perché, un motivo, una direzione, una ‘scelta da poter compiere’…

Le 3d sono perfette per questa esperimentazione del Sé, attraverso ‘tutto e tutti’, pur rimanendo Se Stessi.

Una simile dimensione è molto specifica e atta a generare nel Tempo, delle vere e proprie trappole illusorie. Ossia, scambiare le cause per le conseguenze e immedesimarsi a tal punto nella ‘recita’, da dimenticare ogni senso nativo. Affermare che possa esistere queste possibilità, senza prendere in considerazione che possano esistere ‘altre forme d’energia vitale’, anch’esse in esperienza di Sé, è come illudersi che la Terra sia l’unico Pianeta abitato dell’Universo.

L’economia del Cosmo ne risentirebbe in maniera drammatica, perlomeno in termini di biodiversità o di abbondanza o di ricchezza estensiva della Creazione.

Che cosa o chi siamo noi? Siamo il corpo? Siamo la mente? Siamo energia? Siamo il Cuore, il cervello, lo stomaco, una mano? Che cosa ci 'rappresenta' meglio, anche solo ad istinto?
 
Dal punto di vista di SPS: 

l’estremamente piccolo, il non manifesto, l’invisibile (sempre secondo il punto prospettico e sensoriale relativo alle 3d, luogo dal quale si ‘osserva’)…

Atomi, Geni, Virus, Batteri, etc., oppure Demoni, Alieni, Spiriti, etc., ossia l'imprinting ricevuto ad 'immagine e somiglianza di...'.

La Scienza ha scovato i primi, ma li ha presi seriamente in considerazione solo per quanto attinente alle politiche Antisistemiche.

A sua volta tutte queste categorie d’esistenza, sono composte ancora da ‘particelle’ più piccole. Dunque? Dunque, mediante osservazione, l’umano crea sempre altra biodiversità e differenziazione, crea altre scale di valori da esplorare

È l’atto umano stesso dell’osservare, e quindi dell’immaginare antecedente all’osservazione, che co-crea i livelli nuovi/diversi, che poi fanno supporre di trovarsi in una ‘voragine’ infinita della possibilità

È un gioco tremendamente illusorio, caratterizzato dal fatto di essere modellato e modellare allo stesso Tempo: 

un meraviglioso ‘gingillo creativo’ sfuggevole e funzionale, estremamente comprensibile e ‘con-Tempo-raneamente’ sorprendente.

Che cosa stiamo ‘misurando’, mediante questa esperimentazione continua? Solo noi stessi, anzi ‘solo Me Stesso’. E ciò accade allo stesso Tempo per ognuno di noi, dove per ‘noi’ dobbiamo prendere in considerazione la 'particella pilota' che anima il corpo umano: 

chi fa l’esperienza?

Non certo un organo, un corpo, una porzione del tutto, ma allo stesso Tempo, sì. Una ‘porzione’ vive l’esperienza innescandola, sapendo che a cascata, di conseguenza, tutto si animerà facendo a sua volta la stessa esperienza, che sarà allo stesso Tempo diversa ma confacente allo scopo innescante il tutto.

Tramite 'Analogia Frattale' noi siamo ogni componente del Corpo e il Corpo stesso.

Come se ne esce? Come si trova una chiave di lettura funzionale? La risposta è:

in ogni modo. Tutto è confacente allo scopo… Basta avere 'Fede' in Se Stessi e nel 'senso delle cose'.

Ma non basta, vero?  Ognuno di noi vuole trovare il ‘segreto’; la quintessenza del significato della propria presenza in Terra. Ossia, si ha sempre e costantemente la verità davanti agli occhi, ma non la si prende in considerazione, perché la verità deve essere segreta, celata, tosta da capire, oscura, sfuggevole, etc.

Per cui, ‘questo accade’. Così sia... Noi creiamo la complessità. Noi decidiamo il nostro futuro.

Le esistenze ‘altre’, non manifeste, svolgono un ruolo ‘marginale’ in questo processo. Intendo, ‘potenzialmente marginale’, ma estremamente centrale dato che abbiamo rinunciato noi ad assumere un simile ruolo. Un ruolo che abbiamo sospinto via ed allo stesso Tempo incarniamo ancora.

Paradosso? No…

Abituiamoci a questa ambivalenza della possibilità:
  1. on
  2. off
  3. on/off contemporaneamente.
Diamo senso fisico a quello che la Quantistica ha scoperto. Usiamo praticamente questa verità. Come si fa? In che modo?
 
Capendo e praticando un cammino; un cammino riassumibile in questa riflessione che ho scritto poco Tempo fa:

l’Amico Gianluca mi ha segnalato questa sua profonda intuizione: 

la verità, l’essenza della realtà e della vita, è sempre la stessa, lo è sempre stata e sempre lo sarà

Mi sembra proprio che abbia colto nel segno. Un altro Amico, Diego, lo dice sempre che l’Universo ha la sua età…

Il tempo scorre ed allo stesso modo 'tutto è fermo'. Tutto scorre e Tutto è fermo: 

'verità e menzogna', insieme.

Noi ‘Siamo’. È questa la verità. Ed è una verità ‘non-locale’. A prescindere…

‘Qui ed ora’ e/o ‘ovunque e sempre’ = Noi ‘Siamo’.

Cerchiamo la realizzazione, la conoscenza di noi stessi. E questo da sempre, ossia da ‘adesso’, oggi, ora. Come può cambiare la verità? Non è che non esista evoluzione. Esiste all’interno di un loop che abbiamo percorso in ‘sogno’, illusorio quanto una Vita spesa al lavoro. Illusoria eppure concreta.

Da questo vortice non se ne esce, se non triangolando multidimensionalmente:
  1. 3d
  2. Sovradimensionale
  3. Piano Divino.
'Qui e ora' / 'ovunque e sempre' = Presenza.

In un’altra e-mail che ho girato agli Amici Claudio e Carlo, scrivevo:

vi scrivo una breve nota relativa al ‘Qui e Ora’ e al ‘Ovunque e Sempre’:

è mia Natura ‘osservare, tagliare, cucire, estrapolare, triangolare, etc.’, per cui penso di poter ‘abbastanza facilmente’ – andare ‘oltre’ – rispetto ad ogni tipo di passato. Ciò che è giunto sino a noi è solo uno step, un filtro, una prospettiva… che merita di essere ‘espanso’ ulteriormente…

Iv - Il Principio Della Polarità’.
'Tutto è duale; tutto è polare: 

per ogni cosa c’è la sua coppia di opposti. Come simile e dissimile sono uguali, gli opposti sono identici per natura e differiscono solo di grado. Così gli estremi si toccano; tutte le verità non sono che mezze verità e ogni paradosso può essere conciliato'.
Il Kybalion

La Quantistica ha verificato e ci ricorda che in Natura esistono 3 stati e non 2 relativi al classico ‘Bit’:
  1. on
  2. off
  3. on/off.
Il 'terzo stato', in pratica, siamo noi, gli ‘alberi’ o i ‘ponti’ tra ‘Cielo e Terra’… E questo ‘stato’ corrisponde a noi sia che siamo in equilibrio sia che non lo siamo!
 
Per cui io mi sento in ‘Cuore/Mente’ che le due espressioni sono ‘mezze vere’ entrambe. Dipende solo dalla Prospettiva, dall’inquadratura che utilizziamo per vedere la stessa unicità colorandola di noi.

Cioè, la funzione d’onda o di particella che ci ricorda la Quantistica (non puoi ‘misurarle’ entrambe, ma o una o l’altra), è il:
  1. Qui e Ora                      quando ti materializzi nelle 3d
  2. Ovunque e Sempre       quando ti osservi come onda.
Le due mezze verità compongo l’unica verità.
 
La differenza è ‘come o dove ci vogliamo osservare’…

Se mantenessimo la duplice visione attraverso il nostro ‘terzo stato quantico’, saremmo ‘Dio’ - ‘Qui e Ora – Ovunque e Sempre’ - consapevolmente.

Non è, dunque, importante a quale livello decidiamo di indagare; se usando microscopi sempre più fantascientifici, oppure se usando astronavi o facendo carotaggio nei ghiacci, o pregando, o curando l’alimentazione e il corpo, etc. quello che importa è che almeno uno di questi percorsi venga compreso sino a fondo

Questi percorsi, tutti e nessuno escluso, ci riflettono e riflettono la verità contemporaneamente. Non potrebbe essere altrimenti, perché l’Opera Creativa è Una e qualunque sua riproposizione, a prescindere dalla consapevolezza, dallo scopo, dal livello vibrazionale, la ingloba sempre e comunque.

Il mix di Leggi Planetarie e Cosmiche è, comunque, una miscela biodiversa nella quale esisterà sempre, anche estremamente diluita, l’impronta originale.

Tale ‘impronta’ è l’equivalente dell’algoritmo dell’equazione del Creatore. Una volta impostata a livello olografico e frattale, dal punto di osservazione della Sorgente, tutto ciò che ne deriva la ricomprenderà per Legge.

Potrà diluirsi a livelli ‘preoccupanti’, ma mai sparire del tutto

E anche questa sua estrema diluizione è confortata dal 'Principio Omeopatico', il quale dimostra, anche nelle 3d, che l’esistenza e l’efficacia del ‘rimedio’ è a prescindere dalla sua concentrazione ‘fisica’.

La componente vibrazionale (eterea) è allo stesso Tempo ‘fisica’, perlomeno per effetto sulla fisicità percepita dall’individuo. Tale fisicità è un effetto illusorio/concreto, che interagisce con il campo della Possibilità.

È tutto estremamente connesso, anche quando non lo sembra proprio.

La difficoltà è agganciare questa verità e applicarla concretamente alla Vita, anche se la Vita è già e sempre 'concreta'...

Occorre trovare la propria ‘formula’, perché quella ‘generica’ non è detto che sia funzionale per ognuno di noi.

Il fenotipo esteso.
Il fenotipo esteso è un saggio pubblicato nel 1982 dal biologo inglese Richard Dawkins. Il libro descrive il concetto che l'autore considera il proprio maggiore contributo alla teoria dell'evoluzione, quello appunto del 'fenotipo esteso'…
 
Una reinterpretazione dell'evoluzione dal punto di vista dei singoli geni, i soli veri 'soggetti' su cui agirebbe la selezione naturale, e di cui gli organismi (monocellulari e pluricellulari) non sarebbero altro - usando un linguaggio ovviamente metaforico ed antropocentrico - che le 'macchine da sopravvivenza' da essi programmate per garantirsi il successo nella propria perpetuazione.
 
Il concetto del fenotipo esteso spinge ancora più in là questa 'svalutazione' dell'organismo a favore del gene. Il biologo parte dall'osservazione di numerosi casi in cui il comportamento di animali ha la capacità di influenzare a proprio vantaggio l'ambiente e altri animali. Da questi fatti Dawkins deduce che è arbitrario limitarsi a identificare come manifestazione esteriore (fenotipo, appunto) dei geni associati a questi comportamenti solo i comportamenti stessi e le caratteristiche (anatomiche, psicologiche) dell'organismo che ne sono alla base. 

I geni che determinano nei castori la funzionalità dei denti ed il loro istinto non hanno come fenotipo solo questi due aspetti, ma anche la diga che il castoro costruisce ed il lago che si forma; tutte questi elementi sono determinati dal gene e hanno ricadute benefiche sulle probabilità del gene di riuscire a replicarsi nella successiva generazione. 

Alla possibile obiezione secondo cui la diga ed il lago sono solo conseguenze molto indirette dei geni, l'autore ribatte che anche i denti del castori lo sono: 

dopotutto il singolo gene non fa che sintetizzare una proteina, e da questa proteina l'influenza sulla struttura dei denti si concretizza in passaggi intermedi che possono essere molti ed estremamente complessi, includendo sicuramente anche l'azione di molti altri geni. Dunque la linea di demarcazione tra 'azione' diretta e indiretta del gene risulta del tutto arbitraria.
 
Da qui la ridefinizione del ruolo dell'organismo, che passa ad essere solo una delle tante realizzazioni dei geni nel mondo esterno per mezzo di cui i geni stessi competono tra loro

Non solo: 

le conseguenze 'estese' dei geni possono essere tanto forti da indurre un altro organismo, che questi geni non possiede (e che quindi è programmato per massimizzare la diffusione di altri geni, i propri), a favorire proprio la sopravvivenza di questi geni estranei

È il caso di molti esempi di parassitismo: 

tra i più significativi Dawkins cita quello della formica Monomorium santschii, la cui regina si infiltra nei formicai di altre specie e riesce, con meccanismi ancora non del tutto noti (probabilmente diffondendo particolari sostanze chimiche), a indurre le operaie presenti a uccidere la loro stessa regina, così da prenderne il posto. La regina di un formicaio è la madre di tutte le operaie, e dunque tale comportamento è ovviamente dannoso dal punto di vista dei geni delle operaie, considerando peraltro che la regina è la sola femmina fertile, la sola dunque che può perpetuare tali geni comuni.
 
Dawkins sintetizza questi risultati in quello che chiama il Teorema Centrale del Fenotipo Esteso:
 
il comportamento di un animale tende a massimizzare la sopravvivenza dei geni di quel comportamento, indipendentemente dal fatto che i geni si trovino nel corpo di quell'animale particolare che ha quel comportamento.
Link 
 
Molto interessante. Allora, qual è il ‘gene del comportamento’ si trova alla base del comportamento umano ‘attuale’? Una modalità distruttiva dell’ecosistema planetario, almeno apparente…

Il ‘gene del comportamento’ incarnato prioritariamente dagli umani può trovarsi anche ‘fuori dal corpo’ dell’umano. O, meglio, fuori dal corpo fisico umano. Da questo punto prospettico è importante notare, e ‘tutto torna’, come la Scienza Antisistemica tenda a demonizzare la presenza dei corpi sottili umani. Cercare qualcosa nell’unica certezza che si crede di avere è come cercare la musica smontando una radio.

Togliamoci dalla testa l’idea che questo ‘gene ispirante il comportamento umano’ sia l’unica variabile o costante del costrutto Creativo. È sempre un discorso vibrazionale inerente dunque a ‘livelli’ della possibilità. In questa 'variante', descritta dall'attuale paradigma, abbiamo evitato di focalizzare pubblicamente l'ambito relativo al ‘gene ispirante’: 

quale strategia difensiva migliore poteva assumere lo stesso soggetto? Far credere che non esista è il top.

Da quella posizione dominante, inosservata, può dirigere al meglio le operazioni ispiranti su tutti i soggetti presenti ed idonei alla massificazione ipnotica. Ce lo immaginiamo un ‘gene’ capace di fare tutto questo?
 
Che cosa è un 'Gene'? Dal punto di vista di SPS non è dissimile dalla presenza evidenziata, per altri versi e terminologie, dagli ambiti religiosi, mistici, esoterici, paranormali, etc. nei quali si narra di Demoni, Alieni, Eggregore, etc.

Il gene è l'unità ereditaria fondamentale degli organismi viventi...
 
I geni corrispondono a porzioni di codice genetico localizzate in precise posizioni all’interno della sequenza (DNA o, più raramente, di RNA) e contengono tutte le informazioni necessarie per la produzione di una proteina

Essi sono contenuti ed organizzati all’interno dei cromosomi, presenti in tutte le cellule di un organismo…
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Un Gene, per come lo si è classificato in ambito scientifico, è:
  • una porzione di codice genetico
  • contenuto ed organizzato all’interno dei cromosomi, presenti in tutte le cellule di un organismo.
Quale metodo migliore per ‘comandare’ l’intero organismo? Che cosa contiene?

Tutte le informazioni necessarie per la produzione di una proteina.
 
La proteina è un 'effetto' che viene scatenato dal Gene. Quella proteina ‘serve’ al Gene per il proprio ‘scopo’

Una definizione più concisa di gene, che tenga conto delle varie sfaccettature citate fino ad ora, è stata proposta da Mark Gerstein

un gene è l'unione di sequenze genomiche che codificano per un set coerente di prodotti funzionali potenzialmente sovrapponibili
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Che cosa è, allora? Spezzettiamo l’espressione appena citata:
  • l’unione di sequenze = codice
  • che codificano = imprimono, scrivono, programmano
  • un set coerente = scenario 3d/corpo umano
  • di prodotti funzionali = polarizzabili con l’intento codificato
  • potenzialmente sovrapponibili = illusorietà 3d.
Il gene è un codice impresso ad una organicità polarizzabile, capace di sfruttare l’ambito ‘concreto/illusorio’ del possibile(3d).

Questa programmazione da dove giunge? Se non si prende in considerazione il Mondo del Sottile, non se ne esce e si alimenta il detto ‘cane che si morde la coda’.

È la chiarezza di idee che può facilitare l’investigazione. 

Conoscere la verità superiore, senza conoscere Se Stessi, è come vivere nella dualità perennemente. Ma, mai dire mai, perché nelle 3d ci accorgiamo che è l’equilibrio tra le parti che conferisce stabilità al tutto:

la Chiarezza è quello stato mentale, così difficile da ottenere, che dissolve la Paura, ma allo stesso tempo acceca…
Gli insegnamenti di don Juan – Carlos Castaneda

Non se ne esce, vero? 

In realtà, anche solo in questo articolo, ne siamo 'usciti e rientrati' a più riprese. Cogliere i punti di ‘uscita’ è importante tanto quanto capire anche quelli di ‘entrata’. A cosa alludo? Che cosa sto dicendo? Perché ‘perdo tempo ogni giorno con SPS’?

Nulla è per caso. 

Penso che esista almeno una persona che utilizza la Rete, che possa trarre grande vantaggio da questi scritti in ‘codice’… Il Gene che alimenta il mio comportamento non sta ‘lavorando’ per caso o per nulla

Lo fa per garantirsi capacità di sopravvivenza, ossia modella l’esterno attraverso la modalità conosciuta ispirante di me e degli altri.

Che cosa si sta ‘augurando’?

Probabilmente che venga ‘scoperto’. Molto spesso è il paradosso la vera chiave di lettura…

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com

 

martedì 10 aprile 2012

Prospettiva e suo 'rumore'.




La ‘fine’ di Steve Jobs coincide quasi matematicamente con l’infezione parassita del Mondo Apple. Come se Jobs fosse un antivirus ‘naturale’, un firewall talmente efficace da lasciare indenni le proprie 'creature' persino dalle mire commerciali più ambiziose delle case che producono i cosiddetti ‘Antivirus’.

Apple, un virus colpisce 700mila computer.
Flashback. Ricordatevi questo nome, perché si tratta, probabilmente, del primo virus che sancisce la fine di una visione romantica dei Mac come macchine indomite e senza punti vulnerabili. Il numero si sistemi colpiti supererebbe le 700mila unità. Ed è un numero, vedrete, destinato ad aumentare.  
 
Ma da cosa trae origine questa magagna per le macchine di Apple? Semplice: 

una combinazione di negligenze che, nel campo della sicurezza informatica, non si devono fare. Prima di tutto da parte dei produttori, che nella fattispecie sono Oracle, che gestisce la libreria Java, e Apple, che presiede alla creazione degli aggiornamenti dei propri computer. Nel Settembre del 2011, viene scoperta una nuova versione di questo malware, Flashback, che si maschera dietro le sembianze di un file d'installazione di Flash. Si visita un sito, viene richiesto di installare Flash come spesso capita, si accetta, parte l'installazione, si inseriscono i dati da amministratore e via, infezione compiuta. Un mese dopo, il malware viene raffinato: 

ora è in grado di disabilitare i sistemi di riconoscimento a suo carico da parte degli antivirus. Passa un altro mese, ed ecco un ulteriore miglioramento: 

ora Flashback sfrutta la libreria Java, utilizzata da molti siti web, per installarsi senza nemmeno bisogno dei dati amministratore. Basta visitare un sito e, se nel computer è installata una vecchia versione di Java, il proprio Mac viene infettato.
 
Il problema è che in tutto questo lasso di tempo né Oracle né Apple tengono in considerazione il problema, così il malware si è diffuso senza che gli utenti nemmeno ne fossero a conoscenza. Si vocifera di nuove minacce per i Mac e del rilascio di un aggiornamento solo a Marzo, ma pare che in realtà quello davvero efficace sia stato rilasciato solo negli ultimi giorni.
 
Aggiungiamo che gli utenti Mac, certi dell'invulnerabilità dei computer della mela, hanno fatto spallucce e, adesso, rischiano di trovarsi il sistema infettato. Si tratta di un trojan, ruba i dati, mette il computer nelle mani di criminali informatici, è dannatamente pericoloso: aggiornate subito il vostro Mac.  

E imparate la lezione, finalmente.
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In tempi di ‘crisi’ si è aperto un nuovo Mercato per le aziende ‘allopatiche’ che curano la presenza e gli effetti dei Virus al silicio. Che caso, vero? Settecentomila nuovi potenziali clienti in tempi contrassegnati dalla riduzione dei margini e degli attivi, non è poca cosa. E soprattutto la tendenza instaurata non è per nulla poca cosa. L’infezione è avvenuta. È molto difficile, poi, liberarsene del tutto…

A livello di Analogia Frattale è opportuno notare il parallelo, appunto, tra ‘Medicina Allopatica’ e ‘Aziende produttrici di Antivirus’:

‘curano’ nella stessa maniera, scambiando 'mirabilmente' le cause per gli effetti.

Molto probabilmente il loop descritto è della stessa Natura, ossia, relativa alla rilevazione/rivelazione della presenza parassitaria di stampo non manifesto. Il ‘Controllo’ è riflesso dalla volontà dell’utente di liberarsi dal Virus presente nel proprio Pc e dalla presenza di ‘Aziende’ che si ergono al livello della ‘protezione totale del Pc’; in realtà questi sono pallidi riflessi che mettono in grande evidenza una 'presenza sottile', per chi crede nella frattalità del tutto che non permette di non-lasciare tracce energetiche relative al proprio ‘passaggio/esistenza’ anche nelle 3d.

La presenza parassita riporta per ‘assonanza’ l’immagine/idea del ‘rumore’ o interferenza:

il rumore cambia l’ecosistema.
C'è una forma di inquinamento di cui si parla troppo poco perchè considerata, a torto, non pericolosa e dagli effetti meno devastanti rispetto agli spettacolari disastri industriali a cui ci hanno abituato i media negli ultimi anni: 

è l'inquinamento acustico.
 
Ma una ricerca pubblicata sull'ultimo numero di Proceedings of the Royal Society B

Biological Sciences, getta nuova luce sugli effetti del rumore sul nostro ecosistema.
 
Clinton D. Francis e i suoi colleghi del National Evolutionary Synthesis Center di Durham (North Carolina), hanno studiato per anni alcune zone del New Mexico esposte ad attività umane particolarmente rumorose, rilevando un innaturale aumento nel numero dei colibrì che le abitavano e una contestuale riduzione nel numero di ghiandaie, altra specie tipica di quelle aree.
 
Anni dopo gli scienziati hanno scoperto che in quella stessa zona era aumentato il numero di fiori ma era sensibilmente diminuito il numero di alberi. 
 
‘È un effetto domino’ spiega Francis. ‘I pini dipendono dalle ghiandaie per diffondere i loro semi, mentre i colibrì, agenti importanti nell'impollinazione dei fiori, preferiscono le zone senza le ghiandaie che sono loro naturali nemici, mangiano le loro uova e rubano loro i nidi’. 
 
I ricercatori hanno monitorato vari siti anche all'interno dell'oasi naturale del Rattlesnake Canyon (New Mexico), osservando effetti simili anche sulle popolazioni di pini e di topi: 

questi roditori sono infatti ghiotti consumatori di semi del pino del Colorado (Pinus edulis) e amano i luoghi particolarmente rumorosi. Ma dato che il loro sistema digestivo rende i semi inutilizzabili per la riproduzione delle piante, nelle zone con elevato inquinamento acustico si sta assistendo a un notevole aumento della popolazione di topi e a un diradamento della foresta. 
 
Secondo Francis la situazione non va affatto sottovalutata perchè il pino del Colorado è un elemento importante dell'ecosistema di quella zona, dal quale dipende la sopravvivenza di almeno altre 1000 specie tra invertebrati, rettili, funghi, piccoli mammiferi e uccelli.
 
E come se tutto questo non bastasse una ricerca inglese da poco pubblicata evidenzia come negli ultimi 30 anni il volume del canto degli uccelli sia aumentato per competere con il rumore del traffico e delle attività umane.
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Davvero pazzesco, vero? Le dinamiche sfuggevoli sono quelle determinanti. Un ‘rumore’ cosa mai può fare? Viene quasi logico domandarsi con sufficienza. Il rumore è un qualcosa di ‘fisico’ pur non avendo corporeità

Esso è una delle chiavi interpretative della presenza sottile non manifesta, che ha il potere di modifica della densità 3d.

Nel livello etereo, attualmente ‘non rilevato’, della combinazione vibrazionale che conduce ai ‘sintomi’ che caratterizzano la tridimensionalità scambiata per unica realtà, è insita la Natura più alta dell’emersione della versione della ‘realtà’.

Lo comprendiamo meglio quando schiacciamo un interruttore e si accende la lampadina o quando azioniamo il telecomando e si apre una porta. Oppure quando una piccola ‘lastra’ magica si connette ad Internet captando delle onde che circolano tutt’intorno alla propria presenza.
  • vibrazioni
  • onde
  • rumori
  • interferenze.
Il termine ‘interferenza’, dato che il ‘caso non esiste’, identifica molto di più di quello che siamo abituati a concepire

L’interferenza, innanzitutto, è un ‘punto di vista’. 

Per un gruppo di persone intente ad ascoltare in silenzio un oratore o della buona musica, le grida dell’ambulante che passa sotto alle finestre aperte, costituiscono delle noiose e pesanti interferenze, ma se 'lo si va a dire' all’ambulante, costui giustamente sosterrà che si tratta del proprio lavoro, della propria esistenza, della sopravvivenza di sé e della propria famiglia. Per cui?
  
La Vita è una questione di prospettive in cui il ‘rumore’ contraddistingue, identifica, evidenzia, abbraccia, veicola e sottintende scelte e imposizioni miscelate e camuffate nella fruizione del Tempo.

In realtà trattasi di vere e proprie ‘lezioni’ inerenti ad un ‘Piano di Studi’ molto efficace:

lo Studio di Sé, ossia una materia del ‘Conosci Te Stesso’.

In generale, il rumore è un segnale non desiderato, di origine naturale o artificiale, che si sovrappone all'informazione trasmessa o elaborata in un sistema. A seconda dei campi di applicazione il termine assume significati più specifici:
 
  • il rumore nell'acustica
  • il rumore nella psicologia
  • il rumore nell'elettronica.

Rumore (acustica).
Il rumore è un segnale di disturbo rispetto all'informazione trasmessa in un sistema. Come i suoni, il rumore è costituito da onde di pressione sonora.
 
Il rumore è un fenomeno oscillatorio che consente la trasmissione di energia attraverso un mezzo… 

Il rumore acustico è collegato da sempre coi concetti di fastidio e di danno. L'interesse al rumore, e quindi la nascita di studi e ricerche per comprenderne la genesi e gli effetti e tentarne una limitazione, ha un primo impulso con lo sviluppo delle città, in particolare Roma, e successivamente con lo sviluppo delle realtà industriali.
 
Il problema del rumore urbano fu oggetto di legiferazione anche da parte di Giulio Cesare, che a questo scopo promulgò la Lex Julia Municipalis, che impediva il passaggio dei carri fino al pomeriggio inoltrato, spostando e concentrando di fatto il problema la sera e la notte
 
Utilizzi del rumore.
I ricercatori, poiché il rumore contiene energia, e può contenere informazione, sono alla ricerca di applicazioni utili del rumore.
 
Si sfruttano elementi bistabili non lineari (per esempio un pendolo con una molla che crea due posizioni stabili). Se il rumore ha sufficiente energia può riuscire a commutare la posizione del pendolo dall'una all'altra posizione stabile. Del materiale piezoelettrico ricava energia da queste oscillazioni…
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Rumore (psicologia).
Il rumore (o rumore informativo) in psicologia e semiotica, è un disturbo causato dall'eccesso di informazioni, tale che anche l'elemento potenzialmente utile non viene riconosciuto, nemmeno individuato, o individuato con difficoltà.
 
Costituisce rumore anche l'eccessiva ripetizione di un segnale, poiché le risorse cognitive utilizzate per la sua interpretazione diminuiscono via via che tale segnale si ripresenta con cadenza ciclica, limitando il livello dell'attenzione verso di esso.
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Rumore (elettronica).
In elettronica il rumore (o noise) è l'insieme di segnali in tensione o corrente elettrica indesiderati che si sovrappongono al segnale utile trasmesso o da elaborare, tipicamente presente sul canale di comunicazione tra utenti o apparati elettronici e sui dispositivi di ricezione/elaborazione.
 
Si distingue tra rumore e disturbo: 

per rumore solitamente si intendono segnali di origine aleatoria provenienti dall'interno e vengono descritti in termini probabilistici, mentre i disturbi sono segnali che provengono dall'esterno e possono pertanto essere descritti in termini deterministici ovvero interferenze.
 
Il rumore consiste di ‘fluttuazioni’ dovute a proprietà fondamentali della materia e in quanto tali di origine interna e non eliminabili

Queste fluttuazioni che si osservano a livello macroscopico derivano da fluttuazioni a livello microscopico. Si manifestano nella forma di segnali casuali il cui andamento nel tempo non è descrivibile analiticamente, ma solo in termini statistici.
 
L'effetto indesiderato consiste dunque in un'alterazione o distorsione del segnale utile contenente informazione tale da poter inficiare il corretto processo di rilevazione/elaborazione a valle della trasmissione.
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Ecco delle note utili al fine della rilevazione/rivelazione della ‘sorgente di rumore’ eterea:
  • il rumore è un segnale non desiderato, di origine naturale o artificiale, che si sovrappone all'informazione trasmessa o elaborata in un sistema
  • il rumore è un fenomeno oscillatorio che consente la trasmissione di energia attraverso un mezzo
  • i ricercatori, poiché il rumore contiene energia, e può contenere informazione, sono alla ricerca di applicazioni utili del rumore
  • il rumore (o rumore informativo) in psicologia e semiotica, è un disturbo causato dall'eccesso di informazioni, tale che anche l'elemento potenzialmente utile non viene riconosciuto, nemmeno individuato, o individuato con difficoltà
  • costituisce rumore anche l'eccessiva ripetizione di un segnale, poiché le risorse cognitive utilizzate per la sua interpretazione diminuiscono via via che tale segnale si ripresenta con cadenza ciclica, limitando il livello dell'attenzione verso di esso
  • in elettronica il rumore (o noise) è l'insieme di segnali in tensione o corrente elettrica indesiderati che si sovrappongono al segnale utile trasmesso o da elaborare, tipicamente presente sul canale di comunicazione tra utenti o apparati elettronici e sui dispositivi di ricezione/elaborazione
  • il rumore consiste di ‘fluttuazioni’ dovute a proprietà fondamentali della materia e in quanto tali di origine interna e non eliminabili
  • l'effetto indesiderato consiste in un'alterazione o distorsione del segnale utile contenente informazione tale da poter inficiare il corretto processo di rilevazione/elaborazione a valle della trasmissione.
Dunque? Che cosa possiamo desumere dalle informazioni normalmente a disposizione consultando la ‘Rete’, a proposito del ‘rumore’?
  • che è in grado di modificare la realtà percepita
  • che è un segnale contenente informazione
  • che l’informazione contenuta è ‘molteplice’ e c’è del 'valore aggiunto alla rimanenza'
  • che contiene energia propagata attraverso un mezzo, o attraverso delle proprietà fondamentali della materia
  • che diventa interferenza quando non si è in grado di polarizzare l’informazione ricevuta.
In definitiva:

che dipende da noi concludere se un ‘rumore’ è caotico o ordinato. Noi facciamo la differenza. Il nostro apparato ricevente, se è in grado di decodificare, ‘giudicherà’ quella trasmissione opportuna, o viceversa, continuerà a ‘dipingere’ nella solita modalità la ripartizione duale tra ‘fastidio’ e ‘piacere’.

Il giudizio è prospettico anch’esso. Vivendo su una simile onda di separazione cadremo nella polarità perpetua della Natura vibrazionale delle 3d. Da ciò si desume che è possibile vivere ed ‘essere’, anche nella fisicità, nella più completa e totale armonia, dal momento in cui è possibile capire la modalità imperante di un ‘luogo’ e della sua diretta causalità.

La ‘causa’ della disarmonia è la nostra mancanza di polarizzazione dell’osservazione e, di fatto, è contenuta in noi, dipende da noi, ci riassume in ogni dato istante. 

È possibile armonizzare gli opposti se attraverso la nostra funzione ‘ponte’ riusciamo a non essere travolti dal ‘rumore delle cascate della realtà’.

L’osservazione, e non l’osservato, può armonizzare l’ambiente, ma solo previa armonizzazione del proprio ‘contesto’. Sembra il classico paradosso temporale 3d, eppure l’equazione è finalmente sciolta. L’osservatore è al di fuori del costrutto 3d. Mediante triangolazione di Sé è possibile ‘risolvere’ la realtà percepita come segnale proprio e riflesso.

Il ‘fuori’ discute col ‘dentro’ in maniera solamente proattiva, virtuosa, lo può anche ‘modificare’ ma solo se il ‘dentro’ non è armonizzato e, in un certo senso, è disposto a cedere alle pressioni esterne.

La direzione della ‘crescita’ è biunivoca, ma solo se la ‘pressione’ derivante dalla presenza di Sé è cedevole, altrimenti la biunivocità è tale, ma ‘cresce’ e si manifesterà a tutto tondo senza arrendevolezza apparente né sostanziale.

Lo so, è un discorso che sto rendendo un po’ troppo complesso, anche se non è facile rendere a parole quello che si ‘sente’ per altri versi…

Il ‘fuori’ può far smarrire il ‘dentro’ solo se il ‘dentro’ è lontano da Sé. Altrimenti lo scambio di informazioni è polarizzato ed armonizzato in continuazione e non incarnerà mai ‘Lezioni’ d’altro tipo. Sulla Terra 3d non occorre soffrire per forza. 

L’interferenza è sempre propositiva e tale, solo se lo si necessita.

Dipende da noi…

Vibrazione.
Il termine vibrazione si riferisce in particolare ad una oscillazione meccanica attorno ad un punto d'equilibrio... 
 
Le vibrazioni possono disperdere energia e creare suoni e rumori indesiderati. Quando si prova a ridurre un rumore, il problema è ridurre la vibrazione che lo provoca…
Link

Una oscillazione attorno ad un punto d’equilibrio.

La vibrazione scaturisce da un 'equilibrio'. È un ‘andare avanti’ rispetto al dove si è. I concetti di dispersione e di riduzione del rumore sono solo frutti della propria non consapevolezza e dell’attuale punto prospettico dal quale si irraggia questa realtà.

Cambiare vibrazione è… cambiare prospettiva in maniera ‘totale’. Farlo, diventa estremamente 'opportuno', in quanto l'armonia delle sfere è da ritrovare, essendo 'perduta'. Tra i Pianeti, frattalmente, se ne registra la mancanza perlomeno di uno, del quale non rimangono che frammenti a monito e memoria di quello che fu. Ricordare e poi cancellare il ricordo, ancorando la consapevolezza nella prospettiva, riporterebbe armonia nel 'tutto.

Non ci servono 'monumenti alla pazzia', di nessun tipo essi siano, o almeno, servono per non dimenticare del tutto, come dei Flashback, ma poi occorre non diventarne dipendenti tramite divinizzazione o creazione di 'dirette' eggregore occludenti.

Agganciare e lasciare andare: come quando si respira.

Davide Nebuloni/SacroProfanoSacro 2012
Prospettivavita@gmail.com