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martedì 13 settembre 2011

La traccia dello Stealth è aria che si muove.




In SPS sto cercando di superare il concetto sterile ed abituale di ‘denuncia e critica’ verso quegli aspetti del percepito, che io chiamo Antisistema per la sua evidenza rovesciata rispetto ad un modello ideale. 

Noi umani utilizziamo le parole per cercare di capirci e, molto spesso, queste parole non sono adatte per comunicare con vera lungimiranza quello che voleva essere il messaggio inteso nella sua versione originale, per cui non è semplice, adesso, esprimere l’esatta ‘immagine’ di quello che ho nel cuore

Cercherò di utilizzare, allora, il 'sentimento' in luogo delle ‘semplici’ parole. Non è facile ma perlomeno ci provo…

Tutto ciò che ci circonda ci riflette, ma solo se ci ‘muoviamo’.

Per questo siamo dotati di un corpo fisico, ossia di una ‘entità biologica avanzatissima’ che si ama. Questo corpo è la quintessenza della ‘progettazione’ evolutiva in corso d’opera, e serve per fare esperienza in questa dimensione (Avatar rende molto bene l’idea). Da questo punto di vista, dunque, non esiste nessun tipo di ‘imperfezione’, sia essa stimata in ambito religioso, scientifico o personale

È tutto semplicemente perfetto, inteso come idoneo in questo momento. 

È una 'perfezione nomade', che si muove da uno stato d’idoneità all’altro e che si evolve per risposta ad una mutata esigenza o ‘pressione’ esterna/interna.

Gli Specchi Esseni, visti da questa angolatura, sono meglio comprensibili ed emergono dalla loro luce esoterica, verso una più 'idonea' espressione del loro senso, che trova un corrispettivo solo nella nostra semovente presenza. Il modello di leggi Universali regola il fluire della nostra presenza, proprio come frattalmente è stato sviluppato, ed esiste, il ‘Codice della Strada’. 

Questo insieme di regole ha senso se esiste una circolazione di autoveicoli, altrimenti è fine a se stesso, risulta inutile e non emergerebbe alla densità energetica.
 
Noi tutti facciamo un’opera esclusiva di ‘credo’. E lo facciamo molto di più di quello che si possa pensare. È molto evidente, ad esempio, in ambito religioso. Tuttavia l’opera di fede o di fiducia è inerente all’intero scibile umano, dal momento in cui il ‘tutto’ è come imposto da un modello che ci attende e ci accoglie sin da prima della nascita.

Noi dobbiamo credere a tutto quello che risulta dall’immane ed autorevole opera di indottrinamento a cui siamo sottoposti in ogni istante di Vita. Ma di tutto questo insieme di ‘nozioni’, cosa è ‘vero’ e cosa è una convenzione? 

Ecco che, allora, è semplice comprendere che ‘tutto è una convenzione’, per cui il genere umano ‘crede’ che sia così come viene illustrato dalle pratiche Antisistemiche attraverso l’intero corpo delle discipline, delle tecniche, della conoscenza perduta e degli individui di cui può disporre.

Noi crediamo a tutto quello che ha una ‘forza’ imprimente tale da riuscire a programmarci per auto suggestione.

Anzi, non è nemmeno una questione di ‘forza’, ma è più un ambito di ‘abitudine’, così come una goccia d’acqua può scavare la roccia. Il genere umano abita la Terra 3d da un tempo molto grande. In tutto questo tempo è sempre stato disponibile ad un certo tipo di programmazione indotta

Indotta da cosa?

Indotta dal proprio modo di intendere se stesso attraverso il movimento del proprio corpo nel Mondo, Mondo che ha risposto di conseguenza adattando lo scenario 3d, di riflesso, e generando un modello pratico inerente a quello che più ‘animava’ l’umanità, in primis il sopravvivere sullo sfondo della paura generalizzata di morire.

L’Antisistema prende avvento, si programma, da questo movimento del corpo nella densità. Il passaggio da Sistema ad Antisistema equivale ad un cambio dimensionale ed  è relativo alla ‘caduta’, di cui si ha uno strano, vago e lontano sentore, come se effettivamente noi fossimo caduti giù da qualche altezza indefinibile

È un po’ il torbido senso o colore che ricordiamo di un incubo ricorrente…

A che serve allora la 'critica', se le leggi all’opera in questa dimensione faranno sì che la ‘critica’ diventi sempre più concreta, dando luogo ad una convenzionale umanità basata sulla critica? Non serve a nulla? No. In realtà tutto ha un senso, perlomeno in ambito auto educativo

Però non è detto che ciò corrisponda alla via maestra o al cammino più risoluto. Per questo motivo in SPS la ‘critica’ troverà sempre minore collocazione, o meglio, la critica diverrà sempre più evidenziata in quel doppio binario foriero di verità e illusione, in vicendevole compensazione, mentre ad ognuno di noi spetterà di discernere attraverso se stesso tra le due polarità del ‘messaggio critico’:
  • si dovrà sempre trovare il senso positivo di ogni avvenimento in corso.
  • si dovrà sempre trovare il positivo dal negativo.
  • si dovrà sempre tenere in considerazione il negativo nel suo valore assoluto.
La critica, dal greco κρὶνω (distinguo) è un esame circostanziato di un fatto o di un'opera letteraria, scientifica, teatrale, artistica, valutandone gli aspetti contenutistici, estetici e storici… Spesso per critica si sottindende che in essa si debbano riportare, prevalentemente, pareri antitetici e negativi: ciò non è sempre vero, ma va notato che ha spesso maggior rilevanza la confutazione o stroncatura di un'opera rispetto a una descrizione elogiativa della stessa
Da Wikipedia 
 
Questa definizione rappresenta uno spaccato Antisistemico della vera ‘estensione’ del concetto ‘critico’, molto più profondo ed esteso rispetto ad un suo utilizzo limitato all’interpretazione storica e sociale. 

La critica di tendenza viaggia su un piano filtrato (ribaltato) rispetto al suo valore totale: quello negativo. Perché? Perché la massa ‘lavora’ sulla negatività; questa è l’intenzione del controllo parassitario nonché il riflesso del movimento massivo nel Mondo. Come funziona un sonar? Gli impulsi partono da una sorgente e colpiscono, ad esempio, un fondale oceanico, tornando alla sorgente con una informazione aggiuntiva relativa al fondale oceanico stesso, ossia sapendo:
  • la distanza e, dunque, la presenza del corpo solido delle terre sotto il livello delle acque
  • il suo rilievo o profilo caratteristico
  • la sua probabile Natura compositiva predominante.
Il fondale ‘risponde’ ritornando il segnale ricevuto ed in questo modo definendosi agli occhi della ‘sorgente’.

È questa una comunicazione tra ‘entità’ utilizzando un linguaggio nativo ed insito nello scenario 3d governato da leggi ben precise. Questa rispondenza evidenzia le due parti nel Mondo. Le due parti ‘esistono’ nel momento in cui si identificano riflettendo un segnale di riconoscimento.

Ora, in questo caso chi ha la tecnologia più avanzata raccoglie anche maggiori informazioni, il mezzo sul quale è montato il sonar, però questa è una classificazione inerente al punto prospettico umano e non tiene in considerazione il piano sottile dell’energia. In realtà il mezzo su cui è montato il sonar emette un segnale della propria presenza anche senza l’esistenza artificiale del sonar stesso

Sul piano naturale funziona già tutto in questa maniera.

La visione notturna del pipistrello ne è la conferma più evidente, solo che di quest’aspetto, il pipistrello, è osservato nella sua speciale funzione di ‘visore notturno invisibile’, ed invece anch’esso emette segnali di sé tutt’attorno al proprio volteggiare. Ma questo passa ‘inosservato’ agli occhi della scienza e dell’abitudine, perché rientra in un ambito quasi ‘esoterico’

Lo Stealth è la rappresentazione tecnologica/umana dello stesso principio, infatti questo super aereo militare è famoso più che altro per la sua invisibilità agli strumenti tecnologici di rilevamento, ma certamente non è invisibile in termini di ‘presenza di sé’ nell’ambiente più sensibile del funzionamento energetico sottile

Infatti l’aria si muove al suo passaggio ed egli è immediatamente ‘scolpito’ dalle molecole d’aria in movimento forzato attorno al suo moto.

Osservare un corpo è anche percepire gli effetti del suo movimento: ciò equivale a sostenere che le tracce di sé rappresentano il sé, ossia sono dei frattali del sé. Il mio modo di intendere il concetto di frattale è comprensivo del concetto di olograficità, ossia di ‘singola parte che rappresenta il tutto’.

Le due ‘caratteristiche’ viaggiano, molto spesso, in coppia e anche quando è difficile ‘capirle’ entrambe nello stesso spazio d’osservazione, non significa che l’una abbia escluso l’altra, ma identifica solo un attuale limite del nostro livello di consapevolezza. 

Non serve la logica o la linearità del pensiero per dimostrare il contrario, perché esiste sempre una eccezione che, però, conferma la regola… per cui il concetto di 'critica' o di denuncia, in SPS, diverrà sempre più armonizzato con il senso dell'opportunità racchiusa 'tra le righe':

nulla è per caso e tutto è opportuno.

Davide Nebuloni / SacroProfanoSacro 2011
Prospettivavita@gmail.com

martedì 12 ottobre 2010

Quel qualcosa alla "base" che vale sempre il "prezzo del biglietto".





Un film è un film. Ma non solo. Un film esprime un concetto di base, una idea, una riflessione, una meditazione che una persona ha avuto almeno una volta nel corso della sua Vita. Questa persona, mossa dall’energia del proprio “lavoro/passione”, ha trovato il modo di portare questa sua “particella” alla sua manifestazione “maxima”, ossia alla sua rappresentazione pubblica sul grande schermo.

Questo “riflesso” contiene l’embrione di un processo creativo "finale" che si staglia attraverso almeno due macropassaggi:
  1. atto del pensiero formazione di una “idea”
  2. atto del fare        fissaggio sulla “pellicola”
Queste due tappe del libero arbitrio costituiscono un vero e proprio “parto” (un “partire”) del processo di co creazione. Alla base dunque di un film, che rappresenta la parte terminale di tutto un percorso che emerge dal pensiero, c’è un mattone fondamentale: un impulso iniziale ispirato.

Una illuminazione o intuizione.

I film allora diventano i veicoli per la diffusione di idee “radice”, di archetipi; queste idee sono mescolate al resto della trama, divenendo quasi invisibili. Per coglierle occorre non solo assistere alla visione del prodotto cinematografico bensì occorre la “diretta partecipazione”, anche se possono lavorare nei nostri inconsci in maniera automatica, allo stesso modo dei messaggi subliminali contenuti nella pubblicità.

Cosa intendo per “diretta partecipazione”? Non certo fare parte del cast della produzione! Intendo semplicemente una partecipazione attiva attraverso la predisposizione d’animo proattiva, ossia “presente” a se stessa. Il cliché della famiglia che si “accumula”, si impila sulle comode poltrone delle moderne multisale con un chilogrammo di popcorn a testa e svariati maxi bicchieri di bibite gassate, non è di certo l’idea di base alla quale mi riferisco. 

L’attività “presente” più idonea alla polarizzazione con il messaggio contenuto nell’idea di “fondo” dell’opera a cui ci accingiamo ad assistere, è la semplice attivazione della propria capacità di “osservazione” naturale: la partecipazione con il processo osservato.

Voglio alludere al fatto che le rappresentazioni cinematografiche (buona parte) contengono dei messaggi che esulano dal potere oscurante che si dirama dalla totalità dell’Antisistema: una breccia? Secondo me, si! L’intento ultimo della forza Antisistemica è di “bloccare” l’uomo nei piani densi della Creazione, di opporre resistenza. Perché? Per scopi di autodifesa e per antica “programmazione” e “funzione”. 

Rappresenta quindi una “energia” che trae origine dall’antichità che si perde e si fonde con la leggenda, quando l’uomo era in una fase diametralmente diversa da quella attuale. In questo senso il messaggio veicolato, ad esempio, nei film (ma non è l’unico canale che si sta liberando, s’intende) costituisce una chiave molto importante per l’innesco di un processo di analoga funzione "critica" e riflessiva negli individui “attivi”, partecipanti, aperti, propensi allo scambio energetico.

Non mi riferisco alle sole produzioni più evidenti, ai cosiddetti Kolossal, come Matrix, Avatar, etc. ma anche e più specificatamente alla pressoché totale produzione cinematografica globale. Anche un film comico? Certo! In ogni ambito della Creazione…

Ad esempio nel film “Australia”, che comico lo è solo in alcune parti per esigenza di copione, è evidentemente chiaro lo scopo “intimo” della guerra: condurre verso l’unione delle genti, aprire i  Cuori. Ed il tema del "diverso" che viene spazzato via proprio dalla guerra?

È lampante! Può essere criticato? Ma certo che si; perché l’uomo è ancora al di là del raggiungere un comune sentire. È ancora talmente frammentato da mettere in discussione il tutto ed il contrario di tutto, proprio come faccio io attraverso questo Blog. Il processo di “discussione” è una ricchezza in ambito di prigionia o di “addestramento” e rappresenta lo stato della “fiamma” che arde in ognuna delle nostre essenze. Non tanto la speranza quanto l’evidenza che siamo molto di più di quello che può sembrare persino a noi stessi.

Attraverso l’osservazione "polarizzata" di un film, ossia la visione libera da preconcetti, è possibile giungere al cospetto, "bagnarsi" dell’idea fondamentale che l’autore o gli autori volevano trasmettere: questa “idea” è una particella “nobile” del libero pensare perché è nata in un momento di estrema riflessione o di intuizione del costrutto o insieme umano. Tutto ciò che gli viene "ricamato addosso", nell’infrastruttura dell’ora e mezza di “spettacolo”, è “rumore di fondo” opportunamente da filtrare.

La pellicola contiene un messaggio importante.

La polarizzazione con esso è opportuna al fine di poterlo "ricopiare" dentro di noi. Una volta penetrato a livello d’inconscio, l’effetto è molto simile a quello prodotto da una sferzata di energia, da un impulso. Infatti per una decina di minuti, dopo essere usciti dalla sala cinematografica, siamo ancora “sotto effetto” di ciò che il film ci ha lasciato addosso. Poi si torna alla consueta normalità. Ma qualcosa è cambiato! Quel messaggio è stato clonato dentro di noi, ha creato un nuovo percorso di sinapsi. Un nuovo “tracciato” pronto per essere usato all’occorrenza. Proprio quell’occorrenza che stiamo vivendo in questi  tempi di trasformazione.

È come se il cervello biologico potesse fare affidamento su una nuova mappatura, su una nuova “carta geografica” memorizzata nei banchi della memoria individuale; una memoria indotta e collegata a quella più grande collettiva.

Il processo creativo umano che è alla base dei film è inossidabile, sempre presente, nobile e originale. 

Anche se c’è della “ipocrisia” Antisistemica vale sempre la pena di tentare di scovare la particella alla base di un opera cosiddetta di “fantasia”. E ciò vale a pieno diritto per ogni evidente ambito della Creazione artistica umana: libri, musica, cartoni animati, disegno, teatro, scultura, etc.

La critica lasciamola perdere, cogliamo l’attimo

Ecco un esempio da non imitare; in questo caso applicato allo splendido film Happy Feet:

In America il film è stato duramente criticato da alcuni esponenti del Partito Repubblicano. Il conduttore TV Neil Cavuto, noto polemista e conservatore, sostiene che nel film, oltre al palese messaggio ecologista, ci sia un messaggio subliminale (per i bambini) addirittura neppure troppo nascosto (per gli adulti) al comunismo, all'integrazione degli immigrati (il diverso) e ad altre ideologie tipiche della politica di sinistra (collaborazione e condivisione)”.
Fonte: Wikipedia

Ci sarà sempre qualcuno che critica perché è previsto nelle logiche della “biodiversità” (e l’Antisistema non fa eccezione. L’Antisistema stesso è una “critica” da superare, da digerire attraverso la sua fagocitazione e trasmutazione dentro di noi. Fuori da noi l’Antisistema è solo opportuno al fine di fornire la spinta per andare oltre. In questo piano dimensionale “Esso” è un Re che si avvale delle nostre paure, capace di metterle ben in evidenza ad ogni istante).

In Happy Feet c’è molto di più di questo spazio osservato dalla “critica”… E comunque è quello che rimane nella nostra “profondità” ciò che conta, oltre ai messaggi subliminali e a qualunque tecnica di manipolazione delle immagini: è una tappa del nostro risveglio e passa anche da queste “latitudini”.