lunedì 13 agosto 2018

Il punto della situazione.



L’ultima grande battaglia non sarà combattuta in un campo, ma nella mente degli uomini...”.
Richard Thomas Gerber
Errore di valutazione (nel tutt3 è ver3). 
La frase è molto suggestiv3, ma (ma)… l’ultima grande battaglia si è già compiuta ed “ora” ne stai pagando le conseguenze – a/in ogni livello - credendo a quest3 mondo (realtà manifesta “qua, così”) come a/in qualcosa di assolutamente unic3 (nonostante i luoghi comuni, cambiamento, progresso, trasformazione, rivoluzione e – non da ultim3 – evoluzione).
“È già success3” = ad esempio, osserva l’America di “oggi”, considerando ciò che vedi come ciò che “è”e la sua storia (deviata), relativamente al massacro delle popolazioni native
Ovvero? “È già success3”...

venerdì 10 agosto 2018

Sulla considerazione dello Stato in cui ti riversi e del come puoi “fare”.



Il mondo è dei furbi. No?
Di più... è dei potenti, ovvero, di chi detiene il controllo.
Sì. Ma quale tipo di controllo? Quello che da “a monte” discende (da cui la discendenza, le generazioni, le tradizioni, tutt3 ciò che ti sembra “normale, giust3, reale”) sino ad “a valle”, verso la Massa (sotto/dentro, quindi, ad un autentico “incanto”).
I “furbi”, nella sostanza, si adattano a regole non scritte che formano la società.
Pertanto, espandendo la “visione”, chi si regola in tale modoconsegue:
se non puoi batterli, unisciti a loro
la potenza è nulla senza il controllo…

giovedì 9 agosto 2018

Una “cosa”.



Quando il “programma” vecchiaia, apporta qualche giro di vite ed il corpo inizia a dimostrare segni di cedimento (usura, logorio o, meglio, obsolescenza programmata), tu inizi a prenderne atto, come accorgendoti che qualcosa è cambiat3
Ma (ma) dentro, ti senti ancora come prima, ovvero, giovane; la tua immagine recondita rimane quella che è. 
Il processo muta quando prendi atto della situazione esterna, ad esempio, osservandoti allo specchio o attraverso i riflessi della gente (ambiente).
Infatti, a/in quel “punto” assumi che all’esterno ci sia proprio la tua immagine esclusiva, per cui progressivamente inizi a sostituire la tua “fotografia” interiore – ciò che immagini quando pensi e parli di te (una sorta di avatar) – con quella esteriore (frutto soprattutt3 della somma dei giudizi, appunti, altrui). 
Quando t'immagini diversamente, esegui un aggiornamento/allineamento dentro-fuori, che diventi tu, ovvero “tu”, in ogni istante del processo di elaborazione delle informazioni, con te/“te” di sottofondo principale.
Il che significa = inizi a sentirti autenticamente vecchi3, anche se potenzialmente ciò non costituisce l’unica verità (potresti tranquillamente non accettare il processo esterno).