martedì 13 settembre 2011

La traccia dello Stealth è aria che si muove.




In SPS sto cercando di superare il concetto sterile ed abituale di ‘denuncia e critica’ verso quegli aspetti del percepito, che io chiamo Antisistema per la sua evidenza rovesciata rispetto ad un modello ideale. 

Noi umani utilizziamo le parole per cercare di capirci e, molto spesso, queste parole non sono adatte per comunicare con vera lungimiranza quello che voleva essere il messaggio inteso nella sua versione originale, per cui non è semplice, adesso, esprimere l’esatta ‘immagine’ di quello che ho nel cuore

Cercherò di utilizzare, allora, il 'sentimento' in luogo delle ‘semplici’ parole. Non è facile ma perlomeno ci provo…

Tutto ciò che ci circonda ci riflette, ma solo se ci ‘muoviamo’.

Per questo siamo dotati di un corpo fisico, ossia di una ‘entità biologica avanzatissima’ che si ama. Questo corpo è la quintessenza della ‘progettazione’ evolutiva in corso d’opera, e serve per fare esperienza in questa dimensione (Avatar rende molto bene l’idea). Da questo punto di vista, dunque, non esiste nessun tipo di ‘imperfezione’, sia essa stimata in ambito religioso, scientifico o personale

È tutto semplicemente perfetto, inteso come idoneo in questo momento. 

È una 'perfezione nomade', che si muove da uno stato d’idoneità all’altro e che si evolve per risposta ad una mutata esigenza o ‘pressione’ esterna/interna.

Gli Specchi Esseni, visti da questa angolatura, sono meglio comprensibili ed emergono dalla loro luce esoterica, verso una più 'idonea' espressione del loro senso, che trova un corrispettivo solo nella nostra semovente presenza. Il modello di leggi Universali regola il fluire della nostra presenza, proprio come frattalmente è stato sviluppato, ed esiste, il ‘Codice della Strada’. 

Questo insieme di regole ha senso se esiste una circolazione di autoveicoli, altrimenti è fine a se stesso, risulta inutile e non emergerebbe alla densità energetica.
 
Noi tutti facciamo un’opera esclusiva di ‘credo’. E lo facciamo molto di più di quello che si possa pensare. È molto evidente, ad esempio, in ambito religioso. Tuttavia l’opera di fede o di fiducia è inerente all’intero scibile umano, dal momento in cui il ‘tutto’ è come imposto da un modello che ci attende e ci accoglie sin da prima della nascita.

Noi dobbiamo credere a tutto quello che risulta dall’immane ed autorevole opera di indottrinamento a cui siamo sottoposti in ogni istante di Vita. Ma di tutto questo insieme di ‘nozioni’, cosa è ‘vero’ e cosa è una convenzione? 

Ecco che, allora, è semplice comprendere che ‘tutto è una convenzione’, per cui il genere umano ‘crede’ che sia così come viene illustrato dalle pratiche Antisistemiche attraverso l’intero corpo delle discipline, delle tecniche, della conoscenza perduta e degli individui di cui può disporre.

Noi crediamo a tutto quello che ha una ‘forza’ imprimente tale da riuscire a programmarci per auto suggestione.

Anzi, non è nemmeno una questione di ‘forza’, ma è più un ambito di ‘abitudine’, così come una goccia d’acqua può scavare la roccia. Il genere umano abita la Terra 3d da un tempo molto grande. In tutto questo tempo è sempre stato disponibile ad un certo tipo di programmazione indotta

Indotta da cosa?

Indotta dal proprio modo di intendere se stesso attraverso il movimento del proprio corpo nel Mondo, Mondo che ha risposto di conseguenza adattando lo scenario 3d, di riflesso, e generando un modello pratico inerente a quello che più ‘animava’ l’umanità, in primis il sopravvivere sullo sfondo della paura generalizzata di morire.

L’Antisistema prende avvento, si programma, da questo movimento del corpo nella densità. Il passaggio da Sistema ad Antisistema equivale ad un cambio dimensionale ed  è relativo alla ‘caduta’, di cui si ha uno strano, vago e lontano sentore, come se effettivamente noi fossimo caduti giù da qualche altezza indefinibile

È un po’ il torbido senso o colore che ricordiamo di un incubo ricorrente…

A che serve allora la 'critica', se le leggi all’opera in questa dimensione faranno sì che la ‘critica’ diventi sempre più concreta, dando luogo ad una convenzionale umanità basata sulla critica? Non serve a nulla? No. In realtà tutto ha un senso, perlomeno in ambito auto educativo

Però non è detto che ciò corrisponda alla via maestra o al cammino più risoluto. Per questo motivo in SPS la ‘critica’ troverà sempre minore collocazione, o meglio, la critica diverrà sempre più evidenziata in quel doppio binario foriero di verità e illusione, in vicendevole compensazione, mentre ad ognuno di noi spetterà di discernere attraverso se stesso tra le due polarità del ‘messaggio critico’:
  • si dovrà sempre trovare il senso positivo di ogni avvenimento in corso.
  • si dovrà sempre trovare il positivo dal negativo.
  • si dovrà sempre tenere in considerazione il negativo nel suo valore assoluto.
La critica, dal greco κρὶνω (distinguo) è un esame circostanziato di un fatto o di un'opera letteraria, scientifica, teatrale, artistica, valutandone gli aspetti contenutistici, estetici e storici… Spesso per critica si sottindende che in essa si debbano riportare, prevalentemente, pareri antitetici e negativi: ciò non è sempre vero, ma va notato che ha spesso maggior rilevanza la confutazione o stroncatura di un'opera rispetto a una descrizione elogiativa della stessa
Da Wikipedia 
 
Questa definizione rappresenta uno spaccato Antisistemico della vera ‘estensione’ del concetto ‘critico’, molto più profondo ed esteso rispetto ad un suo utilizzo limitato all’interpretazione storica e sociale. 

La critica di tendenza viaggia su un piano filtrato (ribaltato) rispetto al suo valore totale: quello negativo. Perché? Perché la massa ‘lavora’ sulla negatività; questa è l’intenzione del controllo parassitario nonché il riflesso del movimento massivo nel Mondo. Come funziona un sonar? Gli impulsi partono da una sorgente e colpiscono, ad esempio, un fondale oceanico, tornando alla sorgente con una informazione aggiuntiva relativa al fondale oceanico stesso, ossia sapendo:
  • la distanza e, dunque, la presenza del corpo solido delle terre sotto il livello delle acque
  • il suo rilievo o profilo caratteristico
  • la sua probabile Natura compositiva predominante.
Il fondale ‘risponde’ ritornando il segnale ricevuto ed in questo modo definendosi agli occhi della ‘sorgente’.

È questa una comunicazione tra ‘entità’ utilizzando un linguaggio nativo ed insito nello scenario 3d governato da leggi ben precise. Questa rispondenza evidenzia le due parti nel Mondo. Le due parti ‘esistono’ nel momento in cui si identificano riflettendo un segnale di riconoscimento.

Ora, in questo caso chi ha la tecnologia più avanzata raccoglie anche maggiori informazioni, il mezzo sul quale è montato il sonar, però questa è una classificazione inerente al punto prospettico umano e non tiene in considerazione il piano sottile dell’energia. In realtà il mezzo su cui è montato il sonar emette un segnale della propria presenza anche senza l’esistenza artificiale del sonar stesso

Sul piano naturale funziona già tutto in questa maniera.

La visione notturna del pipistrello ne è la conferma più evidente, solo che di quest’aspetto, il pipistrello, è osservato nella sua speciale funzione di ‘visore notturno invisibile’, ed invece anch’esso emette segnali di sé tutt’attorno al proprio volteggiare. Ma questo passa ‘inosservato’ agli occhi della scienza e dell’abitudine, perché rientra in un ambito quasi ‘esoterico’

Lo Stealth è la rappresentazione tecnologica/umana dello stesso principio, infatti questo super aereo militare è famoso più che altro per la sua invisibilità agli strumenti tecnologici di rilevamento, ma certamente non è invisibile in termini di ‘presenza di sé’ nell’ambiente più sensibile del funzionamento energetico sottile

Infatti l’aria si muove al suo passaggio ed egli è immediatamente ‘scolpito’ dalle molecole d’aria in movimento forzato attorno al suo moto.

Osservare un corpo è anche percepire gli effetti del suo movimento: ciò equivale a sostenere che le tracce di sé rappresentano il sé, ossia sono dei frattali del sé. Il mio modo di intendere il concetto di frattale è comprensivo del concetto di olograficità, ossia di ‘singola parte che rappresenta il tutto’.

Le due ‘caratteristiche’ viaggiano, molto spesso, in coppia e anche quando è difficile ‘capirle’ entrambe nello stesso spazio d’osservazione, non significa che l’una abbia escluso l’altra, ma identifica solo un attuale limite del nostro livello di consapevolezza. 

Non serve la logica o la linearità del pensiero per dimostrare il contrario, perché esiste sempre una eccezione che, però, conferma la regola… per cui il concetto di 'critica' o di denuncia, in SPS, diverrà sempre più armonizzato con il senso dell'opportunità racchiusa 'tra le righe':

nulla è per caso e tutto è opportuno.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

lunedì 12 settembre 2011

Prima o poi quella parete la sfondo. Perchè no?




Occorre osservare il 'percepito' assumendo che possa sempre condurre a noi l’opportunità del ‘valore aggiunto’ e della sua positiva costruzione per noi

In questa maniera si impara sempre qualcosa su se stessi, perché quel riflesso è ‘per me’ perché ‘è me’.

Kung fu! Duro lavoro. Sudore. Volontà. Sacrificio. Un pittore può avere l’arte del Kung Fu, o un macellaio, che arriva a tranciare le carni senza che il coltello tocchi mai l’osso.
 
Impara la forma, ma cerca la non forma. Ascolta il non suono, impara tutto e poi… dimentica

Impara la strada e poi trova la tua strada. Il musicista può avere l’arte del Kung Fu o il poeta, che dipinge quadri di ideogrammi e contribuisce a rendere grandi gli imperi. Tutto questo è il Kung Fu. Ma non dargli un nome, amico mio, perché è come l’acqua

Niente è più leggero dell’acqua, che può aggirare la roccia. Non combatte, ti gira intorno. L’opposto! Senza forma. Senza nome. Il vero Maestro sa conviverci. Solo tu puoi liberarlo…
Da ‘The forbidden Kingdom. Il Regno proibito’

La visione dell’acqua insegna molto, a saperla veramente contemplare, riflessi in lei. La filosofia orientale è sfuggevole per la mente occidentale e sembra sempre di avere già sentito tutto, molte e molte volte. Sembra di avere capito tutto e dunque non si ‘ascolta’ mai veramente.

Questa supponenza conduce verso un luogo di specchi illusori, di echi di sé mai sopiti e, tuttavia, anche questa via è buona per liberare il ‘Maestro’. Perché no? Perché ‘là’ c’è una parte di noi che ci attira a visitarla. È una parte ‘non buona’? E chi lo può dire? E perché? 

Cosa significa il classico concetto di ‘imparare e poi dimenticare’? E cosa significa osservare l’acqua, in realtà?
 
Alla prima domanda rispondo in questo modo:

imparare ‘va bene’. Dimenticare ‘non va bene’. Solitamente e mediamente è così che la vediamo la questione. Si dimentica qualcosa di ‘scomodo e doloroso’. Si impara qualcosa che piace e anima. Ecco l’aspetto del ‘reale’ che si coglie, scisso nella solita dualità compenetrante. 

No, non è sempre così. Oggi iniziano le scuole e quanti alunni hanno voglia di imparare? Questo ‘imparare’ è assunto come negativo, perchè il 'mezzo' scuola utilizzato è di stampo coercitivo. Il dimenticare quello che giunge in questa maniera è visto positivamente, perché solitamente equivale al trascorrere un periodo di vacanza, molto lontana dai precetti obbligati della scuola.

Il vero imparare e dimenticare è, secondo me, inerente al  ‘fare proprio’ e poi, una volta sedimentato, dimenticare il vettore informativo che ha condotto in noi quella conoscenza

Quando una ‘lezione’ è dentro di noi, possiamo dimenticare l’esteriorità che l’ha veicolata verso di noi e, dunque, dimenticarla. Ma ciò che è subentrato in noi è diventato ‘noi’ e non occorre più ricordare nulla, perché ormai fa parte della nostra Natura. Lasciare andare per trattenere. Lasciare andare per snellire quello che sappiamo, ma non quello che siamo, irrobustiti da quello che abbiamo lasciato andare.

In Pnl è la programmazione che avviene, generalmente, dopo 21 giorni di 'esercizio'.

Alla seconda domanda rispondo in questo modo:

osservare la Natura, in questo caso l’acqua, è assumere la legge dei frattali come un baluardo intelligente della Creazione. Tutto rispecchia il Tutto. Imparare da quello che vediamo già esistente è ‘fidarsi’ di quello che giunge per noi, del vettore informativo ad immagine e somiglianza di verità meno evidenti.

Come leggiamo, allora, queste notizie?

Crisi: Interbancario Bloccato. Record 2011 Depositi Overnight Alla Bce.
Le banche dell'Eurozona hanno depositato ieri alla Banca Centrale Europea il più grande ammontare di fondi overnight dall'inizio dell'anno, il che significa che l'interbancario è ormai in stallo. I depositi overnight presso la BCE sono saliti ieri a 166,8 miliardi di euro rispetto ai 151 miliardi del precedente record toccato venerdì. Da segnalare che il tasso pagato sui depositi dalla BCE è dello 0,75%, inferiore al rendimento dell'interbancario
 
Circostanza che più di ogni altra segnala la forte riluttanza delle banche a prestarsi denaro tra di loro per l'incertezza sul futuro delle esposizioni in titoli di stato dell'area euro.
Da Yahoo 
 
Le banche non si fidano l’una dell’altra. Per analogia frattale possiamo comprendere come la sfiducia regni sovrana ad ogni latitudine e anche come le banche non abbiano proprio tutto questo potere. La sfiducia è dentro di noi perché la vediamo riflessa fuori di noi. 

Questa sfiducia mina il futuro ed è una intenzione del controllo parassitario: come possiamo ‘emergere’ se siamo tanto sfiduciati? È un ottima strategia di possessione, un incantesimo… uno dei tanti incantesimi gettati sul genere umano.

Sono negativo? Può sembrare. In realtà, nelle ‘forme’ acerbe, è solo quando si è con le spalle al muro che è possibile ‘muoversi’ di conseguenza. E questa è la grande opportunità che abbiamo a disposizione

La supernova SN PTF11kly si trova a 21 milioni di anni luce dalla Terra, ed è la stella più brillante degli ultimi tempi. A causa della grande distanza che ci separa l’immagine che vediamo è l’aspetto della stella 21 milioni di anni fa.
News presente in Yahoo 
 
Questo è un frattale che dimostra che viviamo in una differita della Vita. 'Vediamo' con ritardo ciò che è stato, ciò che era e non ciò che ‘è’. Come sarà oggi quella supernova? Potrebbe anche non esistere più. Eppure in questi giorni la si può vedere con un binocolo. L’illusione è sempre molto profonda…

Una delle sedici albe che gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale vedono ogni giorno fotografata da Ron Gran in missione sulla Stazione.
Da Yahoo 
 
Ogni giorno gli astronauti assistono a ben sedici albe. La consuetudine va a farsi benedire mutando il punto prospettico personale. Le abitudini appaiono in quanto tali: delle parodie temporali certamente non fini a se stesse, seppure illusorie.

L’acqua aggira gli ostacoli, ma può anche colpire direttamente con un’onda: il ‘Controllo’ utilizza la stessa ‘tecnica’ da un'altra dimensione.

Nella vita di un uomo, prima o poi, arriva un giorno in cui, per andare dove deve andare, se non ci sono porte né finestre, gli tocca sfondare la parete.
Bernard Malamud, tramite Saggezza e Consapevolezza

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com


venerdì 9 settembre 2011

Amare se stessi: sentirsi anche il corpo.




Il cambiamento che io voglio vedere nel mondo è che le persone comincino a vedere se stesse come esseri multidimensionali il cui nucleo è la Sovranità Integrale, il distillato della Sorgente Primaria in un’espressione umana a se stante. Se solo le persone si sintonizzassero a questa frequenza comprenderebbero che tutto è uno nell’unità, nell’uguaglianza e nella verità. Questa è la definizione del Gran Portale come è stato annunciato nella mitologia dei WingMakers negli ultimi dieci anni.
 
Ogni individuo è di per sé un portale, e questo portale è il punto d’accesso ai mondi interdimensionali della Sovranità Integrale dove lo strumento umano, come una tuta spaziale, alla fine si toglie e l’individuo si rende conto della sua vera natura infinita. Comprendendolo, capisce che in questo stato tutti – tutti – sono uguali e in questa uguaglianza noi siamo Uno

Il Gran Portale è il momento il cui l’umanità si ergerà come un solo essere a questa comprensione che tutto abbraccia, il momento in cui trascenderemo la struttura di soppressione e ci esprimeremo come Sovranità.
Estratto da: Intervista a James del Project Camelot

James dei Wingmakers è un personaggio che mi ha sempre ‘detto qualcosa di buono’, per puro istinto o ispirazione sottile personale. Non so chi egli sia e che volto abbia e… se abbia un volto. Non so, eppure percepisco qualcosa di veramente profondo che deriva dal materiale proposto da questa entità.

Ora, occorre ampliare il punto prospettico in cui siamo inseriti in qualità di esseri umani, ossia di esseri dotati di un corpo fisico

Ciò che giunge dal contesto della storia deviata è una caotica, densa e pesante, nube di pensiero avvilente il corpo fisico. I movimenti delle religioni hanno, generalmente e mediamente, ri condotto la struttura materiale umana, la ‘tuta spaziale’ come la definisce James, ad un qualcosa di ‘sporco’, di misero, di temporaneo e dunque di inadeguato, di miserevole, da cui fare bene attenzione perché ricettacolo di vizi e desideri immondi

Se aggiungiamo a ciò anche quella sorta di debito Karmico/Cosmico del ‘peccato originale’, inerente alla colpa per la ‘caduta’ del genere umano, allora la trappola mentale/fisica è completa, perché sia ‘dentro che fuori’ vivremo un sentimento di ‘non essere all’altezza’, maturando in tal modo odio per il corpo fisico accusato, di fatto, di rappresentare l’alveolo di tutte le bassezze interiori proiettate all’esterno, nel Mondo sempre più percepito, allo stesso modo, come 'brutto ed inospitale'.

Ma allora come si spiega l’amore per l’apparenza che la società moderna persegue? L’apparenza non è relativa anche al corpo fisico? È innegabile che questa sia una società legata all’apparenza

Si cerca sempre di mostrare una nostra immagine ‘teorica’ agli altri. Dunque?

Senza peccare di semplicismo estremo, vorrei evidenziare che questo ambito legato all’apparire ha, come al solito, una doppia faccia in funzione del ‘come siamo’ dal nostro punto prospettico, ossia:
  • apparire come riflesso di una personalità confusa e/o illusoria
  • apparire come riflesso di una profondità interiore che, in realtà, si è sempre amata.
È l’eterna compresenza della mutevole vicendevolezza della dualità: la risposta a precise leggi Universali inerenti a questo piano dimensionale.

Che cosa scegliamo di osservare? In base a questa scelta ci auto definiamo nel Mondo. Vediamo ‘mezzo pieno’ o ‘mezzo vuoto’?

Non è filosofia spicciola questa domanda. L’uomo, la donna, i bambini, si amano e vorrebbero risplendere sulla Terra. In che modo? Attraverso quello che di più ‘immediato’ possono usufruire e cioè del proprio corpo fisico. È naturale.

Il corpo è lo ‘strumento’ più idoneo messo a punto dalla ‘Natura’ per esperienziare questo scenario denso e tanto particolare. Che senso ha odiarlo o sentirsi inadeguati dentro di lui? Noi non siamo il corpo ma siamo anche il corpo, così come non siamo del Mondo ma nel Mondo

Fa parte della 'dotazione di serie' della Vita. Ha un senso ben preciso innestato nel giroscopio energetico dell’equilibrio delle forze manifeste e non manifeste.

Devo molto, in questo ambito, alle espressioni ‘quadrate’ dell’Amico Diego, inerenti all’amare il proprio corpo, all’ascoltarlo, al valorizzarlo quando ‘chiede’ o ‘dice’. Il corpo si vuole bene, cicatrizza le ferite e non mente, viceversa la mente può quasi godere nel girare a vortice attorno alla ferita, lasciandola sempre sanguinante, soffrendo sempre per lo stesso errore o provando sensi di colpa ‘eterni’. Cosa significa tutto questo?

Che il corpo e la mente sono come fusi insieme, ma costituiscono due parti diverse di una ‘funzione’ superiore, ossia, che il corpo ha una propria ed univoca peculiarità nell’ambito della Vita fisica, quel movimento di condensazione energetica che emerge da una sfuggevole serie di scenari non più percepiti a livello materiale.

Il corpo ha la sua funzione basilare nel permetterci di fare esperienza. In che modo? Muovendosi. Il frattale esistente in Natura, che dimostra l’importanza del movimento ai fini della localizzazione spazio temporale, è rappresentato ad esempio da quegli animali che necessitano di osservare corpi in movimento per determinarli di fronte a loro, altrimenti non se ne possono accorgere.

In primo luogo è importante chiarire che informazione in sostanza significa differenza; infatti qualsiasi interazione tra energia  e materia è idonea ad emettere informazione rilevabile da un ricettore qualsiasi che sia capace di distinguere differenze.
 
Si ha informazione quando viene recepita una disuguaglianza che indichiamo come: 
  • Se : i # i ' Informazione # 0
  • Se : i = i ' Informazione = 0
I computer utilizzano un codice binario per descrivere ogni tipo di informazione cioè trasformano la disuguaglianza in un codice detto digitale, indicato con i numeri (0 ed 1), detto Bit, ovvero Binary Digit.
 
Anche i meccanismi neurologici sono centrati sulla disuguaglianza : i # i '.
 
Un esperimento sulla visione infatti, che dimostra che anche la fisiologia della percezione visiva  registra solo differenze, è il seguente: una persona posta all'interno di camere omogenee in termini di luminosità, (costruite cioè in modo che gli  occhi , ovunque vengano rivolti, ricevano uno stimolo costante di radiazione), vede progressivamente spegnersi la luce, (benché essa resti accesa ), fino alla completa, temporanea cecità.
 
Gli animali che non hanno movimenti 'saccadici' ('saccade' significa scossone), dell'occhio  vedono solo gli oggetti in movimento; per tale ragione nel mondo animale, alla vista del predatore, molte prede si immobilizzano, evitando così di essere vedute dall'antagonista.
 
Quando l’informazione non è costituita da una semplice differenza, ma diviene complessa a causa delle possibilità di percepire un grande numero di differenze, allora è necessario capire come l'informazione venga significata...
Link
 
Informazione in sostanza significa differenza. Se noi ci fermiamo viene meno 'l’informazione', per cui il corpo è strutturato appositamente per muoversi ed emanare un segnale o un riflesso

Attraverso questo riflesso noi manifestiamo la nostra presenza ed esistiamo per gli ‘altri’. Il nostro riflesso diventa un feedback che viene ri prodotto dagli altri e ri tornato a noi come una sorta di eco di noi stessi.

In questa maniera possiamo 'vedere', per differenze di segnale trasmesso e ricevuto, ciò che ci circonda ed in ultima analisi ‘come siamo fatti’. 

Dentro di noi c’è la mente e molto altro, per cui la percezione di sé diventa più complessa, tuttavia per la legge dell’analogia frattale, una buona padronanza del proprio corpo, ossia del proprio segnale lanciato nel Mondo che ci circonda, vale quanto l’ignorare quella complessità forse inarrivabile, per ora, nel livello raggiunto di evoluzione personale.

Si può sempre ovviare ad una ‘ignoranza’ momentanea.  Anzi, a volte è meglio utilizzare una ignoranza selettiva al fine di trascendere un presupposto limite percepito come davanti a noi.

La Vita è ‘bio diversa’, funzionale, ricca, fantasiosa, creativa, divertente, giocosa, perché ama se stessa ed è felice di rappresentarlo a tutto ed a tutti.

La Vita è il segnale del Creatore per delineare il proprio sè nella Vita stessa e per rendersi conto di ‘esistere’.

Consiglio di cuore la lettura del pdf di James, proposta all’inizio d’articolo.

Il concetto di illuminazione, oggi inflazionato, deve staccarsi dalla definizione di idea puramente mentale, eterea e spirituale – astratta quanto lo è la nostra mente occidentale – per recuperare l’originale significato di metamorfosi e di trasfigurazione, ovvero  di transustanziazione in senso soprattutto materiale. 

È un processo prima di tutto fisico: una mutazione ontologica della forma umana. In fondo, non è l’anima da conquistare, ma il corpo. Non è l’Assoluto da conoscere, ma questa realtà…
Da ‘Anima e realtà’ di Carlo Dorofatti

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com