venerdì 4 novembre 2022

Il decisore.



Chi decide. Al plurale, decisori, i talmudisti che in base alla letteratura talmudico-rabbinica offrivano pareri in materia dogmatica, filosofico-religiosa ed esegetica e anche nel campo del diritto, della morale, del rito e del cerimoniale…

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Coloro che… decidono in funzione di “pareri”; uhm

Chi

Lor signori che... i “talmudisti” replicano, riflettono, rivelano ma, anche, “denunziano” se ci sei (Te). Come puoi digerire ciò? Come puoi ritenere di essere in democrazia, libertà e giustizia? Non lo sei affatto; semmai, riprendi tutto quello in cui c®edi, e… mettilo fra virgolette. Così, sarai molto più prossimo alla verità, nel senso di “Fartene…” qualcosa.

Il loro “parere” non è solo un consiglio:

essi decidono soprattutto per “te” ed or dunque, sullo sfondo di Te; è Te, infatti, che desiderano auto manutenere “là”, isolato... Sempre (nel) potenziale contemporaneo, ch’è un po’ come cancellare dalla società qualcosa/qualcuno. 

Ci sei? Anzi; trasformando persino tale potenziale nel simbolo, poi, da “difendere” oltremodo, imponendo “leggi” che però ne ribaltano la valenza, l’essenza, la verità… ch’è una e “solo” una. Bada che è andata così per qualsiasi “cosa”. Qualsiasi è proprio qualsiasi, essendoci una strategia talmente univoca da essere totale, ovvero, il modo perfetto per camuffarla alla luce solare e dell’ingegno “umano”, sottoposto preventivamente a “lavaggio del cervello (e della coscienza)” post sprofondamento nella “necessità” denaro, figlio del controllo originale: 

qualcosa che “è già successo”, scegli se 1- potere ottenuto con la forza primitiva (violenza, guerra) e poi sancito attraverso il denaro, oppure 2- potere derivante dal controllo dell’infrastruttura artificiale, in toto (Matrix). 

Insomma, sei in qualcosa di nativamente artificiale, oppure in qualcosa ch’è naturale ma occupato con la forza “superiore”. 

Bah. Che ne dici? 

giovedì 3 novembre 2022

L’arzigogolo.


Avvolgimento.

Il ghiribizzo. Il sofisma. La sottigliezza. 

Il ricatto sottile. La prova e la memoria, nonostante “tutto”.

I “misteri della vita” sono davvero ostinati, convinti, consolidati; come materiale presso-formato, a cui la lavorazione ha conferito sagoma, spazio occupato, profilo, corpo. Il “segreto”, poi, rende arcigno l’andar Oltre.

Persino il ricordarsene, all’interno del reame dell’esse-Re “tempo”. 

Tutto scorre; sì. Ma… in quale “senso”. In che modo (modus) sei in tale “cattività”? Non lo sai, perché secondo “te” non lo sei e, di conseguenza, c®edi nell’esatto, opposto (sostanzialmente), senso di marcia, “fermo sul posto” riassumente allora la medesima f-orma “globale”, seppure si tratta di una landa de-solata (Wasteland), assolata, isolata. 

Ora deserto. Ora distesa di nevi “eterne”. Ora steppa. Ora pianura. Ora foresta. Ora oceano o, meglio, superficie rivelata a fior d’acqua. 

E “niente”: 

se ti trovi in natura, “non c’è niente”. 

Nemmeno un bar. Un’edicola. La toilette. Un bus che passa alla solita ora, anche se col solito ritardo. 


mercoledì 2 novembre 2022

Jkjjjkkjjk.


Comma 22.

Ma che “titolo” è? 

… riflette ciò che ti dicono (“impongono” per tacito consenso) i Media, in toto, laddove il grave rischio è che l’eccezione con-fermi tale “regola”. Un manipolo (pochi) di canagliume vario, decide per tutto il resto: 

ecco eccezione e regola. 

O padella, brace; meglio:

calderone

Nella “tua” testa, ogni volta che penetra tale “in-forma-zione” si crea (manutiene) lo status quo che, come corpo strisciante svincolato persino dalla “fisica”, non ha regole che ti competono, ergo, si riattua attraverso mente altrui perte”. Non a caso sei “te” qua nell’AntiSistema. 

Cioè? 

Qua (realtà = lavagna unica) AntiSistema (f-orma versione = scenario affermatosi nell’essere “tempo”, dal momento di “è già successo” ad “ora”: il momento potenzialmente eterno, proprio come un incanto dal quale non ti desti mai, anche se presupponi di…, ma “niente”). 

 


La tavola “arredata” è quello che è (“creazione”? No: I-Ambiente che funziona), ma la differenza sostanziale consiste nel come viene organizzata e “vissuta la vita (f-orma)” di conseguenza. Se il “verbo” si riattua attraverso la gerarchia, allora il relativo (assoluto) vertice sarà “chi per esso”: 

l’esse-Re

L’Io che impera: 

il potere vincolante che per “te” non esiste, anche se c’è. 

Con la Terra ch’è l’essere “superiore” che s’offre a tal guisa: l’offerta consiste nel mettere in comunione la propria “schiena”, proprio come fa l’elefante, l’ippopotamo, il rinoceronte, etc. con tutta quella schiera di “vita” che ne popola la dorsale, superficie, landa, territorio, spazio, opportunità, etc. Laddove, “il primo che arriva meglio alloggia” e “chi va via perde il posto all’osteria”. 

Non proprio così, per la verità; anche se lo spaccato che si apre è sempre veritiero (tutto è verità). Il “primo” non necessariamente è il Re del Mondo, perché può essere stato spazzato via da una “furia” che non ha mai badato a “spese”, a differenza del “primo”. Un po’ come da modello storico di riferimento: 

coltivatore (o “nativo”) vs razziatore (o “signore, padrone”). 

Ecco che... il “primo” perde il posto all’osteria, a differenza del “proverbio”. 

È la in-giustizia. 

La “democrazia” ma anche il “comunismo”. Un po’ tutto, come al solito, qua nell’AntiSistema. Ad immagine e somiglianza = verità riflessa e comunque sempre verità. Qualcosa che dipende da Te/“te”, nella misura in cui te ne accorgi sostanzialmente (auto decodifichi), mentre comunque sia il processo continua, a prescindere.